gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione Allenare i Pettorali vedi tabella di anatomia PROSSIMA PUBBLICAZIONE Pilosella Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - Pilosella, utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite - In erboristeria, dall'utilizzo della pianta fiorita intera della pilosella, si ricava un prodotto che, grazie all'azione drenante e disintossicante dei flavonoidi, è utilissimo contro la ritenzione idrica, nella cura degli edemi degli arti inferiori, nel controllo dell'ipertensione e nella guerra alla cellulite. Vedi: altri prodotti erboristici la fitoterapia rimedi naturali i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere Allenamento a Piramide È una metodica che prevede, per ogni esercizio, un certo numero di serie, partendo da una percentuale di peso bassa o media per terminare con pesi molto elevati o massimali. La salita viene effettuata aumentando ad ogni serie il peso di circa il 5% rispetto al massimale, ovviamente mano a mano che si sale cala il numero delle ripetizioni per ogni serie, fino ad arrivare ad una serie di un'unica ripetizione con il 95-100% del massimale. Terminate le serie in salita, con lo stesso criterio si ridiscende al peso di partenza. I tempi di recupero tra le serie sono di circa 2-3 minuti. In generale è utile soprattutto come allenamento di mantenimento e richiamo della forza, Per gli sportivi è un metodo molto utile per raggiungere buoni livelli di forza massimale, da adottare comunque in periodi di non agonismo, Per i giovani si parte normalmente con un peso intorno al 50-55% del massimale e si arriva, prima di ridiscendere, ad un massimo del 75-80%. Invece gli atleti evoluti partono dal 75% , raggiungono un apice del 95-100%, per poi ridiscendere al 75%. Esempio di allenamento a piramide per le distensioni con bilanciere su panca piana, per un atleta con un massimale di 100kg, in un contesto di sedute di richiamo per la Forza, numero serie previste 6, recupero completo: prima serie con 70 kg seconda con 77,5 kg terza con 82,5 kg quarta con 90 kg quinta con 80 kg sesta con 70 kgmassimo numero di ripetizioni possibili massimo numero di ripetizioni possibili massimo numero di ripetizioni possibili massimo numero di ripetizioni possibili massimo numero di ripetizioni possibili massimo numero di ripetizioni possibili riposo di circa 3 minuti Piruvato Prodotto intermedio del metabolismo dei carboidrati, il tipo di piruvato che si ha nel corso dell'ossidazione del glucosio è l'acido piruvico. Il glucosio viene convertito in piruvato da vari enzimi. Successivamente il piruvato si trasforma in acetil coenzima A, che sua volta: in condizioni aerobiche è indirizzato nel ciclo di KREBS o dell'acido citrico; in condizioni anaerobiche viene convertito di acido lattico. Strutturalmente, il piruvato può essere considerato come una mezza molecola di glucosio, dal momento che il glucosio contiene sei atomi di Carbonio e il piruvato tre. Agli integratori di piruvato in commercio, che vengono stabilizzati con l'aggiunta di vari minerali: come il calcio, il potassio, il sodio e il magnesio, oppure con l'unione all'aminoacido GLICINA, vengono attribuite proprietà grasso-inibenti, che ne farebbero degli ottimi coadiuvanti per il dimagrimento. VEDI: Alimentazione corpo umano preparazione fisica body building integratori la carne di pollo e tacchino La carne bianca (pollo, tacchino, coniglio) è ricca di proteine nobili (indispensabili all'organismo, per esempio, per rinnovare i tessuti e per la formazione degli ormoni, degli enzimi, degli anticorpi) e di aminoacidi ramificati (utili nel metabolismo dei muscoli e nel promuovere lo smaltimento delle tossine che si formano quando un organismo svolge un intenso lavoro atletico). Nonostante l'aspetto bianco della carne, 100 grammi di pollo e tacchino contengono rispettivamente 1,5 e 2,5 grammi di ferro, valori più o meno equivalenti alla carne di bovino. La carne di pollo ha il vantaggio di essere più facilmente masticabile e digeribile, soprattutto se cucinata in modo semplice (arrosto, ai ferri, lessata). La tenerezza del pollo è dovuta alla struttura delle fibre muscolari che presentano un diametro di circa 45-48 micron, una misura inferiore a quella delle carni bovine (73-75 micron), delle carni ovine (50-54 micron) e di quelle suine (90-92 micron). Le carni bianche risultano più agevolmente masticabili e digeribili anche perché hanno una minor presenza di tessuto connettivo, un consiglio è quello di non esagerare nei condimenti e nei sughi. Un'altra caratteristica delle carni bianche riguarda la ridotta presenza di grassi: solo l'1% nel petto di pollo e l'1,5% nel tacchino (senza pelle). Il basso contenuto di grassi, (che tra l'altro sono concentrati nella pelle, facilmente eliminabile), riduce l'apporto calorico di queste carni, rendendole ideali per chi tiene sotto controllo il peso corporeo. Comunque, il grasso di pollo e tacchino ha caratteristiche più vicine ai grassi di origine vegetali, infatti, nella sua composizione predominano gli acidi grassi polinsaturi (acido linoleico e linolenico), e contiene molto meno colesterolo. E' sbagliato credere che i polli in passato fossero migliori di quelli di oggi perché mangiavano quello che trovavano in terra. Grazie ai progressi della zootecnia (scelta dei riproduttori, mangimi bilanciati, allevamento a terra, macellazione nel rispetto delle norme sanitarie), i polli sono molto più garantiti dal punto di vista igienico e nutrizionale. Una volta la carne era più soda perché gli animali vivevano più a lungo ed impiegavano più tempo a crescere. Nei polli e nei tacchini non c'è uso di ormoni estrogeni, perché tale impiego può offrire dei vantaggi all'allevatore solo per gli animali di grossa taglia (pollo e tacchino hanno una massa corporea limitata e un ciclo di maturazione di pochi mesi). composizione di alcuni tipi di carne frescaacqua grproteine grlipidi grglicidi grferro mgcalorie pollointero68,719,11101,5175 petto75,322,50,901,697 coscia74,217,96,502130 tacchinopetto70,2224,90,42,5134 coscia69,220,911,20,42,5186 ala68,222,311,502,5193 vitello76,920,7102,392 Bovino adultomagra72,120,75,102,3129 semi grassa64,818,815,402,1214 grassa52,115,829,202330 Maiale magrobistecca7418,3301,5100 coscio75,318,7301,6102 Maiale grassomagra72,519,96,801,7141 semi grassa6017,222,101,4268 grassa4914,537,301,2394 gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione ALLENARE I POLPACCI vedi immagine di anatomia umana PROSSIMA PUBBLICAZIONE POTENZA AEROBICA MASSIMO CONSUMO DI OSSIGENO E MASSIMA INTENSITA' LAVORATIVA REALIZZABILE SENZA UTILIZZO ANAEROBICO DELLA GLICOLISI, OVVERO SENZA RAGGIUNGERE LA SOGLIA ANAEROBICA. CAPACITA' AEROBICA POSSIBILITA' DI PROTRARRE L'ATTIVITA' MUSCOLARE GRAZIE ALLA PRESENZA E ALL'UTILIZZO OTTIMALE DEL GLICOGENO. vedi: PREPARAZIONE ATLETICA gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione Come preparare un decotto Per preparare un decotto occorre collocare la sostanza vegetale dentro dell'acqua bollente e lasciare bollire anche per qualche decina di minuti. Alla fine si filtra ed eventualmente si spreme il residuo per estrarne completamente il succo. I decotti devono essere utilizzati nelle quantità, nei modi e alle temperature previsti dalla ricetta. Come preparare un infuso Per preparare un infuso occorre sminuzzare la sostanza vegetale e porla in un recipiente. Dopo di che versare la quantità d'acqua bollente necessaria e lasciare riposare per almeno 7-8 minuti, o per il tempo suggerito dalla ricetta, quindi filtrare e spremere il residuo per raccogliere la maggior parte dei principi attivi. Generalmente l'infuso va bevuto caldo, può succedere che alcuni infusi particolarmente amari risultino accettabili solo a temperatura ambiente. Come preparare una macerazione È una tecnica adottata per estrarre in tempi lunghi tutte le sostanze attive, soprattutto quelle facilmente alterabili dalle temperature elevate. Dopo aver sminuzzato e pestato la sostanza vegetale, versarle sopra dell'acqua a temperatura ambiente. Lasciare a riposo per il periodo previsto dalla ricetta, agitando il miscuglio di tanto in tanto. Infine colare attentamente comprimendo i vegetali macerati. Come preparare uno sciroppo L'utilizzo dello sciroppo è subordinato alla possibilità di rendere piacevole al palato l'assunzione di sostanze terapeutiche di sapore sgradevole. Gli sciroppi si ottengono preparando un liquido contenente acqua e zucchero in cui vengono aggiunte tali materie medicamentose. L'uso dello sciroppo è consigliabile solo eccezionalmente, è sicuramente da evitare nei casi di diabete e di soprappeso. cellulite Come preparare un succo La preparazione di un succo, da una sostanza vegetale, ha lo scopo di estrarne le materie attive. A tale scopo, in funzione della collocazione di tali elementi nell'erba o nella pianta da cui si vuole attingere, possono essere spremuti o centrifugati sia i frutti freschi che le foglie o i gambi. Come preparare una tintura Le tinture si ottengono estraendo le sostanze attive delle erbe per mezzo di: alcool, etere, vino o altri alcolici. Generalmente si utilizza la tecnica della macerazione, in cui è necessario lasciare a riposo il miscuglio. Un altro sistema per preparare una tintura, è tramite una semplice percolazione, in cui il liquido viene fatto gocciolare attraverso la sostanza vegetale, contenuta in un recipiente lungo e stretto. Particolari macerazioni alcoliche sono i liquori e i vini aromatizzati. Le tinture, anche se sono preparate per scopi terapeutici, spesso risultano gradevoli al palato. Ovviamente tutte le preparazioni a base di alcool devono essere consumate con moderazione e sono assolutamente sconsigliabili agli adolescenti. Home Page UN PREPARATO CONTRO L'INSONNIA E GLI STATI DI AGITAZIONE Mettere a macerare per 5 giorni, 50 grammi di fiori e foglie di basilico e 50 grammi di fiori di camomilla, in un litro di marsala; quindi filtrare e berne 1 0 2 bicchierini al giorno per almeno 20 giorni. Contro l'insonnia si può utilizzare anche l'olio essenziale di basilico, preparato in erboristeria, ingerendone 3 gocce in un cucchiaino di miele. E' bene ricordare che abusare degli oli essenziali può essere dannoso, la dose massima consentita in questa situazione è di 9 gocce distribuite nell'arco della giornata. vedi: insonnia e benessere La Pressione Arteriosa La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi ove scorre, dipende dal ritmo e dalla forza con cui il cuore "pompa", dalla quantità di sangue e, soprattutto, dalle resistenze che le arterie oppongono al flusso sanguigno. Viene definita da due indici numerici che ne esprimono i valori "massimi" e "minimi". La pressione arteriosa massima o sistolica individua la forza esercitata mentre il cuore si contrae, quella minima o diastolica indica, invece, la forza praticata dal sangue mentre il cuore si dilata. La regolazione della pressione deriva dall'attività di centri vasomotori disponibili nel tessuto cerebrale e da varie sostanze ormonali e non, presenti nel corpo umano, le due più importanti sono la Renina e l'Angiotensina. La Renina, rilasciata dal rene in seguito ad un abbassamento della pressione, agendo sull'angiotensiogeno, lo trasforma in Angiotensina, sostanza con forti proprietà vasocostrittive, (il pronto rialzamento della pressione sarà un effetto diretto della vasocostrizione). Il modo più diffuso per misurare la pressione è tramite lo sfigmomanometro, la misurazione viene espressa in millimetri di mercurio (mm Hg). La pressione durante la giornata è soggetta a varie fluttuazioni, è nel sonno e nelle prime ore del mattino che si registrano i valori più bassi. Età, sesso, attività fisica, temperatura ambientale, stress ne determinano le oscillazioni. L'Organizzazione Mondiale della Sanità indica come normali, per individui adulti tra i 20 e i 60 anni, valori inferiori a 140/90, mentre per valori oltre i 150/99 si può parlare di