GUIDA ALLA CIVILTA’ LATINA<BR>SU INTERNET<BR> a cura di<BR> <BR> Presentazione<BR>Nei secoli passati l'uomo, per intendere la natura ed i suoi segreti ha<BR>dovuto districarsi nella "foresta di messaggi" che la natura stessa gli<BR>poneva di fronte agli occhi, per essere decodificata.<BR>Da questo lavorio, profondo ed intenso, sono nate le diverse<BR>discipline, strumenti creati dall'umanità per meglio comprendere la<BR>realtà circostante.<BR>Oggi, nel pieno dell'esplosione della società dell'informazione, l'uomo<BR>contemporaneo, grazie ad Internet, deve attraversare "foreste di dati",<BR>entro cui rischia talvolta di smarrirsi come in un intricato, se pur<BR>suggestivo, labirinto.<BR>Il problema risiede principalmente nel fatto che spesso i dati presenti<BR>in rete, non sono in realtà informazioni utili. Un dato diventa<BR>informazione utile solo quando risponde velocemente e concretamente ad<BR>una domanda, ad una esigenza.<BR>Questa piccola collezione di guide in Internet vuole essere un sussidio<BR>per i docenti che operano nella quotidianità delle aule scolastiche, per<BR>ricercare più velocemente utili informazioni per il loro lavoro.<BR>Sono anche talvolta suggeriti itinerari o attività che si possono<BR>concretamente condurre con i ragazzi; itinerari ed attività che hanno,<BR>come minimo, il pregio di essere stati scoperti e validati in classe da<BR>colleghi della stessa area disciplinare: una base di partenza per poi<BR>procedere in varie direzioni.<BR>Solo così, pensiamo, si potranno costruire preziose collezioni di<BR>esperienze didattiche efficaci.<BR>La realizzazione dei presenti volumetti, dedicati rispettivamente a<BR>inglese e musica per la fascia dell’obbligo, a fisica, latino, greco, storia<BR>per la fascia delle superiori, è stata resa possibile grazie ai<BR>finanziamenti del Fondo Sociale Europeo (progetto SCUOLA NET, n°<BR>647, approvato con delibera n° 1417 del 31/07/2001); le guide saranno<BR>collocate in rete e saranno scaricabili in formato PDF da qualunque<BR>utente remoto del territorio nazionale (Siti di riferimento:<BR>http://scuolanet.scuolan.it; http://kidslink.bo.cnr.it/fardiconto)<BR>Speriamo che in futuro l'iniziativa possa estendersi ad altre<BR>discipline, sia della scuola primaria, che della scuola secondaria.<BR>Bologna 10 febbraio 2002 Anna Maria Arpinati<BR>IRRE – Emilia Romagna<BR>I<BR>Indice<BR>1. Introduzione alla rete.....................................................1<BR>1.1 Un po' di storia....................................................................1<BR>1.2 Internet................................................................................1<BR>1.3 Le risorse di rete .................................................................3<BR>1.4 Il world Wide Web WWW...................................................5<BR>1.5 La navigazione.....................................................................6<BR>1.6 I motori di ricerca................................................................8<BR>1.7 Lo scaricamento dei siti ......................................................9<BR>1.8 Fidarsi è bene ma…:gli antivirus ......................................9<BR>1.9 Se la lingua è un problema...............................................10<BR>1.10 Uno sguardo ad Office 2000 prima di cominciare...........10<BR>2. Risorse online per lo studio delle lingue<BR>classiche...........................................................................13<BR>2.1 Introduzione.......................................................................13<BR>2.2 I motori di ricerca per la navigazione nei siti<BR>dedicati alla cultura classica............................................14<BR>2.3 Meta index.........................................................................15<BR>3. Supporti e ausili per la didattica ..............................29<BR>3.1 Risorse generali.................................................................29<BR>3.2 Ipotesi di percorso didattico .............................................32<BR>3.2.1 L’uomo e il mondo degli animali: una<BR>esperienza di curricolo verticale...........................32<BR>4. Biblioteche in rete: la consultazione delle<BR>opere degli autori classici ...........................................41<BR>4.1 Risorse generali.................................................................41<BR>4.2 Ipotesi di percorso didattico .............................................46<BR>4.2.1 La persistenza del mito classico nella<BR>cultura occidentale: la ninfa Arethusa ................46<BR>5. Epigrafia ..........................................................................51<BR>5.1 Risorse generali.................................................................51<BR>5.2 Ipotesi di percorso didattico .............................................56<BR>5.2.1 Un viaggio nei massmedia dell’antichità: il<BR>linguaggio delle epigrafi........................................56<BR>II<BR>6. Archeologia .....................................................................71<BR>6.1 Risorse generali.................................................................71<BR>6.2 Ipotesi di percorso didattico .............................................80<BR>6.2.1 La villa romana......................................................80<BR>7. Teatro................................................................................87<BR>7.1 Risorse generali.................................................................87<BR>7.2 Ipotesi di percorso didattico .............................................90<BR>7.2.1 La valenza culturale del teatro classico...............90<BR>7.2.2 La Mostellaria di Plauto: schema della<BR>commedia e analisi di una scena..........................93<BR>7.2.3 Analisi testuale della scena................................100<BR>7.2.4 La messa in atto del testo ...................................101<BR>7.2.5 Sussidi audiovisivi...............................................102<BR>8. Mappe e carte geografiche........................................103<BR>8.1 Risorse generali...............................................................103<BR>8.2 Ipotesi di percorso didattico ...........................................105<BR>8.2.1 In viaggio da Roma a Brindisi in<BR>compagnia di Orazio............................................105<BR>9. Il ruolo della donna nell'antica Roma....................111<BR>9.1 Risorse generali...............................................................111<BR>9.2 Proposta operativa ..........................................................114<BR>9.2.1 Lavori e compiti femminili..................................114<BR>10. Civiltà della tavola: la cultura del cibo<BR>nell'antica Roma ..........................................................125<BR>10.1 Risorse a carattere generale...........................................125<BR>10.2 Ipotesi di percorso didattico ...........................................129<BR>10.2.1 Fames e fama: la retorica a tavola.....................129<BR>Tabella .......................................................................................139<BR>1<BR>1. Introduzione alla rete<BR>1.1 Un po' di storia<BR>Sono ormai trascorsi quarant'anni da quando l'Advanced<BR>Research Project Agency, del Dipartimento Americano della<BR>Difesa, commissionò la realizzazione di un sistema<BR>informatizzato fra computer, in grado di funzionare anche in<BR>caso di guerra nucleare.<BR>In seguito venne messo a punto un sistema di inoltro di<BR>messaggi basato sulla tecnologia a commutazione di pacchetto:<BR>è il Transfer Control Protocol (TCP) che parcellizza i dati in<BR>partenza secondo un proprio numero ed indirizzo<BR>ricomponendoli una volta giunti a destinazione. (fig. 1)<BR>Negli anni settanta presso l'Università della California a<BR>Los Angeles nasce ARPAnet, la prima rete fra computer che<BR>collega quattro università degli USA. Da questo momento in<BR>poi un numero crescente di centri di ricerca si connette in rete,<BR>per cui è necessario definire un linguaggio comune per lo<BR>scambio di informazioni: nasce il Transfer Control<BR>Protocol/Internet Protocol (TCP/IP) che diventerà la lingua<BR>ufficiale di Internet.<BR>Nel 1982 il protocollo TCP/IP viene svincolato dal segreto<BR>militare e reso di dominio pubblico; fanno la loro comparsa i<BR>primi fornitori di accesso alla rete o Internet Service Provider<BR>(ISP). Infine, lo sviluppo crescente di un'utenza non<BR>specialistica e dalle esigenze più disparate stimola lo sviluppo<BR>di interfacce grafiche finalizzate ad un più fruibile scambio di<BR>informazioni: nel 1992 Tim Berners Lee sviluppa il World Wide<BR>Web e di lì a poco fanno la loro comparsa i browser: applicazioni<BR>dedicate alla consultazione dei documenti in rete. Nel 1995<BR>inizia la fase commerciale della rete, oggi nel pieno della sua<BR>evoluzione.<BR>1.2 Internet<BR>Il complesso sistema di collegamenti, che dà origine alla rete<BR>Internet, è costituito, nella sua struttura principale, da una<BR>serie di computer principali o nodi di interscambio, connessi 24<BR>2<BR>ore su 24 da linee dedicate ad alta velocità. A questi accedono i<BR>cosiddetti server di Rete o host che, ospitando informazioni e<BR>servizi, provvedono a immettere l'utenza nel flusso informativo<BR>mondiale attraverso le usuali linee telefoniche; oppure, da<BR>qualche anno, tramite le più rapide fibre ottiche e trasmissioni<BR>satellitari.<BR>Figura 1<BR>Per entrare a far parte di Internet e comunicare liberamente<BR>con un qualunque altro computer connesso alla rete, sono<BR>necessari un personal computer, una normale linea telefonica e<BR>un dispositivo chiamato modem che consente di trasmettere e<BR>ricevere le informazioni sulle linee telefoniche (fig. 2). Fino a<BR>qualche anno fa occorreva anche stipulare un abbonamento con<BR>il fornitore di accesso o Provider, cosa che contribuiva ad<BR>aumentare le spese rese già cospicue dal canone telefonico.<BR>Fortunatamente il crescente svilupparsi del Web ha favorito la<BR>nascita di gruppi commerciali che oggi hanno reso gratuito<BR>l'accesso, immettendo però in rete numerose forme<BR>pubblicitarie.<BR>Per raggiungere un computer host e accedere alle risorse ivi<BR>contenute, è necessario conoscerne l'indirizzo elettronico, che<BR>scriveremo nell'apposita casella predisposta dal programma<BR>browser utilizzato.<BR>Il cosiddetto IP ADDRESS è costituito da una serie di<BR>numeri, separati da punti che specificano l'identificativo della<BR>3<BR>rete nazionale, della sottorete primaria ed eventualmente<BR>secondaria, e il numero identificativo del computer locale.<BR>Figura 2<BR>Una codifica più semplice per l'utenza è fornita dai<BR>cosiddetti domini (DNS ADDRESS) che sono più facili da<BR>ricordare perché composti da lettere e non da numeri (tabella<BR>1). Il nome degli host (hostname) va decodificato da destra a<BR>sinistra: la parte destra riguarda il tipo di organizzazione (se si<BR>hanno tre lettere) oppure la localizzazione geografica (due<BR>lettere), al centro si legge il nome della società mentre a destra<BR>della zona possono essere indicate una o più directory ospitanti<BR>una determinata risorsa. (fig. 3)<BR>1.3 Le Risorse di Rete<BR>Il primo e più conosciuto esempio di utilizzo della rete<BR>(network) è la posta elettronica o e-mail, che dà la possibilità<BR>di spedire in tempo reale documenti e materiale audiovideo con<BR>file allegati ai messaggi (attachment). In questo ambito una<BR>notevole opportunità è fornita dalle cosiddette Mailing list e<BR>dai Newsgroup. Le mailing list consistono in scambi di posta<BR>elettronica su argomenti specifici: chiunque abbia interesse a<BR>comunicare con altri su di un determinato argomento, non deve<BR>far altro che iscriversi ad una mailing list. Tutti i messaggi<BR>spediti da un iscritto sono ricevuti da tutti gli altri iscritti.<BR>4<BR>Anche i newsgroup sono dei gruppi di discussione sui più<BR>svariati argomenti, ma, a differenza delle mailing list, sono<BR>accessibili direttamente dalla rete e non attraverso la posta<BR>elettronica. Per partecipare attivamente ad un newsgroup è<BR>necessario iscriversi. L’insieme dei newsgroup è in realtà una<BR>rete a sé stante nota come Usenet. Qui viene predisposta una<BR>sorta di bacheca elettronica dove è possibile esporre i propri<BR>messaggi o attingere quelli degli altri iscritti. Per accedere a<BR>questo servizio è necessario utilizzare un software apposito, ad<BR>esempio "FreeAgent".<BR>Un altro spazio di discussione molto frequentato è<BR>l'Internet Relay Chat (IRC), simile a una stazione<BR>radiofonica attiva 24 ore su 24, dove è possibile interagire in<BR>diretta con altri interlocutori, digitando sul proprio computer il<BR>messaggio.<BR>Figura 3<BR>Un altro servizio è Telnet che, tramite Internet, consente di<BR>effettuare l’accesso (login) ad un computer remoto per<BR>consultare archivi o grandi banche dati altrimenti non<BR>reperibili. Anche per questo servizio occorre un software<BR>apposito, ad esempio il "Telnet" integrato nel programma<BR>Windows.<BR>Di recente acquisizione sono i servizi di Internet Phone e<BR>Internet Video Conferencing per effettuare telefonate e<BR>videoconferenze in Rete. Il messaggio, acquisito con telecamera<BR>e microfono, formato da file sonoro e/o immagine, viene<BR>5<BR>trasmesso e ricevuto in tempo reale con un apposito software: il<BR>vantaggio è che il tutto avviene al costo di una telefonata<BR>locale.<BR>Ma il vero tesoro di Internet è costituito dalle migliaia di<BR>programmi scaricabili direttamente dal Web, molti dei quali<BR>consentono un più funzionale accesso e utilizzo delle risorse<BR>stesse. Attraverso l'operazione di copia dei file, detta download,<BR>è possibile lavorare con i programmi freeware, messi a<BR>disposizione gratuitamente dall'autore e quelli shareware,<BR>disponibili pagando all'autore una modica ricompensa.<BR>Generalmente con un modem dalla velocità di 28000 bps<BR>(byte per secondo) e una linea telefonica convenzionale, sono<BR>necessari circa 5 minuti per trasferire 1 MB (megabyte) di<BR>informazioni. Quando un file richiede un tempo di<BR>scaricamento superiore, di solito conviene comprimerlo usando<BR>un apposito software (Winzip). Si parla in tal caso di file<BR>zippato; oppure di file unzippato quando, decomprimendolo, lo<BR>si riporta all'estensione di partenza.<BR>Un altro modo di ottimizzare i tempi di connessione consiste<BR>nell'utilizzare una fascia oraria poco congestionata e verificare<BR>se il gruppo di file in uso non sia presente in altri computer<BR>host più vicini al nostro. Ci si collega in questo caso ai<BR>cosiddetti mirror site: veri e propri nodi gemelli sparsi nel<BR>mondo per alleggerire il carico di lavoro dell'host originario.<BR>1.4 Il World Wide Web<BR>Il World Wide Web (www), l'interfaccia grafica ideata nel<BR>1992 da Tim Berners-Lee, è il vero distintivo di Internet. Ma,<BR>per poterne sfruttare in pieno i contenuti e le potenzialità<BR>multimediali, è necessario avere a disposizione un particolare<BR>software (browser o sfogliatore) che consente la "navigazione",<BR>cioè la ricerca e la riproduzione video delle pagine Web.<BR>Esistono tipi diversi di browser, i più conosciuti sono<BR>sicuramente "Internet Explorer" e "Netscape Navigator". Essi<BR>possono essere scaricati direttamente dalla Rete ai siti di<BR>pertinenza oppure si trovano sui CD allegati alla maggior parte<BR>delle riviste specializzate.<BR>Dopo aver effettuato la connessione tramite un fornitore di<BR>rete (tim, libero, tiscali,…), per accedere al Web occorre digitare<BR>l'indirizzo del cosiddetto "sito" dove risiedono le risorse e i<BR>6<BR>collegamenti (link). Il sistema standardizzato per la gestione<BR>degli indirizzi prevede la compilazione della cosiddetta URL<BR>(Uniform Resource Locator) che risulta divisa in tre parti:<BR>protocollo://www.nomehost/directory/file<BR>La prima parola (protocollo) indica il tipo di gestione della<BR>risorsa che nella Rete è l'http (hypertext transfer protocol); la<BR>seconda (nomehost) il contenitore della stessa ovvero il<BR>computer host; la terza la directory e il file specifico.<BR>Data l'enorme quantità dei siti e quindi degli indirizzi<BR>disponibili sul Web, i provider consentono alcuni collegamenti<BR>preferenziali verso particolari server dove è possibile utilizzare<BR>specifici software di ricerca delle risorse: i cosiddetti "motori di<BR>ricerca". Una volta individuato un indirizzo utile, è bene<BR>registrarlo in una apposita cartella detta bookmark o segnalibro,<BR>che l'utente può organizzare per categorie di interesse.<BR>Tutti i documenti in rete sono di tipo ipertestuale: è<BR>possibile cioè leggere il testo in modo non sequenziale passando<BR>da un punto all'altro dello stesso testo o andando ad un altro<BR>"cliccando" con il mouse sui simboli o le parole chiave<BR>evidenziate. Il linguaggio ipertestuale con cui sono realizzate le<BR>pagine Web, è l'HTML (Hyper Text Markup Language), che<BR>richiede una certa abilità di programmazione. Oggi però sono<BR>in commercio numerosi software che consentono una<BR>realizzazione abbastanza semplice di pagine Web senza passare<BR>attraverso l'uso specifico dell'HTML.<BR>1.5 La Navigazione<BR>Per accedere alle pagine Web si utilizzano i cosiddetti<BR>Navigatori, programmi ad interfaccia grafica detti anche<BR>browser o sfogliatori.<BR>I browser più diffusi sono "Netscape Navigator" ed "Internet<BR>Explorer". Per poter utilizzare la rete nel pieno delle sue<BR>potenzialità multimediali (con video, suoni, animazioni<BR>interattive o altro), occorre però accertarsi della presenza di<BR>particolari programmi detti plug-in o di specifici software di<BR>utilità.<BR>I plug-in, inventati per Netscape, possono essere utilizzati<BR>anche per Internet-Explorer, che però ne ha anche di suoi<BR>chiamati ActiveX Controls. Per individuare di che tipo di<BR>documento multimediale si tratta, basta esaminare il suffisso<BR>7<BR>che accompagna il nome specifico del file: .wav, .aiff, .mid sono<BR>file sonori; .mpg .mpeg, mpe, .mov sono filmati; .gif, .jpeg o .jpg<BR>sono immagini (tab. 1).<BR>TABELLA 1. PRINCIPALI PLUG-IN<BR>AUDIO/VIDEO Suffisso<BR>AIFF Audio<BR>.aif<BR>Audio/wav .wav<BR>Audio/aiff .aiff<BR>Audio/midi Audio/x-midi .mid<BR>MPEG Audio .mpeg, .mpg<BR>Video/x-mpeg .mpeg .mpg<BR>MPEG Video .mpeg .mpg .mpe<BR>.mov<BR>Quicktime Video .mov<BR>Tabella 2. Principali Motori di Ricerca<BR>AltaVista http://www.altavista.com<BR>Yahoo! http://www.yahoo.com<BR>Excite http://excite.com<BR>Virgilio http://virgilio.it<BR>HotBot http://hotbot.com<BR>Galaxy http://www.einet.net/galaxy.html<BR>Infoseek http://www.infoseek.com<BR>Web Crawler http://www.webcrawler.com<BR>Lycos http://lycos.com<BR>Nello studio delle materie scientifiche le applicazioni<BR>multimediali di maggior interesse sono i cosidetti applet,<BR>attraverso i quali è possibile condurre esperimenti on-line di<BR>tipo virtuale di notevole impatto didattico.<BR>La maggioranza di questi sono realizzati con Java, ambiente<BR>nel quale prevale un particolare tipo di programmazione detta<BR>"ad oggetti" (object-oriented).<BR>Per quanto riguarda invece i software di "utilità" ricordiamo<BR>i seguenti:<BR>8<BR>Per compattare o decompattare file, Winzip (Windows):<BR>http://www.winzip.com<BR>Stuffit Expander e DropStuff (Windows e MacIntosh):<BR>http://aladdinsys.com<BR>Per scrivere o leggere i documenti elettronici in<BR>formato PDF, Acrobat Reader (Windows e MacIntosh):<BR>http://www.adobe.com<BR>Per riprodurre suoni, filmati e immagini anche di realtà<BR>virtuale Quick Time, Quick Time VR, (Windows e MacIntosh):<BR>http://www.quicktime.apple.com<BR>Per utilizzare appieno il multimediale (video-audio-applet),<BR>Shockwave (Windows e MacIntosh):<BR>http://www.macromedia.com/shockwave<BR>1.6 I Motori di Ricerca<BR>Come abbiamo già detto, la ricerca di documenti specifici<BR>può risultare alquanto lunga e complessa soprattutto quando<BR>non conosciamo gli opportuni indirizzi di riferimento. Per<BR>questo motivo sono stati approntati siti con particolari<BR>programmi detti "motori di ricerca": si tratta di computer host<BR>dedicati alla catalogazione/archiviazione continua delle risorse<BR>di rete organizzate per categoria: divertimento, cultura generale,<BR>scienze, acquisti e quant'altro (tab. 2).<BR>La pagina d'ingresso (home page) del sito di ricerca riporta<BR>uno spazio per introdurre parole inerenti l’argomento cercato<BR>in forma semplice o complessa. Quando si esegue una ricerca di<BR>tipo elementare, tramite parole di riferimento, occorre fare<BR>molta attenzione: una eccessiva genericità sortirà lo spiacevole<BR>effetto di un eccessivo numero di documenti reperiti.<BR>1. Insiemi di parole che debbano essere ricercate come tali,<BR>vanno comprese fra virgolette;<BR>2. l'uso di operatori logici (and, or, not) o di simboli<BR>matematici (+, -) consente di ricercare due o più parole<BR>nello stesso documento, non necessariamente nello stesso<BR>ordine, oppure di escludere parti che non interessano.<BR>In ogni caso solo attraverso la visita delle pagine selezionate<BR>dal motore, sarà possibile rendersi conto se i documenti in<BR>elenco sono davvero utili ai nostri fini oppure no: pertanto<BR>spesso sarà opportuno avviare opzioni di "ricerca avanzata",<BR>secondo le maschere proposte dal motore di ricerca.<BR>9<BR>1.7 Lo scaricamento dei siti<BR>La ricchezza e la varietà dei siti che visiteremo è spesso<BR>inversamente proporzionale al tempo necessario per esplorarli.<BR>E il tempo come ben sappiamo è denaro. Anche in questo caso<BR>la stessa rete ci viene in soccorso: esistono infatti dei software<BR>che consentono di scaricare interi siti, il cui contenuto sarà<BR>visionato successivamente in tutta tranquillità off-line cioè<BR>senza essere telefonicamente collegati. Uno di tali software è<BR>Teleport di cui è possibile fare download all'indirizzo<BR>http://www.tenmax.com<BR>Una volta scaricato e installato il suo uso è alquanto<BR>semplice e immediato e consentirà di creare una copia<BR>consultabile di un sito Web in esame, sul proprio disco rigido. E'<BR>anche possibile fare una selezione di ciò che si vuole salvare:<BR>solo testo, testo e grafica, testo grafica e suoni e così via.<BR>"Teleport" consente anche di interrompere momentaneamente<BR>o definitivamente l'operazione di scaricamento qualora lo<BR>desiderassimo.<BR>1.8 Fidarsi è bene ma…: gli Antivirus<BR>Navigare nel Web induce, presto o tardi, a registrare<BR>documenti, scaricare siti e vari programmi di utilità: anche se i<BR>siti che esploreremo sono gestiti da istituzioni serie e<BR>organizzazioni di ricerca, i sabotatori informatici possono<BR>sempre essere in agguato. È buona norma allora proteggere il<BR>proprio computer e quindi le nostre ore di lavoro, con un<BR>"antivirus" aggiornato. I cosiddetti "virus" non sono altro che<BR>programmi che a nostra insaputa si inseriscono nei nostri file,<BR>spesso vengono spediti come allegati nella posta elettronica o<BR>sono residenti in altri programmi prelevabili da Internet. Gli<BR>"antivirus" sono, per così dire, i corrispondenti antidoti di cui è<BR>bene munirsi per evitare che il nostro sistema informatico<BR>subisca danni a volte irreparabili. Riportiamo un paio di<BR>indirizzi delle case produttrici di antivirus più accreditate:<BR>McAfee: http://www.mcafee.com, Norton: http://www.norton.com.<BR>Una volta installato un "antivirus", sarà però buona norma<BR>provvedere ogni mese al suo aggiornamento, perché anche i<BR>"virus" informatici sono soggetti a continue evoluzioni e …<BR>mutazioni "genetiche".<BR>10<BR>1.9 Se la lingua è un problema<BR>Da quanto detto fino ad ora, sarà risultato ben chiaro che la<BR>lingua ufficiale della rete è l'inglese. Anche se esistono<BR>numerosi traduttori automatici, questi non sono del tutto<BR>esenti da errori, a volte pure di un certo rilievo: pertanto è<BR>meglio usare un buon dizionario. In rete è disponibile<BR>Babylon, un programma che consente di determinare il<BR>significato di parole (dall'inglese o da altre lingue) o espressioni<BR>idiomatiche di vario tipo trovate in rete o in altre applicazioni<BR>Windows: http://babylon.com<BR>1.10 Uno sguardo a Office 2000 prima di<BR>cominciare<BR>Prima di cominciare la presentazione dei siti di interesse per<BR>la didattica, riteniamo opportuno dare un breve cenno dei<BR>principali strumenti multimediali del pacchetto "Office 2000"<BR>della Microsoft per Windows. Tramite queste non sarà difficile<BR>costruire delle pagine Web personali, per utilizzare quindi<BR>Internet non solo come fruitori, ma anche c ome attivi<BR>sviluppatori di risorse.<BR>Word, uno dei programmi di videoscrittura più usati al<BR>mondo, consente un uso davvero organizzato e intelligente non<BR>solo del testo, ma anche di immagini, file audio e video,<BR>integrandosi con altri software del pacchetto. Consente tra<BR>l'altro la realizzazione di documenti multimediali, semplici ma<BR>d'effetto. Inoltre è anche possibile salvare quanto creato in<BR>formato HTML per inserire il documento nel Web.<BR>Di maggiore effetto e incisività risulta l'applicazione<BR>PowerPoint: con essa è possibile strutturare e preparare una<BR>vera e propria presentazione multimediale costituita da una<BR>serie di "diapositive" dando al testo una maggiore dinamicità,<BR>ad esempio con entrate ad effetto dall'alto, dal basso, in<BR>diagonale o altro che possa calamitare l'attenzione degli<BR>spettatori.<BR>Inoltre è possibile predisporre una serie di "bottoni azione"<BR>per realizzare i "salti sintattici" caratteristici di un documento<BR>multimediale. L'ampia disponibilità di modelli precostituiti,<BR>ove inserire il testo e le immagini, fa poi di questo pacchetto<BR>uno strumento dall'uso semplice e divertente per tutti.<BR>11<BR>Tuttavia, se vogliamo che le nostre pagine Web acquistino<BR>davvero professionalità la soluzione finale è data da<BR>FrontPage, sempre del pacchetto Office 2000. Anche qui è<BR>possibile scegliere delle "Creazioni" guidate attraverso le quali<BR>costruire il vostro sito Web con un certo numero di pagine<BR>riguardanti magari il vostro lavoro e l'attività didattica. In<BR>questo caso la pagina presenta già un tema con uno sfondo, il<BR>tipo e la forma dei pulsanti della navigazione. Una volta<BR>predisposti i testi e le immagini con i relativi link è possibile<BR>avere un'anteprima della pubblicazione sul Web per avere<BR>un'idea precisa di ciò che si vedrà in rete ed effettuare le<BR>correzioni di rito. La possibilità di costruire facilmente una o<BR>più pagine Web, senza conoscere un linguaggio specifico di<BR>programmazione, come l’HTML, è una notevole opportunità per<BR>comunicare le nostre ricerche didattiche e per stimolare i<BR>ragazzi a diventare soggetti attivi nel mondo che cambia.<BR>13<BR>2. Risorse online per lo studio delle<BR>lingue classiche<BR>2.1 Introduzione<BR>Una lettura d'orientamento generale, per accostarsi con<BR>gradualità al lessico dell'informatica applicato alle lingue<BR>classiche, è sicuramente rappresentata dall'articolo Strumenti<BR>informatici per le lingue classiche curato da Maurizio Lana, per<BR>il primo numero della rivista Arachnion dell'Università di<BR>Torino, rivista pubblicata online già nel giugno 1995, dallo<BR>stesso Lana insieme ad Emanuele Narducci (http://www.cisi.<BR>unito.it/arachne/num1/lana.html). Nell'articolo sono ampiamente<BR>descritte le basi di dati testuali accessibili su CD, il progetto di<BR>lessicografia Thesaurus Linguae Latinae di Monaco di Baviera,<BR>i programmi per lemmatizzare le lingue classiche e numerosi<BR>altri programmi per la ricerca statistica e combinata.<BR>Il contributo di Emanuele Narducci, Avventure di un<BR>antichista in internet (http://www.dada.it/webbox/ narducci2.htm),<BR>sortisce invece un buon effetto di incoraggiamento psicologico<BR>per quanti desiderano accostarsi al mondo della rete, ma sono<BR>anticipatamente scoraggiati dalle difficoltà che potranno<BR>incontrare.<BR>Va anche ricordato che un sistema assai funzionale per non<BR>sentirsi isolati, soprattutto nelle fasi iniziali della ricerca,<BR>consiste nell'iscriversi alle liste di discussione. Ad esempio<BR>Notiziario italiano di antichistica, a cura di Emanuele<BR>Narducci (notiziario@accademiafiorentina.it), oppure la lista di<BR>Lettere (dwsup-lettere@yahoogroups.com), moderata da Mara<BR>Ascei e Luciano Stupazzini.<BR>14<BR>2.2 I motori di ricerca per la navigazione nei<BR>siti dedicati alla cultura classica<BR>Il costante incremento delle risorse presenti sulla rete<BR>comporta un consistente dispendio di energie, allorché è<BR>necessario ottimizzare il tempo della ricerca, che può anche<BR>richiedere una attività piuttosto lunga, laboriosa e dispersiva,<BR>data l'assenza di una procedura standard. Un valido mezzo<BR>consiste nel valersi di motori di ricerca di settore, ossia di siti<BR>chiave (key sites), che raccolgono, settorialmente, in base ad un<BR>preciso ambito tematico, le indicazioni essenziali e gli indirizzi<BR>delle risorse disponibili in rete; tali siti sono veri e propri<BR>portali d'accesso (gateways), perché i loro links stabiliscono i<BR>collegamenti diretti alle risorse stesse; per questa loro funzione<BR>sono anche denominati reteresource sites. Il motore di ricerca<BR>richiede di inserire la parola chiave da reperire in un modulo<BR>approntato per la consultazione: è dunque fondamentale<BR>circoscrivere l'interrogazione in base ad una stretta pertinenza<BR>tra parola chiave stessa (o più parole appartenenti alla stessa<BR>famiglia) e l'ambito tematico.