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LETTERATURA
LATINA
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GUIDA ALLA LETTERATURA
LATINA E STORIA |
BIBLIOGRAFIA: -"Antichità Classiche" di Oxford. -"Antologia della
Letteratura Latina" a cura del prof. Gian Biagio Conte. -"Antologia della
Letteratura Latina" a cura del prof. Gian Luca Perelli. -"Traina" -"Devoto
e Oli" CAPITOLO PRIMO. Qualche brevissimo cenno sui re di
Roma. L’orgoglio nazionale dei Romani ha sempre spinto questi ultimi,
a connettere la loro storia con quella del mondo greco e ad ‘inventare’
rapporti con la mitologia greca; fino a tal punto furono dipendenti dalla
‘grecità’, che presero addirittura da essa tutto quanto il pantheon delle
divinità, soltanto cambiando i nomi ai medesimi dèi: così Zeus, divenne
Giove, Era fu chiamata Giunone, Afrodite, si trasformò in Venere, e così
via. Numerose sono le storie della fondazione di Roma riconducibile ad
un’origine troiana, tramite Enea e suo figlio Ascanio-Iulo, giunti esuli in
Italia dopo la disfatta di Troia. Da Ascanio-Iulo, poi arriviamo ai suoi
discendenti più direttamente ‘romani’: Romolo e Remo. Dunque, direttamente da
discendenza divina (Enea era figlio della dèa Afrodite/Venere e del mortale
Anchise), abbiamo la Gens Iulia, alla quale appartiene anche Cesare. Le
date di fondazione della città di Roma, riportate dalle varie fonti, sono
numerose e variabili. 814 a.C, 753 a.C. 751 a.C. 748 a.C. 729
a.C. I primi sette re di Roma. Romolo Numa pompilio Tullo Ostilio
(1° re etrusco) Anco Marcio (2° re etrusco) Tarquinio Prisco (3° re
etrusco) Servio Tullio (4° re etrusco) Tarquinio il Superbo (5° re
etrusco) Cinque re etruschi!, essi infatti hanno grande importanza
nella fondazione di Roma e nello sviluppo della sua grandezza. Ad esempio
l’alfabeto etrusco dà origine, con alcune modifiche, a quello latino, osco,
umbro e veneto. La lingua etrusca NON appartiene al ‘ceppo’ Indoeuropeo, nè
ad alcun altro gruppo linguistico identificabile. Appare più probabile che
esso sia un residuo del substrato linguistico preistorico del Mediterraneo,
poi frantumato dalle continue infiltrazioni Indoeuropee. DALLE ORIGINI,
FINO AL I SEC. D.C. Le prime attestazioni di latino scritto si hanno a
partire dal 600 a.C., su tazze e fibule. L’alfabeto latino deriva da
quello greco, ‘mediato’ da quello etrusco. Dal V sec. a.C. la scrittura é
usata nei seguenti casi: - per le LEGGI (cfr. ‘Leggi delle dodici Tavole’
451-450 a.C.). - per i FASTI e gli ANNALI (resoconti del Pontefice Massimo*
su ciò che accadeva durante l’anno). - per i COMMENTARII (classe còlta
faceva commenti a testi). Ma comunque in quest’epoca ‘saper parlare’ rimane
più importante che ‘saper scrivere’. [* Pontefice Massimo. La parola
‘pontefice’ – pontifex - significa ‘esperto nell’arte magica della
costruzione dei ponti’, quindi, per estensione, é un sacerdote pratico del
cerimoniale pubblico. All’inizio i pontefici erano in numero di TRE e
assistevano il magistrato supremo. Poi il numero arrivò a SEDICI sotto
Cesare. I Pontefici amministravano il Culto di Stato. A capo del gruppo,
detto ‘Collegium’, stava il ‘Pontefice Massimo’.] PERIODO STORICO: Guerre
con i Sanniti, popoli oschi dell’Appennino Meridionale. AUTORI APPIO
CLAUDIO CIECO IV- III a.C. 307 a.C. é console > oratore = figura semi -
mitica. 206 a.C. é censore > filosofo. Cicerone lo indica come primo
compositore di CARME. Il CARME é il ‘vero prodotto latino’: -
trattati - Dodici Tavole - preghiere. Tutti hanno in comune: - stile
monumentale - allitterazione - arcaicità. Da noi conosciuti sono: -
CARMEN ARVALE - CARMEN SALIARE, entrambi di tipo SACRO. POESIA POPOLARE
NON SCRITTA: -FESCENNINI canti di lode guerriera. -CARMINA TRIUMPHALIA
canti eroici. Fra LIVIO ANDRONICO - III a.C.(vedi infra) e l’età
dei GRACCHI – II a.C. si sviluppa il TEATRO. I generi teatrali sono
‘mediati’ su quelli greci. PALLIATA da pallium, ‘mantello greco’ indossato
dagli attori. Il genere della PALLIATA é COMICO; l’ambientazione é
GRECA. (dal nome ‘palliata’ si può forse pensare all’etimologia della moderna
parola ‘pagliaccio’. In disaccordo il Bembo che lo deriva da un etimo di "
‘paglia’/ ‘paglia trita’: detto di uomo da circo che si comporta senza
dignità". Ritengo, personalmente ‘forzato’ il passaggio). Da essa si
sviluppa la TOGATA da toga, ‘mantello romano’. Il genere é COMICO e
VARIO; l’ambientazione é ROMANA. SCHEMA RIASSUNTIVO PALLIATA >
Commedia > Ambiente GRECO TOGATA > Ogni genere > Ambiente
ROMANO COTHURNATA (cothurni = calzari) > Tragedia > Ambiente
GRECO PRAETEXTA > Tragedia > Ambiente Romano Le rappresentazioni
avvengono durante i ‘Ludii’ (giochi), che sono momenti di aggregazione popola
re a spese dello stato. 207 a.C. > riconoscimento ufficiale della
"Confraternita degli Autori e degli Attori" (LIVIO ANDRONICO –vedi
infra). Teatri costruiti in legno. Solo nel 55 a.C. si ha il primo teatro in
pietra. ATELLANA (da Atella, città campana di cultura osca) Il genere
della ATELLANA é un genere italico, preesistente al teatro letterario
e regolare. E’ formato da: - trame rudimentali - scambi di battute
improvvisate - intrecci - equivoci - MASCHERE FISSE. E’ questo
genere, l’ ATELLANA, che é l’antenata della "Commedia
dell’Arte" attuale. Nascita degli ANNALES Il Pontefice Massimo
(carica religiosa e politica) appendeva al muro un a TABULA DEALBATA
(imbiancata) dove scriveva: - nomi dei magistrati dell’anno in corso -
fatti prodigiosi - guerre. Questi scritti prendono il nome collettivo di
ANNALES (annali) e da essi attingevano tutti gli
storiografi. COMMENTARII Sono appunti/ annotazioni di ogni
genere. CAPITOLO SECONDO. LIVIO ANDRONICO III a.C. Era un greco e un
liberto*. [* Ex schiavo, liberato da Livio Salinatore (lo schiavo, per
diventare un ‘liberto’, deve essere liberato da un
Romano)]. STORIA. -222 a.C. Prima guerra Punica. Seconda guerra Punica
> età degli Scipioni. -272 a.C. Andronico é a Roma: Andronico é un
GRAMMATICO. -240 a.C. Prima volta di cui si ha notizia di una
rappresentazione drammatica durante i ‘Ludii’ in onore di Giove Ottimo
Massimo (settembre). -207 a.C. Andronico scrive un PARTENIO in onore di
Giunone (cerimonie religiose). - Riconoscimento del suo "Collegium
scriborum historiumque". SCRIVE: - TRAGEDIE - 8 cothurnate di
ambientazione greca (ciclo troiano). - 1 palliata - 1 partenio Scrive
anche l’ ODUSIA ,che é la versione dell’ODISSEA. E’ la PRIMA VOLTA che il
mondo dell’Odissea, viene trasportato nel mondo latino. Per fare ciò, prende
spunto dai modelli attici del V sec. a.C.: Sofocle ed Euripide. GNEO NEVIO
264-201 a.C. Romano libero e plebeo. -222 a.C. combatte nella 1° guerra
Punica -217/201 a.C: combatte nella 2° guerra Punica SCRIVE: -
praetextae > tragedie di ambientazione roma na. - ‘Romulus’ > storia
drammatica della fondazione di Roma. - ‘Clastidium’ > storia della
vittoria romana a Casteggio (222 a.C.) contro i Galli. - ‘Bellum
Poenicum’* - cothurnatae > tragedie ambientazione greca (ciclo
troiano) - ‘Tarentilla’ comica Nelle sue opere fa attacchi personali a
personaggi del tempo (cfr. Aristofane, greco – V, 385 a.C.). [* ‘Bellum
Poenicum’: argomento principale é la 1° guerra Punica, ma parla anche della
fondazione di Roma, collegata con la caduta di Troia. Origine mitica di Roma:
Enea dà origine al popolo romano. Gli argomenti dell’opera sono trattati a
‘blocchi giustapposti’, sono cioè scollegati fra loro.] PLAUTO III – 184
a.C. Italico di Sarsina. Uomo libero. Periodo storico: Scipioni. 1°
guerra Punica 264 – 241 a.C. 2° guerra Punica 218 – 201 a.C. Scrive 21
COMMEDIE. - intreccio: sempre risolto da un ‘caso fortuito’ (tùke) -
ambientazione greca - SERVO AL CENTRO DELL’INTRECCIO > ciò per dare
maggiore comicità alla commedia, in quanto, nella realtà, il servo non potrà
MAI essere un protagonista, come lo é invece nella commedia plautina. -
Commedie plautine sono copiate durante tutto il Medioevo - Da Petrarca in
poi, circolano le prime otto commedie - 1429 gli Umanisti riportano Plauto in
teatro. - Teatro comico di Ariosto/ ‘Mandragola’ di Macchiavelli, assimilano
il teatro plautino. - Shakespeare e Molier (‘l’Avaro’) attingono da
plauto. Commedie in ordine alfabetico. 1) Anphitruo (anfitrione) 2)
Asinara (la commedia degli asini) 3) Aulularia (la pentola) 4) Bacchides
(nome di due sorelle) 5) Càsina (la ragazza del caso) 6) Captivi (i
prigionieri) 7) Cistellaria (la commedia della cesta) 8) Curculio (verme
roditore) 9) Epidicus (nome dello schiavo protagonista) 10) Mercator (il
mercante) 11) Mostellaria (da ‘mostellum’ diminutivo di ‘monstrum’ =
mostro) 12) Menaechmi (due gemelli) 13) Miles gloriosus (il soldato
spaccone) 14) Pseudolus (l’ingannatore) 15) Poenulus (il piccolo
cartaginese) 16) Persa (il persiano) 17) Rudens (la gòmena) 18) Stichus
(nome proprio) 19) Trinumnus (le tre monete) 20) Truculentus (il
selvaggio) 21) Vidularia (la commedia del baule) Queste 21 commedie sono
sicuramente autentiche perchè ce lo assicura Varrone stesso: " Quae
Varronianae vocantur". CECILIO STAZIO 230 – 168 a.C. Gallo Insubre.
Liberto Periodo: Scipioni. Scrive 40 Commedie Palliate di ambientazione
greca. ORATORIA ARCAICA sotto gli Scipioni. III a.C. L’oratoria
arcaica, sotto gli Scipioni é strettamente collegata alla vita politica. Per
di più essa é frutto della classe dirigente. (Cicerone, 106 – 43 a.C., é il
primo oratore certo, ma lui stesso indica come) PRIMO ORATORE CORNELIO CETEGO
III a.C. (durante la seconda guerra Punica 218 – 201 a.C.). FABIO
PITTORE III a.C. annalista Introduce l’annalistica scritta in greco,
per rompere la tradizione della cronaca pontificia scritta in latino. In
questo modo poteva essere raggiunto anche il mondo non-latino! Scrive una
storia di Roma dalla fondazione, fino alla seconda guerra Punica. Ha molto
interesse per l’ ANTIQUARIA (cioè l’origine delle istituzioni e
delle cerimonie). CINCIO ALIMENTO III a.C. Storia di Roma dalle
origini. In lingua greca. GAIO ACILIO Storia di Roma dalle
origini. AULO POSTUMIO ALBINO Storia di Roma in greco. CENNO
STORICO Dopo la seconda guerra Punica, ha inizio l’ascesa di Roma. Si
arricchisce infatti il ceto medio e nasce l’ ORDINE EQUESTRE. I piccoli
proprietarii terrieri sono impoveriti dai lunghi anni di guerre, quindi sono
costretti a vendere le proprie terre, le quali vengono a trovarsi concentrate
nelle mani di pochi: i latifondisti. Nascono necessariamente nuove tendenze
di apertura commerciale e culturale verso il mondo Ellenico. ENNIO 239
– 169 a.C. Di Lecce (Magna Grecia). E’ il primo che scrive in ESAMETRI.
* Favorito dagli Scipioni, acquisisce la cittadinanza romana. Scrive: -
20 Cothurnate - 2 Praetextae - Satire di contenuto e metro
vario. Scrive opere per celebrare i suoi benefattori: gli Scipioni. La
letteratura é strettamente legata al mondo del potere. La sua opera più
importante: gli ANNALES in 18 libri, dalla mitica fondazione di Roma, sino
alle campagne più recenti degli Scipioni. Si autodefinisce la
"reincarnazione di Omero". Celebra anche la ‘virtù della
pace’. STILE: -arcaismi -allitterazione (parole che cominciano con la
stessa sillaba: "tuba taratàntara dixit"="la tromba fece
taratàntara") -neologismi -grecismi -onomatopea. Scrive TUTTO IN
ESAMETRI. [* L’Esametro é un ‘verso’. Il verso é la ‘riga’ scritta che viene
divisa: nel caso dell’esametro, in sei ‘piedi’, o ‘morae’ (tempi). La
divisione avviene tramite il criterio delle SILLABE, che possono essere
‘lunghe’(spondei), o ‘brevi’ (dattili); l’esametro é formato, sempre da SEI
piedi, che a loro volta sono formati da TRE sillabe (una lunga, e due brevi –
spondeo + 2 dattili), o da Due sillabe (2 sillabe lunghe – 2 spondei).
