Home | Storia | Arte e letteratura | Foto | Ceramica | Moda | Info | Mappa
STORIA E LEGGENDA
HOTELS E RISTORANTI
ARTE E LETTERATURA
FOTO
CERAMICA
MODA
STORIA DELLA MODA E STORIA DEI TESSUTI

La moda
Le origini
La storia
Alla domanda: "perché l'uomo ha cominciato a vestirsi ?" La risposta più
ovvia è: per ripararsi dal freddo. Ciò in parte è vero, però il discorso è
ben più complesso, c'è tutto un universo di informazioni legato all'abito
che si sceglie di indossare, c'è il bisogno di comunicare la propria
identità e di affermare la propria individualità. Ci si veste a seconda di
come ci si sente emotivamente, si decide il modello e il colore, in questo
modo esprimiamo emozioni e stati d'animo; capirne il significato vuol dire
conoscere noi stessi.
La necessità di ripararsi dal freddo è innata ma, non basta solo questo come
risposta, perché anche le antiche civiltà che vivevano in territori dal
clima caldo usavano vestirsi. Dagli studi fatti nel corso degli anni si è
affermato che ci si vestiva per pudore, che gli abiti insieme agli ornamenti
erano usati come simboli per i rituali magici, per sottolineare gli stati
sociali ed economici.

Moda, danza e spettacolo, COSTUMI DI GIUSEPPE TRAMONTANO

Tutte queste informazioni servono per capire come la moda si sia evoluta, ma
è poco per capire la complessità che essa rappresenta, infatti, la moda è
uno dei caratteri fondamentali per studiare il comportamento sociale umano.
Le origini di questo fenomeno risalgono all'epoca delle antiche civiltà dell
'Egitto e della Mesopotamia.
L'uomo però inizia intorno al paleolitico a volersi coprire e più
precisamente nell'epoca in cui in Europa c'erano le grandi glaciazioni. In
quell'epoca l'uomo cacciava gli animali e utilizzava le pelli per ripararsi
e le carni degli animali uccisi per cibarsi. Le pelli però erano dure e
secche, l'uomo non aveva gli utensili per renderle più morbide, così scoprì
ben presto che, per raggiungere quest'intento, doveva masticarle a lungo e
lentamente (le donne "inuit" lo hanno fatto fino i giorni nostri).
L'altro metodo che usavano era quello di inumidire le pelli per poi batterle
con un martello di legno, entrambi i modi però non davano buoni risultati.
Gli uomini allora scoprirono che il grasso animale ammorbidiva la pelle.
Avviene poi la scoperta della conciatura vegetale; questa tecnica è arrivata
sino ai giorni nostri mantenendo invariate le basi di lavorazione.
I primi aghi con la cruna furono inventati circa quarantamila anni fa e si
ricavavano dalle zanne dei mammut, da quelle dei trichechi e dalle ossa
delle renne. Questi aghi, per l'epoca, erano incredibilmente piccoli, questo
stava a significare che già allora l'uomo si impegnava nella creazione di
abiti sempre più fini per renderli adattabili alle forme del corpo cucendo
insieme vari brandelli di pelliccia. Si può dire che erano i primi abiti su
misura.
Il passaggio che portò l'uomo dalle pelli ai tessuti è stato molto lungo. Le
grandi civiltà che popolavano l'Asia occidentale: sumeri e assiro babilonesi
(l'antica Mesopotamia, regione oggi chiamata Irak) usavano degli abiti
drappeggiati (questa moda di confezione si estese anche in Egitto), ritenuti
un segno di civiltà.
Questi abiti erano formati da grossi rettangoli di tessuto e si usavano
avvolti più volte intorno al corpo creando così il drappeggio; gli abiti che
seguivano la linea del corpo erano ritenuti primitivi, barbari e indecenti
I primi sumeri, che presumibilmente provenivano dalle montagne dell'est
della regione, usavano la lana delle loro greggi per tessere gli abiti, pur
vivendo in un clima caldo e secco come quello della bassa Mesopotamia
(tuttora i beduini del deserto del Sahara usano la lana che li ripara sia
dal caldo del giorno sia dal gelo della notte).
Nei secoli successivi la Mesopotamia fu abitata dagli assiro babilonesi,
questo popolo fu uno tra i più ricchi e progrediti dell'epoca. All'umanità
essi hanno dato un contributo importante per lo sviluppo del progresso. I
loro abiti hanno mantenuto molti particolari di quelli dei sumeri e sono
quasi uguali sia per gli uomini sia per le donne. Consistevano in una tunica
che arrivava fino ai piedi, in lino a maniche corte aderenti e decorate.
Sopra la tunica portavano una stola che avvolgeva il corpo; nel corso del
tempo questi abiti aumentano di colori e decorazioni, vengono ricamati
usando figure geometriche e di colore rosso o blu.
Le classi sociali elevate portavano abiti a maniche lunghe e calzature
chiuse e alte. I re e i sacerdoti avevano copricapo alti con l'intento di
sembrare divinità. La legge, che in queste regioni obbliga le donne sposate
a coprirsi in pubblico e che si è tramandata fino ad oggi, appartiene agli
assiri e risale al 1200 a.c.
Nel quarto secolo a.c. i persiani occupano la Mesopotamia. Il popolo
persiano era originario del Turkestan, un territorio freddo. Questa civiltà
costituì una fusione d'usi e costumi di popoli orientali. Dopo l'occupazione
della Mesopotamia sostituiscono i loro abiti in lana pesante grezza per
adottare il costume del popolo conquistato, aggiungendo però al lino,
tessuto tradizionale del posto, la seta, prezioso tessuto che possiedono
grazie al commercio che hanno con la Cina.
I loro abiti, col passare del tempo, diventano più pomposi di quelli
babilonesi, pur sempre mantenendo la stessa linea. L'abito era composto da
una camicia di lino e una tunica stretta in vita da una cintura e aveva
maniche molto grandi, avevano aggiunto all'abito dei pantaloni molto ampi,
il re li portava di colore rosso. Le calzature dei persiani consistevano in
babbucce di pelle conciata, sul capo portavano un berretto di feltro
(copricapo simbolo di libertà usato dai rivoluzionari francesi due millenni
dopo!).
Presso gli antichi egizi (3500 a.c. 1500 a.c.), popolo di grande civiltà, il
costume rimane pressoché uguale nel corso dei millenni; la staticità dell'
abito egiziano fa pensare ad una struttura sociale molto rigida. Anche negli
antichi egizi l'abito denota la posizione sociale degli individui.
Questi erano in lino leggero e trasparente, a volte con una pieghettatura
che si otteneva piegando il tessuto a fisarmonica che poi inumidivano e
lasciavano asciugare sotto pesanti pietre. Gli antichi egizi calzavano
sandali che ricavavano dall'uso di foglie di papiro di palma oppure cuoio.
Queste calzature le troviamo ancora oggi con la stessa forma e nome presso
gli abitanti dell'odierno Egitto. Le differenti classi sociali si vestivano
allo stesso modo, cambiavano solo i simboli e gli ornamenti. Col tempo
aumentò l'uso di gioielli e tessuti colorati.
Gli antichi egiziani curavano molto l'igiene del corpo, sia le donne sia gli
uomini; essi erano maestri della cosmesi, nelle tombe infatti, sono stati
trovati pettini, specchi, contenitori per cosmetici, creme e rossetti.
Ancora oggi nell'industria della cosmesi è usata la polvere d'antimonio.
Essi si dipingevano le unghie e si profumavano il corpo con oli profumati.
Con l'andare dei secoli, seguendo influenze straniere, anche gli antichi
egizi cominciano ad usare la lana per l'abbigliamento comune, fibra la lana
che fino ad allora era considerata impura perché di origine animale. Essa
rimane comunque proibita per gli abiti funebri e i relativi paramenti, che
sono d'obbligo in lino .
Gli ebrei dell'antichità tessevano il lino, la canapa, il cotone e la lana;
queste fibre venivano usate separatamente per via di una legge che proibiva
di usare più fibre per una sola stoffa. Il costume tradizionale ebraico è
molto austero ma anche gli ebrei vestivano con una tunica. Le persone di
classe sociale elevata, indossavano una sopraveste decorata e aperta davanti
fermata in vita con una corda; i ceti sociali elevati decoravano questa
veste con della pelliccia (sembra che le donne ebree fossero molto brave in
questo).
Durante l'occupazione straniera vengono adottati alcuni particolari dell'
abbigliamento degli invasori tipo le stole e le frange dei babilonesi che le
donne dell'epoca usano sopra le tuniche bianche con delle sopravesti
colorate. Le donne ebree usano anche ciprie e gioielli; addirittura nelle
sacre scritture vi sono degli ammonimenti rivolti ad esse sull'uso di tali
ornamenti.
Nell'antica civiltà cretese (1750- 1400 a.c.) l'abbigliamento femminile era,
per l'epoca, molto raffinato; si notava la ricercatezza. Le donne egee erano
molto aggraziate, portavano spesso un cappello, il giro vita era molto
stretto per ambedue i sessi e si presume che questo sia il risultato di
cinture in metallo che venivano indossate sin da bambini, gli abiti erano
tagliati bene e venivano cuciti con aghi di rame, di bronzo oppure d'oro.
Gli abiti femminili somigliavano moltissimo agli abiti del 700 in Europa,
avevano infatti un corpino molto stretto in vita, e una gonna a balze e
volants.
L'abito maschile invece era ancora molto primitivo, consisteva in un
perizoma aderente con sopra un gonnellino sorretto da una cintura decorata
in rilievo e anch'esso stringeva molto il giro vita; sia uomini che donne
sembra usassero, per particolari occasioni, calzature dai tacchi alti.
I cretesi, a differenza di greci e romani, non usavano drappeggiare i loro
abiti, li facevano su misura, infatti il costume cretese è molto all'
avanguardia rispetto alle civiltà che si svilupperanno subito dopo.
Gli antichi greci erano una delle civiltà più raffinate, sorta dalle ceneri
di quelle micenea e cretese, che furono distrutte da guerre per la loro
occupazione da parte di popolazioni con usi e costumi ancora primitivi (1200
a.c.). Si ritorna ad indossare abiti molto semplici e grossolani, al posto
delle graziose gonne a balze caratteristiche degli abiti cretesi.
Questo tipo di austerità e ritorno a una moda primitiva perdura sino all'
epoca di Alessandro Magno. L'abito era composto da rettangoli di stoffa
drappeggiati senza nessuna tecnica di taglio e cucito; è da notare che, per
i greci, l'uso degli abiti doveva servire a valorizzare il corpo nudo non a
nasconderlo.
Vale la pena notare che il costume e la moda sia nei tempi antichi che in
quelli moderni, serve a comunicare esteriormente delle cose su chi li
indossa, questo lo si vede molto bene nei costumi teatrali, dove, grazie ad
essi, si accentua il carattere e l'umore dei vari personaggi.
Sembra che, in seguito, siano stati proprio i greci a concepire l'abito come
manifestazione individuale di raffinatezza ed eleganza, essi amavano colori
brillanti, infatti, a dispetto di quanto si è sempre creduto, si è scoperto
recentemente che non era vero usassero solo il colore bianco, i ricchi
avevano, a differenza delle classi sociali basse a cui non era concesso, la
possibilità di scelta dei colori; il preferito era il rosso, colore peraltro
usato solo dai sacerdoti, dai regnanti e solo dalle donne più nobili.
Seguivano il viola e il verde. Nell'epoca classica gli abiti greci sono di
linea molto essenziale e di colore prevalentemente bianco ed è pressoché
scomparso qualsiasi tipo di ornamento usato in precedenza, al di fuori di un
semplice motivo geometrico colorato. I colori brillanti tornano nel periodo
ellenistico, dovuto anche al commercio con i persiani. Arrivano anche la
seta e il cotone, e con essi i colori pastello e le tinte oro.
Tra il 1400 e il 900 a.c. molto prima che Roma diventasse potente, c'erano
gli etruschi, civiltà misteriosa che arriva dall'Asia, il loro costume è un
misto fra quello orientale, il greco e cretese miceneo, infatti gli etruschi
vestivano abiti tagliati e cuciti, che seguivano la linea del corpo, l'abito
femminile è lungo e aderente con maniche che arrivano al gomito ed ha un
cappuccio, in alcuni casi è scollato sulla schiena, e viene portato senza
cintura.
L'abito poteva essere anche in due pezzi, cioè una lunga gonna aderente
oppure vaporosa, e sopra un bolero, tutte e due i capi erano molto ricamati
e avevano disegni geometrici; i tessuti usati erano la lana e il cotone, le
calzature consistevano in stivali alti che lasciavano le dita scoperte, ed
erano chiusi da lacci. Il materiale era il feltro, usato anche per i
cappelli. Il costume etrusco declina con l'impero romano il quale, impone il
suo stile di vita.
Il costume romano mantiene nel corso della storia lo stesso stile (100 a.c.
Al 476 d.c. Caduta dell'impero ). L'abito romano discendeva da quello greco
ed etrusco, era di linea sobria e semplice; l'abbigliamento era protetto da
leggi che lo regolavano, per impedire l'involgarirsi della loro moda di
vestire.
I romani benestanti fabbricavano in casa il loro abbigliamento, avevano
tutto il necessario per tessere e questo era praticamente l'unico passatempo
delle donne, fossero esse schiave o matrone.
Inizialmente si usa lana di capra o pecora, poi arrivano dall'Egitto il lino
e dall'india il cotone e la seta, tessuti considerati preziosi. La famosa
toga era usata dai senatori, ai quali dava un aspetto molto solenne; invece
nel periodo repubblicano era indossata anche dai cittadini.
Col tempo il bianco viene sostituito dai colori, gli ornamenti si
impreziosiscono e si raffinano grazie alla moda importata dall'oriente.
