Iperico Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Iperico: ideale per stati di ansia e agitazione, ottimo per combattere la depressione - Le sommità fiorite dell'Iperico (pianta erbacea perenne, alta fino ad un metro, comune in Europa ed in Asia occidentale, che si può trovare: ai margini dei sentieri, nei prati, nei cespugli, nei boschi radi, nelle radure, presso vecchi muri, fino ad un altitudine di circa 1600 metri), contengono Ipericina e Iperforina, sostanze con una potente azione antidepressiva e sedativa. In particolare: l'ipericina agisce inibendo l'enzima MAO (monoammino-ossidasi), che è responsabile della disattivazione di vari mediatori del sistema nervoso centrale, quali la serotonina, la dopamina e la noradrenalina; l'iperforina svolge una funzione dai medesimi effetti, operando sull'enzima COMT (catecol-O-metiltransferasi). Altri principi attivi, contenuti nelle sommità fiorite dell'iperico, sono: -tannini e mucillaggini (importante azione positiva sui processi digestivi); -flavonoidi (effetti diuretici); -olio essenziale (proprietà cicatrizzanti e antinfiammatorie); -resine (azione antisettica); -vitamina C (proprietà antiossidanti). È stato anche rilevato, l'effetto positivo che ha l'iperico sulla secrezione notturna di melatonina, che favorisce una migliore qualità del sonno e del riposo notturno. Per la cura e la prevenzione delle sindromi depressive, dei malumori stagionali, dell'ansia e dell'agitazione nervosa, se ne consiglia l'assunzione in capsule, mattina e sera, con regolarità. Esempio di macerazione per ferite, piaghe, eritemi solari e scottature superficiali: "mettere 500 grammi di foglie a macero per una settimana in un litro di olio di oliva e mezzo di vino bianco, agitando periodicamente; successivamente scaldare il tutto fino alla completa evaporazione del vino, ottenendo, in tal modo, un liquido di colore rossastro; filtrare e conservare in recipienti ben chiusi; in caso di necessità applicare mediante compresse sulle superfici lese; si avranno effetti antalgici (azione sedativa) e cicatrizzanti". Vedi: altri prodotti erboristici la fitoterapia rimedi naturali i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere IPERPLASIA L'iperplasia è il processo biologico progressivo, che porta alla crescita del volume di un organo o di un tessuto per aumento del numero degli elementi cellulari costitutivi, è in stretta correlazione con l'IPERTROFIA (aumento volume di un organo o di un tessuto per incremento volume cellule che lo costituiscono). vedi bodybuilding IPERTENSIONE ARTERIOSA VEDI ANCHE: LA PRESSIONE ARTERIOSA Consiste in un aumento della pressione arteriosa sopra i valori considerati normali (140/90), nell'anziano sono considerati normali anche valori di 150, 160 di massima (pressione sistolica). Tale aumento può riguardare sia unicamente la sistolica, sia la sistolica e la diastolica (pressione minima). L'ipertensione che riguarda il solo valore della "massima" è chiamata "ipertensione sistolica isolata" ed è causata da arteriosclerosi dell'arco aortico, insufficienza della valvola aortica, anemia, ipotirodismo, fistole arterovenose. Per quanto riguarda l'ipertensione sistodiastolica (si riferisce sia ai valori della "massima", sia a quelli della "minima") nel 95% dei casi non si conoscono le cause specifiche che la provocano (ipertensione essenziale o primitiva). Le ipotesi più autorevoli riguardano l'interazione di molteplici fattori: genetici, alimentari, ambientali, patologici, ormonali, sociali, propri dello stile di vita. In seguito all'ipertensione, il cuore e i vasi sanguigni sono sottoposti ad uno sforzo eccessivo, dovuto proprio alla più alta forza esercitata dal sangue, con possibili problematiche conseguenti davvero gravi come: ictus cerebrale, infarto miocardico, insufficienza cardiaca, insufficienza renale, disturbi visivi, arteriosclerosi. Sintomi sospetti, soprattutto in presenza di altri casi in famiglia, sono: le palpitazioni, le vertigini, il mal di testa e la stanchezza cronica, in ogni caso, a tutti gli adulti oltre i 40 anni, è consigliabile la misurazione della pressione almeno ogni 6 mesi. Per evitare sbalzi dovuti, per esempio, all'agitazione, è bene procedere al controllo in condizione di totale rilassamento e sempre più o meno alla stessa ora. Nella prevenzione e come coadiuvante ai medicinali nella cura, è fondamentale agire sullo stile di vita, soprattutto occorre: - ridurre il peso corporeo se in eccesso; - eliminare alcol e fumo; - cercare di limitare lo stress; - ridurre l'uso del sale in cucina; - diminuire l'assunzione di grassi animali; - praticare una regolare, ma non troppo intensa attività fisica. Ipertermia È una terapia abbastanza recente, utilizza onde di lunghezza di circa 69 centimetri. Ogni seduta dura circa 15 - 20 minuti. Prevede una protezione che impedisce le scottature alla pelle e, allo tempo stesso, permette alle onde di agire in profondità. È indicata: nelle lesioni muscolari, nelle tendiniti e tenosinoviti, per le nevriti e nei traumi distorsivi. È sempre da evitare quando il problema è in fase acuta. gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione Ippocastano Ippocastano: efficace per la fragilità capillare, come antinfiammatorio ed antiedematoso, per la cura della couperose del viso, per le gambe pesanti, per la cellulite, per problemi di pesantezza e gonfiore di gambe, per le vene varicose, per le emorroidi - Ippocastano: efficace per la fragilità capillare, come antinfiammatorio ed antiedematoso, per la cura della couperose del viso, per le gambe pesanti, per la cellulite, per problemi di pesantezza e gonfiore di gambe, per le vene varicose, per le emorroidi - Ippocastano: efficace per la fragilità capillare, come antinfiammatorio ed antiedematoso, per la cura della couperose del viso, per le gambe pesanti, per la cellulite, per problemi di pesantezza e gonfiore di gambe, per le vene varicose, per le emorroidi - Ippocastano: efficace per la fragilità capillare, come antinfiammatorio ed antiedematoso, per la cura della couperose del viso, per le gambe pesanti, per la cellulite, per problemi di pesantezza e gonfiore di gambe, per le vene varicose, per le emorroidi - 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I frutti spinosi dell'ippocastano (o castagno d'India) contengono fino a tre semi rosso-marroni ovoidali che hanno spiccate proprietà terapeutiche. I preparati a base di ippocastano sono coadiuvanti nella cura delle vene varicose, delle emorroidi, dei problemi circolatori, della pesantezza delle gambe e delle varici. In erboristeria vengono utilizzati anche prodotti a base di corteccia di ippocastano, che per il suo alto contenuto di vitamina P e di tannini antociani sono efficaci per la fragilità capillare, come antinfiammatori ed antiedematosi, per la cura della couperose del viso, per le gambe pesanti e per la cellulite. Vedi: altri prodotti erboristici la fitoterapia rimedi naturali i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere Iridologia L'iridologia è un metodo di diagnosi che si avvale dell'analisi e dell'interpretazione dell'immagine dell'iride. La qualificazione scientifica e l'esperienza d'analisi permettono valutazioni molto precise e dettagliate. L'iridologia ha origini molto antiche, come del resto è facile intuire in considerazione dei tanti detti popolari riguardanti il rapporto tra salute (sia del corpo che della mente) e occhi. Però l'iridologia moderna, intesa come diagnosi scientifica, nasce solo dopo la seconda guerra mondiale, in virtù degli studi sempre più precisi, permessi dall'insorgere delle nuove tecnologie, che, per esempio, hanno introdotto la possibilità di fotografare l'iride. In pratica l'iride mostra le alterazioni del corpo e della psiche, l'occhio risulta, pertanto, una mappa da analizzare ed interpretare. A determinati punti dell'iride corrispondono determinati organi, in base ad una suddivisione in 12 settori ed in sei anelli. L'iride, in pratica, è in comunicazione con il sistema nervoso cerebro-spinale e con quello spinale, per cui ogni squilibrio fisico o psichico ne provoca alterazioni nelle macchie, nei colori, nelle striature e nelle pigmentazioni. Attraverso la comparazione delle fotografie dell'iride fatte nel tempo, è possibile, analizzandone le alterazioni ed i mutamenti che, di volta in volta, appaiono, individuare (molto spesso anche in maniera preventiva) gli organi sofferenti e quindi rilasciare delle appropriate diagnosi. L'iridologia, pertanto, consente chec-up molto rapidi, in anticipo sulle manifestazioni concrete delle patologie, risultando uno strumento efficacissimo nell'azione preventiva di tutte le problematiche di corpo e mente. Un infuso per le irritazioni della pelle Lasciare riposare 40/50 grammi di fiori secchi di Calendula per 20 minuti in un litro di acqua bollente. Filtrare e applicare sulla pelle con un tampone di garza, lasciando assorbire l'infuso, senza asciugare. Ripetere più volte al giorno. In alternativa, fare un impacco avvolgendo i fiori (quindi senza filtrare) in un tampone di garza. Occorre tener presente che per ottenere dei risultati il tutto deve essere mantenuto "in loco" per non meno di 20 minuti. Molto efficace contro le irritazioni, da preferire in caso di pelle disidratata o screpolata e per la cura del viso, è anche un "oleolito" alla Calendula: mettere 350 grammi di fiori freschi di Calendula in un litro di olio extravergine di oliva e lasciare macerare al sole in un vaso di vetro chiuso per circa 1 mese, agitando spesso, applicare ungendo la pelle. vedi: sezione ALIMENTAZIONE L'alga marina kelp Utile come coadiuvante nella cura dell'obesità e della cellulite e nelle diete dimagranti, è un'alga che si trova sia nell'oceano Pacifico, sia nel Atlantico. E' ricca di vitamine, di aminoacidi e di molti minerali (potassio, sodio, magnesio, cloro e soprattutto iodio). Il suo alto contenuto di Iodina, la rende utilissima per aiutare il funzionamento della tiroide e regolare il metabolismo. Va assunta con tantissima Acqua, tenendo conto, però, che un eccesso di iodio può essere dannoso. Vedi: altri prodotti erboristici la fitoterapia rimedi naturali i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere la Sauna La sauna ha origine in Finlandia, dove già nel 1100 veniva effettuata in un buco coperto scavato in terra. Questa prassi, idonea alla pulizia del corpo ed alla ricerca del benessere, era comunque, per esempio, già praticata dagli antichi romani nelle terme, dai turchi nell'hamman, dai giapponesi nel mushiboro. La temperatura di una classica sauna finlandese varia da 80 a cento gradi, con circa il 20 per cento