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OLIO DI OLIVA - STORIA ED
INFORMAZIONI
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Positano, come tutta la Costiera Amalfitana e la Penisola Sorrentina
e paesi mediterranei è produttore di Olio di Oliva Extravergine ma
nel caso di Positano, questo olio non viene destinato alla vendita
se non a qualche fortunato ristorante
locale casereccio ma è consumato principalmente dagli stessi produttori che sono generalmente i proprietari dei terreni,
contadini che ospitano alberi di ulivi. Le
olive vengono colte e portate in alcuni
frantoi della zona dove vengono macinate ed
il suo prodotto immediatamente ritirato dai
proprietari. L' Ulivo è un albero presente nella macchia
mediterranea sin dalla notte dei tempi ed
era una delle merci principali di scambio
delle antiche genti locali. L'ulivo e' un albero antichissimo: esisteva gia' ai tempi della preistoria, e se
ne trovarono tracce nella tomba del grande faraone Tutankhamen, nell'antico
Egitto. Secondo le Sacre Scritture, era proprio un ramoscello d'olivo quello
che portava nel becco la colomba che ritornò verso l'Arca di Noè dopo il
diluvio. Conosciuto come un albero immortale, potenzialmente indistruttibile;
nel folklore mediterraneo e' tradizione dire che gli esemplari più antichi
siano nati ai tempi di Omero. Si puo' ben affermare che il leggendario albero
di ulivo e l'olio ricavato dai suoi frutti hanno accompagnato la storia
dell'umanita': 8000 anni fa l'ulivo veniva gia' coltivato in Medio Oriente e le
prime coltivazioni si ebbero molto probabilmente in Siria o a Creta. I Fenici
in seguito diffusero questa coltivazione su tutte le coste del Mediterraneo,
dell'Africa e del Sud Europa. Con i Greci le coltivazioni di ulivo divennero
sempre piu' numerose. Narra un antico mito greco che Athena, dea della saggezza,
creo' l'albero d'olivo come simbolo di pace e di vittoria, per questo divenne la
patrona della citta' di Atene vincendo il suo temibile rivale, Poseidone, dio
del mare. Furono tuttavia i Romani che provarono a coltivare in ogni
territorio conquistato questi frutti polivalenti, trascurando, a volte, le
coltivazioni gia' esistenti dell'Italia meridionale. In molti casi i Romani
ordinarono alle popolazioni conquistate il pagamento dei tributi sotto forma di
olio di oliva. Sempre i Romani riuscirono a costruire i primi strumenti per la
spremitura delle olive e a perfezionarne le tecniche per conservare
l'olio. Fin dall'inizio l'ulivo e i suoi frutti sono stati presenti nella
storia degli uomini sia nei riti sacri sia nella vita quotidiana, l'olio,
infatti, fu utilizzato non solo per arricchire gli alimenti, ma anche nei
massaggi, nella cosmetica e, addirittura, antichi rituali contro il malocchio
prevedono l'uso dell'olio d'oliva. L'albero di olivo e' sempre stato venerato
dai popoli del Mediterraneo, per i quali spesso era la principale fonte di
sostentamento. Gia' nei tempi antecedenti al Cristianesimo simboleggiava la
rinascita e la fertilita'. In era cristiana, fu correlato ai sacramenti della
Cresima e dell'Estrema Unzione. In passato in certi remoti villaggi era usato
dai contadini come combustibile per le lampade, come medicamento per ustioni,
ferite e come afrodisiaco. Nei poemi omerici l'olio era descritto come usato
esclusivamente per la pulizia e l'igiene. Gli antichi Romani classificavano
l'olio di oliva in cinque qualita': "oleum ex albis ulivis" proveniente dalla
spremitura delle olive verdi, "oleum viride" proveniente da olive raccolte a uno
stadio piu' avanzato di maturazione, "oleum maturum" proveniente da olive
mature, oleum caducum" prove- niente da olive cadute a terra, e "oleum cibarium"
proveniente da olive quasi passite, destinato all'alimentazione degli
schiavi. I numerosi utensili per la raccolta e la spremitura delle olive,
rinvenuti dagli archeologi in vari scavi nell'area mediterranea, nonché diversi
passaggi della Bibbia e del Corano dimostrano l'importanza storica di questo
frutto e del lavoro degli uomini per trarre da esso il suo prezioso