Dall'Europa settentrionale, più precisamente dai barbari, arrivano le
braghe; i romani ne vengono a conoscenza durante le battaglie e scoprono
così quanto fossero comode. Siccome le braghe erano ritenute volgari si
fecero delle leggi che ne proibivano l'uso, in ogni caso esse si diffusero
in tutto l'impero e, ben presto, vengono apprezzate anche dalle classi
sociali elevate, indossate sotto la tunica; addirittura l'imperatore le
portava di colore rosso porpora.
Dall'oriente invece arrivano le maniche, che all'inizio vengono considerate
male perché effeminate, a giudizio dei legislatori. Le donne romane
vestivano abiti simili a quelli maschili: una tunica in lino, oppure in lana
che portavano, se vergini, legata in vita, se sposate sotto il seno, in caso
di gravidanza non usavano la cintura (da qui il termine "in cinta").
Nel 313 d.c. Dopo che l'imperatore Costantino legalizza la fede cristiana, l
'abbigliamento romano diventa ancora più austero e disadorno; sono aboliti
anche colori e stoffe sgargianti, per lasciare il posto a colori scuri tipo
il grigio. Alle giovani vengono fatte indossare al posto delle tuniche che
arrivano alle ginocchia, tuniche lunghe fino ai piedi.
Intorno al 470 in Sicilia regnano i normanni che in parte adottano il
costume bizantino, il quale consisteva in una semplice tunica bianca lunga
con maniche lunghe e strette. Quest'abito denotava una linea rigida, quasi l
'annullamento del corpo della persona, aveva però molte decorazioni per le
donne di ceto sociale alto ad esempio pietre preziose. I tessuti dell'epoca
bizantina sono preziosi e vari, molte delle loro fogge le troviamo nell'
attuale abito ecclesiastico.
Importavano la seta dalla Cina infatti la leggenda dice che fu proprio l'
imperatrice Teodora a mandare due monaci affinché le portassero dei bachi da
seta, i primi in Europa. Il costume bizantino arriva al massimo splendore
intorno al 530,540 d.c. Questa civiltà usa molto l'abbigliamento come
simbolo di potere.
Il costume arabo, dapprima molto semplice e grezzo, al contatto con l'Europa
diviene più raffinato. L'abito consiste in ampi pantaloni arricciati e
legati alle caviglie, in tuniche larghe fermate in vita da una fascia,
entrambi ricamati con sopra un caffetano, abito aperto davanti con ampie
maniche senza collo e ricamato in oro e argento.
Un abito simile si vede già negli ebrei e, nel dodicesimo secolo, anche nei
bizantini. Gli arabi, per via di una legge del corano in cui si dice di
coprirsi il capo, portavano dei turbanti; le donne invece avevano il velo
che copriva anche il viso (Chador), cosa che è d'obbligo tutt'ora.
Nel decimo secolo, con il periodo feudale, si nota come l'abbigliamento
servisse proprio per distinguere il feudatario dai suoi vassalli e dalla
plebe. Gli abiti erano ricchi di colori e portavano lo stemma della famiglia
a cui apparteneva il feudo. In quest'epoca gli abiti dei vari strati sociali
si differenziano molto, ed ogni ceto sociale ha leggi molto rigide riguardo
l'abbigliamento, per non correre il rischio di essere confuso con un ceto
sociale più basso.
L'abbigliamento è una specie di carta d'identità, denota lo strato sociale e
la posizione economica della persona .
Nel 1139 in Sicilia, regna il normanno Ruggero secondo, questo sovrano
lascia la libertà ai cittadini di abbigliarsi con tessuti e modelli anche di
altre civiltà, anzi incoraggia il lavoro di manifatture ebree, greche e
arabe. Sempre nel dodicesimo secolo Venezia ha un ruolo importante nello
sviluppo della moda europea in quel periodo possedeva molte manifatture.
Anche nelle altre città italiane l'abbigliamento varia molto ed è anche più
ricco. Prendono molta importanza i pantaloni per gli uomini, per le donne l'
abito diviene sempre più aderente al corpo, si comincia a sfoggiare la
pelliccia per sottolineare lo stato economico e sociale. La professione del
sarto, diviene molto importante e diffusa. I contadini e i poveri vestono
abiti molto semplici, fatti in lino o lana.
Nel 1130 l'abito femminile cambia linea, compare il busto aderente, la gonna
invece ricade larga e morbida sui fianchi arrivando fino ai piedi. Le donne
usavano fasciarsi il capo e il collo con bende che ne risaltava i lineamenti
e la nobiltà. Questa usanza si diffonde anche nell'Europa settentrionale,
questo sempre nelle donne di classe sociale alta; veniva data molta
importanza alle cinture che erano decorate con pietre preziose e oro. Nel
1200 gli abiti dei ricchi erano molto preziosi, al punto che venivano usati
per pagare i debiti e nominati sui testamenti. In questo periodo c'è una
forte contraddizione, da una parte si crede che il corpo non meriti
attenzione, però dall'altra c'è molto lusso, gioielli e ornamenti vari.
Nel 1300 il costume cambia, diventa più sciolto, l'uomo prende coscienza del
corpo e si cerca di slanciare la figura, anche l'abito maschile cambia
molto, soprattutto, comincia a diversificarsi. I giovani non vestono più
come gli anziani, i quali continuano ad usare il tradizionale ampio cappotto
chiamato gabbano ed un'ampia veste aperta sul davanti e sui lati, con
maniche lunghe, sotto portano lunghe braghe e calze aderenti. I giovani
uomini vestono con abiti che mettono in evidenza la linea del corpo e sono
molto colorati; usano lunghe calze solate, e una gonnella con maniche.
Gli abiti erano talmente stretti, che i sarti dovevano perfezionarsi a tal
punto da riuscire a nascondere i difetti fisici usando imbottiture e fieno.
Si comincia ad indossare della biancheria intima.
I guanti vengono usati per mostrare autorità.
All'epoca esistevano bottoni molto preziosi fatti in oro e ambra, ed erano
censurati e criticati, perché permettevano di spogliarsi con facilità.
All'abito femminile gli si alza il giro vita, per slanciare la figura, le
maniche sono aderenti e si usano molto i lacci e le asole per l'assemblaggio
degli abiti; questo permette alle donne di stringere o allargare l'abito a
seconda del bisogno.
L'abito per molti era un bene prezioso, e spesso era per tutta la vita. In
città le donne usavano scarpe in seta ricamate, con la punta molto lunga e
sono ornate da pietre preziose e perle. Queste scarpe sono talmente
preziose, che la solita legge suntuaria, decise di vietare i modelli più
preziosi e costosi.
Nel 1400, periodo rinascimentale, l'uomo ha più coscienza di se e del mondo
che lo circonda, è curioso, vuole osservare i fenomeni naturali, studia l'
anatomia e scopre la prospettiva.
Leonardo studia il corpo umano per capire come dare vita ai suoi dipinti;
studia e calcola come fare a rendere il più realistico possibile il
movimento e il volume dei drappeggi. La presa di coscienza di sé lo si vede
anche nel costume il quale diviene più spontaneo, più morbido e gentile,
nelle linee e nelle forme, sia per l'abito femminile che per quello
maschile, tanto che le persone più anziane criticavano i giovani
giudicandoli effeminati.
I giovani si curavano molto anche il corpo facendo spesso il bagno, si
profumavano il volto e lo rasavano accuratamente e usavano molto i gioielli.
Sia nell'abito femminile che maschile si usavano sempre di più le maniche
staccabili, che in quest'epoca erano molto ampie per cui servivano molti
metri di tessuto. Anche in questo caso si interviene con una legge che ne
limita la quantità. La tipologia dei capi d'abbigliamento rimane uguale a
quella del quattordicesimo secolo: quindi le calze-braghe sopra un giubbetto
corto in vita con maniche che sono larghe e si stringono da sotto il gomito
fino al polso. Si usano molto i guanti, invece la cintura perde la sua
importanza.
Nell'Europa settentrionale si usano molto le calzature, soprattutto quelle
con la punta allungata, in Italia invece si usavano le calze solate, altro
non erano che delle calze lunghe con la suola rinforzata. L'abbigliamento
femminile, rispetto al secolo prima, rivaluta il corpo femminile con abiti
sempre più complessi; si usa molto mettere maniche di un colore diverso
rispetto all'abito, adoperando tessuti pregiati, queste maniche sono
ricamate e possono avere anche applicazioni in pelliccia.
L'abito è molto scollato, le scollature e gli orli sono rifiniti con frange
e bordi fantasiosi e si cominciano a vedere i primi merletti, la gonna è
completata da uno strascico. Il viso non è più pallido come in precedenza
ma, ha pelle splendente aiutata da un trucco semplice e molto femminile. Le
popolane hanno abiti simili, però di colore nero e senza rifiniture con
merletti o altro. Le donne in Italia preferivano ai cappelli delle
acconciature semplici ma raffinate, i gioielli sono meno vistosi del secolo
precedente. Nel 500 il costume italiano si diffonde in tutta Europa per
raffinatezza ed eleganza, così come il bon ton. È il periodo in cui il
rinascimento si esprime al meglio.
Questo è un secolo contraddittorio, da una parte ci sono scoperte
importanti, sia geograficamente che scientificamente, vi è dignità per tutto
quello che è terreno e si è lasciato alle spalle il "misticismo".
L'altra faccia di questo secolo sono le guerre di religione.
In Spagna vi è l'inquisizione. La peste e le carestie decimavano e
affamavano le popolazioni europee. La moda italiana, prima tanto apprezzata
in tutta Europa, ora andava decadendo e perdendo la sua originalità, al suo
posto arrivano i modelli spagnoli di linea rigida; il nero è il colore che
prevale. Nella seconda metà del secolo il costume maschile in Europa rimane
ispirato a quello spagnolo; quello italiano invece prende spunto dagli
stravaganti abiti dei mercenari di origine germanica e svizzera chiamati "
lanzichenecchi "; costoro usarono gli abiti saccheggiati alla popolazione, c
ompresi quelli femminili e sacerdotali, strappandoli e assemblando parti di
un abito con parti di un altro, usando maniche diverse l'una dall'altra e
tessuti differenti.
In questo secolo la camicia prende grande importanza, se ne confezionano di
molto preziose, hanno ricami in oro, fitte arricciature e volants.
Si rinnovano anche le braghe copiando il modello spagnolo chiamato
"braghesse " che coprono dalla metà coscia in su, dai fianchi molto
imbottiti, anche la zona del pube era imbottita in modo esagerato;
56
quest'imbottitura era usata dai "lanzichenecchi" come protezione durante la
guerra.
In tempo di pace invece nonostante i moralisti e i religiosi, erano usate
dai gentiluomini, ed erano considerate un simbolo di virilità e potere.
Alla fine del secolo, le calzabraghe, scompaiono per lasciare il posto a
delle calze fatte in maglia che arrivano sopra il ginocchio e sono fermate
da giarrettiere.
La spada era divenuta parte dell'abito, tanto che si era studiato un modo
per danzare con essa senza essere intralciati.
La gran modifica nel costume femminile, in questo secolo, è la separazione
fra la parte superiore dell'abito da quella inferiore.
Il corpetto è imbottito, ha delle stecche che possono essere d'avorio, di
legno o di ferro, in modo tale da sostenere e rendere evidente il seno, cosa
che mai come in questo periodo si era fatto.
Si usano tessuti pesanti come i broccati, i damascati e i velluti. Le
maniche degli abiti si allargano a dismisura e le gonne di conseguenza; per
sostenere queste ultime venivano usate come sottogonne, delle armature fatte
a cerchi di bambù oppure venivano imbottite di bambagia.
Non vi è più lo strascico, i colori che si usano sono: il rosso sangue, il
verde bosco, il giallo oro e il blu.
Caterina De' Medici è stata molto importante per la diffusione della moda
italiana in Francia, Lucrezia Borgia invece ha messo in voga dei calzoni
detti "alla galeotta " che si portavano sotto la gonna.
Le calze divengono sempre più elastiche e aderenti, sono fatte in maglia
possono essere ricamate e colorate, queste sono portate anche in vista. Le
scarpe sono molto lussuose e pregiate, sia nei materiali sia negli
ornamenti; si usano con la punta larga e a tacchi alti (fino a sessanta
centimetri). I lacci che si usano per sostenere le calze sono anch' essi
ornati con pizzi.
Si usano molto i guanti, le cinture divengono delle opere d'arte, alcune
addirittura sono fatte dallo scultore Benvenuto Cellini;
altri accessori in voga erano i ventagli e i fazzoletti ricamati.
Le acconciature femminili rimangono semplici ma raffinate, a differenza del
resto dell'Europa settentrionale che le vuole ampie e alte. La cosa che
accomuna le varie mode europee è solo una rasatura all'attaccatura dei
capelli che serviva per rendere la fronte più alta.
In Italia il costume è basato sulla libertà sia di colore sia di modello,
perché è considerato un'espressione di personalità, cosa che in Spagna non
era condivisa poiché consideravano l'abito solo come comunicazione del
proprio stato sociale. Il loro costume infatti era molto austero, si
trattava di vere e proprie corazze che impedivano il libero movimento del
corpo.
Gli abiti, sia maschili sia femminili, coprivano completamente il corpo
lasciando libera solo la testa, i busti degli abiti femminili all'interno
avevano una fodera di cartone e stecche in metallo per renderli così molto
rigidi. Avevano "gorgiere" in tulle che raggiungevano i trenta centimetri di
circonferenza e che davano l'impressione di staccare quasi la testa dal
corpo, veri e propri strumenti di tortura. Il colore è spesso il nero.
Il seicento è caratterizzato dall'arte barocca molto ricca di decorazioni
stravaganti; il costume diventa molto curvilineo, vi è molta libertà sia del
corpo che nelle forme degli abiti.
La Francia è la prima ad adottare questo stile. Parigi diventa la capitale d
'Europa della moda. Il costume maschile cambia molto diventando molto simile
alla moda dei giorni nostri.