di umidità, ma molti preferiscono una temperatura più bassa, tra i 60 e gli 80 gradi, ed una percentuale di umidità più alta, tra il 30 ed il 40%. Per gli sportivi, fare la sauna dopo uno sforzo fisico, è diventata un'abitudine, la maggior parte delle palestre (così come i migliori alberghi), infatti, sono attrezzate al riguardo. Dopo essersi ben lavati, si passa ad una o più sedute (con una durata che varia, in base alla condizione fisica, da una manciata di minuti ad un totale di circa mezz'ora) nella stanza piena di vapore. L'ideale, per i finlandesi, è praticare la sauna in una cabina di legno o pietra, situata il più possibile vicino ad una fonte di acqua naturale fredda (come un fiume, un lago od il mare), in cui immergercisi subito dopo. Quando, d'inverno, le acque sono congelate, ci rotola nella neve o ci si tuffa nell'acqua gelida attraverso un buco nel ghiaccio. Al medesimo fine (cioè sciacquare via il sudore e chiudere i pori della pelle), in città, nei centri per il benessere, si usa la doccia fredda. Sudare è un meccanismo naturale che ha la funzione di mantenere la temperatura corporea il più vicino possibile ai 37 gradi, il che non solo aiuta ad espellere tossine, ma anche a rilassare i muscoli dopo un intenso sforzo fisico. Nel corso di una sauna il metabolismo ed i battiti cardiaci aumentano ed i vasi sanguigni si dilatano, con grande beneficio per la circolazione, soprattutto degli arti inferiori. Molti praticanti le riconoscono proprietà positive non solo per il fisico, ma anche per la mente, con effetti liberatori da ansie e stress quotidiani. Vademecum per una sauna sicura ed efficace: - consultare il proprio medico, in quanto la sauna può avere controindicazioni (malattie cardiache, problemi respiratori, ipertensione, vene varicose, fisico debilitato, età molto avanzata); - chiedere consiglio sulla durata più corretta da adottare, in considerazione di eventuali situazioni o condizioni fisiche particolari; - bere molta acqua, prima e dopo la seduta, infatti, con la sauna si ha una grandissima perdita di liquidi e non di grassi, in un'ora si può espellere più di un litro di sudore, con forti rischi di disidratazione; - nelle ore che precedono la sauna, evitare nel modo più assoluto l'assunzione di alcolici; - non fare la sauna subito dopo mangiato, ma anche a stomaco completamente vuoto, la frutta può essere un alimento pre sauna ideale; - se durante la sauna si avvertisse una qualsiasi sensazione di malessere, interrompere immediatamente la seduta; - tenere in considerazioni alcune regole di igiene come, 1° precedere la sauna con una doccia, 2° coprire i capelli, 3° utilizzare un asciugamano personale per sedersi sulle panche; - nel dopo sauna è consigliato nutrire la pelle con una buona crema idratante, altrettanto utili possono essere linfodrenaggi o massaggi rilassanti. LA LASER TERAPIA Il LASER (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation, cioè: amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazioni) è uno strumento che amplifica le onde luminose senza ricorrere a convertitori elettronici. Il LASER è contraddistinto: - da un'unica e precisa frequenza di emissione, - dalla diffusione della luce in una sola direzione, - dalle stesse caratteristiche quantitative e qualitative per ogni punto che colpisce, - dalla possibilità di concentrare in pochissimo spazio una grande quantità di energia. Introdotto già da parecchi anni, in medicina vengono attualmente impiegati laser a CO2, ad Eccimeri, ad Argon, a Neodimio Yag, ad Olmio, con ottimi risultati in chirurgia generale, in chirurgia estetica, in oculistica, in chirurgia endoscopica, in microchirurgia. Nella medicina sportiva ed in fisioterapia (terapia del dolore grazie agli effetti antalgici, , proprietà antiflogistiche e accelerazione delle cicatrizzazioni grazie alla biostimolazione) trovano il più alto impiego laser diodici e ad Elio/Neon. La radiazione laser, penetrando i tessuti, provoca delle reazioni biochimiche, sulla membrana cellulare e all'interno dei mitocondri, che inducono i seguenti effetti: - vasodilatazione, con conseguente aumento del calore locale, stimolazione neuro vegetativa, modifica della pressione idrostatica intracapillare, aumento delle richieste metaboliche cellulari; - aumento del drenaggio linfatico, maggior assorbimento dei liquidi interstiziali, stabilizzazione ionica trans/membranica, aumento dell'efficacia della pompa sodio/potassio; - stimolazione metabolica, accelerazione del processo di trasformazione del ADP in ATP e del ricambio elettrolitico tra gli ambienti intra ed extra cellulari, aumento della concentrazione di acidi nucleici (RNA e DNA) e di aminoacidi; - lieve modificazione del PH intra ed extra cellulare. L'aumento del flusso ematico per vasodilatazione capillare ed arteriolare ha effetti antiflogistici, antiedema, eutrofici e stimolanti per il tessuto cellulare. La modifica della pressione idrostatica intracapillare conduce ad un maggior assorbimento del liquidi interstiziali con effetti riduttivi per gli edemi e di attivazione per il ricambio cellulare. La terapia del dolore è praticabile grazie all'azione analgesica, indotta dall'aumento della soglia di percezione delle terminazioni nervose algotrope e dalla liberazione di endorfine. Le radiazioni laser risultano, quindi, particolarmente indicate nelle patologie di tipo infiammatorio, quali: artrosi, neuriti, gengiviti, flebiti, e nei malanni tipici di chi pratica dello sport: tendiniti, contratture, stiramenti e strappi muscolari, distorsioni, contusioni, borsiti e periostiti, metatarsalgie, fasciti plantari. Per lo sportivo è importante ricorrere ad un trattamento laser immediato, per poter riprendere il più presto possibile la propria attività e per evitare il rischio che il problema diventi cronico. Nel punto di contatto col laser non si percepisce nessun dolore, solo una sensazione di calore. Attenzione, occorre per gli occhi, è obbligatorio l'uso di occhiali durante l'irradiazione per prevenire il rischio di fotocoagulazione ai capillari della retina. Il numero delle sedute a cui sottoporsi è in relazione al problema da risolvere, di solito si comincia con una decina di sedute giornaliere, che possono avere una durata da un minuto ai 3/4/5 minuti, dopodiché si valuta la situazione. Il costo medio per seduta è di circa 20 - 25 euro. Meccanismo anaerobico lattacido: Utilizza Glicogeno muscolare ed epatico, ma poiché l'ossigeno scarseggia, abbiamo formazione di acido lattico. È un meccanismo di emergenza, che scatta quando il meccanismo aerobico diventa insufficiente. Latte Il latte è un alimento adatto a tutti: uomini e donne, bambini e anziani, atleti e sedentari; il suo elevato contenuto di acqua, lo rende un ottimo dissetante; è ricco di calcio e vitamina D (indispensabili nella formazione di ossa e denti), di vitamine del gruppo B e di vitamina A, ma soprattutto contiene tutti gli aminoacidi essenziali (indispensabili all'organismo per la sintesi, fra l'altro, dei tessuti, dei muscoli, degli ormoni, dell'emoglobina, degli enzimi). Lo zucchero del latte è il lattosio (non si trova in nessun altro alimento), che durante la digestione viene scisso in glucosio e galattosio. Le intolleranze al latte sono dovute a carenze dell'enzima LATTASI, indispensabile per la digestione del lattosio, in questi casi si può ricorrere al latte privato del lattosio (facilmente reperibile in commercio). Il grasso del latte si differenzia da tutti gli altri grassi perché, trovandosi allo stato di emulsione (cioè suddiviso in minutissime goccioline) risulta più facilmente e velocemente digeribile ed utilizzabile. tipo di latteComposizione per 100gr. di prodotto acquaproteinegrassizucchericalciocalorie latte intero 87 gr. 3,1 gr. 3,4 gr. 4,8 gr. 119 mg 61 latte parzialm. scremato88,5 gr 3,5 gr. 1,8 gr. 5 gr 120 mg 49 latte scremato 90,5 gr 3,6 gr. 0,2 gr. 5,3 gr. 122 mg 36 Latte parzialmente scremato e latte scremato hanno un apporto calorico inferiore, in quanto contengono meno grassi, ma diminuendo i grassi cala anche il contenuto delle vitamine A e D (liposolubili). Cento grammi di latte intero contengono 3,1 grammi di proteine (caseina, lattalbulmina), che apportano i seguenti aminoacidi (valori espressi in mg.). isoleucina cistina triptofano206 23 47leucina fenilananina valina320 142 181lisina tirosina arginina234 152 94metionina treonina istidina84 142 75 Il latte PASTORIZZATO (definito anche fresco) resta valido 4 giorni dalla data di confezionamento, va conservato in frigorifero; la pastorizzazione consiste nel sottoporre il latte a una temperatura compresa tra i 74°C-76,5°C per 16 secondi, e subito dopo raffredarlo a 2°C-4°C. Il miglior latte è il "latte fresco pastorizzato di alta qualità", che presenta il 15,5% di sieroproteine non denaturate. Le sieroproteine sono sostanze sensibili al calore. Si tratta di un latte sicuro, di allevamenti controllati, per cui sono richiesti: una minima somministrazione di calore per ridurre al minimo le perdite di vitamine e proteine e alcuni parametri enzimatici (fosfatasi negativa, lattoperossidasi positiva). Il latte STERILIZZATO UHT (ultra high temperature) resta valido 90 giorni dalla data di confezionamento, a confezione chiusa può essere conservato a temperatura ambiente, a confezione aperta va conservato in frigorifero e consumato entro 3-4 giorni. La sterilizzazione UHT consiste nel riscaldare il latte a 140°C per 2-3 secondi e subito dopo raffreddarlo, nella sterilizzazione a lunga conservazione, invece, il latte viene trattato col calore a 115-135°C per 15-20 minuti e poi raffreddato; dopo questo trattamento il latte è conservabile per periodi molto lunghi (vedi confezione), acquisisce un colore più scuro e un aroma di cotto, ma soprattutto perde buona parte del patrimonio vitaminico e proteico. Nel latte omogeneizzato le molecole di grasso vengono frantumate, rese più piccole e più facilmente digeribili, il latte rimane omogeneo. Per quel che concerne le combinazioni alimentari, il latte si sposa bene con il pane, mentre sono da escludere associazioni con la frutta in genere e con il caffè (il caffè allunga e rende più difficoltosa la digestione del grasso del latte). Lievito di Birra Il lievito di birra è un fungo microscopico, dunque un organismo vivente, che si trova allo stato naturale sulla buccia di alcuni frutti e nel mosto della birra. Utilizzato dai fornai per la lievitazione del pane, il lievito di birra, per il suo contenuto particolarmente ricco di proteine, vitamine, minerali ed enzimi, ricopre un ruolo di grande interesse alimentare. E' costituito per circa il 45% da proteine nobili (in cui