<BR>Argos Search Engine<BR>http://argos.evansville.edu/<BR>Anthony F. Beavers (University of Evansville) è il direttore<BR>di questo motore di ricerca, realizzato grazie ad una<BR>collaborazione internazionale. Il sito presenta un modulo di<BR>ricerca che permette di accedere a ben altri 18 siti associati.<BR>Supponendo di dover compiere una interrogazione<BR>bibliografica, nell'apposito modulo si digiterà la stringa<BR>'biblio*+ soggetto (ossia la parola chiave atta ad impostare<BR>correttamente l'indagine). Basterà invece digitare il nome di un<BR>autore o il titolo dell'opera, per reperire testi elettronici.<BR>Peraltro Argos costituisce un ottimo punto di partenza, grazie<BR>all'indice tematico, suddiviso per aree di consultazione: arte,<BR>architettura, epigrafia, testi, giornali, musei, mitologia,<BR>numismatica, risorse, software, ecc..<BR>15<BR>Classics Search Engines<BR>http://www.sms-va.com/mdl-indx/lsearch.htm<BR>La pagina offre il vantaggio di compiere indagini su più<BR>motori di ricerca (Diotima, Perseus, ecc..), consente inoltre di<BR>consultare un dizionario online e fornisce collegamenti a testi<BR>elettronici.<BR>2.3 Meta index<BR>Per facilitare il reperimento dei materiali in rete e oltretutto<BR>per acquisire in modo rapido una visione generale delle<BR>cospicue risorse disponibili, può essere utile collegarsi a un<BR>meta index, che predisponga una ripartizione tematica, valida<BR>a favorire l'orientamento del navigatore in base a specifiche<BR>aree di ricerca: biblioteche di testi originali online, raccolte<BR>epigrafiche, dizionari, repertori enciclopedici, grammatiche,<BR>immagini, mappe ed altro ancora.<BR>16<BR>Rassegna degli strumenti informatici per lo studio<BR>dell'Antichità Classica<BR>http://www.economia.unibo.it/dipartim/stoant/rassegna1/intro.html<BR>Il sito del Dipartimento di Storia Antica dell'Università di<BR>Bologna è curato da Alessandro Cristofori; continuamente in<BR>fase di aggiornamento e attiva dal luglio 1995, questa<BR>articolata rassegna gode di una ben meritata fama anche<BR>presso le università straniere.<BR>La Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali della Sede di<BR>Ravenna gestisce peraltro un corso focalizzato sull'uso degli<BR>strumenti informatici stessi per lo studio del mondo antico.<BR>Una sintesi degli argomenti trattati è reperibile all'indirizzo<BR>http://www.economia.unibo.it/dipartim/stoant/struminf/intro.html.<BR>Internet e la cultura classica<BR>http://www.cidiroma.it/ giornetti.htm<BR>Stefano Giornetti fornisce alcune indicazioni per utilizzare<BR>le risorse offerte da internet in merito alla cultura classica: gli<BR>indirizzi cui rivolgersi per acquistare i CD dei testi letterari<BR>greci e latini; gli accessi internet per scaricare gratuitamente<BR>opere, mappe, ricostruzioni virtuali; alcune ipotesi per<BR>progettare percorsi didattici.<BR>Antica Roma<BR>http://members.tripod.it/ntgflv/ anticaroma.htm<BR>A cura di Flavio Nitoglia, un indice analitico che rimanda<BR>alle diverse sezioni, redatte in modo rigoroso, ma congeniale<BR>anche per la consultazione degli studenti: storia, cartine,<BR>istituzioni, vita sociale e civile, abitudini alimentari,<BR>organizzazione militare, religione, calendario e feste, principali<BR>monumenti di Roma antica.<BR>Cibernautica dell'antico<BR>http://kidslink.bo.cnr.it./irrsaeer/cybercan/home.html<BR>Esaustiva ed accurata, la guida in lingua italiana, di<BR>Luciano Stupazzini, offre il vantaggio di essere organizzata<BR>secondo una presentazione grafica che risulta essere molto<BR>accattivante anche per gli studenti, il che, in sede didattica,<BR>può suggerire un approccio alle risorse del mondo classico<BR>reperibili in internet proprio a partire da questo sito.<BR>17<BR>On-line resources for latin and greek<BR>http://www.ou.edu/cas/classics/gibbs/internet/index.html<BR>Il sito è frutto della collaborazione tra l'Università di<BR>Oklahoma e l'Università di Siena. Occorre peraltro ricordare,<BR>presso la stessa Università di Siena, il "Centro interdipartimentale<BR>di studi antropologici sulla cultura antica" (http://www.unisi.it/<BR>ricerca/centri/cisaca/Ama-homepage.htm), attivo dal 1986 e diretto<BR>da Maurizio Bettini, che "si propone di promuovere la<BR>collaborazione scientifica fra studiosi dell'antichità classica e<BR>antropologi, e di sviluppare tra queste due discipline una<BR>prospettiva di ricerca comune che metta in evidenza gli aspetti<BR>di continuità ed evoluzione culturale fra l'antico e il moderno,<BR>coordinando in prospettiva antropologica studi storici,<BR>archeologici e filologico-letterari sul mondo antico, sviluppando<BR>o mettendo in connessione progetti di ricerca sulla cultura<BR>materiale e sull'organizzazione sociale con studi sui modelli<BR>culturali, quali si ricavano dai testi e dalla documentazione<BR>letteraria".<BR>18<BR>Strumenti di lavoro in rete<BR>http://www.dscc.uniba.it/index.html<BR>Pagina predisposta dal dipartimento di Studi Classici e<BR>Cristiani dell'Università di Bari; si tratta di una sintetica<BR>rassegna che fornisce i rimandi essenziali ai siti di più<BR>rilevante interesse concernenti la ricerca su Internet, il<BR>reperimento di materiale bibliografico, i testi, gli strumenti di<BR>indagine, nonché gli indirizzi telematici di istituzioni e<BR>associazioni.<BR>The Ancient World Web<BR>http://www.julen.net/ancient/<BR>Questo meta index, curato da Julia Hayden, costituisce un<BR>compendio relativo a diversi aspetti del mondo classico:<BR>archeologia, arte, città, monumenti, vita quotidiana, risorse<BR>generali, storia, istituzioni e organizzazione, legge e filosofia,<BR>lingua e letteratura, mitologia e religione, scienze.<BR>Forum Romanum<BR>http://www.geocities.com/~stilicho/rome.html<BR>"Greetings weary time-traveler! You have found your way<BR>into the Forum Romanum, the center of ancient Roman society.<BR>Here you will discover the greatest civilization in the ancient<BR>world, lasting over 1200 years and governing lands in three<BR>continents. From a small farmers' village on the Tiber river to<BR>a great empire, the history of Rome is filled with glory and<BR>intrigue. Explore the Forum Romanum to experience Rome's<BR>past through its culture, religion, language, and much more".<BR>19<BR>Con questa presentazione, David Camden invita i visitatori del<BR>suo sito a compiere una sorta di tour virtuale nell'antica Roma,<BR>fornendo altresì un dizionario di mitologia, una sintetica storia<BR>dell'Urbe, molte informazioni concernenti la lingua e la<BR>letteratura latina, e soprattutto una cospicua collezione di testi<BR>d'autore in lingua originale.<BR>Electronic Resources for Classicists: The Second<BR>Generation by Maria C. Pantelia<BR>http://www.tlg.uci.edu/~tlg/index/resources.html<BR>Curato da Maria Pantelia (University of California, Irvine),<BR>questo sito vanta numerose voci tematiche: pubblicazioni<BR>elettroniche, collezioni di immagini, materiali di corsi, fonts e<BR>software, links ai dipartimenti di cultura classica, repertori<BR>bibliografici, gruppi di discussione e molto altro ancora.<BR>Library of Congress: Greek &amp; Latin Classics Internet<BR>Resources<BR>http://lcweb.loc.gov/global/classics/claslink.html#special<BR>I contenuti della sezione classica della Library of Congress,<BR>la storica biblioteca fondata a Washington nel 1800,<BR>concernono le discipline ausiliarie della storia, come<BR>archeologia, paleografia e papirologia, le informazioni<BR>professionali per docenti e studenti, e riportano svariati<BR>collegamenti alle risorse reperibili nei dipartimenti degli Stati<BR>Uniti. La pagina Classics in Universities, Colleges,<BR>Schools http://lcweb.loc.gov/global/classics/clasuniv.html segnala i<BR>links ai Dipartimenti di Cultura Classica degli Stati Uniti e di<BR>20<BR>molte altre nazioni. Trascriviamo di seguito i collegamenti ai<BR>dipartimenti italiani.<BR>· Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di<BR>Lingue e Letterature Neolatine<BR>http://www.unifi.it/unifi/neolatine/Home.htm<BR>· Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di<BR>Scienze dell'Antichità "G. Pasquali"<BR>http://www.unifi.it/unifi/sciant/<BR>· Università degli Studi di Firenze, Studi sul Medioevo<BR>e Rinascimento<BR>http://www.meri.unifi.it/meri/frontesp.htm<BR>· Università degli Studi di Milano, Dipartimento di<BR>Scienze della Storia e della Documentazione Storica<BR>http://www.lettere.unimi.it/~storia/<BR>· Università degli Studi di Milano, La Scuola di<BR>Specializzazione in Archeologia<BR>http://www.unimi.it/sisuni/24/24riv6.html<BR>· Università degli Studi di Napoli Federico II,<BR>Dipartimento di Discipline Storiche "Ettore Lepore"<BR>http://www.storia.unina.it/archeo.html<BR>· Università degli Studi di Napoli Federico II, Lingue e<BR>Letterature Classiche<BR>http://www.amministrazione.unina.it/laureati/perf/let1.html<BR>· Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di<BR>Filologia Classica<BR>http://www.humnet.unipi.it/filologia_classica/<BR>· Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di<BR>Scienze Archeologiche<BR>http://archeo4.arch.unipi.it/<BR>· Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di<BR>Scienze Storiche del Mondo Antico<BR>http://www.humnet.unipi.it/scienze_storiche/<BR>· Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Studi<BR>Classici<BR>http://www.unisi.it/ricerca/dip/studclas/welcome.html<BR>· Università degli Studi di Torino, Dipartimento di<BR>Filologia, Linguistica e Tradizione Classica "Augusto<BR>Rostagni"<BR>http://hal9000.cisi.unito.it/wf/DIPARTIMEN/Filologia/<BR>· Università di Bologna, Dipartimento di Archeologia<BR>http://www.unibo.it/Archeologia/<BR>21<BR>· Università di Bologna, Dipartimento di Filologia<BR>Classica e Medioevale<BR>http://www.classics.unibo.it/Homepage.htm<BR>· Università di Bologna, Dipartimento di Storia Antica<BR>http://www.economia.unibo.it/dipartim/stoant/welcome.html<BR>Internet Ancient History Resource Guide<BR>http://allserv.rug.ac.be/~kverbove/IAHRG/<BR>Koenraad Verboven (University of Ghent Belgium) ha inteso<BR>allestire una mappa per facilitare la navigazione di docenti e<BR>studenti. L'indice rimanda a singole sezioni (testi elettronici,<BR>epigrafia, papirologia, numismatica, archeologia, arte,<BR>architettura, cartografia, liste di discussione, ecc..).<BR>Internet Resources<BR>http://www.sms-va.com/mdl-indx/internet.htm<BR>Una esauriente lista di risorse compilata da Marshall<BR>Davies Lloyd. Le aree tematiche comprendono: arte e<BR>architettura, storia, testi elettronici, epigrafia e papirologia,<BR>curiosità, progetti, software, editori, giornali.<BR>Classic Collection<BR>http://web.uflib.ufl.edu/cm/classics<BR>La pagina della University of Florida fornisce indirizzi per<BR>la consultazione di databases, fonti per la storia greca e<BR>romana, testi online, risorse linguistiche, repertori mitografici,<BR>ecc..<BR>Resources for Classical and Medieval Studies<BR>http://arts.uwaterloo.ca/~lneuru/resource.html<BR>Si tratta di una pagina realizzata dal Classical Studies at<BR>the University of Waterloo. Oltre ad indicare i collegamenti a<BR>mega-siti dedicati alla cultura classica, fornisce utili<BR>riferimenti a risorse per la didattica reperibili in rete:<BR>· Ancient World Resources for Elementary Teachers<BR>· A Study Guide to Wheelock's Latin<BR>· CANE Instructional Materials<BR>· Classics Courses Database<BR>· Classics Technology Centre<BR>· Centaur Systems Software Directory<BR>· Electronic Resources for Wheelock's Latin<BR>· Ginny Lindzey's Latin Page at Porter Middle School<BR>22<BR>· The Latin Language Page: songs, movie index, teaching<BR>aids, etc.<BR>· Latin Language with Janet Burns<BR>· Latinitas<BR>· Latinteach: principally aids for teaching but items of<BR>interest for everyone<BR>· Latin Teaching Materials from St. Louis University<BR>· Latin Teaching Songs<BR>· Lexicum nominum geographicorum latinorum<BR>· Minimus<BR>· National Committee for Latin and Greek (USA)<BR>· New Tools for Teaching. Jim O'Donnell's tips for using the<BR>Internet<BR>· North American Cambridge Classics Project<BR>· Quia: quizzes, games for Latin<BR>· Orbilius. exercitatio linguae Latinae<BR>· Senex Caecilius' Ludi (games and fun things to do)<BR>· The Hard Little Words: (with some defintions of medieval<BR>usage)<BR>Links to Classical Material<BR>http://www.vuw.ac.nz/classics/links.html<BR>Una lista di risorse, relative a siti archeologici e varie<BR>tematiche della cultura classica, continuamente aggiornata da<BR>Tim Parkin (Victoria University of Wellington, New Zealand),<BR>che comprende sintetiche righe di commento e un corredo di<BR>immagini cliccabili.<BR>Link Reperta<BR>http://utenti.tripod.it/CyberLatinus/figlie/link.htm<BR>La pagina, in italiano (Tarcisii Dominici Caementarii),<BR>riporta collegamenti ad alcuni siti, dei quali propone una<BR>valutazione.<BR>Lacus Curtius: into the Roman World by Bill Thayer<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/h<BR>ome.html<BR>Il sito è organizzato in un indice particolarmente articolato<BR>che rimanda a molteplici sezioni di rilevante interesse: Latin<BR>Inscription Site, una risorsa didattica per lo studio delle<BR>iscrizioni antiche, strutturata secondo tre diversi livelli di<BR>difficoltà; William Smith, Dictionary of Greek and Roman<BR>23<BR>Antiquities, opera enciclopedica pubblicata nel 1875,<BR>comprendente una pluralità di voci dedicate ad aspetti della<BR>antropologia culturale; A Topography of Ancient Rome,<BR>centinaia di articoli concernenti strade e monumenti di Roma,<BR>con rimandi alla bibliografia antica e contemporanea; Roman<BR>Atlas, una raccolta di mappe del mondo romano. Dello stesso<BR>Bill Thayer occorre segnalare anche<BR>RomanSites<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/R<BR>omanSites*/home.html<BR>Un catalogo di 2194 siti web, divisi per argomento (risorse<BR>generali, archeologia, arte e architettura, libri e giornali, ecc..)<BR>costantemente aggiornato.<BR>Lupa<BR>http://www.uky.edu/ArtsSciences/Classics/schools.html<BR>A cura di Ross Scaife (University of Kentucky); proposte per<BR>realizzare attività e corsi concernenti la possibilità di valersi<BR>del latino in fase produttiva, come lingua parlata. Una weblist<BR>consente ai docenti di scambiare suggerimenti riguardanti le<BR>strategie di ricerca:<BR>http://www.uky.edu/ArtsSciences/Classics/teaching.html.<BR>UCLA Library Collections and Internet Resources in<BR>Classical &amp; Byzantine Studies<BR>http://www.library.ucla.edu/libraries/url/colls/classics/index.htm#ucla<BR>Pagina a cura di Paul Naiditch (Classics Bibliographer,<BR>University of California) contiene informazioni e links in<BR>merito a papirologia, paleografia, epigrafia, filologia, musica,<BR>ecc.; consente, soltanto agli iscritti, l'accesso al Database di<BR>Patrologia Latina.<BR>Roman Project http://www.dalton.org/groups/Rome/RGen.html<BR>Il sito della Dalton School è organizzato per grandi temi:<BR>risorse generali (con relativi links ad altri spazi web, corredati<BR>da informazioni essenziali), letteratura, milizia, filosofia,<BR>teatro, politica, religione.<BR>24<BR>The Classics page at Ad Fontes Academy<BR>http://patriot.net/~lillard/cp/<BR>La pagina predispone vincula electronica a riviste<BR>elettroniche, liste di discussione, banche di immagini,<BR>associazioni di cultura classica e alla ricchissima biblioteca<BR>online.<BR>Voice of the Shuttle: Classical Studies Page<BR>http://vos.ucsb.edu/shuttle/general.html<BR>Risorse per lo studio classico, a cura di Alan Liu, divise per<BR>argomenti: a carattere generale, lingua, archeologia e arte,<BR>storia e cultura, letteratura, mitologia, filosofia, newsgroups,<BR>syllabi, ecc..<BR>Ressourcen für die Klassische Philologie im Internet<BR>http://www.phil.uni-erlangen.de/~p2latein/ressourc/ ressourc.html<BR>A cura di Ulrich Schmitzer, fornisce links ad argomenti<BR>concernenti la cultura classica, risorse generali e liste di<BR>discussione.<BR>25<BR>Progetto TELEMACO/TELEMACHOS<BR>http://telemachos.phil.uni-erlangen.de/<BR>Gli acronimi, TELEMACO (Teledidattica e Multimedialità<BR>per le Antichità Classiche ed Orientali ) / TELEMACHOS<BR>(Teledidaktik und Multimediaverwendung auf dem Gebiet des<BR>klassischen Altertums, des frühen Christentums, des Alten<BR>Orients und der Spätantike), attestano che il progetto,<BR>finanziato dall'Unione Europea e coordinato da Carla<BR>Salvaterra, è il risultato della collaborazione di due istituti<BR>universitari: Università di Bologna e Universität Erlangen -<BR>Nürnberg. Lo scopo del progetto è principalmente quello di<BR>promuovere una sistematica divulgazione concernente la<BR>produzione di prodotti multimediali nell'ambito dell'Unione<BR>Europea, che rischia assai spesso, purtroppo, di essere<BR>vanificata a causa di una informazione carente. Tutta la banca<BR>dati dei prodotti multimediali per la didattica del mondo antico<BR>è ospitata nella sezione Database, http://www.telemaco.<BR>unibo.it/telemaco/database/internet.htm, curata da Ulrich<BR>Schmitzer (cfr. KIRKE - Katalog der Internet-Ressourcen<BR>für die Klassische Philologie aus Erlangen) e da<BR>Alessandro Cristofori (cfr. Rassegna degli strumenti<BR>informatici per lo studio dell'Antichità Classica).<BR>A scopo esemplificativo si fornisce una scheda relativa ad un<BR>Forum per insegnanti di latino, dalla quale si evince la<BR>catalogazione delle informazioni sulla base di alcuni<BR>descrittori, ricorrenti anche nelle altre schede.<BR>26<BR>Titolo:<BR>A Forum for Latin Teachers<BR>Curatore:<BR>Mark A. Keith (mkeith@pen.k12.va.us).<BR>URL:<BR>http://www.pen.k12.va.us/Anthology/Pav/Classics/Forum.shtml.<BR>Lingua:<BR>Inglese.<BR>Descrizione:<BR>Si tratta di uno spazio virtuale di informazione e di confronto<BR>per gli insegnanti di latino degli Stati Uniti. Il sito è<BR>organizzato nelle sezioni:<BR>· Announcements, un bollettino con notizie di interesse per i<BR>docenti di latino.<BR>· Featured Sites, segnalazioni di nuovi siti Internet di<BR>particolare rilievo per il Forum.<BR>· Academic and Pedagogical Matters, documentazione<BR>relativa agli aspetti della carriera dei docenti e della<BR>didattica del latino, in parte conservata nello stesso server<BR>del Forum for Latin Teachers, in parte in server esterni.<BR>· Things Classical, il consueto elenco di risorse Internet, ben<BR>articolato e con un occhio particolare ai siti di carattere<BR>spettacolare o dedicati agli aspetti della vita quotidiana. La<BR>sezione è suddivisa in paragrafi su Archeologia,<BR>Architettura, Storia dell'Arte, Sport, Autori, Sopravvivenza<BR>della cultura classica, Abbigliamento, Fumetti e Giochi,<BR>Cucina e Cibo, Cultura, Teatro, Danza e Musica,<BR>Educazione, Geografia, Fiction, Storia, Abitazioni e Vita<BR>quotidiana, Lingua, Diritto, Aspetti militari, Cinema,<BR>Mitologia e Religione, Numismatica, Topografia, Trasporti.<BR>· Teaching Materials, rimandi a siti Internet più<BR>specificamente dedicati agli aspetti didattici. Il capitolo si<BR>divide nei paragrafi: Cataloghi librari, CD ROM,<BR>Letteratura per l'infanzia, Testi elettronici, Riviste<BR>elettroniche, Giochi, Guide allo studio e pacchetti didattici,<BR>Carte geografiche, Radio e Televisione, Strumenti di<BR>consultazione, Software, Materiali audiovisivi.<BR>· Co-curricular activities, informazioni sui cosiddetti<BR>certamina latina che si svolgono negli Stati Uniti.<BR>27<BR>· Extra-curricular activities, pagine Internet di associazioni e<BR>clubs di studenti di latino.<BR>· Foreign Travel &amp; Study, informazioni utili e links per<BR>organizzare un viaggio di studio nei luoghi delle civiltà<BR>classiche.<BR>· Professional Organizations, indirizzi Internet e brevi<BR>descrizioni dei siti elettronici delle associazioni che<BR>riuniscono docenti delle discipline classiche, in massima<BR>parte dell'America settentrionale.<BR>· Professional Development, connessioni a pagine della Rete<BR>con informazioni su corsi di aggiornamento, borse di studio e<BR>premi.<BR>· On-line Resources, rimandi a pagine della Rete dedicate agli<BR>studi classici, con sezioni su links di interesse generale,<BR>links di carattere più specifico, gruppi di discussione.<BR>Pur con alcune sovrapposizioni nella materia, il Forum for<BR>Latin Teachers, costituisce un eccellente punto di riferimento<BR>per gli insegnanti di latino e delle discipline collegate; l'ambito<BR>di riferimento tuttavia è costituito dall'America settentrionale,<BR>in particolare dagli Stati Uniti, ai quali si riferiscono gran<BR>parte delle informazioni schedate.<BR>Target:<BR>Docenti della scuola secondaria superiore.<BR>Contatti:<BR>Mark A. Keith (mkeith@pen.k12.va.us).<BR>29<BR>3. Supporti e ausili per la didattica<BR>3.1 Risorse generali<BR>Verb-um<BR>http://www.pointcom.it/verbum<BR>"Uno spazio per chiunque voglia interessarsi ai problemi della<BR>didattica in una scuola che si apre, sia pur faticosamente, alle<BR>nuove tecnologie. Qui sarà possibile trovare indicazioni, materiali<BR>didattici, test, passi di autori latini e greci, articoli e indicazioni su<BR>testi rari o comunque poco noti, guide all’analisi e alla<BR>traduzione". Sono scaricabili alcuni esempi di analisi testuale,<BR>articoli e microsaggi.<BR>La pronuncia del latino<BR>http://users.iol.it/ostraca/<BR>La prof. Luisa Cocci del Liceo del Convitto Nazionale Vittorio<BR>Emanuele II di Napoli ha realizzato questo sito, che fornisce<BR>ragguagli sulla pronuncia classica, scolastica e in Internet, sulle<BR>pronunce nazionali, oltre a riferimenti bibliografici e links.<BR>Bryn Mawr Classical Review<BR>http://ccat.sas.upenn.edu/bmcr/<BR>In questa rivista elettronica sono recensiti saggi e testi di<BR>critica letteraria dedicati all'antichità classica.<BR>30<BR>Internet e le lingue classiche<BR>http://www.romacivica.net/marzio/Link.html<BR>Un interessante articolo di Fabio Fiorin (Liceo Classico Anco<BR>Marzio, Roma Lido), che commenta in modo esauriente le<BR>caratteristiche di alcuni siti presi in esame.<BR>Rerum Principia<BR>http://www.members.tripod.com/taras66/<BR>Alcuni esempi di lezione online del corso del prof. Vittorio<BR>Todisco per il biennio, dal manuale edito da La Scuola.<BR>Stefano Rocca (homepage)<BR>http://space.tin.it/scuola/strocc/<BR>Links ad alcune risorse utili per l'insegnamento del latino.<BR>Retiarius: Commentarii Periodici Latini<BR>http://www.uky.edu/ArtsSciences/Classics/retiarius/<BR>Una vasta raccolta di articoli e saggi di filologia classica<BR>consultabili online; moderatore Terentius Tunberg.<BR>Latin online<BR>http://eleaston.com/latin.html<BR>Numerosi links a risorse disponibili in rete.<BR>Classic online Database<BR>http://www.colleges.org/ctts/search.html<BR>Rassegna di corsi universitari dedicati alla cultura classica.<BR>Latin Teaching Materials<BR>http://www.slu.edu/colleges/AS/languages/classical/latin/tchmat/tchmat.html<BR>Claude Pavur (Saint Louis University) fornisce utilissimi<BR>strumenti per la didattica del latino.<BR>Software Directory for the Classics<BR>http://www.centaursystems.com/soft_dir.html<BR>Indirizzi per acquisire programmi gratuiti o a pagamento.<BR>31<BR>Biblioteca di documentazione pedagogica<BR>http://www.bdp.it/<BR>Un servizio informativo sempre aggiornato in merito alle<BR>tecnologie informatiche applicate alla didattica, che, tra l'altro,<BR>fornisce gli indirizzi di tutti gli IRRSAE<BR>http://www.bdp.it/irrsae.htm<BR>IRRSAE Emilia Romagna<BR>http://arci01.bo.cnr.it/irrsaeer<BR>Il sito di Alessandro Candeli è strutturato in modo agevole e si<BR>vale di una grafica accattivante. Numerose sono le risorse<BR>disponibili, che comprendono non solo apparati teorici, ma anche<BR>percorsi effettivamente realizzati e sperimentati in varie scuole.<BR>Tra i materiali di latino segnaliamo, a titolo esemplificativo,<BR>almeno i seguenti ipertesti.<BR>Fedro "Breve ipertesto realizzato con IBM Linkway nel 93/94 in<BR>collaborazione con la quarta ginnasio di Maria Giulia Vecchi del<BR>Liceo S.Carlo di Modena, mostra e analizza alcune favole di Fedro<BR>ed i loro risvolti storici e culturali secondo lo schema illustrato<BR>sopra. L'interfaccia grafica, molto originale, è dovuta all'estro<BR>grafico degli studenti".<BR>Amore e Psiche "è stato realizzato con IBM Linkway nel<BR>1993/94 dagli studenti della V B del liceo Sabin di Bologna, con il<BR>contributo delle insegnanti di lettere (Anna M. Zironi) e di disegno<BR>e storia dell'arte (Silvana Veneziano) e con il supporto tecnico di<BR>Alessandro C. Candeli dell'IRRSAE Emilia Romagna. Qui sotto<BR>potrai trovarne una presentazione più dettagliata e la possibilità<BR>di prelevarlo dalla rete per installarlo sul tuo computer. Per<BR>32<BR>un'occhiata al volo dei contenuti guardati la mappa generale, o<BR>sbircia una delle 24 incisioni del Maestro del Dado che corredano<BR>La novella". Alle bravissime docenti si deve anche la realizzazione<BR>dell'ipertesto Vitruvius.<BR>"Julius": la rivolta della Gallia "Questo breve ipertesto,<BR>realizzato con IBM Linkway in collaborazione con la V ginnasio di<BR>Anna Ferrari del liceo Muratori di Modena, tratta della rivolta<BR>della Gallia come viene descritta nel VII libro del De bello gallico<BR>di Giulio Cesare".<BR>Educazione&amp;Scuola by Dario Cillo<BR>http://www.edscuola.com/<BR>Quotidiano online dedicato al mondo della scuola, per una<BR>informazione in tempo reale sulle ordinanze e le circolari<BR>ministeriali e tutte le novità riguardanti l'insegnamento<BR>disciplinare.<BR>Risorse e servizi per il mondo della scuola<BR>http://www.centrociari.it/Materiali/Risorse%20e%20servizi%20per%20la<BR>%20scuola.htm<BR>Una dettagliata rassegna sui principali siti dedicati ai progetti<BR>scolastici, per aggiornare le proprie conoscenze in merito ad<BR>iniziative di cooperazione anche a carattere europeo.<BR>3.2 Ipotesi di percorso didattico<BR>3.2.1 L’uomo e il mondo degli animali: una esperienza di<BR>curricolo verticale<BR>Il percorso prende spunto da un itinerario didattico elaborato<BR>da docenti di scuola materna, elementare, media inferiore e<BR>superiore, in occasione del seminario sulla "Conoscenza dei valori<BR>della civiltà classica nella scuola dell’obbligo" tenuto a Chianciano<BR>(19 – 23 aprile 1999), organizzato dall'Istruzione Classica del<BR>Ministero della Pubblica Istruzione. Finalità, obiettivi e contenuti<BR>di seguito riportati ricalcano pertanto l'ipotesi dei docenti,<BR>visionabile in rete all'indirizzo<BR>http://members.xoom.it/XOOM/itisi/convegno/gruppo4.htm1<BR>1 Del gruppo di ricerca facevano parte i docenti Maria Grazia Bosi,<BR>Teresa Casciello, Giusto D’Auria, Maria Di Benedetto, Giuseppina<BR>33<BR>Finalità<BR>La tematica intende stimolare forme di conoscenza e rispetto<BR>dell’ambiente finalizzate ad un avvicinamento al mondo degli<BR>animali e della natura in senso lato. L’intersezione tra<BR>l’osservazione del reale e il fantastico soddisfa il bisogno di<BR>esprimere in forma creativa (testi, disegni, codici gestuali) ogni<BR>nuova conoscenza.<BR>Obiettivi<BR>1° ciclo 2° ciclo 3° ciclo<BR>· Rispettare il mondo<BR>animale come facente parte<BR>dell’ambiente in cui si vive<BR>· Individuare il mondo<BR>animale come elemento<BR>costante nel tempo e nelle<BR>culture<BR>· Rappresentare situazioni<BR>presenti nelle fiabe<BR>attraverso l’uso dei<BR>linguaggi non verbali<BR>· Intuire il significato<BR>simbolico dell’animale nella<BR>fiaba<BR>· Comprendere i significati<BR>metaforico-allegorici degli<BR>animali nelle favole/fiabe<BR>· Manipolare i testi letti<BR>· Rappresentare i testi<BR>proposti attraverso l’uso<BR>dei linguaggi non verbali<BR>· Produzione di testi sui<BR>modelli presentati<BR>· Confrontare la favolistica<BR>classica con quella<BR>moderna<BR>· Riconoscere le valenze<BR>simboliche dell’animale<BR>e la sua polisemia<BR>all’interno dei testi<BR>· Individuare la<BR>permanenza di un topos<BR>nel tempo<BR>· Esaminare diverse<BR>possibilità di approccio<BR>al tema (es. poesia<BR>dialettale, in lingua<BR>straniera…)<BR>· Affinare la sensibilità<BR>nei confronti<BR>dell’ambiente e degli<BR>animali<BR>Ferraro, Maria Lupia, Francesca Montanelli, Carlo Pelliccia, Maria<BR>Porta, Laura Pozzaglio, Fabia Zanasi.<BR>34<BR>Contenuti<BR>1° ciclo 2° ciclo 3° ciclo<BR>· L’animale nelle favole<BR>classiche (Esopo, Fedro)<BR>· Confronto con favole<BR>provenienti da culture altre<BR>· Presenza nelle favole del<BR>tema degli animali<BR>attraverso il tempo (La<BR>Fontaine, Grimm, Perrault,<BR>Andersen, Tolstoj…)<BR>· Gli animali nelle fiabe e<BR>loro funzione nella<BR>struttura del genere<BR>· Il significato simbolico<BR>· Funzione didascalica<BR>· Letture da: Esopo, Fedro,<BR>La Fontaine, Grimm,<BR>Perrault, Andersen,<BR>Tolstoj, Wilde (Il principe<BR>felice), A. de Saint<BR>Exupery (Il piccolo<BR>pricipe: la figura della<BR>volpe)<BR>· Miti di metamorfosi:<BR>Aracne, Procne e<BR>Filomela…<BR>· Lettura del libro di L.<BR>Sepulveda, Storia di una<BR>gabbianella (con<BR>successiva visione del<BR>film)<BR>· Ascolto e analisi di brani<BR>musicali (Prokofiev,<BR>Pierino e il lupo, Saint-<BR>Saëns, Il carnevale degli<BR>animali, Rossini, La gazza<BR>ladra…)<BR>· L’animale come simbolo:<BR>- nell’immaginario dei<BR>classici (Esopo, Esiodo,<BR>Fedro, Ovidio, Apuleio)<BR>- nell’immaginario<BR>medievale tra realtà e<BR>fantasia (bestiari,<BR>Fioretti di S. Francesco,<BR>Divina Commedia,<BR>Decameron: Federico<BR>degli Alberighi…)<BR>- nell’immaginario dei<BR>moderni: il lupo cattivo<BR>nella psicanalisi, il corvo<BR>di E. A. Poe, animali<BR>simbolici (la colomba, il<BR>serpente…)<BR>· Letture: La vergine<BR>cuccia di Parini, le<BR>poesie di Trilussa, La<BR>Metamorfosi di F.