ipertensione. Prevenire le tendiniti Ai soggetti che praticano attività sportive che procurano carichi e traumi eccessivi e che possono, quindi, frequentemente causare tendiniti, suggeriamo una tecnica di prevenzione che assicura buone percentuali di riuscita. Si tratta della cosiddetta "tecnica del freddo intermittente con allungamento muscolare" (stretch e freddo). Utilizzando un bicchiere di acqua ghiacciata, si fanno delle passate parallele unidirezionali per l'intera lunghezza del tendine a rischio o già leggermente dolorante. Lo sfregamento deve avvenire lentamente e per circa 60 secondi, in contemporanea va eseguito uno stiramento passivo del muscolo relativo. Il tutto può essere ripetuto più volte, allo scopo di pervenire al completo rilassamento muscolare, dopodiché, si potrà applicare un impacco caldo umido sulla pelle, in maniera di scaldarla ed allentare ogni ulteriore eventuale tensione, infine, si effettuerà una contrazione attiva contro resistenza e una mobilizzazione articolare per tutta la possibile estensione. Il raggiungimento della completa normale lunghezza del muscolo è di fondamentale importanza per eliminare il dolore. L'intera seduta, della durata di circa 30 minuti, permetterà di mantenere una buona escursione articolare e una positiva scioltezza dei movimenti, prevenendo, riducendo od eliminando il dolore. copertina cerca nel sito video forum news sportive alimentazione integratori erboristeria corpo umano benessere preparazione atletica bodybuilding medicina sportiva salute sports vari donna e sport rimedi naturali risposte home fitness combattere la cellulite: vedi consigli per dimagrire: vedi come allenarsi ALIMENTAZIONE tante informazioni utili sugli alimenti: proprietà, calorie e controindicazioni; le diete più adeguate per ogni sport, le giuste combinazioni alimentari e altro. INTEGRATORI i segreti dell'integrazione: la creatina, le bevande saline, la glutammina, gli aminoacidi, la carnitina, il cromo, la pappa reale, il piruvato, e altri. ERBORISTERIA proprietà, indicazioni ed impiego delle più efficaci erbe naturali, quali: aloe, ananas, betulla, centella, guaranà, spirulina, echinacea, ginkgo e altre.CORPO UMANO le proprietà e le caratteristiche delle fibre muscolari, il metabolismo, gli enzimi, l'acido lattico, la respirazione, gli ormoni e tanto altro. BENESSERE dimagrire, la cellulite, la sauna, il cardiofitness, l'omeopatia, la dieta a zona, l'elettrostimolazione, il massaggio, lo stretching, i fiori di bach e tanto altro.PREPARAZIONE ATLETICA concetti e tecniche di allenamento per la forza e la resistenza, i sistemi energetici, il circuit training, allenarsi con il cardiofrequenzimetro e altro. BODYBUILDING bodybuilding, il massimo sviluppo e la perfetta armonia nelle proporzioni, la ricerca della miglior definizione con l'ideale separazione visiva dei muscoli.MEDICINA SPORTIVA la cura dei più frequenti problemi fisici degli sportivi: menisco, distorsioni e tendiniti; fisioterapia: le proprietà di laser, ultrasuoni e ozono. SALUTE sezione dedicata ad argomenti relativi alla salute di sportivi e non, quali: i calcoli renali, calli e verruche, i radicali liberi, la cura dei denti, le vaccinazioni.SPORT VARI corsa: metodiche di allenamento; tennis: la preparazione fisica; calcio: i siti delle squadre di A; ciclismo; basket; pallavolo; formula 1 e altro. DONNA E SPORT sezione dedicata interamente alla donna: sport e gravidanza; il recupero dopo il parto, allenarsi durante il ciclo, esercizi estetici, e tanto altro.RIMEDI NATURALI consigli su come poter risolvere molti problemi in modo del tutto naturale: un bagno drenante contro la cellulite, le maschere naturali di bellezza e altro. RISPOSTE il miele, le maltodestrine, il doping, gli O.G.M., lo yogurth, il sovrallenamento, il glicogeno, l'ematocrito, rafforzare le difese, il latte, e tanto altro.HOME FITNESS caratteristiche ed impieghi delle attrezzature per gli allenamenti casalinghi, esempi di programmazione e di utilizzo, fotografie. Motore di ricerca interno: scrivere quello che si intende ricercare all'interno del sito e cliccare su search vivailfitness.it - direzione generale: postmaster@vivailfitness.it ufficio pubblicità: pubbli@vivailfitness.it - indirizzo richieste: richieste@vivailfitness.it ginnastica per cosce e glutei cardio fitness Principi Alimentari: macro e micro nutrimenti Gli elementi chimici e i composti contenuti negli alimenti, indispensabili per la vita del nostro organismo si possono classificare in: 1)CALORICI - grassi o lipidi, - zuccheri o glicidi o idrati di carbonio, - protidi o proteine 2)NON CALORICI - I MINERALI, - LE VITAMINE, - acqua, - ossigeno Propoli Propoli: antibatterico per le vie respiratorie ed azione antiossidante - Propoli: antibatterico per le vie respiratorie ed azione antiossidante - Propoli: antibatterico per le vie respiratorie ed azione antiossidante - Propoli: antibatterico per le vie respiratorie ed azione antiossidante - Propoli: antibatterico per le vie respiratorie ed azione antiossidante - Propoli: antibatterico per le vie respiratorie ed azione antiossidante - Propoli: antibatterico per le vie respiratorie ed azione antiossidante - Propoli: antibatterico per le vie respiratorie ed azione antiossidante - La Propoli è utilissima contro il mal di gola, le affezioni delle prime vie respiratorie (faringiti, tracheiti, tonsilliti) e del cavo orale (gengiviti, stomatiti, glossiti, afte), gli stati influenzali e le malattie virali. È costituita da secrezioni resinose e da resine, che le api raccolgono sugli alberi e mescolano successivamente con saliva e cera. Svolge una massiccia azione antibatterica, ma è anche antiossidante, vasoprotettiva ed immunostimolante. Contiene sostanze minerali, aminoacidi, vitamine (A, C, B2, B5, acido folico e altre vitamine del gruppo B), polisaccaridi, terpeni, acidi uronici, acidi aromatici e flavonoidi. Si trova sotto forma di compresse, capsule, olio, soluzioni alcoliche e glicoliche. FUNZIONE DEI VARI PRINCIPI ALIMENTARI ENERGETICA:PLASTICA:REGOLATRICE: Grassi o lipidi Carboidrati o glicidi Proteine (solo in caso di necessità)Proteine Sali minerali Ossigeno acquavitamine Proteine le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - le proteine, indispensabili per la costruzione e la riparazione delle cellule - Le proteine hanno una specifica funzione plastica, ossia di costruzione e riparazione delle cellule e dei tessuti consumati nei processi vitali. Le proteine sono dei composti organici, costituiti da quattro elementi fondamentali: Carbonio, azoto, ossigeno ed Idrogeno; solo la fonte principale di azoto organico. Hanno una struttura particolare, derivata dalla concatenazione di composti più piccoli: gli aminoacidi. Il nostro organismo è in grado di sintetizzare gli aminoacidi, partendo da aminoacidi diversi, solo i cosiddetti aminoacidi essenziali devono essere introdotti nell'organismo già precostituiti con l'alimentazione. Non siamo in un grado di accumulare proteine per formare riserve in caso di necessità, poiché le cellule vanno incontro a un continuo rinnovamento, c'è la necessità di un costante apporto di proteine per costruire nuovi tessuti e riparare quelli distrutti. Le proteine hanno importanza decisiva per la formazione delle masse muscolari. Normalmente, poiché le proteine servono anche per riparare i tessuti danneggiati, devono essere sempre incluse nell'ultimo pasto della giornata, affinché possano essere utilizzate nella ricostruzione dei tessuti nel periodo di riposo. Nella dieta devono essere presenti e in ragione del 15-25% del totale delle calorie ingerite: forniscono 4 calorie per grammo. L'organismo in accrescimento, come pure l'atleta che effettua lavori muscolari gravosi, necessita di un'alto apporto di proteine (2-3 grammi per kg di peso corporeo nelle 24 ore). Abbondano nelle carni, uova, pesce, cacciagione, latte, formaggi, legumi secchi. Una dieta eccessivamente proteica può provocare: -accumulo di grasso di deposito (se le proteine inserite vanno oltre il fabbisogno calorico totale; -formazione eccessiva di scorie azotate tossiche (ammoniaca, creatinina, acido urico, urea, ecc.). Le scorie azotate in eccesso creano difficoltà nel ricambio e ricostituzione di nuove strutture cellulari, affaticamento dei reni e del fegato, acidosi del sangue, difficoltà e disturbi digestivi. Una dieta ricca di proteine richiede una notevole apporto di acqua (7ml per ogni chilocaloria di origine proteica), allo scopo di facilitare l'eliminazione delle scorie azotate. Cresce anche il fabbisogno di vitamina B1 e potassio. PERCENTUALE DI PROTEINE IN ALCUNI ALIMENTI SALAME PROSCIUTTO MORTADELLA GRANA EMMENTHAL GORGONZOLA MOZZARELLA RICOTTA YOGURTH CAVALLO MANZO MAIALE40 20 16 35 28 20 19 12 4 22 19 18POLLO ROMBO TONNO TROTA ANGUILLA SOGLIOLA FAGIOLI SECCHI FAGIOLI FRESCHI PISELLI SECCHI LENTICCHIE UOVO INTERO PANE BIANCO19 16 21 15 12 16 23 7 21 25 13 7 "psicologia del benessere" COME MIGLIORARE IL RAPPORTO CON GLI ALTRI! Quale sensazione è più bella e più completa nella vita di una donna se non la maternità? La maternità è principalmente: gioia e serenità! L'esperienza più piena e più profonda di ogni essere umano! E' quell'evento che permette ad una donna di "ascoltare" veramente il proprio corpo, stabilendo, per la prima ed unica volta nella sua vita, un' unità psicorporea. Il bambino neonato riempierà il cuore e la vita di chi lo circonda. O almeno così dovrebbe essere, perché, purtroppo, spesso si presentano delle situazioni più complesse, a partire già da dopo il parto, al ritorno a casa: difficoltà nell'allattamento, bambini che non dormono la notte. O situazioni che possono manifestarsi più in là nel tempo. Finito l'entusiasmo iniziale, infatti, emerge un inatteso disagio derivato dalle rinunce dei propri interessi, dalla difficoltà nel ristabilire la vita di coppia, nel mantenere relazioni con gli amici. Insomma, situazioni come queste, e tante altre, portano a pensare che il momento tanto sognato non corrisponde esattamente alle attese! Obiettivamente oggi è difficile: nella nostra società la gravidanza viene vista sempre di più come un peso ed un problema e, quindi, evitata, se possibile. Purtroppo tutte le cose belle comportano difficoltà e sacrifici e così anche la gravidanza per quanto essa sia un evento straordinario! Spesso molte di queste difficoltà possono essere superate se si offre alle mamme ed ai papà un aiuto a partire dal creare un ambiente empatico e di sostegno durante questo difficile percorso della vita. Non bisogna "assuefarsi" a questo pensiero tanto diffuso di evitare questo momento fantastico! La Psicologia del Benessere rivolge l'attenzione anche a questa sfera, perché possibile ulteriore via verso il Benessere . Si offre, infatti, di far migliorare questa ottica prevalente, alimentando nel cuore dei futuri genitori:ottimismo, gioia e speranza! I bambini, infatti, portano gioia nella famiglia e saperli amare fin dal momento del loro concepimento è testimonianza di un amore grande. Via quindi quell'egoismo e quella paura sempre più dilaganti! La Psicologia del Benessere propone di sviluppare una maggiore consapevolezza, invitando a: · fermarsi a riflettere sulla condizione personale attuale · interrogarsi circa i propri atteggiamenti e le proprie aspirazioni. · valutare criticamente il proprio percorso esistenziale. Facendo ciò sarà forse più facile esplorare e focalizzare i pensieri negativi che portano ad evitare la maternità, per far spazio a sensazioni più positive. Un passo successivo è il prendere coscienza che lo stile di vita e il "sentire" in gravidanza possono influenzare lo sviluppo futuro del bambino! Quando siamo sani emotivamente, infatti, si crea una maggiore probabilita' di un funzionamento sano del nostro corpo ed in questo caso, anche del bambino. Dobbiamo imparare, che lo stress è dannoso! Esso provoca un aumento di cortisolo nel corpo e, durante la gravidanza, ciò è ancora più dannoso perché