sono presenti tutti gli aminoacidi essenziali, LISINA compresa), che si complementano perfettamente con quelle dei cereali, facendo del lievito di birra un integratore indispensabile per chi attua una dieta di tipo vegetariano. Molto significativi sono anche i contenuti di minerali, in special modo di zinco, cromo, fosforo, potassio e ferro; inoltre, è considerato la più ricca e completa fonte per le vitamine del gruppo B. E' indicato come coadiuvante nei trattamenti dell'acne e dei foruncoli, nei problemi di pelle e di unghie, nel rafforzamento delle difese immunitarie ed in caso di stipsi e colite (contribuisce a ricostruire la flora batterica intestinale). Linfodrenaggio Il linfodrenaggio è un massaggio dolce che ha lo scopo di "aprire" le stazioni linfatiche per consentire il libero fluire della linfa. La linfa si compone di una serie di elementi tra cui: sali minerali, proteine, acqua, ossigeno; è fondamentale che scorra lungo i canali, deve contribuire al nutrimento delle cellule e permettere l'eliminazione dei rifiuti. Il linfodrenaggio non solo asseconda questo viaggio, smuovendo i liquidi presenti nel corpo, ma svolge anche un intervento di "idraulica", cioè di sblocco dei canali intasati. Il sistema circolatorio linfatico è parallelo a quello sanguigno, la linfa fuoriesce dal sangue e scorre dalla periferia fino alla stazione alla base del collo, il terminus. Nel corso del suo viaggio attraversa alcune barriere, i linfonodi, che agiscono come veri e propri filtri, dove le scorie e le sostanze nocive vengono metabolizzate dai linfociti (che costituiscono una vera e propria difesa dell'organismo, in quanto producono anticorpi), permettendole di tornare al sangue purificata. Alla comparsa di un'infezione, gli anticorpi si riproducono all'interno del linfonodo, causandone l'ingrossamento, che con la guarigione è destinato a sparire. Se il flusso della linfa subisce rallentamenti o interruzioni, le scorie raccolte si depositano negli spazi intercellulari, provocando veri e propri edemi. Il linfodrenaggio, con l'azione di spinta, permette il riassorbimento della linfa che ha deviato dal suo percorso. Il linfodrenaggio è consigliato nei seguenti casi: - per preparare i tessuti ad un intervento chirurgico (eliminazione dei liquidi in eccesso e riattivazione della microcircolazione capillare); - dopo interventi chirurgici di asporto di importanti stazioni di linfonodi, ad esempio asportando la mammella viene tolta la stazione ascellare, (aiuto ai liquidi per risalire e trovare vie alternative); - insufficienza venosa, varici e problemi alla safena (vena delle gambe); - sinusite, rinite, forme allergiche (il linfodrenaggio, in queste situazioni, non è però efficace nelle fasi acute, ma quanto la patologia è cronicizzata); - couperose, rosacea, acne; - cellulite. Sono numerose le stazioni linfatiche (linfonodi) disseminate nel corpo umano. Le tre più importanti sono: terminus, ascellare, inguinale. La stazione detta Terminus è situata alla base del collo, nel punto in cui si incontrano due importanti vasi sanguigni: la vena del braccio (succlavia) e quella del collo (giugulare). Durante un linfodrenaggio, la stazione ascellare è la seconda ad essere trattata, mentre la stazione inquinale è fondamentale per i problemi agli altri inferiori. Per consentire la risalita della linfa, in caso di ristagno, è infatti indispensabile liberare questa zona. Altri linfonodi importanti sono quelli posti nella parte posteriore del ginocchio, nell'addome, nel torace e nella schiena. Una seduta di linfodrenaggio ha la durata di circa un'ora, il numero delle sedute varierà in base alle esigenze del paziente. Si comincia con l'aprire i linfonodi del collo (terminus), per consentire il rientro finale della linfa depurata, si passa quindi alle ascelle, per ripristinare la circolazione linfatica del braccio. La stimolazione della fronte può alleviare le conseguenze di riniti e sinusiti. Il massaggio delle stazioni inguinali, le pressioni esercitate sul polpaccio, le manipolazioni sulla schiena, spingono e convogliano la linfa verso il terminus. I movimenti principali che vengono eseguiti durante un linfodrenaggio sono: - cerchi con le dita (per consentire lo spostamento della linfa); - pressioni dei pollici; - movimenti rotatori (per spingere il carico linfatico); - spinte guidate con le mani sovrapposte (una preme, l'altra guida); - schieramenti con palmi (per preparare la cute ad un nuovo movimento). Per evitare di portare nel sangue gli agenti infettivi, è bene non sottoporsi a linfodrenaggio negli stadi acuti dei problemi, va usata molta cautela nei casi di insufficienza cardiaca, forme asmatiche, flebiti, tromboflebiti e tumori. gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione Lozione astringente per pelli grasse Fare bollire 200 grammi di foglie fresche di ortica (oppure 60 grammi di foglie secche) in un litro di acqua per 10 minuti, lasciare riposare per 20 minuti, filtrare ed applicare sulla pelle. E' anche possibile, ma solo adoperando foglie fresche, preparare la lozione attraverso una macerazione a freddo di 8 ore. vedi: ERBORISTERIA vedi: OMEOPATIA vedi: BENESSERE Lozione per Capelli soffici Fare bollire 200 grammi di foglie e sommità di salvia in un litro di acqua per 15 minuti, lasciare raffreddare e filtrare. Aggiungere un bicchiere di rum e utilizzare, o come lozione dopo/shampoo (per rendere i capelli lucidi e soffici), o per frizionare il cuoio capelluto prima dell'ultimo risciacquo. vedi: ERBORISTERIA vedi: OMEOPATIA vedi: BENESSERE Che cosa si intende per massa magra e per massa grassa? La massa magra è il tessuto muscolare, è molto ricca di acqua (circa il 60%) ed influenza notevolmente il metabolismo. Infatti più muscoli abbiamo, più calorie bruciamo, sia a riposo che in attività. Ecco perché è bene, per perdere peso, combinare alla dieta e ad una attività aerobica, esercizi di muscolarizzazione con i pesi. La massa grassa è il tessuto adiposo, è poverissimo di acqua e non brucia calorie, cioè è assolutamente inerte. Una certa quantità di grasso è comunque necessaria: sia come scorta energetica, sia per il buon funzionamento dei processi fisiologici umani. La percentuale di grasso ideale è del 10/15% per l'uomo e del 17/22% per la donna. Percentuali di massa grassa relative ad atleti professionisti uominidonne ginnasti4%ginnaste14% culturisti5%aerobica, fitness17% velocisti6%Sci di fondo, nuoto, squash18% Basket, calcio, tennis10%tennis, basket, pallavolo19% fondisti11%Sci alpino20% Lanciatori peso e disco17%lanciatrici25% Vedi: come calcolare la propria percentuale di massa grassa incrementare la massa muscolare Il principio fisiologico su cui si fonda l'aumento privilegiato dei volumi muscolari è quello di massima distruzione dei composti energetici e proteici della Miofibra, in modo da ricostruirne un patrimonio sempre più elevato grazie al meccanismo della Supercompensazione. Le componenti del muscolo che possono portare a tale aumento sono molteplici ed ognuna risponde a metodi diversi di sollecitazione, ed entro certi limiti massimi. Vedi tabella: Componenti del muscoloMetodi di sollecitazione Sostanze proteiche delle miofibrilleCarichi medi e carichi elevati Mitocondri e capillariCarichi bassi SarcoplasmaCarichi medi IperplasiaCarichi medi con alta velocità esecutiva Fibre lenteCarichi medi con lentissima velocità di esecuz. Fibre velociCarichi medi con alta velocità esecutiva o carichi elevati a media velocità esecutiva Il Body Building ad alti livelli richiede allenamenti praticamente quotidiani, è comunque fondamentale far intercorrere almeno 48 ore prima di riallenare lo stesso gruppo muscolare, e prevedere periodi di scarico, per dare tempo ai muscoli di completare l'adattamento. Esistono molteplici metodi per suddividere le sedute, il più semplice è chiamato "push - pull": un giorno si lavora sui muscoli che esercitano un'estensione, l'altro su quelli che esercitano una flessione. La seduta di allenamento inizia solitamente con esercizi che coinvolgono più masse muscolari, successivamente si passa ad esercizi di isolamento. Per ottenere la sollecitazione di tutte le singole componenti dei muscoli, è vantaggioso lavorare applicando sullo stesso gruppo muscolare percentuali di carico diverse (con variazione anche dei ritmi esecutivi), con un'alternanza che può essere settimanale, riferita ai mesocicli di allenamento (periodi di circa tre settimane) o anche relativa ad ogni singola seduta. Il carico di lavoro ottimale varia dal 70 al 90% del massimale. Utilizzando carichi più elevati non si riuscirebbe a realizzare il numero minimo di ripetizioni per provocare condizioni metaboliche acide (produzione di acido lattico) da favorire i processi ormonali e quindi il turn-over proteico; utilizzando carichi più bassi si limiterebbe la possibilità di reclutamento delle unità motorie (le fibre muscolari verrebbero coinvolte a rotazione, con una stimolazione agli adattamenti meno efficace). Il ritmo di esecuzione normalmente è lento e controllato, soprattutto in fase di discesa (fase eccentrica), in tale maniera il muscolo è più spinto all'ipertrofia, ma, allo scopo di sollecitare in modo significativo ed efficace anche le fibre bianche, è necessario alternarlo con ritmi abbastanza veloci (ovviamente utilizzando carichi adeguati). Il numero delle serie per gruppo muscolare varia da 6 a 10, con un numero di ripetizioni, in considerazione delle caratteristiche dei muscoli nella loro composizione in percentuale di fibre bianche e rosse, da 10 a 20 per gli Estensori del dorso, gli Addominali e gli Estensori del piede e da 6 a 12 per gli altri gruppi. Il carico deve essere scelto in modo da arrivare ad esaurimento all'ultima ripetizione prevista. Il recupero tra le serie, al contrario di quando si allena la forza massimale (recupero completo), varia da 45 a 90 secondi circa, infatti, il meccanismo della supercompensazione ha la sua più alta stimolazione in condizioni di massima distruzione e ricostruzione incompleta di ATP. La dieta consigliata rispetta le seguenti proporzioni: - proteine 33%, - grassi 17%, - carboidrati 50%. L'alta percentuale di proteine è giustificata dalla loro funzione plastica (di costruzione e riparazione dei tessuti) e dall'effetto positivo che ricoprono sulla spinta anabolica, infatti la stimolazione della produzione ormonale utile a favorire l'accrescimento corporeo è intensificata dalla presenza di alcuni aminoacidi, i cosiddetti aminoacidi ramificati. La presenza di una buona percentuale di carboidrati permette di aiutare la sintesi proteica, di attenuare il tasso di scorie azotate prodotte dall'eccesso