<BR>Kafka, i racconti di D.<BR>Buzzati.<BR>Materiali prelevabili in rete<BR>1° CICLO<BR>Costruzione di un ipertesto<BR>Animali fantastici e fantastici animali<BR>http://www.arpnet.it/~gemelli/multimed.htm#bestiari<BR>L'ipertesto è stato prodotto dai bambini delle Classi II A e II C<BR>della Scuola Elementare Padre Gemelli di Torino, durante l'anno<BR>scolastico 1999-2000. Per documentare le fasi del lavoro, gli<BR>insegnanti promotori dell'esperienza, Chiara Zorzit, Pietro<BR>35<BR>Matassa, Rosanna Paramatti, Maria Piergiovanni, Paola Tarino,<BR>hanno prodotto una scheda di seguito riportata.<BR>ITINERARIO<BR>Dall'esperienza vissuta presso la Galleria Civica d'Arte<BR>Moderna e Contemporanea, dedicata al tema "Animali<BR>fantastici, fantastici animali", alla sua prosecuzione nei<BR>laboratori attivati a scuola (laboratorio multimediale, pittura,<BR>manipolazione, psicomotricità e ricerca), per giungere alla<BR>realizzazione di un ipertesto cooperativo.<BR>Le attività sono state condotte all'interno di cinque gruppi di<BR>lavoro misti (bambini delle due sezioni).<BR>TEMATICHE PRINCIPALI<BR>· Bambini alla GAM di fronte alle opere di Pittara ("Dintorni<BR>di Rivara"), Depero ("L'aratura"), Raphael ("Mafai con il<BR>gatto"), Basaldella ("Leone urlante").<BR>· Emozioni, impressioni, ricordi delle esperienze vissute alla<BR>GAM (attività individuale)<BR>· Ricostruzione fotografica delle attività svolte nell'atelier<BR>didattico della Galleria: "Il mio animale fantastico:<BR>racconto…" (registrazioni audio individuali)<BR>· Costruzione di storie dedicate agli animali fantastici creati<BR>alla GAM (attività di gruppo)<BR>· Colorazione al computer del quadro di Depero "L'aratura"<BR>incontrato in Galleria (uso di un programma di grafica:<BR>attività di coppia)<BR>· "Se io fossi un animale vorrei essere …": descrizione scritta,<BR>disegno dell'animale, sua traduzione in un'opera<BR>tridimensionale (documentazione fotografica delle opere<BR>realizzate nel laboratorio di manipolazione, utilizzando<BR>materiali di recupero)<BR>· Ricerca su alcuni animali presenti nei quadri visti alla GAM<BR>(approfondimento di carattere scientifico)<BR>36<BR>2° CICLO<BR>Lettura, analisi e invenzione di fiabe<BR>Un sito di favole<BR>http://spazioweb.inwind.it/pascal/favole/index.htm#elenco<BR>È possibile prelevare i testi delle favole, da leggere, analizzare<BR>e riassumere in classe:<BR>Fiabe toscane indirizzo<BR>http://www.comune.pisa.it/socrate/mappa.htm<BR>L'Istituto Comprensivo Statale "L. Fibonacci" di Pisa ha<BR>predisposto online una pagina nella quale è illustrata una<BR>esperienza condotta in laboratorio didattico.<BR>"Numerose sono le fiabe della tradizione regionale toscana e, in<BR>particolare, pisana, tramandate di generazione in generazione e<BR>raccolte, spesso dalla viva voce del popolo, nel corso dei secoli XIX<BR>e XX; l'ultima, in ordine di tempo, è la raccolta, con la trascrizione<BR>in lingua dai vari dialetti, di Italo Calvino. Dopo averne lette un<BR>gran numero i ragazzi ne hanno scelte alcune, che sembravano<BR>loro più significative, e le hanno rielaborate, riducendole in<BR>sequenze narrative illustrate; altre le hanno trasformate in brevi<BR>testi teatrali, pronti per essere rappresentati. Ad una prima<BR>analisi in tutte le fiabe sono state individuate le funzioni indicate<BR>da Propp: la partenza dell'eroe, l'elemento magico, l'aiutante etc..;<BR>ma in ogni fiaba c'è una caratteristica che prevale sulle altre ed è<BR>stato possibile così individuare alcune categorie di appartenenza".<BR>37<BR>3° CICLO<BR>Miscellanea informativa<BR>L'uomo e gli animali<BR>http://home.studenti.it/anisn/piccioni/INDEX.HTM<BR>Il sito presenta una articolata rassegna sulle fonti, dalla Bibbia<BR>al Physiologus.<BR>Una intera sezione è dedicata ai piccioni nella storia dell'arte<BR>(riproduzione di immagini tratte da antiche anfore, affreschi,<BR>amuleti, mosaici, dipinti) e della letteratura (testi di Esopo,<BR>Calvino, Renard, ecc..)<BR>38<BR>Fonti testuali<BR>Storia naturale di Plinio<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/I/Roman/Texts<BR>/Pliny the Elder/home*.html<BR>L'elenco completo dei libri di Plinio, con i diversi links per<BR>accedere all'originale latino, è riportato da Bill Thayer, che ha<BR>trascritto l'intera opera, ricavandola dalle edizioni Teubner esenti<BR>da diritti sulla proprietà letteraria (copyright scaduto), nella<BR>versione stabilita da Karl Mayhoff. I libri degli animali sono i<BR>seguenti "8 - Animali terrestri: elefante, leone, tigre, pantera;<BR>mucca, cavallo, asino, mulo, pecora, capra; topolino, ghiro, ed altri.<BR>9 - Animali marini: balene, delfini, pesci, molluschi e crostacei, e<BR>così via. 10 - Uccelli; la riproduzione degli animali; i cinque sensi.<BR>11 - Gli insetti; poi zoologia comparativa, e a tentoni verso una<BR>tassonomia".<BR>Aberdeen Bestiary (Aberdeen University Library MS 24)<BR>http://www.clues.abdn.ac.uk:8080/besttest/alt/comment/best_toc.html<BR>È considerato uno dei migliori esempi di manoscritto, relativo<BR>alla tipologia dei bestiari, risalente al XIII secolo. L'intera opera è<BR>stata digitalizzata, pertanto sono state predisposte riproduzioni a<BR>tutta pagina delle miniature, inoltre è stato trascritto interamente<BR>il testo latino, corredato dalla relativa traduzione in inglese e da<BR>una serie di note esplicative.<BR>Un motore di ricerca consente di accedere direttamente alle<BR>riproduzioni delle pagine del manoscritto, relative al soggetto.<BR>39<BR>Per esemplificare, si riporta di seguito la trascrizione del<BR>foglio 16v., con la descrizione di una fiera d'Etiopia ricordata<BR>anche da Plinio, l'eale, e del lupo.<BR>Est animal quod dicitur eale. Magnus\ ut equus cauda<BR>elephanti,\ nigro colore, maxillis aprinis,\ cornua preferens ultra<BR>modum\ longa, ad obsequium cuius velit \ motus accomodata.<BR>Nec enim\ rigent, sed moventur ut usus ex\igit preliandi,<BR>quorum alterum cum\ pugnat pretendit, alterum repli\cat, ut si<BR>ictu aliquo alterius acumen offenderet, acies succedat alterius. \<BR>De lupe\ Lupus greca\ dirivatio\ne in linguam nostram<BR>transfer\tur. Lupos\ enim dicunt\ illi licos, licos\ autem grece, a<BR>\ morsibus apellantur, quod rabie rapacitatis, queque<BR>invene\rint trucidant. Alii lupos vocatos aiunt quasi leopos, quod<BR>quas\i leonibus ita sint illis virtus in pedibus. Unde et quicquid<BR>preserint\ non vivit. Lupus a rapacitate dicitur, unde et<BR>meretrices lupas vo\camus, quia amantium bona devastant.<BR>Rapax autem bestia et\ cruores appetentes. In pectore vel ore<BR>vires habet, in renibus vero\ minime. Collum nunquam retro<BR>valet flectere. Aliquando fertur\ vivere preda, aliquando terra,<BR>nonnunquam vento. Lupa de\nique mense alio nisi in Mayo,<BR>quando fit tonitruus catulos\ non gignit. Cuius astucia est tanta<BR>ut in vicinia sua praedam.<BR>Aberdeen Bestiary (Aberdeen University Library MS 24):<BR>foglio 16v.<BR>41<BR>4. Biblioteche in rete: la consultazione<BR>delle opere degli autori classici<BR>4.1 Risorse generali<BR>Athena: literature, books, lists<BR>http://un2sg1.unige.ch/www/athena/html/authors.html<BR>A cura di Pierre Perroud, centinaia di testi di ogni<BR>nazionalità, ordinati per autore, in lingua originale e in<BR>traduzione.<BR>Bibliotheca Augustana<BR>http://www.fh-augsburg.de/~harsch/a_index.html<BR>Comprende una raccolta di testi, in ordine alfabetico per<BR>autore, in latino, greco, tedesco, inglese e francese (periodo<BR>classico, età medievale e moderna), a cura di Ulrich Harsch;<BR>per ogni autore è possibile consultare una scheda biografica.<BR>Bibliotheca Classica Selecta<BR>http://www.fusl.ac.be/Files/General/BCS/Bib.html<BR>Curato da Jacques Poucet, il sito offre un quadro ragionato<BR>di risorse bibliografiche di base.<BR>Bibliotheca latina<BR>http://polyglot.lss.wisc.edu/classics/biblio.htm<BR>Si tratta di un metasito redatto in lingua latina che fornisce<BR>l'accesso ad opere classiche, medievali e neolatine; numerosi<BR>links consentono di raggiungere altri siti.<BR>42<BR>Possiede un ricco elenco di testi latini, neolatini ed<BR>ecclesiastici disponibili online, a cura di Jeffrey Wills, ma<BR>anche saggi e forum di discussione. Una accattivante frase di<BR>benvenuto accoglie il cibernauta: " MAXIMO GAUDIO, DOCTE<BR>HOSPES, AD BIBLIOTHECAM LATINAM TE ACCIPIMUS.<BR>Haec litterarum aedes (maior quidem turpi pagella) omnibus<BR>latine scriptis studet ac favet. Si Tullius electronicum in forum<BR>intret--quis enim eum mortuum crederet?--quid ei legere<BR>placeat? hoc proposito pellimur ut qui res solum latinas teneant<BR>saltem pauca nostri temporis mirabilia inveniant".<BR>Intra Text Literature: latina<BR>http://www.intratext.com/<BR>Una preziosa raccolta, ordinata alfabeticamente per autore,<BR>delle più importanti opere della classicità, direttamente<BR>scaricabili dal sito.<BR>Le Centre de traitement électronique des documents<BR>(CETEDOC)<BR>http://www.fltr.ucl.ac.be/FLTR/TEDM/tedm.html<BR>Paul Tombeur è il responsabile del Centro (Cetedoc)<BR>dell'Université Catholique de Louvain, che si occupa di mettere<BR>a punto una metodologia generale per il trattamento<BR>automatico dei testi mediante la creazione di sistemi e<BR>sottosistemi informatici. Il progetto comprende: la<BR>realizzazione di banche date testuali e di banche dati dei<BR>singoli lemmi, per l'analisi lessicale dei testi stessi; la<BR>costituzione di un Thesaurus Patrum Latinorum, di un<BR>Thesaurus delle ambiguità lessicali e di un Thesaurus generale<BR>delle forme attestate dall'antichità ai nostri giorni (da Plauto al<BR>Concilio Vaticano II).<BR>Internet Ancient History Sourcebook: Rome Republic<BR>and Empire<BR>http://www.fordham.edu/halsall/ancient/asbook.html<BR>I numerosi links rimandano ad opere integrali, completamente<BR>scaricabili.<BR>43<BR>The Internet Classics Archive<BR>http://classics.mit.edu/Browse/index.html<BR>A cura di Daniel C. Stevenson, una raccolta di oltre 450<BR>opere e 60 autori, in traduzione inglese, corredate da<BR>commenti.<BR>Labyrinth Library: Latin Texts<BR>http://www.georgetown.edu/labyrinth/library/latin/latin-lib.html<BR>Classici greci e latini, ma anche una preziosa raccolta di<BR>opere medievali.<BR>Ludus Sanae Mentis Latin Page<BR>http://www.users.uswest.net/~ngill/latin.html<BR>Testi online, grammatica e un aiuto agli studenti in<BR>difficoltà, che possono rivolgere le loro domande ad esperti.<BR>44<BR>Lupa Capitolina Electronica (LCE)<BR>http://lupacap.fltr.ucl.ac.be/<BR>Raggruppa una serie di risorse testuali, bibliografiche,<BR>iconografiche ed elettroniche per lo studio degli elementi<BR>fondamentali riguardanti la leggenda di Romolo e Remo.<BR>Oxford Text Archive (OTA)<BR>http://ota.ox.ac.uk/<BR>Alcune opere classiche possono essere scaricate liberamente,<BR>altre, sottoposte a copyright, sono concesse a particolari<BR>condizioni e utilizzabili soltanto a fine di ricerca. Ampia è la<BR>selezione di testi originali e traduzioni.<BR>Perseus Tufts<BR>www.perseus.tufts.edu/Texts.html<BR>Testi latini, oltre che greci, corredati da links morfologici,<BR>sintattici e lessicali. Traduzioni in lingua inglese e una<BR>enciclopedia del mondo classico.<BR>Pomoerium: Classic Links Roman-Texts &amp; Authors<BR>http://www.pomoerium.com/links/texts.htm<BR>Un metaindex di collegamenti attivi alle principali collezioni<BR>di testi antichi online.<BR>Project Libellus<BR>http://www.hhhh.org/perseant/libellus/<BR>Biblioteca di classici latini e greci della University of<BR>Washington, Seattle, a cura di Konrad Schroder e Owen<BR>Ewald. Tra gli autori latini: Apuleio, Ausonio, Cesare, Catullo,<BR>Cicerone, Orazio, Livio, Nepote, Ovidio, Properzio, Prudenzio,<BR>Sallustio, Tibullo, Virgilio.<BR>45<BR>The Classics Homepage at George Mason University<BR>http://patriot.net/~lillard/cp/<BR>"Pagina hac domestica certior fies, candide lector, de rebus<BR>classicis quas in universitate a Georgio Masone nomen trahente<BR>invenias. Praeterea, si vis, haec pagina te ducet non solum ad<BR>bibliothecas huius paginae in quibus conduntur textus rerum<BR>scriptorum oratorum poetarum aliorumque auctorum<BR>Latinorum sed etiam ad vincula electronica ubique terrarum<BR>sita quae nonnullas res Graecas Romanasque tibi pandent".<BR>La biblioteca (http://patriot.net/~lillard/cp/latlib) raccoglie testi<BR>di autori latini, ma altresì numerosi links al mondo greco e<BR>romano.<BR>The Online Medieval and Classical Library<BR>http://sunsite.berkeley.edu/OMACL/<BR>Grande raccolta di testi antichi e medievali.<BR>Lector Longinquus<BR>http://harvest.rutgers.edu/latintexts/<BR>Testi integrali di autori classici e una serie di links ad altre<BR>risorse per lo studio del latino.<BR>46<BR>Siti utili: biblioteche<BR>http://taras66.tripod.com/latinonline.html<BR>Una rassegna in lingua italiana, curata da Vittorio Todisco,<BR>che fornisce un sintetico ed esplicativo commento per ogni sito<BR>recensito.<BR>4.2 Ipotesi di percorso didattico<BR>4.2.1 La persistenza del mito classico nella cultura<BR>occidentale: la ninfa Arethusa<BR>Il mito del fiume Alfeo, che si getta nello Ionio per<BR>raggiungere in Sicilia la fonte Aretusa, è documentabile in<BR>forma scritta a partire dal VI sec. a.C., secondo la<BR>testimonianza di Ibico (frammento 323, Poetarum melicorum<BR>Graecorum fragmenta, a cura di M. Davies). Ovidio elabora<BR>l'intreccio della originaria fabula mitologica, che probabilmente<BR>simboleggiava il persistere dei legami culturali tra l'Ellade e le<BR>colonie della Magna Grecia, immaginando una complessa e<BR>suggestiva metamorfosi.<BR>Aretusa, figlia di Nereo e di Doride, era una ninfa seguace di<BR>Diana; mentre si bagnava nelle acque dell'Alfeo, fu inseguita<BR>dalla divinità fluviale, che, assunte forme umane, stava ormai<BR>per raggiungerla e possederla. Invocata la sua protettrice,<BR>Aretusa fu trasformata nella fonte che ancora oggi si può<BR>ammirare nell'isola di Ortigia a Siracusa. In sede didattica, il<BR>percorso d'indagine concernente questo mito si presta ad<BR>affrontare una pluralità di piste:<BR>Ø confronto tra testo originale e traduzioni d'autore;<BR>Ø ricerca di repertori iconografici antichi e moderni;<BR>Ø esplorazione dello spazio narrativo in rapporto allo spazio<BR>geografico<BR>Ø riscrittura del mito stesso.<BR>Per cominciare, l'analisi del testo latino di Ovidio<BR>(http://www.intratext.com/y/LAT0087.htm) potrà essere accompagnata<BR>dalla lettura della eccellente interpretazione di Salvatore<BR>Quasimodo, prelevabile all'indirizzo:<BR>http://www.la-poesia.it/italiani/fine-<BR>1900/quasimodo/SQ_metamorfosi_arethusa.htm.<BR>47<BR>E Cerere, serena per la figlia ritrovata,<BR>vuole che tu, Aretusa, racconti la tua fuga,<BR>e perché sei una sorgente sacra. Tacque la fonte,<BR>e dalle acque profonde levò il capo Aretusa,<BR>e asciugando con la mano i suoi verdi capelli<BR>narrò gli antichi amori del fiume dell'Elide.<BR>«lo fui - disse - una delle ninfe achee<BR>e più di me nessuna amava andare per i boschi<BR>e fu più avida nel tendere le reti. Non chiedevo<BR>fama alla bellezza. ero forte, ma pure si diceva<BR>ch'ero bella. Non amavo la lode alla bellezza,<BR>anzi mi vergognavo del mio corpo,<BR>di questo dono selvatico, gioia per le altre,<BR>e se piacevo sentivo grave colpa.<BR>Tornavo stanca, ricordo, dalla se lva di Stìnfalo,<BR>era d'estate, e grave fatica cresceva la calura.<BR>E vidi un ruscello che scorreva tacito,<BR>senza gorghi, limpido sino al fondo, tanto<BR>che ogni piccola pietra poteva contarsi dall'alto,<BR>tale che avresti detto quell'acqua senza moto.<BR>Bianchi salici e pioppi nutriti dall'acqua<BR>spargevano docili l'ombra sulle rive in declivio:<BR>m'avvicina e mi bagno prima le piante dei piedi,<BR>e poi fino al ginocchio; ma ancora non ero contenta,<BR>e slaccio le vesti leggere e le appendo ad un salice,<BR>e nuda mi tuffo nell'acqua. E mentre taglio le onde<BR>e a me le riporto, scorrendo ora in qua ora in là<BR>e agito le braccia, odo non so qual rumore<BR>salire dal fondo; e impaurita mi fermo alla sponda vicina.<BR>"Dove vai cosi in fretta, o Aretusa?"<BR>grida l'Alfeo di sotto le acque, "dove vai cosí in fretta?"<BR>ripete con rauca voce. E io fuggo nuda, com'ero<BR>(all'altra riva erano le vesti). E più egli m'insegue<BR>e arde d'amore: nuda gli sembro più pronta.<BR>Correvo come colomba che fugge lo sparviero<BR>con ali tremanti; senza pietà m'inseguiva,<BR>come sparviero preme su trepida colomba.<BR>Fino a Orcomeno, a Psòfide, le forze mi sostennero,<BR>fino a Cillene, alle curve del Menalo, al gelido<BR>Erimanto, nell'Elide; ma ero più veloce d'Alfeo.<BR>Ma non potevo resistere a lungo alla corsa,<BR>le mie forze non erano uguali alle sue;<BR>egli non piegava alla fatica. Ma corsi ancora<BR>per campi, per monti di selve, per rocce,<BR>per dirupi dove non c'era un sentiero.<BR>E il sole m'era alle spalle; e vidi un'ombra<BR>lunga davanti a me, se pure non era il timore<BR>a crearla. Ma davvero a quel rumore di passi<BR>tremavo di paura e già quell'alito forte<BR>m'agitava le bende ai capelli. E sfinita gridai:<BR>"Sono perduta, o Diana, soccorri la tua Aretusa<BR>a cui affidasti sovente e l'arco e la faretra<BR>con le frecce." Ebbe pietà la dea e in una densa nube<BR>mi chiuse. E il fiume, girando per la vana nebbia<BR>che mi copriva, cercò dentro la nube; e due volte,<BR>ignaro, passò dal luogo dove la dea m'avvolse,<BR>e due volte chiamò a gran voce: "Aretusa! Aretusa!"<BR>Che cuore io avevo, o infelice! Non era d'agnello<BR>quando sente i lupi fremere intorno all'ovile,<BR>Publius Ovidius Naso, Met. 5, vv.572-641<BR>Exigit alma Ceres nata secura recepta,<BR>quae tibi causa fugae, cur sis, Arethusa, sacer fons.<BR>Conticuere undae, quarum dea sustulit alto<BR>fonte caput viridesque manu siccata capillos<BR>fluminis Elei veteres narravit amores.<BR>'Pars ego nympharum, quae sunt in Achaide ,' dixit<BR>'una fui, nec me studiosius altera saltus<BR>legit nec posuit studiosius altera casses.<BR>Sed quamvis formae numquam mihi fama petita est,<BR>quamvis fortis eram, formosae nomen habebam,<BR>nec mea me facies nimium laudata iuvabat,<BR>quaque aliae gaudere solent, ego rustica dote<BR>corporis erubui crimenque placere putavi.<BR>Lassa revertebar (memini) Stymphalide silva;<BR>aestus erat, magnumque labor geminaverat aestum:<BR>invenio sine vertice aquas, sine murmure euntes,<BR>perspicuas ad humum, per quas numerabilis alte<BR>calculus omnis erat, quas tu vix ire putares.<BR>Cana salicta dabant nutritaque populus unda<BR>sponte sua natas ripis declivibus umbras.<BR>Accessi primumque pedis vestigia tinxi,<BR>poplite deinde tenus; neque eo contenta, recingor<BR>molliaque inpono salici velamina curvae<BR>nudaque mergor aquis. quas dum ferioque trahoque<BR>mille modis labens excussaque bracchia iacto,<BR>nescio quod medio sensi sub gurgite murmur<BR>territaque insisto propioris margine ripae.<BR>"Quo properas, Arethusa?" suis Alpheos ab undis,<BR>"quo properas?" iterum rauco mihi dixerat ore.<BR>Sicut eram, fugio sine vestibus (altera vestes<BR>ripa meas habuit): tanto magis instat et ardet,<BR>et quia nuda fui, sum visa paratior illi.<BR>Sic ego currebam, sic me ferus ille premebat,<BR>ut fugere accipitrem penna trepidante columbae,<BR>ut solet accipiter trepidas urguere columbas.<BR>Usque sub Orchomenon Psophidaque Cyllenenque<BR>Maenaliosque sinus gelidumque Erymanthon et Elin<BR>currere sustinui, nec me velocior ille;<BR>sed tolerare diu cursus ego viribus inpar<BR>non poteram, longi patiens erat ille laboris.<BR>Per tamen et campos, per opertos arbore montes,<BR>saxa quoque et rupes et, qua via nulla, cucurri.<BR>Sol erat a tergo: vidi praecedere longam<BR>ante pedes umbram, nisi si timor illa videbat;<BR>sed certe sonitusque pedum terrebat et ingens<BR>crinales vittas adflabat anhelitus oris.<BR>Fessa labore fugae "Fer opem, deprendimur,"<BR>inquam<BR>"armigerae, Diana, tuae, cui saepe dedisti<BR>ferre tuos arcus inclusaque tela pharetra!"<BR>Mota dea est spissisque ferens e nubibus unam<BR>me super iniecit: lustrat caligine tectam<BR>amnis et ignarus circum cava nubila quaerit<BR>bisque locum, quo me dea texerat, inscius ambit<BR>et bis "io Arethusa" vocavit, "io Arethusa!"<BR>quid mihi tunc animi miserae fuit? anne quod agnae<BR>est,<BR>si qua lupos audit circum stabula alta frementes,<BR>48<BR>quando sente i lupi fremere intorno all'ovile,<BR>o di lepre nascosta nella macchia, se scorge<BR>il muso nemico dei cani e non osa un piccolo moto?<BR>Ma là rimase Alfeo perché non vide più oltre<BR>un'orma del mio piede, e fissava la nube.<BR>E gelido sudore intanto copre le mie membra,<BR>e da tutto il mio corpo stillano cellule gocce,<BR>e dovunque io vada, ecco uno scorrere d'acqua,<BR>e dai capelli scende rugiada; e in breve tempo,<BR>più breve di quello che occorre per narrare,<BR>Alfeo ritorna fiume per unirsi alle mie acque.<BR>E Diana apri la terra, ed io, profonda, per oscure<BR>grotte vengo in Ortigia, che al mio nome divino<BR>fu grata, portandomi alla luce del cielo.»<BR>aut lepori, qui vepre latens hostilia cernit<BR>ora canum nullosque audet dare corpore motus?<BR>Non tamen abscedit; neque enim vestigia cernit<BR>longius ulla pedum: servat nubemque locumque.<BR>Occupat obsessos sudor mihi frig idus artus,<BR>caeruleaeque cadunt toto de corpore guttae,<BR>quaque pedem movi, manat lacus, eque capillis<BR>ros cadit, et citius, quam nunc tibi facta renarro,<BR>in latices mutor. sed enim cognoscit amatas<BR>amnis aquas positoque viri, quod sumpserat, ore<BR>vertitur in proprias, et se mihi misceat, undas.<BR>Delia rupit humum, caecisque ego mersa cavernis<BR>advehor Ortygiam, quae me cognomine divae<BR>grata meae superas eduxit prima sub auras.'<BR>Una differente traduzione, a cura di Mario Ramous, è<BR>prelevabile all'indirizzo:<BR>http://infoservice.dnsq.org/Biblio/LETT_LAT/Ovidio/Metamorfosi.PDF<BR>Per mettere a confronto l'originale ovidiano con riscritture<BR>del mito elaborate da artisti diversi, si può ricorrere alla<BR>traduzione di Giacomo Leopardi dei versi di Mosco, L'Alfeo ed<BR>Aretusa http://www.liberliber.it/biblioteca/c/carubia/autori_classici_<BR>greci_in_sicilia/html/testi/leopardi.htm) oppure alla reinvenzione<BR>ad opera di Gabriele D'Annunzio, L'Ippocampo, facente parte<BR>dell'Alcyone<BR>(http://www.liberliber.it/biblioteca/d/d_annunzio/alcyone/html/alcyo_<BR>02.htm).<BR>Sarà peraltro utile non omettere il riferimento alla<BR>ninfa presente nei versi della Divina Commedia (Inferno,<BR>XXV, 97; per accedere al testo online, ai repertori di<BR>commento e all'indice di tutti i personaggi, visitare il sito<BR>http://webscuola.tin.it/risorse/inferno/opera/inferno/menu.htm).<BR>Una scheda concernente la storia della fonte attraverso i secoli<BR>è consultabile nel sito Siracusa on line, a cura di Fabio Navanteri,<BR>http://www.ibsnet.it/siracusa/aretusa.html, che comprende una guida<BR>più generale della città, con informazioni dedicate ai principali<BR>monumenti, al parco archeologico e ai musei.<BR>Per inquadrare la favola mitologica in un ambito allargato,<BR>atto a consentire numerosi confronti con altre tradizioni, si<BR>veda I miti e le leggende di Sicilia, un itinerario culturale ove<BR>non mancano riferimenti all'agiografia e alla superstizione<BR>popolare.<BR>49<BR>La fonte Aretusa di Siracusa<BR>Quanto alla iconografia dedicata alla ninfa Aretusa, all'indirizzo<BR>http://www.medicavalli.com/monete%2018.htm, si confrontino tre<BR>monete d'argento che ne ritraggono l'elegante profilo attorniato<BR>da quattro calligrafici delfini: una tetradracma d'artefice ignoto<BR>e due decadracme, l'una opera di Cimone, l'altra di Eveneto.<BR>Nel 1967, una rielaborazione della testa di Aretusa servì per<BR>connotare la cartamoneta italiana del valore di 500 lire.<BR>La moneta di Cimone<BR>La cartamoneta realizzata nel 1967<BR>In merito all'iconografia delle Metamorfosi, esiste un<BR>repertorio di illustrazioni realizzate da Johann Whilhelm Baur<BR>(1600-1640), che poi furono stampate a Norimberga, nel 1703; è<BR>possibile prelevare le riproduzioni collegandosi all'indirizzo:<BR>http://www.uvm.edu/~hag/ovid/baur1703/baur1703b5p53.jpeg<BR>50<BR>Un articolo assai erudito è consultabile all'indirizzo<BR>http://www.bulfinch.org/fables/bull7.html: segnala il riferimento al<BR>corso sotterraneo dell'Alfeo nell'opera di S.T. Coleridge, Kubla<BR>Khan, (http://www.library.utoronto.ca/utel/rp/poems/coleridg4.html).<BR>Anche il poeta inglese Shelley (1792-1822) scrisse Arethusa<BR>(http://www.columbia.edu/acis/bartleby/shelley/), per accompagnare<BR>alcune composizioni mitologiche in versi della propria moglie<BR>Mary, autrice del romanzo Frankenstein (http://www.desertfairy.<BR>com/maryshel.shtml).<BR>Infine per confronti con esperienze didattiche concernenti<BR>l'analisi contrastiva, si vedano la scheda di lavoro, le<BR>esemplificazioni operative e i documenti riportati all'indirizzo<BR>http://www.ielsisardegna.net/CRS4/07/03/s02/traduzud.html.<BR>51<BR>5. Epigrafia<BR>5.1 Risorse generali<BR>Epigraphische Datenbank Heidelberg<BR>http://www.uni-heidelberg.de/institute/sonst/adw/edh/<BR>EDH (Epigraphische Datenbank Heidelberg) è un progetto<BR>per la registrazione delle Iscrizioni Romane provenienti da<BR>tutte le province dell'impero e comprende oltre 21.000<BR>fotografie della Epigraphische Photothek Heidelberg. Gli<BR>aggiornamenti dell'intero database (testi, bibliografia e<BR>immagini) saranno progressivamente consultabili via Internet.<BR>Un motore di ricerca consente di interrogare il database.<BR>Johann Wolfgang Goethe-Universität Seminar für Alte<BR>Geschichte http://www.rz.uni-frankfurt.de/~clauss/<BR>Manfred Clauss è il curatore di questo sito che permette<BR>l'accesso a tutte le iscrizioni comprese in L'Année Épigraphique<BR>(1888-1993) oltre ad una vasta selezione dal Corpus<BR>Inscriptionum Latinarum (volumi 2, 3, 6, 7, 8 e13).<BR>Inscriptions Romaines de Catalogne: Barcino (IRC IV)<BR>http://www.ub.es/fillat/irciv.txt A cura dell'Università di<BR>Barcellona, le iscrizioni sono disponibili nel formato txt.<BR>52<BR>Instrumentum Domesticum Austriae Superioris<BR>http://www.kfunigraz.ac.at/agawww/Instrumenta/oberoesterreich/<BR>A cura di Manfred Hainzmann, accessibile solamente in<BR>lingua tedesca.<BR>Latin Inscriptions - The Internet Release<BR>http://www.gnomon.ku-eichstaett.de/Gnomon/ILS.html<BR>Un motore di ricerca favorisce la consultazione online<BR>dell'opera di Dessau's Inscriptiones Latinae Selectae. Jürgen<BR>Malitz provvede inoltre ad aggiornare il database con le<BR>iscrizioni del CIL.<BR>Lacus Curtius: Latin Inscriptions<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/T<BR>exts/Inscriptions/home.html<BR>Bill Thayer ha fotografato e trascritto oltre 200 epigrafi ed<BR>ha anche preparato un sintetico corso di epigrafia adatto agli<BR>studenti, modulato secondo tre diversi gradi di difficoltà.<BR>Reperita sulla via Appia ora nella collezione presso la tomba<BR>di Cecilia Metella<BR>Abbreviations in Latin Inscriptions<BR>http://asgle.classics.unc.edu/abbrev/latin<BR>Il sito riporta una serie di abbreviazioni reperite nelle<BR>iscrizioni latine. Tali abbreviazioni sono state assemblate da<BR>tutti i testi epigrafici pubblicati nell' Année Épigraphique tra il<BR>1888 e il 1993. Ci sono due tipologie di liste, la prima<BR>concernente le più comuni e frequenti riduzioni, la seconda<BR>contenente tutte le altre abbreviazioni che ricorrono nelle<BR>epigrafi campionate.<BR>53<BR>Epigraphy: Encyclopaedia Britannica<BR>http://search.britannica.com/eb/article?eu=115331&amp;tocid=58792&amp;quer<BR>y=empire%20records<BR>Numerosi articoli concernenti l'epigrafia: materiali e<BR>tecniche; datazione delle iscrizioni; storia e bibliografia; è<BR>possibile consultare gratuitamente i testi per la durata di 14<BR>giorni, poi l'accesso ai contenuti è regolato da una registrazione<BR>a pagamento.<BR>Bibliotheca Augustana<BR>http://www.fh-augsburg.de/~harsch/saeca07.html<BR>Raccolta di alcune iscrizioni, corredate da immagini e note<BR>di commento.<BR>Vaso di Dueno<BR>L. Aurelii Hermiae elogium<BR>sepulcrale<BR>Imaging Roman Stilus Tablets<BR>http://www.csad.ox.ac.uk/index.html<BR>Il progetto, a cura di A.K.Bowman e J.M.Brady (University<BR>of Oxford), iniziato nel 1997, si occupa di studiare le iscrizioni<BR>incise sulle tavolette reperite a Vindolanda. Si tratta di<BR>materiali che presentano superfici molto erose, pertanto la<BR>ricerca coinvolge il Centre for the Study of Ancient Documents<BR>dell'Università di Oxford congiuntamente al Department of<BR>Engineering Science, allo scopo di sviluppare una tecnica<BR>computerizzata di ricostruzione d'immagine.<BR>54<BR>The inscription of Roman Tripolitania<BR>http://rubens.anu.edu.au/htdocs/laserdisk/IRT/db/<BR>Il sito riporta i dati facenti parte di un CD, ancora in fase di<BR>completamento, relativo alle iscrizioni latine reperite nella<BR>Tripolitana Provincia.