Con la salita al trono di Luigi Quattordicesimo, detto " re sole ", l'abito
diventa, oltre che a porre l'accento sullo stato sociale, una vera e propria
espressione di sé. I nobili per essere accettati a corte, dovevano essere
attivamente partecipi dell'evoluzione della moda in tutta la sua totalità.
Questo periodo è caratterizzato dal lusso oltre misura, dall'amoralità,
dalla teatralità del costume dei nobili francesi, i quali, pur di essere
accolti a corte, avevano perso dei patrimoni.
Alla morte del " Re Sole ", il costume cambia molto lasciando il posto a
linee più aggraziate e raffinate.
Qui comincia il periodo del "rococò" a metà del secolo, i calzoni assumono
la forma degli attuali pantaloni e ne prendono il nome (sia il nome sia la
forma derivano dalla maschera della commedia veneziana, detta appunto
pantalone), il davantino della camicia si arricchisce di pizzi e si diffonde
l'uso della veste da camera con tessuti preziosi che, al loro interno, hanno
pelo di gatto.
Queste vesti da camera sono, a volte, ricamate in oro e con moltissimi
bottoni. Arriva a corte la moda della gonna pantalone, larghissima fino al
ginocchio ed è rifinita con frange e pizzi.
Si esagera talmente nel lusso, che viene fatta una legge in cui si vieta l'
uso di decorazioni preziose.
La giacca maschile dell'epoca deriva dall'evoluzione di una giacca detta
"redingotte" lunga sino alle ginocchia, indossata dai militari francesi;
quest'innovazione è molto importante nel campo della moda.
Sia uomini che donne in questo secolo usano molto portare le parrucche che
sono di dimensioni esagerate, arrivano ad essere più alte di quindici
centimetri, sono molto ingombranti e hanno riccioli che ricadono lunghi
sulle spalle.
In Italia vi sono leggi che ne vietano l'uso, ma senza risultato, infatti,
le parrucche erano portate ugualmente; n'esistevano di vari colori: nere,
bianco cenere e fulve.
L'abbigliamento femminile, nel corso del seicento, si modifica; le spalle si
scoprono, una parte di capelli si lascia cadere sulle spalle, si alza il
punto vita e le maniche arrivano sino al gomito.
A Venezia è in voga la moda di stile orientale. L'abito si modifica ancora,
i fianchi della gonna sono snelliti e la gonna gonfiata invece sul retro; il
davanti è aperto lasciando intravedere le sottogonne, di cui una di solito è
bianca e ricamata, la seconda è sovrapposta semplicemente invece la terza è
quella che fa l'abito. L'innovazione dell'abito dal corpino staccabile, dà
la possibilità alle cortigiane d'avere abiti intercambiabili sempre diversi.
Si usano molto l'ombrellino parasole, il manicotto, i guanti e i ventagli.
Sia uomini che donne usano il trucco, i profumi e gli unguenti; la bocca si
trucca in modo tale da renderla più piccola, al contrario le ciglia si
rendono più voluminose, le sopracciglia sono strappate completamente per poi
ridisegnarle, il viso e le mani invece, sono cosparsi di polvere di riso per
renderli più bianchi.
Sono molto di moda i nei, che sono incollati sulla parte superiore del
corpo, compreso il viso, questi nei secondo la loro posizione, comunicavano
un messaggio, ad esempio: se messi agli angoli della bocca significavano
tirabaci, invece sulle tempie significavano appassionato, e così via.
Nel settecento il barocco, lascia definitivamente il posto al rococò, ed è
Parigi che continua ad essere la capitale che determina la moda in Europa; i
sarti francesi, infatti, sono i più ricercati e pagati, tanto che in Italia
molti si spacciano per francesi, oppure spacciano la loro merce per
francese. L'unica città italiana ad avere uno stile suo è Venezia, con i
tessuti in seta e i ricami. In questo secolo è di moda la cineseria. Il
costume, in generale, diviene più sobrio. L'Italia e la Francia sembra che
facciano a gara per guadagnarsi il titolo di paese dell'eleganza.
In questo secolo non basta più essere ricchi o facenti parte di una nobile
famiglia per essere ben accetti nei salotti più in vista, ma occorre anche
la cultura, saper conversare con un interessante argomento e con senso dell'
umorismo.
L'abito maschile diviene molto meno vistoso rispetto al passato, rimanendo
sempre molto elegante, la giacca in voga è il modello "redingotte" (questo
termine deriva dall'inglese "ridingcoat" che significa, giacca per
cavalcare) e che arriva a metà polpaccio. A fine secolo a questa
 "redingotte"sono messe delle stecche di balena per fare in modo di gonfiare
il petto, invece la parte inferiore della giacca è imbottita, tutto questo
per adeguarsi al costume femminile che torna a gonfiarsi molto. I colori che
si usano per gli abiti maschili sono: l'oro, il verde e il color tabacco.
Nel corso di questo secolo è inventato il telaio meccanico; questo ha
permesso la facilitazione del lavoro dei sarti, abbassando così i costi dei
capi ricamati. I pantaloni sono quasi aderenti e arrivano sotto al
ginocchio, dove sono fissati da bottoni. Le parrucche si riducono di
dimensioni rispetto al secolo precedente.
I gentiluomini di questo secolo hanno una cura maniacale del proprio corpo,
tanto da possedere un set per il trucco e molti accessori, anche preziosi,
tipo bottoni di gemme, bastoni da passeggio con pomo in oro, insomma
portavano sempre con sé, tra pendagli e accessori, almeno una trentina di
pezzi, come richiedeva la moda.
In Inghilterra gli stessi capi d'abbigliamento hanno una linea più semplice,
non hanno tutti i pizzi e i fronzoli di quelli francesi, rappresentano così
un'avanguardia.
Con l'andare del tempo, le linee si ammorbidiscono diventando leggere e
slanciate; il busto è sottile, la gonna ricade morbida sino a terra; anche
le acconciature divengono più sobrie e minute. Da metà secolo in poi l'abito
femminile inizia un'altra trasformazione, perdendo così la sua grazia e
diventando molto artificioso, la gonna è rimboccata sui fianchi, lasciando
intravedere la sottogonna, il busto si fa sempre più stretto, la gonna si
gonfia di nuovo ed è sostenuta da una gabbia fatta di cerchi e fermata in
vita da nastri; sui fianchi si gonfia, mentre davanti e dietro si
appiattisce. Il trucco è molto pesante, si usa una specie di cerone, con cui
le nobili donne cospargono il volto. Sembra che questo si usasse per
nascondere le cicatrici che il vaiolo aveva lasciato. Si usano molto i
cappelli con piume di struzzo, le calze sono bianche e fatte ad uncinetto,
come gioielli sono di moda dei cordoncini neri con un pendente da portare al
collo; il ventaglio, in questo secolo, è l'accessorio fondamentale per le
dame, ve ne sono di molto preziosi, addirittura alcune dame fanno dipingere
sopra il proprio ritratto.
In questo secolo Venezia è ancora la città più ricca d' Italia e la più
raffinata ed è anche l'unica ad avere uno stile proprio mentre nel resto d'
Europa vige la moda francese.
In quell'epoca il carnevale a Venezia durava sei mesi, durante i quali i
nobili veneziani e non solo loro, infatti, un terzo della popolazione che
viveva in città era straniera, questa partecipava alle numerose feste
mascherate; queste maschere erano usate non solo durante il carnevale, ma
spesso per nascondere la propria identità.
E' dalla marchesa di Pompadour in Francia che nasce la moda delle cineserie,
gli artigiani veneziani dell'epoca si adoperano subito per la realizzazione
di stoffe, sia per l'abbigliamento sia per l'arredo.
La regina Maria Antonietta è stata l'artefice di una moda bizzarra, compresa
quella delle parrucche che erano enormi e prendevano il nome di "pouf au
sentiment" che significa sgabello dei sentimenti infatti, sopra di esse,
venivano sfoggiati gli oggetti del proprio amore, quindi chi amava la
propria famiglia vi poneva i ritratti dei propri famigliari, chi amava la
patria poneva dei soldatini, chi invece amava la natura vi poneva fiori,
piume e animaletti.
L'avvento della rivoluzione francese porta al mondo della moda un radicale
cambiamento. In questo periodo, aggirarsi per le strade con indosso abiti o
parrucche da nobili voleva dire rischiare la vita.
Il popolo vestiva in modo molto semplice e, durante la rivoluzione, sia
uomini sia donne portavano un berretto chiamato "frigio" come simbolo di
libertà.
Con l'arrivo del telaio meccanico e di una tecnica di stampa per i tessuti,
gli abiti divengono economicamente più accessibili anche per le classi
sociali inferiori.
Il colore blu, il bianco e il rosso ora si vedono su tutti i tessuti, sia
dell'abbigliamento sia d'arredo, manca però uno stile, tanto che gli artisti
Jacques Louis David e Antoine Jean Gross, tentano di creare un abito
apposito per i rivoluzionari con scarsi risultati.
Lo stato della moda in questo periodo è confuso, conflittuale, rispecchia
proprio lo stato rivoluzionario in cui si trova il paese. Con la fine della
rivoluzione la vita riprende, si ricomincia ad uscire e a divertirsi. Ci
sono adesso nuovi ideali di libertà compresa quella del corpo, infatti, è
eliminato il busto dall'abito femminile, indumento alquanto incomodo e
costrittivo.
L'abito femminile di fine settecento e inizio ottocento, consiste in una
tunica dal modello ispirato a quello degli antichi greci, liberando così il
corpo femminile e dando la possibilità di ammirarlo nella sua naturalezza.
I tessuti sono leggeri: cotone, garza e mussola; il punto vita si è alzato
fin sotto il seno, (sembra che questa moda l'abbia lanciata la duchessa di
York, nobildonna inglese, la quale durante la gravidanza, aveva rialzato il
giro vita per evitare compressione sul ventre, infatti, in passato non si
poteva mostrare lo stato di gravidanza).
Gli abiti sono molto scollati e sotto la tunica, le dame non indossavano
nulla poiché erano addirittura considerati scandalosi i lunghi mutandoni che
alcune persone indossavano.
I controrivoluzionari vestivano di nero in segno di lutto, gli altri invece
sfoggiavano giacche "redingotte" e pantaloni lunghi dai colori accesi.
Nell'ottocento in Francia ritorna l'amore per il lusso, tornano le pellicce,
i tessuti preziosi, i gioielli, tornano alla ribalta i velluti, le sete che
la Francia produce da sé, per dare lavoro alle fabbriche locali (che si
trovavano soprattutto a Lione). Ritornano anche gli ornamenti, sia per gli
abiti sia per i capelli, insomma ritorna tutto quello che la rivoluzione
aveva travolto e che ora ritorna in forma più sobria.
Sull'onda del neoclassicismo l'abito maschile diviene sempre più semplice.
Esso consiste in una giacca che poteva essere uno "spencer" oppure una
"redingotte" e un gilet mentre, i pantaloni erano lunghi. L'abito delle
donne, da trasparente che era, torna ad essere molto coprente e tornerà
anche il corsetto. La moda, d'ora in poi, non sarà più dettata dai pochi
nobili ricchi e potenti ma ci sarà spazio per la scelta di molti. Milioni
sono ora i borghesi che si vestono secondo il proprio gusto.
Nell'ottocento prende grande importanza la divisa militare, questo stile si
riflette sull'abbigliamento maschile dei civili, ne inculca i principi di
dignità, oltre alla praticità di questo genere d'abiti.
La moda, in generale, guarda al passato per prenderne spunti; tornano le
maniche a palloncino, le gonne molto ampie che si usavano nel rinascimento e
tutto quello che appartiene al passato è considerato migliore.
Questo è un periodo d'inquietudine, di tristezza, pare che tutto e tutti
vogliano fuggire il presente, in pieno clima di romanticismo anche il
suicidio diviene un ideale.
La donna, che subito dopo la rivoluzione francese aveva assaporato la
libertà sia nel costume sia nello stile di vita, ora torna ad essere
costretta nel bustino e negli schemi che detta la moda, sia nell'abito sia
nell'arredamento (come sempre tutto è collegato).
Molte donne cominciano a possedere la macchina da cucire e quindi realizzano
da sé i propri abiti. Sino ad ora il modificarsi della moda era stato molto
lento, ma d'ora in poi, prenderà ritmi veloci. L'abito maschile dall'
ottocento in poi rimane pressoché invariato cioè: pantaloni, gilet e giacca
questa semplificazione si deve all'Inghilterra considerata la nazione
europea della raffinatezza maschile. Questa semplificazione era nata anche
per le esigenze che l'uomo aveva in questo periodo, infatti, l'occupazione
centrale dell'uomo non era più di partecipare a feste o frequentare salotti
alla moda, ma andare in ufficio, oppure svolgere la propria attività
artigianale, quindi l'abito innanzi tutto doveva essere comodo.
Il costume maschile ora segue la linea naturale del corpo, l'uomo borghese
lascia alla propria consorte il compito di sfoggiare abiti che ne indicano
lo stato economico.
L'uomo borghese per distinguersi dalle classi sociali inferiori, usa per i
propri abiti dei materiali d'altissima qualità e ha un taglio di capelli
perfetto, cura molto l'igiene del proprio corpo e naturalmente il "bon ton".
La società non era più divisa solo in due ben distinte classi: in altre
parole la nobiltà e il popolo povero, ma era nata questa classe sociale
intermedia, " la borghesia ", per l'uomo nasce il bisogno di distinguersi
dalla massa, così si verifica il fenomeno del "dandismo".
In pratica si tratta d'uomini borghesi senza titoli nobiliari che però si
atteggiano tali. Si può affermare che il capostipite di questo fenomeno è
George Bryan Brummel, figlio di un segretario di nobili che disse: "la vera
eleganza sta nel passare inosservato". Tutti gli inglesi ricchi, compreso il
principe di Galles, ne copiano lo stile, sia negli abiti, sia nel portamento
di raffinata eleganza, d'atteggiamenti molte volte considerati segno di
vanità e persino omosessualità.