responsabile di parti prematuri, di morte neonatale e di complicanze generali nel bambino. Anche un comportamento alimentare scorretto può incidere e danneggiare il feto, ecco perché seguire una dieta controllata, che preveda, in primis, la riduzione di bevande alcoliche e di fumo. In previsione di una gravidanza, quindi, la Psicologia del Benessere suggerisce di cambiare il ritmo e lo stile di vita quotidiano adottato fin ad ora. Propone, così, un percorso di "educazione alla gravidanza", ulteriore momento di crescita individuale. Partendo dai risultati delle ricerche scientifiche sull'effettivo flusso di comunicazione, a vari livelli, tra madre-bambino e bambino-madre, da quello fisiologico di scambio di sangue e di ossigeno e di altre sostanze vitali per un sano sviluppo del feto; a quello comportamentale, la Psicologia del Benessere, invita a sviluppare queste attività attraverso varie operazioni. Innanzitutto creare intorno alla coppia ed quindi al bambino un ambiente armonioso lontano dal caos e da eventi spiacevoli, per quanto ciò sia possibile. La mamma infatti deve cercare di essere rilassata e serena per poter comunicare efficacemente con il proprio corpo e di conseguenza con il suo bambino. In questa relazione diadica può partecipare, senz'altro, anche il papà tramite il contatto verbale e affettivo attraverso il grembo della partner. E' molto importante la comunicazione con il bambino. La voce della madre deve essere bassa, calma, dolce, con essa può trasmettere valenze emotive ed affettive e ricevere risposte da parte del feto. Questa comunicazione verbale, deve essere accompagnata da una "comunicazione gestuale" di massaggi e carezze sulla pancia: gesti di rassicurazione e dedizione. Può essere determinante, in gravidanza, l'aspetto comportamentale dei due genitori e la loro volontà a mantenere un equilibrio. Questo percorso di educazione alla gravidanza aiuterà la mamma a superare i disagi, preparandola ad affrontare anche il momento della nascita. Molto importante è comunque imparare ad ascoltare il proprio corpo e mai come in questa occasione è necessario farlo; esso permette di entrare in contatto con la parte più profonda dell'essere, facilitando il rapporto con il bambino. Questa sintonizzazione sarà più possibile se la madre sarà rilassata. Si consigliano: la meditazione; le tecniche di rilassamento; attività ricreative; tecniche respiratorie; tecniche yoga; massaggio, durante la gravidanza e al bambino neonato; ascolto di musica classica; la tecnica delle visualizzazioni, scegliere, cioè, un' immagine energizzante che più si adatti al proprio stato d'animo e concentrandovicisi affinchè sia il più viva possibile. L'uso del diario quotidiano, per stare a contatto con le proprie emozioni negative, o positive che siano, poichè aiuta ad eliminarle e ciò è particolarmente utile in gravidanza poiché la vita cambia e cambia il fisico ai propri occhi e a quelli del compagno. Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) VEDI: SPORT E GRAVIDANZA COME RECUPERARE DOPO IL PARTO Psicologia e benessere a cura del Dott. Luigi Mastronardi, psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma. Il dott. Mastronardi, laureato in FILOSOFIA ed in PSICOLOGIA, è autore di oltre 50 pubblicazioni, tra cui: - LE TECNICHE DELLA PSICOTERAPIA (1984), Edizioni KAPPA, libro consigliato nel corso di Laurea in Psicologia dell'Università di Roma; - LA PSICOLOGIA DEI PROVERBI (1988), Edizioni Scientifiche Magi, Roma; - IO GUARIRO'!, Autoterapie Psicologiche (2001), Tecniche Nuove, Milano; - IL BENESSERE CON LA PSICOLOGIA - Tecniche Nuove, Milano, di recentissima pubblicazione >>> vedi copertina leggi alcuni interessantissimi articoli scritti dal Dott. Mastronardi Dimagrire all'insegna del Benessere Benessere e Pensiero Positivo Insonnia e Benessere Benessere e Stress Il "Centro Benessere" Psicologo e Centro Benessere Ansia e Benessere Accettare i propri limiti Coping e Benessere Sport = benessere Sessualità e benessere Migliorare il rapporto con gli altri Migliorare il modo di comunicare Costruire il benessere per i figli Controllare e gestire la rabbia Migliorare il rapporto di coppia Benessere senza farmaci Perché farsi l'amante??? La Maternità La Depressione Post Parto Combattere lo Stress da Lavoro La Depressione Adolescenziale Insegnare l'autocontrollo ai figli Mantenere il benessere in famiglia articoli consigliati: lo Yoga la fitoterapia rimedi naturali i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione PERCHE' FARSI L'AMANTE a cura del Dott. Luigi Mastronardi, psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma. A volte si vive un rapporto sentimentale chiuso ed opprimente. La ripetitività e la noia impediscono qualunque slancio creativo. Lentamente subentra una pericolosa mancanza di comunicazione, che spegne entusiasmi e fantasie. E questo quando non vi è anche violenza fisica e psicologica. Il parere dello psicologo naturalmente è quello di meditare bene ed a lungo sull'opportunità di continuare la relazione, e nel caso non sia possibile, per i motivi più disparati, giungere ad una decisione risolutiva. Ecco che allora può farsi strada e trovare legittimità, l'ipotesi di un rapporto parallelo ed alternativo. Questa soluzione rimane pur sempre una situazione sulfurea e corrosiva, ma apre le porte alla fantasia, alle emozioni lancinanti, ad un rivivere "a palla" vecchi sentimenti e nuovi desideri, a sentirsi ringiovanire, a lanciarsi fuori dai legacci di un rapporto asfissiante e degenerativo. Si è visto infatti che chi si trova a vivere questa nuova dimensione, tende a ripotenziare il suo sistema immunitario e di conseguenza a sconfiggere oltre che ansie, apatie e depressioni, anche una pericolosa tendenza verso il malessere e la malattia. Io personalmente da oltre 26 anni mi occupo di psicoterapia (dinamica breve) applicata anche a forme tumorali, ed ho notato che a volte, individuata bene la causa psicosomatica dell'affezione (sono un ostinato ed irriducibile assertore della genesi psicologica dello star male) se casualmente o volutamente il corso dell'analisi si incrocia con l'esplosione di un nuovo amore, e quindi con la riscoperta di tutto il corredo emozionale esposto prima, ecco che tutto questo gioca a favore del successo della psicoterapia (e quindi anche delle altre terapie in atto). Rimane tuttavia materia incandescente, che dovrebbe essere trattata con enorme cautela ed attenzione, e considerata al pari di un rimedio farmacologico con le sue controindicazioni, effetti collaterali e reazioni avverse. Ma "farmacon" non vuol dire veleno in greco antico? E qualunque medicina, come detto, non fa più male che bene? E allora? Allora tiriamo le somme: - l'adulterio può essere utile perché scatena un uragano di emozioni che fanno terremotare una stanca o disperata situazione di coppia; - queste emozioni possono essere incanalate verso una maggiore e migliore comprensione del proprio status; - possono portare uno scossone "creativo" che può rivelarsi produttivo anche nella vita lavorativa; - possono potenziare il proprio sistema immunitario e quindi costituire una nuova risorsa per la propria salute; - possono risvegliare una sessualità sopita, con tutte le piacevoli ed interessanti conseguenze del caso. Di contro osserviamo che potrebbero: - scatenare sensi di colpa verso l'abituale partner; - generare altra ansia ed inquietudine; - portare,in caso di scoperta, ad un feroce inasprimento dei rapporti con il vecchio partner; - ingarbugliare maggiormente la propria situazione di coppia. Pertanto sulla base di quanto detto, consideriamo che, chi si accosta a questo tipo di avventura (è il caso di dirlo) deve conoscere nei minimi particolari ogni possibile pericolo; ed il segreto consiste proprio nel rimanere sempre possibilmente lucidi e padroni del contesto. In caso contrario, quando non ricorrano questi presupposti e delimitazioni, si consiglia vivamente di astenersi e di risolvere in altra maniera, più meditata e tranquilla ma parimenti determinata, i propri problemi. Inoltre volendo soddisfare ulteriori curiosità, comunico di essere conduttore proprio di un Corso sulla materia. "Perché farsi l'amante, e come" con i seguenti argomenti: I fondamenti del rapporto e le tecniche di seduzione La psicologia femminile La psicologia maschile La fantasia e la gioia creativa Il mantenimento dell'equilibrio psicologia del benessere" Come migliorare il nostro modo di comunicare Ognuno di noi ha un suo personale modo di comunicare, che può rivelarsi più o meno efficace, più o meno promotore di benessere per noi e per le persone con cui interagiamo. Quante volte ci siamo sentiti dire "non è possibile parlare con te!", "non mi ascolti!"; quante volte conversazioni intraprese con uno spirito amichevole e di collaborazione sono sfociate poi in liti furibonde? Se ciò ci è accaduto in maniera occasionale, probabilmente è dipeso dal particolare argomento della conversazione, da fraintendimenti momentanei, o perché no, dalla particolare reazione della persona che ci siamo troviamo di fronte. Ma se ciò ci capita spesso, se le conversazioni apparente più innocue tendono a trasformarsi in un match e lasciano dietro di loro una scia di rabbia e di rancore, allora è il caso di interrogarci sul nostro modo di comunicare e su quanto possiamo fare per modificarlo. I nostri modi di comunicare non sono innati, ma sono stati appresi. Quindi se interferiscono negativamente sulla nostra vita di relazione, possono essere disimparati per acquisirne altri che si rivelino più efficaci. Per imparare a comunicare in maniera più soddisfacente è necessario tenere a mente poche regole: 1. La comunicazione chiara e precisa aiuta a decidere mentre l'ambiguità crea confusione. Ci può capitare di essere talmente impacciati quando dobbiamo comunicare i nostri pensieri, desideri o sentimenti da manifestarli in una forma che li rende assolutamente incomprensibili. In questo caso le domande da porci sono: Esprimiamo le nostre opinioni in modo vago? Giriamo intorno al punto essenziale? Ci perdiamo nei particolari insignificanti? Lasciamo che sia l'altro ad intuire i nostri desideri, basandosi sugli scarsissimi elementi che gli forniamo? Se la risposta a queste domande è positiva, stiamo spianando la strada ai malintesi. Sforziamoci quindi di essere il più diretti e chiari possibile. Questo non significa che dobbiamo essere sempre totalmente sinceri. Sono poche, e preziose, le occasioni in cui un disvelamento totale può portare benessere a noi e a chi ci ascolta. Spesso, invece, la sincerità assoluta può ferire l'altro, in maniera anche irreparabile. Essere diretti significa impegnarsi consapevolmente affinché all'altro sia chiaro ciò che desideriamo comunicare, senza per forza rivelare i nostri sentimenti e i nostri pensieri più riposti sull'argomento. 2. La probabilità di creare malintesi diventa maggiore quando permettiamo che i nostri progetti personali - come la dimostrazione di qualche capacità o il desiderio di sottrarsi alla ripulsa o al ridicolo - intorbidino ciò che stiamo cercando di comunicare. Spesso siamo imprecisi per proteggerci: temiamo di essere sopraffatti o rifiutati se esprimiamo in maniera chiara un'opinione o avanziamo una richiesta diretta. Questi atteggiamenti difensivi rendono oscuro il nostro messaggio, che è destinato con molta probabilità ad essere frainteso. Procediamo allora per piccoli tentativi: sforziamoci di esprimere un'opinione o di avanzare una richiesta partendo da argomenti che ci stanno meno a cuore, rispetto a cui un rifiuto o una critica costituirebbero una minaccia davvero minima per noi. Potremmo sperimentare che il rifiuto temuto non arriva, o che se anche arrivi possiamo superarlo senza riportarne grossi danni. Così, un po' alla volta, osiamo sempre un po' di più, acquisendo giorno dopo giorno la capacità esprimerci in maniera chiara ed efficace. 