nettare. Anche all'alba del terzo millennio l'olio di oliva costituisce un
prodotto carico di misticismo e soprattutto un componente fondamentale della
ormai famosa dieta mediterranea, una moda di cui molti esperti attestano gli
aspetti benefici per la salute. Una semplice insalata condita con olio
d'oliva, o una frittura, acquistano un gusto singolare e unico, che evoca
magicamente il sole caldo e i profumi fragranti delle colline
mediterranee. Il sapore delle olive e dell'olio varia a seconda a regione di
produzione. Le olive aromatizzate con erbe o aglio sono un ottimo
antipasto. Le olive nere hanno un gusto piu' intenso e sono ingredienti
fondamentali in cucina se si vogliono riprodurre il sapore dei piatti
tradizionali mediterranei. La scelta dell'olio e' ardua come per un buon
vino. Molti preferiscono l'olio verde e denso usato, nella cucina greca, con
un gusto molto intenso che tende a sopraffare quello di ingredienti delicati e
di conseguenza non si adatta a qualsiasi preparazione gastronomica. Come per
il vino si dovrebbero sperimentare varie qualita' di olio d'oliva prima di
decidere l'abbinamento giusto con il cibo, e come il vino, anche il gusto
dell'olio d'oliva varia secondo le annate. In questi ultimi tempi si sta
formando una cultura dedicata all'uso corretto dell'olio d'oliva; assistiamo
cosi' alla nascita di distinzioni non solo per annata ma anche per crû, cioe'
per provenienza regionale e in particolare di ben definite zone all'interno
delle regioni stesse. Denominazioni Le denominazioni e definizioni ufficiali degli oli di oliva e degli oli di sansa di oliva sono riportate nell'allegato di cui all'art. 35 del Reg. CEE 136/66 del 22/09/66, come modificato dal Reg. CEE 356/92 del 10/02/92. Caratterizzazione fisico-chimica Al fine di garantire la genuinità e la qualità delle diverse tipologie di prodotto sono stati definiti, con Reg. CEE 2568/91 dell'11/07/91, sia le caratteristiche fisico-chimiche di ciascuna di esse che le metodologie di analisi per la loro determinazione. L'entrata in vigore di questa normativa (tenuta costantemente aggiornata dal comitato di esperti dei vari Paesi membri), ha costituito un considerevole passo avanti verso una maggiore tutela degli oli di oliva: ne è riprova il contenimento delle frodi in questo settore. Il regolamento citato, fissa dei limiti analitici per alcuni indici di genuinità e qualità. Parametri di genuinità Le manipolazioni illecite che possono subire gli oli di oliva, sono essenzialmente riconducibili a due tipi:
* trattamenti atti a rendere un olio di oliva appartenente ad una classe commerciale inferiore, simile ad un altro di maggior pregio; ad esempio con neutralizzazioni blande e/o deodorazioni più o meno spinte attuate su oli vergini, vergini correnti e vergini lampanti, si possono ottenere prodotti commercializzati come oli extravergini;
* commistioni tra oli di oliva appartenenti alle diverse classi merceologiche, compreso l'olio di semi; gli oli utilizzati per il taglio, sono essenzialmente costituiti da oli di oliva raffinati, oli di sansa di oliva raffinati e oli di semi, che vengono preventivamente sottoposti a trattamenti tecnologici tendenti a minimizzare gli indici chimico-fisici di purezza caratteristici.
Non è sempre facile dal punto di vista chimico-analitico, rilevare tali frodi. Un giudizio di genuinità, infatti, comporta non solo una accurata valutazione dei diversi parametri previsti dalla normativa, ma anche una attenta verifica della loro correlazione. Si riportano, di seguito, le più comuni sofisticazioni e contraffazioni perpetrate nel settore, con le determinazioni analitiche appropriate per rivelarle.
1. Individuazione dell'aggiunta di oli raffinati di oliva ad oli vergini di oliva:
* Metodica analitica: Analisi spettrofotometrica nell'ultravioletto.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Nel processo di raffinazione (decolorazione) si formano dei composti (dieni e trieni coniugati) che assorbono a determinate lunghezze d'onda (232 nm e 270 nm); tali composti sono assenti negli oli di oliva vergini.