di proteine, di agevolare il recupero e di avviare i processi di smaltimento del grasso superfluo. Può essere utile un'integrazione di aminoacidi ramificati (ingeriti con del fruttosio 1 ora dopo lo sforzo), di vitamine B6, B12 ed E, di creatina e di glutammina. Macchine o Pesi? Uno dei dubbi che più spesso assillano i frequentatori di palestre riguarda senz'altro la scelta per l'esecuzione degli esercizi tra pesi e macchine: è più proficuo allenarsi con bilancieri e manubri o rivolgersi alle macchine? Negli anni, di pari passo ai progressi, indotti dalla continua ricerca e sperimentazione scientifica, riguardanti l'alimentazione sportiva e la programmazione degli allenamenti, le macchine si sono via via affermate, in alternativa ai pesi, come mezzo per sviluppare forza e massa muscolare. Dapprima fatte di cavi e pulegge (ma sia i pesi tradizionali, che queste macchine non risolvevano il problema di mantenere costante lo sforzo lungo tutto il movimento), per poi passare all'utilizzo di camme ed infine a resistenze ad aria o a fluido, con sistemi di controllo elettronici che permettono, invece, il mantenimento costante dello sforzo ed offrono la possibilità di regolarlo al grammo con una estrema precisione e senza nessuna perdita di tempo. Vantaggi e svantaggi nell'utilizzo dei pesi I pesi: - sono più efficaci per migliorare la forza in tutte le sue componenti (massima, esplosiva e rapida), - risultano molto più idonei per lo sviluppo dei muscoli sinergici e stabilizzatori, - sono meno ingombranti e più economici, - consentono movimenti più simili a quelli che si effettuano durante la normale attività sportiva; per contro: - sono caratterizzati da sforzi più o meno intensi nelle varie fasi del movimento, con l'azione di leva che muta in funzione dell'angolo articolare, - non permettono con facilità di isolare un muscolo, - sono più difficili da usare e possono indurre infortuni con maggiori probabilità, - necessitano di più tempo per la regolazione del peso. Vantaggi e svantaggi nell'utilizzo delle macchine Le macchine: - permettono di mantenere un livello di sforzo più costante durante lo svolgimento dell'esercizio, - facilitano l'isolamento di un muscolo, - sono più facili da usare e da regolare, - danno più varietà all'allenamento, - permettono la possibilità di avvalersi di varie funzioni elettroniche integrative e di supporto, per contro: - sono meno efficaci per lo sviluppo della forza, - non favoriscono assolutamente il lavoro dei muscoli sinergici e stabilizzatori, - vincolano il movimento, - sono molto più specifiche (per poter allenare tutto il corpo ne occorre una moltitudine), - sono molto costose e occupano molto spazio. A fronte di queste considerazioni, ci sembra di poter affermare, senza possibilità di smentita, che, in generale, un corretto allenamento dovrebbe prevedere l'utilizzo sia dei pesi che delle macchine, in particolare, quando si cerca di migliorare la forza è sicuramente preferibile l'uso dei pesi, mentre, per una tonificazione muscolare rivolta al benessere del corpo, è consigliabile rivolgersi alle macchine. vedi: sezione bodybuilding sezione home fitness sezione preparazione atletica allenarsi in palestra combattere la cellulite MALOCCLUSIONE, CAUSA DI MAL DI TESTA E MAL DI SCHIENA La salute dei denti può insospettabilmente riflettersi anche sul benessere di altre parti del corpo, che nulla sembrano avere a che fare con la bocca e la dentatura. Dietro a mal di testa inspiegabili o a dolorosi mal di schiena, per esempio, si può celare proprio un problema della bocca. Il modo in cui si tengono i denti nei momenti di non uso e la maniera in cui questi combaciano durante la masticazione possono creare, più frequentemente di quanto si pensi, non pochi problemi. Normalmente, le due arcate dentarie non si toccano a lungo e nell'arco di 24 ore non sono più di dieci i minuti in cui denti inferiori vengono a diretto contatto con quelli superiori. Alcune persone, però, hanno la tendenza a tenere sempre la bocca serrata e, così facendo, stressano eccessivamente l'articolazione temporo-mandibolare, il "giunto" naturale che permette i movimenti della mandibola. Stesso rischio se si hanno problemi di malocclusione, ovvero se un dente, rispetto a quelli vicini, tocca in anticipo il dente che gli sta di fronte sull'arcata opposta. Questo precontatto è legato spesso al fatto di aver i denti storti, al non aver sostituito con una protesi i denti caduti, ma anche ad otturazioni mal fatte. Tutte queste situazioni creano scompensi nei muscoli dell'articolazione della bocca che, con il tempo, determinano una vera e propria usura articolare che non tarda a dare segni della sua presenza: aprendo la bocca è facile sentire un rumore caratteristico, una sorta di scatto che si manifesta chiaramente alla fine degli sbadigli. Il disturbo è a volte accompagnato anche da un dolore sotto l'orecchio che si acutizza con la masticazione. Lo scompenso dell'articolazione, inoltre, può innescare una sorta di reazione catena che manda innaturalmente in trazione anche i muscoli della nuca e quelli del collo, che vanno perciò a premere sulle radici nervose che innervano queste zone. Gli effetti finali della rottura di questi sottili equilibri e di queste tensioni naturali possono proprio essere il mal di testa, il mal di schiena, o addirittura impercettibili deviazioni della colonna vertebrale. vedi: sezione ALIMENTAZIONE Maltodestrine Le maltodestrine sono un polimero (legami chimici) composto da alcune decine di unità di glucosio, utilissimo per l'integrazione degli zuccheri durante le attività muscolari di media e lunga durata. Durante un lavoro atletico, vi è innanzi tutto, con la sudorazione, una perdita di acqua e sali minerali, a cui si può rimediare assumendo una bevanda ipotonica o isotonica; l'energia necessaria è fornita dalla demolizione del glicogeno e degli acidi grassi liberi. I grassi, che non hanno problemi di disponibilità, vengono usati prevalentemente nelle attività blande, mentre nei casi di lavoro intenso si consuma soprattutto glicogeno, la cui riserva è limitata e non sufficiente, non solo per gli sports di gran fondo, ma anche nelle discipline di media durata (calcio, tennis, rugby). Le maltodestrine, rispetto ai comuni polimeri del glucosio, hanno la caratteristica di essere più piccole e solubili in acqua, risultando più facilmente digeribili ed assumibili anche durante l'attività fisica. Rispetto ad un integrazione di glucosio o fruttosio, offrono il vantaggio di liberare gradualmente il glucosio stesso (contenuto nel polimero), garantendo in tal modo un rifornimento di energia prolungato nel tempo. Utilizzando le maltodestrine si può preparare una bevanda molto nutriente, contenente l'equivalente di 200 grammi di glucosio per litro, senza che abbia un sapore sgradevolmente dolce e che procuri disturbi gastrointestinali. La concentrazione ideale di maltodestrine, per l'integrazione durante il lavoro, è massimo del 7-8%, con assunzione di 150-200 cc. di bevanda ogni 15-20 minuti. Dopo la fatica per innestare il meccanismo della sintesi del glicogeno, ingerire 15-20 grammi di glucosio, e per cominciare a reintegrarne le scorte, successivamente assumere 200-220 grammi di maltodestrine in abbondante liquido. Malva Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - Malva: tosse e raffreddore; stitichezza; infiammazioni vaginali; pelli arrossate; mal di denti; - La malva silvestre, pianta molto diffusa nel nostro paese, predilige i terreni erbosi; la si può trovare soprattutto nei campi abbandonati, lungo le strade di campagna e tra i ruderi. Gli erboristi ne sfruttano le proprietà facendone essiccare (all'ombra) foglie e fiori (le prime vengono raccolte tra giugno e settembre, mentre i fiori devono essere recisi appena schiusi) e conservando il tutto in vasi di vetro al riparo dall'umidità e dalla luce. I principi attivi più importanti presenti nella malva sono: alcune mucillaggini, l'acido clorogenico, l'acido caffeico, alcuni antociani ed il potassio. Principi attivi che conferiscono alla malva benefici effetti emollienti, espettoranti, lassativi, antinfiammatori ed analgesici, rendendola utilissima: - per tosse e raffreddore (grazie alle proprietà espettoranti, sotto forma di tisana facilita la fluidificazione e l'eliminazione del catarro); - per la stitichezza (possiede un'azione lassativa molto dolce, indicata anche per bambini ed anziani); - per nevralgie dei denti, ascessi, gengiviti e stomatiti (il decotto di malva utilizzato per gargarismi e sciacqui è insostituibile per queste patologie); - per infiammazioni vaginali, pelli arrossate, pruriti e foruncoli (applicare il decotto di malva direttamente sulla parte da curare); - per depurare l'organismo (bevendone la tisana si ottiene un positivo effetto disintossicante dalle tossine). Preparare la tisana: lasciare riposare 15 grammi di foglie e fiori essiccati in mezzo litro di acqua bollente per almeno cinque minuti, la dose giornaliera è di 2 o 3 bicchieri. Preparare il decotto: farne bollire 25 grammi in mezzo litro di acqua per 10 minuti, filtrare, strizzando con accortezza fiori e foglie per non sprecarne il contenuto, 2 tazze al giorno. Vedi: altri prodotti erboristici la fitoterapia rimedi naturali i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere Manipolazione Genetica Per "manipolazione genetica" si intende l'alterazione artificiale del DNA tramite nuovi processi conosciuti come "ingegneria genetica". In pratica vengono prelevati geni da una specie ed inseriti in un'altra, allo scopo di trasferirle le caratteristiche desiderate. In natura avvengono trasferimenti di geni, ma solo all'interno di uno stesso individuo (i geni cosiddetti "ballerini" o trasposoni, infatti si spostano in continuazione lungo il filamento del DNA) e non tra organismi diversi, cosa possibile grazie all'ingegneria genetica. gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione Marconiterapia Si avvale di radiazioni hertziane ad altissima frequenza, onde di lunghezza tra i 3 ed i 30 metri. La parte da trattare viene interposta tra due piastre che emettono onde corte, è completamente indolore. Risulta utile nei dolori di origine articolare o muscolare di tipo cronico (artrosi, esiti di strappi, forme reumatiche, lombalgie: sia su base meccanica che artrosica). La seduta dura dai 15 dai 30 minuti, va ripetuta per 15 - 30 giorni con frequenza giornaliera. La Marconiterapia è sconsigliata: - quando vi è un'infiammazione in atto, perché, provocando versamenti, aggrava la situazione; - in condizione di gravidanza; - in caso di tumore. gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione MASCHERA NATURALE TONIFICANTE Frullare alcune albicocche ben mature e applicare l'emulsione schiumosa così ottenuta direttamente sulla pelle del viso e del collo per trenta minuti. Risciacquare con molta acqua tiepida. In caso di pelle secca si può aggiungere ai frutti, nel frullatore, una piccola quantità di yogurth. Applicare la maschera una volta alla settimana. vedi: ERBORISTERIA vedi: OMEOPATIA vedi: BENESSERE Maschera rivitalizzante e anti rughe Spremere un arancio e con il succo e la polpa fare una maschera da applicare per 20 minuti, dopodiché sciacquare bene il viso e asciugare. Grazie all'alto contenuto di vitamine e minerali avremo ottenuto una maschera anti rughe per pelli stanche, dall'effetto rivitalizzante. vedi: ERBORISTERIA vedi: OMEOPATIA vedi: BENESSERE auto massaggio facciale 1) applicate in modo uniforme un olio da massaggio e distendendo le mani, massaggiate la fronte, le tempie, il naso, le guance, il mento, le orecchie, seguendo sempre quest'ordine e partendo dal centro del viso verso l'esterno, 2) appoggiate il medio e l'indice fra il naso e la bocca ed effettuate dei movimenti circolari attorno alla bocca, 3) inizia il massaggio vero e proprio, ponete l'indice, il medio e l'anulare sulla fronte e massaggiate esercitando una leggera pressione in direzione delle tempie, proseguite massaggiando i lati del naso, 4) ora massaggiate le guance, partendo dagli zigomi fino alla mandibola e alle sue articolazioni, con movimenti circolari verso l'esterno, 5) infine, picchiettate il viso con l'indice e il medio, andando dal centro verso l'esterno. vedi: SEZIONE BENESSERE vedi: sezione ALIMENTAZIONE migliorare la Forza massimale La forza dipende da molteplici fattori: - dalla qualità dei fasci muscolari, risulta più forte chi a parità di fibre muscolari, presenta una percentuale più alta di quelle bianche o veloci. - dal numero di fibre che si riesce ad attivare, più fibre si e' in grado di raggiungere con gli impulsi dei neuroni più forza si può sviluppare. - dal coordinamento dell'intervento dei muscoli in sinergia, più forza con una ottimale coordinazione intermuscolare. - dallo spessore della sezione traversa del muscolo, maggior spessore uguale a più forza. - dall'elasticità' muscolare, un'alta viscosità o una scarsa elasticità creano attriti limitando la forza sviluppata con contrazione eccentrica. - dalla disponibilità di riserve energetiche, senza carburante o con un utilizzo non ottimale delle riserve energetiche non si può esprimere la massima forza. - dalla corretta esecuzione del gesto, ad una migliore tecnica corrisponde una resa maggiore. - dalla giusta modulazione dei muscoli antagonisti, una eccessiva contrazione di questi agisce ostacolando il movimento. La forza massimale viene incrementata lavorando con carichi molto vicini al massimale (80-100%). Nello sviluppo della forza massima, fino ai 12-13 anni, non si notano differenze rilevanti fra maschi e femmine, intorno ai 18-20 anni, quando si esaurisce il naturale sviluppo della stessa, abbiamo una diversificazione di circa più 35-40% a favore dei maschi. Dopodiché si ha una stabilizzazione fino intorno ai 50 anni, eta' da cui comincia a decrescere. L'allenamento per la forza massimale, con gradualità e progressività, può essere già iniziato intorno ai 14 anni. Possiamo distinguere 2 modelli di allenamento con contrazioni concentriche adatti a un buon sviluppo della forza massima: 1)sforzi ripetuti (adatto a principianti e giovanissimi), 2)sforzi massimali. SFORZI RIPETUTI Carico di medio-alta intensità, tra il 70-80% del massimale, eseguito ad esaurimento (massimo nr di ripetizioni eseguibili per ogni serie), si consigliano almeno 5 serie per esercizio con recupero di circa 3 minuti fra ogni serie. SFORZI MASSIMALI Carico vicinissimo al massimale (85-95%) o massimale addirittura, le serie per esercizio vanno da un minimo di 6 sino anche a 10 e piu', con recuperi completi fra i 3-5 minuti. Per poter ottenere il meglio è consigliabile alternare metodologie e sistemi di allenamento, infatti il sistema neuromuscolare, pur se sollecitato con carichi elevati, ma nello stesso modo, tende a stabilizzarsi sui valori di forza raggiunti. Ulteriori incrementi sono possibili agendo per esempio: sulla percentuale del carico, sul ritmo di esecuzione, sulla riduzione dei recuperi; in ogni caso la differenziazione degli stimoli dovrà sempre essere accompagnata dal raggiungimento della situazione fisiologica di "esaurimento". vedi anche SEZIONE BODYBUILDING BREVI CENNI SULL'ALIMENTAZIONE Durante gli allenamenti per la forza massima assume una notevole importanza l'alimentazione; trattandosi di allenamenti con carichi vicini al massimale, con serie eseguite ad esaurimento dobbiamo presentarci sempre con il pieno di energie. Quindi, è consigliabile una dieta ipercalorica, molto ricca di carboidrati, ma anche di proteine, integrata con aminoacidi. Il numero dei pasti dovrà essere di almeno sei, tutti completi e distribuiti con intelligenza nell'arco della giornata. vedi: sport e dieta, programmazione della dieta per l'atleta MASSIMO CONSUMO DI OSSIGENO PER MASSIMO CONSUMO DI OSSIGENO SI INTENDE LA QUANTITA' MASSIMA DI OSSIGENO CHE PER OGNI MINUTO PUO' ARRIVARE AI MUSCOLI. gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione corsa: i meccanismi energetici per le varie distanze distanzaanaerobico-alattacidoanaerobico-lattacidoaerobico 100 metri 200 metri 400 metri 800 metri 5000 metri maratona100% 75% 25% 25% 75% 75% 25% 25% 75% 100% caratteristiche dei meccanismi energetici: anaerobico alattacido anaerobico lattacido aerobico. DISTANZAFONTI ENERGETICHE GLICOGENOGRASSICP - ATP METRI 100 METRI 800 KILOMETRI 5 KILOMETRI 15 KILOMETRI 30 MARATONA 100% 95% 75% 55% 40% 5% 25% 45% 60%100% medicinali o farmaci generici I farmaci sono una risorsa fondamentale per la nostra salute, ma vanno utilizzati con criterio, solo quando sono indispensabili. Ciò che conta in un farmaco è il principio attivo, che può essere lo stesso anche se è contenuto in prodotti con nomi e prezzi differenti. Quando due o più farmaci hanno Io stesso principio attivo, sono "bioequivalenti", cioè uguali per efficacia, qualità e sicurezza. È bene sapere che un farmaco "di marca" non è più efficace di un farmaco "generico", che costa meno solo perché non è più coperto da brevetto. Impariamo insieme che risparmiare è possibile senza rimetterci in salute. Il risparmio consentirebbe di finanziare di più la ricerca, di dare gratuitamente ai cittadini farmaci innovativi e di offrire alla collettività maggiori servizi. La legge finanziaria per l'anno 2001 ha modificato la normativa sul rimborso dei medicinali ai farmacisti da parte del Servizio sanitario nazionale. A partire dal primo luglio, quando tra i farmaci dati gratuitamente dallo Stato ce ne sono due o più uguali, ma di prezzo diverso, il Servizio sanitario nazionale passa interamente solo quelli meno cari. I farmaci "generici" costano meno perché il loro brevetto è scaduto e possono essere perciò prodotti e commercializzati a prezzi più bassi. I cittadini che vorranno farmaci "di marca", o comunque più costosi dei "generici", dovranno pagare la differenza di tasca propria. Ogni farmaco è coperto da un brevetto che permette all'azienda farmaceutica che lo ha inventato di poterlo commercializzare in esclusiva per 20 anni. Questa esclusiva condiziona al rialzo il prezzo del farmaco. Quando il brevetto scade e il principio attivo comincia ad essere commercializzato anche da altre aziende, il prezzo deve scendere per legge almeno del 20%, ma spesso arriva anche aI 50% in meno. Nei farmaci ci sono due componenti: il principio attivo e gli eccipienti. Il principio attivo è l'ingrediente fondamentale, la molecola che nel nostro organismo agisce contro il disturbo o la malattia che si vuole combattere. Gli eccipienti sono invece sostanze inerti che servono a contenere e veicolare il principio attivo, tutt'al più a rendere più gradevole l'aspetto o il sapore del medicinale, ma senza modificarne in alcun modo la sicurezza e l'efficacia. Ebbene, il principio attivo nei farmaci "generici" e "di marca" dello stesso tipo è identico per composizione, sintesi e concentrazione. Per questo si chiamano farmaci "bioequivalenti". Significa che sono intercambiabili, vale a dire che l'uno vale l'altro; che a prescin­dere dal nome o dalla marca offrono la medesima sicurezza ed efficacia terapeutica. L'Italia è la Cenerentola dell'Occidente per diffusione di farmaci generici: meno del 2% di quelli complessivamen­te consumati contro il 32% della Finlandia, il 39% della Germania e il 43% degli Stati Uniti. Le ragioni sono diverse. La principale è la scarsa disponibili­tà di "generici" sul mercato, e di conseguenza la poca informazione e promozione che esiste per questi farmaci. È uno dei motivi per cui nel nostro Paese i farmaci vengono generalmente prescritti con il nome commerciale. Ma non è una pratica universale, in Inghilterra, ad esempio, i medici scrivono sulle ricette il nome del principio attivo e sono i farmacisti a selezionare i prodotti per i cittadini. Tuttavia, per i prossimi anni si prevede, in Italia, una forte cresci­ta della diffusione dei "generici". Ciò farebbe risparmiare alla collettività molti miliardi e consentirebbe di finanziare con maggiori risorse la ricerca per dare ai cittadini farmaci innovativi e maggiori servizi. Le ditte produttrici devono dimostrare che il farmaco "generico" messo in commercio ha la stessa forma e lo stesso principio attivo alla stessa concentrazione, di quello originale prima protetto dal brevetto. In altre parole, devono documentare la piena "bioequivalenza" tra quei farmaci dello stesso tipo, secondo parametri fissati a livello europeo. La Commissione unica per il farmaco del Ministero della sanità verifica poi che ciò corrisponda al vero. Un'apposita sigla sulle confezioni: (AIC numero dell'autorizzazione IG) garantisce la qualità dei farmaci messi in commercio. Si può quindi dire che il farmaco generico è l'esatta copia del farmaco di marca. Inoltre, essendo stato inventato 20 anni prima, i risultati terapeutici e gli effetti del farmaco sul nostro organismo sono stati ampiamente collaudati e verificati. La novità in vigore dal primo luglio riguarda circa 650 farmaci in commercio. Si tratta di farmaci largamente prescritti per combattere le patologie più comuni: si va dagli antinfiammatori agli antibiotici, dagli antidepressivi ai farmaci per la cura delle patologie cardiovascolari. L'entrata in vigore della nuova regola sui rimborsi ha già indotto le aziende farmaceutiche ad abbassare i prezzi di 500 farmaci "di