L’accento cade sempre sulla prima sillaba lunga. Ovviamente a tutto questo ci
sono delle eccezioni regolate da leggi. Per questo si rimanda ad uno studio
più approfondito del tema. Esempio di un verso esametrico: Tytire, tu
patule recubans sub tegmine fagi (Virg. ‘Bucoliche’, I,1) ‘O Tìtiro, tu che
riposi sotto l’o mbra di un faggio...’ Divisione esametrica con
accenti. Tì-ti-re tù-pa-tu lè- re-cu bàns-sub // tè- gmi-ne fà-gi (1-2-3),
(1- 2-3), (1-2- 3), (1 - 2), (1- 2 -3), (1-2) ( L-b-b), (l-b-b), (L- b-b), (L
- L), (L - b -b), (L- L) L= sillaba ‘lunga’: 2 sillabe lunghe nello stesso
‘piede’ formano lo ‘spondeo’ b= sillaba ‘breve’: 2 sillabe brevi nello stesso
piede formano il ‘dattilo’ Il dattilo, per formare un piede, é sempre
preceduto da una sillaba lunga, cioè da uno spondeo. Quindi si ha:
‘spondeo-dattilo-dattilo’. Mentre lo spondeo può formare il ‘piede’ con 2 di
esso (=2 sillabe lunghe). Avremo quindi ‘spondeo-spondeo’.] MARCO PORCIO
CATONE 234 – 149 a.C. Di Frascati HOMO NOVUS ( "uomo nuovo" > é un
uomo proveniente da famiglia agiata, ma nella quale nessuno, prima di lui,
aveva ricoperto cariche senatoriali. – vedi Cicerone). Catone é contrario
alla politica degli Scipioni e sopratutto é contrario all’arricchimento
personale. CATONE E’ PROMOTORE DELLA 3° GUERRA PUNICA, 149 – 146 a.C. (si
ricordi a questo proposito lo scritto di Cicerone dove parla appunto di
Catone, che di fronte al Senato, in un sentito discorso, e mostrando un fico,
fa presente che esso era stato raccolto solo tre giorni prima a Cartagine-
tanto é vicina a roma!- , per cui pronunzia la famosa frase "Carthago delenda
est!"- "bisogna distruggere Cartagine!"). SCRIVE: - ORIGINES >
Storia di Roma, in latino, collegata ai fatti storici del resto della
penisola italica e del mondo greco. Parla dei costumi corrotti di Roma e si
schiera contro l’accentramento politico nelle mani di pochi. Egli
considera tutto il popolo come creatore dello Stato nel tempo. - DE
AGRICOLTURA > Sono precetti. l’agricoltura é alla base del buon andamento
dello Stato. Esalta il MOS MAIORUM (costume degli antichi). Scrive tutto in
LATINO. Fu anche ORATORE > rifiuta la tèkne dei grec i. Per lui é più
importante il contenuto piuttosto che lo stile: "rem tene, verba sequentur"
(tieni a mente quello che hai da dire, le parole vengono da
sole). TERENZIO 185 – 159 a.C. Cartaginese e SCHIAVO. Scrive: 6
commedie > prende dal modello greco della Commedia Nuova di Menandro 342 –
293 a.C. e Apollodoro di Caristo III a.C. Si rivolge al pubblico della nuova
classe emergente di benestanti, che sono mediamente acculturati. Nei suoi
lavori, tuttavia, si riscontra poca "vis (forza) comica". Per questo non
piace al volgo. Terenzio adotta la commedia riflessiva e statica e rifiuta la
farsa popolare. CAPITOLO TERZO. TRAGEDIA PACUVIO 220 – 130 a.C. Di
Brindisi, area culturale osco-umbra. Uomo libero. Figlio della sorella di
Ennio (vedi infra). Combatte al fianco degli Scipioni. Scrive: - 12
tragedie cothurnatae (ambientazione greca) - 1 tragedia praetexta
(ambientazione romana). Stile: contorto e ampolloso. ACCIO 170 – 80
a.C. Di Pesaro. Liberto. Scrive: - 40 cothurnatae - 2
praetextae Opere erudite: - "Didascalica" > 9 libri di questioni
critico-letterarie. - "Annales" in esametri. SATIRA* LUCILIO 180 – 102
a.C. Di famiglia benestante. E’ legato al mondo degli Scipioni. Scrive 30
libri di satire , ma lui le chiama "Ludus ac Sermones", sarà infatti ORAZIO
(65 – 8 a.C.) –vedi infra- a dare nome SATIRE ai libri di Lucilio e
lo indicherà anche come INVENTORE di questo genere. Le satire di Lucilio
sono scritte in ESAMETRI in tono provocatorio, poichè l’esametro era il metro
usato per la poesia ‘alta’. Lucilio, nelle sue satire fa attacchi mordaci e
offre polemiche genuinamente politiche contro uomini in vista del suo
tempo. Lucilio scrive solo satire. [* Etimologia della parola ‘satira’:
una ipotesi. La SATURA era un’amalgama di varii generi e stili. Per questo mo
tivo, forse, si pensa che derivi da "Lanx Satura", che era il piatto pieno di
ogni genere di primizie offerto in dono agli dèi.] SFONDO STORICO 264 –
241 a.C. Prima guerra Punica > Sicilia e Cartagine, contro Roma. Roma
sconfitta. Sicilia e Roma contro Cartagine (Amilcare Barca. Il
nome, ovviamente é latinizzato. In punico ‘Barca’ é ‘Barak’, che vuol dire
‘Fulmine’). Roma vince Cartagine presso le isole Egadi e conquista la
Sicilia. 222 a.C. Roma contro i Galli. Vittoria di Casteggio
(Clastidium). Cartagine conquista la Spagna con Asdrubale e Annibale (figlio
più giovane di Amilcare). 218 – 201 a.C. Seconda guerra Punica. Annibale
passa Le Alpi e sbaraglia i Romani. 216 a. C. Galli e Cartaginesi. Quinto
Fabio Cunctator (‘il Temporeggiatore’) é sconfitto a Canne. 1° guerra
MACEDONICA. Annibale (cartaginese) e Filippo V di Macedonia (padre di
Alessandro il Grande), SONO CONTRO ROMA. Spagna.Scipioni battono Asdrubale
(cartaginese). Sicilia. Alleata con Cartagine, ma viene ripresa da Roma
(presa di Capua). Spagna. Scipioni morti in battaglia. Ma Cornelio Scipione
batte asdrubale. Gallia. Vittoria romana al Metauro. Muore
Asdrubale. Spagna.Ripresa da Roma. Africa. Cornelio Scipione si allea con
Masinissa (cartaginese) e si ha una vittoria romana a ZAMA. Mu ore
Annibale. Gallia Cisalpina. Sottomessa da Roma. Inizio dell’ascesa di
Roma 200 – 197 a.C. 2° guerra Macedonica > contro Filippo V, distrutto
a Cinocefale. I ROMANI SGOMBRANO LA GRECIA. La famiglia degli Scipioni
cade in disgrazia presso il popolo > Catone anti- Scipionico. 171 – 168
a.C. 3° guerra Macedonica > Perseo ( un figlio di Filippo V)
vuole ristabilire l’egemonia sulla grecia, ma nel 168 a.C. é sconfitto a
PIDNA da Lucio Emilio Paolo. ROMA E’ CONTRO LA GRECIA 1000 Achei a Roma
come ostaggi di guerra. 149 – 146 a.C. 3° guerra Punica > Cartagine contro
Masinissa > Roma muove guerra a Cartagine (voluta da Catone: cfr. scritto
di Cicerone ‘De ficiis’). Scipione emiliano in africa espugna
Cartagine. Conseguenze delle guerre puniche. A Roma si forma: 1 partito di
nobili > OPTIMATES 1 partito del popolo> POPULARES I territori
conquistati sono divisi in PROVINCE governate da PRETORI > si hanno
concessioni di appalti delle imposte all’ ORDINE EQUESTRE. Durante la 2°
guerra Punica si sviluppa l’industria bellica, che si serve dell’apporto di
molti schiavi (l’economia schiavistica entra anche nel
latifondo). Devastazione del territorio a causa della guerra > molti
contadini a Roma > FINE DEL CETO RURALE. Il commercio si estende oltre
l’area mediterranea . PATRIZII e SENATORI hanno DIVIETO DI ESERCITARE IL
COMMERCIO, e ciò favorisce il ‘nuovo cèto medio’, ormai emergente, dell’
ORDINE EQUESTRE, che diventa la RICCA BORGHESIA. Dopo PIDNA (168 a.C.)
> ostaggi Achei a Roma. Afflusso di nuova cultura. Apertura culturale
verso l’Oriente. Con la 2° guerra Punica (218 – 201 a.C.) emerge il ‘nuovo
cèto medio’ ORDINE EQUESTRE, che diventa la RICCA BORGHESIA. Si ha una nuova
domanda anche nel ‘divertimento’ (cfr. Terenzio). Il pubblico é più
acculturato. II sec. a.C. sviluppo della TRAGEDIA (modello Euripide
485 – 406 a.C. > Grecia > Commedia Antica) La tragedia prende sempre
più fisionomia propria allontanandosi dal modello di Ennio. Essa si
riferisce sempre al modello greco, ma va sv iluppandosi anche la TRAGEDIA
PRAETEXTA di ambientazione romana. Adesso la tragedia guarda a temi e
problemi del mondo Romano, mentre prima rappresentava solamente il mito
greco. Il tema della tirannide, tema fondamentale nella tragedia attica,
assume una sua autonomia nel mondo Romano- repubblicano, dove ci sono
contrasti tra fazioni e nascite di forti poteri personali. Altro tema
importante della tragedia nel mondo latino diventa: la disquisizione
religiosa e filosofica, mentre a Roma confluiscono: epicureismo/ stoicismo/
religioni orientali. Aumenta nel pubblico il gusto del ‘pathos’ (forte
emozione), del romanzesco e dell’orrido. LA RETORICA assume un peso
crescente, nella Roma del II sec. a.C. L’eloquenza Romana si sviluppa in
questo periodo assumendo le raffinatezze greche dell’ASIANESIMO,* o le
caratteristiche sinottiche dell’ATTICISMO.** *L’Asianesimo nasce a Pergamo in
Asia Minore fra il IV e il III sec. a.C. E’ uno stile oratorio che esalta
l’ampollosità ed il procedere lento del discorso. ** L’Atticismo si
contrappone all’Asianesimo nettamente. esso infatti é uno stile oratorio che
predilige la sobrietà, l’eleganza e la stringatezza. degli oratori attici ed
in particolare, coloro che si rifanno a questo stile, fanno riferimento
a LISIA, oratore attico vissuto nel 459 – 380 a.C. ACCIO, per esempio, é
influenzato dall’Asianesimo e lo trasporta nelle tragedie che compone. Il
poeta é sempre più erudito. Per questo la tragedia sale di classe e di tono e
a scriverla saranno, sempre più, uomini còlti e addirittura politici. Ma
in questo modo si esaurisce il rapporto ‘scena >< pubblico-basso’, il
quale si volgerà ad altri generi di rappresentazione, quali la FARSA ed il
MIMO. Invece la POESIA EPICA ci sarà sempre , perchè essa sarà sempre
il legame trra letteratura e propaganda politica, cioè tra letteratura e
potere. Dopo le guerre Puniche e Macedoniche, Roma diventa il fulcro di
un vasto mondo: dall’africa, alla Spagna, ai Paesi Ellenistici dell’Asia
Minore. L’incontro con nuovi mondi, usi, costumi, religioni, filosofie, crea
nuove esigenze di confronto. All’uso alessandrino, l’uomo di cultura
diventa propriamente uno STUDIOSO. Il II sec. a.C. a Roma (guerre civili
fra Mario e Silla) porta nuovi sentimenti fra la gente. L’eloquenza
diventa molto importante: é questa l’era dei ‘grandi discorsi’; chi sa
parlare é un capo carismatico. In ambito letterario si accende il gusto per
lo sperimentalismo iniziato da Ennio (vedi infra), ma in una visione più
ampia e motivata, per sostenere cioè il confronto con altri
popoli. Pacuvio e Accio appartengono a questo momento. ETA’ DEI
GRACCHI TIBERIO GRACCO era cognato di Scipione Emiliano. 133 a.C. TIBERIO
GRACCO > é tribuno e > promuove la LEGGE AGRARIA per dare terre al
proletariato a danno dei nobili. Vuole ricreare la ‘piccola proprietà
terriera’. PER QUESTO VIENE UCCISO. 123 a.C. CAIO GRACCO (fratello)
ripropone la LEGGE AGRARIA e anch’esso VIENE UCCISO. Problema agrario >
i capi militari devono dare terre ai veterani, ma costoro sono ‘cittadini’ e
non gli ‘antichi proprietari’ di quelle terre. 107 a.C. MARIO é console e
forma un esercito permanente di proletarii (‘capite censi’) > l’esercito
diventa molto personalizzato, perchè é fortemente attaccato al suo capo
carismatico – Mario -, che é visto come il depositario dell’ ‘onor
patrio’. 111 – 105 a.C. MARIO vince la guerra contro Giugurta. 99 a.C.
Guerra Sociale per la cittadinanza Romana, che viene poi concessa dalla ‘LEX
PLAUTIA PAPIRIA’. 88 a.C. SILLA ottiene dal Senato la condotta della guerra
contro Mitridate, ma viene sbaragliato > ‘VESPRI DI EFESO’. Il popolo
toglie il comando a Silla e lo dà a Mario. Silla marcia su Roma, la
conquista. Poi Silla va in Asia. Mario torna a Roma e a sua volta impone il
regime del terrore contro i ‘sillani’. 83 a.C. Silla torna a Roma. Vince i
‘mariani’ e si nomina DITTATORE A VITA con l’appoggio di Pompeo e
Crasso. Silla impone le ‘TAVOLE DI PROSCRIZIONE’ per mezzo delle quali
muoiono 90 Senatori e 2600 Cavalieri. 79 a.C. Silla lascia volontariamente
la dittatura. 70 a.C. Consolato di Pompeo e Crasso > abolizione della
‘costituzione sillana’. ORATORIA HA GRANDE IMPORTANZA. ANNALISTI nel
periodo dei Gracchi> CALPURNIO PISONE >
protegge l’epicureismo. ANNALISTI nel periodo di Silla > LICINIO MACRO
e VALERIO ANTIATE. Nel periodo delle guerre civili, pieno di colpi di scena e
di rivolgimenti, nasce un nuovo modo di fare STORIOGRAFIA : si scrive
sopratutto di avvenimenti attuali ed in forma romanzata per avvincere il
pubblico. Si dà molto spazio al ‘pathos’, per cui lo stile é quello
‘asiano’. Nella CLASSE DIRIGENTE nasce la STORIOGRAFIA TRAGICA. Nasce il
gusto per l’ANTIQUARIA, che é lo studio delle antichità e delle origini della
lingua. Nasce la FILOLOGIA LATINA SCRITTA, che serve per la critica ed il
commento a testi letterari. PRECORINO 150 - ? a.C.>antiquario. Si
occupa della autenticità delle Commedie di Plauto. Commenta: ‘Carmen
Saliare’ e ‘XII Tavole’. Con gli studi di ANTIQUARIA si aprono le dispute
sulla ‘lingua’, per altro già esistenti nel mondo Ellenico. SISENNA 120 –
67 a.C. (età sillana) > stile asiano. Scrive: ‘Historiae’ (Silla appare
l’eroe) ‘Fabulae Milesiae’ a c arattere licenzioso. ORATORIA Fra l’età
dei Gracchi (133 a.C.) e Silla (88 - 79 a.C.), cioè fra il 133 a.C. ed il 79
a.C., vi é un grosso periodo di crisi. - Gracchi uccisi. - guerre
giugurtine - guerre sociali - guerre civili fra Mario e Silla - ‘Vespri
di Efeso’ - problema agrario e terre ai veterani - oratoria molto
importante. ORATORI : 1) Scipione Emiliano 2) Caio Tiberio >
asiano 3) Marco Antonio (ucciso dai ‘Mariani’ nel 87 a.C.) 4) Licino
Crasso 5) Plotio Gallo (filo-graccano) SONO TUTTI ARISTOCRATICI. Fanno
tutti parte di una scuola di retorica che chiude nel 92 a.C. Questa scuola si
basava sul manuale di retorica "RETORICA AD HERENNIUM" di autore ignoto. La
scuola era di tendenza mariano-graccana. Si crea un conflitto di gusti fra
‘asiani’ e ‘atticisti’. ASIANI: 1) Caio Gracco 2) Sulpicio Rufo 3)
Ortensio Ortalo (rivale e poi amico di Cicerone) ATTICISTI: 1) Marco Bruto
(l’uccisore di Cesare) 2) Licinio Calvo. ASIANESIMO e
ATTICISMO. L’eloquenza asiana é detta così, perchè é nata, a quanto pare, a
Pergamo, in Asia Minore, fra il IV e il III sec. a.C. Essa ricerca il
‘pathos’ con uno stile fiorito e ridondante, che é pieno di azione
istrionica. Cicerone distingue due tipi di ‘asianesimo’: 1) sequenza di
frasi civettuole e sofisticate, con metafore e giochi di parole e con
artificiosi schemi ritmici. 2) sovrabbondanza di parole colorite. L’
ASIANESIMO é sviluppato a Roma da ORTENSIO ORTALO, prima nemico, poi amico di
Cicerone. L’ ATTICISMO si afferma più tardi a Roma, rispetto all’ asianesimo.