* Metodica analitica: Determinazione gascromatografica degli stigmastadieni.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Nel processo di raffinazione (deodorazione) si originano dei prodotti olefinici di degradazione degli steroli ed in particolare gli Stigmastadieni, che si formano per disidratazione del B-Sitosterolo; tali composti sono pressoché assenti negli oli di oliva vergini.
2. Individuazione dell'aggiunta di oli di sansa di oliva ad oli di oliva:
* Metodica analitica: Determinazione gascromatografica dell'eritrodiolo e uvaolo.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: L'eritrodiolo e uvaolo sono dialcoli triterpenici che sono localizzati nella cuticola esterna della drupa dell'olivo e passano in minime quantità nell'olio ottenuto mediante estrazione meccanica; tali composti sono presenti in cospicua quantità negli oli di sansa di oliva, per l'effetto solubilizzante più marcato, esercitato dal solvente di estrazione.
* Metodica analitica: Determinazione gascromatografica delle cere.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Le cere sono esteri di alcoli alifatici con acidi grassi che, negli oli di oliva ottenuti mediante estrazione meccanica, sono presenti in modeste quantità; l'olio di sansa di oliva, peraltro, per effetto dell'azione più drastica esercitata dal solvente di estrazione, presenta un contenuto in cere consistente.
3. Individuazione dell'aggiunta di olio di semi ad olio di oliva o olio di sansa di oliva:
* Metodica analitica: Determinazione gascromatografica della composizione acidica.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: L'olio di oliva ha una composizione percentuale in acidi grassi abbastanza definita, che si differenzia da quella degli oli estratti da altre oleaginose. La normativa prende in considerazione, come indici, solo alcuni acidi grassi ed in particolare quelli presenti in minor quantità, ritenuti a ragione i più discriminanti per le varie possibili commistioni illecite perpetrate. Con la determinazione della composizione acidica per via gascromatografica si possono evidenziare anche alcuni isomeri trans degli acidi grassi la cui presenza può dare un contributo nella evidenziazione di commistioni con oli di semi ad alto contenuto in acido oleico, desterolati con trattamenti illeciti.
* Metodica analitica: Determinazione gascromatografica della composizione sterolica.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: La componente sterolica rappresenta "l'impronta digitale" degli oli vegetali, essendo legata strettamente alla famiglia botanica di appartenenza del seme o frutto oleoso da cui è stato estratto l'olio. Questa caratteristica è utilmente sfruttata per individuare commistioni con oli di semi ad alto contenuto in acido oleico (girasole, cartamo, ...), dove la determinazione della composizione acidica non è in grado di raggiungere lo scopo.
* Metodica analitica: Determinazione della trilinoleina per cromatografia liquida.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Nella composizione trigliceridica degli oli di oliva la trilinoleina è presente in modeste quantità. Negli oli di semi, considerato il più alto valore in acido linoleico nella composizione acidica, questo trigliceride è presente in quantità più consistenti.
4. Individuazione dell'aggiunta di oli esterificati ad oli di oliva e oli di sansa di oliva:
* Metodica analitica: Determinazione degli acidi grassi in posizione 2 del trigliceride.
Caratteristica chimico-fisica discriminante: Analizzando attentamente la distribuzione degli acidi grassi nei trigliceridi degli oli di oliva, emerge che la posizione 2 è preferenzialmente occupata dagli acidi grassi insaturi e la percentuale di quelli saturi non supera in genere il 2%. Negli oli esterificati, essendo questi prodotti ottenuti per sintesi chimica, la distribuzione degli acidi grassi saturi in posizione 2 è uguale a quella delle altre posizioni.
Parametri di qualità I parametri di qualità di un olio di oliva codificati dal Reg. CEE 2568/91 riguardano:
* Caratteristiche organolettiche: La valutazione organolettica di un olio di oliva vergine ("panel test") viene effettuata da un gruppo di assaggiatori opportunamente addestrati, i quali verificano la presenza e l'intensità di particolari note aromatiche e di eventuali difetti. Questo saggio, con la sua debolezza dovuta ad una serie di variabili legate all'assaggiatore, rappresenta il giusto completamento del quadro chimico analitico di un olio vergine. In effetti la differenziazione qualitativa fra la grande quantità di prodotti presenti nel mercato e analiticamente poco diversi l'uno dall'altro è essenzialmente dovuta a queste caratteristiche essenziali.