marca", per allinearli a quelli dei "generici". Per non pagare la differenza nemmeno sui 150 farmaci "griffati" che hanno mantenuto un prezzo non interamente rimborsabile, si deve chiedere al medico di prescrivere l'equivalente "generico". I medici sono comunque tenuti ad informare i loro assistiti sui farmaci interamente rimborsabili in commercio a partire dal primo luglio. gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione i Medicinali Omeopatici La visita omeopatica si sviluppa in maniera differente rispetto a quella tradizionale. La nostra medicina ufficiale, l'allopatia, è la medicina dei contro, che cura il dolore con qualcosa che contrasti il dolore stesso. L'omeopatia prende in considerazione il corpo intero e non i singoli organi, per questo può succedere che il medico omeopatico, durante la visita, faccia delle domande apparentemente strane, interessandosi, per esempio, alle preferenze del soggetto nei vari campi della vita. Egli sta solo cercando di comprendergli le caratteristiche del temperamento, che torneranno utili per formulare la diagnosi. Per non correre il rischio di sviare l'omeopata, è molto importante, quindi, essere molto sinceri nelle risposte. I farmaci omeopatici, durante la loro preparazione, subiscono una serie progressiva di diluizioni, per cui il punto di arrivo è caratterizzato dalla presenza di una traccia infinitesimale della sostanza di partenza. Le diluizioni deboli o infinitesimali sono la conseguenza logica del principio di similitudine, infatti venendo utilizzate sostanze spesso tossiche, è necessario somministrare una dose capace di stimolare la reazione del paziente senza aggravarne i sintomi. Dopo la raccolta delle sostanze di base si procede alla preparazione della tintura madre, soluzione concentrata ottenuta per macerazione in alcol. A partire dalla tintura madre si procede alla diluizione progressiva (secondo la scala decimale o centesimale), associata alla dinamizzazione (per ogni diluizione si eseguono almeno 100 scossoni molto energici, in modo da indurre uno stato di agitazione molecolare) che è essenziale per il successo del medicamento omeopatico. La prima diluizione decimale, indicata come 1D o 1DH (viene chiamata anche 1X, 1XH), è ottenuta diluendo una parte di tintura madre in 9 parti di alcol o acqua. Continuando la serie delle diluizioni decimali si ottiene la seconda, la terza, la quarta diluizione decimale. La prima diluizione centesimale, 1CH, si ottiene usando una tintura madre di partenza e 99 parti di alcol o acqua. Continuando la serie delle diluizioni si ha la 2CH, 3CH, ...30CH, ...200CH. Oltre la 12CH, si supera il numero di Avogadro, per cui non si possono più evidenziare molecole della sostanza di base nella diluizione. Nonostante ciò, i medicinali omeopatici mantengono la loro attività terapeutica anche quando sono estremamente diluiti. Le diluizioni più elevate vengono usate nei casi di patologie croniche, mentre le più basse sono indicate soprattutto nelle manifestazioni acute. I medicinali omeopatici si dividono in tre categorie: globuli, granuli, gocce. I globuli sono sferule di saccarosio e lattosio, con una massa di circa 5 mg. Un tubo dose, che contiene 200 globuli, pari ad un peso di circa 1 grammo, va assunto in un'unica somministrazione e lasciato scogliere sotto la lingua (la via sublinguale è il modo migliore e più indicato per l'assunzione dei preparati omeopatici, in quanto, per la ricca vascolarizzazione, la superficie mucosa della lingua possiede una notevole capacità di assorbimento). E' la forma farmaceutica che assicura il massimo d'effetto superficie, prevede diluizioni medie o alte (7, 9, 15, 30, 200CH), prescritte meno di una volta al giorno o una volta al giorno per un periodo limitato. I granuli, piccole sfere di saccarosio e lattosio con una massa di circa 50 mg (10 volte più grandi dei globuli), rappresentano la forma di impiego più diffusa. Sono presentati in confezioni da circa 80 grammi, prevedono tutte le diluizioni, se ne assumono da 3 a 5 per volta, sempre per via sublinguale. Le gocce, preparate in veicolo alcolico a 30°, in flaconi da 15 o 30 ml, prevedono basse diluizioni: TM (tintura madre), 1DH, 3DH, 6DH. Vanno assunte in forma pura o in un po' di acqua, generalmente 15-20 gocce 2-4 volte al giorno. COME ASSUMERE I MEDICINALI OMEOPATICI Il successo terapeutico di un trattamento omeopatico richiede il rispetto di alcune indicazioni: - i granuli e i globuli non devono essere mai toccati con le dita, ma versati nell'apposito tappo contenitore e lasciati cadere in bocca sotto la lingua (non vanno masticati, ma lasciati sciogliere da soli); - evitare l'assunzione di menta, canfora e sostanze volatili e aromatiche (da evitare anche dentifrici a base di menta); - assumere i medicinali omeopatici almeno un'ora dopo aver mangiato e mezz'ora prima di mangiare; - limitare l'uso di alcol, sigarette e sostanze eccitanti quali caffè e tè. In generale, nelle forme acute il rimedio va preso più volte al giorno, mentre nelle forme croniche la somministrazione avviene ad intervalli più lunghi (settimanali, quindicinali, mensili) e per un lungo periodo. Nelle affezioni acute, tanto più acuto è il quadro, tanto più ravvicinata è la somministrazione del medicinale. La frequenza della somministrazione va diradata progressivamente fino alla sospensione, in base al miglioramento. Non ricorrere ad assunzioni fai da te, ma rivolgersi sempre ad un medico o ad un farmacista omeopata. l'omeopatia l'erboristeria la fitoterapia rimedi naturali Meliloto Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Meliloto: utile nella prevenzione delle flebiti, per migliorare la microcircolazione sanguigna e nella lotta alla cellulite - Il suo nome scientifico è: Melilotus officinalis, fa parte della famiglia dell'erba medica e del trifoglio. E' molto conosciuto negli ambienti zootecnici (è considerato un alimento molto pregiato per gli animali erbivori). La parte della pianta utilizzata in erboristeria è la sommità fiorita, perché dalla sua fermentazione vengono ricavate sostanze con spiccati effetti anticoagulanti, che possono risultare utili in caso di varici, contro i rischi di flebiti, contro l'ipercoagulazione del sangue e, per l'effetto tonico sulla circolazione, nella lotta alla cellulite. Vedi: altri prodotti erboristici la fitoterapia rimedi naturali i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere Menisco Parliamo di Menisco Prima di tutto dovremmo parlarne al plurale perché i menischi, situati nell'articolazione tra femore e tibia, sono due per ginocchio, uno interno, che si presenta come una semiluna, ed uno esterno, che è simile ad un cerchio completo, proprio come una O. Molto utili ad assicurare la stabilità, i menischi sono delle fibrocartilagini che possono essere considerate gli ammortizzatori del nostro corpo, in quanto sono in grado di attutire e proteggerci dagli urti. I soggetti più a rischio sono gli sportivi (in particolare i calciatori, rischiosissimo, infatti, per tale infortunio, risulta il calcio a vuoto, movimento che determina un asincronismo tra i movimenti di flessione ed estensione del ginocchio stesso e quelli di rotazione della tibia rispetto al femore, cioè una situazione dinamica alterata in cui la mobilità dell'articolazione risulta stravolta) e quei lavoratori che, nello svolgere le proprie mansioni, spesso sono costretti a bruschi passaggi dalla posizione accovacciata a quella in piedi (come per esempio i pavimentatori). Molto a rischio è anche l'attività fisica improvvisata, cioè, svolta senza una appropriata programmazione e senza tener conto dell'importanza di adottare carichi progressivi. Le forme di traumatismo che comportano problemi al menisco sono: - l'extrarotazione della tibia a ginocchio semiflesso (causa la lesione del menisco inter­no); - l'intrarotazione della ti­bia a ginocchio semiflesso (determina la rottura del menisco esterno); - l'iperestensione brusca del ginocchio (il calcio a vuoto dei calciatori) la cui conseguenza patologica può essere la lesione tipica a manico di secchio del menisco interno. Spesso si ritiene che un sistema di contenzione, come ad esempio una ginocchiera, possa salvaguardare dalle lesioni meniscali, ma per gli specialisti questi ausili non rappresentano che una protezione agli urti contusivi. Prevenire la rottura del menisco è quasi impossibile, ma una adeguata preparazione atletica, che possa garantire la tonicità dei muscoli che presiedono ai movimenti del ginocchio, può sicuramente essere di aiuto. All'ispezione esterna di un ginocchio con menisco lesionato, si osserverà, dopo circa 12/24 ore dal trauma, una tumefazione più o meno estesa, in genere provocata da un versamento, accompagnata da un dolore spontaneo che si accentua esercitando una pressione in corrispondenza della lesione stessa. Frequente, risulta anche il blocco in flessione, dovuto all'interposizione di tutto il menisco o di una parte di esso, tra le superfici articolari del femore e della tibia. Per inquadrare la patologia meniscale e de­finire il tipo ed i limiti del problema, serve l'esame clinico e diagnostico. Dal racconto del paziente, lo specialista dovrebbe ricavare notizie sufficienti sia a tale scopo, sia per scoprire se si sono verificate lesioni associate dei legamenti. Il trattamento è chirurgico: non esistono terapie mediche che possano escludere l'utilizzo del bisturi quando si rimane vittime di una lesione al menisco. L'intervento che si effettua, non prevede più la classica incisione cutanea di 3/4 centimetri, grazie all'artroscopia la metodica è diventata poco in­vasiva, dimostrandosi più che valida alla riparazione del menisco lesionato. Dagli specialisti, l'operazione è definita a cielo coperto, per distinguerla dalla vecchia tecnica che permetteva al chirurgo la visione completa della zona su cui sarebbe intervenuto. Anche i tempi di recupero sono molto migliorati, abbiamo esempi di calciatori che appena dopo 10 giorni dall'intervento prendono già parte a match ufficiali. Ti consigliamo di leggere i seguenti nostri articoli relativi a: Medicina Sportiva Salute benessere rimedi naturali omeopatia erboristeria preparazione atletica sport vari METABOLISMO Per METABOLISMO, si intende l'insieme dei processi chimici che si svolgono negli organismi viventi; tali processi si possono distinguere in: - anabolici, di sintesi o costruzione, attraverso i quali, vengono prodotte sostanze piu' grandi e complesse a partire da molecole elementari, con consumo di energia; - catabolici, di demolizione o scissione, in cui le sostanze vengono trasformate in molecole più piccole con conseguente liberazione