C’é un gruppo di giovani che accusa Cicerone di ‘asianesimo’. E’ così
chiamato, perchè é uno stile semmplice e scarno; proveniente dall’Attica fu
usato da LISIA (459 – 380 a.C.). In questo stile si evita accuratamente il
‘pathos’. STORIOGRAFIA IN ETA’ GRACCANA 133 – 123 a.C. Riprende
l’ANNALISTICA, ma indaga cause e motivi e dà spazio ai dibattiti
politici. SEMPRONIO ASELLIONE II – I a.C. E’ contro l’annalistica e narra
soltanto gli eventi a cui ha personalmente assistito. CECILIO ANTIPATRO II
a.C. Scrive 7 libri monografici sulla 2° guerra Punica. > Pathos
tragico. TRADIZIONALISTI _ ANNALISTI. Età graccana (133 – 123 a.C.): 1)
Lucio Casso Emina 2) Calpurnio Pisone Frugi 3) Tuditano 4) Cneo
Gellio Età sillana (88 – 79 a.C.): 1) Licinio Macro 2) Antiate 3)
Quadrigario Scrivono COMMENTARII: 1) Emilio Scauro 2) Rutilio
Rufo 3) Lutatio Catulo 4) Silla 5) Augusto. Nel secolo che va dal
240 a.C. al 133 a.C., nasce e si diffonde il teatro. Ma tutti i generi
teatrali sono mutuati da quelli greci. La PALLIATA é di genere COMICO
(pallium = mantello greco). Plauto, Stazio, Terenzio, riprendono dal teatro
di MENANDRO (Greco, 342 – 293 a.C.). La COTHURNATA é di genere TRAGICO
(coturni = calzari greci) e si riprendono i modelli di SOFOCLE (Greco, 496 –
406 a.C.) ed EURIPIDE (Greco, 485 – 406 a.C.). Forse l’ETRURIA fa entra re
a Roma il teatro, che era già però formato sui modelli greci. Le
rappresentazioni avvenivano sempre durante i ‘LUDII’, giacchè
essi rappresentavano maggiori momenti di aggregazione. La PRIMA
RAPPRESENTAZIONE TEATRALE E’ DEL 240 a.C., ed é di LIVIO ANDRONICO (vedi
infra). Essa si svolse durante i ‘Ludi’ in onore di Giove Ottimo Massimo, in
settembre. Andronico rappresentò una TRAGEDIA. Le spese di rappresentazione e
di allestimento teatrale, erano sostenute dai Magistrati in carica, per
questo le rappresentazioni erano influenzate nel contenuto da tali personaggi
politici. Ovviamente era rigorosamente vietato ogni accenno alla
realtà. Mentre nella PRAETEXTA vi troveremo temi nazionalistici e
glorificazioni di singoli personaggi politici. I Commediografi, comunque,
non avevano grande rilievo e solo nel 207 a.C. si crea la Confraternita
‘Scriborum Isrtionumque’ (vedi infra). Si usavano maschere fisse e per questo
motivo c’era una grande tipicizzazione. La PALLIATA latina, anche se
mutuata su modelli greci, esplode con le sue caratteristiche. Essa possiede
una grande varietà di metri ( = polimetria ). La COTHURNATA ha il suo modello
nella tragedia del V sec. a.C. di EURIPIDE (vedi infra). Ma nella tragedia
greca aveva grande importanza e rilevanza il CORO, il quale é del tutto
assente nella tragedia latina. Nel CORO della tragedia greca si raggiungeva
il momento più alto dello stile; il metro e il linguaggio usati erano molto
còlti, mentre fra le parti dialogiche, fra gli attori, era usato il TRIMETRO
GIAMBICO, che é un metro molto vicino al parlato (e di cui per latro ne
abbiamo residui in alcune filastrocche del nostro tempo: "tànto và la gàtta
al làrdo, chè ci làscia lò zampìno". Oppure: "quì comìncia l’àvventùra dèl
Signòr Bonàvventùra", e altre ancòra). La tragedia latina invece usa sempre
uno stile elevato, sia per la metrica, che per il linguaggio. Accanto al
teatro comico regolare, trova grande successo anche l’ ATELLANA (vedi infra),
la quale non si trova ad essere canonizzata da regole, ma si basa su
improvvisazioni e scambi mordaci di battute. Questo tipo di rappresentazione
presenta MASCHERE FISSE. La PALLIATA continua ad essere rappresentata sino ai
tempi di Cicerone (II – I sec. a.C.). Nell’età di Cesare, tuttavia, coevo
di Cicerone (Cesare, 100 – 44 a.C.), questo tipo di rappresentazione é
sentito come ‘antico’ e addirittura si stentava a comprenderla!. Per
questo motivo, a partire dal I sec. a.C., la PALLIATA viene
soppiantata dalla ATELLANA e dal MIMO . Il MIMO é una rappresentazione
fatta di numeri slegati tra loro; da improvvisazioni; musica; balli. Vi
partecipano ATTORI SENZA MASCHERA e SENZA CALZARI e la partecipazione é
aperta anche alle DONNE (cosa unica!). Al posto della PALLIATA si sviluppa la
TOGATA, che é la Palliata in versione romana. In questo periodo il popolo
é notevolmente imbarbarito, per cui vuole e capisce soltanto forme immediate
di spettacolo. COMMEDIA e TRAGEDIA decadono. CAPITOLO QUARTO. PERIODO
CESARIANO (II – I sec. a.C.) 78 a.C.> Muore Silla. 73 – 71 a.C.>
Spartaco. > rivolta degli schiavi, sconfitti da Pompeo. 70 a.C.>
Consolato di Pompeo e Crasso. 63 – 62 a.C.> Catilina > congiura
sventata da Cicerone. Pompeo torna dall’Oriente e dà le terre ai Veterani.
Senato in disaccordo. 60 a.C. 1° TRIUMVIRATO > CESARE, POMPEO, CRASSO.
Sono contro gli Ottimati. 59 a.C.> Cesare Console > Lex Agraria per
dare terre ai Veterani. 56 a.C. LUCCA > RICONFERMA DEL TRIUMVIRATO. 55
a.C.> Pompeo e Crasso Consoli. > Crasso muore in battaglia contro i
Parti. 58 – 51 a.C.> Cesare conquista la Gallia. 52 a.C.> Crisi
politica. >>> Lotte fra bande. > CLODIO e MILONE. Pompeo ha il
favore del Senato per ristabilire l’ordine e poichè Cesare é in Gallia é
nominato ‘Consul sine Collega’. 51 a.C.>Senato intima a Cesare di deporre
gli eserciti e la carica del mandato per la conquista delle Gallie. CESARE
RIFIUTA. 49 – 46 a.C.>Guerra fra Cesare e Pompeo. - 49 a.C. Cesare
passa il Rubicone ("Dada iacta est") e CONQUISTA L’ITALIA. - Pompeo in
Grecia é sconfitto a FARSALO. >>> Muore,fuggendo, in Egitto. -
Guerra alessandrina >>> Cesare ad Alessandria contro la
popolazione irritata per suoi interventi in questioni dinastiche
interne. - Cesare insedia Cleòpatra sul trono d’Egitto. - Cesare celebra
il suo trionfo. 15 marzo (Idi di marzo) 44 a.C. Cesare ASSASSINATO da CASSIO
e BRUTO (figlio naturale di Cesare avuto da una donna fuori dal matrimonio
> "Tu quoque Brute, Fili mi!"). In questo periodo di rivolgimenti,
quando, tra le altre cose, anche l’esercito era diventato un organismo fisso
e personalizzato nelle mani del comandante supremo (in questo tempo di cui
trattiamo, il comandante supremo é Cesare), perchè Mario, nel 104 a.C. aveva
costituito un esercito permanente di proletari. Sia per togliere dalla città
la massa abnorme di nullafacenti e nullatenenti che la avevano invasa (quando
dalle campagne, i piccoli proprietari terrieri si erano trasferiti in città,
ormai privati dei loro piccoli appezzamenti dal grande latifondista e ridotti
alla fame), sia per risolvere la mancanza, ormai quasi totale, di ‘soldati
romani’, i quali erano stati decimati da campagne mal condotte e da
condottieri assolutamente privi di scrupoli, che non avevano di certo
dubitato fra la scelta della sopravvivenza del soldato, ed il proprio
arrichimento personale, perpetuato ai danni delle Province che andavano ad
‘amministrare’ e che depredavano di ogni loro risorsa. Per questi ovvii
motivi, la vita politica é dominata da intrighi e corruzioni. La gente non
sente più il vincolo dell’ ‘amor patrio’ e cambia la
dimensione intellettuale: DAL PUBBLICO SI PASSA AL PRIVATO (ciò che
accadrà, per esempio, durante l’ Illuminismo). Esponenti di questi
nuovi sentimenti sono i PRENEOTERICI, che iniziano ad esistere in epoca
sillana, riuniti sotto un gruppo, facente capo a LUTAZIO CATULO (150 – 87
a.C.). In seguito i Neòteroi di epoca cesariana estremizzeranno ancora di più
la nuova posizione intellettuale che li vede occuparsi esclusivamente della
vita privata e mai di quella pubblica. L’uomo, come privato cittadino,
come individuo, diventa per questi nuovi intellettuali , il centro e fulcro
di ogni cosa. Si rinnega quindi lo stile EPICO e il genere
NAZIONALISTA. La Tragedia viene rifiutata completamente per il contenuto e
per lo stile. Con la nascita di nuovi interessi, che non comprendono nè la
vita sociale, nè quella politica ci si rivolge al quotidiano ed al
personale. Alle eroiche gesta guerresche di personaggi epico-tragici, si
sostituiscono le gesta amorose di figure mitiche, ma più spesso
personali. In questo periodo di così grandi rivolgimenti e di crollo di
ideali, si accresce, anche a Roma, la tendenza all’ EPICUREISMO, che vuole,
tra le altre cose, la completa estraneità dalla vita
politica. L’epicureismo latino, tuttavia, non adotterà in pieno i dettami
dottrinali epicurei, e porrà al centro della vita, come atto più importante,
l’esperienza amorosa. Così la poesia neotèrica rifuggirà del tutto
dall’impegno politico, per dedicarsi unicamente all’amore. Si rifiuta lo
stile epico, per prediligere uno stile leggero e pacato, che meglio si adatta
al nuovo soggetto della poesia. I nuovi poeti si rifaranno ad EUFORIONE DI
CALCIDE III a.C. (filosofo ateniese >sposò la vedova di Alessandro), per
la ricercatezza e per l’erudizione. Questo letterato e la sua opera furono
introdotti a Roma da: PARTENIO DI NICEA nel I sec. a.C. Alla tragedia e
all’epica si sostituiscono: - epigramma > breve componimento d’amore. -
epillio > miti antichi a soggetto erotico. La poesia politicamente
disimpegnata, fu chiamata dai Latini nugae (‘scherzo’). Al centro di
questa poesia sta l’ otium , inteso come rifiuto di ogni
impegno politico. Per questo motivo si parla di DECADIMENTO DEL MOS
MAIORUM. LUTATIO CATULO 150 – 87 a.C. Di famiglia nobile. Milita con
Mario. E’ un oratore. Scrive: - Commentarii - Epigrammi di stampo
greco. Passaggio dai preneòterici, ai Neotèrici. LEVIO inizii I
a.C. Scrive: - 7 libri di ‘scherzi d’amore’, con molto sperimentalismo
linguistico. Neotèrici o Neòteroi * POËTAE NOVI MATIO: - traduzione
dell’Iliade in esametri - molto sperimentalismo linguistico. SUEIO: -
‘Carmen Epicum’ VALERIO CATONE : grammatico e poeta. * Nèoteroi >
poëtae novi > poeti moderni. Originariamente il nomignolo fu dato loro da
Cicerone con senso ironico. FURIO BIBACULO: - epigrammi -
epico-storico VARRONE ATACINO: - ‘Bellum Sequanicum’ - rifacimento
delle ‘Argonautiche’ di APOLLONIO RODIO in esametri - poesia
nugatoria. CINNA: segue i dettami di PARTENIO DI NICEA: - opera dotta a
carattere erotico. CALVO: - oratore atticista - poeta > epigrammi di
invettiva politica. - CATULLO di Verona 84 – 54 a.C. Scrive: 16 libri
di CARMI divisi: * 1 - 60 >CARMI BREVI = nugae * 61 - 68 >CARMI
DOTTI * 69 - 116 >EPIGRAMMI. Catullo canta l’amore travagliato che si
sublima nel mito. Egli fu ripreso da foscolo. E Catullo stesso, riprese Saffo
(poetessa greca dell’isola di Lesbo del VII sec. a.C. – nasce nel 612
a.C.). LUCRETIO 88 – 55 a.C. Si forma a Napoli, nelle scuole
epicuree. La sua presunta pazzia, é assolutamente un falso. Forse inventata
in ambito cristiano a partire dal IV sec. d.C. Scrive: ‘ De rerum
natura’ diviso in 6 libri, a loro volta divisi in tre gruppi. L’Opera é
scritta in esametri ed il genere é DIDASCALICO-MORALEGGIANTE. Il titolo é
tratto dall’opera più importante di Epicuro: " Perì Fùseos" = "intorno alla
natura". Nell’opera, Lucrezio ineggia al " làthe bìosas" = "vivere in
disparte". STILE: - molte ripetizioni - perifrasi - tradizione
romana della lingua - arcaismi. Secondo gli insegnamenti di Epicuro "i
concetti difficili, devono essere riassunti in punti chiave con formule".
