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ANTICHI POPOLI D'ITALIA
IN ERA PRE STORICA E STORICA
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PREISTORIA D'ITALIA ED
ANTICHI POPOLI |
Le tracce dei primi abitanti della penisola italiana si perdono nella notte dei
tempi, l'Erectus, il Neanderthal, il Cro Magnon ovvero il nostro diretto
antenato sembra sia comparso nella nostra penisola almeno 35.000 anni
fa. L'Italia deriva il suo nome dagli Itali, una popolazione stabilitasi in
Calabria; ma i Greci la chiamavano Esperia, vale a dire "Terra situata a
occidente". Protesa sul mar Mediterraneo, aveva infatti un clima e un ambiente
molto favorevoli alla vita delle popolazioni, dedite alla caccia, alla pesca e
alla raccolta dei frutti. I primi abitatori vivevano lungo i fiumi e vicino
ai laghi. Gli scavi archeologici hanno permesso di ritrovare in questi primi
insediamenti gli strumenti delle popolazioni più antiche, costituiti da pietre
variamente lavorate. Con il passare del tempo, con l'avvento della cultura
agricola partita dalla mezzaluna fertile in medio oriente, circa 6.000 anni fa
alcuni abitanti della nostra penisola si dedicarono all' agricoltura, altri
iniziarono a navigare. Solo sul finire del Paleolitico sorsero i primi villaggi
mentre, nella pianura padana, vennero costruite le prime abitazioni su
palafitte. Tra i popoli italici più antichi si possono ricordare i Liguri e i
Veneti a nord; i Latini, gli Umbri, i Sabini e i Sanniti nell' Appennino
centrale; gli Osci in Campania; i Messapi in Puglia; i Sicani in Sicilia e i
Sardi in Sardegna. Molto più tardi, intorno al 1000 a.C, l'Italia era ancora
un territorio arretrato. In questo periodo, gli studiosi della preistoria vi
distinguono due grandi aree. La prima (nel Meridione e lungo le coste
adriatiche) è caratterizzata dall'uso dei suoi abitanti di seppellire i defunti
( inumazione) mentre nella seconda area (a nord, nella Toscana e nel Lazio) i
morti vengono bruciati ( cremazione o incinerazione) e poi se ne conservano i
resti in apposite urne di terracotta. Più in particolare si conoscono: una"
civiltà delle ,terramare" (abitati di struttura trapezoidale, circondati da un
argine e una fossa), che costruisce abitazioni stabili su palafitte in Emilia e
nella bassa Lombardia; una" civiltà dei nuraghi" (edifici in pietra a forma
di tronco di cono, coperti da una cupola ad anelli concentrici), in
Sardegna; una" civiltà dei dolmen" (tombe formate da lastre di pietra infisse
nel terreno in verticale e coperte da una lastra orizzontale che funge da tetto)
in Puglia. Nella penisola, inoltre, esistevano alcune civiltà più avanzate:
quella villanoviana (da ViIlano va, presso Bologna, dove esiste va un grande
insediamento); quella di Golasecca (dal nome di un sito archeologico in
provincia di Varese) fra Lombardia, Piemonte e Liguria; quella degli Iapigi
in Puglia.
Tutte queste civiltà conoscevano sia l'uso e la lavorazione
dei metalli sia quello delle ceramiche e abitavano in villaggi relativamente ben
costruiti. Le civiltà più progredite colonizzano l'Italia Verso i secoli
IX-VIII a.C nuovi popoli si stabilirono in Italia. A nord, i Galli si
stabilirono nella pianura padana, spingendosi fino in EmiIia e nelle Marche.
Lungo le coste siciliane, sarde, calabresi e campane iniziarono a giungere Greci
e Cartaginesi.
Le colonie greche più importanti, come abbiamo visto,
sorsero a: Cuma, Napoli, Paestum in Campania; Sibari, Crotone, Locri, Reggia
in Calabria; Naxos, Catania, Siracusa, Messina, Agrigento in
Sicilia.