L'inserimento del metro a nastro da sarto, ha permesso di creare modelli
sempre più precisi e accurati.
Nel corso di questo secolo verranno di moda gli stivaletti e il paletot,
ampio cappotto che un tempo usavano solo i popolani. Nasce l'impermeabile,
vanno di moda barba e baffi rigorosamente impomatati e pettinati come del
resto lo sono i capelli. I canoni di bellezza della donna di quest'epoca, la
volevano esile, con il colorito pallidissimo, accentuato con polvere di
riso; il giro vita era quasi inesistente.
Pensate che le bambine di otto o nove anni, perché crescessero con il fisico
dettato dai canoni richiesti dalla moda vigente, erano sottoposte a vere e
proprie torture, ad esempio, per avere il famoso "vitino da vespa", le madri
facevano sdraiare sul pavimento le loro figlie e tenendo un piede pressato
sulla spina dorsale stringevano sino all'inverosimile i lacci del busto,
limitando alcuni movimenti e impedendone altri, tutto ciò ovviamente,
provocava gravi danni al fisico, come problemi respiratori, danni
irreversibili agli organi interni e difficoltà nella procreazione.
Le ragazze pur di seguire questa moda, digiunavano e usavano sostanze per
dimagrire diventando anoressiche. Tutto ciò perché la visione che la società
voleva della donna era quella di una creatura fragile, debole, dipendente e
bisognosa di protezione.
L'uomo ricco vuole la propria moglie nullafacente, per dimostrare il proprio
successo e ricchezza. La moda suggeriva di vivere in una villa di campagna.
L'educazione molto rigida che vieta qualsiasi tipo d'espressione del
desiderio alle donne di quest'epoca, ha dato luogo ad una sensibilità
estrema nel mondo femminile, infatti, alcune donne soffrono d'isterismo
spesso dovuto ad una forma di sottonutrizione, aggiunto all'uso comune d'
abiti leggeri e molto scollati (spesso muoiono di tubercolosi).
Il corpo femminile si può affermare che è imprigionato e nascosto da una
sottogonna in crinolina, materiale molto rigido (esse avevano bisogno di un
aiuto per potersi vestire), tutto questo doveva servire per nascondere la
presenza delle gambe ritenute scandalose, addirittura alcuni scrittori,
prima di nominarle, si scusavano.
La donna era considerata rispettabile quando si dimostrava altera ed
inespugnabile, in tutto questo però vi è una forte contraddizione: da una
parte la società vuole la donna inespugnabile, dall'altra vi è un espandersi
della prostituzione femminile.
C'erano inoltre le donne venute dalla campagna, molto povere e ignoranti che
venivano utilizzate come manodopera nelle industrie, facendole lavorare in
luoghi bui e malsani per molte ore al giorno.
Nel 1857 a Parigi apre un laboratorio di sartoria, il cui titolare si chiama
Charles Frederick Worth, il primo stilista della storia. A differenza delle
altre sartorie dove il disegnatore andava in casa delle nobili signore per
assecondare i loro capricci e lavorava su ordinazione, Worth invece
sceglieva la dama a cui avrebbe creato un abito, decidendo egli stesso il
modello e lo firmava, proprio come un'opera d'arte, inoltre nella sua
sartoria vi sono abiti già confezionati.
Worth, affermava: "il padrone della moda è il sarto e non chi acquista e
indossa l'abito". Worth inventa le stagioni della moda cioè: estate e
inverno; gli abiti ora non sono più su misura dettati unicamente dai gusti
della cliente, ma è il sarto che decide cosa dovrà piacere. Nascono le prime
indossatrici che all'epoca si chiamano "ragazze sosia " questa definizione
fa notare come l'identità delle ragazze non sia considerata, ma l'attenzione
deve essere centrata sull'abito, il loro corpo quindi è uno strumento.
Grazie a Worth, nasce la " Haute Couture " in pratica la creazione e
realizzazione d'abiti d'alta moda ben distinti dalla comune sartoria,
ovviamente questo era accessibile a pochissime donne, quelle molto ricche,
tra queste ad esempio, l'imperatrice Eugenia moglie di Napoleone Terzo.
Worth nasce in Inghilterra, all'età di dodici anni lavora come commesso in
un reparto di stoffe, nel 1845 parte per Parigi, la capitale della moda,
dapprima apre un reparto di sartoria in un grande magazzino e infine nel
1857 apre il suo laboratorio sartoriale, che durerà sino al 1953 fin quando
è acquisito da Paquin.
Nella seconda metà dell'800, prende piede la moda di praticare sport, sia
per gli uomini sia per le donne. Anche in questo caso vi era uno sfoggiare
di abiti che dovevano essere pratici, alla fine altro non erano che
imitazioni degli abiti da lavoro, tipo quelli che usavano i pescatori ma
ovviamente, con le dovute modifiche affinché non rimanesse traccia dell'
abito umile cui erano ispirati. Questi abiti erano di taglio raffinato e
avevano colori particolari.
Da notare che la moda, da sempre, ha preso ispirazione dagli indumenti
sportivi, infatti questo tipo d'abiti nel corso del tempo, fu utilizzato
come abbigliamento informale da indossare per passeggiare oppure per delle
colazioni. A questi abiti erano applicati stemmi e ricami, i quali dicevano
a quale circolo esclusivo si apparteneva. Per andare in barca i signori dell
'alta borghesia indossavano giacconi da marinaio. Questo diffondersi della
moda sportiva per gli uomini diventa un modo per esprimere la propria
vanità, cosa un tempo proibita dai canoni che la moda imponeva.
Per le donne invece è una vera e propria liberazione, oltre che apportare un
beneficio salutare al fisico, esse possono evitare di indossare lo
scomodissimo busto, al suo posto invece indossare appunto abiti molto
comodi.
Nascono i primi costumi da bagno che consistono in una tunica che arriva al
ginocchio, ha un colletto stile marinaro e sotto, dei calzoni che s'infilano
in stivaletti elastici; sul capo vi è una cuffia come protezione per i
capelli.
A fine secolo, la moda maschile rimane pressoché uguale, l'abito usato nelle
cerimonie è il "frac", mentre l'abito da giorno è la giacca "redingotte ".
In Inghilterra è d'uso anche una giacca particolare che si usa per giocare
al biliardo oppure per andare al club e per le sale da fumo, infatt, col
tempo questo capo prenderà il nome di "smoking".
Si usa molto il cilindro come cappello ma subentra un nuovo modello chiamato
"lobbia", ed è in feltro che ha un'infossatura profonda nel senso della
lunghezza.
Il nome di questo modello sembra che derivi da un deputato italiano che, nel
1867, è processato per avere simulato un'aggressione ai propri danni,
appunto il suo copricapo aveva subito questo tipo d'ammaccatura; un
cappellaio ne prese ispirazione, il deputato si chiamava Cristiano Lobbia.
L'abito femminile di fine 800 diviene meno ingombrante, infatti la
sottogonna in crinolina va scomparendo, gli abiti prendono una silhouette
che slancia la figura femminile, il busto rimane ma è modificato in un primo
tempo, poi è allungato sino alle cosce per ottenere la linea snella che la
moda richiede; successivamente lascia libero il seno, quindi rimane solo sui
fianchi.
La borghesia, in quest'epoca, è arrivata ad ottenere uno stato d'agiatezza
economica da permetterle d'avere più abiti per le diverse occasioni; vi
erano abiti da giorno in seta pesante, oppure in panno, il velluto si usava
per gli abiti da viaggio, gli abiti da villeggiatura erano in cotone bianco
oppure a pois e, sul capo, usavano le "pagliette".
Nasce il tailleur, chiamato anche abito alla mascolina, questo capo è nato
in Inghilterra, il taglio è realizzato da un sarto per uomo denominato
appunto Tailleur.
Questo capo era composto da una giacca dalla linea severa e una gonna
semplice ed era accessoriato con elementi maschili tipo: il gilet oppure la
cravatta, il cappello era fondamentale per uscire di casa.
I soprabiti per i viaggi erano preferibili comodi e caldi, invece per le
serate erano eleganti; anche la biancheria intima si modifica le mutande ad
esempio si accorciano sin sopra il ginocchio e non hanno più le increspature
nel giro vita che rovinano la linea dell'abito.
Arrivano le calze nere prese a modello dalle ballerine del "can-can";
le scarpe, che avevano perso la loro importanza perché nascoste dalle lunghe
gonne, ora ritornano all'attenzione, hanno tacchi alti, si usano molto gli
stivaletti e le scarpe impermeabili.
La cura e l'igiene per il proprio corpo aumenta, la moda afferma che le dame
debbano avere la carnagione bianchissima per questo si usano dei preparati
proprio per evitare che la pelle prenda colore;
le dame "perbene " non devono usare ombretti e belletti che invece sono
usati dalle attrici e dalle prostitute.
Nel 1851 un'americana: Amelia Bloomer innalza un grido di protesta verso
tutte queste regole a cui le donne devono sottostare indossando una tunica
lunga alle ginocchia e ampia , sotto di questa, un paio di pantaloni
invitando le altre donne ad unirsi a lei liberandosi di quegli abiti che
impediscono i movimenti e in pratica nascondono il corpo.
Ovviamente la società di allora reagì a quest'episodio deridendo e accusando
la Bloomer di sconvolgere le basi della società, il tentativo della donna
quindi non ebbe successo.
Amelia Bloomer è stata la prima ad attivarsi per i diritti delle donne.
Anche i medici iniziarono ad essere contro il busto perché dannoso per la
salute.
Le donne iniziano a lavorare in campi sino ad ora appartenuti agli uomini,
manifestando per i propri diritti.
Gli artisti tentano di disegnare abiti che rendano libero il corpo
femminile, però questo continua a rimanere sotto strati di tessuti. La donna
comincia ora ad avere un minimo di vita sociale, ad essere autonoma però il
busto permane ancora.
La Bloomer affermava che l'emancipazione della donna doveva iniziare proprio
attraverso l'abito, in ogni caso la moda si evolve e progredisce da sé, non
si può programmare.
Il novecento è riconosciuto come il secolo della moda, i cambiamenti sono
rapidi, la moda diviene sempre più individualista tralasciando lo stile
tradizionale.
Abbiamo visto che i primi a vestirsi "alla moda" (in pratica avevano scelto
da sé come vestirsi), sono stati i nobili francesi del seicento, i quali non
vollero adottare i costumi della corte spagnola perché ritenuti rigidi,
severi, austeri e in quell'epoca, erano imposti in tutta Europa.
E' da ricordare che costume e moda hanno due significati diversi, il primo è
duraturo nel tempo, tipo le divise che servono per lavorare oppure le divise
militari, tutti abiti che denotano comportamenti e atteggiamenti
abitudinari; con il termine moda s'indica appunto il variare che avviene
periodicamente nell'abbigliamento.
Il costume ha la funzione di comunicare il proprio stato sociale: le divise
da lavoro, a seconda del colore e del modello, segnalano il grado d'
anzianità e di mansione di chi le indossa.
Non dimentichiamoci inoltre del " senso del pudore " che cambia a seconda
delle regioni e delle culture e interessa varie parti del corpo.
Ad esempio, le donne musulmane devono coprirsi il volto, le donne
occidentali del diciannovesimo secolo dovevano assolutamente nascondere le
caviglie, mentre il seno era evidenziato dal corsetto e da profondissime
scollature.
Pare che il "senso del pudore" sia nato con la percezione dell'uomo di sé,
del proprio corpo nel mondo, per cui ha cominciato a vergognarsi della
propria nudità da cui nasce l'esigenza di coprirsi.
Ad ogni modo vi è da affermare che nel momento in cui si nasconde la nudità
automaticamente la si mette in evidenza.
Secondo lo psicologo Fugel l'abbigliamento è nato come ornamento per
attirare l'attenzione a livello sessuale e solo in un secondo tempo arriva l
'esigenza di nascondere la propria nudità, questo si vede tuttora in alcune
popolazioni di indigeni i quali usano tatuarsi il corpo, soprattutto in
circostanze come il matrimonio e la pubertà.
Nell'abbigliamento vi erano alcuni capi che facevano notare le zone
sessuali, nel cinquecento c'era la "braghetta " che faceva notare le zone
sessuali dell'uomo a cui erano aggiunti dei nastri colorati proprio per
accentuare ulteriormente la zona.
Gli psicanalisti sostengono che la cravatta sia l'accessorio moderno che più
rappresenta il fallo.
Gli antichi guerrieri usavano decorarsi con le corna e le ossa degli animali
che uccidevano, questo per mostrare agli altri quanto erano forti e
valorosi.
Alcuni ornamenti servivano anche per spaventare il nemico in battaglia, le
uniformi degli ussari sembra fossero una stilizzazione di costole che
stavano a rappresentare la morte.
Secondo il sociologo americano Thornstein Veblen, la moda è l'ostentazione
del proprio stato economico infatti gli abiti eleganti sono fatti in modo
tale da non poter essere usati per lavorare, quindi il messaggio è: " non ho
la necessità di guadagnarmi da vivere ".
Le donne che indossano abiti dalla linea molto femminile hanno limitazioni
nei movimenti e anche nell'abito elegante maschile se guardiamo vi sono
impedimenti: la camicia bianca e inamidata e le scarpe sono di vernice.
Gli studiosi affermano che l'incessante cambiamento della moda sia dovuto
principalmente all'intento delle classi inferiori di imitare quelle
superiori, quando queste raggiungevano tale scopo ecco che nasceva l'
esigenza, da parte delle classi sociali alte, di cambiare.
Nell'antichità esistevano le leggi "suntuarie", leggi nate con principi di
giustizia infatti erano imposte a tutta la popolazione e servivano a
moderare lo sfrenato lusso, con l'andare del tempo però i nobili fecero in
modo di usarle per proteggere i propri desideri vale a dire, togliere
qualsiasi possibilità di competizione da parte delle classi inferiori.