Questo é il sistema per far giungere l’opera diretta al lettore-discepolo.
Quindi sono richieste ANALOGIE CON LA REALTA’ per esemplificare e CONCRETEZZA
DI ESPRESSIONE Lucrezio fu un grande conoscitore della letteratura
greca. Ebbe poca fortuna nel suo tempo ed in era cristiana. - 1418 POGGIO
BRACCIOLINI lo riscopre. - 1500 Prime confutazioni sulla sua opera. - 1800
L’Illuminismo lo ammira. MARCO TULLIO CICERONE 106 – 43 a.C. Homo
novus (vedi infra) Inquadramento storico per Cicerone. 104 a.C.>
Mario é console > riforma militare = esercito permanente di proletarii
> sconfigge alcune tribù galliche. 91 a.C.> Druso propone la
cittadinanza agli alleati italici >>> viene ucciso. 91 – 89 a.C.>
guerra sociale > Lex Plautia > cittadinanza ai non-romani. 88 – 84
a.C.> Silla ha dal Senato la condotta della guerra mitridatica >
VESPRI DI EFESO > Romani sconfitti. > Popolo toglie comando a Silla e
lo dà a Mario. 88 a.C.> Silla marcia su Roma e la conquista. Ripristina
autorità senatoria e va in Asia Torna Mario > regime del terrore contro
i sillani. Torna Silla > sgomina i mariani > tavole di proscrizione
(Silla aiutato da Pompeo e Crasso) 82 – 79 a.C. Dittatura di Silla >
indebolisce il potere dei TRIBUNI DELLA PLEBE. 79 a.C.> Silla lascia
spontaneamente la dittatura. 78 a.C.> Silla muore. 73 – 71 a.C.>
Rivolta degli schiavi a Roma, guidati da SPARTACO, che é battuto da
Pompeo. 70 a.C.> Pompeo e Crasso consoli > abolizione della
costituzione sillana > ripristino del potere ai Tribuni della Plebe. 63
– 62 a.C.> CATILINA > Congiura contro il Senato > scoperto da
Cicerone. 60 a.C. 1° Triumvirato > CESARE, POMPEO, CRASSO. 59 a.C.>
Cesare é console > ‘Lex agraria’ per i veterani di Pompeo. 56 a.C.>
LUCCA > ratifica del triumvirato. 58 – 51 a.C.> Cesare conquista e
pacifica le Gallie. 52 a.C.> Crisi socio -politica a Roma. > CLODIO
e MILONE.**(vedi sotto) Ø Pompeo é incaricato dal Senato di combattere la
guerra sociale ed é ‘consul sine collega’, perchè Cesare era in Gallia. 51
a.C.> Senato, spaventato dallo strapotere personale di Cesare nei
confronti dell’esercito, gli intima di deporre quest’ultimo e tornare a Roma
senza nemmeno il trionfo. Cesare rifiuta. 49 – 46 a.C.> Guerre civili
fra Cesare e Pompeo. [** CLODIO e MILONE. CLODIO (Publio, Pulcro) E’ il
più giovane dei sei figli di Appio (Claudio, Pulcro). Nasce intorno al 92
a.C. Durante la congiura di Catilina, fu accusato di essere uno dei
congiurati, e nel 61 a.C., Cicerone lo accusa di un’altra empietà. Lo accusa
di aver preso parte ai riti ,esclusivamente e rigorosamente femminili, della
Bona Dea, per di più, travestito con abiti femminili. Ma Clodio viene
assolto da una giuria corrotta. Ancora, Clodio, grazie all’aiuto di Cesare,
di cui era amico, si fa adottare (lui nobile) da una Gens plebea, per poter
essere ELETTO TRIBUNO DELLA PLEBE (58 a.C.) Per imbonire il popolino, di
cui non gli importava assolutamente nulla, se non per servirsene al fine dei
suoi scopi, distribuisce GRATUITAMENTE frumento alla Plebe. Decreta e
ribadisce l’esilio di Cicerone. Clodio si schiera contro Pompeo. Clodio,
grazie alle sue conoscenze, più che altro di gente di malaffare, assassini e
sicari pronti a tutto, gente appartenente allo strato più miserevole della
Plebe suburbana, povera e corruttibile, é in grado di controllare varii
strati di plebe. il suo scopo era quello di destabilizzare il potere
costituito, compreso il triumvirato di Pompeo, Cesare e Crasso. Il 18
gennaio del 52 a.C. fu assassinato da Milone, che gli tese un agguato in una
strada deserta nella campagna intorno a Roma. La figlia di Clodio, nata dal
matrimonio con Fulvia (che in seguito fu la moglie anche di Marco Antonio),
fu per breve tempo moglie di Augusto, nel 47 a.C. MILONE (Tito, Annio) di
Lanuvio. Fu tribuno nel 57 a.C. Originariamente partigiano di Pompeo, si
battè strenuamente per il ritorno in patria di Cicerone. Organizza una
banda di gladiatori che si oppone alla banda di gladiatori di Clodio. Le
lotte fra le fazioni di Clodio e Milone, durarono cinque anni. Milone stava
per candidarsi console nel 52 a.C., ma l’uccisione di Clodio gli impedì di
adire alla candidatura. Intanto Pompeo che é stato nominato dal Senato,
‘consul sine collega’ (perchè Cesare é in Gallia), per combattere appunto la
guerra sociale fra Clodio e Milone, fa processare Milone in un tribunale,
così strettamente presidiato dai suoi soldati, che Cicerone( ormai tornato in
patria e riacquistata parte dei suoi beni), a causa della sicura minaccia di
morte ricevuta da Pompeo in persona, non potè parlare in Senato, in difesa di
Milone; semplicemente gli fu materialmente impedito, perchè i soldati di
Pompeo, mentre si svolgeva il processo, lo tenevano prigioniero in casa
sua. Non ostant e ciò, Cicerone aveva scritto l’orazione "Pro Milone", la
quale mandò all’amico, dopo che ormai però era stato condannato ed era in
carcere, ma per significargli la sua assoluta devozione e amicizia, impedita
solo con la forza bruta. Milone andò in esilio a Marsiglia. Ma nel 48
a.C. aderì di nuovo all’invito di creare disordini allo Stato. Per questo
motivo viene catturato ed ucciso. 49 a.C. Cesare passa il Rubicone e
conquista l’italia. > Pompeo fugge in Grecia; é sconfitto a Farsalo e,
mentre ancora fugge, recandosi in Egitto, dove pensa di avere alleati,
proprio qui viene assassinato. > Guerra alessandrina. > Cesare
insedia sul trono d’Egitto, Cleòpatra. 46 a.C.> Cesare celebra il
trionfo. 44 a.C.> Idi di marzo CESARE E’ ASSASSINATO. Fanno parte
della congiura anche Cassio e Bruto: quest’ultimo figlio illegittimo di
Cesare, nato da relazione extraconiugale e mai riconosciuto. (‘Tu quoque
Brute, fili mi!’). > Antonio, già luogotenente di Cesare e suo lontano
parente, rivendica il posto di Cesare. > Ma Cesare, con un testamento
affidato alle Vestali, aveva nominato suo successore, il nipote OTTAVIO e lo
rendeva anche proprio figlio adottivo (sarà poi Ottaviano Augusto). >
Ottavio é nominato senatore e viene associato ad Irzio (amico di
Cesare). > Ottavio riesce ad ottenere parte dei favori
dell’esercito. 44 – 43 a.C.> guerra di Modena: > Antonio si é
schierato contro il Senato, che ha avallato la nomina di Ottavio a successore
di Cesare, e si é asserragliato a Modena, dove é assediato da Bruto. >
Ottavio viene mandato contro Antonio e lo vince. 43 a.C. > 2° triumvirato
> ANTONIO - OTTAVIANO – LEPIDO. Istituiscono le TAVOLE DI PROSCRIZIONE,
nelle quali, per esplicito volere di Antonio (che da Cicerone era stato più
volte attaccato in Senato, a causa della sua bramosia di comando – si
ricordino contro Antonio le "Filippiche" di Cicerone) vi viene a figurare
anche il nome di Cicerone stesso, che viene mandato in esilio, e al quale
vengono confiscati tutti i beni. Si assiste ad una spartizione del comando,
fra i tre triumviri: così evoluta. Ad Antonio va gestione della Gallia
Cisalpina. Ad Ottaviano va la gestione della Sicilia e dell’Africa. A
Lepido va la gestione della Spagna. In questo modo si trovano a governare
l’Italia IN COMUNE. 42 a.C.> Battaglia di FILIPPI > Cassio e Bruto sono
vinti da Antonio. 41 – 40 a.C.> Guerra di Perugia: causa > terre ai
Veterani. 40 a.C.> Asinio Pollione e Antonio sono conso38 a.C. Triumvirato
rinnovato per cinque anni. 36 a.C.> Lepido é fuori dal
triumvirato. 36 a.C.> Antonio sposa Cleòpatra. Insieme vogliono costruire
un Regno di tipo Ellenistico-Orientale, comminando la reggenza di esso a
CESARIONE figlio di Cleòpatra e presumibilmente anche di Cesare. Ma
Otavviano smaschera le bieche intenzioni di Antonio e nel 31 a.C.> si ha
la Battaglia di AZIO dove Agrippa sbaraglia la flotta di Cleòpatra. 30
a.C.> Si ha la presa di Alessandria da parte di Ottaviano. Antonio
e Cleòpatra si uccidono. L’Egitto diventa un territorio romano. 27
a.C.> RESTAURAZIONE DELLA REPUBBLICA > Ottaviano viene proclamato
‘AUGUSTUS’. 27 – 25 a.C.> Ottaviano Augusto pacifica definitivamente le
Gallie ed é > ‘PRINCEPS SENATUS’ o ‘Primus inter pares’. Il potere di
Ottaviano augusto poggia sul ‘ CONSENSUS UNIVERSORUM’. Egli (sebbene la sua
vita privata sia terribilmente discutibile – morirà infatti di una malattia
venerea attaccatagli da una prostituta -) aderisce in pieno al
MOS MAIORUM. > Detiene il comando supremo dell’esercito. 23 a.C.
> Si fa eleggere A VITA Tribuno della Plebe, così non ci sarà legge,
da lui proposta che possa intoppare nella bocciatura di questa classe. 19
a.C.> eletto CONSOLE A VITA. 18 a.C.> comincia la ‘Riforma dei
costumi’, che colpisce sopratutto le donne, le quali, pur vivendo già in un
mondo di estreme ristrettezze, adesso: Ø non possono andare al mercato, se
non accompagnate da una schiava. Ø non possono portare gioielli, nè monili di
abbellimento. Ø non possono tingersi i capelli. Ø non possono truccare il
viso, nè gli occhi. Ø non possono presenziare a banchetti, nè privati, nè
pubblici. Ø quando sono in pubblico devono avere il volto velato. E tante
altre cose di questo genere. 17 a.C. viene dichiarata la ‘ PAX AUGUSTEA’: il
tempio di Giano rimarrà chiuso per venti anni, cosa mai successa nella storia
di Roma. 9 a.C. viene consacrato ad Augusto un enorme monumento pubblico:
l’ARA PACIS AUGUSTAE. 4 d.C. Augusto adotta Tiberio. 14 d.C Ottaviano
Augusto muore a Nola. 14 – 37 regna Tiberio della Gens Giulio- Claudia.
questa Gens dominerà il potere fino al 68. 37 – 41 regna Caligola, il
quale, completamente pazzo, trasforma il Principato in una Monarchia Divina
di stampo Ellenistico. Verrà ucciso. 41 –54 regna Claudio (il ‘deforme) che
ripristina il Principato. Claudio sarà ucciso dalla propria moglie,
Agrippina, già madre di Nerone. 54 – 68 regna Nerone.] CAPITOLO
QUINTO. ORGANIZZAZIONE DELLO STATO Vi sono due ordini superiori di
cittadini romani: 1) Senatus 2) Equites In epoca repubblicana governa
il Senato, cioè dal VI sec a.C., al I sec a.C. I Senatori sono la classe
politicamente dirigente, la quale si divide in: 1) NOBILITAS
>un’aristocrazia conservatrice, la quale, tuttavia, NON E’ un’aristocrazia
di sangue, bensì DI UFFICIO; essa NON E’ EREDITARIA, perchè farne parte o
meno, dipende dall’aver ricoperto determinate magistrature. 2) CONSOLATO
>ne fanno parte solo membri della Nobilitas, che sono anche proprietari
terrieri, i quali, dopo le guerre Puniche, sono diventati molto
ricchi. Essi si trovano sempre in contrasto con l’Ordine Senatorio per
interessi economici e politici. 3) ORDINE EQUSTRE >diremmo oggi la
ricca borghesia. Sta subito sotto, come importanza e potere, all’Ordine
Senatorio. Sotto il Principato di Ottaviano Augusto, si viene incontro alle
esigenze della borghesia, cioè dell’ordine equestre. Il Princeps lascia la
borghesia libera di occuparsi delle proprie attività. Anche perchè,
Ottaviano, aveva ben capito che tutta la ricchezza affluiva a Roma, grazie ai
commerci della borghesia. Divisione de i periodi di Roma ‘Ab Urbe Condita’
sino alla fine dell’Impero Romano. PERIODO REGIO: RE ETRUSCHI >750 – 510
a.C. PERIODO REPUBBLICANO: VI – I sec a.C. >governa il
Senato PRINCIPATO DI AUGUSTO: I sec a.C. – I sec d.C (14 d.C.) ETA’
IMPERIALE: > IMPERATORI ADOTTIVI >I – II sec d. C. > IMPERATORI
MILITARI >III – IV sec d.C. > COSTANTINO >312 d.C. FINE
DELL’IMPERO D’OCCIDENTE. CICERONE Marco, Tullio 106 – 43 a.C. Homo
Novus (vedi infra) E’ di Arpino, e la sua famiglia appartiene all’Ordine
equestre. 84 a.C.> "De Inventione" opera di retorica che termina nel 55
a.C., quando torna dall’esilio. Il contenuto tratta di ricercare, da parte
dell’oratore, del materiale. Attinge da ‘Rethorica ad Herennium’ (vedi
infra). Afferma che la base per un buon oratore é la sintesi fra la sapienza
e l’eloquenza. 82 – 79 a.C.> ( sotto Silla) 81 a.C.> debutta come
avvocato (ha 25 anni. Il suo mèntore é Varrone). 80 a.C.> "Pro Roscio
Amerino". Il padre di costui era stato ucciso dai sicàri di Silla. Cicerone
si trova a parlare in Senato CONTRO SILLA, del quale, per altro, condivideva
la lotta antidemocratica, ma di lui deplorava apertamente l’accentramento di
potere. Lo stile é ASIANO (vedi infra), il quale é inviso a Silla e al
potere. 79 –78 a.C.> SILLA MUORE e Cicerone fa un viaggio di istruzione in
Asia. 76 a.C.> Cicerone é questore in Sicilia 70 a.C.> scrive le
"Verrine", poichè gli era stato chiesto di difendere la causa siciliana
contro VERRE, ex- governatore dell’isola, che aveva razziato tutta
la Provincia. Cicerone scrive cinque libri. >>> Verre viene
accusato senza appello, anche se quest’ultimo é difeso da ORTENSIO ORTALO
(asiano) (vedi infra). 66 a.C.> Cicerone é CONSOLE a 40 anni e scrive "Pro
Lege Manilia de imperio Cn. Pompei". Con questa opera tenta l’attuazione
della "Concordia Ordinum": Appoggia in Senato la richiesta di dare a Pompeo
poteri straordinari, presentata dal Tribuno Manilio. Perchè Pompeo stava
combattendo contro Mitridate re del Ponto, che si era sollevato contro
Roma. Cicerone parla in favore delle ricchezze provenienti dall’Oriente e
così facendo difende gli interessi dei Cavalieri (Ordine Equestre), perchè,
oltre tutto, ha bisogno del loro appoggio per portare a compimento la sua
idea della "Concordia Ordinum". 63 –62 a.C.> Catilina contro gli
Ottimati vuole sollevare il popolo e fare un colpo di Stato. 63 a.C.>
Cicerone scrive le "Catilinarie" (‘...Quosque tandem, Catilina abutere
patientia nostra?’), le pronunzia davanti al Senato, denunziando Catilina e
così facendo ne sventa la congiura. Cicerone, per questo, é chiamato PATER
PATRIAE. nello stesso anno scrive: "De Lege Agraria". opera contro la
riforma. "Pro Rabirio perduellonis reo". Difesa per un anziano Cavaliere,
accusato di fatti accaduti 37 anni prima. "Pro Murena". Personaggio
accusato di brogli elettorali. 60 a.C.> scrive: Commentarii
autoelogiativi per aver sventato la congiura di Catilina. "De Consulatu
suo" "De temporibus suis" [ Triumvirato di Cesare, Pompeo, Crasso.