Furono proprio i Greci a introdurre il commercio e le prime
monete, a migliorare le tecniche della navigazione e dell'artigianato; diedero
inoltre alle colonie la stessa organizzazione politica della polis. Oltre a
quelle greche, altre colonie furono fondate dai Fenici di Cartagine a Tharros e
Cagliari in Sardegna; a Mozia e Palermo in Sicilia. Ma l'espansione
cartaginese fu arrestata a sud dalla colonizzazione greca e a nord da un nuovo
popolo, insediatosi da poco in Toscana e nel Lazio: gli Etruschi. Comparsa e
diffusione degli Etruschi in Italia L'origine degli Etruschi e l'epoca del
loro insediamento in Italia sono tuttora incerte. Alcuni studiosi ritengono
molto verosimile il racconto dello storico greco Erodoto, nel quale si afferma
che i Tirreni (così Erodoto li chiama, dal nome di un loro principe) vennero in
Italia dall'Asia Minore. In effetti i ritrovamenti archeologici risalgono
tutti soltanto fino a un' epoca ben precisa, proprio come se prima di allora gli
Etruschi non fossero stati presenti in Italia. Inoltre, la lingua etrusca ha
molti punti di contatto con la lingua greca (usa un alfabeto simile) e con altri
dialetti dell'Asia Minore. Altri storici sostengono invece che gli Etruschi
discendono da popoli italici più antichi e che la loro lingua e la loro cultura
sono state influenzate dai commerci e dagli scambi con il Vicino Oriente, i
Fenici e la Grecia. In ogni caso, gli Etruschi occuparono inizialmente la
costa del Lazio e della Toscana: Cervèteri, Tarquinia, Vulci, Populonia, città
da loro fondate, erano piccole ma fiorenti già nel 700 a.C. Gli Etruschi
sapevano utilizzare due grandi risorse: il mare e la terra. Furono infatti abili
navigatori, commercianti e pirati; ma si dedicarono anche all' agricoltura e
alla pastorizia. Seppero inoltre sfruttare abilmente le risorse naturali della
regione, in particolare le miniere dell'isola d'Elba e delle colline metallifere
toscane. In seguito gli Etruschi fondarono nell'Italia centrale altre città,
come Volterra, Veio, Chiusi, Arezzo, Cortona, Orvieto, Roselle, Tuscania,
Perugia, Fiesole. Ogni città era autonoma e governata da un re-sacerdote,
chiamato lucumone. Il re era assistito da un consiglio di anziani, scelti fra i
capi delle famiglie nobili, mentre 1'assemblea del popolo veniva convocata
periodicamente per approvare le decisioni del re. Più tardi le maggiori
città etrusche si unirono in una lega di carattere religioso, che si trasformò
poi in un organismo politico e militare. Ben presto infatti l'espansione
etrusca interessò anche altre regioni. Nuovi coloni si spinsero a sud fino alla
Campania, dove fondarono le città di Capua, Pompei e NoIa. Qui la potente Capua
guidò una lega di dodici città. Ma gli Etruschi avanzarono anche verso nord
per sfruttare le coste adriatiche e per colonizzare la grande pianura
dell'Emilia Romagna. In queste regioni vennero fondate Fèlsina (l'odierna
Bologna), Marzabotto, Spina e, poco dopo, Rimini e Cesena. Più a nord, sorsero
Modena, Parma, Piacenza, Mantova, Adria. Nella pianura padana gli Etruschi si
dedicarono allo sviluppo dell' agricoltura e dell' allevamento, senza trascurare
i commerci e la produzione artigianale di ceramiche e metalli. Nel VI secolo
a.c., infine, troviamo gli Etruschi, insieme ai Cartaginesi, in Corsica, da cui
scacciarono i coloni greci. Successivamente l'espansione etrusca cominciò ad
arrestarsi. Nel 538 a.c. gli Etruschi furono vinti al largo della Corsica dai
Focesi, che erano coloni greci, e nel 474 vennero battuti a Cuma dai Greci. La
sconfitta segnò per loro l'inizio della decadenza. Una civiltà ricca e
portata per le arti La classe più ricca della società etrusca era costituita
da proprietari terrieri, mercanti e imprenditori. Questi ultimi sfruttavano le
miniere di rame e di ferro e organizzavano il lavoro degli artigiani e dei
produttori di ceramiche. Così come la classe dei proprietari e dei mercanti,
anche quella degli artigiani era di stirpe etrusca. È invece molto probabile
che la coltivazione delle terre fosse affidata a Liguri e Italici sottomessi.
Quanto al duro e pericoloso lavoro delle miniere, vi venivano impiegati gli
schiavi catturati nelle guerre e nelle spedizioni di pirateria. Gli Etruschi
ebbero sempre rapporti di conflitto e di rivalità con i Greci e con le colonie
greche in Italia. Mantennero invece intensi e pacifici rapporti commerciali con
Cartagine, con le città fenicie e in generale con quelle dell'Asia Minore. La
potenza economica delle città etrusche è testimoniata soprattutto dalle vaste
necropoli situate nei pressi delle città. I templi, i grandi sarcofagi, le
armature e le corazze, gli splendidi vasi, le anfore in argento, i gioielli
d'oro e d'argento che vi sono stati rinvenuti fanno intravedere una civiltà
assai ricca ed evoluta. Anche dalle scene che ornano le pareti delle grandi
tombe circolari, dai vasi e dalle coppe dipinte si può ricostruire la vita
quotidiana degli Etruschi. Esse rappresentano scene di battaglia, viaggi per
mare e commerci fluviali, giochi sportivi simili a quelli greci: lotta, lancio
del disco, corse sui carri, corsa a piedi, pugilato. La donna aveva nella
società etrusca un ruolo molto attivo, e probabilmente viveva su un piano di
parità con l'uomo. Gli Etruschi coltivarono tutte le arti, comprese la
ceramica, la musica, la scultura e la fusione del bronzo, ma raggiungero i loro
risultati più significativi nella pittura.
Una religione simile alle
altre Gli dei più importanti degli Etruschi erano tre: Tinia, Uni e Menerva,
ai quali erano dedicati tre templi e tre porte in ogni città. Tinia era il
signore dei cieli e Uni era sua moglie, mentre Menerva era una divinità
femminile guerriera. Essi erano simili agli dei greci (Zeus, Era e Atena) e a
quelli romani (Giove, Giunone e Minerva), in quanto le religioni di questi
popoli si influenzarono a vicenda. Così anche gli Etruschi avevano gli dei Aplu
(Apollo) e Maris (Marte), l'eroe Hercle (Ercole), mentre il dio Voltumna era
tipicamente etrusco e Proteggeva le leghe sacre che riunivano in alleanza le
loro città. Gli Etruschi erano un popolo religioso e accompagnavano la
fondazione delle città e i principali momenti della vita con riti propiziatori
per ottenere il favore degli dei.Inoltre gli Etruschi credevano in una vita
ultraterrena, che poteva svolgersi insieme con gli dei o soggetta a un tormento
infernale. E per onorare i defunti, i cui corpi venivano conservati in tombe,
venivano organizzate solenni feste funebri con giochi e combattimenti.
GLI
ANTICHI POPOLI DELLA SICILIA: Continua>
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