* Stato idrolitico: L'olio dal momento della fuoriuscita dal vacuolo della cellula oleifera va incontro a fenomeni di lipolisi sia di tipo enzimatico che chimico. Questa alterazione porta come conseguenza l'aumento della acidità libera, parametro fondamentale su cui si basa la classificazione dell'olio nelle diverse categorie.
* Grado di ossidazione: Per valutare il livello di ossidazione di un olio di oliva la normativa comunitaria ha previsto due determinazioni:
1. Numero di perossidi: misura il livello dei prodotti primari di ossidazione (idroperossidi). Tali prodotti non sono rilevabili all'esame organolettico.
2. Esame spettrofotometrico nell'ultravioletto: permette la misurazione a 232 nm, del livello dei prodotti primari di ossidazione e a 270 nm, del livello dei prodotti secondari di ossidazione (composti carbonilici) che si originano per degradazione degli idroperossidi e che conferiscono il difetto di rancido all'olio. L'olio di oliva. Commercializzazione, Legislazione, Truffe, Furbizie e
Affari
(Autore scheda e foto Alessandro Augello)
NB: Clicca sulle
icone per ingrandire / Click to enlarge L'olio di oliva da un punto di vista
commerciale
Tronco contorto e molto vecchio
L'olio che si
ottiene dalla spremitura delle olive, da un punto di vista commerciale e secondo
la normativa europea, ha diritto ad essere denominato con il termine 'vergine' e
attualmente viene così classificato.
* Olio d'oliva extravergine.
Olio vergine con acidità (espressa in acido oleico libero) non superiore a 1
gr/100 gr e con le altre caratteristiche conformi a quelle previste per questa
categoria. * Olio d'oliva vergine. Olio vergine con acidità (espressa in
acido oleico libero) non superiore a 2 gr/100 gr e con le altre caratteristiche
conformi a quelle previste per questa categoria.
In commercio, al vasto
pubblico e cioè al minuto, arrivano anche altri due tipi di olio:
*
'Olio di oliva', cioè senza il termine vergine, il quale è olio
lampante rettificato chimicamente e con l'aggiunta di un 10-15 % di olio extra
vergine di oliva. *
Olio di sansa di oliva. Olio di sansa di
oliva raffinato tagliato con oli di oliva vergini, diversi dall'olio lampante,
con acidità (espressa in acido oleico libero) non superiore a 1,5 gr/100 gr.
In commercio, inoltre, ma per fini di industria, si trovano i seguenti
tipi di olio:
* Olio d'oliva vergine corrente. Olio vergine con
acidità (espressa in acido oleico libero) non superiore a 3,3 gr/100 gr e con le
altre caratteristiche conformi a quelle previste per questa categoria. *
Olio d'oliva vergine lampante. Olio vergine con acidità (espressa in acido
oleico libero) superiore a 3,3 gr/100 gr e con le altre caratteristiche conformi
a quelle previste per questa categoria. * Olio d'oliva raffinato. Olio
vergine ottenuto per raffinazione di oli di oliva vergini e con acidità
(espressa in acido oleico libero) superiore a 0,5 gr/100 gr. * Olio di
sansa di oliva greggio. Olio ottenuto dalle sanse di oliva mediante
solventi. * Olio di sansa di oliva raffinato. Olio ottenuto dalla
raffinazione dell'olio di sansa di oliva greggio con acidità (espressa in acido
oleico libero) non superiore a 0,5 gr/100 gr.
Perché una legge così
complicata sull'olio prodotto dalle olive
Tramonto su
vecchio frantoio abbandonato ed ormai in rovina
La prima
motivazione è che non tutti gli oli sono uguali: ci sono oli buoni, altro meno
buoni, altri cattivi, altri pessimi. La legge, con tutte le distinzioni sopra
ricordate, tende a fotografare questa situazione e quindi a riconoscere le
differenze tra gli oli. La qualità di un olio di oliva è qualcosa di molto
complesso in quanto dipende da molteplici fattori tra i quali i più importanti
sono in relazione al metodo di raccolta delle olive, al tempo che intercorre tra
la raccolta e la molitura, al momento della raccolta. (Vedi Estrazione dell'olio
di oliva e Raccolta delle olive) La seconda motivazione dovrebbe essere
quella di valorizzare la qualità. In realtà, come si vedrà nel capitolo frodi,
riguardo a questo la legge è ambigua e più che altro tende a difendere gli
interessi della grossa industria.