Cicerone perde i suoi favori presso il potere costituito e] 58 a.C. ESILIO
di Cicerone. 57 a.C. RICHIAMATO dall’esilio. [ Clodio e Milone e loro
guerre sociali] 56 – 51 a.C.> Cicerone tenta una sua collaborazione con i
Triumviri. 56 a.C. Scrive: "Pro Sestio". Un Tribuno accusato da
Clodio. In questa opera espone la nuova teoria di concordia, adesso basata
sul ‘CONSENSUS OMNIUM BONORUM’. "De provinciis consularibus". Dove parla a
favore del rinnovo del mandato consolare per Cesare in Gallia. "Pro Balbo"
e "Pro Rabirio Postumo". Sono personaggi legati a cesare.*** "Pro Coelio". Un
uomo accusato di VENEFICIO (stregoneria) da Clodia, la sorella di Clodio. Il
tono dell’orazione é molto satirico. E qui Cicerone difende i tempi nuovi,
che vedono più libertinaggio fra i giovani. *** A questo punto, é doveroso
soffermarsi un attimo sul rapporto che legò, per tutta la vita, Cesare e
Cicerone. Cesare era più giovane di pochi anni, quindi, da fanciullo si trovò
insieme con Cicerone, e tanti altri, fra cui anche Catilina, a frequentare la
stessa scuola, per giovani nobili. Chiaramente Cicerone era costantemente
preso di mira, perchè nobile non era, ma apparteneva soltanto alla borghesia,
qualità che, tuttavia, gli permetteva di frequentare parimenti la scuola.
Sopratutto, già dalla tenera età, nacque e si consolidò velocemente, fra
Cicerone e Catilina, un odio talmente profondo che provocò fra i due un
abisso invalicabile. E mentre tutti i giovani rampolli della nobiltà, nella
scuola, facevano capo e totale riferimento a Catilina, che aveva già un
enorme dose di potere carismatico e tra scinatore, il giovane Giulio, che
anche lui era già indòmito nel carattere e poco propenso a star dietro
le spalle di un altro ‘leader’ che non fosse lui stesso, passò dalla
parte del reietto Cicerone, con grande onta e disonore , e si mantenne
saldo nella sua decisione. I due giovani, Cicerone e Giulio
(Cesare), divvennero stretti amici e la loro amicizia fu vera e sincera per
tutta la vita, anche se, i loro destini li portarono a percorrere
strade completamente divergenti. Tuttavia, benchè Cicerone non
nascondesse all’amico Giulio il proprio disgusto per la sua politica e, via,
via per le sue estreme prese di posizione, l’amicizia fra l’ "uomo Cicerone"
e l’ "uomo Giulio Cesare", non ebbe mai un’ incrinatura, e perdurò
per tutta la loro vita. Fondamentalmente questi due uomini così diversi
e distanti nel modo di pensare – Cicerone, strenuo conservatore
e difensore del ‘ mos maiorum’ ; avverso totalmente all’accentramento di
potere nelle mani di pochi, o, ancora peggio, nelle mani di un singolo! (
cosa che fece Giulio Cesare, quando nel 49 a.C. conquistò l’Italia); amante
della Repubblica, come estrema espressione di governo. E Cesare, uomo dai
grandi ideali e slanci emotivi, nonchè grande libertino; amante della
politica e della guerra, del suo esercito, del potere e della fama, che lo
portarono a governare Roma, accentrando tutto il potere nelle proprie mani;
uomo di costumi molto aperti, amante degli uomini, quanto delle donne; eppure
stratega eccelso, vincitore di ogni inganno e di ogni nemico. Mentre la sua
forza risiedeva nel braccio e nella spada, la forza di Cicerone stava nel
saper parlare e nel riuscire, con le proprie parole, a convincere
tutti. 55 a.C.>Finisce il "De Inventione" Scrive il "De Oratore". In
tre libri >E’ un dialogo fra Antonio e Licino Crasso (lo fa essere,
quest’ultimo, il proprio portavoce), e torna sui temi del "De Inventione". Il
dialogo é ambientato nel 91 a.C., durante le guerre sociali. Antonio dice che
‘oratori si nasce’. Crasso, al contrario, dice che ‘oratori si diventa con
l’ausilio della cultura e della poesia’. In quest’opera, l’ ORATORIA é intesa
come ARTE di sapienza e TECNICA di cominio. 52 a.C.> Scrive: "Pro
Milone". Discorso fatto in difesa di Milone che ha ucciso Clodio. Ma Pompeo
(che nel frattempo ha assunto l’appellativo di ‘Magno’, accordatogli da
Crasso) lo minaccia di morte, nel caso in cui Cicerone si azzardi a
pronunziare, davanti al senato, la sua difesa. Per ovvii motivi Cicerone
é costretto a non pronunziare la difesa e Milone viene mandato in
esilio. 54 – 52 a.C. Scrive "De Republica" basandosi sul modello dell’opera
di PLATONE. Opera scritta in sei libri. Contenuto del 1°
libro. Forma: dialogica Tempo: 129 a.C. fra Scipione Emiliano e
Lelio. Contenuto: > miglior forma di governo = Costituzione Romana del
tempo degli Scipioni, perchè, riprendendo POLIBIO *, vi si trovava
contemperato l’elemento monarchico (=Consolato), l’elemento aristocratico
(=Senato) e l’elemento democratico (=Comizia). 2° libro. Contenuto:
> Costituzione Romana. 3° libro. Contenuto: > ‘la guerra
giusta’. 4° libro. Contenuto: > ‘Somnium Scipionis’ > Scipione
Emiliano ‘sogna’ Scipione Africano, che gli mostra la futilità del
mondo. Figura del Princeps >>> il modello é Scipione
Emiliano. L’autorità del Princeps NON DEVE essere autonoma dal Senato. 52
– 46 a.C. Scrive "De Legibus" sempre sul modello dell’opera di Platone. Tre
libri. Forma: > dialogo nel presente fra lui, suo fratello ed
Attico. Contenuto: > Origine e valore delle leggi. Ottimo modello sono
le ’12 Tavole’. La legge viene da Dio. 49 – 46 a.C.> Guerre fre Cesare
e Pompeo. Cesare celebra il trionfo. 46 a.C. scrive: "Sui Paradossi
degli Stoici". >Tesi stoiche, in contrasto con l’opinione
comune. "Orator" > Riprende il ‘De Oratore’. l’oratore ha tre fini: 1)
probare (stile umile) >fare tesi con argomenti validi. 2) delectare (stile
medio) >piacevole estetismo. 3) flectere (stile elevato e
poetico)>muovere il pathos. [* POLIBIO > Ambasciatore Acheo a Roma.
Dopo PIDNA 168 a.C. é fra i 1000 ostaggi portati a Roma dopo la vittoria
nella 3° guerra Macedonica.] Sempre 46 a.C. scrive ancora; "Brutus" >
dialogo fra Cicerone e Bruto (atticista). - storia dell’eloquenza Greca e
Romana. - modello di oratore si rifa a Demostene * [*DEMOSTENE
>>> 384 – 322 a.C. Attico. Scrive le ‘ Filippiche’ contro Filippo V
di Macedonia, padre di Alessandro. La sua opera é piena di
pathos, drammaticità e varietà di toni.] Cicerone vuole trascendere dagli
stili ‘asiano’ e ‘atticista’, per creare uno stile al di sopra di essi. 46
– 45 a.C.> Cesare celebra il trionfo. Cicerone é pienamente riabilitato
anche nei suoi possedimenti. Pompeo é sconfitto a Farsalo, fugge in Egitto e
qui viene ucciso. 46 a.C. scrive: - "Pro Marcello" - "Pro Ligario" -
"Pro rege Deiotaro" > (sono pompeiani pentiti). Con queste orazioni
Cicerone tenta di indicare a Cesare una riforma, nel rispetto dei Pubblicani
e del Senato. 45 a.C. scrive: "Academia" Forma = dialogo Contenuto =
sulla conoscenza. Per quest’opera Cicerone si rifa all’ ‘Accademia di Mezzo’
(Arcesilào di Pìtane, 316 – 241 a.C.). "Sulla conoscenza si possono avere
solo posizioni probabilistiche". Qui Cicerone enunzia la ‘COSCIENZA DEL NON
SAPERE’ > é illusorio ogni criterio di verità, perchè esso é solo
probabile. L’ Uomo sceglie ed é responsabile. "Laus Catonis" "De
finibus bonorum et malorum" Forma: dialogo in cinque libri che formano tre
dialoghi. 1° DIALOGO > confuta la dottrina epicurea riguardo a ‘ciò che é
bene e ciò che é male’. 2° DIALOGO > espone la dottrina Stoica >
morale del dovere e del sacrificio ["vivi secondo natura, cioè secondo il
volere del dio. Il dovere é la legge della società"]. > cosmopolitismo
giuridico. > finalismo della natura [L’Universo é soggetto a nascita e
morte in un ritmo ciclico. La divinità governa le cose con un ‘fine’ che é la
PROVVIDENZA DIVINA]. 3° DIALOGO > espone l’indirizzo
‘Peripatetico’. 45 – 44 a.C. scrive: "Tusculane" forma: dialogo >
dialogo in cinque libri ambientati nella sua villa di Tusculo. [MUORE
CESARE] (Idi di marzo del 44 a.C.) contenuto: sulla felicità. 1° Libro
> La felicità umana si ottiene con una vittoria sulla paura della
morte. 2° Libro > Sopportazione del dolore. 3° / 4° Libro > Come
placare la tristezza. 5° Libro > La tristezza si placa con l’aiuto della
virtù. Cicerone abbandona totalmente l’ Epicureismo. 44 a.C.
scrive: "De Natura Deorum" > Esprime la certezza dell’esistenza di un
Dio che governa tutto. Torna alla vita politica con: 44 a.C.>
"Filippiche Antonianae" (riprende il nome ‘Filippiche’ da quelle scritte da
Demostene – vedi infra). 14 Orazioni contro Antonio, perchè, alla morte di
Cesare aveva tentato di usurpare il legale potere di Ottavio, lasciatogli in
eredità, tramite testamento, da Cesare stesso. A causa di quest’opera, quando
Antonio entrerà a far parte del Triumvirato, insieme ad Augusto e Lepido, il
nome di Cicerone sarà nelle liste di proscrizione e Antonio lo farà uccidere
dai suoi sicàri. sempre del 44 a.C.>"De Divinatione" > Dialogo in 2
libri sull’arte divinatoria. "De Officiis" >Trattato in 3 libri, dove
si ricerca una morale quotidiana. Cicerone si rivolge ai
giovani. >Disprezzo per i beni terreni. >Vantaggi soltanto per lo
Stato. >Contro la tirannide. >La ragione deve prevalere sugli
istinti = autocontrollo. >Norme di comportamento del ‘vir bonus’ ( =
origini del galateo! ) "De Senectute" o "Cato Maior" >Catone il Censore
– 150 a.C. – elogia la vecchiaia che libera dalle passioni. "De Amicitia" o
"Laelius" >Dialogo svolgentesi nel 129 a.C. >Elogio dell’amicizia
fatto da Laelius, grande amico di Scipione Emiliano. >Amicizia serve per
riunire i ‘boni viri’. Stile di Cicerone. -Rifiuta i grecismi. -Si rifà
alla tradizione ‘enniana’ della lingua (vedi infra). -Molto sperimentalismo e
chiarezza espressiva. -Molte subordinate, per dare importanza alla frase
principale. COME AVVENNE LA MORTE DI CICERONE. Il 2° Triumvirato era
formato da Augusto,Lepido e Antonio. Il potere del Triumvirato decretò, per
espresso volere di Antonio, l’esilio perpetuo di Cicerone, ma Antonio fece in
modo di trasformare l’esilio in assassinio. Fu esclusivamente Antonio che
volle tutto ciò, perchè non aveva mai perdonato a Cicerone di aver
pronunziato in Senato, contro di lui, le Filippiche. Cicerone aveva scritto
le Filippiche contro Antonio, per difendere i diritti di Ottavio al quale
Cesare aveva lasciato il comando supremo in eredità tramite
testamento, proclamandolo addirittura proprio figlio adottivo (in realtà era
un suo lontano nipote). Quando Cicerone fu avvisato della sorte che gli
stava riservando Antonio, ugualmente seguì i suoi programmi: il Triumvirato
lo aveva condannato all’esilio e lui si mosse da Roma per andare in
Macedonia. Andò a Formia, dove aveva una villa, e da dove avrebbe preso il
mare per recarsi in esilio. Ma a Formia si fermò un giorno di troppo, sia
perchè era ma lato e stanco, sia perchè il mare era in burrasca e non
permetteva la navigazione. Il giorno successivo,tuttavia, era pronto per
l’imbarco. L’ultimo giorno di Cicerone ce lo racconta una notabile e sicura
fonte storica: PLUTARCO, il quale riporta più o meno le seguenti
notizie. ‘Mentre Cicerone si avviava in lettiga verso la barca che lo avrebbe
condotto in Macedonia, fu raggiunto dai sicàri mandati da Antonio. Erano
soldati e fra essi c’erano Erennio, un Centurione, e Polibio, un Tribuno che
Cicerone aveva addirittura difeso in passato, perchè accusato dell’uccisione
del proprio padre. Cicerone sentì un gran frastuono, e, per vedere cosa
stesse succedendo, sporse, fuori dalla lettiga la testa, ed Erennio, senza
indugio alcuno, gliela mozzò di netto. Poi, per ordine esplicito di Antonio,
a Cicerone furono mozzate anche le mani (‘che avevano osato scrivere le
Filippiche’). Le membra così mozzate furono portate a Roma ed esposte nei
‘Rostra’, dove parlavano gli oratori. Il corpo mutilato,invece, fu sepolto
nel luogo stesso dell’assassinio’. Questa fu la fine del grande
Cicerone. ATTICO Tito,Pomponio 110 – 32 a.C Equestre Fu amico di
cicerone. Epicureo. Molto ricco. Scrive: "Liber Annalis" >Storia di
Roma fino al 49 a.C. VARRONE Marco, Terenzio 116 – 27 a.C. Scrive
"SATIRE" di argomento vario. 80 a.C. "Saturae Menippeae"* [* Menippo di
Gadara – III a.C. Ellenistico. Scrive satire di rimpianto per
il passato.] > contenuto = rimpianto per ilpassato. 150 libri
scritti in prosa e versi di argomento vario. "De antiquitate litterarum ad
Accium" > Problemi riguardanti l’alfabeto latino. >FILOLOGIA. 46
a.C. >Cesare gli dà l’incarico di allestire una biblioteca. 46 a.C.