3. Per avere una buona comunicazione non basta rendere comprensibili le proprie idee, ma occorre anche capire ciò che sta dicendo l'interlocutore. Se il nostro partner parla in maniera vaga o indiretta possiamo essere indotti a giungere subito a conclusioni sbagliate o ad ignorare quanto ci viene detto. Se ci rendiamo conto di avere difficoltà a comprendere davvero quanto l'altro ci sta dicendo cerchiamo, con il dovuto tatto, di saperne di più. Cerchiamo di sintonizzarci sul canale dell'altro. Può capitarci ad es. di dispensare consigli pratici quando l'altra persona magari vuole solo ascolto e sostegno emotivo. 4. Certi problemi di comunicazione nascono dalle differenze dei modi di parlare, come la scelta del momento, le pause, il ritmo del discorso, e così via. Cerchiamo di notare ed 'esplicitare' queste differenze. In questo caso potrebbe essere utile l'utilizzo di una videocamera, o almeno di registratore vocale. Registrando più episodi di conversazione (a volte ne basta anche uno solo) e rivedendo o riascoltando insieme quanto è accaduto, ai due partner possono risultare immediatamente chiare le loro differenze nel modi di parlare. Dopodiché possono decidere di creare insieme una sorta di 'regole di etichetta della conversazione'. Ad es. chi fa lunghe pause può imparare a non offendersi quando viene interrotto e chi tende ad interrompere può imparare ad aspettare; chi tende ad alzare la voce può imparare a controllarsi e il partner che ne è intimidito può imparare a "desensibilizzarsi", e così via. 5. Può accadere che non si registri mentalmente ciò che l'altro sta effettivamente comunicando. Ciò può verificarsi per insensibilità nei confronti di determinati argomenti ma spesso anche per ipersensibilità e difesa. Alcune discussioni apparentemente benevole possono rappresentare una minaccia all'autostima dell'altro, il quale per proteggersi da un danno al suo orgoglio o da un rifiuto erige delle difese che bloccano la sua visione del problema concreto. E' importante notare questi punti 'ciechi' e 'sordi' in noi o nell'altra persona e affrontare in maniera serena questo problema. Aiutiamo o lasciamoci aiutare a 'vedere' o 'sentire' quanto prima non veniva percepito. 6. Le domande possono essere cause di malintesi e sofferenze. L'utilità delle domande è indubbia. Si fanno per ricevere informazioni e appoggio, per capire cosa vuol dire l'interlocutore, negoziare, prendere decisioni. Una domanda ben posta, può indurre, come per magia, il partner a parlare; al contrario, una domanda intempestiva, inquisitoria o fuori luogo lo può bloccare. Può accadere che la persona a cui sono rivolte le domande possa vedervi quasi una provocazione diretta a saggiare le sua capacità, le sue conoscenze o la sua sincerità. Alcuni possono vedere le domande come una minaccia, percepirvi quasi un'investigazione, una breccia nelle loro difese per la scoperta dei punti deboli. Ciò accade soprattutto con le domande che iniziano con perché; queste, anche se usate nella maniera più innocente, possono richiamare alla mente dell'interlocutore gli interrogatori di riprovazione di un genitore. Quindi, interroghiamo con accortezza, usiamo la nostra ingegnosità. Potremmo fare un'osservazione di carattere generale, seguita da una domanda; oppure possiamo cominciare con il chiedere all'altra persona la sua opinione su un determinato argomento. Anche lievi difficoltà di comunicazione possono portare a grossi malintesi, questi portano spesso alla frustrazione e all'ostilità e all'ulteriore deterioramento della comunicazione stessa, in una sorta di circolo vizioso. La consapevolezza del nostro contributo alla creazione di tali difficoltà e la volontà di migliorare le nostre capacità comunicative costituiscono degli ingredienti essenziali per arrivare ad avere delle relazioni interpersonali "armoniose", e per farci riscoprire il piacere e il benessere derivanti dalla conversazione. Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) "psicologia del benessere" RAPPORTO DI COPPIA PUO' MIGLIORARE!!! Uno dei problemi delle coppie in crisi è la ferma convinzione che le cose non possano migliorare. Questa convinzione porta con sé una sensazione di impotenza e impedisce di mettere in atto delle strategie di cambiamento volte a ritrovare il benessere nella coppia. E' stato invece osservato che basta che uno solo dei due cominci ad effettuare qualche cambiamento in meglio perché il rapporto ne tragga giovamento; inoltre, il cambiamento di uno dei due partner provoca dei cambiamenti anche nell'altro. Certo non è facile iniziare il cambiamento. Quello che può succedere quando si prende in considerazione l'idea di cambiare è che ci troviamo di fronte ad atteggiamenti mentali o opinioni radicate che indeboliscono la motivazione. Raramente queste opinioni risultano valide. Vediamo, quindi, quali sono le più frequenti e quale può essere il modo per affrontarle: - "Il mio partner è incapace di cambiare". Questa asserzione è praticamente sempre sbagliata. Non esistono persone incapaci di cambiare. Il nostro sistema nervoso centrale è organizzato in maniera tale da spingerci all'apprendimento di modi di vedere e strategie sempre nuovi e migliori. I nuovi schemi di pensiero o modelli di comportamento che aumentano il piacere e diminuiscono la sofferenza sono destinati a soppiantare quelli vecchi. Quindi, se nell'ambito del rapporto di coppia si riescono a sperimentare modi di vedersi e di comportarsi più soddisfacenti dei precedenti, ci ritroveremo quasi automaticamente ad utilizzare queste nuove modalità che ci arrecano maggior piacere. - "Non c'è nulla che possa modificare il nostro rapporto". Questa è un'affermazione forte e, come tutte le affermazioni che contengono termini tipo 'tutto' o 'nulla' va verificata. Cominciamo con il mettere a fuoco quali sono i problemi specifici del nostro rapporto. Creiamo un elenco di questi problemi ponendoli in ordine di difficoltà crescente. Cominciamo quindi da quello che ci sembra più facile da affrontare, sforziamoci consapevolmente di applicare delle strategie mirate alla risoluzione del problema e osserviamo i risultati. Di solito se si è motivati e si comincia con un problema di facile soluzione i risultati sono positivi. E questo può indurre un pizzico di ottimismo in noi e nel nostro partner, motivarci ad andare avanti e affrontare problemi sempre più complessi. - "Le cose non faranno che peggiorare". Il timore di essere nuovamente feriti, può renderci pessimisti e riluttanti a coinvolgerci di nuovo nella relazione ("Se le mie speranze si ridestassero, finirei con il soffrire ancora", " Meglio non aspettarsi più niente"). Questo atteggiamento di ritiro è senz'altro comprensibile, ma non è indispensabile. Esistono sempre delle ragioni per cui vale la pena di lasciarsi nuovamente coinvolgere. Anche solo per un momento, allontaniamo da noi la cappa di pessimismo e di timore e volgiamo l'attenzione a queste ragioni: cerchiamo di prestare attenzione agli aspetti positivi del nostro rapporto. Ci renderemo conto che sono più di quanto immaginiamo, anche se col tempo abbiamo finito col darli per scontati e non notarli più. - "Se abbiamo bisogno di occuparci del nostro rapporto c'è qualcosa che non va". Innamorarsi è facile, ma per sviluppare e consolidare un rapporto occorrono riflessione e impegno. Due partner iniziano la vita in comune con modi di vivere, abitudini e atteggiamenti che possono essere molto diversi. E' necessario impegnarsi per sviluppare capacità di adattamento reciproco, per imparare a comporre le divergenze e trovare l'armonia nel rapporto. - "Ormai il danno è troppo grande". Questa affermazione va valutata realisticamente. Fino a quando non avremo tentato qualche rimedio essenziale, non possiamo avere la certezza che il nostro rapporto sia arrivato ad un punto di rottura irreparabile. Una volta riconosciute e affrontate queste opinioni disfattiste vediamo cosa possiamo concretamente fare per migliorare il nostro rapporto di coppia: 1. Consideriamo gli aspetti piacevoli del rapporto. Quando una coppia attraversa un periodo difficile entrambi i partner sembrano provare una sorta di 'amnesia' rispetto a ciò che ciascuno ama nell'altro. I pregiudizi negativi ci possono impedire di vedere ciò che nella coppia sta funzionando bene e ciò che apprezziamo nel partner. Mark Kane Goldstein, psicologo dell'Università della Florida ha ideato un metodo semplice ma molto efficace per aiutare le coppie in crisi a concentrarsi di nuovo sugli aspetti positivi del rapporto. Chiede ad entrambi i coniugi di registrare graficamente, su una carta millimetrata, tutte le azioni piacevoli del partner, attribuendo loro un punteggio da 1 a 10 a seconda della soddisfazione che hanno provocato. Goldstein ha notato un miglioramento del rapporto nel 70% delle coppie che avevamo usato tale metodo. Un altro metodo consiste nell'invitare entrambi i partner (o anche uno solo dei due) ad attaccare degli adesivi in posti non visibili degli abiti dell'altro e staccarne uno ogni volta che il partner fa un gesto cortese nei propri confronti. Di solito alla fine della giornata sono stati staccati tutti. 2. Cerchiamo di intuire i bisogni reciproci e di soddisfarli. E' incredibile quanto un rapporto possa migliorare con questo accorgimento. Si instaura una sorta di circolo "virtuoso", per cui il partner che nota il comportamento dell'altro volto a dargli piacere a sua volta si sente più bendisposto nei suoi confronti e si sforza di intuire e fare ciò che può dargli piacere o sollievo. 3. Forniamo informazioni precise per guidare la condotta dell'altro. Cerchiamo di far capire al nostro partner cosa desideriamo quando usiamo termini astratti quali gentilezza, comprensione, amore etc. Se gli forniamo informazioni più precise possiamo guidare la sua condotta. Tali informazioni vanno fornite nel modo più franco e diretto, senza sarcasmi, accuse o insinuazioni. Può darsi che per 'gentilezza' intendiamo che si offra di fare delle telefonate per noi, ma non è detto che il partner debba per forza saperlo. Non dimentichiamo, infine, di 'ricompensare' in qualche modo ogni comportamento corretto dell'altro (con un cenno di apprezzamento, o un bacio, ad esempio); in questo modo aumenteremo la probabilità che tale comportamento si ripeta. 4. Manifestiamo affetto, sollecitudine, calore. Non diamo niente per scontato. Facciamo sentire al pater che ciò che facciamo per lui non è un "dovere", bensì è frutto dell'impegno e del sentimento. 5. Accettiamo il nostro partner. Il che non significa diventare "ciechi" rispetto ai difetti dell'altro, quanto pensare che si può lavorare insieme per migliorare. L'ergersi a giudice del nostro compagno non ha altro effetto che farlo mettere sulla difensiva, rendergli difficile il lasciarsi andare e fidarsi di noi. 6. Siamo sensibili ed empatici. L'attenzione e la partecipazione empatica ai timori e alle difficoltà del partner è essenziale per ridurre sofferenze inutili. Se la sensibilità non è una nostra dote naturale possiamo coltivarla. Se ci sembra che il nostro partner reagisca in maniera eccessiva a determinati nostri comportamenti, anziché criticarlo e mantenerci sulla difensiva, cerchiamo di fermarci a considerare quale potrebbe essere il problema sotteso al suo atteggiamento. Proviamo ad esaminare con molto tatto, insieme a lui, quali potrebbero essere i suoi timori o le sue preoccupazioni segrete. Resistiamo alla tentazione di attribuire ogni sua reazione esagerata a qualche sgradevole tratto del carattere e cerchiamo di vederla come il segnale di una vulnerabilita' nascosta. 7. Usiamo comprensione. Cerchiamo di vedere le cose con gli occhi del partner, non solo con i nostri. Mettiamoci nei panni dell'altro. 8. Coltiviamo l'intimità. Coltivare l'intimità significa tante cose: rivelarsi i segreti più riposti, che non si rivelerebbero ad altri; fare insieme le piccole cose di ogni giorno; ritagliare spazio e tempo per i rapporti sessuali. 