Perché si produce olio di oliva di
cattiva qualità
Volutamente in questo capitolo si tralascia l'olio di
oliva proveniente dall'estero che in genere non è di elevata qualità.
Riferendoci all'olio prodotto in Italia, bisogna dire che i motivi sono due:
culturali ed economici.
Motivi culturali In molte zone d'Italia la
raccolta per caduta rappresenta la tradizione: così si è sempre fatto e così si
continuerà a fare. Per molte zone d'Italia l'utilizzo di un olio molto acido è
la norma e nessuno se ne scandalizza.
S. Marco in Lamis località
Lammioni Ricovero per gli animali tra gli olivastri innestati
Motivi economici Il guaio è che anche in zone dove la raccolta per
caduta non esisteva, essa comincia a prendere piede: qui la produzione di un
olio di oliva di cattiva qualità è un fatto puramente economico. Il fenomeno
comincia a diffondersi anche in qualche zona del Gargano. Il tutto è legato alla
commercializzazione dell'olio: un olio di oliva di qualità elevata viene pagato,
all'ingrosso, attorno alle vecchie £ 5.000/kg. Un olio lampante viene pagato
appena il 10 % in meno, cioè a £ 4.500/kg. La differenza, cioè le 500 lire, con
copre assolutamente i costi per ottenere un olio di qualità. Alcuni contadini
cominciano allora a programmare una doppia produzione: quella per la famiglia e
i compratori al minuto disponibili a pagare l'olio a non meno di £ 8.000/litro
per quantitativi non inferiori ai 30 litri e una produzione per l'industria. La
prima produzione prevede la raccolta per brucatura, la seconda la raccolta per
caduta (vedi raccolta delle olive). C'è da aggiungere che, nella raccolta per
caduta, al risparmio per l'operazione di raccolta, si aggiunge anche quello
derivante dalla mancata esecuzione di una potatura adeguata. Le leggi più
importanti che riguardano il riconoscimento della qualità dell'olio di
oliva
S. Marco in Lamis località Calderoso Non si capisce
se sono più aspre le rocce o i tronchi degli olivi
1) Legge
5-2-92 N. 169. Disciplina per il riconoscimento della denominazione di origine
controllata degli oli di oliva vergini ed extravergini. Consta di 34 articoli.
Qui si riportano solo i primi quattro
*
Art. 1 le
denominazioni e le definizioni degli oli di oliva sono quelle stabilite dal
regolamento CEE n. 136/66, come modificato dal regolamento CEE n. 1915/87 e dal
regolamento CEE n. 2568/91. *
Art. 2 Possono avere il
riconoscimento della DOC gli oli vergini ed extravergini che possiedono le
caratteristiche fisico-chimiche ed organolettiche previste dai regolamenti CEE
1915/87 e 2568/91. *
Art. 3 Per DOC si intende il nome
geografico che individua una zona caratterizzata da specifici fattori naturali o
umani, usato per designare gli oli vergini ed extravergini che ne sono
originari e le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente agli oliveti da
cui è ricavata la materia prima, ai predetti fattori naturali e umani e alla
tecnica di lavorazione. *
Art. 4 1. ....2. Il riconoscimento
della DOC, la delimitazione della zona di produzione e trasformazione e
l'approvazione del disciplinare di produzione sono effettuati contemporaneamente
con Decreto del Ministero dell'agricoltura e foreste
2) Decreto
ministeriale 4-11-93 N. 573. Regolamento recante norme di attuazione della legge
5.02.92, N. 169, per la disciplina del riconoscimento delle denominazioni di
origine, dell'albo degli oliveti, della denuncia di produzione delle olive e
dell'attività delle commissioni di degustazione degli oli a denominazione di
origine controllata La legge si compone di 34 articoli; sono acclusi i
modelli per le varie dichiarazioni e l'elenco delle varietà di olive
ufficialmente iscritte nello schedario oleicolo
italiano.
Nevica anche sugli olivi
3) Decreto del
Presidente della Repubblica 20.03.93 N. 164. Regolamento sull'organizzazione e
sul funzionamento del Comitato nazionale per la tutela delle denominazioni di
origine degli oli.