Gran parte della borghesia si era arricchita grazie al commercio e all'
artigianato quindi era economicamente in grado di competere con la nobiltà.
Al decadere di queste leggi i nobili, per differenziarsi, hanno elaborato il
galateo e la raffinatezza sottolineando il fatto che non bastava l'abito per
appartenere ad una classe sociale alta.
La società segue la moda perché è un modo per sentirsi nel presente, è
qualcosa di sempre nuovo anche se si tratta pur sempre di un "revival".
Si cambia perché la convinzione è quella che il nuovo sia sicuramente più
valido e migliore.
I capitalisti, detentori del sistema di produzione, hanno fatto in modo di
dare un ciclo di vita ad ogni cosa, compresi gli abiti, così anche se questi
sono ancora belli e funzionali, perdono il loro valore e sono sostituiti da
altri abiti.
Se da una parte si nota l'esigenza di rinnovarsi e aggiornarsi, dall'altra
si vede lo spreco che la società crea. Oggigiorno è difficile pensare che un
tempo l'abito era un bene prezioso e doveva durare tutta la vita.
La moda cerca di trovare un'identità che si adegui alla società del momento.
La moda comunica, vi sono capi di abbigliamento, tipo le divise militari che
sono imposte così come sono, chi le indossa non può apportare nessun tipo di
modifica per personalizzarla, questo lascia spazio alla menzogna appunto vi
è il detto "l'abito non fa il monaco".
L'interpretazione della moda varia anche a seconda del luogo, ad esempio chi
indossa la minigonna in alcune zone è considerata una donna leggera oppure
che questo voglia essere un richiamo erotico, mentre in altre zone si tratta
semplicemente di una donna moderna che si sente libera.
L'alta moda nel corso del tempo ha subito una discesa.
All'inizio erano pochi i grandi stilisti che creavano modelli per i pochi
clienti ricchi, in seguito i sarti professionisti iniziarono a realizzare i
loro capi prendendo ispirazione appunto dalle creazioni dei grandi stilisti;
la confezione, le rifiniture e le decorazioni però non sono al livello dei
capi firmati.
Con il diffondersi delle riviste di moda quest'ultima arriva anche nelle
periferie, si diffonde sempre più la realizzazione degli abiti tra le sarte
più o meno esperte, con il risultato di una qualità sia nei modelli sia nei
materiali alquanto scadente, questo però permette alle signore della bassa
borghesia di seguire la moda.
Dopo la metà del novecento nasce il "pret-a-porter"; trattasi di capi d'
abbigliamento che sono prodotti in grosse quantità ma rimangono in ogni modo
valorizzati dalla firma dei grandi stilisti i quali ne garantiscono la
creatività e la distinzione.
Anche per il "pret-a-porter"si usano le sfilate ma a differenza dell'alta
moda, che per lo stilista significa mostrare i propri modelli in forma
diretta, vale a dire alle donne che acquisteranno i capi (la formula è la
stessa che inventò Worth), le sfilate del "pret-a-porter servono per
pubblicizzare e incentivare la vendita degli abiti al pubblico che vi
assiste che generalmente è composto di professionisti, i quali a loro volta
rivendono questi abiti.
A queste sfilate assistono anche le persone incaricate della comunicazione,
o i "mass media" come la tv o la stampa per fare in modo che l'evento
raggiunga la maggior quantità di persone e quindi una maggiore vendita d'
abiti.
Col tempo anche le sfilate si sono modificate, le modelle non sono più
anonime ma delle vere e proprie dive super pagate alle quali le donne s'
ispirano cercando di imitarle.
Queste ragazze sono un mezzo pubblicitario molto funzionale. La moda oggi ha
molti centri a livello internazionale: Parigi, Milano, Londra e New York e
comprende oltre alle sfilate, occasioni mondane, eventi culturali oppure
semplicemente presenzialismo, infatti il pubblico molto spesso prende a
modello sia nell'abbigliamento sia nell'atteggiamento i divi del cinema,
della musica e del mondo dello spettacolo in generale.
Ci sono molti giovani i quali si rifiutano di seguire la moda del momento,
ribellandosi di far parte di quegli schemi che la società detta, scegliendo
uno stile loro che però anche in questo caso se questa "moda alternativa"
funziona viene subito adottato per proporlo alla massa giovanile.
Ora la moda è sempre più libera, ognuno può decidere di scegliere il proprio
stile senza correre il rischio di essere bandito dalla società.
Questi giovani, in un certo senso, vogliono uscire dalla massa, vogliono
distinguersi hanno il coraggio di esporsi e di mostrare la propria identità.
Nei primi anni del novecento si vivono ancora momenti di divertimento e
spensieratezza che durano sino alla scoppiare della prima guerra mondiale.
Questo periodo spensierato si ricorderà come "belle epoque", quando le
classi sociali alte ancora dominavano, sono gli anni in cui cominciano a
circolare le prime auto, si vedono aeroplani volare e il cinema fa i suoi
primi passi. E' un periodo di feste, di ballerine del "can-can".
Le dame continuano a coprire completamente il loro corpo, gli abiti hanno
solo una profonda scollatura, la figura è slanciata grazie anche al busto
che spinge il seno all'infuori e irrigidisce la schiena dando il risultato
di una figura ad "S".
Il cosiddetto collo di cigno è una caratteristica ambita dalle donne, per
raggiungere tale scopo esse si aiutano con stecche inserite nei colletti di
merletti degli abiti da giorno.
Ora le tinte in voga sono tenui: il grigio perla, il rosa e il color malva,
i tessuti sono leggeri, delicati e ricamati tipo lo chiffon, il tulle e le
"crepe de chine". Gli abiti sono ancora molto elaborati hanno molti lacci e
bottoni (le dame quando si vestono hanno bisogno dell'aiuto di una
domestica).
In questo periodo nasce un abito che s'indossava solo in casa, definito da
"thè" che permetteva alle dame di poter fare a meno del fastidioso busto. Si
trattava di un abito confezionato con tessuti leggeri, aveva vari strati di
sottogonne e un'ampia scolatura.
Le scarpe usate per la sera erano scollate e avevano decorazioni di perline
e ricami, i tacchi erano alti, di giorno invece si usavano molto degli
stivaletti con lacci laterali in vernice, oppure in pelle di capretto. Nei
primi anni del novecento si usavano ancora i cappelli, questi si
sviluppavano in altezza ed erano decorati da piume di rari uccelli; anche le
acconciature si sviluppavano in altezza.
L'abito maschile rimane lo stesso con solo una modifica, la piega frontale
dei pantaloni.
Verso il 1910 la linea femminile cambia completamente, il pittore e sarto
Mariano Fortuny disegna e crea un abito per le donne che appartengono all'
alta società e che lui definisce la "veste di Delfo", questo altro non era
che una tunica ispirata al costume dell'antica Grecia ed era fatto di seta
pieghettata.
Le varie guerre coloniali dell'africa e l'arrivo dei balletti russi di
Sergei Diaghilev, portano innovazioni nelle nuove linee dell'abito che sono
ben espresse dallo stilista in voga in questo periodo Paul Poiret
(1879-1944).
Nel 1903 Poiret inaugura la propria casa di moda, dopo aver conseguito un
apprendistato nella "maison" di Worth. Ora il punto vita perde la sua
importanza, si sposta sotto il seno e l'abito ricade morbido sulla figura
femminile, il busto viene sostituito da una stretta guaina che parte da
sotto il seno e arriva ai fianchi, questa serve per rendere piatto il
ventre, i fianchi e le natiche.
Si usa adesso una sola sottoveste di tessuto leggero. Non molto tempo dopo
viene creata una gonna chiamata "hobble", questa è aderente e arriva fino
alle caviglie dove è stretta da un nastro costringendo le donne ad una
camminata zoppicante.
Col tempo si praticano delle aperture nella parte posteriore agevolando così
la camminata e lasciando intravedere le caviglie e le calze di seta.
A queste nuove linee di abiti vengono adottati come accessori, dei cappelli
a tesa larghissima chiamati "alla vedova allegra" (ispirati appunto all'
operetta omonima).
Questi sono decorati da nastri, tulle, piume, frutta e foglie; i cappotti
sono svasati e ampi. Poiret per far conoscere i propri modelli al di fuori
delle poche dame che hanno la possibilità di visitare e acquistare nel suo
atelier, inizia a filmare le proprie sfilate, viaggia per tutta l'Europa e
gli Stati Uniti portando con sé modelle e manichini, distribuisce degli
album con i suoi modelli coinvolgendo la stampa.
L'ispirazione orientale innesca profonde modifiche sia nei colori sia nella
linea degli abiti. Poiret per lanciare i suoi abiti usa sua moglie come
modella; gli abiti che propone sono alquanto bizzarri per l'epoca ad
esempio: pantaloni a sbuffo di stile turco, tuniche dalle maniche a
pipistrello e turbanti.
Questi modelli riscontrano successo e diventeranno poi dei modelli classici
di raffinatezza ed eleganza.
Un modello di Poiret che avrà un enorme successo è un abito chiamato
"vestito sorbetto": trattasi di un abito a tunica con sopra una sopragonna
corta e rigida.
Poiret è il primo stilista ad occuparsi non solo d'abiti ma anche d'
accessori e arredamento; questo sistema sarà adottato anche dagli stilisti
che seguiranno. Poiret diceva: "il sarto può mettere a frutto il proprio
talento in tutti i campi del costume".
Nel 1921 battezza il proprio profumo che è il primo ad essere firmato.
In questi anni pittori come Braque, Picasso e Matisse aderiscono in parte
alla decorazione delle stoffe, alle scenografie e ai costumi per i balletti
e per il teatro.
Balla, un futurista italiano, crea scenografie dove la figura umana viene
scomposta in forme geometriche e metalliche; crea abiti maschili ispirati
alla velocità ed al rumore delle auto, inizia uno studio dell'abito come
stato d'animo.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale tutto l'ottimismo verso il
progresso viene travolto e cancellato. I civili si ritrovano a stretto
contatto con le vicende belliche che sconvolgono la loro vita, le varie
classi sociali si ritrovano a dover lavorare e collaborare fianco a fianco;
tutti gli uomini validi sono al fronte, le donne quindi si ritrovano a
svolgere mansioni tipicamente maschili, come dover fare le autiste, le
insegnanti, le postine e così via. Questo stato di cose viene preso con
entusiasmo dalle donne infatti per molte di loro c'è l'opportunità di
rendersi autonome economicamente, quelle che invece lavoravano già fuori
casa con mansioni di poco rilievo vedono l'opportunità di fare carriera in
campo lavorativo, migliorando anche lo stipendio.
Molte donne inglesi e americane sono nell'esercito come infermiere,
indossano uniformi di taglio militare cioè: giacca con cintura e gonna lunga
al polpaccio e alcune indossano tute da aviatore.
Le donne russe impegnate sul fronte vestono come i soldati e imbracciano il
fucile. Anche l'abbigliamento delle donne che non sono sul fronte subisce
cambiamenti, le gonne si accorciano al polpaccio e si allargano, il busto
diviene più morbido e si abbassa e le donne, per la prima volta, si tagliano
i capelli corti.
Mary Phelps Jacob conosciuta anche con il nome di Caresse Crosby nel 1914
crea il primo reggiseno, esso è costituito da due fazzoletti uniti da un
nastro.
Con la fine della guerra le donne restituiscono agli uomini le loro
mansioni, però non lasciano il nuovo stile di vita, il quale permette loro d
'essere autonome e attive.
Anche la moda che era in voga prima della guerra non fa più presa,
nonostante vi sia stato qualche tentativo. Ora vi è una ricerca della
comodità negli abiti, i colori sono neutri tipo il beige e il grigio, si
diffonde l'uso dei pantaloni e del reggiseno.
Per le serate invece si usano colori accesi come il fuxia, il lamè dorato,
il satin broccato e lo stile è quello delle "vamp" degli anni venti. Gli
abiti sono guarniti da frange e perline in modo che questi ondeggiano con i
ritmi dei balli in voga in quel momento: tipo il "fox-trot" e lo "scandaloso
" tango.
E' Thomas Burberry che nel 1879, con una formula nuova e segreta, inventa il
tessuto che verrà adottato per le uniformi degli ufficiali inglesi e che si
chiama gabardine un tessuto traspirante, antistrappo e impermeabile.
Questa divisa si chiamava "trench-coat" aveva un bavero rialzabile, fasce ed
anelli alla cintura e, sulle spalle, era dotata di una fodera estraibile dal
caratteristico disegno scozzese (oggi imitatissimo) e poteva essere usata
come coperta.
A questo capo verranno fatte alcune modifiche e verrà usato comunemente fra
i civili, simbolicamente il "trench-coat"è legato al mistero e all'azione
infatti nel cinema si vedrà indossato dagli investigatori e dagli agenti
segreti (nel famoso film Casablanca è portato da Humphrey Bogart).
Nel 1914 Gabrielle Chanel detta Coco, apre una boutique dove inizialmente
realizza cappelli, in seguito passerà alla creazione di abiti che indosserà
essa stessa per farli conoscere.
Grazie a questa giovane modista francese l'immagine della donna viene
proiettata nel ventesimo secolo.
Chanel accorcia le gonne sino al ginocchio, elimina il busto e lancia la
moda dei capelli corti da maschio, crea un tessuto comodo e poco costoso: il
"jersey" che principalmente verrà usato dalle classi sociali basse.
Chanel realizza completi in maglia, l'abito a tubino, il famoso profumo
Chanel n°5, il suo stile permane nel tempo grazie alla modernità e
raffinatezza delle linee. Chanel chiude mentre è in corso la seconda guerra
mondiale (1939 - 1945) e torna nel 1956, con il famoso e inconfondibile
tailleur in tweed profilato con la cintura dorata e la borsa con la catena
ugualmente dorata.