<BR>Epigraphie et Internet<BR>http://www.unil.ch/scant/chronozones/Vol4Epigraweb.pdf<BR>Questa ricerca, a cura di Alain Cuena e Anne Schopfer,<BR>"presenta un panorama sintetico delle risorse disponibili in<BR>Internet e dei vantaggi che il loro utilizzo può portare agli studi<BR>epigrafici". Gli indirizzi segnalati rimandano pertanto alle più<BR>significative raccolte di iscrizioni e a repertori bibliografici<BR>relativi all'onomastica.<BR>Notiziario epigrafico dell'Università di Trieste<BR>http://www.units.it/~epilab/i_notiz.html<BR>Versione online del bollettino pubblicato dalla rivista<BR>Aquileia Nostra, che segnala la scoperta di iscrizioni inedite.<BR>U•S•Epigraphi•Project<BR>http://usepigraphy.rutgers.edu/<BR>Ogni iscrizione è catalogata con un codice che indica la<BR>collocazione e la collezione di appartenenza.<BR>55<BR>Monumento funerario di<BR>Atellia Myrtale<BR>CIL VI, 12589<BR>Museo Archeologico di Napoli<BR>http://www.cib.na.cnr.it/mann/epigrafi/indepi.html<BR>È conservata una importante raccolta epigrafica; le pagine<BR>online forniscono un dettagliato ragguaglio in merito al<BR>processo di romanizzazione e alle sezioni tematiche della<BR>raccolta stessa.<BR>Feriale campano: il calendario che riporta soltanto le feste<BR>Pyrrha's Roman Page<BR>http://www.pyrrha.demon.co.uk/<BR>Una sezione è dedicata alle modalità per affrontare l'analisi<BR>di una epigrafe in ambito didattico e fornisce alcune<BR>esemplificazioni pratiche.<BR>56<BR>5.2 Ipotesi di percorso didattico<BR>5.2.1 Un viaggio nei massmedia dell'antichità: il<BR>linguaggio delle epigrafi<BR>Onnipresenti nel tempo e nello spazio geografico dominato<BR>dalla civiltà latina, all'epoca della loro diffusione, le epigrafi<BR>rappresentarono sicuramente una modalità comunicativa<BR>dotata di potente efficacia, in quanto i campi percettivi del<BR>fruitore erano coinvolti all'unisono dalle componenti visive,<BR>tattili e uditive, evocate dal testo.<BR>In rete (http://www.romae.com/romaemagazine/ latino_index.htm)<BR>è disponibile Romae - Corso di Latino Applicato di Claudia<BR>Alviti, che vuol essere "una guida ragionata della grammatica e<BR>degli usi latini che permetta a chiunque di confrontarsi, a casa<BR>propria come sul luogo, con le iscrizioni romane ancora visibili".<BR>La settima lezione propone una traduzione, corredata da<BR>diversi livelli di approfondimento testuale, concernente<BR>l'iscrizione di Ottaviano Augusto posta alla base dell'obelisco di<BR>Flaminio.<BR>Roma, Obelisco Flaminio<BR>Per una introduzione generale riguardante l'epigrafia, si<BR>faccia riferimento alla sezione curata da Alessandro Cristofori<BR>(http://www.telemaco.unibo.it/rombo/iscriz/intro.htm).<BR>L'analisi delle epigrafi facilita una modalità d'approccio<BR>piuttosto significativa all'apprendimento della grammatica di<BR>base e allo stesso tempo delle informazioni che concernono la<BR>vita quotidiana e familiare degli antichi.<BR>57<BR>Per una esemplificazione pratica, esaminiamo una epigrafe<BR>di età repubblicana: ILS, VI, 01284 (http://www.gnomon.kueichstaett.<BR>de/Gnomon/ILS.html).<BR>CORNELIVS LVCIVS SCIPIO BARBATVS<BR>GNAIVOD PATRE PROGNATVS FORTIS VIR SAPIENSQVE<BR>QVOIVS FORMA VIRTVTEI PARISVMA FVIT<BR>CONSOL CENSOR AIDILIS QVEI FVIT APVD VOS<BR>TAVRASIA CISAVNA SAMNIO CEPIT<BR>SVBIGIT OMNE LOVCANAM OPSIDESQVE ABDOVCIT<BR>Sotto il profilo onomastico sono distinguibili: nomen, quello<BR>della gens Cornelia; praenomen, Lucius, solitamente collocato<BR>in prima posizione; cognomen gentilizio comune ad altri famosi<BR>condottieri della famiglia (cfr. Scipione Emiliano, Scipione<BR>Africano, ecc..); agnomen, il soprannome personale Barbatus,<BR>conferito ad individui dotati di particolare carisma, saggezza e<BR>cultura. Lo strato linguistico (metà del III secolo a.C.)<BR>suggerisce confronti con la dizione classica (ex.: virtutei ®<BR>virtuti; parisuma ® parissima; quoius ® cuius; consol ®<BR>consul; quei ® qui, ecc..).<BR>La tradizione culturale romana, ricollega la pratica delle<BR>iscrizioni funerarie ad una prevalente funzione celebrativa a<BR>beneficio non soltanto dell'estinto, ma soprattutto dei suoi<BR>familiari. In tale accezione il monumento funebre riveste<BR>valenze d'encomio, oltre che di documento esemplare per coloro<BR>che, leggendo, hanno modo di riflettere sulle virtù del defunto e<BR>sulle sue imprese. A tale proposito vale la testimonianza di<BR>Plinio il Giovane: "[...]Quo quidem honore, quantum ego<BR>interpretor, non modo defuncti memoriae, dolori patris, verum<BR>etiam exemplo prospectum est. Acuent ad bonas artes<BR>iuventutem adulescentibus quoque, digni sint modo, tanta<BR>praemia constituta; acuent principes viros ad liberos<BR>suscipiendos et gaudia ex superstitibus et ex amissis tam<BR>gloriosa solacia. […] (7) Etenim si defunctorum imagines domi<BR>positae dolorem nostrum levant, quanto magis hae quibus in<BR>celeberrimo loco non modo species et vultus illorum, sed honor<BR>etiam et gloria refertur!" (Epistulae, II, 7, prelevabile dal sito<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/pliny.ep2.html)<BR>58<BR>Alcune epigrafi consentono di ricostruire episodi della storia<BR>romana, è il caso dell'iscrizione dedicata a Mario (CIL 06,<BR>41024 = CIL 06, 01315, prelevabile dal sito http://www.rz.unifrankfurt.<BR>de/~clauss. Il cursus honorum, in ordine discendente<BR>(dalla magistratura più elevata alla inferiore), descrive le tappe<BR>salienti della carriera politica e militare del generale: console,<BR>pretore, tribuno della plebe, questore, augure, tribuno militare;<BR>vittorioso contro Giugurta, Cimbri e Teutoni.<BR>[C(aius) Marius C(ai) f(ilius)] /<BR>[co(n)s(ul) septies pr(aetor) tr(ibunus) pl(ebis)<BR>q(uaestor) a]ugur tr(ibunus) mil(itum) extra /<BR>[sortem bellum cum I]ugurtha rege Numid(iae) /<BR>[co(n)s(ul) gessit eum cepit et] triumphans<BR>in / [secundo consulatu] ante currum suum /<BR>[duci iussit tertium co]nsul apsens creatus /<BR>[est quartum co(n)s(ul) Teut]onorum exercitum /<BR>[delevit quintum co(n)s(ul) Cimbros fugavit ex<BR>ieis et / [Teutonis iterum triump]havit rem p(ublicam)<BR>turbatam / [seditonibus tribuni plebei et praetoris] /<BR>Esiste peraltro un vasto repertorio di epigrafi di diverso<BR>registro e di differente funzione pragmatica: veri e propri atti<BR>comunicativi di accusa hanno il precipuo scopo di denunciare, agli<BR>occhi della collettività, reati, omicidi, sacrilegi e ogni genere<BR>d'azione che ha causato l'implacabile risentimento del defunto,<BR>ma soprattutto, è opportuno sottolinearlo, l'indignazione dei suoi<BR>cari ancora viventi.<BR>Secondo una pratica che ricusava ogni forma di riserbo e<BR>protezione della dimensione privata, tali imprecazioni<BR>dovevano sortire un impatto mediatico non troppo dissimile<BR>rispetto a quello delle esternazioni del pubblico, durante una<BR>odierna diretta televisiva.<BR>Il carattere comunicativo e di massima informatività delle<BR>iscrizioni è stato rilevato sin dal '700: il filologo Giacomo<BR>Buganza riscontrò che la loro struttura sembra rispondere ad<BR>una serie di domande, aventi per noi, a prescindere dalla<BR>formulazione latina, strette analogie con le famose W di<BR>tradizione anglosassone: who, why, what, where, when.<BR>59<BR>"Otto esser possono a quel che osservo io negli esempi le<BR>parti delle iscrizioni e comprendole tutte in questo versetto:<BR>QUIS, QUID, UBI, PER QUOS, QUARE, CUI, QUOMODO,<BR>QUANDO"1.<BR>Poste ai bordi delle strade consolari, che consentono<BR>l'accesso alla città, le lapidi costituiscono una sorta di biglietto<BR>di presentazione degli abitanti e delle varie classi di un centro<BR>urbano. Sono documenti parlanti molto espressivi che, al di là<BR>delle formule stereotipate, spesso dichiarano verità sgradevoli<BR>con grande violenza, costituendo un concreto atto di accusa<BR>contro terzi. Esiste, ad esempio, un nutrito repertorio di<BR>iscrizioni, accorpabili, secondo il suggerimento degli indici del<BR>CIL, sotto la denominazione di mortes singulares, il cui scopo è<BR>quello di attirare l'attenzione del lettore su una svariata<BR>casisitica di omicidi. In rete si consulti il sito Noctes<BR>Gallicanae, Épigraphie latine. Épitaphes: morts violentes,<BR>all'indirizzo:<BR>http://www.noctesgallicanae.org/Epitaphes/morts%20violentes.htm.<BR>Riportiamo la scheda relativa a Lucio Atilio Saturnino,<BR>liberto di Lucio, ucciso allorché la famiglia di Flavia<BR>Scarabanzia fu massacrata da una incursione di briganti. La<BR>trascrizione latina è seguita da una versione nella quale le<BR>abbreviature sono sciolte; l'indicazione bibliografica è<BR>anteposta alla traduzione in francese dell'epigrafe.<BR>1 Giacomo Buganza, L'epigrafia o sia l'arte di comporre le<BR>iscrizioni latine, Mantova 1779<BR>60<BR>L ATILIO L L<BR>SATVRNINO<BR>ANNOR XL DOMO<BR>FL SCARBANTIA INTERFECTA LATRONIBVS INRTVSIS<BR>ATILIVS TERTIVS FRATER<BR>STATIVS ONESIMVS<BR>AMICO<BR>LOC GRATVIT DAT AB<BR>CLODIA TERTIA<BR>Lucio Atilio, Lucii liberto, Saturnino, annorum XL. Domo Flavia<BR>Scarbantia interfecta latronibus inrtusis (=intrusis), Atilius Tertius<BR>frater, Statius Onesimus. Amico locum gratuitum datum ab Clodia<BR>Tertia.<BR>AE 1903, 0203<BR>À Lucius Atilius Saturninus, affranchi de Lucius, âgé de quarante<BR>ans. Son frère Atilius Tertius et Statius Onesimus lui ont élevé ce<BR>tombeau quand la famille Flavia Scarbantia a été tuée par une<BR>attaque de brigands. Le terrain a été donné gratuitement par Clodia<BR>Tertia pour son ami.<BR>L'elenco degli assassini, o presunti tali, comprende anche<BR>molti medici, responsabili della morte di giovani innocenti,<BR>come il ventisettenne Euelpisto, ricordato nella iscrizione sotto<BR>riportata, che presumibilmente perì in seguito ad un intervento<BR>chirurgico mal riuscito, in base a quanto lascia supporre la<BR>voce verbale secarunt, che precede l'esiziale risultato, indicato<BR>dall'espressione occiderunt.<BR>D M<BR>EVHELPISTI LIB QVI ET MANES VIXIT ANNIS XXVII<BR>MENS IIII DIEB XI FLORENTES<BR>ANNOS MORS SVBITA<BR>ERIPVIT ANIMA INNO<BR>CENTISSIMA QVEM<BR>MEDICI SECARVNT<BR>ET OCCIDERVNT<BR>P. AELIVS AVG LIB PECVLIARIS<BR>ALVMNO SVO [ILS 9441]<BR>La consultazione in rete, consente di reperire ulteriori<BR>informazioni. A questo scopo ci si colleghi al motore di ricerca per<BR>61<BR>la consultazione di DESSAU, Inscriptiones Latinae Selectae<BR>(http://www.gnomon.ku-eichstaett.de/Gnomon/ILS.html).<BR>Si procederà digitando una parola chiave nella maschera di<BR>ricerca "EVHELPISTI", il nome del defunto. A ricerca avvenuta si<BR>apprende, ad esempio, il ritrovamento: "prope Romam trans<BR>pontem Milvium rep.".<BR>L'epitaffio è da intendersi quale strumento per la giustizia<BR>privata e allo stesso tempo quale comunicato definitivo, per<BR>mettere a tacere indiscrezioni e dicerie infondate, come si<BR>rileva nell'iscrizione di Eufesia Rufra. L'enigma della sua<BR>morte, a causa di una febbre, ossia di una infezione provocatale<BR>dai medici, è circoscritto e quasi avvolto dalle parole che<BR>descrivono la mulier in base allo stilema tradizionale, "brava<BR>madre e buona moglie", e che ne sottolineano in modo<BR>malinconico il commiato: "credo che una donna tanto dolce sia<BR>perita, perché la sua presenza è sembrata più adatta alla<BR>compagnia degli dei".<BR>EPHESIA RUFRA MATER ET CONIUX BONA<BR>HIC ADQUIESCIT QUAE MALA PERIIT FEBRI<BR>QUAM MEDICI PRAETER EXPECTATUM ADDUXERANT<BR>SOLAMEN EST HOC SIMULATIQUE CRIMINIS<BR>NEC VERA VOX TAM DULCEM OBISSE FEMINAM<BR>PUTO QUOD DEORUM EST VISA COETU DIGNIOR [CIL VI, 25580]<BR>Una accurata bibliografia concernente la tematica delle<BR>morti improvvise e violente è acquisibile nella pagina che<BR>recensisce il saggio di Francois Hinard, La mort au quotidien<BR>62<BR>dans le monde romain. Paris, De Boccard, 1995. Pp. 259. ISBN<BR>2-7018-0096-X (http://ccat.sas.upenn.edu/bmcr/1996/96.07.16.html).<BR>Qualche volta il defunto riveste il ruolo comunicativo di<BR>narratore interno per manifestare la propria indignazione: il<BR>messaggio lapideo serve allora come atto d'accusa contro i servi<BR>traditori (ILS 8115) o addirittura la figlia (ILS 8286) e sancisce<BR>oltretutto la categorica proibizione a concedere la tumulazione<BR>ai colpevoli, nel sepolcro stesso.<BR>Nella epigrafe di Magonza, Giocondo Pecoraio, liberto di<BR>Marco Terenzio, sintetizza le sequenze più drammatiche della<BR>propria morte: dichiara di essere stato gettato nel Meno da uno<BR>schiavo che è stato a sua volta inghiottito dalla corrente del<BR>fiume.<BR>IUCUNDUS M. TERENTI. L PECUARIUS<BR>PRAETERIENS. QUICUMQUE. LEGIS. CONSISTE. VIATOR.<BR>ET VIDE. QUAM INDIGNE. RAPTUS . INANE.<BR>QUERAR. VIVERE.NON POTUI. PLURER XXX PER ANNOS.<BR>NAM ERUPUIT. SERVOS. MIHI. VITAM. ET IPSE<BR>PRAECIPITEM. SESSE. DEIECIT. INAMNEM.<BR>APSTULIT HUIC MOENUS QUOD DOMINO.<BR>ERIPUIT PATRONUS. DESUO. POSUIT [CIL XIII, 7070]<BR>La comunicazione monumentale si articola su due piani: si<BR>vale del codice verbale, rispetto al quale si osservano alcune<BR>particolarità linguistiche, ad esempio l'uso di prefissare le<BR>preposizioni (inamnem; desuo), e ricorre anche al registro<BR>figurativo, inseparabile supporto, per rappresentare in analessi<BR>una scena della vita di Giocondo, in veste di pastore circondato<BR>dalle sue pecore.<BR>Peraltro il ponte, che costituisce la cornice scenica<BR>dell'iscrizione esaminata, nell'ambito del panorama sociale,<BR>rivela valenze ambigue di diverso grado: era infatti luogo di<BR>elezione per perpetrare non solo infami delitti, ma anche<BR>grottesche cerimonie a discapito di qualche sfortunato marito<BR>tradito dalla moglie, che, a titolo di pubblica infamia, subiva<BR>oltretutto l'offesa di essere scaraventato nel fiume.<BR>Un ponte inaugurato a Pozzuoli si trasformò altresì in una<BR>virtuale struttura teatrale per un macabro spettacolo a<BR>sorpresa, offerto da Caligola, che fece buttare i partecipanti a<BR>mare, almeno a prestare fede a quanto scrive Svetonio (Vita Gaii<BR>63<BR>Caesaris, 23 prelevabile dal sito http://www.gmu.edu/departments/<BR>fld/CLASSICS/suet.caesar).<BR>La necessità di perfezionare le strategie comunicative per<BR>accusare qualcuno pubblicamente, reperiva dunque validi<BR>strumenti nelle iscrizioni, ma anche nei carmina famosa o<BR>cantica, declamati in pubblico. In alternativa era possibile<BR>affiggere un libello diffamatorio in un luogo molto frequentato<BR>o organizzare un convicium, una sorta di corteo oltraggioso e<BR>schiamazzante, ai danni di debitori recidivi. Insomma si<BR>trattava di ritualizzare il sarcasmo, per rendere manifesto a<BR>ciascuno il torto subito o per far esplodere il pubblico disprezzo<BR>contro qualche malcapitato. Il tutto era spettacolarizzato<BR>mediante una simbologia allusiva delle sventure che avevano<BR>colpito i reietti.<BR>Sovente il convicium è incentrato sul rituale declamatorio del<BR>disamore. E appunto il tema del disamore collega in modo<BR>intenzionale una composizione di Charles Bukowski, Tothe whore<BR>who took my poems (http://realbeer.com/ buk/bio.html#poems),<BR>al carmen XLII di Catullo, Adeste hendecasyllabi, quot estis,<BR>(prelevabile dal sito http://patriot.net/~lillard/cp/catullus.html#42).<BR>Il timore della morte si associa anche alla paura di essere<BR>dimenticati e in tal senso l'epigrafia funeraria mantiene aperto<BR>un canale comunicativo che, grazie al suo particolare supporto<BR>materiale, sfida la condizione di deperibilità. Egisto, il veloce<BR>corriere di Augusto è morto a causa dell'agguato dei briganti,<BR>una circostanza rammentata in modo piuttosto ricorrente nelle<BR>lapidi provenienti dall'area Reno-Danubiana, come questa in<BR>analisi, originaria di Treviri. L'unica consolazione, per chi si<BR>duole della sorte di Egisto, resta il fatto che, nonostante la<BR>morte abbia sottratto il corpo alla vita, la sua fama è potente e<BR>il suo nome, in quanto pronunciato, sopravvive.<BR>QUI DOLET INTERITUM MENTEM SOLETUR AMORE<BR>TOLLERE MORS VITAM POTUIT POST FATA SUPERSTES<BR>FAMA VIGET PERIIT CORPUS SED NOMEN IN ORE EST<BR>VIVIT LAUDATUR LEGITUR CELEBRATUR AMATUR<BR>NUNCIUS AUGUSTI VELOX PEDE CURSOR ////////<BR>CUI LATIAE GENTIS NOMEN PATRIAEQUE SABINUS<BR>O CRUDELE NEFAS TULIT HIC SINE CARMINE MORTEM<BR>DAMNATUS PERIIT DECEPTUS FRAUDE LATRONUUM<BR>64<BR>NIL SCELUS EGISTI FAMA EST QUAE NESCIT OBIRE<BR>POSUIT TURIUS [CIL XIII, 3689]<BR>Spesso il testo epigrafico si trasforma in una sorta di sfogo<BR>commosso: la vicenda narrata nel documento seguente è una<BR>disperata rievocazione, che associa la funzione emotiva a quella<BR>conativa. Il narratore, un marito la cui consorte è stata uccisa<BR>perché indossava un bracciale d'oro effigiante un drago, si<BR>rivolge con grande sollecitudine al proprio narratario, ossia a<BR>un giovane ipotetico che, se ha a cuore la sicurezza della donna<BR>amata, deve evitare di regalarle gioielli preziosi.<BR>QUICUMQUE LEGIS TITULUM IUVENIS QUOI SUA CARAST<BR>AURO PARCE NIMIS VINCIRE LACERTOS<BR>ILLA LICET COLLO LAQUEATOS INLIGET ARTUS<BR>ET ROGET UT MERITIS PRAEMIA DIGNA FERAT<BR>VESTITU INDULGE SPLENDENTEM SUPPRIME CULTUM<BR>SIC PRAEDO HINC ABERIT NEQ. ADULTER ERIT<BR>NAM DRACO CONSUMPSIT DOMINA SPECIOSUS ABARTUS SIC<BR>INFIXUMQ. VIRO VOLNUS PERPETUUMQ. DEDIT. [CIL VI, 5302]<BR>Le epigrafi offrono una densa rappresentatività delle<BR>componenti sociali e il più delle volte prendono a pretesto la<BR>morte, per svelare le incertezze e gli aspetti insidiosi<BR>dell'esistenza: il fatto di scrivere sulla pietra le parole latro o<BR>praedo non riflette soltanto una semplice volontà cronachistica,<BR>o di avvertimento, ma esprime al contempo una funzione di<BR>bloccaggio del pericolo e di troncamento del male, come del<BR>resto suggerisce il significato traslato del verbo incidere.<BR>In base ad una superstizione, ricordata anche da Cicerone,<BR>si credeva che chi leggeva troppe epigrafi corresse il rischio di<BR>perdere la memoria: "Equidem non modo eos novi qui sunt sed<BR>eorum patres etiam et avos nec sepulcra legens, vereor, quod<BR>aiunt ne memoriam perdam: his enim legendis in memoriam<BR>redeo mortuorum". (Cicerone, De senectute, VII, 21:<BR>http://patriot.net/~lillard/cp/cic.senectute.html#7)<BR>Tale superstizione, insignificante e trascurabile a livello<BR>denotativo, nel suo grado attributivo più specifico rivela l'aura<BR>magica che gli antichi riconoscevano alle iscrizioni, perché,<BR>varcando la soglia della altrui esistenza, si metteva a<BR>repentaglio il controllo sulla propria identità personale.<BR>65<BR>Non è peraltro irrilevante il fatto che i testi fossero<BR>pronunciati ad alta voce e ciò comportava una fascinosa<BR>ripetizione dei medesimi formulari ricorrenti.<BR>Inoltre, fin dai tempi più antichi, le pietre, ossia il supporto<BR>delle epigrafi, erano considerate sacre: lungo le strade<BR>preistoriche della Grecia esistevano i cosiddetti tumuli della<BR>fertilità, dove le donne accatastavano ciottoli, che veneravano<BR>con offerte di fiori.<BR>Residui della tradizione popolare sono oltretutto riscontrabili<BR>anche nelle favole mitologiche, ad esempio, le famose "ossa della<BR>terra" lanciate da Deucalione e Pirra per generare una nuova<BR>stirpe umana dopo il diluvio (http://www.gmu.edu/departments/<BR>fld/CLASSICS/hyginus.html#deucalion).<BR>La lapide può anche rappresentare lo strumento potente che<BR>rende palese l'infelicità del defunto. Nell'iscrizione di Grattius,<BR>ucciso all'età di ventitré anni, l'espressione infelix, con la sua<BR>accezione passiva sottolinea infatti il malinconico distacco<BR>dall'esistenza, ma al contempo diviene agentivo promettitore di<BR>sventure contro chi ha causato la morte (http://www.rz.uni-frankfurt.<BR>de/~clauss/Inschriften/AE/ae1901.txt). La violenza comunicativa<BR>esplode, dopo che sono stati sottolineati alcuni particolari di<BR>tenera umanità, simbolo della giovinezza: "appena mi ero<BR>rasato la prima barba". Il messaggio si trasforma pertanto in<BR>una maledizione, scandita con figura di climax: l'assassino<BR>possa morire tra atroci tormenti, sia arrestato e infine paghi<BR>ciò che ha meritato.<BR>HIC EGO NUNC IACEO GRATTIUS INFELIX SUB TEGMINE TERRAE<BR>BARBA DEPOSITA PERAGENS TERTIUM ET VICESIMUM ANNUM<BR>INFELIX INDIGNE SUBIECTUS ACERBE MORTE NEFANDA<BR>OCCISUS CALCE ET MANIBUS EXTRA FATUM PROTRUSUS IN HAS<BR>TENEBRAS HOC OPTO: MORIARE MALIS EXEMPLIS CRUCIATUS ET<BR>IPSE<BR>NEC TE NUNC LICEAT QUO ME PRIVASTI LUMEN VIDERE<BR>ET TU DES POENAS QUAS MERUISTI DEFENSUS INIQUE<BR>La credenza superstiziosa ha affidato alla consistenza del<BR>supporto lapideo una grande varietà di formule, che lasciano<BR>trapelare tecniche di trasferimento, allo scopo di esorcizzare<BR>una malattia, allontanandola da un uomo e dirigendola verso<BR>qualche corpo inanimato.<BR>66<BR>Peraltro il controllo delle forze segrete, che regolano la vita<BR>del cosmo, si esprime attraverso rituali magici collettivizzati e<BR>dunque condivisi, come quello del clavus: un singolare modo di<BR>inchiodare il tempo, fissandolo una volta per tutte ad una<BR>parete sacra, mediante, appunto, un chiodo. Livio rammenta<BR>questa pratica, allorché, nel 331 a.C., alcune mulieres<BR>causarono la morte di molti importanti cittadini romani; dopo<BR>essere state scoperte, centosettanta matrone furono<BR>condannate e la parola fine, per concludere simbolicamente<BR>l'inquietante vicenda, fu decretata con un clavus (Ab Urbe<BR>condita, VIII, 18, ).<BR>Il materiale epigrafico consente dunque di esplorare una<BR>variegata rappresentatività delle componenti socio-culturali,<BR>documentando persino le pratiche popolari della superstizione<BR>elementare, come si rileva in questo scongiuro contro l'orzaiolo,<BR>che rapporta la crescita del morbo a un animale infecondo,<BR>la mula, e alla improduttività della pietra. Il testo<BR>(http://www.recmusic.org/lieder/m/marcellus) si ritrova anche nella<BR>raccolta di Marcello Empirico, De medicamentis, 8, 191<BR>NEC MULA PARIT NEC LAPIS LANAM FERT NEC HUIC MORBO<BR>CAPUT CRESCAT AUT SI CREVERIS TABESCAT<BR>Svariata è la gamma dei sortilegi, che asseconda sentimenti<BR>d'odio, d'amore e persino la sfrenata passione per il gioco, come<BR>dimostra una imprecazione rinvenuta nel territorio di<BR>Cartagine. La sezione di Noctes Gallicanae dedicata alle<BR>tabellae defixionum (http://www.noctes-gallicanae.org/Epigraphie/<BR>envoutements.htm), riporta il sortilegio sotto trascritto, inciso<BR>allo scopo di rendere inabili alla corsa i cavalli verdi e bianchi.<BR>ADIVRO TE DEMON QVI<BR>CVNQVE ES ET DEMANDO TI<BR>BI EX ANC ORA EX ANC DI<BR>E EX OC MOMENTO VT EQVOS<BR>PRASINI ET ALBI CRVCIES<BR>OCIDAS ET AGITATORE CLA<BR>RVM ET FELICE ET PRIMV<BR>LVM ET ROMANVM OCIDAS<BR>67<BR>COLLIDA NEQVE SPIRITVM<BR>ILLIS RELINQVAS ADIVRO TE<BR>PER EVM QVI TE RESOLVIT<BR>TEMPORIBVS DEVM PELAGI<BR>CVM AERIVM IAO IASDAO<BR>OSRIO LAHIA<BR>Il sito fornisce lo scioglimento delle abbreviature, pertanto il<BR>testo risulta essere il seguente: "Adiuro te daemon, quicumque<BR>es, et demando tibi ex hanc hora ex hanc die ex hoc momento<BR>ut equos Prasini et Albi crucies, occidas et agitatores Clarum et<BR>Felicem et Primulum et Romanum occidas, collidas, neque<BR>spiritum illis relinquas. Adiuro te per eum qui te resolvit<BR>temporibus, deum pelagicum aerium Iao Iasdao Osrio Lahia !"<BR>(AE 1902, 0054)<BR>Segue una traduzione francese, che può suggerire<BR>interessanti spunti in sede di analisi contrastiva, se comparata<BR>all'originale insieme ad una traduzione italiana. "Je te conjure,<BR>démon, quel que soit ton nom, et je te supplie à compter de<BR>cette heure, de ce jour, de cet instant, de rendre malades et de<BR>tuer les chevaux Verts et Blancs, et de tuer les cochers Clarus,<BR>Felix, Primulus et Romanus , de les faire se percuter et de ne<BR>pas leur laisser la vie sauve. Je t’en conjure au nom de celui qui<BR>s’est acquitté envers toi au moment fixé, toi, dieu marin aérien.<BR>Iao Iasdao Osrio Lahia !"<BR>La pratica magica delle defixionum tabellae, severamente<BR>proibita e pertanto punita con la morte per crocifissione, è<BR>ricordata nell'iscrizione sotto riportata. Elio Proculino, tribuno<BR>della III legione Augusta e marito di Ennia Fruttuosa,<BR>denuncia che la propria consorte è stata condotta alla morte, in<BR>quanto carminbus defixa: chi ha operato con le formule della<BR>magia nera, incise su lamina di piombo, l'ha resa muta e le ha<BR>sottratto gradatamente la forza vitale.<BR>QUAE FUERUNT PRAETERITAE VITAE<BR>TESTIMONIA NUNC DECLA<BR>RANTUR HAC SCRIPTURA POSTRE<BR>MA HAEC SUNT ENIM MORTIS<BR>SOLACIA UBI CONTINETUR NOM[I]NIS<BR>VEL GENERIS AETERNA MEMO<BR>RIA ENNIA HIC SITA EST FRUCTU<BR>68<BR>OSA KARISSIMA CONIUX CERT<BR>AE PUDICITIAE BONOQUE OBSE<BR>QUIO LAUDANDA MATRONA<BR>XV ANNO MARITI NOMEN ACCE<BR>PIT IN QUO AMPLIUS QUAM XIII<BR>VIVERE NON POTUIT QUAE NON<BR>UT MERUIT ITA MORTIS SORTEM<BR>RETULIT CARMINBUS DEFI<BR>XA IACUIT PER TEMPORA MU<BR>TA UT EIUS SPIRITUS VI<BR>EXTORQUERETUR QUAM<BR>NATURAE REDDERETUR<BR>CUIS ADMISSI VEL MA<BR>NES VEL DI CAELESTES E<BR>RUNT SCELERIS VINDICES<BR>AELIUS HAEC POSUIT PROCU<BR>LINUS IPSE MARITUS LEGIO<BR>NIS TANTAE III AUGUSTAE<BR>TRIBUNUS [CIL VIII, 2756]<BR>Le epigrafi possono persino offrire un canale comunicativo<BR>aperto, per un messaggio suscettibile di modificazioni da parte<BR>del dedicante, nel corso del tempo. Il significato del documento<BR>sotto trascritto si è progressivamente diversificato, attraverso<BR>successivi interventi, ad opera dei lapicidi. Entrambi gli<BR>specchi della lastra sono incisi; nella parte anteriore, il nome<BR>che compariva a conclusione della quarta riga è stato abraso,<BR>secondo la pratica della damnatio memoriae. L'iscrizione sul<BR>verso presenta lettere con caratteri differenti, che si presume<BR>siano state aggiunte in seguito. La prima parte del documento<BR>contiene la dedica a ricordo della bimba Giunia Procula, morta<BR>all'età di otto anni, undici mesi e cinque giorni. L'altro testo ha<BR>funzione di stigmata, ossia di marchio d'infamia contro la<BR>liberta Atte, avvelenatrice, perfida traditrice e dura di cuore.<BR>Benché fosse stata affrancata gratuitamente, per seguire il<BR>proprio amante, Atte ingannò l'anziano padrone ammalato, gli<BR>sottrasse l'ancella e il fanciullo che lo assistevano, riducendolo<BR>alla disperazione. Come si era già notato a proposito del "tempo<BR>inchiodato", anche in questo caso è menzionato un clavus, che,<BR>insieme a corda di sparto e pece bollente, enfatizza il tono<BR>terribile della maledizione.<BR>69<BR>DIS MANIBUS<BR>IUNIAE M.F. PROCULAE VIXIT ANN.VIII M. XI D. V MISEROS<BR>PATREM ET MATREM IN LUCTU RELIQUID FECIT M.<BR>IUNIU[S...] EUPHROSYNUS SIBI ET ////////<BR>TU SINE FILIAE ET PARENTIUM IN U[NO OSSA]<BR>REQUESCANT QUIDQUID NOBIS FECERIS IDEM TIBI SPERES<BR>MIHI CREDE TU TIBI TESTIS [ERIS]<BR>HIS STIGMATA AETERNA ACTE LIBERTAE SCRIPTA SUNT VENE<BR>NARIAE ET PERFIDAE DOLOSA DURI PECTORIS<BR>CLAVOM ET RESTEM SPARTEAM UT SIBI COLLUM ALLIGET<BR>ET PICEM CANDENTEM PECTUS MALUM COMMURAT SUUM<BR>MANUMISSA GRATIS SECUTA ADULTERUM<BR>PATRONUM CIRCUM SCRIPSIT ET MINISTOS ANCILLAM ET<BR>PUERUM LECTO IACENTI PATRONO ABDUXIT<BR>UT ANIMO DESPONDERET SOLUS RELICTUS SPOLIATUS SENEX<BR>E[T] HYMNO [ET] EADE STIMATA SECUTIS ZOSIMUM [CIL VI,<BR>20905]<BR>Per stabilire una relazione tra le due iscrizioni, valgono solo<BR>le congetture: si può, ad esempio, supporre che il nome abraso<BR>sia quello di Atte e immaginare che ella sia stata concubina del<BR>patrono Giunio Eufrosino, genitore di Giunia Procula.<BR>La ricostruzione, a volte un po' fantasiosa, delle storie<BR>implicate dalla scrittura epigrafica, costituisce un ulteriore<BR>livello per una lettura potenziale del testo.<BR>Peraltro ripercorrere per via indiziaria il momento focale di<BR>un gruppo familiare, o di una singola esistenza, può fornire la<BR>chiave di accesso ad una particolare forma d'indagine<BR>microstorica, attenta al dato evenemenziale e perciò non esente<BR>dal rischio d'indeterminazione. Tuttavia questo modo di<BR>procedere è in certa misura promettente, in quanto aspira ad<BR>accogliere tra i suoi reperti anche sentimenti e comportamenti<BR>individuali.<BR>Inoltre questa tipologia di scrittura estrema conserva una<BR>cifra molto umana, che consente al lettore di perlustrare<BR>memorie non sue "senza sentirsi inopportunamente sollecitato<BR>70<BR>a meditare sul lato grottesco delle nostre pretese di prestigio<BR>postumo"2.<BR>2 Henry James, L'inquilino fantasma, trad. M.L. Castellani Agosti,<BR>Einaudi, Torino 1992.<BR>71<BR>6. Archeologia<BR>6.1 Risorse generali<BR>Academic info: Archeology Resources<BR>http://www.academicinfo.net/archy.html<BR>A cura di Mike Madin, una lista di risorse per lo studio della<BR>archeologia (digital library, museums, archaeometry, ecc..).<BR>Archeodunum<BR>http://www.archeodunum.ch/Presentation.htm<BR>A salvaguardia del patrimonio artistico, questo istituto di<BR>ricerca produce ricostruzioni informatiche di necropoli e di<BR>piante di città, nelle quali sono riconoscibili gli insediamenti<BR>appartenenti a periodi storici diversi.<BR>Archeologia Italiana<BR>http://www.archeologia.com/homefrm.htm<BR>La rassegna di Ivan Boni comprende le seguenti rubriche:<BR>notiziario, bibliografia, documenti, luoghi, libri e riviste, enti e<BR>musei, mostre, convegni, biblioteca, bibliofilia, occasioni di<BR>scavo, giochi e curiosità.<BR>72<BR>Archaeology: the WWWorld of Archaeology<BR>http://www.archaeology.org/wwwarky/classical.html<BR>Un elenco di connessioni ad alcune rilevanti risorse, fra le<BR>quali banche dati di immagini.