di energia. Il cibo ingerito va incontro ad un metabolismo finalizzato allo sfruttamento dell'energia in esso contenuta, tale energia viene utilizzata soprattutto: sotto forma di calore (per mantenere stabile la temperatura corporea) e come energia meccanica per permettere il lavoro muscolare. Il METABOLISMO BASALE corrisponde all'energia minima necessaria per restare in vita in stato di riposo fisico, digestivo ed emozionale; dipende da vari elementi, per esempio: la superficie corporea (più alto nelle taglie piccole), l'età' (più basso col passare degli anni), il sesso (più alto negli uomini), il clima (più alto con clima freddo), lo stato nutrizionale (più basso a digiuno o con diete vegetariane, lo stato di salute (più alto con la febbre o sotto stress). VEDI: PREPARAZIONE ATLETICA vedi: sezione ALIMENTAZIONE Metabolismo che cos'è il metabolismo? Tutti i processi dell'organismo che richiedono produzione, consumo o accumulo di energia e che ci mantengono in vita sono detti nel loro complesso metabolismo, quando i processi metabolici si arrestano, il corpo muore. Il metabolismo si può suddividere e in anabolismo e catabolismo. L'anabolismo comprende tutti gli processi che usano energia per far accrescere, mantenere e riparare l'organismo. Il catabolismo comprende tutti i processi in un cui vengono demolite delle sostanze per liberare energia. Processi anabolici e catabolici avvengono costantemente. Le sostanze alimentari che costituiscono il nostro nutrimento si dividono in tre categorie principali: CARBOIDRATI, GRASSI e PROTEINE. Carboidrati, grassi e proteine sono costituiti da minuscole particelle, le molecole, a loro volta formate di particelle ancora più piccole, gli atomi: nei legami che tengono uniti gli atomi nella molecola è imprigionata energia. Nel metabolismo sia ha quindi un passaggio di energia dagli alimenti all'organismo. I carboidrati formati da grandi molecole, come l'amido, non possono passare direttamente dall'apparato digerente al sangue, ma devono essere prima demoliti e ridotti a carboidrati con molecole più piccole: ciò avviene durante il processo della digestione. Nel corso di essa i carboidrati complessi vengono scissi e ridotti a Glucosio, che è uno zucchero semplice, solubile. Il Glucosio viene portato dal sangue alle cellule ed è nelle cellule che, mediante la rottura dei legami chimici delle molecole di Glucosio, si libera energia. Per operare questa demolizione è necessario l'ossigeno, portato alle cellule dal sangue. Il processo di assunzione e utilizzazione dell'ossigeno per produrre energia dagli zuccheri è detto respirazione. La reazione chimica di ossidazione con la quale viene demolito il Glucosio può essere espressa così: Glucosio più Ossigeno = Anidride Carbonica più Acqua più Energia. Ciò non avviene in un solo passaggio; questo schema considera soltanto i prodotti iniziali e finali della reazione. Il Glucosio si trasforma prima in un composto chimico detto acido citrico; questo poi subisce una serie di trasformazioni, che nel loro insieme costituiscono il ciclo dell'acido citrico o CICLO DI KREBS. Nel ciclo dell'acido citrico viene liberata una certa quantità di energia, e contemporaneamente si libera anche anidride carbonica, acqua e Idrogeno: successivamente l'ossigeno si combina con l'idrogeno con formazione di altra acqua e liberazione di altra energia. Al termine del processo ben il 60% cerca dell'energia contenuta inizialmente nella molecola di Glucosio è messa a disposizione dell'organismo come energia utile. Rimane solo anidride carbonica, che passa dalle cellule al sangue per poi essere eliminata dai polmoni con l'espirazione, poiche' il suo accumulo altererebbe l'equilibrio chimico del sangue con conseguenze deleterie. Dopo un pasto la quantità di Glucosio nell'organismo aumenta. In parte esso passa nelle cellule per fornire energia, in parte viene trasformato in Glicogeno e accumulato nel fegato e nei muscoli. Quando il tasso di Glucosio nel sangue diminuisce, un po' di Glicogeno viene ritrasformato in Glucosio, che passa nel sangue riportandolo a una di glicemia normale. Il cervello ricava la sua energia soltanto dal Glucosio, motivo per cui è importante che il sangue ne' porti al cervello una quantità sufficiente. Se nella trasformazione delle Glucosio in energia, l'ossigeno scarseggia, si forma l'acido lattico, composto chimico tossico per le cellule che provoca la sensazione della fatica muscolare. Nei movimenti moderati, come il camminare, si può immettere con la normale respirazione una quantità di ossigeno sufficiente a distruggere l'acido lattico, mentre negli esercizi pesanti, come la corsa, l'acido lattico viene prodotto in abbondanza e per distruggerlo bisogna accelerare il ritmo respiratorio: infatti correndo si ansima, in modo da immettere nell'organismo una maggiore quantità di ossigeno. Gli atleti si allenano, appunto, per sviluppare la respirazione e per poter assumere ossigeno in quantità maggiore; quando hanno raggiunto la forma, sono in grado di prolungare notevolmente l'attività fisica, prima di avvertire la stanchezza. I carboidrati contenuti negli alimenti vengono utilizzati in tre modi: -per produrre energia; -per alimentare la riserva di Glicogeno nel fegato e nei muscoli; -come riserva di grasso (i carboidrati eccedenti infatti vengono trasformati in grassi) da utilizzare in caso di necessità. Durante la digestione i grassi ingeriti con gli alimenti vengono scisse in molecole più piccole (glicerina e acidi grassi) che passano nel sangue sotto forma di minuscole gocce. Si gli acidi grassi, che la glicerina, possono subire il CICLO DI KREBS per produrre energia: la completa ossidazione di un grammo di grassi produce circa 9 calorie (kilocalorie). I grassi non utilizzati per la produzione di energia vengono assimilati nel tessuto adiposo e accumulati. Le proteine inserite con il cibo vengono scisse durante il processo della digestione in molecole più piccole dette aminoacidi, che passano nel sangue e vengono assunte dalle cellule. Nelle molecole degli aminoacidi c'è una parte che contiene azoto, quando gli aminoacidi sono usati per produrre energia, l'azoto viene liberato e può avvelenare l'organismo se non viene eliminato. Il sangue provvede pertanto a trasportare l'azoto al fegato, dove è trasformato in urea, che a sua volta viene trasportata ai reni, per poi essere espulsa con l'urina. Eliminata la frazione azotata, gli aminoacidi possono partecipare al ciclo di Krebs e produrre energia, oppure, come il glucosio, essere trasformati in glicogeno. Ma, l'organismo necessita di aminoacidi anzitutto per la produzione delle proprie proteine da utilizzare nell'accrescimento e per rimpiazzare cellule danneggiate o distrutte: questa è la funzione principale delle proteine, e quindi demolirle per produrre energia è uno spreco. Per tutti i processi metabolici sono necessari gli ENZIMI, sostanze chimiche di natura proteica, che influenzano la velocità delle reazioni chimiche: senza di essi i processi metabolici sarebbero lentissimi o non avverrebbero affatto. Tutti gli enzimi sono specifici, agiscono cioè solo per una determinata reazione o per un gruppo di reazioni strettamente affini e pertanto per un corretto funzionamento dell'organismo occorrono migliaia di enzimi diversi; alcuni di essi agiscono solo in presenza di sostanze dette COENZIMI (le vitamine spesso svolgono la funzione di coenzimi). I processi metabolici sono inoltre attivati da ORMONI (messaggeri chimici), che provocano l'instaurarsi di un determinato processo o inibiscono un processo in atto. L'ormone Tirodeo, la Tiroxina, fa accelerare il metabolismo. Una persona affetta da esagerata produzione di questo ormone é nervosa, ha una sudorazione eccessiva ed una elevata temperatura corporea; al contrario, se l'ormone è prodotto in scarsità, il metabolismo rallenta, si avverte freddo e se tale insufficienza si potrae per anni, l'accrescimento, senza le cure appropriate, sarà ridotto. vedi sezione dedicata all'alimentazione vedi sezione dedicata al corpo umano IL MIELE È prodotto dalle api dalla trasformazione del nettare e del polline dei fiori, nonché della melata di foglie e rami di alcune piante come il frassino, il pino, il tiglio, la betulla. La melata, a sua volta, è costituita dall'elaborazione della linfa delle piante, succhiata da alcuni insetti in grado, con il loro apparato buccale, di perforare le pareti resistenti della corteccia o delle foglie. La composizione e le proprietà del miele variano in rapporto a molti fattori, per esempio: alle piante di provenienza, al terreno su cui queste crescono, alle condizioni metereologiche. Composizione del miele Acqua Glucosio Fruttosio Polisaccaridi Proteine Acidi organici minerali16-20% 30-31% 38-39% 10% 1% 0,3% 0,3% Gli acidi organici sono i responsabili della tipica reazione acida del miele, i minerali presenti sono: il calcio, il magnesio, il potassio, il rame, il fosforo, il silicio, il manganese e lo zolfo. Il miele contiene anche tutte le vitamine del gruppo B, alcuni enzimi e fattori antibiotici e ormonali. Gran parte di queste sostanze sono inattivate dalla luce e soprattutto dal calore: da qui la necessità di non riscaldare mai il miele oltre i 42 gradi, rimarrebbe soltanto una miscela di acqua e zuccheri. Miele di castagnoRicostituente, rimineralizzante Miele di timoInfezioni respiratorie Miele di eucaliptoInfezioni respiratorie con tosse Miele di rosmarinoInsufficienze epatiche, colecistopatie Miele di tigliEccitabilità nervosa, insonnia L'utilizzo più comune del miele è quello di apporto di zuccheri semplici (dolcificante ed energetico), ma il miele è sempre stato anche adoperato per le sue straordinarie proprietà medicinali. È benefico per l'apparato digerente (nelle insufficienze digestive, nelle stitichezze, nelle ulcere gastriche e duodenali, nelle infezioni intestinali, nelle insufficienze epatiche), per l'apparato cardiovascolare (tonifica il cuore e provoca una vasodilatazione delle coronarie), per l'apparato respiratorio (nelle faringiti e laringiti, nei raffreddori e nelle bronchiti), per l'apparato urinario (nelle cistiti e prostatiti, nelle coliche renali). L'uso del miele è possibile perfino per via esterna, come pomata, in caso di piaghe infette, ustioni, pruriti e dermatosi, favorisce, infatti, una cicatrizzazione rapida e previene l'infezione. Per poter usufruire di tutte le caratteristiche benefiche del miele, deve essere "grezzo" o "vergine integrale", in pratica non deve aver subito processi di riscaldamento tali da renderlo completamente inattivo. Miofribilla Sottile filamento contrattile disposto longitudinalmente e immerso nel sarcoplasma delle fibrocellule muscolari, costituente ogni fibra muscolare liscia o striata. La miofibrilla è formata a sua volta da fibrille di dimensioni più piccole (miofilamenti) ed è sede di processi biochimici di trasformazione dell'energia chimica in energia meccanica. vedi: PREPARAZIONE ATLETICA gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione MIOFIBR.HTM