9. Offriamo sostegno. Diamo al nostro partner un senso di sicurezza, facendogli capire che può fare affidamento su di noi nei momenti difficili. Se pensiamo che il nostro rapporto sia in crisi, non perdiamo tempo ad incolparci a vicenda. Non importa stabilire chi abbia torto o ragione, ma mettere in atto nuove strategie atte a consolidare il rapporto. Non è necessario che entrambi i partner si muovano contemporaneamente. Basta che uno dei due prenda l'iniziativa di ridare vigore al rapporto o di arrestarne il deterioramento prima che sia troppo tardi. Se si è imboccata la direzione giusta probabilmente si muoverà anche l'altro partner. Ci si potrà accorgere che, anche senza la sua partecipazione attiva, i propri cambiamenti avranno su di lui un effetto positivo. Inoltre, quasi sempre uno dei due è più preparato, più pronto ad iniziare il cambiamento, perché ha più strumenti, è più motivato o anche semplicemente perché soffre di più. Naturalmente può capitare che uno dei due partner o entrambi presentino dei tratti di personalità tali da rendere davvero ardua la convivenza. Ma di questo potremo renderci conto solo dopo esserci sforzati davvero di migliorare le cose. E anche in questo caso, non diamoci per vinti. Se siamo davvero motivati, con l'aiuto di un professionista e il nostro impegno p Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) "psicologia del benessere" BENESSERE SENZA FARMACO. SI PUO' ! Sempre più spesso oggi, si ricorre con estrema superficialità all'acquisto di farmaci: antidepressivi, ansiolitici od anfetamine. Si confida spesso nel loro "aiuto" per affrontare problemi che in un dato momento sembrano difficile da sostenere o, come spesso accade, per condurre una giornata più tranquilla. Inoltre oggi si parla di depressione e tristezza credendo che siano la stessa cosa, per cui curare l'una significa curare anche l'altra dimenticando che sono manifestazioni estremamente diversificate e con durata molto diversa. La tristezza è legata spesso alla vita quotidiana e alle sue difficoltà, è uno stato che si presenta successivamente a separazioni, a fallimenti, a stress. La depressione è invece uno stato più persistente, che si lega ed investe diverse sfere della vita del soggetto, creando difficoltà di concentrazione, pensieri tristi, insonnia, perdita di appetito, perdita di interesse e di autostima. Forse non tutti sanno che questi farmaci intervengono solo su sintomi specifici, quindi, in questo caso, diminuendo stati d'ansia o sentimenti depressivi ma senza risolvere "cosa" ci sta procurando quel malessere. L'attenzione alla nostra vita, ovvero, darle valore, è quello che la Psicologia del Benessere considera fondamentale perché si mantenga un sano equilibrio! Comprendere cosa ci fa stare male per evitarlo, che si identifica spesso in problemi di coppia, problemi familiari, difficoltà di relazione, rappresenta una grande consapevolezza da cui poter partire e riprendere la situazione in mano. Più assumiamo farmaci, invece e più, senza rendercene conto, imprigioniamo le nostre energie, il nostro "medico interno". La medicina ci dice che il nostro corpo è capace di produrre tutti i farmaci di cui ha bisogno se è stimolato nel modo giusto: fare sport, ridere, coltivare degli hobbies, dedicarsi degli spazi possono spesso contribuire al nostro benessere poiché ci permettono di trovare un contatto positivo con la vita e con sentimenti positivi. Basti pensare alle beta endorfine prodotte durante l'attività fisica: sono considerate alla base di quella sensazione di euforia successiva al movimento. Alcune ricerche affermano che serotonina e noradrenalina sono elevate e favoriscono il buon umore dopo aver fatto attività fisica. Dato che molti farmaci agiscono aumentando i livelli di questi neurotrasmettitori si deduce che il movimento favorisce il loro rilascio. Quindi i farmaci che il nostro organismo è in grado di produrre sono detti endofarmaci sono miliardi e di gran lunga più efficaci di quelli che ci propongono le case farmaceutiche, gli esofarmaci. Il loro utilizzo è bene riservarlo a casi di emergenza, quando è inevitabile far ricorso alla medicina esterna. Molti vengono assunti per casi molto gravi, per veri e propri disturbi mentali, per cui il loro uso è necessario e spesso accompagnato dal sostegno psicoterapico. Qui stiamo parlando dell'abuso, della superficialità con cui oggi si ricorre al farmaco! In realtà sono nuovi tipi di "droghe", anche se ancora non si riesce a chiamarle in questo modo e continuiamo a convincerci che sono solo delle medicine, ma non è così. Sono detti anche ibridi, tra medicine e droghe da strada, oggi parte della vita di molte persone che pensano di poterne fare a meno. Vengono usati in molti ambiti nelle scuole , nelle case di riposo, per bassa autostima, per stati d'ansia o per piccoli dispiaceri. Tuttavia benché ci si ostina a chiamarli medicine sono molto diversi dai farmaci per la cura di malattie. Sono dei farmaci che alterano la mente, alterano l'umore, ciò significa che sono in grado di cambiare il modo di pensare, di sentire della persona o di alterare quello che una persona vede. Non si può tralasciare di far riferimento agli effetti collaterali legati, quali spasmi, distorsioni facciali, irrequietezza, reazioni maniacali, disfunzioni sessuali, confusione , attacchi di panico solo per dirne alcuni. Di estrema importanza è l'assuefazione che ne deriva. Molti non credono che lo psicofarmaco porti alla dipendenza, ma l'astinenza da questi può essere molto più forte di quella delle droghe da strada. La cosa grave è che questi farmaci godono di molto favore da parte dell'ambiente medico, sono facilmente reperibili ma questo non toglie nulla alla loro pericolosità. Ognuno di noi inoltre è diverso dagli altri e ha dunque bisogno di una posologia diversa e farmaci diversi. Attenzione all'automedicazione! Ognuno di noi ha in sè le risorse per poter affrontare ciò che di poco piacevole sta accadendo alla propria vita. Individuare cosa manca, cosa ci fa stare male rappresenta sempre un inizio per riprendere quota e ristabilire degli equilibri scombinati. La Psicologia del Benessere sostiene la persona nella ricerca della propria armonia. Il potenziale umano è ritenuto solo momentaneamente soffocato per cause interne o esterne alla persona, per cui necessita di attenzione per ridarle vigore, permettendole di ritrovare gioia e serenità. Secondo l'approccio del "pensiero positivo" adottato dalla Psicologia del Benessere, stati depressivi possono insorgere perché viene a mancare la motivazione, la gioia di vivere, non è sempre il passato a determinare il malessere del momento ma spesso è l'angoscia per il futuro. Ritrovare il coraggio e la positività aiuta a riprendere in mano molti aspetti di noi che abbiamo tralasciato. La Psicologia del Benessere cerca proprio di sostenere la persona in questa ricerca, ridonando fiducia nelle proprie capacità, sostenendo la motivazione personale per realizzarsi nella vita. Contrastare pensieri negativi che ci inducono facilmente alla depressione con pensieri positivi che scaturiscono inevitabilmente da un atteggiamento ottimista verso la vita può restituire le forze per iniziare a cambiare qualcosa e credere fermamente che si può essere felici. Come trovare il benessere senza il farmaco? La causa alla base del miglioramento dell'umore di una persona non è però da ricercare in un solo fattore e neanche in una ricetta preconfezionata di regole di vita, è piuttosto un insieme di fattori che contribuiscono al nostro benessere. Ognuno nella propria vita, dovrebbe svolgere questo compito e cercare il proprio benessere, individuando ciò che più lo rende felice senza dimenticare che siamo tutti molto diversi e ciò che rende felice uno non rende felice l'altro. La Psicologia del Benessere cerca di intraprendere un cammino di scoperta individuale, puntando ad identificare immediatamente le sfere della nostra vita alle quali non prestiamo la dovuta attenzione cercando in esse la risorsa per arginare la tristezza e la mancanza di interesse. Quindi è bene trovare fiducia nelle nostre risorse per rendersi subito conto di quanto il farmaco può essere spesso inutile. Imparare a prendere in mano la nostra vita, trovare le nostre vere emozioni, trovare ambienti e situazioni che ci aiutano ad esprimerle e non sentirci zombi sorretti da qualcosa di artificiale, perché è come mettere un coperchio ad una pentola che bolle e continuerà a bollire se non spegniamo il fuoco, quindi se non capiamo cosa ci fa stare male. Chi ci è passato avrà sentito che il fisico ci comunica che qualcosa non sta andando come dovrebbe e l'insegnamento che dobbiamo trarre da questo è che il fisico ha sempre ragione, così dovremmo cercare di partire da questo disagio per trovare il nostro benessere. Ascoltare se stessi, i segnali che manda il nostro organismo è molto importante. Perché trascurarlo e torturarlo con inutili pagliativi? E' importante essere convinti che ognuno di noi può essere responsabile del proprio star bene. Nonostante gli eventi possono scoraggiare il nostro atteggiamento positivo verso la vita è necessario che questo non costituisca un motivo per abbandonarla del tutto. Non ci facciamo del bene annullando noi stessi e chiudendo le porte al mondo, cerchiamo la serenità in modo diverso non procurandoci altri problemi. Trovare alternative al farmaco questo è l'atteggiamento da mantenere, prendere coscienza che lo stesso problema può essere affrontato in più modi e non ne esiste uno solo. Avere sempre un'attenzione a 360° su come intervenire cercando la soluzione meno dannosa per il nostro organismo e più sana. Rivolgersi ad un esperto, domandando, confrontando la propria esperienza con quella di altre persone, soprattutto non essere mai soli! Non credere che la via più breve sia quella migliore, piuttosto il più delle volte la via più breve è quella meno efficace perché non permette di assimilare i cambiamenti, al contrario, le vie più lunghe facilitano il nostro rapporto con il cambiamento e permettono un confronto costante. In questa ottica allora possiamo dire che il farmaco ci mantiene passivi, soffoca le nostre emozioni, ci evita di sentire emozioni dolorose ma non ci darà neanche la possibilità futura di sentire le emozioni positive perché comunque staremo soffocando la nostra sfera emotiva che ha necessità di esprimersi. Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) VEDI: SEZIONE ERBORISTERIA L'OMEOPATIA I FIORI DI BACH "psicologia del benessere" COSTRUIRE IL BENESSERE PER I PROPRI FIGLI Il benessere dei nostri figli dipende da noi. Non solo il loro benessere attuale, cosa che appare ovvia a chi ha dei bambini piccoli, ma anche e soprattutto la loro capacità di raggiungere e mantenere il benessere nell'età adulta. I nostri comportamenti, i nostri atteggiamenti nei loro confronti possono influire sulla strutturazione di un adeguato senso di sé, sulla loro autostima, sulla loro capacità di creare e mantenere relazioni mature e soddisfacenti. Anche se man mano che crescono i figli tendono a frequentare un maggior numero di contesti diversi da quelli della famiglia di origine, nondimeno i rapporti con i familiari di solito continuano ad essere molto numerosi e soprattutto molto significativi. Sono diversi gli aspetti a cui dobbiamo prestare attenzione per creare una buona atmosfera familiare che permetta ai nostri figli di crescere sereni e sicuri di sé: la modalità di controllo, il tono affettivo, il rispetto, la comunicazione, l'interazione e relazione, la vivacità intellettiva, il nostro stile genitoriale. In una famiglia è normale e necessario che ci sia una qualche forma di controllo da parte dei genitori sui figli (anche i figli, tuttavia, tendono a controllare i genitori o a controllarsi a vicenda tra di loro). Per esercitare nel miglior modo possibile il controllo sui nostri figli ricordiamoci di: · Essere sempre chiari e coerenti. I figli hanno bisogno di sapere cosa aspettarsi come conseguenza dei loro comportamenti. Ciò non significa che i genitori non possano mai cambiare idea. La cosa importante è che i figli provino un senso di certezza e di prevedibilità. In questo modo cresceranno più sicuri di sé, meno ansiosi e anche meno ribelli e aggressivi. · Motivare i comandi. In questo modo coinvolgiamo i figli, li facciamo sentire uniti e partecipi della vita familiare e, infine, otteniamo da loro di più di quanto otterremmo usando dei modi imperativi. Inoltre, i modi imperativi presentano il problema che i figli li imitano e imparano ad essere aggressivi. · Porre delle restrizioni ragionevoli. I figli soffrono sia le restrizioni eccessive che la permissività. I ragazzi con facoltà di manovra limitata tendono alla timidezza e sembra che il loro quoziente intellettivo sia più basso, probabilmente perché hanno meno opportunità di fare esperienza e di mettersi alla prova. D'altra parte, quando i genitori lasciano correre troppo (per diversi motivi, tra cui la convinzione che porre delle regole non sia utile alla crescita dei figli), i figli diventano poco rispettosi degli altri, incapaci di adattarsi e soprattutto poco motivati al successo. · Fidarci dei nostri figli. E' fondamentale una fiducia di fondo, accompagnata da caute indagini fatte chiedendo direttamente ai figli, in maniera tranquilla. · Nutrire aspettative sufficientemente alte. I bambini e i ragazzi si vedono come si sentono visti dai genitori. Se i genitori hanno delle aspettative basse nei confronti dei figli, questi ultimi pensano di valere poco, e ne risente soprattutto la loro autostima e la motivazione al successo. Delle aspettative troppo alte rischiano invece di produrre un'autostima gonfiata, che influisce negativamente sul successo reale e l'inserimento sociale. · Aiutare con discrezione. Quando i figli sono in difficoltà, è utile fornire loro indicazioni il più possibile generiche, in modo che arrivino da soli alla soluzione, altrimenti possiamo diminuire il loro senso di efficienza. E' importante aiutarli. Se non lo facciamo, i figli possono sentirsi abbandonati, combattuti tra il desiderio di tener fede agli impegni e l'impressione di non farcela, si demotivano e a lungo andare ne risente l'autostima. · Porre attenzione ai rinforzi. Non sempre è facile capire quando stiamo rinforzando un comportamento, spesso ciò avviene senza che ce ne rendiamo conto. Ad esempio, entrare in una stanza per richiamare un bambino che sta facendo chiasso può rinforzare quel comportamento, in quanto l'attenzione ottenuta in questo modo costituisce una gratificazione. Concedere qualcosa ad un figlio nel momento in cui diventa particolarmente rabbioso ha l'effetto immediato di calmarlo ma anche quello di far aumentare la frequenza di tale comportamento, in quanto al bambino sembra che esso si sia dimostrato efficace per ottenere quanto desiderava. Anche quando ricorriamo intenzionalmente ai rinforzi, spesso non siamo in grado di valutarne correttamente gli effetti, perché questi dipendono dall'intreccio di diversi fattori. Ad esempio, la lode rischia di perdere efficacia se arriva troppo spesso; il compenso dato al ragazzo che studia rischia di farlo passare da una motivazione intrinseca ad una estrinseca. Inoltre, sono anche importanti gli schemi temporali del rinforzo: un rinforzo intermittente è molto più efficace di quello continuo. Assecondare un bambino aggressivo di tanto in tanto rinforza l'aggressività molto di più che se lo accontentassimo tutte le volte. Per quanto riguarda le punizioni, in linea di massima sono controproducenti. Possono rivelarsi efficaci se tempestive (l'ideale sarebbe che colpissero l'azione sul nascere), inflitte con serenità e lievi, preferibilmente simboliche. Tuttavia sono sconsigliabili per gli effetti collaterali: i figli imitano i comportamenti dei genitori, per cui si comportano con loro allo stesso modo, e da adulti diventano a loro volta dei genitori che puniscono. Spesso i genitori non riescono a farsi obbedire con le punizioni e perdono credibilità e autorità. Nel figlio può anche maturare un rifiuto del genitore, fino a vederlo come un estraneo. · Discutere. Una moderata attività persuasiva è benefica, perché produce un coinvolgimento simbolico dei ragazzi, rafforza la visione familiare e li fa sentire considerati per la loro intelligenza e le loro opinioni. · Legittimare. Le ragioni migliori per giustificare una norma familiare sono quelle realistiche che guardano al futuro, alle mete che ci si prefigge per la famiglia e soprattutto per l'avvenire dei figli. E' importante che i genitori non si mettano sullo stesso piano dei figli quando questi ultimi sbagliano. I figli hanno bisogno di percepire che i genitori sono responsabili, impegnati a soddisfare le loro esigenze e perseguire il loro bene. Il tono affettivo della famiglia è importante per la crescita dei figli. Se il tono affettivo è caldo, i genitori sono solleciti e disponibili, non antepongono le loro esigenze a quelle dei figli, stanno volentieri insieme a loro, manifestano affetto. I figli che crescono in tali famiglie "calde" hanno legami più saldi con i genitori, sono più obbedienti e più attenti ai loro consigli, hanno un'autostima più elevata, vanno meglio a scuola e hanno più successo nella vita. Inoltre tendono a riprodurre il calore: con gli altri sono socievoli, sensibili e altruisti, da grandi saranno genitori affettuosi. E' importante trasmettere ai figli il rispetto per gli altri. I figli possono rendersi conto di quanto siano importanti per noi, se vedono che diamo un valore e rispettiamo le persone, in generale. Piccole cose, come il rispetto degli spazi fisici e degli spazi personali, la cortesia, la cura dell'abbigliamento, il linguaggio, danno l'idea che ognuno si limita in funzione degli altri e che le persone contano. I figli che sono convinti di essere importanti per i genitori crescono meglio: hanno un'autostima più alta, sono più motivati al successo, conquistano più facilmente l'identità nell'adolescenza ed è più difficile che vadano incontro a depressioni. Quando i bambini sono piccoli è importante la quantità della comunicazione - il numero di scambi, la varietà di segnali, la ricchezza del linguaggio - per aiutarli a sviluppare il linguaggio, le competenze comunicative e l'intelligenza. Ovviamente, oltre alla quantità è importante la qualità della comunicazione. Anche se negli anni '60 gli psicologi hanno insistito sulla coerenza dei messaggi, sottolineando la necessità di evitare comunicazioni ambigue e contraddittorie, attualmente questo punto di vista è superato. Quando si comunica faccia a faccia, un certo grado di incoerenza nei messaggi è inevitabile. Inoltre per il ricevente l'incoerenza fornisce comunque delle informazioni sul tipo di discorso che si sta facendo. Attenzione, però, l'incoerenza può fornire delle informazioni utili solo se il figlio ha le capacità cognitive per riconoscerla e darle un senso. Quindi, sforziamoci consapevolmente di "dosare" il grado di incoerenza a seconda dell'età e dello stato d'animo dei nostri figli. In generale, fino ai cinque anni i bambini non hanno le capacità cognitive per comprendere l'incoerenza dei messaggi, ne rimangono sconcertati; i più grandi, invece, possono trovarsi in difficoltà quando il coinvolgimento emotivo li fa irrigidire. Data, comunque, l'ineliminabilità dell'incoerenza comunicativa, è bene che i genitori aiutino i figli, già prima dei cinque anni, ad interpretare i messaggi contraddittori. Un altro aspetto della comunicazione in famiglia è l'apertura al dialogo. I figli crescono meglio se c'è confidenza con i genitori e c'è possibilità di raccontarsi quanto accade. Risultano emotivamente più equilibrati, socialmente maturi e si fanno un'immagine più positiva della famiglia. Anche in questo caso, però, è fondamentale la qualità della comunicazione. Il genitore che si apre al dialogo con figli deve continuare a rivestire il suo ruolo di genitore. L'errore che spesso si fa è di porsi sullo stesso piano, come se si fosse "amici". In questo caso i figli stanno male, facilmente diventano prepotenti e aggressivi, e in ogni caso avvertono la mancanza di un riferimento autorevole. Con i bambini piccoli, è importante avere delle interazioni coordinate, in cui ci si muove tenendo conto di quello che sta facendo l'altro e dei segnali che ci manda. Nei primi mesi sono importanti soprattutto le interazioni coordinate basate sul contatto visivo, come la fissazione reciproca e la coorientazione visiva (il bambino guarda da una parte e l'adulto volge lo sguardo verso il punto in cui sta guardando il bambino). Se queste interazioni vanno a buon fine influiscono molto positivamente sullo stabilirsi del legame di attaccamento. E' essenziale instaurare relazioni profonde con i propri figli. Se vi si riesce i figli sono più legati ai genitori, obbediscono, hanno il senso della famiglia e della cooperazione. Soprattutto, è importante affrontare e risolvere i motivi di tensione. In questo modo, confrontandosi e, perché no, arrabbiandosi, si impara a conoscersi meglio, a raggiungere una maggiore intimità e ad acquisire fiducia nella propria capacità di risolvere i conflitti e i momenti di tensione. I figli che vivono in un ambiente intellettualmente vivace sono avvantaggiati dal punto di vista dello sviluppo linguistico e cognitivo e forse anche sul piano emotivo e sociale. E' importante fornire ai bambini, fin da piccoli, un ambiente sufficientemente stimolante, che permetta al piccolo di soddisfare la sua naturale curiosità. Soprattutto, il bambino ha bisogno di persone che gli parlino e che giochino con lui. Tutto questo nel rispetto dei suoi tempi e della sua soglia di tolleranza alla stimolazione. Man mano che i figli crescono contano anche il clima culturale, le idee di cui si discute, il sapere che ci si tramanda, la disponibilità di libri, riviste, strumenti musicali, etc. Lo stile genitoriale autorevole (i genitori controllano, si aspettano comportamenti maturi, dialogano e sono caldi) si è rivelato il più adatto per la crescita dei figli. I figli di genitori autorevoli hanno un'autostima elevata, sono sicuri di sé, indipendenti, socievoli, altruisti, motivati al successo e di successo. I figli di genitori autoritari, permissivi o indifferenti, invece, soffrono di tale stile educativo, tendono ad essere aggressivi e a mettere in atto comportamenti antisociali. Riepilogando, per il benessere dai nostri figli, e della nostra famiglia in generale, esercitiamo un controllo ragionevole, manteniamo un tono affettivo caldo, insegniamo il rispetto per gli altri, comunichiamo in modo aperto e insegniamo a comprendere l'incoerenza, lasciamoci guidare nell'interazione dai segnali che i piccoli ci inviano e instauriamo delle relazioni profonde, forniamo un ambiente intellettualmente vivace e soprattutto non abbiamo paura a mostrarci dei genitori autorevoli. Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) VEDI: SPORT E GRAVIDANZA COME RECUPERARE DOPO IL PARTO SEZIONE SALUTE "psicologia del benessere" MATERNITA' E BENESSERE: il "Neo" Benessere! Quale sensazione è più bella e più completa nella vita di una donna se non la maternità? La maternità è principalmente: gioia e serenità! L'esperienza più piena e più profonda di ogni essere umano! E' quell'evento che permette ad una donna di "ascoltare" veramente il proprio corpo, stabilendo, per la prima ed unica volta nella sua vita, un' unità psicorporea. Il bambino neonato riempierà il cuore e la vita di chi lo circonda. O almeno così dovrebbe essere, perché, purtroppo, spesso si presentano delle situazioni più complesse, a partire già da dopo il parto, al ritorno a casa: difficoltà nell'allattamento, bambini che non dormono la notte. O situazioni che possono manifestarsi più in là nel tempo. Finito l'entusiasmo iniziale, infatti, emerge un inatteso disagio derivato dalle rinunce dei propri interessi, dalla difficoltà nel ristabilire la vita di coppia, nel mantenere relazioni con gli amici. Insomma, situazioni come queste, e tante altre, portano a pensare che il momento tanto sognato non corrisponde esattamente alle attese! Obiettivamente oggi è difficile: nella nostra società la gravidanza viene vista sempre di più come un peso ed un problema e, quindi, evitata, se possibile. Purtroppo tutte le cose belle comportano difficoltà e sacrifici e così anche la gravidanza per quanto essa sia un evento straordinario! Spesso molte di queste difficoltà possono essere superate se si offre alle mamme ed ai papà un aiuto a partire dal creare un ambiente empatico e di sostegno durante questo difficile percorso della vita. Non bisogna "assuefarsi" a questo pensiero tanto diffuso di evitare questo momento fantastico! La Psicologia del Benessere rivolge l'attenzione anche a questa sfera, perché possibile ulteriore via verso il Benessere . Si offre, infatti, di far migliorare questa ottica prevalente, alimentando nel cuore dei futuri genitori:ottimismo, gioia e speranza! I bambini, infatti, portano gioia nella famiglia e saperli amare fin dal momento del loro concepimento è testimonianza di un amore grande. Via quindi quell'egoismo e quella paura sempre più dilaganti! La Psicologia del Benessere propone di sviluppare una maggiore consapevolezza, invitando a: · fermarsi a riflettere sulla condizione personale attuale · interrogarsi circa i propri atteggiamenti e le proprie aspirazioni. · valutare criticamente il proprio percorso esistenziale. Facendo ciò sarà forse più facile esplorare e focalizzare i pensieri negativi che portano ad evitare la maternità, per far spazio a sensazioni più positive. Un passo successivo è il prendere coscienza che lo stile di vita e il "sentire" in gravidanza possono influenzare lo sviluppo futuro del bambino! Quando siamo sani emotivamente, infatti, si crea una maggiore probabilita' di un funzionamento sano del nostro corpo ed in questo caso, anche del bambino. Dobbiamo imparare, che lo stress è dannoso! Esso provoca un aumento di cortisolo nel corpo e, durante la gravidanza, ciò è ancora più dannoso perché responsabile di parti prematuri, di morte neonatale e di complicanze generali nel bambino. Anche un comportamento alimentare scorretto può incidere e danneggiare il feto, ecco perché seguire una dieta controllata, che preveda, in primis, la riduzione di bevande alcoliche e di fumo. In previsione di una gravidanza, quindi, la Psicologia del Benessere suggerisce di cambiare il ritmo e lo stile di vita quotidiano adottato fin ad ora. Propone, così, un percorso di "educazione alla gravidanza", ulteriore momento di crescita individuale. Partendo dai risultati delle ricerche scientifiche sull'effettivo flusso di comunicazione, a vari livelli, tra madre-bambino e bambino-madre, da quello fisiologico di scambio di sangue e di ossigeno e di altre sostanze vitali per un sano sviluppo del feto; a quello comportamentale, la Psicologia del Benessere, invita a sviluppare queste attività attraverso varie operazioni. Innanzitutto creare intorno alla coppia ed quindi al bambino un ambiente armonioso lontano dal caos e da eventi spiacevoli, per quanto ciò sia possibile. La mamma infatti deve cercare di essere rilassata e serena per poter comunicare efficacemente con il proprio corpo e di conseguenza con il suo bambino. In questa relazione diadica può partecipare, senz'altro, anche il papà tramite il contatto verbale e affettivo attraverso il grembo della partner. E' molto importante la comunicazione con il bambino. La voce della madre deve essere bassa, calma, dolce, con essa può trasmettere valenze emotive ed affettive e ricevere risposte da parte del feto. Questa comunicazione verbale, deve essere accompagnata da una "comunicazione gestuale" di massaggi e carezze sulla pancia: gesti di rassicurazione e dedizione. Può essere determinante, in gravidanza, l'aspetto comportamentale dei due genitori e la loro volontà a mantenere un equilibrio. Questo percorso di educazione alla gravidanza aiuterà la mamma a superare i disagi, preparandola ad affrontare anche il momento della nascita. Molto importante è comunque imparare ad ascoltare il proprio corpo e mai come in questa occasione è necessario farlo; esso permette di entrare in contatto con la parte più profonda dell'essere, facilitando il rapporto con il bambino. Questa sintonizzazione sarà più possibile se la madre sarà rilassata. Si consigliano: la meditazione; le tecniche di rilassamento; attività ricreative; tecniche respiratorie; tecniche yoga; massaggio, durante la gravidanza e al bambino neonato; ascolto di musica classica; la tecnica delle visualizzazioni, scegliere, cioè, un' immagine energizzante che più si adatti al proprio stato d'animo e concentrandovicisi affinchè sia il più viva possibile. L'uso del diario quotidiano, per stare a contatto con le proprie emozioni negative, o positive che siano, poichè aiuta ad eliminarle e ciò è particolarmente utile in gravidanza poiché la vita cambia e cambia il fisico ai propri occhi e a quelli del compagno. Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) VEDI: SPORT E GRAVIDANZA COME RECUPERARE DOPO IL PARTO LA DEPRESSIONE POST PARTO copertina cerca nel sito video forum news sportive alimentazione integratori erboristeria corpo umano benessere preparazione atletica bodybuilding medicina sportiva salute sports vari donna e sport rimedi naturali risposte home fitness psicologia del benessere il massaggio sezione benessere la sauna gli oli essenziali lo stretching lo yoga combattere la cellulite: vedi "psicologia del benessere" GESTIRE LA RABBIA Quando siamo arrabbiati avvertiamo chiaramente un disagio e una tensione crescente che sentiamo di dover "scaricare" al più presto per ritrovare uno stato di benessere. In quanto insita nella reazione primordiale di lotta e di fuga, la rabbia è radicata nei fondamentali meccanismi della sopravvivenza; essa, come il dolore, turba il nostro stato di equilibrio per avvisarci di qualche minaccia e per permetterci di attaccare la fonte di tale minaccia. Tuttavia, anche se a volte può essere indispensabile per sopravvivere, nella maggior parte dei casi, cedere ai nostri impulsi ostili, "scaricare" su chi ci sta di fronte la tensione del momento, non è affatto utile né tanto meno ha l'effetto di produrre benessere; anzi, a lungo andare, l'espressione frequente della rabbia può portare alla distruzione dei rapporti. Poiché il più delle volte la rabbia nasce da incomprensioni o da esagerazioni, è poco probabile che con scoppi di collera si possano risolvere i problemi: al contrario rischiamo di aggravarli. Inoltre, nel caso di rapporti affettivi importanti, le ferite che si infliggono in momenti di rabbia continueranno a far male per molto tempo e tenderanno a creare un circolo vizioso di offese e ripicche che finiranno per deteriorare il rapporto. E' importante poter manifestare il fastidio e la sofferenza che un determinato comportamento ha provocato in noi, ma è fondamentale riuscire a farlo nel modo più adeguato affinché tale manifestazione possa accrescere il nostro benessere. Spesso la rabbia nasce da fonti interiori. Allora, come prima cosa, cerchiamo di capire davvero perché siamo arrabbiati. Perché un'automobile che ci impedisce di uscire dal parcheggio ci fa diventare folli di rabbia? Certamente è una cosa che infastidisce ma, a meno che non stiamo vivendo una situazione di emergenza, non costituisce certo una minaccia alla nostra sopravvivenza. Ad ognuno possono venire in mente episodi in cui ci si è sentiti "arrabbiatissimi" senza che ci fosse nessuna minaccia effettiva (qualche minuto di ritardo, un saluto negato, etc.). In realtà spesso la rabbia viene scatenata dalle nostre interpretazioni delle azioni dell'altro, dai significati simbolici che vi attribuiamo. Ad es. posso cominciare a pensare che il proprietario dell'auto che mi ostacola non ha alcun rispetto per me, non ha pensato affatto al fastidio che mi poteva arrecare, che è un prepotente, ecc. Questa catena di pensieri, che spesso si susseguono in modo automatico e inconsapevole, non fa altro che far aumentare la mia rabbia, per cui quando finalmente arriva il proprietario dell'automobile io sono pronto ad entrare in colluttazione con lui, con tutte le conseguenze negative del caso (tra cui perdere ancora più tempo). Perciò, quando cominciamo a sentirci in collera, chiediamoci: La mia rabbia è obiettivamente giustificata? E' adeguata a alla situazione che sto vivendo? Può dipendere da particolari significati che sto attribuendo al comportamento di chi mi sta di fronte? Può dipendere dai pensieri che si stanno susseguendo nella mia mente? Se mi sto arrabbiando con una persona importante per me, è possibile che mi dia una certa soddisfazione trovare qualche motivo per attaccarla (forse mi da un certo piacere metterla a disagio, ferirla o farla sentire in colpa)? Una volta che ci siamo posti queste domande, e abbiamo cercato di darvi una risposta, possiamo effettivamente decidere se è il caso di manifestare o meno la nostra rabbia, e soprattutto in che modo manifestarla. Nel caso avessimo deciso che è il caso di manifestare la nostra rabbia e abbiamo chiaro in mente come farlo, è importante valutare i costi e i benefici (a breve e a lungo termine) di questa nostra manifestazione. Quindi, chiediamoci ancora: Che cosa guadagnerò comportandomi in questo modo? Che cosa potrò perdere? Esistono dei mezzi migliori per ottenere ciò che desidero? Spesso dopo esserci posti tutte queste domande la rabbia sarà svanita da sola e noi avremo trovato altre soluzioni per far valere le nostre ragioni, altre volte invece rimarremo convinti della giustezza dei nostri sentimenti e riusciremo ad esprimere la nostra rabbia nella maniera più adeguata ed efficace. Cosa fare invece quando la rabbia da gestire non è la nostra, ma quella di chi ci sta di fronte? Anche in questo caso possiamo decidere di fare diverse cose tenendo conto dei costi e dei benefici a breve e a lungo termine. Alcuni dei metodi che possono essere utilizzati per disinnescare la rabbia dell'altro sono: - Chiarire il problema. Spesso è istintivo reagire ad un atteggiamento rabbioso con il contrattacco, ma è poco probabile che ciò abbia una qualche utilità. Se riusciamo a mantenere la calma e capire quali possono essere state le cause della rabbia dell'altro, saremo senz'altro sulla buona strada. - Calmare l'altro. Si può ridurre la rabbia dell'altra persona insistendo sul fatto che essa ci impedisce di vedere il problema e di aiutarlo a risolverlo. Il più forte non è chi fa la voce più grossa, ma chi riesce con la sua calma a dirigere la conversazione verso la definizione e la soluzione dei problemi. - Concentrarsi sulla soluzione del problema. Mettiamo immediatamente a fuoco il problema in atto. Mantenendo la calma aiuteremo chi ci sta di fronte a riconoscere l'inopportunità dei suoi scoppi di rabbia. - Distrarre l'attenzione. Molte persone al culmine di un accesso d'ira si possono calmare se spostano l'attenzione altrove. Ad es. si può cambiare argomento, usare con giudizio l'umorismo, ecc. - Programmare sedute di sfogo. Questa tecnica è utile per persone che si trovano a trascorrere molto tempo insieme e che non riescono comunque a parlare senza arrabbiarsi. Si tratta di programmare delle sedute in cui ognuno dei due si senta libero di esprimere la propria ostilità. Ecco alcuni passi pratici da compiere nelle sedute di sfogo: 1. Stabilire espressamente il momento e il luogo in cui potersi esprimere, facendo in modo che nessuno possa ascoltare casualmente quello che diciamo. 2. Stabilire dei limiti di tempo per ogni seduta. La durata ottimale dovrebbe essere tra i quindici e i venti minuti. 3. Non interrompere la persona che parla. 4. Prendere la parola a turno ma decidere in precedenza la durata degli interventi (non più di quattro o cinque minuti) 5. Prevedere delle pause, da effettuare su richiesta del partner che ne sente il bisogno.