Il decreto si compone di 12 articoli. Il comitato
nazionale ha riconosciuto 24 denominazioni di origine: 'Garda', 'Brisighella',
'Sabina', 'Canino', 'Riviera Ligure', 'Terra di Bari', 'Dauno', 'Terra
d'Otranto', 'Laconia', 'Collina di Brindisi', 'Bruzio', 'Umbria', 'Aprutino
Pescarese', 'Colline Teatine', 'Monti Iblei', 'Monte Etna', 'Val di Mazara',
'Valli Trapanesi', 'Laghi Lombardi', 'Veneto', 'Colline Salernitane', 'Penisola
Sorrentina', 'Cilento'. Dalla normativa europea sinora è stata accordata la
protezione solo a 5 delle 24 denominazioni di origine: 'Aprutino Pescarese',
'Sabina', 'Canino', 'Collina di Brindisi', 'Brisighella'
4)
Decreto 23.06.92. Istituzione dell'albo nazionale degli assaggiatori degli oli
di oliva vergini ed extravergini a denominazione di origine controllata Il
decreto si compone di 7 articoli.
5) Decreto 14.05.96. Modificazione al
decreto ministeriale 23 giugno 1992 Il decreto si compone di 2 articoli.
L'albo passa dallo Stato alle Regioni.
Mattinata Il terreno
franerà pure ma questo olivo di franare non ne ha alcuna voglia
6) Regolamento CEE N. 2081/92. Protezione delle indicazioni geografiche
e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari. Il
Regolamento si compone di 18 articoli. Definizioni:
Denominazioni
d'origine Nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi
eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo
alimentare
*
originario di tale regione, di tale luogo
determinato o di tale paese e *
la cui qualità o le cui
caratteristiche siano dovute essenzialmente o esclusivamente all'ambiente
geografico comprensivo dei fattori naturali ed umani e la cui produzione,
trasformazione ed elaborazione avvengano nell'area geografica delimitata
Indicazione geografica Nome di una regione, di un luogo determinato
o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo
alimentare
*
originario di tale regione, di tale luogo
determinato o di tale paese e *
di cui una determinata
qualità, la reputazione o un'altra caratteristica possa essere attribuita
all'origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione
avvengano nell'area geografica determinata
7) Regolamento CEE N.
2037/93. Stabilisce le modalità di applicazione del regolamento
CEE2081/92. Il Regolamento si compone di 7 articoli. Truffe, furbizie ed
affari con l'olio di oliva
Agrigento Valle dei templi Olivo:
monumento della natura tra i monumenti dell’uomo
La truffa
legalizzata. L'olio in commercio sotto la denominazione di 'olio di oliva'
deriva da una miscela olio di oliva rettificato e di olio extravergine (10-15
%). L'olio di oliva rettificato è olio lampante, che, per odore nauseabondo e
caratteristiche chimiche, non è commestibile e un tempo veniva destinato a
tutt'altro uso rispetto a quello alimentare (illuminazione, produzione di
sapone, ecc.). L'olio lampante diventa commestibile dopo trattamento chimico con
alcali e manipolazioni fisiche. È quindi il risultato del laboratorio chimico.
La legislazione, per proteggere gli interessi dell'industria olearia, permette
una terminologia ambigua. Il consumatore che legge sull'etichetta 'olio di
oliva' immagina che si tratta di olio derivante dalla spremitura delle olive e
non dal laboratorio chimico. Soltanto il consumatore più informato sa che l'olio
buono, quello che effettivamente dovrebbe chiamarsi 'olio di oliva',
commercialmente va sotto il nome di 'olio extravergine di oliva'.
Si sa,
l'Italia è paese di poeti e inventori (ma nemmeno l'Europa scherza!) e il
legislatore non è da meno per cui ha assegnato la denominazione naturale di un
prodotto ('olio di oliva') al risultato dell'industria chimica e al prodotto
naturale un nome d'arte: 'olio extravergine di oliva'
Guarda caso, in
Italia l'olio più venduto è proprio l'olio con un 1,5 % di acidità, che potrebbe
corrispondere per la legge ad un olio d'oliva vergine, ma molto più facilmente
all'"olio di oliva". Per rendere più evidente l'idea di come potrebbe essere
una legislazione più chiara, si propone una specie di scherzo. L'olio buono,
quello che commercialmente viene venduto come 'olio extravergine di oliva'
dovrebbe essere venduto sotto la denominazione di olio di oliva di 1° qualità.