<BR>Archaeological Fieldwork Opportunities<BR>http://www.cincpac.com/afos/testpit.html<BR>A cura di Ken Stuart, offre un servizio informativo per<BR>coloro che cercano opportunità di lavoro nel campo degli scavi<BR>archeologici.<BR>Archaeological Institute of America<BR>http://www.archaeological.org<BR>Questo istituto incoraggia e sponsorizza la ricerca<BR>archeologica e le pubblicazioni dedicate alla conservazione del<BR>patrimonio. Si tratta di una organizzazione culturale ed<BR>educativa, senza fini di lucro, che vanta, nel mondo, più di<BR>10.000 aderenti.<BR>Archaeology and Architecture<BR>http://www.xs4all.nl/~mkosian/#WEB-SITES<BR>Pagina contenente informazioni utili per l'archeologia<BR>europea, specialmente per quella riguardante il Mediterraneo,<BR>che rimanda inoltre a molti interessanti links a web-sites<BR>dedicati ad archeologia e architettura.<BR>Archaeology: an Introduction<BR>http://www.staff.ncl.ac.uk/kevin.greene/wintro/<BR>Oltre a fornire una rassegna tematica di risorse elettroniche<BR>ad arricchimento del proprio saggio Archaeology: an<BR>Introduction (1995), Kevin Greene indica alcuni ottimi ausili<BR>per i neofiti del web: Archeology on the Internet, articoli di<BR>Jonathan Moffett (Ashmolean Museum, Oxford) e di Steve<BR>Platt.<BR>Archäologie online Guide<BR>http://www.archaeologie-online.de/links/<BR>Raccoglie 2469 connessioni per 492 categorie tematiche.<BR>73<BR>ArchART: The Web of Archaeology and Art Images<BR>http://www.archart.it<BR>Una banca dati interamente dedicata alle immagini di arte e<BR>archeologia, a cura di Giovanni Lattanzi. Si possono anche<BR>reperire le documentazioni fotografiche di alcune rilevanti<BR>mostre archeologiche.<BR>ArchNet<BR>http://archnet.asu.edu/<BR>Curato da Thomas Plunkett e Jonathan Lizee, questo server<BR>agevola l'accesso alle risorse archeologiche catalogate in base<BR>all'area geografica e al soggetto, comprendendo informazioni<BR>anche a carattere etno-antropologico.<BR>ARGE, Archaeological Resource Guide for Europe<BR>http://odur.let.rug.nl/arge<BR>È la sezione archeologica della World Wide Web Virtual<BR>Library per l'Europa, curata da Martijn van Leusen e Sara<BR>Champion. Questo database, che contiene links a risorse<BR>accuratamente vagliate, ripartisce le informazioni in base<BR>all'area geografica, al soggetto e ai periodi storici.<BR>Art History Resource on the Web<BR>http://witcombe.sbc.edu/ARTHLinks.html<BR>Christopher L. C. E. Witcombe (Sweet Briar College) ha<BR>predisposto un ragguardevole numero di connessioni che<BR>consentono di acquisire immagini concernenti un arco di tempo<BR>che va dalla preistoria all'età contemporanea.<BR>74<BR>ArtServe<BR>http://rubens.anu.edu.au/<BR>Ad opera di Michael Greenhalgh (Australian National<BR>University) 16.000 fotografie di arte e architettura in<BR>prevalenza dedicati alla civiltà mediterranea.<BR>Assonet<BR>http://www1.mclink.it/assoc/assonet/assonet.htm<BR>Articoli relativi alla archeologia subacquea.<BR>British &amp; Irish Archaeological Bibliography (BIAB)<BR>http://www.britarch.ac.uk/biab<BR>Archeologia, edifici storici, archeologia marittima e<BR>industriale, storia ambientale e problematiche inerenti la<BR>conservazione della cultura materiale; particolare risalto<BR>riservato all'ambito culturale di Irlanda e Inghilterra.<BR>Classics and Mediterranean Archaeology Home Page<BR>http://rome.classics.lsa.umich.edu/welcome.html<BR>Il server, curato da Sebastian F.S. Heath (Università del<BR>Michigan), riporta links alle risorse di rete che riguardano<BR>classicisti e archeologi interessati allo studio della cultura<BR>Mediterranea.<BR>CSA, the Center for the Study of Architecture/Archaeology<BR>http://csanet.org/index.html<BR>Il centro promuove l'uso delle tecnologie digitali al servizio<BR>di architettura, storia, archeologia e discipline correlate.<BR>EMuseum - Archaeology Group<BR>http://www.anthro.mankato.msus.edu/archaeology/index.shtml<BR>A cura del Minnesota State University Emuseum, una<BR>introduzione alla disciplina.<BR>Exhibition Mount of Amphorae: The Mount Testaccio in<BR>Rome<BR>http://www.ub.es/CEIPAC/MOSTRA/u_main.htm<BR>Il Monte Testaccio è una collina artificiale ubicata entro il<BR>tracciato delle mura Aureliane a Roma. Ha un perimetro di<BR>oltre un chilometro e una altezza massima di oltre 45 metri<BR>sopra il livello del mare. La collina è costituita da milioni di<BR>anfore: questo sito ne ricostruisce in modo avvincente la storia.<BR>75<BR>Hemea Heuristiek Mediterranean Archeologie<BR>http://members.tripod.lycos.nl/hemea/hemea.html<BR>A cura di Stephan Hacken, una amplissima guida dedicata<BR>alle civiltà sviluppatesi nell'ambito del bacino del<BR>Mediterraneo.<BR>Histoire de l'art et l'archeologie du monde gréco-romain<BR>sur Internet<BR>http://www.ulg.ac.be/archgrec/00res.archeo.html<BR>Redatto da Robert Laffineur (Università di Liegi), il sito è<BR>destinato ad archeologi e studiosi dell'arte classica, data la<BR>ricchezza di collegamenti ai servers preposti alla ricerca in tali<BR>ambiti disciplinari.<BR>Horace's Villa Project<BR>http://www.humnet.ucla.edu/horaces-villa<BR>Dedicato alla villa di Orazio nei pressi di Licenza, il progetto<BR>coinvolge l'American Academy di Roma, la Soprintendenza<BR>archeologica per il Lazio e il Ministero italiano della cultura.<BR>Voice of the Shuttle: Archaeology Page<BR>http://vos.ucsb.edu/shuttle/archaeol.html<BR>Questo meta-index, curato da Alan Liu (Università di<BR>California, Santa Barbara), fornisce un costante aggiornamento<BR>in merito al reperimento di materiali concernenti l'archeologia;<BR>le categorie che rimandano ai diversi links sono così distribuite:<BR>risorse generali, siti archeologici, progetti, musei, conservazione<BR>storica, giornali, dipartimenti e relativi programmi, syllabi e<BR>risorse per l'insegnamento, listservs e newsgroups, conferenze.<BR>A Guide to Underwater Archaeology Resources on the<BR>Internet<BR>http://www.pophaus.com/underwater<BR>A cura della Graduate School of Library and Information<BR>Science, University of Texas, Austin. Le aree tematiche sono<BR>costituite dalle seguenti sezioni: istituti e dipartimenti di<BR>archeologia subacquea, musei e siti, storia della navigazione,<BR>newsletters e liste di discussione, strumenti per l'archeologia<BR>subacquea (informazioni cartografiche, meteorologiche e<BR>oceanografiche on line).<BR>76<BR>Janiculum Mills Excavations:Roman water-mills on the<BR>Janiculum Hill, Rome.<BR>http://users.ox.ac.uk/~corp0057/JaniculumMills.html<BR>Per invito della American Academy di Roma, grazie alla<BR>autorizzazione delle Soprintendenza Archeologica di Roma, nel<BR>1998 è stata realizzata questa campagna di scavo per indagare<BR>un complesso di mulini ad acqua localizzati sulla collina del<BR>Gianicolo.<BR>Learning to Read Rome's Ruins<BR>http://sunsite.unc.edu/expo/vatican.exhibit/exhibit/barcheology/<BR>Archaeology.html<BR>Il sito documenta l'interesse crescente nei confronti della<BR>archeologia romana nel periodo tra il 1450 e il 1600. Per<BR>quanto concerne la sezione The origins of Archeology, sono<BR>presentati alcuni trattati delle collezioni Vaticane: Giovanni<BR>Mansionario, Historia imperialis, Cristoforo Buondelmonti,<BR>Liber insularum archipelagi, Poggio Bracciolini, De varietate<BR>fortunae, Pomponio Leto, Lectures on Varro.<BR>Links<BR>http://www.cnr.it<BR>Guida alle risorse che la rete offre sul mondo etrusco e<BR>sull'Italia preromana, approntata dal CNR.<BR>Mnemotrix ArchaeoSearch DataBase of Ancient Near<BR>East and Classical Studies<BR>http://www.mnemotrix.com/arch<BR>Un database realizzato in collaborazione con il dottor Aren<BR>Maeir (Institute of Archaeology, Bar Ilan University, Israel),<BR>per ricerche nell'ambito della cultura del vicino Oriente e degli<BR>studi classici.<BR>77<BR>Notiziario di archeologia italiana<BR>http://www.unife.it/notes/ital.htm<BR>Sito di Antonio Guerreschi (Università di Ferrara), che<BR>vanta le seguenti rubriche: congressi e riunioni, mostre, varie,<BR>novità bibliografiche, paleolitico inferiore, paleolitico medio,<BR>paleolitico superiore, mesolitico, neolitico, età del rame, del<BR>bronzo e del ferro.<BR>PIB's Archaeology Page<BR>http://www.pibburns.com/archaeo.htm<BR>Un meta-index che fornisce links riguardanti la ricerca<BR>archeologica in Africa, Asia, Europa e America (Carbon Dating,<BR>Dendrochronology, ecc..).<BR>Pomoerium: Classic Links Archaeology and Technology<BR>http://www.pomoerium.com/links/archaeol.htm<BR>A cura di Ryszard Pankiewicz, che fornisce anche un'utile<BR>rassegna bibliografica.<BR>Pompeii Forum Project : CAD and the reconstruction of<BR>Pompeii<BR>http://jefferson.village.virginia.edu/iath/treport/autocad.html<BR>Progetto interdisciplinare iniziato nel 1988, è frutto della<BR>ricerca collaborativa tra National Endowment for the<BR>Humanities (University of Virginia) e alcuni privati. Le<BR>ricostruzioni del forum di Pompei sono state realizzate in CAD.<BR>Obiettivo del progetto è stata l'elaborazione di un modello<BR>tridimensionale non solo del forum, ma anche delle differenti<BR>fasi di costruzione, basate sulle ricerche di John Dobbins.<BR>78<BR>Princeton Encyclopedia of Classical Sites<BR>http://www.perseus.tufts.edu/PR/pecs.ann.html<BR>Versione web della Princeton Encyclopedia of Classical Sites<BR>(PECS), l'opera di Richard Stillwell, pubblicata nel 1976 dalla<BR>Princeton University Press. Comprende oltre 5.000 articoli<BR>dedicati ai siti archeologici Greco-Romani e relativa bibliografia,<BR>con un corredo fotografico di 4.400 immagini di siti Romani.<BR>RomanSites<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/<BR>RomanSites*home.html Questa è una sezione di Lacus<BR>Curtius (cfr. Risorse generali), il progetto curato da Bill Thayer<BR>(Università del Kansas). Accessibile anche in traduzione<BR>italiana, francese e spagnola, il sito fornisce oltre 1300<BR>rimandi, con una ripartizione per aree tematiche e geografiche.<BR>Romarch: Roman art and archaeology<BR>http://acad.depauw.edu/romarch/<BR>Frutto della collaborazione tra l'Università del Michigan e<BR>Pedar W. Foss (Università di Cincinnati), le pagine di<BR>ROMARCH risultano essere l'intersezione tra le risorse<BR>concernenti l'archeologia d'Italia e delle province romane, per<BR>un arco cronologico esteso, all'incirca, dal 1000 a.C. fino al 700<BR>d.C.; la sezione Acta tempestiva informa a proposito delle<BR>scoperte più recenti. È sicuramente una tra le più aggiornate<BR>guide online.<BR>Scottish Archaeological Forum (SAF)<BR>http://super3.arcl.ed.ac.uk/saf<BR>Il forum è sorto nel 1969 nell'intento di promuovere ogni<BR>opportunità di discutere e confrontare le nuove scoperte<BR>nell'ambito dell'archeologia.<BR>The "Palace" of Diocletian at Split<BR>http://sunsite.unc.edu/ expo/ palace.exhibit/intro.html<BR>Il modello virtuale, progettato da Michael Greenhalgh<BR>(Department of Art History, Australia National University),<BR>consente di esplorare le diverse aree che rappresentano il<BR>palazzo di Diocleziano a Spalato; cliccando su uno degli edifici<BR>colorati, compaiono le informazioni correlate.<BR>79<BR>The Second Campaign of Excavations: Chianciano Terme<BR>http://www.coh.arizona.edu/terme<BR>Campagna di scavo a Chianciano, nella località denominata<BR>Mezzomiglio, diretta dal professor David Soren (University of<BR>Arizona) che ha organizzato anche la precedente campagna a<BR>Lugnano (http://www.coh.arizona.edu/lugnano/Lugnano.html)<BR>Welcome to ArtServe The Australian Nationl University:<BR>Art &amp; Architecture mainly from the Mediterranean<BR>Basin<BR>http://rubens.anu.edu.au<BR>Il server dispone di oltre 130.000 immagini.<BR>Roma, Museo della Civiltà Romana<BR>80<BR>6.2 Ipotesi di percorso didattico<BR>6.2.1 La villa romana<BR>Si tratta di verificare l'importanza della villa nel sistema<BR>produttivo romano, distinguendo gli aspetti economici e le<BR>componenti estetiche dell'edificio, a partire dalla lettura dei<BR>testi degli autori. Nel 37 a. C., Varrone metteva a confronto<BR>una villa rustica con una villa nel Campo Marzio, arricchita di<BR>opere d'arte. Nel primo caso gli aspetti rilevanti della villa<BR>vertono sulle funzioni agricole, nel secondo sugli aspetti<BR>edonistici dell'abitare che hanno completamente sovvertito le<BR>caratteristiche dell'edificio concepito dagli avi: "denique quid<BR>tua habet simile villae illius, quam tuus avos ac proavos<BR>habebat?" (Marcus Terentius Varro, De re rustica, III, 2).<BR>Per valutare la funzione delle ville attraverso le<BR>testimonianze archeologiche, si rimanda al sito che fornisce<BR>un'ampia documentazione sull'insediamento di Boscoreale<BR>(http://www.ininterland.it/ininterland/comuni/breale/boscoreale.htm),<BR>alla periferia settentrionale di Pompei.<BR>Tra le dimore di Boscoreale, desta particolare interesse Villa<BR>Regina, perché sono ancora riconoscibili i locali destinati alla<BR>lavorazione dei prodotti agricoli: il torcularium (locale per il<BR>torchio), costruito secondo i dettami catoniani, un locale adibito<BR>a deposito del fieno, una corte pavimentata di cocciopesto, che<BR>fungeva da area di lavoro, e la cella vinaria provvista di 18<BR>dolii.<BR>Peraltro nei testi antichi la designazione di villa è spesso<BR>associata al termine horti, laddove si voglia enfatizzare, come<BR>aspetto di rilevante attrattiva, la presenza del giardino.<BR>"In XII tabulis legum nostrarum nusquam nominatur villa,<BR>semper in significa- tione ea hortus, in horti vero heredium;<BR>quam ob rem comitata est et religio quaedam, hortoque et foro<BR>tantum contra invidentium effascinationes dicari videmus in<BR>remedio saturica signa, quamquam hortos tutelae Veneris<BR>adsignante Plauto. iam quidem hortorum nomine in ipsa urbe<BR>delicias agros villasque possident. primus hoc instituit Athenis<BR>Epicurus otii magister; usque ad eum moris non fuerat in<BR>oppidis habitari rura".<BR>81<BR>(Gaius Plinius Secundus, Naturalis historia, XIX, 50-51:<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/L/Roman/T<BR>exts/Pliny_the_Elder/19*.html)<BR>Ville e horti rappresentano pertanto anche luoghi nei quali<BR>si svolge una intensa attività culturale, in senso letterario<BR>oppure filosofico, come doveva accadere nella villa dei Papiri di<BR>Ercolano.<BR>Per una dettagliata ricostruzione concernente le campagne<BR>di scavo dal 1752 in poi, i ritrovamenti dei preziosi papiri e le<BR>notizie riguardanti il rifacimento della villa stessa al J. Paul<BR>Getty Museum in Malibu, si veda The Philodemus Project<BR>(http://www.humnet.ucla.edu/humnet/classics/philodemus/philhome.<BR>htm).<BR>A metà del I sec. d.C., la parola praetorium si affianca a<BR>villa, per designare, in un primo tempo, la sede del pretore e<BR>poi, per traslato, un sontuoso edificio.<BR>L'ipotesi didattica di seguito riportata potrebbe pertanto<BR>rappresentare un conciso segmento di un più ampio progetto di<BR>ricerca, basato sulla lettura dei testi di autore:<BR>- Columella: le partizioni della fattoria, urbanam, rusticam,<BR>fructuariam (De re rustica:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/columella.rr.html);<BR>- Varrone: la costruzione della villa (De re rustica,<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/varro.rr1.html);<BR>- Catone: descrizione delle villae rusticae di Casinum e<BR>Venafrum (De agricoltura:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/cato.agri.html);<BR>82<BR>- Vitruvio: descrizione della villa rustica (De architectura, VI,<BR>6: http://www.intratext.com/y/LAT0188.htm)<BR>- Seneca: descrizione della villa di Scipione l'Africano<BR>(Epistulae, 86:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/seneca.ep.html);<BR>- Cicerone: informazioni a proposito delle sei ville da lui<BR>possedute, che non presentano caratteristiche connesse con<BR>la produzione agricola (Ad Atticum:<BR>http://patriot.net/~lillard/cp/cic.epis.html);<BR>- Svetonio: descrizione della Domus aurea di Nerone (De vita<BR>XII Caesarum, Nero, 31:<BR>http://www.intratext.com/y/LAT0054.htm);<BR>aneddoto di Plinio il Vecchio concernente il pittore Famulus<BR>o Fabullo che era stato imprigionato nella Domus Aurea<BR>(Naturalis Historiae, XXXV, 120:<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/L/Rom<BR>an/Texts/Pliny_the_Elder/35*.html).<BR>Nel nostro caso, la rassegna dei materiali disponibili in rete<BR>parte dalla villa Laurentina, diffusamente descritta da Plinio<BR>(Epistulae, II, 17). L'area dell'edificio è stata localizzata<BR>nell'estate del 1983 presso Torvaianica, nella zona archeologica<BR>di Castelporziano1.<BR>La selezione del testo latino della lettera di Plinio è stata<BR>prelevata al seguente indirizzo:<BR>http://www.splash.it/cultura/latino/plinio_il_giovane/epistularum_lib<BR>ri_decem/index.htm. Le immagini, invece, sono tratte dal sito del<BR>prof. Kenneth Helefand (University of Oregon), History of<BR>landscape Architecture:<BR>http://www.uoregon.edu/~helphand/romepgsone/romepg4.html).<BR>1 Per il resoconto sugli scavi, si rimanda all'articolo di Eugenia<BR>Salza Prina Ricotti, Sul terrazzo odoroso di viole. La scoperta della<BR>villa di Plinio il giovane, pubblicato sulla rivista Archeo (n°54, agosto<BR>1989): l'autrice è infatti l'archeologa cui si deve il riconoscimento dei<BR>resti della villa.<BR>83<BR>C. PLINIUS GALLO SUO S.<BR>(1) Miraris cur me Laurentinum vel -<BR>si ita mavis -, Laurens meum tanto<BR>opere delectet; desines mirari, cum<BR>cognoveris gratiam villae,<BR>opportunitatem loci, litoris spatium.<BR>(2) Decem septem milibus passuum<BR>ab urbe secessit, ut peractis quae<BR>agenda fuerint salvo iam et composito<BR>die possis ibi manere. Aditur non una<BR>via; nam et Laurentina et Ostiensis<BR>eodem ferunt, sed Laurentina a<BR>quarto decimo lapide, Ostiensis ab<BR>undecimo relinquenda est. Utrimque<BR>excipit iter aliqua ex parte<BR>harenosum, iunctis paulo gravius et<BR>longius, equo breve et molle.<BR>(3) Varia hinc atque inde facies; nam<BR>modo occurrentibus silvis via<BR>coartatur, modo latissimis pratis<BR>diffunditur et patescit; multi greges<BR>ovium, multa ibi equorum boum<BR>armenta, quae montibus hieme<BR>depulsa herbis et tepore verno<BR>nitescunt. Villa usibus capax, non<BR>sumptuosa tutela. (4) Cuius in prima<BR>parte atrium frugi, nec tamen<BR>sordidum; deinde porticus in D<BR>litterae similitudinem circumactae,<BR>quibus parvola sed festiva area<BR>includitur. Egregium hac adversus<BR>tempestates receptaculum; nam<BR>specularibus ac multo magis<BR>imminentibus rectis muniuntur.<BR>(5) Est contra medias cavaedium<BR>hilare, mox triclinium satis<BR>pulchrum, quod in litus excurrit ac si<BR>quando Africo mare impulsum est,<BR>fractis iam et novissimis fluctibus<BR>leviter alluitur. Undique valvas aut<BR>fenestras non minores valvis habet<BR>atque ita a lateribus a fronte quasi<BR>tria maria prospectat; a tergo<BR>cavaedium porticum aream porticum<BR>rursus, mox atrium silvas et<BR>84<BR>longinquos respicit montes. (6) Huius<BR>a laeva retractius paulo cubiculum<BR>est<BR>amplum, deinde aliud minus quod<BR>altera fenestra admittit orientem,<BR>occidentem altera retinet; hac et<BR>subiacens mare longius quidem sed<BR>securius intuetur. (7) Huius cubiculi<BR>et triclinii illius obiectu includitur<BR>angulus, qui purissimum solem<BR>continet et accendit. Hoc<BR>hibernaculum, hoc etiam gymnasium<BR>meorum est; ibi omnes silent venti,<BR>exceptis qui nubilum inducunt, et<BR>serenum ante quam usum loci<BR>eripiunt. (8) Annectitur angulo<BR>cubiculum in hapsida curvatum, quod<BR>ambitum solis fenestris omnibus<BR>sequitur. Parieti eius in bibliothecae<BR>speciem armarium insertum est, quod<BR>non legendos libros sed lectitandos<BR>capit.<BR>(9) Adhaeret dormitorium membrum<BR>transitu interiacente, qui suspensus<BR>et tubulatus conceptum vaporem<BR>salubri temperamento huc illuc<BR>digerit et ministrat. Reliqua pars<BR>lateris huius servorum libertorumque<BR>usibus detinetur, plerisque tam<BR>mundis, ut accipere hospites possint.<BR>[...]<BR>In alcuni casi, la dimora privata associa le proprie valenze<BR>estetiche con l'ideologia politica, come accade nel sontuoso<BR>suburbano della imperatrice Livia, denominato ad gallinas<BR>albas, costruito tra il 20 e il 10 a.C., in località Prima Porta, 15<BR>chilometri a nord di Roma. Una sala sotterranea è decorata con<BR>affreschi a giardino, la cui diffusione, secondo la testimonianza<BR>di Vitruvio (De Architectura, V, 6, 9), è ricollegabile alla<BR>tradizione del dramma satiresco, perché le sue scenografie<BR>campestri erano trasformate in modo tale da assomigliare a<BR>giardini, piuttosto che a paesaggi selvaggi. A livello connotativo,<BR>la lussureggiante natura, peraltro ricollegabile al fregio<BR>fitomorfo dell'Ara Pacis di Augusto, sta a simboleggiare la<BR>85<BR>fecondità e la prosperità garantite dalla lungimirante azione di<BR>governo dell'imperatore.<BR>A proposito della villa di Livia si rimanda alle pagine di<BR>Peter Liljenstolpe and Allan Klynne (Uppsala University):<BR>http://www.arkeologi.uu.se/primaporta.<BR>Poiché la rete fornisce molto materiale concernente le<BR>località archeologiche, anche in ragione della promozione<BR>turistica che interessa Lazio e Campania, non sarà difficile<BR>coniugare la ricerca didattica con la preparazione di una visita<BR>guidata. Si rimanda pertanto, a scopo esemplificativo, alle<BR>schede di Roberto Trama, per la villa Jovis che l'imperatore<BR>Tiberio fece costruire a Capri. Ogni scheda è accompagnata da<BR>fotografie che sono correlate ad una mappa sensibile.<BR>(http://www.capriweb.com/Capri/VillaJovis/jovindice.html).<BR>Una bibliografia d'orientamento generale, con collegamenti<BR>alle risorse di rete che interessano le diverse regioni d'Italia, è<BR>stata ancora una volta approntata grazie alla infaticabile<BR>attività di Alessandro Cristofori (Università di Bologna): tale<BR>rassegna costituisce un impareggiabile punto di partenza<BR>(http://www.economia.unibo.it/dipartim/stoant/rassegna1/archit.<BR>html).<BR>87<BR>7. Teatro<BR>7.1 Risorse generali<BR>The Roman Theatre: 283 Web Links<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Gazetteer/<BR>Periods/Roman/Topics/Architecture/Structures/theatres/links*.html<BR>Lacus Curtius, a cura di Bill Thayer, fornisce una<BR>selezione di 283 indirizzi; ciascuno di essi è descritto in modo<BR>sintetico, ma esauriente. Esiste una versione italiana di<BR>questo sito.<BR>DIDASKALIA: Introduction to Ancient Theater<BR>http://didaskalia.berkeley.edu/<BR>Curatori Sallie Goetsch e C. W. Marshall (University of<BR>California at Berkeley); introduzione al teatro antico e alla<BR>drammaturgia greca e romana, ricostruzione del teatro di<BR>Dioniso, bookstore, motore di ricerca, liste e annunci.<BR>Skenotheke: Images of the Ancient Stage<BR>http://www.usask.ca/antharch/cnea/skenotheke. html#vases<BR>John Porter (Classical and Near Eastern Archaeology,<BR>University of Saskatchewan) cura questo progetto che<BR>fornisce vari links ad immagini del teatro antico e invita gli<BR>studiosi dell'argomento a collaborare, fornendo immagini<BR>scannerizzate, riferimenti ad altri siti e a repertori<BR>bibliografici.<BR>88<BR>Introduction to Greek and Roman Comedy<BR>http://depthome.brooklyn.cuny.edu/classics/dunkle/comedy/index.htm<BR>Testi e immagini illustrano le origini, l'evoluzione e una<BR>presentazione della commedia in Grecia e a Roma. Progetto<BR>realizzato dal Brooklyn College Classics Department.<BR>"A Funny Thing Happened: Plautus'The Braggart<BR>Soldier" (Miles Gloriosus)<BR>http://depthome.brooklyn.cuny.edu/classics/dunkle/milesgl/funny.htm<BR>Roger Dunkle (Brooklyn College Classics Department)<BR>analizza la commedia plautina.<BR>The Theatrum Pompeii Project<BR>http://www.theaterofpompey.com/<BR>A cura di Ulysses K. Vestal, questo sito intende esplorare<BR>l'ambiente socio-politico nel quale ebbe origine il teatro di<BR>Pompei, la cui costruzione è associata a Gneo Pompeo. La<BR>decade dal 59 al 50 a.C. è stata individuata quale focus per<BR>tale esplorazione, tenendo conto di fonti letterarie, artistiche<BR>e numismatiche. Sono inoltre esaminati altri edifici<BR>pompeiani di rilevante interesse, per stabilire raffronti con<BR>l'assetto topografico della città vesuviana: Aedes Herculis<BR>Pompeiani, Aedes Veneris Victricis, Arcus Pompei, Curia<BR>Pompei, Delubrum Minerva, Domus Pompei, Horti Pompei,<BR>Porticus Pompei.<BR>Reconstruction virtuelle de la Rome antique<BR>http://www.unicaen.fr/rome/thematique/marcellus.html<BR>Con questo progetto di ricostruzione virtuale, P. Bigot<BR>dell'Università di Caen si propone l'obiettivo scientifico di<BR>fornire ad archeologici, storici e letterati uno strumento di<BR>modellizzazione per distinguere gli strati di urbanizzazione<BR>di Roma, studiare la tipologia dei monumenti e l'urbanesimo<BR>in generale e presentare le ipotesi di ricostruzione della città<BR>stessa. L'obiettivo pedagogico consiste nella possibilità di<BR>fornire agli studenti una efficace illustrazione della realtà<BR>urbana dell'antica Roma. Nella sezione teatri sono compresi<BR>quello di Marcello, Balbo e Pompeo.<BR>89<BR>Greek and Roman Theater History Time Line<BR>http://www.fresno.edu/division/humanities/theater/lit380/time.html<BR>Una cronologia a partire dal 532 a.C. fino alla caduta<BR>dell'impero romano, che documenta alcuni eventi salienti<BR>della storia del teatro.<BR>I monumenti a Roma: teatro di Marcello<BR>http://utenti.tripod.it/ntgflv/monumentiromani/Il_teatro_Marcello.htm<BR>Storia del teatro romano a cura di Flavio Nitoglia.<BR>Monumenti romani: teatro di Marcello<BR>http://www.comune.roma.it/cultura/italiano/monumenti/monumenti/an<BR>tichi/teatro_marcello/index.htm<BR>La scheda comprende una parte descrittiva e informazioni<BR>storiche riferite alle trasformazioni dell'edificio nel corso dei<BR>secoli.<BR>Il teatro di Ostia<BR>http://www.ostiaantica.net/teatro/index.htm<BR>Descrizione del teatro di Agrippa, genero e ministro di<BR>Augusto, ricostruito nel II secolo dall'imperatore Commodo.<BR>90<BR>7.2 Ipotesi di percorso didattico<BR>7.2.1 La valenza culturale del teatro classico<BR>L'attività didattica può prendere le mosse dalla lettura,<BR>insieme agli allievi, di una sintetica scheda informativa,<BR>elaborata dal docente, della quale si fornisce, a titolo<BR>esemplificativo, un modello.<BR>SCHEDA: cenni storici riguardanti il teatro<BR>e la commedia a Roma<BR>Influenze greche. Attraverso la cultura propagata nelle colonie della<BR>magna Grecia, in Italia meridionale, i romani vennero a contatto con le<BR>principali forme rappresentative del teatro ellenico, che sostituirono le<BR>primitive espressioni di poesia teatrale. Pertanto fabula cothurnata<BR>designò la tragedia ambientata in Grecia, così denominata perché gli attori<BR>calzavano alti coturni, cioè sandali greci dalla spessa suola. Inoltre fabula<BR>palliata fu detta la commedia d'argomento greco, come si desumeva dalla<BR>foggia del vestito, pallium, indossato dagli interpreti.<BR>Invece fabula trabeata e fabula togata contraddistinguevano,<BR>rispettivamente, tragedia e commedia, ambientate a Roma: trabea, era<BR>infatti la veste del magistrato romano e la toga costituiva l'abbigliamento<BR>maschile.<BR>Influenze etrusche. Nell'allestimento degli spettacoli non si può<BR>comunque escludere un apporto fondamentale desunto dalla cultura etrusca,<BR>come pare suggerire il termine histrio, derivato dall'etrusco hister, che<BR>significa attore, o anche la parola persona, che equivale a maschera, forse<BR>ricollegabile a Phersu, figura appunto mascherata d'una divinità infernale<BR>91<BR>d'Etruria. Ma questa compresenza di apporti culturali diversificati è una<BR>costante della civiltà romana, addirittura gli stessi testi teatrali, il più delle<BR>volte, non sono altro che traduzione in latino delle opere greche. L'originalità<BR>romana consiste proprio nella capacità degli autori di decodificare e poi<BR>codificare nella lingua latina un testo, salvandone la specificità artistica e<BR>oltretutto adeguandone il contenuto ad una mutata realtà sociale.<BR>Compagnie teatrali. Associati nelle catervae, cioè in vere e proprie<BR>compagnie al seguito di un dominus gregis, ossia di un impresario-regista,<BR>gli attori erano prevalentemente schiavi o liberti, ovvero schiavi affrancati.<BR>Probabilmente il dominus gregis acquistava direttamente<BR>dall'autore la commedia e la recita veniva sovvenzionata dagli edili, che<BR>erano i magistrati romani preposti alla conservazione urbanistica e<BR>all'allestimento dei giochi.<BR>Il luogo della rappresentazione. Il pubblico assisteva<BR>gratuitamente alla rappresentazione, assiso su sedili mobili posti nella<BR>cavea, cioè nello spazio antistante la scena. Lo scenario raffigurava una via o<BR>una piazza con un altare sacro al centro; il fondale dipinto rappresentava<BR>due o tre abitazioni ed era provvisto di porte, per consentire agli attori di<BR>entrare e uscire dagli edifici stessi, mentre le due entrate laterali d'accesso<BR>al palcoscenico indicavano, per convenzione, quella a destra, rispetto agli<BR>spettatori, la provenienza dal foro e quella a sinistra, invece, la provenienza<BR>dalla campagna o dal porto.<BR>Il genere testuale. I testi delle commedie comprendevano parti recitate e<BR>parti cantate; la prevalenza del recitativo sul canto, o viceversa, dipendeva<BR>dalle abilità esecutive degli interpreti. Essi indossavano una maschera che<BR>non solo consentiva al pubblico di riconoscere i tipi scenici, ovvero il soldato,<BR>la cortigiana, il servo di città o di campagna, ma anche il loro temperamento<BR>e le caratteristiche morali. In ogni caso i personaggi non erano mai troppo<BR>analizzati sotto il profilo psicologico, in quanto gli spettatori erano<BR>principalmente interessati alle peripezie dell'azione drammatica e davano<BR>sempre, per scontato, il lieto fine.