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STORIA DELLA BELLEZZA - IL MITO DELLA BELLEZZA

LA STORIA DELLA COSMESI - IL MITO DELLA BELLEZZA
 
 

STORIA DELLA BELLEZZA Evoluzione storica dei canoni estetici. Si parla di canoni estetici e di "bellezza" solo dall'epoca classica, per questo da fonti documentate possiamo solo capire come in varie epoche diverse culture cercavano di far apparire gradevole il proprio aspetto. Giè nell'età dell'antico Egitto già tremilacinquecento anni prima di Cristo gli egiziani importavano oli, minerali ed unguenti dall'oriente ed i sacerdoti confezionavano in recipienti di alabastro, timo, mirra, origano, lavanza, incenzo, sesamo, olio di oliva ed olio di mandorle. I prodotti venivano praticati per la mummificazione ed altri come unguenti per il viso e per il corpo, sulla scia degli antichi egizi altri popoli del mediterraneo assimilarono tali tecniche. Nell'antico Egitto era diffusa anche la cosmesi, e non solo tra donne, per il bistro (kohol) era largamente usato l'antimonio, tra i popoli ebraici invece si limitavano oli e profumi ma non cosmetici. Nell'età classica tra i greci non è chiaro quale fosse il concetto preciso di bellezza tra gli antichi ellenici nel periodo pre-classico; Omero attribuiva la perfezione fisica agli eroi e le divinità, l'armonia e perfezione del fisico, con guance rosate per gli uomini e occhi cerulei con bianche braccia se erano donne. Uomini e donne usavano oli profumati di rosa, gelsomino e nardo per ungere il capo ed il corpo dopo il bagno e le donne erano solite truccarsi il viso con una crema a base di biacca proveniente dall'isola di Rodi, tale usanza delle donne era però vietata durante i lutti e le cerimonie dedicate a Demetra. I romani a contatto con la cultura dell'antica grecia, dopo aver vinto i greci ne assimilarono le usanze e costumi, Nel I secolo a.C. Vitruvio scrive. " ..la natura ha composto il corpo umano in modo tale che il viso, dal mento all'alto della fronte e alle più basse radici dei capelli, fosse la decima parte del corpo., la terza parte del viso, considerata in altezza, è dal mento alla base delle narici; un'altra terza parte è costituita dal naso stesso considerato dalla base delle narici al punto d'incontro delle sopracciglia e la terza parte va da lì alla radice dei capelli.": I dipinti e resti archeologici ci dicono abbastanza degli usi dei romani, Ovidio addirittura pubblicò un manuale della bellezza ( De medicamine faciei feminae ). A Roma non si conosceva il sapone, anche se ci viene tramandato il famoso bagno di latte di Poppea, e tutti lo usavano come detergente, dopo il bagno era solito cospargersi di olio di oliva. Successivamente i romani impararono ad usare una forma primitiva di sapone diffuso tra i Celti. Durante Medioevo le invasioni dei popoli dell'Europa nord-orientale e lo sconvolgente mutamento culturale che ne consegue per l'ex Impero romano, rendono superfluo tutto ciò che non è un bisogno primario: i modelli estetici classici non hanno alcun senso e gli invasori possono proporre, tutt'al più, l'uso di burro acido per lucidare la capigliatura. Ma anche questi selvaggi conquistatori furono lentamente conquistati dalla civiltà dei vinti. Finalmente per un po' di buon gusto bisognerà aspettare l'epoca feudale ( X sec. d.C. ), quando dai castelli franco-provenzali si diffonde il modello culturale cortese che restituisce una qualche gentilezza al vivere civile. Ne deriva un recupero di valori tra i quali l'apprezzamento per la bellezza, specie quella femminile, esaltata dai trovatori che, viaggiando di corte in corte, diffondono con i loro canti la fama di bellissime castellane che, senza averne piena coscienza, contribuiscono a creare dei nuovi canoni estetici pur se quasi esclusivamente femminili. E' il modello di una bellezza nordica quello che si impone, prima attraverso la letteratura, poi attraverso le conquiste militari: la pelle chiara, i capelli biondi e gli occhi azzurri, che sono caratteristiche fisiche di Normanni e Svevi, diventano il segno della distinzione sociale e condannano i più diffusi colori scuri, tipicamente mediterranei, ad essere indice di subalternità. "Biondo era e bello e di gentile aspetto." disse Dante presentando Manfredi di Svevia e bionde sono le madonne sacre o profane che siano. I manuali di bellezza dell'epoca suggeriscono alle donne come rendere candido e liscio il viso con biacca, allume, borace, limone, aceto e chiara d'uovo, e biondi i capelli con tinture e lozioni a base di vegetali e minerali, rosse le labbra con minio e zafferano e bianchi i denti con la salvia. Benché la morale cristiana condanni questi costumi (v. Jacopone da Todi nella Lauda "L'ornamento delle donne dannoso") o la satira ne faccia oggetto di sberleffo (v. Boccaccio in "Corbaccio") la moda imperversa e le donne stesse preparano da sé i loro belletti se non possono ricorrere ai "merciai". Nel Rinascimento l 'ammirazione per il bello inteso come perfezione e armonia riporta in primo piano i canoni estetici classici ed il bisogno di ricercare rimedi indispensabili per rendere perfetto ciò che non lo è del tutto. Nel 1562, G. Mariniello scrive il primo trattato di cosmetologia dell'Occidente ("Gli ornamenti delle donne") e non è un caso che a farlo sia un italiano: in Italia infatti predomina una concezione di vita che celebra la bellezza del corpo e gli italiani sono i primi artefici dei profumi. Grazie ad i mercanti veneziani e fiorentini preziose sostanze orientali vengono immesse sul mercato per soddisfare le aspirazioni di uomini e donne desiderosi di piacere, una vera mania per i belletti ed i profumi si diffonde nelle classi più abbienti: vaporizzazioni di mercurio, bistecche crude sulla pelle, ricette segrete preparate e riservate a pochissime elette permettono alle dame delle corti signorili di avere quell'aspetto che pittori come Botticelli o Tiziano hanno eternato. Quando Caterina de Medici sposa il re di Francia porta con sé, a Parigi, Renato il suo profumiere personale che darà origine ad un insieme preparati locali di cosmetici (seconda metà del 1500). Tra il 1600 ed il 1700 è l'epoca delle teste incipriate, dei nei finti su viso, spalle e décolleté. La toilette di dame e cavalieri esige parecchio tempo: bisogna preparare il viso con poca acqua e alcool profumato; vi si stende sopra un unguento fatto con pasta di mandorle e grasso di montone e poi la biacca. Il viso diventa una tavolozza su cui col bistro si ridisegnano occhi e sopracciglia e si spennella un liquido rosso (in ben 12 sfumature!) per dar colore. Addirittura si usa una sorta di cosmetico blu per sottolineare le vene. Il modello estetico viene sempre dalla corte, specialmente quella di Francia, e a Parigi Mademoiselle Martin, profumiera reale, è l'arbitro dell'eleganza femminile. A soddisfare prontamente i bisogni estetici dei cortigiani sono addirittura poste in commercio delle trousses che contengono belletti bianchi e rossi, matita per labbra e nei finti. In Inghiltera invece nel 1770 il Parlamento emette un decreto secondo il quale sarà condannata come strega qualunque donna abbia conquistato un marito tramite capelli finti, tacchi alti, profumi e belletti ed il matrimonio sarà annullato. Nell'età contemporanea i radicali mutamenti determinati dalla rivoluzione industriale e l'avvento della borghesia portano nuovi modelli di vita e nuovi costumi.



Lo spirito pratico dei borghesi è immune dai fasti e dagli eccessi coltivati finora; anzi, gli ideali forti del Romanticismo fanno emergere l'interiorità di uomini e donne il cui aspetto fisico sarà specchio di animi tormentati e inquieti: "Solcata ho la fronte, occhi incavati intenti crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto labbro tumido acceso e tersi denti capo chino, bel collo e largo petto; giuste membra." Si presenta così Ugo Foscolo (1778-1827), affascinante esemplare maschile dell'epoca. Il vero diventa soggetto dell'arte e questo canone porta alla ribalta le classi sociali subalterne e, per la prima volta nella storia, si scoprirà la bellezza anche in personaggi minati dalla tisi, filatrici di seta, lavandaie e sartine, in contadini e pescatori. Una relativa sobrietà di costumi tipicamente borghese coinvolge le classi sociali più abbienti e la bellezza non è più potenziata da "ritocchi" evidenti e da abiti particolarmente sfarzosi che sono invece riservati alle donne di malaffare. Il progresso industriale consente il nascere delle prime industrie cosmetiche e nel 1890, a Parigi Madame Lucas fonda la prima Maison de Beauté. Il XX secolo si apre su scenari drammatici: la Prima guerra mondiale porterà morte e fame in Europa e ci sarà poco da disquisire su ciò che è bello; la situazione si ripete tra un ventennio con la Seconda guerra mondiale. In mezzo, in Italia e Germania, la dittatura che, programmando la vita quotidiana del popolo, proporrà modelli autocelebrativi: uomini belli e virili come il capo fatti per essere soldati e donne floride e prosperose fatte per essere spose e madri di soldati. Negli anni venti comunque, per la prima volta nella storia, le donne avevano voluto tagliare i capelli alla garçon , avevano abbandonato abiti lunghi, sottogonne, busti e gardenfant per indossare abiti dalle linee morbide e scivolate e soprattutto dall'orlo al ginocchio. Nel secondo dopoguerra sarà il cinema, soprattutto quello americano, a proporre i nuovi canoni: le vamp bionde platinate, brune appetitose o rosse incendiarie, tutte formose, saranno le ispiratrici della moda, del look, dello stile di vita di donne di ogni ceto sociale mentre per gli uomini varranno i modelli del duro, del rubacuori o del bel tenebroso. Lo sviluppo successivo di altri mezzi mediatici quali televisione e rotocalchi in particolare incentiveranno la tendenza, sempre più attuale, ad assumere come canoni quelli proposti dal mondo dello spettacolo e delle passerelle. Le migliori disponibilità economiche ed i nuovi ritrovati della scienza, della cosmetologia, delle tecniche chirurgiche e della medicina, consentono a uomini e donne della nostra epoca di adeguarsi sempre più pienamente ai modelli proposti e scelti alla ricerca di una perfezione che, purtroppo con la cultura del consumismo moderno ha l'inconveniente di passar presto di moda.