scrive:"Antiquitates" > 41 libri > Origine di roma fissata da lui
stesso al 754 a.C. "Res Divinarum"> religione = creazione dell’uomo, ma
estremamente necessaria allo Stato. 45 a.C. scrive:"De Lingua
Latina" > Dà rilievo agli apporti di altre lingue. 43 – 42 a.C.
scrive:"De vita populi Romani" > Storia di costumi ed
istituzioni. negli anni 40 scrive: "De Comoediis Plautinae" "De
scenibus originibus" "De actionibus scenicis" "De personiis" "De
descriptionibus" 39 a.C. scrive: "Imagines" (Hebdomades) > per gruppi
di 7 libri. > 700 ritratti di uomini illustri greci e latini + un
epigramma per ogni personaggio. Sono tutte persone che si sono distinte in
qualcosa di nobile. 38 a.C. scrive: "Logistorici" > Argomenti morali
illustrati con esempi mitici. 37 a.C. scrive: "Rerum Rusticarum libri
tres" > DIALOGO. 1°) Agricoltura in genere. 2°) Sul bestiame. 3°)
Sull’allevamento degli animali domestici. Nell’opera viene sostenuta la
seguente tesi. - Concentrazione terriera. - Latifondo con masse di
schiavi. - Per la villa del Signore, necessario molto lusso ed
eleganza. (utilitas + voluptas) NIGIDIO FIGULO 116 – 45 a.C. Si
occupa di: - Filologia - Antiquaria - Scienze E’ contemporaneo di
Varrone ed é un grande erudito. Al ritorno da un viaggio in Grecia afferma
che IL MONDO GIRA SU SE STESSO. Scrive: "Commentarii
Grammatici" > 29 libri che trattano di grammatica e antiquaria. Egli fu
avverso alla parte cesariana e fu grande amico di Cicerone. Per questo Cesare
lo manda in esilio dove vi muore. CORNELIO NEPOTE 107 – 27 a.C. Attico
fu suo protettore. Scrive: "Cronica" > Cronografia universale con
sincronismo degli avvenimenti di Grecia, Roma, Oriente. "Exempla" >
Repertorio per oratori. Prima del 32 a.C. scrive: "De viris
illustribus" > Personaggi greci e latini. Tono non
nazionalistico. "Biografia di Attico" > Elogiativa. CESARE CAIO,
GIULIO 100 – 44 a.C. INQUADRAMENTO STORICO 100 a.C.> Nasce Giulio
Cesare. Da famiglia patrizia. E’ parente di Mario, per questo motivo, in
seguito, sarà perseguitato da Silla. 78 a.C.> Inizia la sua carriera
politica. 68 a.c. QUESTORE. 65 a.C. EDILE. 63 a.C. PONTEFICE
MASSIMO. 62 a.C. PRETORE. 60 a.C. TRIUMVIRATO > Pompeo, CESARE e
Crasso. 59 a.C. CONSOLE (a 41 anni) 58 a.C. PROCONSOLE nelle Gallie. 51
a.C. Senato non vuole riconfermargli il proconsolato. Pompeo
contro Cesare. 49 a.C. CESARE PASSA IL RUBICONE E CONQUISTA L’ITALIA.>
Guerre civili. 46 a.C. CESARE insedia Cleòpatra sul trono d’Egitto. tornato a
Roma CELEBRA IL TRIONFO. 44 a.C. IDI DI MARZO >CESARE UCCISO da una
congiura di aristocratici repubblicani. Cosa ha scritto: "De Bello
Gallico" (Iuli C. commentarii rerum gestorum) > 7 libri + 1
aggiunto. > Avvenimenti dal 58 a.C. al 52 a.C. > Guerra non di
conquista, ma di difesa. "De Bello Civili" > 3 libri. > Eventi
del 49 – 48 a.C. > Satira contro classe dirigente aristocratica, la quale
lo voleva screditare, paragonandolo a Catilina. > Volontà di
pace. > Guerra per colpa dei pompeiani. "ITER" > Sulla spedizione
in Spagna. "Anti – Cato" > In polemica con l’elogio fatto da Cicerone a
Catone in "Laus Catonis" del 54 a.C. SALLUSTIO Caio, Crispo 86 – 36
a.C. Homo novus (vedi infra) E’ legato ai populares. E’ contro
Cicerone e contro Milone a causa dell’uccisione di Clodio. 50 a.C. é espulso
dal Senato. > Combatte insieme a Cesare. 49 a.C. Cesare lo riammette in
Senato. > Governatore in Africa > fa del mal governo. Sallustio
abbandona lo stile annalistico e assume la MONOGRAFIA come stile
tragico. Scrive: 43 – 40 a.C."Bellum Catilinae" (tema della prisca
virtus). > Catilina é un nobile corrotto e, nell’opera, é l’emblema della
sua classe. > Crisi dello Stato > perchè si é abbandonata la prisca
virtus (l’antica virtù), e lo Stato é insidiato dalla nobiltà
corrotta. > Risoluzione = ritorno alla prisca virtus. > Excursus
sull’ascesa e decadenza di roma. = ARCHEOLOGIA. 43 – 40 a.C. "Bellum
Iugurtinum" ( tema della guerra giusta). > Guerra contro Giugurta vinta da
Mario (111 – 105 a.C.) > guerra di espansione = guerra giusta. >
Mario é il suo portavoce nell’opera; egli vuole una nuova aristocrazia, che
si basi sulla virtus, non di nascita, ma per meriti personali. OPERE
INCOMPIUTE: 39 a.C. "Historiae" (ritmo annalistico). > Narra vicende
dal 78 a.C., morte di Silla, al 67 a.C. quando pompeo vince i Pirati del
Ponto. CAPITOLO SESTO. PERIODO AUGUSTEO: IL PRINCIPATO. CORNELIO
GALLO 69 – 26 a.C. ELEGIA Molto sconsideratamente parla male di Augusto
(e per altro ne aveva bene i motivi!!) e viene esiliato. Dalla disperazione
si uccide. Scrive: "Amores" > 4 libri di ELEGIE. > Perno centrale
é l’ EROTISMO. > Molta erudizione. > Donna amata = fonte di
ispirazione per la poesia e anche destinataria della stessa. Identificazione
di POESIA E VITA. [1979 Ritrovamenti di papiri in Egitto, con frammenti di
poesie di Gallo.] VARIO RUFO Poeta TRAGICO e poesia epica. [ Augusto
gli fa pubblicare,postuma, l’Eneide di Virgilio] Scrive: "Thyestes" >
tragedia. "De morte" > sembra didascalica. Tutta perduta. Fa attacchi ad
Antonio. "Panegirico"> esalta Ottaviano. CIRCOLI LETTERARII. Si ha
il 1° CIRCOLO LETTERARIO intorno al personaggio di: MECENATE 70 a.C.- 8
d.C. Mecenate é un nobile ETRUSCO. E’ un accentratore di cultura
e protettore di poeti. Egli voleva creare una letteratura di grande
diffusione. Scrive: Poesie nugatorie (vedi infra). Si ha il 2° CIRCOLO
LETTERARIO intorno al personaggio di: ASINIO POLLIONE 76 a.C. Egli
fonda la prima biblioteca pubblica. Scrive: Storiografia 35 a.C.
"Historiae">Guerre civili >dal 1° Triumvirato, alla battagli di
Filippi. E’ ORATORE ATTICISTA. Si ha il 3°CIRCOLO LETTERARIO intorno al
personaggio di: MESSALLA VALERIO 64 a.C. – 8 d.C. Lontano dai temi
civili, qui si celebra solo AMORE e CAMPAGNA. E’ ORATORE e grande erudito. Ha
scritti di grammatica e retorica. VIRGILIO Publio, Marone 70 a.C. – 19
d.C. Famiglia: piccoli proprietari
terrieri. Epicureismo. Scritti: 42 – 38 a.C. "Bucoliche" o "Ecloghe"
Sono 10. Ø Influssi epicurei Ø Dramma dei contadini espropriati delle loro
terre per foraggiare i Veterani di guerra (fra questi espropriati, dopo
Filippi (42 a.C.), ci sarà Virgilio stesso). Ø Modello: TEOCRITO * [*
TEOCRITO, III sec. a.C., di Siracusa. Scrive epigrammi con temi bucolici.