<BR>Il testo delle commedie era ripartito in scene e ciascuna, pur ricollegandosi<BR>al filo conduttore dell'intera vicenda, aveva, per così dire, anche un valore in<BR>sé compiuto.<BR>Nel prologo veniva enunciato l'antefatto (esposizione).<BR>Una circostanza imprevedibile (esordio) era determinante per sovvertire<BR>l'equilibrio iniziale e dare origine all'intrigo, cioè alla dinamica conflittuale<BR>delle azioni dei personaggi.<BR>La vicenda si articolava quindi in un susseguirsi di peripezie, caratterizzate<BR>da colpi di scena, equivoci, scambi di persona e riconoscimenti, fino a<BR>giungere allo scioglimento (epilogo) finale.<BR>La suddivisione in atti non esisteva e la rappresentazione della commedia<BR>procedeva in un'azione continua, senza interruzioni.<BR>92<BR>Successivamente gli allievi stessi potranno essere<BR>coinvolti in una attività di ricognizione delle risorse<BR>disponibili in rete, al fine di redigere, a loro volta, una<BR>scheda informativa. Per un ampliamento in merito alla storia<BR>delle rappresentazioni teatrali si rimanda alla pagina di<BR>Didaskalia, Introduction to Roman Stagecraft<BR>(http://didaskalia.berkeley.edu/stagecraft/TDA/index.html).<BR>Una accurata documentazione, redatta in lingua italiana<BR>da Nunzio Castaldi (http://www.biblio-net.com/lett_cla/teatro_<BR>romano.htm), illustra la nascita dei primi generi teatrali, temi e modi<BR>delle rappresentazioni. All'indirizzo http://members.xoom.it/<BR>Maccio/plauto1.htm è reperibile una interessante disquisizione in merito<BR>alla funzione del prologo nel teatro plautino e al metateatro.<BR>Sulle orme dei romani (http://www.arifs.it/romani.htm) è il<BR>titolo di un progetto realizzato dal Liceo Sociopsicologico<BR>"Veronica Gambara" e dalla Scuola elementare "Tito Speri"<BR>di Brescia; gli approfondimenti concernono strade, spazio<BR>urbano, tempio, biblioteche, alimentazione, tabernae,<BR>medicina, case e naturalmente il teatro; la proposta didattica<BR>comprende anche questionari di verifica a risposta multipla.<BR>Per esaminare le caratteristiche strutturali e<BR>architettoniche di un teatro ancora esistente, quello di<BR>Cassino, si segnala un sito ricco di informazioni tecniche e di<BR>immagini, ove è possibile reperire anche una mappa che<BR>indica l'ubicazione dei principali teatri antichi esistenti in<BR>Italia:<BR>http://www.cassino2000.com/cult/archeo/cassino/teatro/dx.html.<BR>93<BR>7.2.2 La Mostellaria di Plauto: schema della commedia<BR>e analisi di una scena<BR>La commedia in analisi è stata scritta da Tito Maccio<BR>Plauto (255 - 184 a.C.), considerato uno dei più grandi poeti<BR>comici latini.<BR>Mostellaria è il titolo originale che equivale a 'La casa del<BR>fantasma'; monstellum, diminutivo di monstrum, significa<BR>spettro: in realtà nessuna entità soprannaturale arricchisce<BR>l'intreccio, perché la supposta presenza del fantasma nella<BR>casa è solo un escamotage, ossia un espediente, del quale si<BR>avvale Tranione, uno schiavo furbo, per togliersi d'impaccio.<BR>Ma proprio il titolo, come si scoprirà, dà risalto ad una<BR>tematica essenziale per l'accrescimento della tensione<BR>drammatica. L'intera vicenda è ambientata ad Atene e<BR>probabilmente il testo è, ancora una volta, desunto da un<BR>modello greco che tuttavia non è stato rintracciato.<BR>Prima di affrontare la lettura di una scena della commedia<BR>plautina, è utile riassumere l'intreccio in uno schema che ne<BR>rappresenta la struttura. La suddivisione in atti rispecchia<BR>l'esigenza delle pause istituzionali del teatro moderno e<BR>pertanto, come sappiamo, non è ascrivibile a Plauto.<BR>Suddivisione<BR>testuale e<BR>modalità<BR>esecutive<BR>Momenti<BR>fondamentali<BR>e fattori della<BR>tensione<BR>drammatica<BR>Interpreti<BR>Intreccio<BR>I ATTO<BR>1^ scena<BR>(prologo<BR>dialogico)<BR>Introduzione<BR>ed esposizione<BR>degli antefatti<BR>Grumione<BR>Tranione<BR>Approfittando dell'assenza del<BR>padre, Teopropide, in Egitto da tre<BR>anni, Filolachete sperpera danaro<BR>in ogni sorta di divertimenti,<BR>insieme al servo Tranione. Il fattore<BR>Grumione, fedele al padrone, ne<BR>attende con ansia il ritorno e spera<BR>in una punizione per Tranione,<BR>responsabile del pessimo<BR>comportamento del giovane.<BR>2^ scena<BR>(a solo)<BR>Filolachete Filolachete stesso, meditando sulla<BR>propria esistenza, si sente un buono<BR>a nulla.<BR>94<BR>3^ scena<BR>(dialogo/a<BR>parte)<BR>Filemazia Scafa<BR>Filolachete<BR>Filematia, una bella cortigiana<BR>comprata e affrancata da<BR>Filolachete, è sinceramente<BR>innamorata del proprio benefattore<BR>e invano la serva Scafa cerca di<BR>convincerla a comportarsi in modo<BR>interessato e astuto. Filolachete<BR>assiste, non visto, al dialogo tra le<BR>due donne<BR>4^ scena<BR>(dialogo)<BR>Callidamate<BR>Delfia<BR>Filolachete<BR>Filemazia<BR>Nel frattempo sta per iniziare uno<BR>dei banchetti organizzati dal<BR>giovane dissipatore. Tra gli ospiti ci<BR>sono l'amico Callidamate, già<BR>ubriaco, e la sua amante Delfia,<BR>un'altra cortigiana.<BR>II ATTO<BR>1^ scena (a<BR>parte/dialogo)<BR>Esordio<BR>Tranione<BR>Filolachete<BR>Callidamate<BR>Delfìa<BR>Tranione, trafelato, giunge dal<BR>porto: Teopropide è tornato. Il servo<BR>fa sparecchiare il banchetto, ordina<BR>che i giovani si nascondano in casa,<BR>chiude la porta a chiave,<BR>dall'esterno.<BR>Tranione<BR>Sferione<BR>Tranione si prepara ad accogliere il<BR>vecchio padrone: ha in mente un<BR>piano per farlo allontanare da casa.<BR>Escamotage Teopropide<BR>Tranione<BR>Il servo racconta a Teopropide che<BR>la casa è infestata dal fantasma di<BR>un uomo ucciso e sotterrato tra le<BR>sue mura.<BR>Escamotage<BR>peripezia<BR>Usuraio<BR>Tranione<BR>Teopropide<BR>Sopraggiunge un usuraio, che ha<BR>prestato il danaro per riscattare<BR>Filemazia; egli rivuole la somma e<BR>gli interessi. Tranione allora<BR>convince Teopropide a pagare<BR>l'usuraio: gli fa credere infatti che,<BR>con quella somma, Filolachete<BR>abbia acquistato la casa di Simone,<BR>il vicino.<BR>2^ scena (a<BR>parte/ agli<BR>spettatori/<BR>dialogo)<BR>Escamotage<BR>peripezia<BR>Simone<BR>Teopropide<BR>Tranione<BR>Teopropide vuol dunque visitare<BR>l'abitazione che ritiene ormai di sua<BR>proprietà. Con un altro trucco, il<BR>servo persuade Simone a mostrare<BR>al vecchio la propria dimora,<BR>fingendo che questi voglia trarne<BR>ispirazione per progettare degli<BR>ampliamenti della sua casa.<BR>95<BR>IV ATTO<BR>1^ scena (a<BR>parte)<BR>Fanisco<BR>Arriva Fanisco, servo di Callidamate,<BR>e fa alcune considerazioni a<BR>proposito del modo di comportarsi<BR>dei servitori con i padroni.<BR>2^ scena<BR>(dialogo)<BR>Pinacio<BR>Fanisco<BR>Insieme all'altro servo Pinacio,<BR>Fanisco si reca da Callidamate, ma<BR>la porta della casa è ancora serrata.<BR>3^ scena<BR>(dialogo/ a<BR>parte)<BR>Tranione<BR>Teopropide<BR>Nel frattempo tornano Tranione e<BR>Teopropide, che è felicissimo<BR>dell'acquisto. Egli crede che suo<BR>figlio si trovi in campagna: per<BR>avvisarlo del suo ritorno gli invia il<BR>servo.<BR>4^ scena<BR>(dialogo/ a<BR>parte)<BR>Rivelazione Pinacio<BR>Fanisco<BR>Teopropide<BR>Finalmente il vecchio, parlando con<BR>Pinacio e Fanisco, viene a<BR>conoscenza della dissipata vita del<BR>figlio.<BR>5^ scena (a<BR>solo/ dialogo)<BR>Rivelazione Teopropide<BR>Simone<BR>Teopropide inoltre scopre che<BR>Simone non ha mai venduto la casa.<BR>V ATTO<BR>1^ scena (a<BR>solo)<BR>Tranione Tranione che, invece di andare in<BR>campagna, ha fatto uscire i giovani<BR>dalla porta posteriore<BR>dell'abitazione, si prepara ad<BR>affrontare il vecchio.<BR>2^ scena<BR>(dialogo/ a<BR>parte)<BR>Conflitto Teopropide<BR>Tranione<BR>Intanto il servo, per salvaguardarsi,<BR>si rifugia sull'altare e ottiene una<BR>immunità sacra: il padrone può solo<BR>minacciare di appiccare il fuoco.<BR>3^ scena (agli<BR>spettatori/<BR>dialogo)<BR>Epilogo<BR>Callidamate<BR>Teopropide<BR>Tranione<BR>Alla fine, persuaso dai<BR>ragionamenti di Callidamate,<BR>Teopropide perdona tutti.<BR>L'esame dell'intreccio consente di osservare alcuni<BR>espedienti della tecnica narrativa di Plauto particolarmente<BR>avvincenti per il destinatario, sia egli spettatore o lettore.<BR>Innanzitutto sono raccontati dal servo Tranione due episodi<BR>antecedenti, rispetto al momento in cui si svolge l'azione<BR>drammatica, ma si tratta di due analessi fittizie infatti la<BR>fabula, ovvero la ricostruzione cronologica dei fatti, non può<BR>certo tenere conto di avvenimenti che non si sono mai<BR>verificati e che corrispondono soltanto alla necessità del<BR>narratore di rinvenire un rimedio. Tuttavia l'episodio del<BR>96<BR>fantasma e il presunto acquisto della casa, pur non<BR>rispondendo a verità, hanno lo stesso valore degli<BR>avvenimenti, in quanto contribuiscono al progredire<BR>dell'intera vicenda. La dinamica dell'intreccio è regolata<BR>dalla opposizione danneggiamento/rimedio: alla prima<BR>categoria appartengono i temi del ritorno del padrone, dell'arrivo<BR>dell'usuraio e della volontà di ispezionare l'abitazione<BR>di Simone, mentre alla seconda si riferiscono i temi<BR>della casa infestata, dell'abitazione comprata e dei lavori di<BR>ampliamento.<BR>Nello schema sono state inoltre evidenziate le modalità<BR>esecutive che occorre commentare, per capire meglio le<BR>convenzioni che si stabiliscono tra l'attore e il pubblico.<BR>Entriamo in un campo assai simile a quello denominato<BR>patto narrativo, perché tra emittente e destinatario<BR>intercorre un accordo, in base al quale gli spettatori accolgono<BR>i modi espressivi degli interpreti secondo gli intendimenti<BR>voluti dall'autore. Ad esempio, le diciture 'a solo' e<BR>'a p a r t e ' caratterizzano due diverse convenzioni<BR>dell'esecuzione: nel primo caso il personaggio esterna, in un<BR>soliloquio, i propri pensieri e gli stati d'animo, nel secondo<BR>caso parla in presenza di altri interpreti, senza tuttavia che<BR>questi lo possano sentire. L' a solo spesso coincide con una<BR>riflessione, mentre l' a parte può essere un commento di<BR>quanto un altro attore ha appena detto e crea una maggiore<BR>complicità con il pubblico, fatto partecipe di un dato che<BR>invece sfugge al personaggio direttamente interessato.<BR>A questo punto riportiamo la scena 3^ dell'atto II, tratta<BR>da MOSTELLARIA.<BR>L'arte inventiva di Tranione, fulcro della scena, è quasi il<BR>simbolo della capacità narrativa dell'autore che ha costruito<BR>un intreccio esilarante su una fabula, in fondo, elementare.<BR>La commedia ha una origine religiosa e, infatti, la vena<BR>dionisiaca che trascorre in essa si esplicita nel gusto<BR>dell'invenzione turbinosa.<BR>"Ma comunque vadano le cose continuerò ad arruffare la<BR>matassa: la situazione lo esige" (ATTO III, scena 1^) dichiara<BR>Tranione in uno dei suoi a parte, confermando che<BR>invenzione e azione sono tutt'uno.<BR>97<BR>L'edizione originale, in lingua latina è prelevabile dal sito<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/plaut.html, che<BR>consente la consultazione di 21 commedie plautine.<BR>Una traduzione italiana, dalla quale è stata appunto<BR>estrapolata la scena in analisi, è invece consultabile<BR>all'indirizzo http://infoservice.dnsq.org/Biblio/Lett_lat/Plauto.<BR>ATTO II, scena 3^<BR>TEOPROPIDE Io provo, o Nettuno, grande riconoscenza verso di te, perché hai<BR>consentito che, sia pure a stento, da te giungessi a casa mia. Però, dopo tutto<BR>questo, se verrai a sapere che ho posato sulle tue onde anche solo la punta del<BR>piede, tu allora, solo per questo, fammi subito quel che volevi farmi oggi. Dopo<BR>questo giorno qui, lungi, lungi da te la mia persona! Tutto ciò che ti dovevo, te<BR>l'ho pagato.1<BR>TRANIONE O Nettuno, tu l'hai fatta grossa. Hai perduto un'occasione così<BR>bella!<BR>TEOPROPIDE Dopo tre anni ritorno a casa dall'Egitto. Credo che sarò atteso<BR>dai miei familiari.<BR>TRANIONE Per Polluce, nessuno arriverebbe più gradito di colui che<BR>annunciasse che sei morto.<BR>TEOPROPIDE Ma che è? La porta, in pieno giorno, è chiusa. Ora mi metto a<BR>bussare. (Esegue.) Eh, chi c'è in casa? Non aprite la porta?<BR>1 Dopo un viaggio per mare conclusosi felicemente, era consuetudine<BR>rivolgere un ringraziamento al dio Nettuno, il greco Poseidone. Al seguente<BR>indirizzo http://www.aracne.it/mito/ posidone.html è riproposto un<BR>interessente excursus, tratto dall'opera di Guido Vitali, Cantano i miti -<BR>Poesia e leggenda nell'antica mitologia, Paravia, 1968, che concerne i testi<BR>di autori classici in cui compaiono riferimenti alla divinità.<BR>98<BR>TRANIONE (facendosi avanti) Che uomo è mai questo che ha osato<BR>accostarsi alla nostra casa?<BR>TEOPROPIDE Ma questo è Tranione, il mio schiavo.<BR>TRANIONE O Teopropide, o padrone, salute a te. Sono felice che tu sia<BR>arrivato sano e salvo. Sei stato sempre bene?<BR>TEOPROPIDE Sin qui, sì, come vedi.<BR>TRANIONE Magnifico.<BR>TEOPROPIDE E voi? Siete diventati matti?<BR>TRANIONE E perché?<BR>TEOPROPIDE Perché sì. Perché vi aggirate qui fuori e in casa non c'è nessuno<BR>che stia a far la guardia e a rispondere. Li ho quasi scassati, i due battenti,<BR>bussando coi piedi.<BR>TRANIONE Oh! Tu, questa casa, l'hai forse toccata?<BR>TEOPROPIDE L'ho toccata sì, ti dico, ed ho bussato.<BR>TRANIONE Oh!<BR>TEOPROPIDE Che c'è?<BR>TRANIONE Per dio, hai fatto male.<BR>TEOPROPIDE Che storia è questa?<BR>TRANIONE Che guaio hai combinato, che disastro: roba da non dire!<BR>TEOPROPIDE Ma cosa mai?<BR>TRANIONE Scappa, ti prego! Via da questa casa, fuggi, vieni vicino a me. Tu<BR>l'hai toccata, la porta?<BR>TEOPROPIDE E come potevo bussare senza toccarla?<BR>TRANIONE Ahimè, tu hai ucciso!<BR>TEOPROPIDE Quale mortale ho ucciso?<BR>TRANIONE Tutti i tuoi.<BR>TEOPROPIDE Per questo presagio, che tutti gli dei, tutte le dee ti facciano...<BR>TRANIONE Temo forte che tu, e tutti questi, non riuscirete mai a purificarvi.<BR>TEOPROPIDE E perché mai? O quale novità mi sbatti in faccia?<BR>TRANIONE (indicando i servi di Teopropide) Ehi, ehi, comandagli, a quei<BR>due, che si scostino di là.<BR>TEOPROPIDE Voi, allontanatevi di là.<BR>TRANIONE Non toccatela, la casa. Toccate invece la terra, anche voi.<BR>TEOPROPIDE Accidenti, perché non ti degni di spiegarti?<BR>TRANIONE Il fatto è che da sette mesi nessuno mette piede in questa casa,<BR>da quando noi l'abbiamo abbandonata.<BR>TEOPROPIDE E perché? Spiegati.<BR>TRANIONE Qui bisogna guardarsi intorno. Non ci sarà qualcuno che ascolta<BR>le nostre parole?<BR>TEOPROPIDE Tutto è tranquillo.<BR>TRANIONE Guarda ancora.<BR>TEOPROPIDE No, non c'è un'anima. E adesso parla.<BR>TRANIONE C'è stato un delitto capitale.<BR>TEOPROPIDE Cosa? Non ci capisco nulla.<BR>TRANIONE Un delitto, ti dico, commesso tempo addietro, vecchio e antico.<BR>99<BR>TEOPROPIDE Antico?<BR>TRANIONE Sì, però noi lo abbiamo scoperto solo adesso.<BR>TEOPROPIDE Per favore! Che delitto? E chi l'ha compiuto?<BR>TRANIONE Ospite uccise ospite, con le sue mani. Ho idea che il colpevole sia<BR>quello che ti ha venduto la casa.<BR>TEOPROPIDE L'ha ucciso?<BR>TRANIONE E ha sottratto il suo tesoro. E qui, proprio in questa casa, ha<BR>sotterrato l'ospite.<BR>TEOPROPIDE E per quali motivi voi sospettate tutto questo?<BR>TRANIONE Ti dirò, e tu ascolta. Una volta tuo figlio aveva cenato fuori e,<BR>quando rientrò, andammo tutti a dormire, e ci assopimmo. Io, per caso, mi ero<BR>scordato di spegnere la lucerna. E d'improvviso lui lancia un altissimo grido.<BR>TEOPROPIDE Chi? Forse mio figlio?<BR>TRANIONE Zitto, tu, ascolta e basta. Quel morto - dice - è venuto a visitarlo<BR>in sogno.<BR>TEOPROPIDE Dunque fu in un sogno?<BR>TRANIONE Sì, ma tu ascolta e basta. Quel morto - dice - gli parlò in questo<BR>modo...<BR>TEOPROPIDE Nel sogno?<BR>TRANIONE Strano, eh, che non abbia parlato ad uno sveglio, lui che era stato<BR>ucciso già da sessant'anni! A volte tu mi sembri proprio sciocco [...]<BR>TEOPROPIDE Sto zitto.<BR>TRANIONE Ma ecco che cosa [...] gli disse: "Io sono Diaponzio, l'ospite<BR>d'oltremare. Qui abito io. Questa è la casa che mi fu data. Sulle rive<BR>dell'Acheronte, l'Orco non ha voluto accogliermi perché prematura fu la mia<BR>morte. La mia fiducia fu tradita, l'ospite qui mi uccise, di nascosto mi<BR>sotterrò, in questa casa, senza funebri onori. Per il mio tesoro, quell'infame!<BR>Ora tu vattene da qui, maledetta è questa casa, abitarvi è cosa empia". Non<BR>mi basterebbe un anno per raccontarvi quali prodigi avvengano lì dentro...<BR>TEOPROPIDE Ssst!<BR>TRANIONE Per Ercole, ti prego, cosa sta succedendo?<BR>TEOPROPIDE La porta ha cigolato.<BR>TRANIONE Ha bussato lui!<BR>TEOPROPIDE Mi s'è gelato il sangue nelle vene. Vivo, mi chiamano i morti<BR>nell'Acheronte.<BR>TRANIONE Sono fottuto! Quelli là mi rovinano la favola. Ho una paura che<BR>mai!, che il vecchio mi colga in flagrante.<BR>TEOPROPIDE Che cosa stai dicendo tra di te?<BR>TRANIONE Via dalla porta, ti supplico, scappa!<BR>TEOPROPIDE Scappare dove? E scappa anche tu.<BR>TRANIONE Non ho paura, io. C'è pace tra me e i morti.<BR>(Voce da dentro) Ehi, Tranione!<BR>TRANIONE Non mi chiamare, tu, se capisci qualcosa. Non ho fatto nulla, io,<BR>ho mica bussato alla porta [...] Ti prego [...] vattene<BR>TEOPROPIDE [...] cos'è che ti agita, Tranione? Con chi stai parlando in<BR>100<BR>disparte?<BR>TRANIONE Ma allora eri tu che mi chiamavi? Che gli dei mi proteggano,<BR>credevo che fosse quel morto che mi chiedesse perché hai bussato alla porta.<BR>Ma tu stai ancora lì? Non fai quel che ti dico?<BR>TEOPROPIDE Che debbo fare?<BR>TRANIONE Non voltarti indietro, scappa e nasconditi la testa.<BR>TEOPROPIDE Perché non scappi tu?<BR>TRANIONE Io ho fatto la pace con i morti.<BR>TEOPROPIDE Lo so. Ma allora perché avevi tanta paura poco fa?<BR>TRANIONE Non badare a me, ti dico. A me stesso ci penso io. Tu, già che hai<BR>cominciato, scappa alla maniera di chi scappa e prega Ercole.<BR>TEOPROPIDE Ercole, ti prego! (Esce correndo.)<BR>TRANIONE Lo prego anch'io, vecchio: che oggi ti dia il malaugurio. O dei<BR>immortali, invoco il vostro favore perché io, oggi, ho combinato una bella<BR>canagliata.<BR>7.2.3 Analisi testuale della scena<BR>Il ritmo narrativo della scena sopra riportata presenta<BR>delle continue variazioni: si crea in tal modo una aspettativa<BR>sempre crescente in un destinatario che è fatto partecipe a<BR>priori dell'inganno ordito dal servitore. Procediamo per<BR>ordine: la scena si apre con il ringraziamento di Teopropide a<BR>Nettuno; egli è scampato ai pericoli del mare e ignora le<BR>disgrazie che lo attendono: il tema risulta comico, perché il<BR>lettore-spettatore "ne sa più" del personaggio.<BR>Gli 'a parte', pronunciati da Tranione, sottolineano<BR>maggiormente l'isolamento del personaggio che acquista, agli<BR>occhi del pubblico, una progressiva goffaggine.<BR>Il dialogo tra Tranione e Teopropide è caratterizzato dalla<BR>suspense: il ritmo prevalente nella scena è rallentato dalle<BR>reticenze del servo. L'episodio del fantasma è invece narrato<BR>in modo serrato e incisivo. Plauto non concede<BR>nessuna estensione di troppo ad un tema macabro che è in<BR>esclusiva funzione dell'intrigo.<BR>Gli scricchiolii alla porta e le voci che provengono<BR>dall'interno imprimono una decisa accelerazione al ritmo,<BR>sortendo un vero e proprio effetto comico.<BR>Il dialogo è stato redatto da Plauto ricalcando il sermo<BR>familiaris cioè la conversazione quotidiana, caratterizzata<BR>101<BR>dall'uso del registro informale. Si tratta comunque di un<BR>linguaggio ricco di anafore, come avviene ad esempio nel caso<BR>del verbo tangere, ovvero toccare, riproposto in modi e tempi<BR>diversi, in riferimento all'azione compiuta da Teopropide.<BR>Tr. Tetigistin? [L'hai toccata?]<BR>Th. Tetigi, inquam, et pultavi. [L'ho toccata, ti dico, e ho<BR>bussato.]<BR>Nelle battute riportate si riscontra anche una particolare<BR>attenzione al livello fonico: l'allitterazione della lettera T,<BR>riprodotta anche nelle battute successive, accentua l'effetto<BR>comico.<BR>7.2.4 La messa in atto del testo<BR>Per suo statuto, la commedia, come ogni altra opera<BR>teatrale, non è destinata alla semplice lettura, ma piuttosto<BR>alla messa in atto, pertanto per trovare suggerimenti in<BR>merito si può fare riferimento al teatro virtuale predisposto<BR>da Alessandra Amati, Loriana Zingarelli e Giorgio Zingarelli<BR>(http://campus.sede.enea.it/internetscuola/Ausili/teatro/index.htm).<BR>7.2.5 Sussidi audiovisivi<BR>Al IV atto di Mostellaria è stato dedicato un audiovisivo, nell'ambito<BR>del progetto Mosaico. Mosaico (http://www.mosaico.rai.it) è un progetto di<BR>RAI Educational che intende fornire agli insegnanti materiali didattici<BR>audiovisivi e multimediali che integrino le lezioni e affianchino i libri di<BR>testo. "Su Internet è pubblicato un catalogo, sempre aggiornato, di più<BR>di cinquemila titoli ordinati in dieci aree tematiche. Ad ogni titolo<BR>corrisponde una 'unità audiovisiva' della durata media di circa dieci<BR>minuti (in modo da essere integrativa e non sostitutiva della lezione)<BR>composta di sequenze tratte da film, sceneggiati, documentari, cartoni<BR>animati o ancora da programmi prodotti espressamente dalla Rai su<BR>richiesta degli insegnanti o del Ministero della Pubblica Istruzione. I<BR>102<BR>titoli sono accessibili, grazie ad un motore di ricerca, oltre che per<BR>materia d’insegnamento, per ordine scolastico e per parole-chiave".<BR>Le trasmissioni di Mosaico sono diffuse via satellite con<BR>tecnologia digitale: "per la ricezione del programma sono<BR>necessari l’antenna parabolica e il decoder digitale, strumenti<BR>ancora relativamente poco diffusi. Per favorire l’utilizzo nelle<BR>scuole dei suoi programmi educativi, Rai Educational,<BR>d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione, ha preso<BR>l’iniziativa d’installare, a sue spese, cinquemila parabole e<BR>relativi decoder in altrettante scuole italiane". L'indirizzo di<BR>posta elettronica è mosaico@rai.it<BR>103<BR>8. Mappe e carte geografiche<BR>8.1 Risorse generali<BR>Map of the Roman Empire (about 120 A.D.)<BR>http://www.dalton.org/groups/rome/RMap.html<BR>La mappa è provvista di links che consentono, per ogni<BR>provincia dell'impero, di accedere alle risorse reperibili in rete.<BR>La Dalton School ha anche prodotto una mappa indicante le<BR>principali rotte per lo scambio dei prodotti commerciali: Map<BR>of Trade Routes and Great Empires of the First Century<BR>A.D.<BR>Atlas of the Greek and Roman World<BR>http://www.unc.edu/depts/cl_atlas/<BR>The Classical Atlas Project homepage (University of North<BR>Carolina at Chapel Hill)<BR>Mappe concernenti le popolazioni incontrate da greci e<BR>romani durante le loro imprese espansionistiche.<BR>104<BR>Osshe Historical &amp; Cultural Atlas Resource<BR>http://darkwing.uoregon.edu/~atlas/europe/interactive/map32.html<BR>Un progetto sviluppato dalla University of Oregon<BR>(Department of History), in collaborazione con UO New Media<BR>Center e il Department of Geography InfoGraphics Lab.<BR>Periodical Historical Atlas: Historical maps of Europe<BR>from 001 AD to 900 AD<BR>http://www.roman-emperors.org/Index.htm<BR>La pagina fa parte del sito De Imperatoribus Romanis: An<BR>Online Encyclopedia of Roman Emperors, a cura di Christos<BR>Nüssli.<BR>A Roman Atlas excerpted from Lacus Curtius by Bill<BR>Thayer<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Gazettee<BR>r/Maps/Periods/Roman/home.html<BR>Ricchissima collezione di mappe e database, questa sezione<BR>è parte di Lacus Curtius.<BR>Territorial Expansion of the Roman World<BR>http://www.ucalgary.ca/HIST/tutor/firsteuro/roman.html<BR>A cura del Dipartimento di Storia (The University of<BR>Calgary), 15 mappe illustranti i più rilevanti assetti geo-politici<BR>dalla colonizzazione greca del Mediterraneo (650 a.C.) al sacco<BR>di Roma.<BR>Orbis Latinus<BR>http://www.columbia.edu/acis/ets/Grasse/<BR>L'opera di Grasse (1909), ora accessibile dal sito della<BR>Columbia University, consiste nella trascrizione di nomi latini<BR>e nella loro corrispondenza con i siti moderni.<BR>Hemea<BR>http://members.tripod.lycos.nl/hemea/hemea.html<BR>Una esauriente rassegna e mappatura dei più importanti<BR>siti archeologici.<BR>105<BR>8.2 Ipotesi di percorso didattico<BR>8.2.1 In viaggio da Roma a Brindisi in compagnia di<BR>Orazio<BR>La satira di Orazio racconta un viaggio intrapreso da Roma<BR>a Brindisi, durante la primavera del 37 a. C., allorché una<BR>delegazione capeggiata da Mecenate, per incarico di Ottaviano,<BR>si recò da Antonio, con la speranza di ricomporre le tensioni<BR>esistenti tra quest'ultimo e lo stesso Ottaviano, tensioni poi<BR>culminate nello scontro di Azio, sei anni dopo. Mecenate fu<BR>accompagnato da un gruppo di amici, poeti e letterati: Virgilio,<BR>Plozio Tucca, Vario Rufo e naturalmente Orazio. I 540<BR>chilometri di strada furono percorsi in quindici giorni; nel<BR>resoconto poetico, ogni tappa è tratteggiata attraverso scene<BR>vivaci che descrivono le caratteristiche delle località incontrate,<BR>le difficoltà del viaggio, oppure episodi di genere, determinati<BR>dall'incontro con personaggi dotati di aspetti distintivi o<BR>curiosi: un pretore pieno di boria, oppure due attori impegnati<BR>in un ludus oscus. Sono anche ricordati i luoghi di sosta e di<BR>alloggio dei viaggiatori.<BR>Allo scopo di reperire alcune informazioni concernenti<BR>l'organizzazione della strada romana e le condizioni della<BR>viabilità si può consultare l'indirizzo http://www.romacivica.<BR>net/tarcaf/storarc/org_stra.htm, dove compare l'immagine di un<BR>carro e un rimando ad una scheda che illustra una iscrizione<BR>molto divertente: cliente e locandiera fanno i conti.<BR>Ricostruzione di un carro da viaggio<BR>106<BR>Per quanto concerne Mecenate, si veda l'importante<BR>contributo di Luca Graverini, Un secolo di studi su Mecenate<BR>(http://www.unisi.it/ricerca/ist/anc_hist/online/gr_mec/mecenate.htm)<BR>nel quale lo studioso documenta, in modo sintetico, il progredire<BR>degli studi mecenatiani dalla fine del XIX secolo sino all'epoca<BR>contemporanea.<BR>Nel sito del Boston College, Department of Classical<BR>Studies, è stata allestita una sezione dedicata alla satira<BR>latina, con ampi riferimenti alle risorse reperibili on-line:<BR>-il testo latino dei Sermones di Orazio, corredato da note, a<BR>cura della University of Alabama's Society for Ancient<BR>Languages website (http://www.uah.edu/student_life/organizations/<BR>SAL/claslattexts/horace/sermones101fram.html); il testo latino con<BR>traduzione italiana è prelevabile all'indirizzo http://members.xoom.it/<BR>_XOOM/defaste/orazio/sermones/I5.htm;<BR>-Lewis and Short's Latin Dictionary (http://www.perseus. tufts.<BR>edu/cgi-bin/resolveform?lang=Latin)<BR>-Allen and Greenough's New Latin Grammar (http://hydra.<BR>perseus.tufts.edu/cgi-bin/text?lookup=ag+gram.+toc&amp; vers=english);<BR>-Smith's Dictionary of Greek and Roman Antiquities<BR>(http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/<BR>Texts/secondary/SMIGRA/home.html) ottocentesca miscellanea di<BR>argomenti concernenti il mondo antico (1875);<BR>- Platner &amp; Ashby's Topographical Dictionary, uno strumento<BR>davvero prezioso per verificare l'ubicazione dei luoghi antichi<BR>(http://efts.lib.uchicago.edu/cgi-bin/eos/eos_title.pl?callnum=DG16.P72);<BR>Bill Thayer (University of Kansas) ha realizzato una versione<BR>abbreviata del dizionario topografico (http://www.ukans.edu/<BR>history/index/europe/ancient_rome/E/Gazetteer/Periods/Roman/.Text<BR>s/secondary/PLATOP/home.html);<BR>-una biografia di Orazio, in lingua inglese, dal website di<BR>Diotima (http://www.uky.edu/ArtsSciences/Classics/horawillbio.html)<BR>-Horace's Sabine Villa (http://www.humnet.ucla.edu/ horacesvilla/<BR>contents.html );<BR>- Bibliography of Horatian Satire di Shirley Werner<BR>(http://classics.rutgers.edu/Satire/s&amp;e.html)<BR>107<BR>Un dettaglio del percorso da Roma a Sinuessa<BR>Nel viaggio da Roma, all'uscita di porta Capena, fino a Brindisi,<BR>la delegazione degli amici di Mecenate seguì il tracciato della via<BR>Appia (cfr. Visita guidata lungo la via Appia antica dalle mura a<BR>Bovillae, all'indirizzo http://www.romacivica.net/tarcaf/appia.htm), una<BR>strada a lungo percorso, risalente al 212 a.C., di cui sono pervenute<BR>notizie precise in base alle fonti scritte.<BR>La strada fu restaurata nel 125 a. C., in coincidenza con le<BR>distribuzioni agrarie promosse dai Gracchi e proprio in età<BR>augustea, allorché furono costruiti i ponti tra Capua e<BR>Benevento. Tra le risorse disponibili, per approfondire la<BR>conoscenza delle città storiche che la strada attraversava, si<BR>segnala, in particolare, che la Regione Campania, grazie al<BR>Centro Regionale Multimediale per la valorizzazione delle<BR>risorse culturali territoriali, ha pubblicato dettagliate ricerche<BR>relative ai comuni che sono attraversati dalla strada romana,<BR>consultabili all'indirizzo:<BR>http://www.regionecampania.net/pubblicazioni/appia-traiana.pdf.