L'"olio vergine di oliva" dovrebbe essere venduto come olio di oliva di seconda
qualità; l'"olio di oliva" dovrebbe essere venduto come olio rettificato così
come è nella realtà. Questo, però, più che uno scherzo, è un
sogno.
Aggiunta di olio diverso da quello di oliva La truffa più
semplice e forse la più comune consiste nell'aggiungere all'olio di oliva olio
di semi. La legge, per prevenire questa sofisticazione, obbliga i produttori di
olio di semi ad aggiungere nell'olio prodotto piccoli quantitativi di olio di
sesamo facilmente evidenziabile alle analisi. L'aggiunta dell'olio di sesamo, in
termini tecnici, viene definita 'denaturazione'. La denaturazione, in campo
alimentare, viene applicata spesso: un altro esempio è l'alcool denaturato che
viene utilizzato per disinfettare. Per evitare che tale alcool venga utilizzato
per fini alimentari, si aggiunge ad esso acido ftalico che conferisce il
caratteristico odore e colore rosa.
Olive prossime alla raccolta
Se quindi uno sprovveduto volesse miscelare un olio di semi con quello
di oliva sarebbe facilmente beccato, a meno che ... A meno che non venda piccoli
quantitativi a privati che non faranno mai analizzare l'olio che comprano; il
truffatore può essere un contadino, il proprietario di un frantoio, ecc. A meno
che, inoltre, il truffatore non riesca ad ottenere partite di olio di semi non
denaturato. In quest'ultimo caso può sempre essere beccato, ma le analisi sono
più complicate.
Infatti, si sa che, benché le varietà di olivo siano
circa 700, la composizione dell'olio di oliva è costante (vedi Olio di oliva.
Caratteristiche). Un olio di semi differisce dagli altri oli di semi e da quello
di oliva per la composizione degli acidi grassi. Basta pertanto fare delle
analisi accurate per stabilire di che olio si tratta. Se si trattasse solo di
questo, però, i sofisticatori sarebbero a posto. Infatti, un'altra
sofisticazione consiste proprio nella
Fabbricazione di olio di oliva a
partire da glicerolo e acidi grassi L'origine degli acidi grassi in questo
caso è varia. Potendo scegliere, i sofisticatori riescono ad imitare alla
perfezione la composizione dell'olio di oliva. Naturalmente, anche questa truffa
può essere scoperta.
Olio venduto come prodotto in certi luoghi, in
realtà proveniente da altri Le grandi industrie importano olio di oliva
dall'estero, per esempio dall'Algeria, dove l'olio costa di meno perchè di meno
costa la manodopera. Leggendo le indicazioni sulla bottiglia delle marche di
olio più comuni, non ci risulta che da qualche parte qualcuno citi la
Tunisia.
Tronchi di olivo trattati con calce quando si
fanno potature drastiche. Il colore bianco ha lo scopo di riflettere il
troppo calore che danneggerebbe la pianta non più
adeguatamente protetta dal folto fogliame
Ma le grosse industrie
importano anche olio dal Meridione d'Italia e lo vendono come ottenuto ad
esempio sulle colline liguri e toscane. È questa una truffa? Per carità! La
legge glielo consente e noi non diremo mai che coloro che attuano queste
pratiche siano dei truffatori. Mattinata Olivi con moderno sistema di
irrigazione Colorazione dell'olio Un olio dal colore verde si vende
meglio di un olio dal colore giallo. I produttori che ci tengono a questo
particolare, mettono in atto un innocuo espediente che non è certamente una
truffa: aggiungono alle olive da molire una certa quantità di foglie affinché i
coloranti in esse contenute, la clorofilla (una sostanza naturale che conferisce
il colore verde alle piante), passino nell'olio in maniera da farlo diventare
più verde. La truffa si ha quando si miscela olio di semi, dal colore
bianco-giallino, all'olio di oliva. In questo caso, per ravvivare il colore e
farlo diventare verde, basta aggiungere qualche goccia di clorofilla e il
giochetto è fatto.
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