La natura dà una grande forza. >ARCADIA (campagna) intesa come maschera
per parlare della situazione umana, nonchè luogo mitico di rifugio per l’
‘OTIUM’. >Mondo idilliaco molto rarefatto; poco amato dai Neòteroi (vedi
infra).] Le Bucoliche o Ecloghe sono 10: le più significative sono: I)
Tìtiro e Melibeo, due pastori. Molto autobiografica. IV) Canto
profetico. VI) A Cornelio Gallo. 1° canto elegiaco. VII) Dedicata ad
Asinio Pollione. IX) Dialogo fra due pastori: richiamo alle
espropriazioni. La poesia allevia le pene d’amore. Per Virgilio la poesia é
un RIFUGIO dai drammi della vita. 38 – 26 a.C. scrive
le "Georgiche" in 4 libri. Libro I > Lavoro nei campi. Libro II
>Arboricoltura.> Elogio della vita campestre. Libro III>Allevamento
del bestiame. Libro IV >Apicoltura + mito della ‘bugonia’ (le api che
rinascono da un bue morto). Augusto appare nell’opera, come figura divina
portatrice di pace. 29 a.C. – 19 d.C. "ENEIDE" (non finita e pubblicata
pòstuma da Varo Rufo, per ordine di Augusto). Virgilio, con quest’opera,
vuol cantare l’ascesa politica di Augusto ed il carisma di quest’ultimo che
ha portato la pace universale. Suddivisa in 12 libri. Ø Parte dalla mitica
fondazione di Roma. Ø Virgilio la fa risalire ai Troiani scampati alla
distruzione di Troia. [Enea, dopo la guerra di Troia – 1200 a.C. - fugge,
portando con sè il vecchio padre Anchise, salvato miracolosamente dal rogo
della città in fiamme. Insieme a lui c’é anche il figlioletto Ascanio-
Iulo.Dopo una lunga navigazione, piena di peripezie e di incontri più o meno
pericolosi, Enea approda sulle coste italiche.] In realtà, i Troiani
dell’opera virgiliana, sono degli ESULI CHE TORNANO IN PATRIA, perchè
DARDANO, progenitore dei Troiani, era ITALICO. Dunque Enea approda sul suolo
italico, ma ovviamente incontra una popolazione che ha a capo un re, che si
chiama TURNO. Enea deve combattere con Turno, per conquistare uno spazio per
sè e per i suoi. E nell’ottica che abbiamo accennato, dei ‘Troiani-esuli che
tornano in patria’, la guerra fra Enea e Turno assume la forma di una GUERRA
FRATRICIDA, la quale però, si badi bene!, non porta alla distruzione di una
città (come era stato per Troia), ma alla FONDAZIONE DI ROMA! Enea,
dunque, attraverso il figlio Ascanio- Iulo e la sua discendenza, diventa
il PROGENITORE DI ROMOLO. Per quanto riguarda la ‘guerra fratricida’ fra
Enea e Turno, Virgilio, intende indicare un parallelo moderno. Infatti
Augusto, per mantenere il potere, che Cesare gli aveva lasciato in eredità,
ha DOVUTO combattere una guerra fratricida contro Antonio, ma lo ha fatto,
non in vista della distruzione di un rivale, o per un proprio tornaconto,
bensì esclusivamente per raggiungere e mantenere la pace. Dunque, la
guerra fra Enea e Turno finisce con l’uccisione di quest’ultimo, ma serve
unicamente perchè si pongano le fondamenta del futuro Impero Romano. Così
Virgilio vuole vedere anche l’uccisione di Antonio ad Azio, nel 31 a.C.,
ad opera di Augusto e delle sue truppe: un’uccisione NECESSARIA per
mantenere in vita l’Impero. Con l’ ENEIDE, Virgilio riprende anche l’
‘epos ciclico’, perchè nella sua opera sono narrate molte delle imprese che
nell’ ILIADE di OMERO erano state solamente profetizzate o accennate. Infatti
l’ ILIADE di Omero termina con i funerali di Ettore ucciso da
Achille. [> Figlio di Enea = Ascanio-Iulo > da cui discende la GENS
IULIA, di cui fanno parte Cesare e Ottaviano. >L’ opera é scritta
interamente in esame tri. >Ci sono molti arcaismi e molte licenze
poetiche.] Virgilio, nell’ENEIDE, si rifà molto al modello di Pindaro*(vedi
pag. seguente), e, come l’antico poeta, usa nuovi accostamenti di parole, che
dànno maggior pathos. [* Pindaro > Greco – 518 – 438 a.C. >
sublimità di stile e di atmosfera. Usa una lingua complessa e piena di
creazioni poetiche.] Gli ‘epiteti’ che Virgilio usa per i personaggi, così
come per Omero, sono portatori di contenuto psicologico per ‘quel’
personaggio; e ciò é costruito a favore del lettore che vuol partecipare, in
qualche modo, ‘psicologicamente’ alla narrazione. [Così avremo, solo per
Ulisse, l’epiteto ‘dai molti inganni’ (greco = ‘polumètis’). Solo ed
esclusivamente per Achille, avremo l’epiteto ‘di corta vita’ (greco
= ‘minuntàdios’), che per altro preannunzia la sua morte prematura, che
però NON troviamo narrata nell’ILIADE, ma nel ‘ciclo epico’ successivo, dove
é scritto che Achille viene ucciso da Paride con l’aiuto del dio
Apollo.] Virgilio afferma nell’opera, che la storia narrata nell’ENEIDE, é
una storia voluta dal FATO: e con ciò egli suggella la consacrazione della
fondazione di Roma. Enea vince Turno in battaglia, perchè la
‘collettività’ e con lui, con Enea. Appunto anche per Augusto vale lo stesso
principio. La linea politica di Augusto infatti, si basa sul ‘CONSENSUS
UNIVERSORUM’. APPENDIX VIRGILIANA E’ una raccolta di componimenti di varia
natura, che la tradizione attribuisce alla produzione giovanile di
Virgilio. "Cataleptòn" > poesie autobiografiche, cronologicamente poste
prima delle Bucoliche. "Culex" (‘zanzara’) 48 a.C. "Ciris"
(‘airone’) "Moretum" (‘focaccia all’aglio’) "Copa" (‘ostessa’) ORAZIO
Quinto, Flacco 65 a.C. – 8 d. C. Suo padre era un ex-schiavo, quindi un
‘liberto’ (vedi infra). 55 a.C. > Si arruola con Bruto contro
Cesare. 42 a.C. > Bruto é battuto a Filippi da Cesare e Orazio si dà alla
fuga. 41 a.C. > Torna a Roma, ma subisce la confisca dei beni, per questo
é obbligato a lavorare come scriba. Scritti: 41 – 30 a.C. "EPODI" o
Giambi > 17 componimenti. Orazio stesso afferna che questa produzione é
piena di astio, in quanto risente dei fatti autobiografici dopo Filippi. Per
i toni violenti che usa si sente continuatore di ARCHILOCO DI PARO* >
(Grecia, VII sec. a.C., giambografo). INQUADRAMENTO STORICO PER ARCHILOCO DI
PARO. * Nel VII sec. a.C. la Grecia é in espansione. C’é grande sicurezza e
stabilità, per cui l’uomo può permettersi di rifugiarsi nel privato: non più
costretto a vivere proteso nel sociale e nel pubblico della ‘pòlis’
omerica. Nei periodi di grande fortuna, non c’é più bisogno di esaltare
l’eroismo epico. Così l’universo sposta la sua centralità, e si passa dalla
‘città-comunità-gruppo’ (la pòlis,appunto), all’individuo, in quanto che, non
c’é più bisogno della presenza compatta e univoca della comunità, che deve
far fronte comune contro un nemico esterno. A questo punto l’uomo diventa il
centro del proprio mondo e può permettersi di prendere coscienza di quella
individualità, assolutame nte negatagli in un contesto in cui il ‘gruppo’ é
necessariamente più importante del singolo. In questo modo il ‘singolo’ NON
E’ PIU’ una mera entità senza volto, che forma il ‘gruppo’, ma diviene
l’artefice della sua vita e del suo destino. Nella precedente società
omerica, aveva importanza il singolo unicamente come pezzo di un ‘puzzle’ che
andava a formare il ‘corpo’ unico del gruppo. L’individuo fuori del gruppo
non aveva nessuna valenza, nè significato: era un reietto; un ‘punito dagli
dèi’, se fosse stato escluso dalla società compatta e solida, formata da
tanti singoli individui come lui, coesi indistintamente in un’amalgama senza
altro nome, nè volto che quello del ‘gruppo’. In questo ambito ogni singolo
pezzo del ‘puzzle’, ogni individuo, operava unicamente in funzione e per il
bene della società, che lo controllava, lo guidava e pretendeva da lui ogni
sorta di sacrificio, fino anche a quello estremo, che era la morte. Ma adesso
la struttura della società e della ‘pòlis’ é cambiata. E’
avvenuta un’apertura verso l’esterno, grazie alle nuove conquiste, grazie
alla maggiore tranquillità militare. In quest’epoca, il VII se. a.C., che
é poi l’epoca di Archiloco e di tanti altri scrittori come lui, assistiamo ad
una inversione di tendenza. Mentre prima, morire in battaglia era più che un
diritto, un dovere, e se il guerriero che fosse fuggito con codardìa al
proprio destino di morte, avrebbe dovuto fare i conti con una società che lo
avrebbe, non solo disapprovato, ma addirittura additato come il portatore
della peggiore ònta per tutti, adesso invece un Archiloco, e altri coevi
scrittori, come Alceo, Anacreonte, si possono permettere di scrivere liriche
dove affermano che ‘ é preferibile, in battaglia, GETTAR VIA LO SCUDO E
SALVARSI LA VITA, anzichè no’. Queste affermazioni, solo pochi secoli prima,
sarebbero state bestemmie gravissime, e avrebbero meritato, a chi le avesse
pronunziate, un esilio perenne dalla società-gruppo, in quanto, in quel tempo
un ‘Archiloco’, avrebbe messo in pericolo, con il suo c omportamento, la
struttura di tutta la società. Ma adesso l’uomo é svincolato e libero e si é
formato una concezione pratica ed individualistica della vita e della propria
sopravvivenza. Archiloco, così come Alceo, Anacreonte ed Ipponatte, si
possono addirittura permettere di scrivere invettive contro personaggi e
situazioni politiche del loro tempo. Ciò, al contrario, non potrà accadere
con Orazio, il quale non potrà scagliarsi contro persone specifiche del suo
tempo, nè contro la situazione politica per lui attuale, perchè non glielo
permettono, nè la società romana, così come é strutturata, nè tanto meno la
delicata situazione personale in cui egli si trova. Così i personaggi presi
di mira da Orazio, sono del tutto immaginari. Il metro che usa per i suoi
scritti é naturalmente il GIAMBO, che era il metro usato dai suoi lontani
precursori greci, ed é anche il metro che più si avvicina al
‘parlato’. Comunque Orazio usa il metro giambico anche perchè, per l’uso che
ne avevano fatto Archiloco e Ipponatte, la poesia giambica, era
diventata sinonimo di poesia aggressiva e realistica. Oltre a questi
autori citati, Orazio si serve come modello anche
di CALLIMACO*. [*Callimaco > Greco. IV – III sec. a.C. > possiede
una ricercata raffinatezza e unagrande varietà di stili e temi. Per questo
motivo era molto in vòga fra i ‘Neòteroi’(vedi infra). Callimaco era molto
ammirato per la sua opera "Aìtia" (‘cause’), il Proemio della quale, era
stato ripreso da Ennio (vedi infra), dove vi si narra il mito della ‘Chioma
di Berenice’, ripreso poi da Catullo nel ‘Carme 66’.] Da Callimaco, Orazio
riprende la varietà di contenuti. 38 a.C. > Virgilio e Vario Rufo, fanno
entrare Orazio nel Circolo di MECENATE, il quale dona ad Orazio una casa a
Tivoli. Orazio afferma che Lucilio (vedi infra) é l’inventore della
satira. Scrive: 35 – 33 a.C. "1° Libro di satire" (Sermones) 10
componimenti di argomento vario, dedicati a Mecenate. - Temi letterari -
indulgenza - avarizia - diario di viaggio - ricerca di una giusta
condotta morale - autàrkeia = autosufficienza interiore - (‘in metriòtes
(‘via di mezzo’) stat virtus’) - idea di una nobiltà non di stirpe, ma di
comportamento. 30 a.C. "2° Libro di satire" Ø domina il dialogo Ø
unico rifugio = ‘làthe bìosas’, ‘vivere appartati’. 23 a.C. "ODI"
(Carmi) 4 libri + 1, il ‘Carme Saeculare’, dedicato alla ‘Pax Augustea’. -
temi politici e privati - dialoghi con interlocutori inventati Prende come
modelli: ALCEO > VII sec. a.C. Grecia. Poesia di rancore e di
aggressività. capacità naturalistico-descrittive. - Tema del piacere
offerto dal vino (‘Nunc est bibendum...’Orazio) - varietà di temi: -
amore - vino - mito - natura - politica. SAFFO > VII sec. a.C.
Asia Minore > isola di Lesbo. - Poesia d’amore - introspezione
psicologica - natura positiva. ANACREONTE > VI sec. a.C. Grecia. -
Poeta dell’amore efebico - estraneo alla politica. PINDARO > VI sec.
a.C. Grecia. - Ricerca delle cause. Mette nelle sue opere ogni cosa, dalle
esaltazioni per i vincitori olimpici, al mito; per questo fa ‘balzi slegati’
fra i varii argomenti e non rispetta una cronologia. (Da qui il detto dei
‘voli pindarici’). Pindaro usa periodi lunghissimi; egli costruisce un
linguaggio còlto con il linguaggio quotidiano. Stessa cosa farà
Orazio. Orazio aspira al ‘poco’ ed al ‘piccolo’. Il ‘poco’ dà felicità, più
del ‘molto’. Egli ama la vita semplice della campagna. 1° Libro delle Odi
o Carmi Carme I > Elogia Alceo e afferma che egli stesso é l’ ‘Alceo
Romano’. Orazio ha una forte coscienza della brevità della vita. 1°
libro Carme II "CARPE DIEM" > il saggio deve guardare solo al
presente. 3° Libro "ODI ROMANE" (poesie civili) Sono elogi fatti a
personaggi per avvenimenti sotto il regime (Principato) di Augusto. Orazio
critica il lusso e la degenerazione (in linea con la ‘riforma dei
costumi’ voluta da Ottaviano) e celebra la VIRTUS, non di nascita, bensì di
animo, che porta ‘autàrkeia’ (vedi infra). Temi riccorrenti in Orazio -
‘Angolus’ (‘campagna’) - amicizia - paesaggio - vocazione del
poeta - raffinatezza e vocabolario semplice e chiaro. 19 – 13
a.C. "EPISTOLE" Ø Nuovo genere: usa l’esametro Ø domina il
pessimismo Ø 2 libri. 1° Libro: sono 20 epistole. - Unica fonte di
salvezza é la saggezza. - Esaltazione della campagna che offre: ‘angolus’ ( =
posto in cui rifugiarsi) e ‘làthe bìosas’ (= vivere appartato). - Campagna
contrapposta all’insoddisfazione data dalla vita cittadina. - Angoscia vista
come male del secolo . Solo con la saggezza e la vita semplice di campagna si
può guarire. 2° Libro >>> "ARS POETICA" (‘epistula ad
Pisonem’). > L’interlocutore é lo stesso Augusto (non viene detto
esplicitamente). Si parla della questione del teatro, tanto cara ad
Augusto. Orazio é contro il teatro ed é a favore di un’arte còlta e
raffinata. Egli crede che non possa risorgere il teatro a causa
dell’imbarbarimento cittadino. "ARS POETICA" (‘ad Pisonem’) Predica un’
‘ars’ raffinata e còlta. Parla del letterato Romano e dei Circoli. l’arte
deve: - avere come fine il diletto e l’insegnamento - essere perfetta
nella forma, la quale deve subìre un paziente ‘labor limae’
(‘limatura’). E L E G I A E’ UNA PAROLA CHE DERIVA DAL
GRECO. Quindi il genere ‘elegiaco’, che sotto andremo ad illustrare, é un
genere che nasce primariamente in Grecia. Ma i Latini, con grande senso di
inferiorità, nei confronti dei loro ‘cugini’ Greci, sembra che si vogliano
arrogare del tutto la paternità di tale genere letterario. Tanto é vero che
Quintiliano, grande oratore ed erudito, nel 30 d.C., in una sua opera,
scriveva: "Elegia quoque Graecos provocamus..."("Nel genere elegiaco
superiamo di gran lunga anche i Greci..."). In realtà Quintiliano non era
poi troppo lontano dal vero, perchè, ben presto, i Latini, furono al pari
degli elegiaci Greci. A Roma l’ ELEGIA, si specializza come ‘canto d’amore
soggettivo’, precisamente dal I sec. a.C. ELEGÌA GRECA. Come si é
detto, l’ ELEGIA, come genere letterario, nasce in Grecia. E qui il nome
‘elegia’, sta ad indicare, più che altro, la struttura metrica con cui viene
scritto questo genere, il quale risulta formato dal ‘DISTICO ELEGIACO’
(1 esametro + 1 pentametro dattilico). In Grecia, il contenuto del genere
elegiaco, é vario: si va infatti dal contenuto politico, a quello guerresco,
a quello esortativo, per finire a quello erotico e, addirittura, si arriva al
contenuto di lutto. L’ELEGIA GRECA FIORISCE NELLA IONIA, A PARTIRE DAL VII
SEC.A.C, CON CALLINO TIRTEO ARCHILOCO. L’anello di congiunzione
fra l’ elegia greca e quella latina, sembra trovarsi in ANTIMACO DI
COLOFONE, V – IV A.C. il quale si serve dell’ elegia per cantare vicende
personali, come la morte della donna amata, che gli serviva per introdurre e
narrare ‘miti di amori tragici’, ISTITUENDO COSI’ LA CONNESSIONE FRA ELEGIA E
MITO. E comunque non si può dire che l’elegia latina discenda direttamente da
quella greca. Si può pensare altresì ad una compenetrazione di vari
generi. TRATTO DISTINTIVO DELL’ELEGIA LATINA E’: - carattere fortemente
soggettivo. - autobiografia. - mito che illumina esperienza
personale. - schiavitù d’amore, voluta e cercata. - rifiuto del ‘mos
maiorum’. - rifiuto dei doveri del ‘cives’. - tutto l’impegno é posto
nell’amore. - da eroe di guerra si passa ad eroe d’amore. - poesia deriva
‘da’, ed ‘é’, per la donna amata. - ‘otium’ = unico modo di
vivere. ETIMOLOGIA DELLA PAROLA ‘ELEGÌA’. Il metro elegiaco, come si é
detto, é formato da 1 esametro e da 1 pentametro dattilico. Esso é una
sviluppo dell’esametro epico, ottenuto aggiungendovi il ‘pentametro’. La
POESIA ELEGIACA comprende: - temi guerreschi - temi amoroso –
sentimentali - temi politici - sentenze. Il termine ‘ eleghèion’ é
usato per la prima volta da CRIZIA (460 – 403 a.C. Atene. Uno dei 30 Tiranni)
ed é connesso con il termine ‘ èleghos’, ‘lamentazione’. Quindi, per questo,
nell’antichità, si pensava che l’ elegia fosse connessa con le
lamentazioni. Ma ciò é veramente improbabile, perchè i tipi più antichi di
poesia elegiaca non hanno niente a che vedere con le lamentazioni. Molto
più probabile é la connessione con un termine ‘forestiero’ > ‘
èleghos’, ‘flauto’, dalla radice della lingua armena antica > " elegh- "
<. Quindi ‘elegia’, in origine significa "canto accompagnato dal flauto".