Per Chanel l'eleganza era negli abiti comodi e confortevoli, aveva eliminato
dagli abiti dell'epoca tutto quello che riteneva inutile chiamandola "la
povertà di lusso". Chanel faceva pubblicare le foto dei suoi modelli subito
dopo le sfilate, cosa che in quel tempo gli altri stilisti non permettevano,
mentre essa sosteneva che "l'imitazione significava successo".
Coco diceva di aver creato la moda in primo luogo per se stessa, diceva che
la donna ora non doveva essere più oziosa e inutile ma al contrario attiva e
quindi aveva la necessità di indossare abiti comodi che lasciassero libertà
di movimento.
Dopo la prima guerra mondiale si ritorna a vivere momenti di ottimismo e di
benessere, il consumismo prende piede, le città diventano più grandi. Tutto
questo soprattutto per le classi sociali più agiate, per quanto la guerra
avesse sconvolto gli ordini sociali di prima.
Esisteva tuttavia uno stato di disagio per gente meno abbiente. Negli anni
venti erano state sperimentate nuove forme di abbigliamento e di linee
geometriche; si era diffuso l'uso di varie fibre artificiali e sintetiche
che permettevano alle classi popolari di accedere alla moda, perché queste
fibre avevano un costo più basso rispetto alle fibre naturali. Le riviste
dedicate al femminile aumentarono considerevolmente ed iniziarono ad
inserire i cartamodelli in modo che le donne potessero confezionare da sé
gli abiti (con la macchina da cucire).
Andava molto di moda il tailleur, i color più usati erano il beige e il
color cachi questo perché dopo la guerra erano avanzati tessuti militari di
queste tinte in gran quantità. Le scarpe avevano il tacco a rocchetto.
Le ragazze benestanti incominciavano ad uscire tranquillamente la sera senza
il bisogno di essere accompagnate, bevevano alcolici, fumavano e usavano
trucco pesante; sul capo portavano una fascia, sopra i capelli corti e
ondulati, questa fascia era decorata con fiocchi oppure piume.
La linea femminile richiesta era quasi androgina. Era molto di moda fare
sport, perché questa richiedeva appunto la figura più snella.
Nel 1901 a Parigi nascevano i primi giochi non ufficiali per le donne. I
campioni dello sport influenzavano la moda come i divi del cinema, vi erano
sportivi che si facevano disegnare gli abiti appositamente da famosissimi
stilisti.
Dopo la guerra, l'abbronzatura non era più considerata sinonimo di povertà
(i contadini e le persone che lavoravano all'aperto erano appunto
abbronzati), ma bensì uno "status symbol" che serviva a dimostrare lo stato
economico, sottolineando il fatto che si potesse andare in villeggiatura e
sdraiarsi al sole senza far nulla.
Le coste balneari più rinomate erano quelle francesi e californiane. Chanel
è stata una capostipite dell'abbronzatura.
Ora gli uomini e le donne potevano condividere la stessa spiaggia, il
costume si era ridotto moltissimo e le stoffe usate per confezionarlo erano
elastiche. Negli anni trenta l'abito maschile tende alla comodità, alla
morbidezza, si usano tessuti a righe verticali, le spalle delle giacche
divengono più ampie; per sostenere i pantaloni al posto delle bretelle si
usa la cintura, questi sono più larghi e le cerniere sostituiscono i
bottoni.
In estate i tessuti usati sono il lino e la seta grezza.
Le donne degli anni trenta s'ispirano alle dive del cinema, ne imitano gli
atteggiamenti, si truccano come loro e naturalmente copiano l'abbigliamento.
Nei grandi magazzini si trovano gli abiti alla moda con un costo
relativamente basso, questo grazie all'introduzione dei tessuti sintetici.
Certo la manifattura non era eccelsa, però la moda era alla portata di
tutti. In alcuni paesi si cominciano ad apprezzare le rotondità della donna
e quindi a favorirne la prosperità delle forme; per la prima volta la donna
porta la gonna aderente che segna i fianchi e addirittura evidenzia la forma
del fondoschiena.
Verso gli anni quaranta la moda si evolve ancora.
Madeleine Vionnet, una stilista francese, apporta un' innovazione nel taglio
del tessuto: lo sbieco. Nascono le linee svasate e nei cappotti si usano
spesso colli in volpe.
Ora vi è una gran varietà di calzature, quelle di Salvatore Ferragamo sono
molto apprezzate sia per la linea sia per la comodità; le famose scarpe con
la zeppa sono una sua creazione. Molte donne portano capelli lunghi e ricci
questo grazie all'invenzione della permanente. Si realizzano i primi
reggiseni imbottiti e la "lingerie" diviene sempre più raffinata. Gli abiti
da sera lasciano la schiena completamente scoperta. Negli anni trenta,
rispetto agli anni venti, gli abiti richiedono tessuto in quantità maggiore
per via dei vari drappeggi apportati.
È di moda la pelliccia e la più apprezzata è quella di volpe, ma si usano
anche quelle di scimmia e di leopardo.
Negli anni quaranta la moda subisce un blocco a causa della seconda guerra
mondiale. La produzione industriale dell'abbigliamento si sarebbe sviluppata
in seguito, dopo la guerra e gli abiti non si sarebbero più confezionati
capo per capo nei laboratori sartoriali.
Tutti i prodotti erano razionati e quindi anche i tessuti; le riviste
femminili al posto degli abiti all'ultima moda mostrano come fare per
riutilizzare i pochi abiti e tessuti che erano a disposizione.
Ogni donna aveva una giacca, una camicia e un tailleur; gli accessori di
questi abiti erano stabiliti per legge, non potevano avere più di due tasche
e cinque bottoni, anche il numero delle cuciture e delle pieghe era
stabilito per legge.
In Italia ogni persona adulta possedeva una tessera annuale (tessera
annonaria) con 120 punti, pensate che per un paio di scarpe ce ne volevano
ben 65, ovviamente si pagava in denaro.
Tutto questo il governo lo attuava per evitare quello che era successo
durante la prima guerra mondiale e cioè molta miseria e fame per via dei
prezzi dei beni di prima necessità i quali erano saliti vertiginosamente.
Durante la guerra, si utilizzavano le coperte per confezionare giacche e
cappotti, le lenzuola si trasformano in camicie e il filato lo si ricava
dalla lana dei materassi; insomma tutto quello che poteva essere utile lo si
adoperava.
Nascono i primi abiti "patchwork" unendo tra loro vari pezzi di tessuto di
diverso genere.
Nel 1947 finita ormai la guerra, l'alta moda ritorna alla grazie a Christian
Dior, il quale intuisce il desiderio delle donne di tornare ad essere
eleganti e femminili dopo il periodo difficile della guerra. Questo stilista
propone degli abiti dalla figura femminile a clessidra, crea le scarpe col
tacco a spillo e riporta alla ribalta il vitino da vespa, il seno generoso e
le gonne ampie.
Ritorna anche il corsetto però con una forma a "guepiere", elasticizzata a
cui si attaccano anche le calze, stile inventato da Marcel Rochas nel 1946.
Con Dior vi è un ritorno alla femminilità, le donne, in tempo di guerra,
erano state costrette ad indossare divise militari, mentre ora ritrovano
fiducia e ottimismo nella bellezza.
Negli anni cinquanta avviene un'importante svolta nella moda, la"Haute
Couture" che creava un tipo d'abbigliamento artistico riservato a poche
donne privilegiate, si fonde ora con il "pret-a-porter" che si rivolge più
ad una clientela di massa.
Un altro stilista di questo periodo è Cristobal Balenciaga che, come Dior,
realizza solo modelli di "Haute Couture" confezionati in modo tale da
valorizzare la figura femminile che, praticamente, viene ricostruita
attraverso l'abito.
Dopo la seconda guerra mondiale vi era stato un grosso sviluppo a livello
economico e tecnologico; nelle case erano entrati gli elettrodomestici, le
donne così avevano più tempo libero da dedicare a se stesse e molte lavorano
fuori casa.
Nascono i "twin-set", i coordinati in maglia color pastello e la borsetta è
molto usata; il viso truccato è indispensabile, le labbra sono rosso
brillante, le sopracciglia scure e folte, le ciglia coperte da molto
mascara, questo trucco "pesante" è d'uso anche nelle giovani ragazze che per
contrasto usano calzini corti da baby invece delle calze in nylon.
Ovviamente fra le ragazze vi sono anche le ribelli che usano indumenti
confezionati con un nuovo tessuto chiamato "blue jeans".
In questi anni la biancheria intima non si usa più solo come indumento
costrittivo ma soprattutto come indumento di seduzione. Nel 1952 nasce il
reggiseno con la caratteristica forma a punta in voga in quegl'anni,
contemporaneamente esplode la moda del "bikini" apparso per la prima volta
negli anni quaranta (il nome bikini deriva dal nome di un atollo nel
pacifico dove, nel 1946, fu fatto un esperimento nucleare, così il bikini è
esploso nella moda proprio come una bomba).
Il bikini è opera di due stilisti francesi, Louis Reard, e Jacques Heim che,
nel 1946, lo presentano nello stesso momento.
Si dice però che l'idea fosse opera di un marinaio americano il quale, dopo
aver visto le indigene degli atolli del pacifico indossare questo tipo di
costume, ne rimase favorevolmente colpito. Casualmente nello stesso periodo
viene riscoperto un mosaico romano sul pavimento di una villa siciliana,
dove vi sono rappresentate delle ragazze che praticano ginnastica e giocano
a palla con indosso un costume a due pezzi.
Questo bikini ha suscitato molto scalpore all'epoca, vi erano attrici che lo
indossavano e lo mostravano con orgoglio, altre invece che lo reputavano
scandaloso perché considerato un' offesa al senso del pudore; addirittura in
un primo tempo venivano arrestate le donne che lo indossavano.
Solo nella metà degli anni cinquanta è indossato liberamente anche dalle più
pudiche delle donne.
Il bikini rimarrà il costume più amato, per la carica di seduzione che esso
genera, perché si ferma sulla porta del proibito, nemmeno i futuri monokini
(1964) riusciranno a spodestarlo.
Sino al 1950 l'immagine della gioventù non era presa in gran considerazione,
si passava dall'infanzia al mondo degli adulti cioè delle responsabilità del
lavoro e della guerra (quando necessario); ma con il nuovo stato economico
più agiato, le cose cambiano.
Negli anni cinquanta i giovani cominciano a ribellarsi, a voler staccarsi da
una società dettata da un solo valore il "consumismo".
I giovani attraverso il loro modo di vestire, la loro musica e la
letteratura, esprimono tutto il loro disagio e il conflitto che provano
verso una società adulta ritenuta ipocrita.
Essi passano dalla ricerca di se stessi ad una disperata fuga e ribellione,
che spesso sfocia in forme estreme, come le folli corse in automobili che li
portano spesso alla morte.
James Dean ne è un esempio, morto giovanissimo in un incidente stradale.
I giovani creano una loro moda che usano per differenziarsi, in un certo
senso, cercano di affermare la propria identità si vestono con giubbotti di
pelle e jeans che sono il simbolo di questo cambiamento; la musica diviene
uno strumento importante di aggregazione, il "rok'n'roll", ballo amatissimo
dai giovani, sembra esprimere i loro animi irrequieti, agitati e ribelli.
Gli adulti dell'epoca considerano tutto questo demoniaco ricollegandolo alla
delinquenza, questo scontro di generazioni si inasprirà e andrà avanti anche
nei decenni successivi.
Già negli anni quaranta vi erano state avvisaglie di giovani con un proprio
stile, di vestire e di pensare.
A New-York i latino americani e i neri che hanno avuto la possibilità di
arrivare ad uno stato economico agiato creano un abito a righe, oppure dai
colori sgargianti chiamato "zoot suit"; questo abito è più grande di qualche
taglia rispetto al necessario, in seguito sarà adottato come divisa dai
musicisti di jazz e dello swing. Questo abito e questa musica arriveranno in
Europa attraverso le truppe americane.
Queste mode giovanili hanno la capacità di permettere una spontanea
aggregazione e nascono da una classe sociale bassa invece che scendere da
una alta.
Attraverso i mezzi di comunicazione le mode giovanili si diffondono da un
capo all'altro della terra. Vi sono gruppi impegnati intellettualmente, di
solito sono guidati da una figura carismatica e generalmente si vestono in
modo trasandato, il colore più usato è il nero, le ragazze vestono con lo
stesso stile.
I giovani che indossano jeans, t-shirt e giubbotto di pelle sono considerati
dei teppisti, dei delinquenti; essi amano il "rock'n'roll" portato alla
ribalta nel 1955, da Bill Haley, ballo dal ritmo frenetico che se da una
parte indica tutta l'irrequietudine dei loro stati d'animo, dall'altra
indica la loro gioia di vivere. L'abito delle ragazze mette in risalto la
figura e lascia libertà del movimento necessario per praticare questo tipo
di ballo. Esse indossano camicette aderenti, gonne svasate con diversi
strati di sottogonne che arrivano alle ginocchia, le cinture sono
elasticizzate, usano calze corte e scarpe basse, i capelli sono legati
semplicemente con nastri.
Col tempo i jeans sono adottati anche dalle ragazze, questo indumento
diventerà il simbolo dei giovani, sia il jeans che il giubbotto di pelle
chiamato chiodo (il più usato dai giovani). Questo particolare indumento era
stato confezionato da una ditta americana chiamata Schott nel 1915,
inizialmente era usato dai motociclisti.
Un altro tipo di giubbotto era detto "bomber" usato dai piloti durante la
guerra.
Altro indumento usatissimo è la t-shirt che diventerà indispensabile; a
questa maglia vengono applicate frasi e disegni divenendo un vero e proprio
mezzo per mandare messaggi, sia musicali sia politici.
Nel 1853 levi Strauss, un tedesco emigrato a San Francisco, con del fustagno
(tessuto di cotone molto resistente, prodotto negli stati uniti dalla fine
del settecento), crea dei pantaloni che vengono brevettati dal socio Jakob
Davis Youphes nel 1873. Il jeans (questa parola deriva da Genova, in
francese Genes, dove i marinai genovesi usavano pantaloni da lavoro di un
tessuto chiamato blu Genova, copiato dai marinai americani diventò il famoso
tessuto chiamato da loro " blue jeans").