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STORIA DELLA BELLEZZA - IL MITO DELLA BELLEZZA

IL MITO DELLA BELLEZZA
 
 

STORIA DELLA BELLEZZA Si parla di canone di bellezza solo dall'epoca classica, per questo da fonti documentate possiamo solo capire come in varie epoche diverse popolazioni cercavano di far apparire gradevole il proprio aspetto fisico. Giè nell'età antica gli antichi Egizi già nel 3.500 anni a. C. importavano oli, minerali ed unguenti dall'oriente ed i sacerdoti confezionavano in recipienti di alabastro, timo, mirra, origano, lavanza, incenzo, olio di sesamo, di oliva e di mandorle ed altri prodotti e sostanze. I prodotti venivano usati per la mummificazione ed altri come unguenti per il viso e per il corpo, sulla scia degli antichi egizi altri popoli del mediterraneo assimilarono tali tecniche. Tra gli antichi egizi era diffusa anche la cosmesi, e non solo tra le donne, per il bistro (kohol) era largamente usato l'antimonio, gli Ebrei invece si limitavano oli e profumi ma non usavano cosmetici. Nell'età classica tra gli antichi greci non è chiaro quale fosse il concetto preciso di bellezza tra gli antichi ellenici nel periodo pre-classico; infatti Omero attribuiva la perfezione fisica agli eroi e le divinità, l'armonia e perfezione del fisico, con guance rosate per gli uomini e occhi cerulei con bianche braccia se erano donne. Uomini e donne usavano oli profumati di rosa, gelsomino e nardo per ungere il capo ed il corpo dopo il bagno e le donne erano solite truccarsi il viso con una crema a base di biacca proveniente da Rodi, tale usanza delle donne era però vietata durante i lutti e le cerimonie dedicate a Demetra. I romani a contatto con la cultura greca, dopo averli vinti ne assimilarono le usanze e costumi, Nel I secolo a.C. Vitruvio scrive: " ..la natura ha composto il corpo umano in modo tale che il viso, dal mento all'alto della fronte e alle più basse radici dei capelli, fosse la decima parte del corpo., la terza parte del viso, considerata in altezza, è dal mento alla base delle narici; un'altra terza parte è costituita dal naso stesso considerato dalla base delle narici al punto d'incontro delle sopracciglia e la terza parte va da lì alla radice dei capelli.": I dipinti e resti archeologici ci dicono abbastanza degli usi dei romani, Ovidio addirittura pubblicò un manuale della bellezza ( De medicamine faciei feminae ). A Roma non si conosceva il sapone, anche se ci viene tramandato il famoso bagno di latte di Poppea, e tutti lo usavano come detergente, dopo il bagno era solito cospargersi di olio di oliva. Successivamente i romani impararono ad usare una forma primitiva di sapone inventato dai Celti. Nel periodo del Medioevo le invasioni dei popoli dell'Europa nord-orientale e la traumatica rivoluzione culturale che ne consegue per l'ex Impero romano, rendono superfluo tutto ciò che non è un bisogno primario: i modelli estetici classici non hanno alcun senso e gli invasori possono proporre, tutt'al più, l'uso di burro acido per lucidare i capelli. Ma anche questi selvaggi conquistatori furono lentamente conquistati dalla civiltà dei vinti. Finalmente per un po' di buon gusto bisognerà aspettare l'epoca feudale ( X sec. d.C. ), quando dai castelli franco-provenzali si diffonde il modello culturale cortese che restituisce una qualche gentilezza al vivere civile. Ne deriva un recupero di valori tra i quali l'apprezzamento per la bellezza, specie quella femminile, esaltata dai trovatori che, viaggiando di corte in corte, diffondono con i loro canti la fama di bellissime castellane e, senza averne piena coscienza, contribuiscono a creare dei nuovi canoni estetici pur se quasi esclusivamente femminili. E' il modello di una bellezza nordica quello che si impone, prima attraverso la letteratura, poi attraverso le conquiste militari: la carnagione chiara, i capelli biondi e gli occhi azzurri, che sono caratteristiche fisiche di Normanni e Svevi, diventano il segno della distinzione sociale e condannano i più diffusi colori scuri, tipicamente mediterranei, ad essere indice di subalternità. "Biondo era e bello e di gentile aspetto." disse Dante presentando Manfredi di Svevia e bionde sono le madonne sacre o profane che siano.



I manuali di bellezza dell'epoca suggeriscono alle donne come rendere candido e liscio il viso con biacca, allume, borace, limone, aceto e chiara d'uovo, e biondi i capelli con tinture e lozioni a base di vegetali e minerali, rosse le labbra con minio e zafferano e bianchi i denti con la salvia. Benché la morale cristiana condanni questi costumi (v. Jacopone da Todi nella Lauda "L'ornamento delle donne dannoso") o la satira ne faccia oggetto di sberleffo (v. Boccaccio in "Corbaccio") la moda imperversa e le donne stesse preparano da sé i loro belletti se non possono ricorrere ai "merciai". Nel Rinascimento l 'ammirazione per il bello inteso come perfezione e armonia riporta in primo piano i canoni estetici classici ed il bisogno di ricercare rimedi indispensabili per rendere perfetto ciò che non lo è del tutto. Nel 1562, G. Mariniello scrive il primo trattato di cosmetologia dell'Occidente ("Gli ornamenti delle donne") e non è un caso che a farlo sia un italiano: in Italia infatti predomina una concezione di vita che celebra la bellezza del corpo e gli italiani sono i primi artefici dei profumi. Grazie ad i mercanti veneziani o fiorentini preziose sostanze orientali vengono riversate sul mercato per soddisfare le aspirazioni di uomini e donne desiderosi di piacere e di piacersi; una vera mania per i belletti ed i profumi si diffonde nelle classi più abbienti: vaporizzazioni di mercurio, bistecche crude sulla pelle, ricette segretamente preparate e riservate a pochissime elette permettono alle dame delle corti signorili di avere quell'aspetto che pittori come Botticelli o Tiziano hanno eternato. Quando Caterina de Medici sposa il re di Francia porta con sé, a Parigi, Renato il suo profumiere personale che darà origine ad una produzione locale di cosmetici (seconda metà del 1500). Tra il 1600 ed il 1700 è l'epoca delle teste incipriate, dei nei finti su viso, spalle e décolleté. La toilette di dame e cavalieri esige parecchio tempo: bisogna preparare il viso con poca acqua e alcool profumato; vi si stende sopra un unguento fatto con pasta di mandorle e grasso di montone e poi la biacca. Il viso diventa una tavolozza su cui col bistro si ridisegnano occhi e sopracciglia e si pennella un liquido rosso (in ben 12 sfumature!) per dar colore. Addirittura si usa una sorta di cosmetico azzurro per sottolineare le vene. Il modello estetico viene sempre dalla corte, specialmente quella di Francia, e a Parigi Mademoiselle Martin, profumiera reale, è l'arbitro dell'eleganza femminile. A soddisfare prontamente i bisogni estetici dei cortigiani sono addirittura poste in commercio delle trousses che contengono belletti bianchi e rossi, matita per labbra e nei finti. In Inghiltera invece nel 1770 il Parlamento emette una ordinanza secondo il quale sarà condannata come strega qualunque donna abbia conquistato un marito tramite capelli finti, tacchi alti, profumi e belletti ed il matrimonio sarà annullato. Nell'età contemporanea i radicali mutamenti determinati dalla rivoluzione francese e l'avvento della borghesia portano nuovi modelli di vita e nuovi costumi. Lo spirito pratico dei borghesi è immune dai fasti e dagli eccessi coltivati finora; anzi, gli ideali forti del Romanticismo fanno emergere l'interiorità di uomini e donne il cui aspetto fisico sarà specchio di animi tormentati e inquieti: "Solcata ho la fronte, occhi incavati intenti crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto labbro tumido acceso e tersi denti capo chino, bel collo e largo petto; giuste membra." Si presenta così Ugo Foscolo (1778-1827), affascinante esemplare maschile dell'epoca. Il vero diventa soggetto dell'arte e questo canone porta alla ribalta le classi sociali subalterne e, per la prima volta nella storia, si scoprirà la bellezza anche in personaggi minati dalla tisi, filatrici di seta, lavandaie e sartine, in contadini e pescatori. Una relativa sobrietà di costumi tipicamente borghese coinvolge le classi sociali più abbienti e la bellezza non è più potenziata da "ritocchi" evidenti e da abiti di elaborata sfarzosità che sono invece riservati alle donne di malaffare. Il progresso industriale consente il nascere delle prime industrie cosmetiche e nel 1890, a Parigi Madame Lucas fonda la prima Maison de Beauté. Il XX secolo si apre su scenari drammatici: la Prima guerra mondiale porterà morte e fame in Europa e ci sarà poco da disquisire su ciò che è bello; la situazione si ripete tra un ventennio con la Seconda guerra mondiale. In mezzo, in Italia e Germania, la dittatura che, programmando la vita quotidiana del popolo, proporrà modelli autocelebrativi: uomini belli e virili come il capo fatti per essere soldati e donne floride e prosperose fatte per essere spose e madri di soldati. Negli anni venti comunque, per la prima volta nella storia, le donne avevano voluto tagliare i capelli alla garçon , avevano abbandonato abiti lunghi, sottogonne, busti e gardenfant per indossare abiti dalle linee morbide e scivolate e soprattutto dall'orlo al ginocchio. Nel secondo dopoguerra sarà il cinema, soprattutto quello di Hollywood , a proporre i nuovi canoni: le vamp bionde platinate, brune appetitose o rosse incendiarie, tutte maggiorate, saranno le ispiratrici della moda, del culto dell'aspetto, dello stile di vita di donne di ogni ceto sociale mentre per gli uomini varranno i modelli del duro, del rubacuori o del bel tenebroso. Lo sviluppo successivo di altri mezzi mediatici, televisione e rotocalchi in particolare incentiveranno la tendenza, sempre più attuale, ad assumere come canoni quelli proposti dal mondo dello spettacolo e delle passerelle che vengono imposti ogni stagione. Le migliori disponibilità economiche ed i nuovi ritrovati della scienza, della cosmetologia, delle tecniche chirurgiche e della medicina, consentono a uomini e donne della nostra epoca di adeguarsi sempre più pienamente ai modelli proposti e scelti alla ricerca di una perfezione che, purtroppo con la cultura del consumismo ha l'inconveniente di passar presto di moda.