Tale etimologia é rafforzata in oltre, dalle allusioni che i poeti più
antichi di questo genere, fanno al ‘flauto’ > (Archiloco / Mimnermo /
Teognide. > Grecia dell’ VIII – VII sec. a.C.). Ad avvalorare ancora di
più questa tesi, c’é il fatto che il flauto veniva usato nelle stesse
occasioni in cui era impiegata la poesia elegiaca (vita militare/ banchetti,
etc.) La POESIA ELEGIACA compare per la prima volta, in Grecia, alla
fine dell’ VIII sec. a.C. POESIA ELEGIACA >di tipo CONVIVIALE >d
urante i banchetti si cantava con l’accompagnamento del flauto. POESIA
ELEGIACA >di tipo MILITARE >(Tirteo) >composizioni di
tono esortativo rivolte ai soldati. Sembra che da Tirteo abbia preso
spunto anche SOLONE (Atene, VI sec. a.C.), che usava il metro elegiaco come
strumento di polemica e di propaganda politica. POESIA ELEGIACA >come
LAMENTAZIONE. Questo uso dell’elegia é conosciuto già anticamente nel
Peloponneso (Grecia), MA SEMPRE ACCOMPAGNATA DAL FLAUTO. Intorno al 300
a.C., vi sono dei mutamenti nell’uso della poesia elegiaca, ed il metro
elegiaco comincia ad essere usato per: 1) poesia descrittiva di vita agreste
e mitologica. 2) poesia d’amore >sottospecie della poesia conviviale
>>> poi PLATONE la elaborò accentuando il lato sentimentale. Nel
III sec. a.C. la poesia ha una nuova fioritura e diviene la forma di
poesia più popolare ad Alessandria d’Egitto (città fondata da Alessandro il
Grande, nel 332 a.C.). Gli Alessandrini fissarono le regole della poesia
elegiaca. In epoca romana ebbe grande sviluppo sotto il Principato
di Ottaviano Augusto (I sec. a.C - I sec. d.C.). ESPONENTI DELL’ ELEGÌA
LATINA. TIBULLO , Albio 55 a.C. – 19 d.C. equestre Scrive: ELEGIE
>3 libri. Donna amata é DELIA. 1° libro >10 componimenti, di cui 5
per la donna amata. Stile: "Tersus atque elegans". dice Quintiliano. 2°
libro >6 componimenti di vario genere. 3° libro>primi 6 componimenti
sono scritti da ‘ Ligdamo’(nome di schermo, dietro cui si cela il poeta
stesso? Non si sa chi sia Ligdamo, altrimenti), che li dedica alla propria
donna amata, che si chiama NEERA. + un panegirico per Messalla >>>
‘elogio dell’uomo politico’: l’autore di questo componimento é
IGNOTO. Tibullo sarà ripreso dagli Umanisti. PROPERZIO, Sesto 49 a.c. –
16 d.C. equestre Scrive: 4 libri di ELEGIE >donna amata é
CINTIA. E’ consuetudine alessandrina dare il nome della donna amata a tutte
le elegie. 1° libro >primato dei valori personali, su quelli della
Civitas. - ‘servitium amoris’, come schiavitù voluta e cercata, la quale
porta all’ ‘autàrkeia’. - unità di vita e poesia. - vita dedicata all’
‘otium’, che é ‘servitium amoris’. - rapporto amoroso cercato come ‘sanctus
foedus’ (‘patto divino’), un amore, cioè, che, anche se é adulterino, é
ugualmente sancito e benedetto dalla ‘fides’ (‘fedeltà’) e dalla ‘castitas’
(rapporti solamente con la persona amata). - forte lacerazione fra ciò che
vuole il poeta e ciò che é la realtà; per questo motivo il poeta si rigugia
nel MITO, 2° libro >Mecenate cerca di orientare Properzio verso la
politica augustea. 3° libro >Temi vari e finale con addio a Cintia. 4°
libro >Elegia civile. Stile oscuro e difficile. Uso di molte
metafore. OVIDIO, Publio, Nasone 43 a.C. – 17 d.C. equestre Donna
amata CORINNA. Scrive: 20 a.C. "Amores" Nuovo impulso all’Elegia. 1°
serie di 5 libri >legati all’elegia erotica di Tibullo e Properzio. +
Poesie d’occasione. - manca la figura centralizzata della donna amata:
infatti ‘Corinna’ appare poco. - Ovidio afferma che a lui é necessaria più
di una donna. - quasi assente il pathos. - ‘servitium’ nei confronti del
dio Amore, e non della donna amata. - poesia come strumento di immortalità
per il poeta e per questo essa é una sua creazione autonoma e non
necessariamente deve rispecchiare il reale. - l’amore é divertimento
intellettuale e Ovidio ne é il regista. 15 a.C. "Heroides"(epistulae
heroidum = lettere poetiche) 21 libri 1° libro: - lettere senza
risposta - lettere di donne famose del mito greco - monologhi e accenni al
passato FISSITA’ E MONOTONIA 2° libro: - lettere con
risposte Andamento più vivace e attenzione spostata su figura
femminile. 12 – 8 a.C. "MEDEA" tragedia >perduta 1 a.C. – 1
d.C. "ARS AMATORIA" >ambiente romano con inserti mitologici, per
illustrare i precetti più importanti>3 libri – metro ELEGIACO. 1°
libro: - consigli per conquistare le donne. 2° libro: - consigli per
conservare l’amore delle donne. 3° libro: - per conquistare gli
uomini.* [* Non si deve dimenticare a questo proposito un aspetto molto
importante della società Romana dell’epoca di cui trattiamo. Dalla Grecia,
i Romani avevano preso, o per meglio dire, ‘travasato’ nella propria cultura,
ogni aspetto: a partire da quello religioso, fino alla cultura, agli usi ed
ai costumi. Poichè in Grecia l’amore efebico era una costante più che
naturale, quasi necessaria, perchè così facendo si rinsaldavano legami
importanti, quali quelli fra maestro -discepolo; soldato-soldato (si pensi, a
questo proposito, alla ‘Falage Oplitica’); cittadino-cittadino, visto che la
società era del tutto al maschile ed era necessario un ‘collante’ veramente
insolubile, per mantenere una unità sincera e indiscriminata, così l’
‘usanza’ dell’amore efebico, si ‘travasò’, insieme a tutto il resto, nella
cultura Latina. Anche se, é necessario sottolinearlo, l’omosessualità nel
mondo Romano, non fu mai un fatto di ‘costume’ accettato tranquillamente e
naturalmente come in Grecia. Fra i Romani ci furono personaggi illustri e
omosessuali, o per meglio dire, uomini che non disdegnavano ‘anche’ la
compagnia di altri uomini. Giulio Cesare fu fra questi, ma di lui lo sappiamo
dichiaratamente. La maggior parte praticava ben volentieri l’omosessualità, o
meglio, l’efebismo, ma faceva finta di non condividere assolutamente ‘quei’
gusti. Così erano fatti i Romani!] Ovidio scrive ancora: 1 -
d.C. "Remedia Amoris" Insegna come liberarsi da un amore che non va più
bene e fa solo soffrire. Ciò é il contrario esatto dell’accettazione
tradizionale elegiaca del ‘servitium amoris’. 1 - d.C. "Medicamina
faciei feminae" ("medicamenti del viso della donna") >metro
ELEGIACO. >ricette di bellezza contro il tradizionale rifiuto della
cosmesi. ( contro il programma di riforma dei costumi voluta e attuata da
Ottaviano). 2 – 8 d.C. "Metamorfosi" >15 libri in esametro. Qui
Ovidio dichiara che vuole scrivere un’opera universale, dalle origine
del mondo, fino a lui. Il culmine della storia del mondo lo fa coincidere con
il Principato di Augusto. 250 vicende narrate, di tipo
mitico-storico. - quasi assente l’andamento cronologico - mito usato come
ornamento - vanto per la sua vasta erudizione - uomo é vittima del
Destino - la poesia, qui, serve solo per stupire - apoteosi di Cesare e
celebrazione di Augusto. 2 – 8 d.C. "Fasti" >metro
elegiaco >ricerche di antiquaria >progetto: illustrare calendario
romano con antichi miti. Previsti 12 libri (quanti i mesi), ma si ferma al
4°, perchè viene mandato in esilio a Tomi (8 d.C.). 8 – 12
d.C. "Tristia" 1° libro: viaggio verso Tomi 2° libro: l’unica elegia é
quella di autodifesa. Il poeta esule é infelice e per questo c hiede
l’indulgenza di Augusto. 13 d.C. "Epistulae ex Ponto" 4
libri. >colloqui fra amici lontani. Con queste ‘lettere’ Ovidio
riscopre la vera elegia come poesia del pianto a carattere
autobiografico. 11 – 12 d.C. "Ibis"* [* Anche CALLIMACO (305 – 240
a.C.) aveva scritto un’opera intitolata ‘Ibis’, la quale era un’invettiva
contro APOLLONIO RODIO di Alessandria (295 a.C.), che fu allievo di Callimaco
stesso. L’opera più importante di Apollonio Rodio é "Le Argonautiche".
Apollonio fu bibliotecario presso la grande biblioteca di Alessandria
d’Egitto (andata distrutta, insieme al Museo, in un incendio). Egli, si trovò
in acerbo contrasto con il suo maestro Callimaco a causa di
dispute letterarie.] L’opera "IBIS" di Ovidio é un poemetto scritto in
distico-elegiaco di invettive contro un nemico di cui NON dice il
nome. Ovidio fu un grande frequentatore della Romadissoluta e
depravata. TITO LIVIO 59 a.C. – 17 d.C. Fu un conservatore legato agli
Ottimati. Repubblicano ed estimatore di Pompeo. Fu il ‘poeta della
storia’. Scrive: "Ab Urbe condita libri (annales)" >142 libri
raggruppati in DECADI. La struttura é quella annalistica. Forse il suo
progetto era quello di scrivere 150 libri, fino cioè alla morte di Augusto
(14 d.C.). La divisione in DECADI ci ha fatto perdere gran parte dell’opera
ed anche le ‘PERIOCHAE’ (riassunti dei libri perduti, composte tra il III ed
il IV sec. d.C.) potrebbero essere state fatte sulla base di COMPENDI. La
narrazione si faceva più dettagliata all’approssimarsi delle vicende
del tempo di Tito Livio. I racconti delle vicende del passato, sono tutti
fatti per giungere alla glorificazione di Roma. La grandezza di Roma é
data, secondo Livio, dalla virtus di tutto un popolo (stessa visione di
Catone e di Varrone – vedi infra), a cui il volere divino ha affidato il
compito di unificare e civilizzare tutti i popoli. La forza della virtus é
data dal ‘mos maiorum’. Tito Livio, benchè si serva di molte fonti, per
scrivere la sua opera, NON mette a confronto i dati, per creare la verità, ma
unifica le informazioni facendo la ‘STORIA DELLA STORIA’. Livio NON CREDE
(come invece Virgilio) che il Principato di Augusto sia il ‘Ritorno all’Età
dell’oro’. POMPEO TROGO 59 a.C. – 17 d.C. Decisamente ANTIROMANO. Viene
dalla Gallia Narbonense ed é contemporaneo di Livio. Scrive: "Historiae
Philippichae" 44 libri - storia universale, dalle antiche vicende di
Babilonia, fino ai suoi tempi. libri 7 – 40 >storia della
Macedonia. ultimi due libri >vicende di Roma. - impero più grande é
quello di Macedonia. - l’impero Romano é uno fra i tanti. Fonte: Timàgene
(storico greco contemporaneo) ostile a Roma ed al Principato. Elogia: Pirro /
Annibale / Mitridate / Parti. VELLEIO PATERCOLO ? – dopo 30
d.c. Scrive: "Historiae" 2 libri >dalle età remote fino al suo
tempo. VALERIO MASSIMO (sotto Tiberio) Scrive: pubblica nel 31 – 32
d.C. "Factorum et dictorum memorabilium exempla" 9 libri. - prontuario
di vizii e virtù ad uso delle scuole di retorica. - superiorità morale di
Roma. - lodi al ‘mos maiorum’. - lodi a Tiberio per aver salvato lo Stato
da Seiano* [* Seiano ( Etrusco ); da Pretore spinse Tiberio a fare una
legge che gli serviva per liberarsi dei nemici personali. Poi alla morte
del figlio di Tiberio, avrebbe voluto impadronirsi della successione; per
questo motivo aveva mandato in esilio Agrippina con il figlio Nerone, al
quale, per diritto spettava la successione. Per questi motivi, Tiberio
fece uccidere Seiano.] CAPITOLO SETTIMO. PROFILO STORICO SOTTO TIBERIO 42
a.C – 37 d.C. Tiberio fu figlio di Claudio e di Livia. Nasce nel 42
a.C. Sua madre divorzia da Claudio, per sposare Ottaviano nel 38 a.C., e
Tiberio fu nominato suo
successore. STORIOGRAFI FILOLOGI ERUDITI VERRIO
FLACCO Grammatico, molto erudito. Fa il 1° vocabolario della
storia! ARCHITETTURA VITRUVIO (sotto
Augusto) MEDICINA CELSO ANTONIO MUSA (medico di
Augusto) AGRICOLTURA COLUMELLA Scrive: "De Re Rustica" > in
esametri. Tratta della crisi dell’agricoltura in Italia. Dà precetti per
mantenere il latifondo. Rimpinge comunque i piccoli proprietari
terrieri. GEOGRAFIA AGRIPPA Fa una grande carta geografica accompagnata
da commentari. POMPONIO MELA sotto Caligola (37– 41 d.C.) e Claudio (41 –
54 d.C.) CULINARIA APICIO Scrive un libro di ricette. LETTERATURA
GIURIDICA I giuristi, fino al III sec. d. C., furono i Pontefici Massimi,
cioè gli esponenti della NOBILITAS. I primi giuristi ‘LAICI’
furono: 280 d.C. CORUNCANIO >plebeo che divenne Pontefice
Massimo. 300 d.C. CNEO FLAVIO >liberto di appio Claudio Ciec
o. Pubblica i "FASTI". In tutto il periodo Repubblicano ci furono giuristi
da famiglie senatorie. Giuristi e Magistrati NON NECESARIAMENTE erano esperti
di diritto, quindi la funzione di GIURISTA era quella di ‘assistente legale’
e spesso commentava anche le leggi.
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