Grazie alla produzione industriale che ne permette i costi ridotti, sarà l'
indumento da lavoro più usato soprattutto dai minatori e dai cowboys.
Successivamente diverrà appunto l'indumento giovanile per eccellenza, il
primo capo unisex con questo tessuto; in seguito verranno confezionate anche
borse, gonne, camicie, giacche e salopette; questo capo rimane pressoché
immune dalla moda, apprezzato sempre più nel corso del tempo.
E' un capo che più si usa e più acquista valore, perché si personalizza, il
colore si schiarisce a zone, il tessuto si consuma in modo diverso da un
capo all'altro rendendolo così unico, in pratica è vivo come il corpo che
riveste.
Negli anni sessanta i giovani divengono i protagonisti della moda; vi sono
moltissime idee innovative, si gioca con i colori e con i tessuti, le gambe
delle ragazze si scoprono creando così un nuovo mito di seduzione.
Chanel e Saint Laurent creano nuove forme originali artistiche ed etniche.
Negli anni sessanta la boutique acquista un ruolo importante, non è più il
piccolo negozio dove il sarto confezionava e vendeva le sue creazioni, ora
diviene un luogo di incontro dove si trova tutto quello che è all'ultima
moda dagli abiti agli accessori, vi è musica, personale giovane e dinamico.
Barbara Hulanicki apre nel 1964 la boutique chiamata "Biba" dove vi sono
abiti e accessori degli anni venti, trenta e quaranta, creando così il
fenomeno dell'usato di classe.
In questi anni Elio Fiorucci, dopo essere stato a Londra, rimane
favorevolmente colpito da tutto ciò che di innovativo c'è, torna in Italia
con un carico di coloratissime scarpe e abiti plastificati ispirati al mondo
della tv. Apre un grande negozio stravagante a Milano, dove appunto vi è di
tutto.
Nel 1964 nasce la minigonna, la creatrice di quest'indumento è Mary Quant,
figlia di due professori universitari che nel 1958 intorno ai suoi trent'
anni di età apre la propria boutique; questa stilista crea abiti che,
principalmente, indossa essa stessa: pantaloni a vita bassa da portare con
cinture alte, abiti di flanella, gonne svasate, ma il capo che la porterà al
successo mondiale sarà la minigonna (per la prima volta le donne scoprono le
gambe) indumento molto contestato dai benpensanti e dai medici che la
accusano di causare problemi circolatori e reumatismi anzitempo.
Mary Quant parte per una tournee con alcune modelle alle quali fa indossare
la minigonna e le lancia in balli scatenati di pop music, così questo capo,
nel giro di poco tempo, diventerà famosissimo consacrando la sua creatrice
nell'ordine dell'impero britannico e lei riceverà il premio a Buckingham
Palace indossando proprio la minigonna.
Negli anni sessanta le signore più famose ed eleganti vestono Chanel, in
questi anni infatti lei torna alla ribalta con i suoi tailleur dalla
classica giacca senza collo bordata di nero, l'accessorio indispensabile di
queste signore è il cappellino di forma ovale senza tesa e dalla sommità
piatta; questo modello è stato creato da un costumista di Holliwood Adrian
nel 1932 per la diva Greta Garbo.
Lo stilista Emilio Pucci, Marchese fiorentino lancia la moda dei colori
vivacissimi, degli stampati in fantasie cromatiche e si vede obbligato a
porre la firma sui propri capi per poterli distinguere dalle diffusissime
imitazioni (questa è la prima volta che uno stilista firma i propri capi).
Lo stilista Saint Laurent crea abiti dai disegni eccentrici, cerchi,
quadrati e anche zig zag disposti in modo da creare l'effetto
tridimensionale quando l'abito è indossato, oppure usa tessuti che a seconda
della luce sembra mutino di colore.
Negli anni settanta arriva la moda spaziale (ispirata alle tute dei primi
astronauti), gli abiti sono in lamè o lurex argentati e gli stivali sono in
plastica. Tutto questo dura poco e ha successo solo tra alcune persone.
Paco Rabanne nel 1966 crea degli abiti ispirati ai guerrieri medievali
usando plastica e metallo. Sempre negli anni sessanta se da una parte le
ragazze vestono in minigonna lanciando un messaggio di libertà, di gioia e
colori, i ragazzi inglesi creano una moda loro, invece delle t-shirt e dei
jeans vestono l'abito degli adulti portandone all'esasperazione i
particolari dando vita così ad una caricatura dove si mostra l'ipocrisia.
Questi giovani si definiscono "mod" (da moderni) curano sino all'eccesso il
loro abbigliamento, i capelli sono corti ed è indossato l'irriducibile
"parka" (un giaccone di color verde militare).
Ai "mod" non piacciono le motociclette, usano, infatti, le vespe o le
lambrette dotate di moltissimi accessori, questo stile si diffonderà un po'
ovunque in Italia e vi rimarrà per molto tempo.
La moda dei giovani inglesi è strettamente legata ai fenomeni musicali; con
la nascita dei Beatles si vedono giovani abbigliati esattamente come loro
(molto simile allo stile mod).
In California, nel 1967, nasce il movimento hippie; tra i giovani vi è un
nuovo ideale di vita che rifiuta la società capitalista del mondo degli
adulti, la loro concezione di vita ora si basa sui valori spirituali di
pace, di ritorno alla natura, di lotta per i diritti umani e rivalutazione
dell'abbigliamento etnico.
Gli hippies come arma usano la creatività e la fantasia, vogliono cambiare
il mondo con l'amore infatti il loro simbolo è il fiore da qui l'appellativo
"i figli dei fiori".
Gli hippies vestono abiti di tutti i generi basta che siano vivaci, spesso
sono dei "kaftani", le fibre sono naturali e l'unisex ha il suo trionfo.
Usano il corpo come un'opera d'arte dipingendolo con i colori dell'
arcobaleno oppure a fiori e spirali; vivono nelle comuni a contatto con la
natura e la terra. Proprio nello stesso anno in cui il movimento hippie è
all'apice del successo questo gruppo svanisce. Negli anni a venire l'
industria della moda ne copia gli aspetti esteriori.
Negli anni settanta l'alta moda subisce un periodo di grande crisi, nasce il
"punk" stile definito dell'antimoda, dell'esasperazione, sembra che si sia
esaurita la creatività.
La crisi petrolifera crea una situazione economica precaria scoraggiando l'
acquisto del settore abbigliamento; prende sempre più importanza la moda che
arriva dal basso e costa poco.
Molti stilisti ora si avvicinano al "pret- a porter", dove le creazioni non
sono più audaci ma si avvicinano all'esigenza della gente comune che lavora
e quindi sono capi classici essenziali;
le donne in carriera vestono tailleur di taglio maschile linea ideata da
Saint
Laurent
Calvin Klein e Ralph Lauren creano un guardaroba fatto di pochi capi di
facile abbinamento e per tutte le stagioni come: camicette, indumenti in
maglia e pantaloni; il trucco è delicato e minimo, i capelli hanno un
aspetto naturale. Lo sport diventa un'ossessione come la discoteca, la moda
è influenzata da questo e crea capi dai colori sgargianti dai tessuti
elasticizzati, indumenti molto usati la creatività degli stilisti prende
spunto dalle civiltà del passato come ad esempio gonne a balze, fantasie
patchwork, abiti decorati con passamanerie, ricami e broccati.
Il movimento femminista non aiuta certo la moda poiché condanna i
tradizionali canoni di bellezza della donna perché considerati "elementi per
soddisfare il genere maschile", sono quindi adottati indumenti che
nascondono il corpo femminile come larghe gonne, maglioni senza forma e
scarpe con le zeppe.
Gli acquisti si fanno tra le bancarelle dei mercatini.
Alla fine degli anni sessanta a New York nasce il "glam" (che deriva da
glamorous, eccitante e fascinoso) questo stile è l'opposto di quello hippie
che ricercava tutto quello che era naturale, il glam invece esalta tutto ciò
che è artificioso.
Questo stile è lanciato dal mondo della musica e del cinema, il "glam" è l'
ambiguità sessuale, è travestimento, zatteroni e paillettes; le acconciature
sono scock dalle tinte violente, tutto è esagerato e scandaloso, l'artista
David Bawie ne è un grande esempio.
Nel 1976 nasce il "punk" (termine che deriva da spazzatura) i suoi promotori
sono Malcom Mclaren e la moglie Vivienne Westwood proprietaria e stilista di
una boutique a Londra che lancia un suo stile dove si rifiuta tutto ciò che
è bello per promuovere il brutto, tipo t-shirt strappate, abiti in pelle
pieni di cerniere, indumenti usati e sporchi, i capelli sono rasati
lasciandone solo una striscia in mezzo al capo come una cresta, i "punk"
portano infilati nel viso spille da balia, indossano delle catene al collo
chiuse con lucchetti e il trucco è aggressivo.
Il "punk" non ama il gruppo tollera al massimo pochissime persone, è un
individualista, un violento ed aggressivo, lo scopo del punk è far perdere
qualsiasi tipo di mito insomma il suo scopo è distruggere senza però
costruire.
A cavallo degli anni settanta e ottanta arrivano alla ribalta alcuni
stilisti giapponesi: Yamamoto, Rei Kawakubo con il marchio Commes des
Garcons le sue creazioni sono molto originali, praticamente è un mix fra gli
abiti tradizionali giapponesi e gli abiti occidentali.
Gli anni ottanta sono caratterizzati dal consumismo di massa, non si bada
più alla qualità prezzo ma è data importanza esclusivamente alla marca.
Nasce il "look" parola che ha più significati: sguardo, maschera, apparenza.
Il "pret-a-porter" industriale prende piede ed è preferito agli abiti di
alta moda confezionati artigianalmente.
Il look è un travestimento, serve per nascondersi per non mostrare la
propria identità mascherandola dietro le apparenze.
Negli anni ottanta la moda italiana, grazie al "pret-a porter", si è diffusa
in tutto il mondo, Milano diventa la capitale della moda grazie agli
stilisti italiani che sono maestri nella tecnica, nella perfezione e cura
dei dettagli, nell'utilizzo di materiali pregiati, sono inoltre dei grandi
manager sanno interpretare gli ideali e le tendenze del momento.
Vi sono molti nomi di spicco nel firmamento della moda italiana: Armani col
suo stile sempre sobrio, raffinato ed elegante, Valentino che esalta la
femminilità e il lusso unendo classico e moderno, Versace con il suo stile
aggressivo è il primo stilista ad esaltare la bellezza delle modelle, grazie
a lui queste diventano top model, Gianfranco Ferrè noto per la sua raffinata
cura dei particolari, Krizia (Mariuccia Mandelli) appassionata per la
maglieria cercherà sempre l'innovazione sperimentando nuovi materiali, Laura
Biagiotti la sua linea è molto femminile ama molto il cachemire nel quale
cercherà l'innovazione, è stata la prima stilista italiana ad aprire una
"boutique" in Cina, Romeo Gigli che ama le linee delicate esili e dai
tessuti trasparenti, Trussardi dallo stile dinamico, Gucci il suo stile è
una miscela fra il tradizionale e l'innovativo, Missoni con la sua
caratteristica maglieria "patchwork" e ancora Dolce e Gabbana, Moschino e
Fendi.
Sempre negli anni ottanta, nasce il gruppo dei "dark" questi ovviamente
vestono di nero, portano ciondoli e orecchini a forma di teschi, i capelli
sono molto gonfi opera della cotonatura, il colorito del viso è pallido,
questo modo di vestire durerà molto tempo.
Un altro gruppo importante sono gli "heavy metal", che in Italia vengono
chiamati metallari, ascoltano musica di un rock molto duro, questo gruppo
nasce negli anni settanta in Inghilterra, indossano giubbotti di pelle nera
con borchie e teschi, i pantaloni consistono in jeans molto stretti, i
capelli sono portati lunghi per entrambe i sessi.
Altro gruppo sono i "rasta" dalla cultura positiva, è la filosofia dei
giamaicani neri con principi di giustizia, questa cultura si è diffusa in
tutto il mondo grazie al musicista di musica reggae Bob Marley; in occidente
è stata adottata solo la parte esteriore: le eccentriche acconciature fatte
di strane e indissolubili treccioline chiamate "dreadlocks", i berretti
hanno i colori dell'Etiopia rosso, verde e oro, fanno un largo uso di
marijuana.
Gli "skinheads" gruppo che va subito a degenerare in violenza, aggredendo in
modo molto violento le minoranze etniche, gli omosessuali e i punk con la
scusa di voler fare ordine e pulizia; a ruota seguono i "naziskin" la forma
più estrema di violenza e intolleranza razziale, questi gruppi vestono
t-shirt, jeans attillati sostenuti da bretelle, giubbotto tipo bomber e ai
piedi hanno pesanti anfibi, la testa è rasata.
I "paninari" sono l'unico gruppo che nasce in Italia, più precisamente a
Milano capitale della moda, questi giovani vestono jeans Armani che arrivano
alla caviglia, hanno giubbotti da aviatore "schott", un cinturone "el
 charro", calzettoni e scarpe timberland, sono perennemente abbronzati, i
capelli sono cortissimi per i ragazzi e medio lunghi per le ragazze,
addirittura hanno inventato un loro modo di parlare.
I "paninari" sono in perfetta sintonia con la società del consumismo, vivono
senza chiedersi nulla sul senso della vita, questa moda ha coinvolto anche
il mondo della televisione e della musica, dopo il successo del momento
questo gruppo scompare senza lasciare traccia di sé.
Negli anni ottanta la moda eccedeva in colori: il trucco era esagerato e i
capelli delle donne erano troppo cotonati.