<BR>Maurizio Pistone ha realizzato un sito (http://www.maurizio<BR>pistone.it/carmina.html), nel quale si possono reperire le<BR>composizioni in latino di Giovanni Pascoli: Cena in Caudiano<BR>Nervae (1895), Moretum (1900), Fanum Vacunae (1910),<BR>Phidyle (1893); si tratta di testi nei quali il Pascoli si ispira alle<BR>opere di Orazio.<BR>Nella tabella sotto riportata è proposta una sequenziazione<BR>della satira, allo scopo di individuare la corrispondenza tra<BR>108<BR>versi, giornate di viaggio e tappe, in merito alle quali sono<BR>indicati alcuni riferimenti che tengono conto di risorse<BR>disponibili in rete.<BR>Versi Giornata Tappe Riferimenti<BR>1-3 I Roma-Ariccia<BR>Ad Ariccia possedevano ville Giulio Cesare, la<BR>famiglia di Ottaviano ed anche Pomponio Musa,<BR>medico di Augusto. In un tempio ubicato nei<BR>pressi del Lacus Nemorensis era venerata Diana<BR>Aricina<BR>(http://www.snapnet.it/foscolo/13DIANA.htm;<BR>http://www.sedicinews.it/2000/000708/viaggi86a-<BR>0807.htm;<BR>http://www.pcg.it/comune-ariccia/index.htm).<BR>3-9 II Ariccia-Foro di<BR>Appio<BR>Odierna Forappio<BR>9-24 Notte Foro di Appio-<BR>Feronia<BR>25-33 III Feronia-Anxur Presso la fonte della dea etrusco-laziale Feronia,<BR>Orazio e i suoi compagni di viaggio compiono una<BR>sosta purificatrice: lavano il volto e le mani nella<BR>sacra lympha. Feronia, particolarmente venerata<BR>nell'Italia centrale, era dea preposta alla<BR>fecondità della terra, assimilabile, secondo<BR>quanto riporta Servio, al culto di Giunone<BR>vergine ("Iuno virgo quae Feronia dicebatur", ad<BR>Aen., VII, 799). Nel santuario della dea, gli<BR>schiavi da affrancare sedevano su una pietra, da<BR>cui poi si alzavano in condizione di uomini liberi;<BR>indossavano allora il pileus (Livio, 22, 1, 18), un<BR>berretto di feltro quale segno della libertà<BR>acquisita<BR>(http://www.alfanet.it/welcomeitaly/roma/iti<BR>nerari/circeo_terracina_fondi/terracina/terr<BR>acina).<BR>"Anxur è nome volsco per affermazione esplicita<BR>degli scrittori antichi (PLINIO, III, 3, 9, 5-6:<BR>oppidum lingua Volscorum Anxur dictum); e il<BR>nome è quello stesso di Giove fanciullo (Iupiter<BR>Anxur o Anxurus), la divinità protettrice della<BR>città".<BR>(http://www.mclink.it/com/itnet/turismo/itinerari/<BR>itinerari.htm#35AV.2001;<BR>http://www.emmeti.it/Arte/Lazio/ProvLatina<BR>/Terracina/tempio_giove_anxur.uk.html;<BR>http://latina.italiantour.it/terracina/storia/t<BR>empio.di.giove01.htm).<BR>34-38 IV Anxur-Fondi-<BR>Formia<BR>109<BR>39-46 V Formia-<BR>Sinuessa-<BR>Ponte<BR>Campano<BR>Forche<BR>Caudine<BR>Ai confini con la Campania, Sinuessa era posta<BR>all'incrocio di alcune importanti strade: aveva<BR>inizio la via Domiziana che si dirigeva verso il<BR>litorale, mentre la via Appia proseguiva verso<BR>Capua<BR>(http://www.ulixes.it/italiano/cartografia/do<BR>mitiana. htm ).<BR>La campagna di Sinuessa era famosa per la<BR>produzione di vino: il Falerno e il vino del Monte<BR>Massico ricordato da Virgilio e Columella.<BR>(http://www.na.camcom.it/vinicampania/Scienza7<BR>.htm).<BR>Pons campanus<BR>(http://www.regionecampania.net/pubblicaz<BR>ioni/appia-traiana.pdf).<BR>47-49 VI Ponte<BR>Campano-<BR>Capua<BR>Odierna Santa Maria Capua Vetere<BR>50-70 VII Capua-"Caudi<BR>Caupona"<BR>La valle Caudina è storicamente famosa a causa<BR>dell'oltraggio subito dall'esercito romano, come<BR>racconta Livio (Ab urbe condita, IX, 2)<BR>http://members.xoom.it/nofiltro/vallecaudin<BR>a.htm<BR>Villa di Cocceo e Torre del Vessilo: "Nel territorio<BR>del Comune di Bonea sono stati individuati negli<BR>anni Cinquanta notevoli testimonianze di un<BR>complesso residenziale di età romana imperiale,<BR>ubicato in posizione panoramica lungo le falde<BR>meridionali del Taburno, a poca distanza<BR>dall’antica città di Caudium. La ricca villa, le cui<BR>strutture sono emerse, attraverso saggi di scavo,<BR>in più punti della località San Biagio, ivi<BR>compresa l’area del Cimitero Comunale, può<BR>essere identificata con quella di Cocceio citata da<BR>Orazio (L.I. Satira V) nella descrizione del suo<BR>viaggio da Roma a Brindisi. Il carattere fastoso<BR>della dimora patrizia è ben dimostrato, oltre che<BR>dalla monumentalità delle strutture, dal<BR>ritrovamento di una statua di Satiro in marmo,<BR>conservata al Museo Nazionale di Napoli.<BR>110<BR>Attesta infine l’importanza archeologica del<BR>territorio di Bonea la presenza di un mausoleo<BR>funerario di epoca romana, la cosiddetta Torre<BR>del Vessilo, m onumento emblematico per la città"<BR>(http://www.regione.campania.it/iti102.htm).<BR>71-76 VIII "Caudi<BR>Caupona"-<BR>Benevento<BR>Fondata dall'eroe greco Diomede, la città è ricca<BR>di testimonianze archeologiche risalenti all'epoca<BR>romana: il teatro, l'arco di Traiano, l'arco del<BR>Sacramento, l'obelisco e il ponte leproso<BR>(http://space.tin.it/sport/mruscell/benevento/<BR>storia/momonumenti.htm).<BR>77-85 IX Benevento-<BR>Trevico Villa<BR>Secondo alcuni studiosi, la taberna di Trivicum<BR>poteva essere ubicata nella zona di Anzano<BR>(http://www.meridaunia.isnet.it/itinerari/anzano<BR>_di_puglia.htm).<BR>86-90 X Trevico-<BR>Ausculum<BR>Apulum (?)<BR>91-93 XI Ausculum<BR>Apulum (?)-<BR>Canosa<BR>Antichissima città dell'Apulia, di origine greca,<BR>pertanto Orazio la denomina: "Canusinus<BR>bilinguis".<BR>94-95 XII Canosa-Ruvo Odierna Ruvo, Rubi era una delle mansiones,<BR>ossia una stazione di sosta per il cambio dei<BR>cavalli<BR>(http://www.worknetservice.com/puglia/ruv<BR>o/storia. htm).<BR>96-97 XIII Ruvo-Bari<BR>97-100 XIV Bari-Egnazia Egnazia rappresenta un sito archeologico di<BR>rilevante interesse; alla fase messapica risalgono<BR>l'impianto delle mura e la necropoli; i reperti<BR>archeologici sono conservati nel Museo, dove è<BR>allestita una mostra didattica permanente<BR>(http://www.italiainrete.net/puglia/fasano/e<BR>gnazia. htm).<BR>104 XV Egnazia-<BR>Brindisi<BR>111<BR>9. Il ruolo della donna nell'antica<BR>Roma<BR>9.1 Risorse generali<BR>Diotima: Materials for the Study of Women and Gender<BR>in the Ancient World<BR>http://www.uky.edu/ArtsSciences/Classics/gender.html<BR>Rassegna di argomenti dedicati al mondo delle donne: Legal<BR>Status in the Roman World (riferimenti alle leggi dei re e delle<BR>XII tavole; punizioni per adulterio; diritto di vita e di morte;<BR>matrimonio, ecc...); Private life; Public life; Religion;<BR>Occupation; Medicine and Anatomy; il sito è anche dotato di<BR>un motore di ricerca.<BR>Women in the Roman World<BR>http://www.lamp.ac.uk/~davidnoy/women.htm<BR>David Noy (University of Wales, Lampeter) ha prodotto un<BR>modulo di rilevantissimo interesse ed è possibile accedere alle<BR>letture previste per il corso; sono indicate cospicue risorse<BR>reperibili online.<BR>112<BR>Leges sine moribus<BR>http://www.trentu.ca/faculty/ahb/AHB8/AHB-8-3b.html<BR>Susan Treggiari (Stanford University) ha pubblicato<BR>sull'Ancient History Bulletin (1994) un interessante saggio<BR>sull'adulterio e la legislazione sociale in età augustea.<BR>Le feste romane<BR>http://progetti.webscuola.tin.it/multilab/udin02/FesteHome.htm<BR>Matronalia, feste della dea Madre, ecc..: l'intero calendario<BR>romano commentato, in base ai Fasti di Ovidio e alle fonti<BR>classiche. Questo ipertesto è stato realizzato dagli studenti<BR>della classe 1^C del Liceo Classico J. Stellini di Udine;<BR>l'ideazione e la progettazione sono state curate dalla prof. Gina<BR>Misdaris e le schede di approfondimento sono della prof. Anna<BR>Termini.<BR>The History of Fashion and Dress<BR>http://www.costumes.org/pages/fashiondress/ancientrome.htm<BR>Schede descrittive e illustrazioni, tratte dall'opera di Albert<BR>Racinet, Le Costume Historique (1878).<BR>113<BR>CLASS 220: Greek and Roman Costume<BR>http://www.usask.ca/antharch/cnea/CourseNotes/costume.html<BR>Syllabus sulla storia del costume di John Porter (University<BR>of Saskatchewan, Canada)<BR>Roman clothing: women<BR>http://www.vroma.org/~bmcmanus/clothing2.html<BR>Barbara F. McManus (The College of New Rochelle)<BR>ricostruisce il modo in cui le donne indossavano gli abiti,<BR>acconciavano le chiome e si ingioiellavano.<BR>Midwives and Maternity Care in the Roman World<BR>http://www.indiana.edu/~ancmed/midwife.HTM<BR>Valerie French esamina il ruolo della levatrice e le<BR>componenti folkloriche che, nel mondo antico, segnavano il<BR>tempo della nascita.<BR>Marriage in Ancient Rome<BR>http://victorian.fortunecity.com/lion/373/roman/romarriage.html<BR>L'articolo di Lucette Gatehouse si basa su saggi specialistici<BR>e riferimenti ad antiche fonti.<BR>Ancient Rome Marriage<BR>http://www.pogodesigns.com/JP/weddings/romanwed.html<BR>Jennifer Powers illustra le varie forme di matrimonio<BR>(confarreatio, coemptio, usu), i preparativi e i caratteri salienti<BR>della cerimonia.<BR>Internet Women's History Sourcebook: Rome<BR>http://www.fordham.edu/halsall/women/womensbook.html#Rome<BR>Paul Halsall ha strutturato un meta-index per reperire<BR>risorse in merito alla donna nel mondo antico, spaziando<BR>dall'Oriente alle regioni del Mediterraneo, dall'Africa<BR>all'Australia.<BR>114<BR>9.2 Proposta operativa<BR>9.2.1 Lavori e compiti femminili<BR>Le più antiche fonti scritte che riguardano la donna<BR>collocano le sue mansioni nell'ambito concreto e quotidiano del<BR>soddisfacimento delle esigenze primarie, infatti le informazioni<BR>principali registrano classificazioni rigorose e precise in merito<BR>ai cibi che la donna ha il compito di conservare, come la frutta<BR>e le uova, e specifici divieti riguardanti la preparazione di<BR>alcuni alimenti, quale la macellazione e la macinazione della<BR>carne, in quanto pratiche correlate alle mansioni sacrificali di<BR>spettanza maschile.<BR>La cura del focolare domestico e della casa in genere<BR>lasciano immaginare una domina assai impegnata, nello<BR>svolgimento delle proprie mansioni, in modo da evitare il più<BR>possibile la frequentazione e la consuetudine con altre<BR>rappresentanti del gentil sesso. L'elenco dei doveri muliebri<BR>ricordati da Catone sembra abbastanza oneroso e cospicuo di<BR>per sé, tanto da pregiudicare ogni eccesso in materia di svago,<BR>tuttavia, tra le norme comportamentali, è vivamente<BR>raccomandata la pratica di limitare il numero di visite da parte<BR>di altre donne: "Vicinas aliasque mulieres quam minimum<BR>utatur neve domum neve ad sese recipiat" (De agri cultura,<BR>143, 5: http://www.middlebury.edu/~harris/cato.html).<BR>Luxuriosa e ambulatrix, ossia il fatto di essere amante del<BR>lusso e degli spostamenti, costituiscono peraltro i parametri<BR>definitori della cattiva moglie.<BR>Proposta di un modulo sulla donna romana: http://www.lamp.ac.uk/classics/ a<BR>cura di David Noy (University of Wales, Lampeter)<BR>115<BR>Esiste comunque una categoria di<BR>donne le cui mansioni hanno maggiori<BR>affinità con i privilegi sacrali maschili:<BR>si tratta delle sei vergini Vestali,<BR>incaricate di sorvegliare il fuoco del<BR>focolare pubblico, conservato nel<BR>santuario di Vesta, e di preparare la<BR>mola salsa, da spargere sugli animali<BR>destinati al sacrificio. La mola salsa è<BR>un composto di farina di farro, ottenuta<BR>da spighe raccolte in maggio e dunque<BR>ancora impregnate di energia primiziale,<BR>mescolata a muries. La muries consiste<BR>invece nell'impasto di sale e acqua di<BR>fonte perenne, posto a cuocere in una<BR>pentola d'argilla, sigillata con il gesso:<BR>"[…] fit ex sali sordido, in pila pisato, et<BR>in ollam fictilem coniecto, ibique operto<BR>gypsatoque et in furno percocto, cui<BR>virgines vestales serra ferrea secto et in<BR>seriam coniecto, quae est intus in aede<BR>Vestae in penu exteriore, aquam iugem,<BR>vel quamlibet, praeterquam quae per<BR>fistulas venit, addunt, atque ea demum<BR>in sacrificiis utuntur" (Sesto Pompeo<BR>Festo, De significatu verborum). Fuoco,<BR>acqua perenne e spighe sono in<BR>stretta analogia con la condizione di<BR>purezza serbata dalle Vestali.<BR>(http://gladstone.uoregon.edu/~estelle/Priest<BR>s.html#VirginesVestales).<BR>Il loro stato verginale vale infatti a<BR>purificare simbolicamente tutte le colpe<BR>della popolazione e catalizza in questo<BR>modo la benevolenza divina e il<BR>successo per i maschi della città. Il<BR>ruolo delle Vestali attesta dunque una<BR>funzione femminile essenziale e<BR>necessaria per la potenza di Roma.<BR>Statua di Vestale, Casa delle<BR>Vestali, Foro romano<BR>http://harpy.uccs.edu/roman/ht<BR>ml/ports.html<BR>116<BR>Peraltro anche due importanti cariche religiose maschili<BR>paiono associate alla indispensabile presenza di una<BR>consorte coadiutrice: si tratta del flamen dialis<BR>(http://gladstone.uoregon.edu/~estelle/Priests.html#FlamenDialis) e<BR>del rex sacrificulus, assistiti rispettivamente dalla flaminica<BR>(http://gladstone.uoregon.edu/~estelle/Priests.html#Flaminica<BR>Dialis) e dalla regina sacrorum. In caso di morte della sposa, il<BR>flamen decade infatti dal proprio incarico (cfr. Aulo Gellio,<BR>Noctes Atticae, 10, 15, 23:<BR>http://www.geocities.com/Athens/Forum/6946/literature/gellius13.htm<BR>l#1).<BR>Nell'immaginario culturale romano anche la donna, al pari<BR>dell'uomo, svolge un ruolo fondamentale e decisivo per<BR>descrivere e trasfigurare in chiave mitica gli eventi del passato<BR>storico.<BR>Come hanno diffusamente dimostrato gli studi di<BR>antropologia culturale, il paradigma dell'eroe ha una funzione<BR>preminente nella conservazione e nella tutela di valori<BR>fondamentali per la stabilità e l'equilibrio di ogni aggregazione<BR>umana. Fides, auctoritas e pietas, ossia i principi basilari del<BR>patto sociale romano, sono dunque variamente riconfermati<BR>attraverso le fisionomie e i comportamenti di uomini eccellenti,<BR>protagonisti dei miti delle origini o delle vicende storicopolitiche<BR>documentate dagli autori classici.<BR>In questo culto dell'immagine esemplare, la figura<BR>femminile gioca spesso il ruolo di controparte, allorché<BR>l'identità maschile assume valenze negative o contraddittorie<BR>rispetto al canone ideale. Il modello muliebre diviene allora, a<BR>pieno titolo, vicariante dell'eroe e in tale sovvertimento dei<BR>compiti si sfumano le qualità precipue, dettate dal sesso di<BR>appartenenza, per cedere il posto ad una gamma di tratti e<BR>specifiche connotazioni virili, che si esplicano in manifestazioni<BR>di coraggio e sprezzo del pericolo.<BR>È quanto si rileva, ad esempio, leggendo il discorso che<BR>Plutarco fa pronunciare alla madre di Coriolano, allorché una<BR>delegazione di donne la supplica di intercedere presso il figlio,<BR>affinché ponga fine alla guerra contro Roma: "Ma il nostro<BR>strazio maggiore procede dal vedere la nostra patria così debole<BR>e sgomenta da essersi ridotta a fondare su noi le proprie<BR>speranze. […] Se non potremo fare altro, sapremo almeno<BR>morire nell'atto di implorare per la patria" (Da Marzio<BR>117<BR>Coriolano, XXXIII, in Le vite parallele, trad. A.Ribera, Sansoni,<BR>Firenze 1974).<BR>Biografie di imperatrici e collezione delle monete ad esse intitolate al<BR>sito http://myron.sjsu.edu/caesars/index.htm#links<BR>Coltivare i connotati fisici di un carattere virile era peraltro<BR>uno degli obiettivi perseguiti nella educazione delle bambine di<BR>buona famiglia, come ancora ci attesta Claudio Galeno ai tempi<BR>dell'imperatore Marco Aurelio.<BR>Gli storici contemporanei ipotizzano un ruolo importante per<BR>la mulier e addirittura una sorta di parità nei confronti del<BR>marito, come comproverebbero certe iscrizioni funerarie, tra le<BR>quali la più famosa è senza dubbio la cosiddetta Laudatio quae<BR>dicitur Turiae, riportata in Fontes iuris romani anteiustiniani. Il<BR>marito di Turia elogia il comportamento della propria compagna,<BR>che si è rivelata certa, ossia fedele, fidata e determinata durante<BR>41 anni di matrimonio, e che ha venduto tutti i propri gioielli per<BR>salvare il consorte, in un momento di persecuzione politica. Egli<BR>ha rifiutato di ripudiarla, benché ella stessa, essendo sterile,<BR>avesse incoraggiato l'unione dell'amato con un'altra sposa<BR>(http://www.dl.ket.org/latin2/ mores/women/womentpg.htm).<BR>Peraltro nei tempi antichi, l'usanza di cambiare o<BR>addirittura scambiare le mogli doveva essere assai diffusa, se<BR>persino Catone Uticense cedette all'amico Ortensio, l'adorata<BR>Marzia, per poi riprenderla alla morte di costui (Cfr.: Strabone,<BR>Geografia, XI, 9, 1).<BR>118<BR>Acconciature femminili ricavate da antiche immagini<BR>Da Albert Racinet, Le Costume Historique (1878)<BR>http://www.costumes.org/pages/fashiondress/ancientrome.htm<BR>Le leggi di Romolo prevedevano che la donna non potesse<BR>abbandonare il marito, ma che il coniuge potesse invece<BR>ripudiarla, nel caso in cui ella avesse avvelenato i figli, taciuto<BR>una gravidanza o commesso adulterio (Cfr. Plutarco, Romolo,<BR>XXII).<BR>Qualora poi le mogli avessero ucciso i propri uomini, i<BR>congiunti provvedevano a strangolarle, senza nemmeno<BR>attendere il processo: una inutile perdita di tempo, data<BR>l'evidenza della colpa e l'efferatezza del delitto.<BR>In età repubblicana la dimestichezza con la preparazione di<BR>pozioni tossiche non dovette essere una attitudine saltuaria, in<BR>cui si cimentavano annoiate signore della società bene alle<BR>prese con insopportabili compagni, ma piuttosto una anomala<BR>rivendicazione di potere alternativo, talvolta non esente da una<BR>impronta di rivolta contro la maggioranza politica.<BR>Durante il consolato di Marco Claudio Marcello e Tito<BR>Valerio, nel 331 a.C., molti importanti cittadini morirono, per<BR>cause che furono attribuite non solo ad una terribile pestilenza,<BR>ma specialmente all'avvelenamento causato da un complotto di<BR>donne, poi denunciate da una ancella: "Tum patefactum<BR>119<BR>muliebri fraude civitatem premi matronasque ea venena<BR>coquere et, si sequi extemplo velint, manifesto deprehendi posse.<BR>[7] Secuti indicem et coquentes quasdam medicamenta et<BR>recondita alia invenerunt" (Livio, Ab urbe condita, VIII, 18:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/liv.8.html).<BR>Nelle case di venti patrizie furono infatti trovate presunte<BR>pozioni salutari, tuttavia, appena le nobildonne furono<BR>costrette a berle, perirono immediatamente. Le denunce<BR>cominciarono a moltiplicarsi e ben centosettanta matrone<BR>furono condannate a morte, quantunque fossero giudicate alla<BR>stregua di folli e non di vere e proprie criminali: "Prodigii ea<BR>res loco habita captisque magis mentibus quam consceleratis<BR>similis visa […]" (Livio, ibidem).<BR>Donna che versa profumo, Roma, Museo delle Terme<BR>L'uso delle essenze variava nel corso della giornata:<BR>rosa e fresca lavanda al mattino, cinnamomo e mirra per la sera.<BR>Per ulteriori notizie si veda l'articolo di David Whitehouse,<BR>Looking through roman glass:<BR>http://www.archaeology.org/online/features/roman/roman.html<BR>120<BR>La labilità del carattere femminile è del resto un topos<BR>ricorrente di molta poesia satirica, che indulge nell'indecente<BR>rappresentazione della ebbrezza con ovvii rimandi allo stilema<BR>della menade. Per le donne, la proibizione di bere vino risale<BR>alla dimensione leggendaria del Lazio, in un'epoca addirittura<BR>antecedente alla fondazione di Roma. Re Fauno ha sorpreso<BR>ubriaca la propria moglie Fauna e la punisce fustigandola a<BR>morte con rami di mirto; tuttavia, placatosi il suo furore, non<BR>può fare a meno di avvertire un grande desiderio di lei, perciò<BR>in suo onore istituisce sacri riti, durante i quali è offerta<BR>un'anfora coperta da un velo: "[…] quae quia contra morem<BR>decusque regium clam vini ollam ebiberat et ebria facta est,<BR>virgis myrteis a viro ad mortem usque caesam; postea vero cum<BR>eum facti sui poeniteret ac desiderium eius ferre non posset,<BR>divinum illi honorem detulisse; idcirco in sacris eius<BR>obvolutam vini amphoram poni" (Lattanzio, Divinae<BR>Institutiones, I, 22, 11; una versione integrale è accessibile, per<BR>gli utenti autorizzati, al sito di Patrologia Latina:<BR>http://setis.library.usyd.edu.au/pld/pldbrowseS.html).<BR>Pertanto nel tempo mitico si collocano i parametri del<BR>divieto e della concessione nei confronti della bevanda sacra:<BR>Fauna assurge al ruolo di Bona Dea e le sacerdotesse addette<BR>al suo culto conservano nel tempio un vino che è chiamato<BR>latte, in uno speciale recipiente denominato vaso da miele: "[…]<BR>quod vinum in templum eius non suo nomine soleat inferri, sed<BR>vas in quo vinum inditum est mellarium nominetur et vinum<BR>lac noncupetur" (Macrobio, Saturnaliorum convivia, I, 12, 25:<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/L/Roman/<BR>Texts/Macrobius/Saturnalia/1*.html#12, a cura di Bill Thayer).<BR>Annessa al santuario è una sorta di farmacia, dove le<BR>sacerdotesse trasformano le erbe medicinali: gli uomini sono<BR>esclusi, in base ad una proibizione che ricollega al mito greco di<BR>Medea i riti dedicati alla Bona Dea, protettrice delle donne,<BR>QeÕÇ gunaike…a. In questo luogo, la stessa presenza di<BR>serpenti, associati ai riti terapeutici della fecondità, esalta e<BR>qualifica il ruolo della indiscussa signoria femminile.<BR>L'onomastica divina riassume le qualità della Madre Terra:<BR>Bona e Fauna, in quanto produce gli alimenti per gli esseri<BR>umani e li favorisce in tutte le loro necessità, Ope, perché per<BR>opera sua la vita sussiste, e Fatua, appellativo deverbale<BR>riferibile a fari, che suggestivamente allude alla capacità di<BR>vagire acquisita dai bimbi appena hanno "toccato terra":<BR>121<BR>"Fatuam a fando quod, ut supra diximus, infantes partu editi<BR>non prius vocem edunt quam attigerint terram" (Macrobio,<BR>ibidem).<BR>Nel calendario romano compaiono altre feste officiate dalle<BR>donne, ad esempio, in coincidenza con il primo di aprile, le<BR>cerimonie dedicate a Venere Verticordia e a Fortuna Virile<BR>(http://progetti.webscuola.tin.it/multilab/udin02/fr/fortunap.htm).<BR>In tale occasione madri e nuore del Lazio tolgono le collane<BR>d'oro al simulacro della dea e lavano la sua statua di marmo.<BR>Successivamente anche esse si immergono in un bagno<BR>purificante; ma la loro nudità mette in luce ogni difetto della<BR>persona, pertanto bruciano incenso e levano preghiere in onore<BR>di Fortuna Virile, affinché siano aiutate a nascondere ai propri<BR>mariti le imperfezioni del corpo: "Accipit ille locus posito<BR>velamine cunctas / et vitium nudi corporis omne videt / ut<BR>tegat hoc celetque viros, Fortuna Virilis / praestat et hoc parvo<BR>ture rogata facit" (Ovidio, Fasti, IV, vv.147-150:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/ovid.fasti.html).<BR>Il rito possiede una indubbia connotazione riferibile a<BR>finalità seduttive, è quasi una sorta di preliminare amoroso che<BR>rinnova, anno dopo anno, per le maritate, la tensione<BR>dell'evento nuziale già consumato in precedenza. Peraltro<BR>l'assunzione di una bevanda sedativa, identica a quella bevuta<BR>da Venere prima di congiungersi allo sposo, composta di latte,<BR>miele e semi di papavero, traspone analogicamente il senso<BR>dell'unione coniugale in una prospettiva dignificante, atta a<BR>risvegliare le qualità della dea in ogni donna.<BR>122<BR>Pompei, Villa dei Misteri<BR>Una presentazione degli affreschi a cura di James Jackson<BR>all'indirizzo<BR>http://harpy.uccs.edu/roman/html/pompeiislides.html<BR>Durante le feste femminili, si svolgono sacrifici non cruenti,<BR>è il caso dell'offerta di latte di fico in concomitanza con le<BR>Nonae Caprotinae, il 7 di luglio, in onore di Giunone<BR>(http://progetti.webscuola.tin.it/multilab/udin02/fr/nonedilu.htm):<BR>la cerimonia risale agli antichi riti mediterranei della fecondità<BR>e pertanto coinvolge all'unisono le donne libere e le schiave. Ed<BR>è proprio a proposito di queste ultime che la leggenda fa<BR>risalire la suggestiva dedica di tale rito, ossia alla fine della<BR>guerra contro i Galli, allorché le popolazioni confinanti,<BR>intenzionate ad invadere Roma, chiesero in ostaggio al senato<BR>le madri e le vergini. Fu allora che una schiava, di nome Tutela<BR>o Filotide, propose di recarsi dagli avversari, con altre sue<BR>compagne, fingendo di essere una donna libera. Giunte<BR>all'accampamento nemico, le coraggiose ancelle eccitarono gli<BR>uomini a bere, al punto da farli ubriacare; pertanto ad un<BR>segnale convenuto, che, come vuole la tradizione, fu trasmesso<BR>presso un albero di fico, i soldati romani fecero irruzione ed<BR>ebbero la meglio. Lo stesso Macrobio, nel riferire la vicenda,<BR>sottolinea la portata eroica dell'ancillarum factum, non<BR>riscontrabile in ulla nobilitate (Saturnaliorum convivia, I, 2,<BR>35).<BR>123<BR>Tra presenza e marginalità, non sembra comunque lecito<BR>descrivere il modello femminile romano in chiave<BR>completamente autonoma: passione, coraggio e devozione<BR>muliebre acquistano la loro significanza nel rapporto<BR>interpersonale con l'uomo, rispetto al quale la condizione della<BR>donna assume, a vari gradi, il proprio carattere di<BR>indispensabilità.<BR>Busto di matrona romana, Roma, Musei Vaticani<BR>125<BR>10. Civiltà della tavola: la cultura del<BR>cibo nell'antica Roma<BR>10.1 Risorse a carattere generale<BR>L'arte in cucina<BR>http://utenti.tripod.it/ntgflv/cucina/cucinaintro.htm<BR>A cura di Flavio Nitoglia, il sito comprende una serie di voci:<BR>triclinium, pasti fuori casa, pasti in viaggio, vasellame,<BR>ingredienti, carni tritate, antipasti, vivande prelibate, dolci<BR>casalinghi, ecc.<BR>Sapori dell'antica Roma<BR>http://www.ciaoweb.net/anticaroma/sapori1.htm<BR>Una rassegna in lingua italiana a cura di Fabrizio Ficozzi: la<BR>cena, i cibi, vini, olio, garum.<BR>Pompei, Banco di vendita con doli incassati<BR>per la mescita delle bevande<BR>Social Position and Food in the Roman Empire<BR>http://martin.carthage.edu/outis/food.html<BR>Il consumo, la quantità e la qualità del cibo è posto in<BR>relazione al ruolo sociale, come peraltro la satira del II libro di<BR>Orazio sembra suggerire, attraverso la metafora del topo di<BR>città e di quello di campagna.<BR>126<BR>Late roman food<BR>http://www.uio.no/~larsel/food.html<BR>Ampio repertorio bibliografico.<BR>Apicio e la cucina dei romani<BR>http://www.polaris.it/helene/<BR>Helene Tosini offre una rassegna piacevole ed esauriente in<BR>merito alle abitudini alimentari degli antichi, non trascurando<BR>curiosità e precisi riferimenti agli autori classici.<BR>Pompei, Triclinio della casa del criptoportico<BR>Antique Roman Dishes collection<BR>http://www.cs.cmu.edu/~mjw/recipes/ethnic/historical/ant-romcoll.<BR>html<BR>A cura di Micaela Pantke (Carnegie Mellon's School of<BR>Computer Science), una proposta per realizzare alcune ricette<BR>romane.<BR>Daily life in Rome: food<BR>http://www.uvm.edu/~classics/life/index.html<BR>Una pagina a cura di Eleanor Rodgers (University of<BR>Vermont) che rimanda ad altri siti dei quali fornisce una<BR>sintetica ma esplicativa presentazione: storia della cucina<BR>italiana; storia della pasta; uso degli afrodisiaci, ecc.<BR>127<BR>Roman Orgy<BR>http://www.dplanet.ch/users/julien.courtois/orgy/index.html<BR>Julien Courtois ha realizzato questo meta-index che<BR>consente di accedere direttamente ad articoli in lingua inglese,<BR>francese e tedesca, dedicati alla culinaria nel mondo antico.<BR>Roman recipes<BR>http://www.ls.uidaho.edu/luschnig/owl's/Recipes/Index.htm<BR>C. A. E. Luschnig (Department of Foreign Languages and<BR>Literatures University of Idaho, Moscow) fornisce testi di<BR>Catullo, Plinio il giovane e Marziale, in lingua latina e<BR>traduzione inglese, relativi all'argomento.<BR>A Taste of the Ancient World<BR>http://www.umich.edu/~kelseydb/Exhibits/Food/text/Food.html<BR>Una rassegna di utensili, monete e immagini legate al tema<BR>dell'alimentazione riscontrabili in reperti archeologici d'ambito<BR>religioso-sacrificale.<BR>Roman Cuisine<BR>http://www.realm-of-shade.com/sweetlady/cuisine/ page1.html<BR>Di particolare interesse un articolo sulla conservazione dei<BR>cibi.<BR>128<BR>Mômes: La cuisine romaine antique<BR>http://www.construire.ch/SOMMAIRE/9716/14momes.htm<BR>In lingua francese, una ricostruzione della cucina romana.<BR>Favourite Apician Recipes<BR>http://www.geocities.com/Athens/Olympus/3296/recipe.htm<BR>Nel sito sono reperibili alcune ricette annotate da Glenda<BR>Robinson, tratte dalla traduzione in inglese di Joseph<BR>Dommers Vehling dell'opera di Apicio.<BR>Cultura gastronómica en el Imperio Romano<BR>http://teleline.terra.es/personal/aiolozil/revista/revzap2/art002.htm<BR>Un articolo in lingua spagnola di López Navarro che<BR>propone indicazioni bibliografiche e alcuni links concernenti<BR>l'argomento.<BR>De re coquinaria<BR>http://geocities.com/Athens/Forum/6946/literature/apicius.html<BR>In dieci libri, la riproduzione delle ricette di Apicio, sulla<BR>base dell'edizione critica curata da Robert Maier, Das römische<BR>Kochbuch des Apicius, (C) 1991 Philipp Reclam jun. GmbH &amp;<BR>Co., Stuttgart.<BR>129<BR>Food and Drink in the Ancient Mediterranean<BR>http://www.warwick.ac.uk/fac/arts/Classics/food.html#outline<BR>Si tratta di un modulo elaborato dal Dipartimento di Cultura<BR>Classica e Storia, University of Warwick, che sicuramente può<BR>offrire utili suggerimenti, per progettare un analogo percorso<BR>adattato alle finalità della programmazione scolastica.<BR>Food History Links and Documents<BR>http://www.cooper.edu/humanities/classes/electives/food/food2000doc<BR>uments.htm#lib<BR>Come specificato dal titolo, la pagina rimanda ad una<BR>pluralità di risorse, consentendo di ampliare la panoramica<BR>sulla civiltà della tavola, in senso cronologico (cultura classica,<BR>età medievale e rinascimentale) ed anche geografico (mondo<BR>mediterraneo, Vichinghi, regioni orientali, ecc.).<BR>10.2 Ipotesi di percorso didattico<BR>10.2.1 Fames e fama: la retorica a tavola<BR>Banchetto quale imago mundi: a tutti gli effetti, studiare i<BR>riti della tavola, in uso nell'antica Roma, equivale a scoprire<BR>una particolare forma di rappresentazione del mondo, in<BR>quanto rispecchia il bisogno di aggregazione sociale, il grado di<BR>consumismo, il rapporto tra pressione demografica e risorse,<BR>l'evoluzione del gusto in relazione alle disponibilità<BR>economiche, alla cultura e persino all'ideologia religiosa.<BR>In tale ottica, un percorso d idattico può intersecare più ambiti<BR>disciplinari: letteratura, storia, archeologia e antropologia<BR>culturale.<BR>Come documenta l'articolo di Pedar W. Foss, Age, Gender,<BR>and Status Divisions at mealtime in the Roman House<BR>(http://www.sys.uea.ac.uk/Resarch/researchareas/JWMP/ostia/hge<BR>nder.html) "il ruolo che ogni individuo gestisce nella propria<BR>nutrizione e in quella degli altri dipende da variabili che<BR>misurano la sua identità sociale: età, sesso, ordine e status.<BR>Anche la compagnia con la quale ciascuno mangia si basa sui<BR>medesimi fattori". La riproduzione sotto riportata, tratta<BR>dall'articolo citato, illustra la distribuzione dei letti triclinari<BR>della casa pompeiana di Paccius Alexander e identifica il posto<BR>130<BR>d'onore riservato all'ospite di riguardo (lectus medius 3) e<BR>quello del padrone di casa (lectus imus 1).<BR>Il numero degli invitati, come Gellio scrive, riferendo una<BR>considerazione di Marco Varrone, è sottoposto ad una<BR>intenzionale euritmia: "Dicit autem convivarum numerum<BR>incipere oportere a Gratiarum numero et progredi ad Musarum,<BR>ut, cum paucissimi convivae sunt, non pauciores sint quam tres,<BR>cum plurimi, non plures quam novem" (Noctes Atticae, XIII,<BR>11:<BR>http://www.geocities.com/Athens/Forum/6946/literature/gellius13.html#11).<BR>Non meno delle Grazie, non più delle Muse, vale a dire da tre a<BR>nove.<BR>Il gesto più elementare della sussistenza, come comprovano le<BR>fonti classiche, si traduce dunque in un codice simbolico<BR>incentrato su ritmi prestabiliti, cifre, superstizioni e soprattutto<BR>angosce.<BR>Le abitudini conviviali dei romani fanno parte di quel<BR>quotidiano perduto che effonde radici nel meraviglioso, perciò<BR>una ricostruzione dei riti legati al cibo, oltre ad essere<BR>territorio della storia sociale, si configura come contributo della<BR>storia della mentalità.<BR>A tavola, ciascuno continua ad essere più che mai ciò che è:<BR>le sollecitazioni aspre, piccanti, dolci o salate, offerte al palato,<BR>sembrano confacenti agli umori del corpo, tanto da esaltarne i<BR>temperamenti.<BR>131<BR>Nessuna sospensione delle personali convinzioni filosofiche<BR>da parte di certi commensali, pertanto, come attesta Gellio,<BR>l’aristotelico pervicace non perderà nemmeno a tavola<BR>l’occasione di professare la propria dottrina, comprovando,<BR>mediante le parole dell’autorevole maestro, il danno arrecato al<BR>fisico dall’acqua gelata: "Erat nobiscum vir bonus ex<BR>peripatetica disciplina bene doctus et Aristotelis unice<BR>studiosissimus. Is nos aquam multam ex diluta nive bibentis<BR>coercebat seueriusque increpabat. Adhibebat nobis auctoritates<BR>nobilium medicorum et cumprimis Aristotelis philosophi, rei<BR>omnis humanae peritissimi, qui aquam niualem frugibus sane<BR>et arboribus fecundam diceret, sed hominibus potu nimio<BR>insalubrem esse tabemque et morbos sensim atque in diem<BR>longam visceribus inseminare". (Noctes Atticae, XIX, 5:<BR>http://www.geocities.com/Athens/Forum/6946/literature/gellius19.html#5).<BR>D’altra parte la mensa e l’assunzione del cibo sono ascrivibili<BR>alla sfera del sacro; poiché ogni pasto è una cerimonia, nulla<BR>deve profanare o interrompere il suo svolgersi.<BR>Anche i discorsi negativi devono essere evitati o almeno<BR>prontamente esorcizzati: "Incendia inter epulas nominata aquis<BR>sub mensam profusis abominamur" (Plinio, Naturalis historiae<BR>libri, XXVIII, 26: http://patriot.net/~lillard/cp/pliny.html) Così l’aver<BR>parlato di incendi, può essere scongiurato versando acqua sotto<BR>il tavolo. Senza contare i pessimi auguri determinati dal fatto di<BR>spazzare il pavimento, quando qualcuno si allontana dal<BR>banchetto, o di togliere il portavivande, mentre un commensale<BR>sta bevendo: "Recedente aliquo ab epulis simul verri solum aut<BR>bibente conviva mensam vel repositorium tolli inauspicatissimum<BR>iudicatur". (Plinio, ibidem).<BR>Nel contesto della mensa alcuni oggetti assumono valenze<BR>magiche, perciò, prima di accostarsi alla tavola, vige l’usanza di<BR>togliersi anelli e cinture, che simboleggiano i cerchi magici a<BR>delimitazione degli spazi posseduti dalle presenze demoniache.<BR>Le lucerne non devono essere spente a conclusione del pasto,<BR>per non disperdere la sacralità del fuoco. Scopae è strumento<BR>bivalente: purifica, ma allo stesso tempo rischia di allontanare<BR>i geni protettori della casa. Oltre tutto gli avanzi servono da<BR>nutrimento alle anime dei morti e nei tempi più antichi i resti<BR>del cibo erano portati in offerta sulle tombe. Nella dimensione<BR>simbolica del dono si spiega dunque la rappresentazione<BR>132<BR>musiva pavimentale di certe nature morte, che effigiano<BR>proprio gli avanzi.<BR>Molte delle credenze romane affondano le loro radici in<BR>paure talmente profonde, ma inconsciamente condivisibili da<BR>parte dell’animo umano, da essere tramandate anche a<BR>distanza di secoli. Ad esempio, l’avvertenza di sminuzzare<BR>sempre i gusci delle uova, dopo averle consumate, ha un<BR>singolare rispecchiamento in un timore superstizioso diffuso in<BR>alcuni paesi dell’Italia: agli inizi del XX secolo, si attribuiva<BR>alle "streghe" il sinistro potere di compiere malie proprio con i<BR>gusci delle uova.<BR>Ogni gesto dell’uomo romano aspira a stabilire una perfetta<BR>armonia con le forze del cosmo, pertanto le sale tricliniari<BR>devono essere ubicate in modo da seguire un corretto<BR>orientamento rispetto al sole: esposte ad ovest d’inverno, per<BR>sfruttare la luce pomeridiana; rivolte ad est in primavera e<BR>autunno, per catturare i raggi diretti del sole nascente e<BR>risultare perciò temperate al momento del pranzo; posizionate<BR>a nord in estate, allo scopo di offrire frescura e piacevolezza ai<BR>commensali. "Triclinia verna et autumnalia ad orientem; tum<BR>enim praetenta luminibus adversus solis impetus progrediens ad<BR>occidentem efficit ea temperata ad id tempus, quo opus solitum<BR>est uti. Aestiva ad septentrionem, quod ea regio, non ut reliquae<BR>per solstitium propter calorem efficiuntur aestuosae, ea quod est<BR>aversa a solis cursu, semper refrigerata et salubritatem et<BR>voluptatem in usu praestat" (Vitruvio, De architectura, VI, 4, 2:<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/L/Roman/T<BR>exts/Vitruvius/6*.html).<BR>Per un approfondimento concernente la forma della sala da<BR>pranzo e i suoi arredi, si rimanda ad alcuni articoli, in lingua<BR>inglese, tratti dall'opera di William Smith, A Dictionary of<BR>Greek and Roman Antiquities, John Murray, London, 1875:<BR>triclinium<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/T<BR>exts/secondary/SMIGRA*/Triclinium.html;<BR>lectus<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/T<BR>exts/secondary/SMIGRA*/Lectus.html;<BR>torus<BR>http://www.ukans.edu/history/index/europe/ancient_rome/E/Roman/T<BR>exts/secondary/SMIGRA*/Torus.html.<BR>133<BR>Poiché la mensa deve possedere una valenza estetica, alcuni<BR>hanno l’abitudine di allestire il triclinio in una galleria di<BR>quadri, altri in un deposito della frutta: "quod spectaculum<BR>datur ab arte, cur non quod natura datum utantur in venustate<BR>disposita pomorum" (Varrone, De re rustica, I, 59, 2:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/varro.html).<BR>Nessuna meraviglia se certi ospiti si servono di ciò che la<BR>natura offre in una bella esposizione di frutta, anch’essa vera e<BR>propria opera d’arte, per rallegrare gli animi dei convitati. A<BR>volte una pioggia di petali di fiori cade dall’alto, mentre dal<BR>pavimento esala l’aroma dell’infuso di verbena.<BR>L’attenzione nei confronti dei profumi e delle spezie odorose<BR>è oltretutto da intendersi come codice comunicativo della<BR>familiarità oppure dell’inimicizia.<BR>Il sistema alimentare costituisce una pratica culturale, che<BR>sottolinea le disparità su piccola o grande scala, e dunque svela<BR>le diversità sociali oppure etniche.<BR>Ad esempio Cesare (De bello gallico, VI, 22:<BR>http://www.intratext.com/y/LAT0044.htm) e Tacito (Germania, XXIII:<BR>http://www.intratext.com/y/LAT0046.htm) menzionano le peculiarità<BR>dei regimi alimentari dei barbari. Il modo di cucinare segnala la<BR>presenza degli stanziamenti dei Germani, in ragione dello<BR>sgradevole odore di burro rancido, largamente impiegato.<BR>Il rifiuto opposto al "diverso" appare marcato anche in<BR>termini olfattivi perché, a seconda dei casi, il pranzo può<BR>rappresentare l’espressione oppure l’antitesi del proprio<BR>mondo.<BR>La tavola è assimilata all’ara sacrificale e alla terra feconda,<BR>in quanto offre i cibi e tale prerogativa la rende in grado di<BR>riunificare le forze spirituali che rischiano di disperdersi o che<BR>si contrastano. Il 22 febbraio si svolgono le Caristia, feste<BR>istituite per ristabilire la concordia nell’ambito dei nuclei<BR>familiari e proprio per questo riservate solo ai parenti più<BR>stretti, durante le quali si celebra il banchetto sacro:<BR>"Convivium etiam sollemne maiores instituerunt idque Caristia<BR>appellaverunt" (Valerio Massimo, Factorum et dictorum<BR>memorabilium libri, II, 1, 8:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/valmax2.html) .<BR>134<BR>Peraltro la tavola è posta al centro della sala, in quanto<BR>rispecchia la credenza nella centralità della terra rispetto<BR>all’intero universo. Si stabilisce in tal modo una fitta rete di<BR>parallelismi tra micro e macro cosmo. L’esempio più eclatante è<BR>documentato dalla cena di Trimalcione, per la quale il cuoco ha<BR>allestito una ricostruzione delle costellazioni celesti, ponendo<BR>ogni cibo in analogia con le prerogative dei diversi segni<BR>zodiacali: "Rotundum enim repositorium duodecim habebat<BR>signa in orbe disposita, super quae proprium convenientemque<BR>materiae structor imposuerat cibum" (Petronio, Satyricon, 35,<BR>2: http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/petronius1.html).<BR>Quadranti magici proteggono le mense più antiche e sulle<BR>focacce di farro, adibite al medesimo uso dei p iatti, si tracciano<BR>le linee corrispondenti alle ripartizioni del cielo: simbolici cardo<BR>e decumano di un piccolo possesso spaziale. Eppure, quando la<BR>fame urge e non c’è più nulla da consumare anche le mense<BR>sono addentate, come racconta Virgilio, a proposito dei Troiani<BR>appena sbarcati sulle coste laziali: "Consumptis hic forte aliis,<BR>ut vertere morsus / exiguam in Cererem penuria adegit edendi<BR>/ et violare manu malisque audacibus orbem / fatalis crusti<BR>patulis nec parcere quadris" (Virgilio, Aeneis, VII, vv.112-115:<BR>http://patriot.net/~lillard/cp/verg.aen7.html).<BR>Col passare dei secoli, i rituali divergono rispetto alla<BR>sacralità delle origini e il banchetto diviene occasione per<BR>trasformarsi in teatro della crudeltà, come testimonia Elio<BR>Lampridio nella biografia di Antonino Eliogabalo<BR>(http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/sha.helio.html).<BR>L’imperatore fa sedere i commensali di bassa condizione su<BR>cuscini pieni d’aria, che sono improvvisamente sgonfiati, in<BR>modo da costringere l’ospite a mangiare sotto il tavolo, oppure<BR>ai suoi parassiti imbandisce una cena con cibi fatti di cera, di<BR>legno, di avorio o di altri materiali, riproducenti alla perfezione<BR>le vivande che egli stesso assapora e, parossismo della beffa,<BR>obbliga i malcapitati a lavarsi le mani tra una portata e l’altra:<BR>"Parasitis in secunda mensa saepe ceream cenam, saepe<BR>ligneam, saepe eburneam, aliquando fictilem, nonnumquam vel<BR>marmoream vel lapideam exhibuit, ita ut omnia illis<BR>exhiberentur videnda de diversa materia, quae ipse cenabat,<BR>cum tantum biberent per singula fercula et manus, quasi<BR>comedissent, lavarent" (Elio Lampridio, Antoninus Heliogabalus,<BR>25, 9)<BR>135<BR>Il rito del pasto ha dunque una sua valenza spettacolare che<BR>Eliogabalo ha enfatizzato all’eccesso, perché osservare chi<BR>mangia o chi è impedito a farlo equivale ad assistere alla messa<BR>in scena di certe passioni, avidità, bramosie, incontinenze e<BR>persino impudicizie. Ma per la verità nel pasto si esalta anche<BR>un’altra valenza spettacolare che ha alle spalle un regista<BR>chiamato cuoco, sopraffino prestigiatore di sostanze, forme,<BR>profumi e colori.<BR>Gli antichi romani non hanno un cuoco fisso alle loro<BR>dipendenze, ma lo affittano in base alle esigenze. Le<BR>modalità di contrattazione, che si svolgono al mercato, sono<BR>vivacemente descritte in una commedia di Plauto: Pseudulus<BR>(http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/plaut.pseudolus.html).<BR>Non manca, in questo caso, una parodia della sacralità, perché<BR>Plauto sa ben smascherare, grazie alle parole del cuoco<BR>millantatore, la paradossale ossessione di voler rispecchiare nei<BR>comportamenti degli dei ogni passione umana.<BR>CUOCO: Appena tutte le casseruole bollono, le scoperchio; e<BR>l’odore sale in cielo con i piedi a bilanciere.<BR>BALLIONE: L’odore con i piedi a bilanciere?<BR>CUOCO: Che stupido! mi sono imbrogliato.<BR>BALLIONE: E allora?<BR>CUOCO: Con le braccia a bilanciere, volevo dire; con<BR>quell’odore Giove ci fa banchetto ogni giorno.<BR>BALLIONE: E se tu non cucini, come fa a mangiare Giove?<BR>CUOCO: Va a letto senza cena.<BR>(Plauto, Pseudulus, Atto III, scena 2^, vv.840-846, a cura di G.<BR>Augello, UTET, Torino, 1968)<BR>Virtuosi della cucina, i cuochi dell’età imperiale sanno<BR>manipolare così bene le materie prime, da poterle servire in<BR>tavola sotto l’apparenza di cibarie sempre diverse. L’ospite<BR>ignaro corre il rischio di mangiare zucca per antipasto, per<BR>primo piatto, per secondo, terzo e dessert. Ricavate dalla zucca<BR>sono infatti vivande che sembrano lenticchie, funghi, pesci e<BR>persino coda di tonno: "Hinc exit varium coco minutal, / ut<BR>lentem positam fabamque credas; / boletos imitatur et botellos,<BR>/ et caudam cybii brevesque maenas" (Marziale, Epigrammata,<BR>XI, 31, vv. 11-14:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/mart11.html).<BR>136<BR>Eppure, tra tanta passione per il cibo, non manca un invito<BR>al vegetarianesimo d’ispirazione pitagorica, invito dettato<BR>soprattutto da una forma di rispetto nei confronti degli altri<BR>esseri viventi, che meritano d’essere risparmiati, vista la<BR>profusione di messi e frutta a disposizione dell’uomo: "Parcite,<BR>mortales, dapibus temerare nefandis / corpora! sunt fruges,<BR>sunt deducentia ramos / pondere poma suo tumidaeque in<BR>vitibus uvae; / sunt herbae dulces, sunt, quae mitescere flamma<BR>/ mollirique queant, nec vobis lacteus umor / eripitur nec mella<BR>thymi redolentia flore; / prodiga divitias alimentaque mitia<BR>tellus / suggerit atque epulas sine caede et sanguine praebet"<BR>(Ovidio, Metamorphoses, XV, vv. 75-82:<BR>http://www.gmu.edu/departments/fld/CLASSICS/ovid.met.html).<BR>Un invito tuttavia disatteso dai più, che invece fanno a gara<BR>per gustare le prelibatezze offerte dagli animali esotici o<BR>pregiati: pavone di Samo, francolino di Frigia, ostriche,<BR>murene, gru ed altri, copiosamente citati nei testi di Orazio,<BR>Apuleio o Plinio.<BR>Ma in epoca tardo-imperiale l’eccessiva frollatura della<BR>carne, il suo consumo quotidiano e l’abuso d’aceto costituiscono<BR>una minaccia per una dieta sana, così come la cottura dei cibi<BR>nelle pentole di piombo; molti nostalgici del tempo antico<BR>notano infatti che le abitudini mangerecce si sono<BR>progressivamente trasformate in analogia con altri pericolosi<BR>stravizi.<BR>Se è vero che ogni testo si presta a molteplici livelli<BR>interpretativi e fornisce indizi di vario grado, persino il De<BR>re coquinaria di Apicio (http://geocities.com/Athens/Forum/6946/<BR>literature/apicius.html) non si configura unicamente quale<BR>accattivante manuale di gastronomia, ma è interpretabile<BR>anche come specchio della realtà sociale, che consente di<BR>recepire, attraverso le sofisticate evoluzioni del gusto, la<BR>progressiva implosione del sistema romano: nell’ossessione<BR>della tavola si consuma l’esistenza di chi vuole fagocitare la<BR>vita nello stesso momento in cui ingurgita cibo.<BR>E un’intera civiltà precipita nella voragine di quella grande<BR>gola, "peragrantis gulae", che va per il mondo alla ricerca dei<BR>sapori e disprezza ciò che è facilmente raggiungibile: "per<BR>luxum animi parata atque facilia fastidientis per inprobam<BR>satietatis lasciviam"(Gellio, Noctes Atticae, VI, 16, 6:<BR>http://www.geocities.com/Athens/Forum/6946/literature/gellius6.html<BR>#16).<BR>137<BR>Qualche secolo più tardi, Fabio Fulgenzio lamenterà che agli<BR>scrittori non è più consentito inseguire la fama poetica, in<BR>quanto anche gli intellettuali sono costretti a preoccuparsi<BR>della fames incombente nelle loro case.<BR>Addirittura drammatica la descrizione di quanto accade nel<BR>590, secondo le parole di Gregorio di Tours: "Quasi tutta la<BR>Gallia fu oppressa dalla carestia: molta gente fece il pane con i<BR>semi d'uva, con le nocciole, con le radici delle felci seccate e<BR>ridotte in polvere, mescolate con un po' di farina; tanti altri<BR>fecero il pane con l'erba ancora verde e ci fu anche chi raccolse<BR>e mangiò vari generi d'erba, poiché era privo di farina e dopo<BR>aver mangiato, costoro morivano affetti da gonfiore. Moltissimi<BR>perirono consumati dalla fame" (Cfr. l'edizione francese<BR>dell'opera di Gregoire de Tours, Historia Francorum, VII, 45,<BR>p.421:<BR>http://gallica.bnf.fr/scripts/ConsultationTout.exe?E=0&amp;O=N094600).<BR>139<BR>Tabella<BR>OGGETTO DELLA<BR>RICERCA<BR>CURATORE INDIRIZZO<BR>Archeologia M. Madin<BR>http://www.academicinfo.net/archymeta.h<BR>tml<BR>Archeodunum<BR>http://www.archeodunum.ch/<BR>Boston University<BR>http://www.archaeological.org/<BR>G. Lattanzi<BR>http://www.archart.it<BR>S. Champion<BR>M. van Leusen<BR>http://odur.let.rug.nl/arge/<BR>K. Glowacki<BR>N. Klein<BR>http://www.indiana.edu/~classics/AIA/inte<BR>rnet/internet.html<BR>K. Greene<BR>http://www.staff.ncl.ac.uk/kevin.greene/wi<BR>ntro/<BR>D. W.J. Gill<BR>http://www.swan.ac.uk/classics/antiquity.<BR>html<BR>Albert Ludwigs<BR>Universität Freiburg<BR>http://www.ufg.unifreiburg.<BR>de/d/link/country/index.html<BR>T. Plunkett<BR>J. Lizee<BR>http://archnet.asu.edu/archnet/<BR>C. L. C. E. 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Nitoglia http://utenti.tripod.it/ntgflv/monumentiro<BR>mani/Il_teatro_Marcello.htm<BR>147<BR>Traduzioni B. Castaldi<BR>http://digilander.iol.it/Bukowski/operelati<BR>netradotte.htm<BR>Latinonline<BR>http://www.latinonline.it/<BR>Latinovivo<BR>http://www.latinovivo.com/
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ANTICHI POPOLI D'ITALIA IN ERA PRE STORICA E STORICA

PREISTORIA D'ITALIA ED ANTICHI POPOLI

Le tracce dei primi abitanti della penisola italiana si perdono nella notte dei tempi, l'Erectus, il Neanderthal, il Cro Magnon ovvero il nostro diretto antenato sembra sia comparso nella nostra penisola almeno 35.000 anni fa.
 L'Italia deriva il suo nome dagli Itali, una popolazione stabilitasi in Calabria; ma i Greci la chiamavano Esperia, vale a dire "Terra situata a occidente". Protesa sul mar Mediterraneo, aveva infatti un clima e un ambiente molto favorevoli alla vita delle popolazioni, dedite alla caccia, alla pesca e alla raccolta dei frutti.
I primi abitatori vivevano lungo i fiumi e vicino ai laghi. Gli scavi archeologici hanno permesso di ritrovare in questi primi insediamenti gli strumenti delle popolazioni più antiche, costituiti da pietre variamente lavorate.
Con il passare del tempo, con l'avvento della cultura agricola partita dalla mezzaluna fertile in medio oriente, circa 6.000 anni fa alcuni abitanti della nostra penisola si dedicarono all' agricoltura, altri iniziarono a navigare. Solo sul finire del Paleolitico sorsero i primi villaggi mentre, nella pianura padana, vennero costruite le prime abitazioni su palafitte. Tra i popoli italici più antichi si possono ricordare i Liguri e i Veneti a nord; i Latini, gli Umbri, i Sabini e i Sanniti nell' Appennino centrale; gli Osci in Campania; i Messapi in Puglia; i Sicani in Sicilia e i Sardi in Sardegna.
Molto più tardi, intorno al 1000 a.C, l'Italia era ancora un territorio arretrato.
In questo periodo, gli studiosi della preistoria vi distinguono due grandi aree. La prima (nel Meridione e lungo le coste adriatiche) è caratterizzata dall'uso dei suoi abitanti di seppellire i defunti ( inumazione)
mentre nella seconda area (a nord, nella Toscana e nel Lazio) i morti vengono bruciati ( cremazione o incinerazione) e poi se ne conservano i resti in apposite urne di terracotta.
Più in particolare si conoscono: una" civiltà delle ,terramare" (abitati di struttura trapezoidale, circondati da un ar­gine e una fossa), che costruisce abitazioni stabili su palafitte in Emilia e nella bassa Lombardia;
una" civiltà dei nuraghi" (edifici in pietra a forma di tronco di cono, coperti da una cu­pola ad anelli concentrici), in Sardegna;
una" civiltà dei dolmen" (tombe formate da lastre di pietra infisse nel terreno in verticale e coperte da una lastra orizzontale che funge da tetto) in Puglia.
Nella penisola, inoltre, esistevano alcune civiltà più avanzate: quella villanoviana (da ViIlano­ va, presso Bologna, dove esiste­ va un grande insediamento);
quella di Golasecca (dal nome di un sito archeologico in provincia di Varese) fra Lombardia, Piemonte e Liguria;
quella degli Iapigi in Puglia.

 Tutte queste civiltà conoscevano sia l'uso e la lavorazione dei metalli sia quello delle ceramiche e abitavano in villaggi relativamente ben costruiti.
Le civiltà più progredite colonizzano l'Italia
Verso i secoli IX-VIII a.C nuovi popoli si stabilirono in Italia.
A nord, i Galli si stabilirono nella pianura padana, spingendosi fino in EmiIia e nelle Marche. Lungo le coste siciliane, sarde, calabresi e campane iniziarono a giungere Greci e Cartaginesi.

Le colonie greche più importanti, come abbiamo visto, sorsero a: Cuma, Napoli, Paestum in Campania;
Sibari, Crotone, Locri, Reggia in Calabria;
Naxos, Catania, Siracusa, Messina, Agrigento in Sicilia.

Furono proprio i Greci a introdurre il commercio e le prime monete, a migliorare le tecniche della navigazione e dell'artigianato; diedero inoltre alle colonie la stessa organizzazione politica della polis.
Oltre a quelle greche, altre colonie furono fondate dai Fenici di Cartagine a Tharros e Cagliari in Sardegna; a Mozia e Palermo in Sicilia.
Ma l'espansione cartaginese fu arrestata a sud dalla colonizzazione greca e a nord da un nuovo popolo, insediatosi da poco in Toscana e nel Lazio: gli Etruschi.
Comparsa e diffusione degli Etruschi in Italia
 L'origine degli Etruschi e l'epoca del loro insediamento in Italia sono tuttora incerte. Alcuni studiosi ritengono molto verosimile il racconto dello storico greco Erodoto, nel quale si afferma che i Tirreni (così Erodoto li chiama, dal nome di un loro principe) vennero in Italia dall'Asia Minore.
In effetti i ritrovamenti archeologici risalgono tutti soltanto fino a un' epoca ben precisa, proprio come se prima di allora gli Etruschi non fossero stati presenti in Italia.
Inoltre, la lingua etrusca ha molti punti di contatto con la lingua greca (usa un alfabeto simile) e con altri dialetti dell'Asia Minore. Altri storici sostengono invece che gli Etruschi discendono da popoli italici più antichi e che la loro lingua e la loro cultura sono state influenzate dai commerci e dagli scambi con il Vicino Oriente, i Fenici e la Grecia.
In ogni caso, gli Etruschi occuparono inizialmente la costa del Lazio e della Toscana: Cervèteri, Tarquinia, Vulci, Populonia, città da loro fondate, erano piccole ma fiorenti già nel 700 a.C.
Gli Etruschi sapevano utilizzare due grandi risorse: il mare e la terra. Furono infatti abili navigatori, commercianti e pirati; ma si dedicarono anche all' agricoltura e alla pastorizia. Seppero inoltre sfruttare abilmente le risorse naturali della regione, in particolare le miniere dell'isola d'Elba e delle colline metallifere toscane.
In seguito gli Etruschi fondarono nell'Italia centrale altre città, come Volterra, Veio, Chiusi, Arezzo, Cortona, Orvieto, Roselle, Tuscania, Perugia, Fiesole.
Ogni città era autonoma e governata da un re-sacerdote, chiamato lucumone. Il re era assistito da un consiglio di anziani, scelti fra i capi delle famiglie nobili, mentre 1'assemblea del popolo veniva convocata periodicamente per approvare le decisioni del re.
Più tardi le maggiori città etrusche si unirono in una lega di carattere religioso, che si trasformò poi in un organismo politico e militare.
Ben presto infatti l'espansione etrusca interessò anche altre regioni. Nuovi coloni si spinsero a sud fino alla Campania, dove fondarono le città di Capua, Pompei e NoIa. Qui la potente Capua guidò una lega di dodici città.
Ma gli Etruschi avanzarono anche verso nord per sfruttare le coste adriatiche e per colonizzare la grande pianura dell'Emilia Romagna. In queste regioni vennero fondate Fèlsina (l'odierna Bologna), Marzabotto, Spina e, poco dopo, Rimini e Cesena. Più a nord, sorsero Modena, Parma, Piacenza, Mantova, Adria.
Nella pianura padana gli Etruschi si dedicarono allo sviluppo dell' agricoltura e dell' allevamento, senza trascurare i commerci e la produzione artigianale di ceramiche e metalli. Nel VI secolo a.c., infine, troviamo gli Etruschi, insieme ai Cartaginesi, in Corsica, da cui scacciarono i coloni greci. Successivamente l'espansione etrusca cominciò ad arrestarsi. Nel 538 a.c. gli Etruschi furono vinti al largo della Corsica dai Focesi, che erano coloni greci, e nel 474 vennero battuti a Cuma dai Greci. La sconfitta segnò per loro l'inizio della decadenza.
Una civiltà ricca e portata per le arti
 La classe più ricca della società etrusca era costituita da proprietari terrieri, mercanti e imprenditori. Questi ultimi sfruttavano le miniere di rame e di ferro e organizzavano il lavoro degli artigiani e dei produttori di ceramiche. Così come la classe dei proprietari e dei mercanti, anche quella degli artigiani era di stirpe etrusca.
È invece molto probabile che la coltivazione delle terre fosse affidata a Liguri e Italici sottomessi. Quanto al duro e pericoloso lavoro delle miniere, vi venivano impiegati gli schiavi catturati nelle guerre e nelle spedizioni di pirateria.
Gli Etruschi ebbero sempre rapporti di conflitto e di rivalità con i Greci e con le colonie greche in Italia. Mantennero invece intensi e pacifici rapporti commerciali con Cartagine, con le città fenicie e in generale con quelle dell'Asia Minore.
La potenza economica delle città etrusche è testimoniata soprattutto dalle vaste necropoli situate nei pressi delle città. I templi, i grandi sarcofagi, le armature e le corazze, gli splendidi vasi, le anfore in argento, i gioielli d'oro e d'argento che vi sono stati rinvenuti fanno intravedere una civiltà assai ricca ed evoluta.
Anche dalle scene che ornano le pareti delle grandi tombe circolari, dai vasi e dalle coppe dipinte si può ricostruire la vita quotidiana degli Etruschi. Esse rappresentano scene di battaglia, viaggi per mare e commerci fluviali, giochi sportivi simili a quelli greci: lotta, lancio del disco, corse sui carri, corsa a piedi, pugilato. La donna aveva nella società etrusca un ruolo molto attivo, e probabilmente viveva su un piano di parità con l'uomo.
Gli Etruschi coltivarono tutte le arti, comprese la ceramica, la musica, la scultura e la fusione del bronzo, ma raggiungero i loro risultati più significativi nella pittura.

Una religione simile alle altre
 Gli dei più importanti degli Etruschi erano tre: Tinia, Uni e Menerva, ai quali erano dedicati tre templi e tre porte in ogni città.
Tinia era il signore dei cieli e Uni era sua moglie, mentre Menerva era una divinità femminile guerriera. Essi erano simili agli dei greci (Zeus, E­ra e Atena) e a quelli romani (Giove, Giunone e Minerva), in quanto le religioni di questi popoli si influenzarono a vicenda. Così anche gli Etruschi avevano gli dei Aplu (Apollo) e Maris (Marte), l'eroe Hercle (Ercole), mentre il dio Voltumna era tipicamente etrusco e Proteggeva le leghe sacre che riunivano in alleanza le loro città. Gli Etruschi erano un popolo religioso e accompagnavano la fondazione delle città e i principali momenti della vita con riti propiziatori per ottenere il favore degli dei.Inoltre gli Etruschi credevano in una vita ultraterrena, che poteva svolgersi insieme con gli dei o soggetta a un tormento infernale. E per onorare i defunti, i cui corpi venivano conservati in tombe, venivano organizzate solenni feste funebri con giochi e combattimenti.

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