Negli anni novanta ormai la moda ha già mostrato tutto, si è costantemente
sottoposti messaggi pubblicitari, gli stessi in tutto il mondo e con
articoli ugualmente identici sia nell'abbigliamento sia per il resto dei
prodotti, ecco quindi l'esigenza dell'uomo di distinguersi, di trovare un'
identità, è alla ricerca della spiritualità, ora c'è una presa di coscienza
per tutto quello che lo circonda compresa la natura.
La moda dei giorni nostri si può definire senza frontiere, non c'è più un
modello stabilito ma è multietnica, mancano punti di riferimento, questo
significa libertà di vestirsi senza l'obbligo di dover essere alla moda.
Il futuro della moda sembra dirigersi verso uno stile minimalista e dai
colori naturali, Prada è un esponente importante di questo stile. All'uomo
non è più richiesta l'immagine del "macho", del capofamiglia, ora è più
vanitoso e fa uso di cosmetici; gli stilisti più audaci tipo Gaultier hanno
fatto sfilare gli uomini in tacco a spillo e gonna.
L'uomo moderno affascina per il suo lato intellettuale, per la grazia che un
corpo maschile può esprimere, l'abito deve avere un qualcosa che lo renda
speciale particolare.
Ora sono di moda tutti gli stili che hanno caratterizzato il novecento, in
questo modo ognuno può cercare uno stile proprio e unico.
Vi è una riscoperta dei tessuti di lino e canapa, la tecnologia ha portato
alla creazione di tessuti dalle più incredibili proprietà: non si bagnano e
non si macchiano, ci sono tessuti che galleggiano e cambiano colore secondo
la temperatura, sono rivestiti di gomma e alluminio, l'unico campo in cui la
moda può veramente cambiare è nella ricerca di nuovi tessuti mescolando
quelli naturali con i sintetici.
Nel duemila fortunatamente alle modelle non è più richiesta la magrezza
eccessiva degli anni precedenti, magrezza che portava addirittura all'
anoressia (pericoloso esempio imitato da molte ragazze comuni).
Le modelle ora devono essere un esempio di gioia verso la vita. Si ricorre
inoltre molto spesso alla chirurgia estetica, alcuni lo fanno per seguire i
canoni estetici che la moda in quel momento detta, altri per modificare
quello che essi ritengono dei difetti, altri ancora per tentare di
cancellare i segni del tempo.
Il corpo è decorato da tatuaggi e "piercing" arrivando all'estremo con la
marchiatura a fuoco, tutto questo per comunicare al mondo la propria
unicità.
Reiki è una antica disciplina di origine orientale avente come obiettivo
l'armonizzazione del cuore e della mente utilizzando le doti spirituali di
cui gli esseri viventi sono dotati fin dalla nascita: Amore, Compassione,
Coraggio, Comprensione, Fratellanza, Fiducia... Il suo intento è quello di
aiutare a mantenere il corpo in salute e a condurre una vita serena. Le
attività della Associazione Culturale Centro Internazionale Reiki si
rivolgono a persone fisicamente e psichicamente sane, mature, autonome e
indipendenti che ricercano il senso profondo della propria vita e anelano ad
una profonda interazione con gli altri esseri umani e con la natura in tutte
le sue manifestazioni. Il termine "Guarigione", ove utilizzato, va inteso
come sinonimo di Felicità, Compimento, Illuminazione. Reiki non ha scopi
ideologici o politici, non si pone in contrasto con alcun tipo di
confessione religiosa nè pretende di sostituirsi alla medicina occidentale o
alla terapia medico-sanitaria. Le attività della Associazione si rivolgono
esclusivamente ai suoi soci e il Centro Internazionale Reiki non si assume
alcuna responsabilità per le attività svolte al di fuori delle sue sedi
istituzionali da singoli operatori o centri.
TESSUTI - STORIA DEI TESSUTI
La canapa
Ha origine orientale. La Cina ha il primato della coltivazione da circa 4000
anni, è una pianta erbacea annuale, il fusto è diritto e ricoperto di peli,
foglie palmato lanceolate, viene coltivata in luoghi freddi. La fibra
tessile è tratta dal fusto della pianta omonima le fibre sono opache e
resistenti, meno lunghe del lino, più grossolane, debolmente lignificate.
Si adopera per corde, spaghi, tele robuste da vela, sacchi, imbiancata e
raffinata ci dà stoffe per diversi usi soprattutto per arredamento. E'
resistente ma poco elastica e poco assorbente. Per queste sue
caratteristiche la si trova utilizzata in associazione ad altre fibre (lino
o cotone): è una fibra di facile manutenzione, potete lavarla ad alte
temperature e anche candeggiarla. Un'unica avvertenza: se non volete che
perda il suo pelo caratteristico, evitate di centrifugarla, eviterete
inoltre che intasi il filtro della lavatrice.
La sigla sull' etichetta è "ca "
 Cotone
Si conobbe intorno al 2000 a.C i primi ad interessarsi alla coltivazione
furono gli indiani e si presume che la tessitura fu conosciuta dagli stessi
intorno alla stessa epoca. In seguito all' influenza araba tutti i paesi che
si affacciano nel bacino mediterraneo videro nei primi secoli a.C. l'
introduzione del cotone, mentre gli stati del sud America si affermarono per
la grande quantità produttiva per la quale tutt'ora sono all'avanguardia.
Dal 1800 agli anni '30 con l'invenzione delle macchine industriali per la
filatura e la tessitura la produzione è aumentata enormemente diffondendosi
in tutto il mondo per le esigenze del momento. Pianta annua o bienne delle
Malvacee, con foglie lobate, fiori giallo chiari e frutto a capsula che si
apre liberando i semi avvolti da una peluria bianca giallastra impiegata
come fibra tessile, la sua qualità dipende dalla lunghezza dei peli, più
lunghi sono (le fibre più lunghe sono bianche e lucenti), migliore e quindi
più costoso sarà il cotone.
Il cotone è molto robusto, antistrappo e resistente al calore. La sua
proprietà principale è il potere assorbente, infatti può assorbire per il
20% del proprio peso specifico senza dare la sensazione di essere bagnato e
fino al 65% senza gocciolare. Ha lo svantaggio di asciugare molto
lentamente. La mercerizzazione è un trattamento con soluzione di soda
caustica e allungamento delle fibre che, conferisce al cotone non solo la
lucentezza ma anche la resistenza agli strappi e il potere assorbente. Il
cotone si stropiccia facilmente e può restringersi al lavaggio.
La sigla sull' etichetta è Co
 Lino
Questa pianta è coltivata da oltre 3000 anni a.C. in Egitto, Palestina e
Libia, in seguito dai greci e dai romani. Pianta delle linacee a foglie
lineari, sparse, con un corimbo di fiori che possono essere di colore
bianco, rosa o celeste, capsula con semi bruni oleosi. Pianta che viene
seminata in primavera, dopo circa 100 giorni si schiudono i fiorellini su
esili steli della lunghezza di 60 70 cm..
La fibra tessile viene estratta dagli steli sotto vari strati, in lunghi
fasci che arrivano fino alla radice, proprio per questa ragione la raccolta
avviene strappando la pianta per sfruttare tutta la lunghezza, poi
sottoposta ad una complessa operazione di macerazione. Questo tipo di
procedimento era conosciuto fin dai tempi remotissimi (veniva tagliata e
legata in manipoli, fatta seccare al sole, poi la si poneva in acqua a
macerare, poi ancora seccare, successivamente veniva battuta su pietre con
speciali martelli, si staccava così la stoppa, usata come lucignolo per le
lampade o altri usi minori, quindi la fibra più fine, veniva pettinata,
filata, tinta e tessuta).
Il tessuto di lino ha una superficie liscia ed è opaco lucida, non rilascia
peluria, è robusto e dura a lungo (nelle tombe egiziane di 5000 anni fa sono
state trovate strisce di lino ancora intatte), è un tessuto che aiuta il
corpo ad adattarsi ai cambiamenti climatici, è igroscopico,assorbe umidità
fino al 20% e può perderla molto rapidamente, per questo motivo i capi di
lino sono molto freschi, ideali in estate; è termostatico, è anallergico, ha
fibre che non trattengono polvere ne calcare, neppure residui di detersivo.
E' un tessuto molto igienico, non irrita la pelle, è antistatico.
Oggigiorno grazie a tecnologie avanzate, troviamo lino di tutti i pesi dal
più fitto di trama al più sottile e vaporoso. Troviamo il lino d' Irlanda
resistente e molto bello per le tele fini; il lino di Fiandra e del Belgio è
più bianco e lucente (batista di lino) rispetto al primo ma meno resistente
si usa per tovaglie fini damascate, il lino olandese e spagnolo è imbiancato
chimicamente ed è meno fine: si usa per lenzuola e tele ricamate; il lino
russo è opaco, forte, di qualità media ed è usato per tovaglie comuni. Più
grosso invece il lino italiano che serve per tende, strofinacci e tele
robuste.
Il lino resiste ai lavaggi ad alte temperature, in ogni caso è bene seguire
le indicazioni che si trovano sulle etichette dei capi perché a seconda del
trattamento che il tessuto ha ricevuto, avrà necessità di un determinato
lavaggio.In linea generale il lino più si lava più diventa bello perché le
parti legnose residue lavaggio dopo lavaggio vengono eliminate. E' un
tessuto che si "stropiccia" facilmente (rispetto al passato oggi è
considerato fine) ma è proprio questa sua inimitabile caratteristica che lo
rende unico, è comunque un tessuto che si stira facilmente.
La sigla sull'etichetta è Li.
 La seta
Pare si conosca dal 2000 a.C. e che giunga dalla Cina. L'occidente è venuto
a conoscenza della seta grazie alle tribù nomadi dell'epoca più precisamente
dalla tribù degli xiongnu i quali percorrevano e assalivano le regioni del
nord della Cina. L' imperatore di quel tempo visto l'insuccesso delle azioni
militari decise di adottare un sistema di trattati di pace che venivano
suggelati da matrimoni, inoltre durante l'anno agli xiongnu venivano offerte
in dono fino a decine di migliaia di pezze di preziosa seta; arrivati ad
averne in eccedenza al loro fabbisogno, iniziarono a barattarle con altre
popolazioni nomadi dell'ovest che a loro volta la usano come merce di
scambio arrivando così in occidente.
Attualmente i maggiori produttori sono il Giappone, la Cina, la Corea del
sud. E' la più pregiata delle fibre tessili ed è costituita da un filamento
di bava a filo continuo secreta dalle ghiandole salivari del baco da seta, e
può arrivare a una lunghezza di 800, 1000 metri con il quale il baco forma
il bozzolo.
Le varie fasi della lavorazione della seta consistono: nell'essiccazione dei
bozzoli, quindi a spelaiatura poi cerniti. Si fanno macerare in acqua
riscaldata a 90° circa un quarto d'ora, questo per eliminare le sostanze
gommose, poi passano a scopinatura mediante spazzole rotanti che vengono
inserite nelle bacinelle agendo sui bozzoli per estrarre il capifila.
Successivamente i bozzoli vengono messi in bacinelle di trattura con acqua a
50° dando modo alla filatrice di riunire un numero di bave, che può variare
a seconda del risultato che si vuole ottenere, portarle così all'aspa
attraverso la tavella, si fa quindi asciugare la matassa che si è formata,
il filato viene poi trasferito su rocchetti che verranno poi sottoposti alle
operazioni di pulitura, torcitura, binatura, brovatura, monda, cappiatura,
piegatura, tutte queste operazioni hanno lo scopo di rendere il filato il
più possibile uniforme e regolare.
Il filato di seta è anche usato come isolante per materiale elettrico, e in
chirurgia per suture. La seta è un tessuto che si indossa piacevolmente sia
l'estate perché è fresca che l'inverno perché è calda, è molto igroscopica.
La seta andrebbe lavata a secco, perché, essendo un tessuto che assorbe
molto i colori potrebbero sbiadirsi con il lavaggio in acqua. Se proprio si
vuole lavare a casa la seta, bisogna farlo a mano con acqua tiepida con
detersivi delicati; non bisogna storcerla ne spazzolarla; sciacquare bene
prima in acqua tiepida poi in acqua fredda, nell'ultimo risciacquo per
ridare lucentezza ai colori aggiungere nell'acqua un goccio di aceto.
Il broccato di seta, l'organza, il taffettà, la georgette, lo chiffon, il
raso vanno lavati esclusivamente a secco. Non metterla mai nell'asciugatrice
o a diretto contatto con il sole. Stirare la seta al rovescio usando la
temperatura bassa.
 La lana
Si ritiene che la lana sia la fibra più antica dell'umanità: sembra che il
popolo di babilonia intorno all' anno 4000 a.C. sia stato il primo ad usare
la lana filata ricavando il tessuto. Precedentemente l'uomo si serviva delle
pelli di lana usandole come rozzi indumenti. Anche i fenici ne commerciavano
grosse quantità. Greci e romani nell'età classica si dedicavano alla
pastorizia ed erano specializzati nella tessitura di stoffe di lana, così
anche tutti i paesi che si affacciavano sul mediterraneo. La Spagna invece
divenne la principale fornitrice di lane fini nel periodo del Medio Evo
grazie alle molte greggi di merinos che possedeva, da allora si estese
dovunque l'allevamento di questi ovini. In Italia, più precisamente a
Firenze, fu la più potente Arte della città quella della lana.
La lana è il pelo che ricopre il corpo di ovini e caprini, e altri animali
tipo il lama, il cammello. La qualità della lana varia molto, a seconda del
tipo di animale e la zona del corpo: ad esempio i fianchi e le spalle sono
le più pregiate, di seguito il dorso, infine il ventre e la coda. La lana
definita naturale è quella ottenuta da ovini vivi e sani, quella agnellina
invece è ottenuta da animali giovani, quella proveniente da animali morti è
detta appunto morta o di pelatura. La lana migliore ha colore giallognolo,
di scarsa qualità quelle grigie o nere.
In Europa la lana migliore è quella della razza Merinos che arriva dalla
Spagna e dai suoi incroci, di seguito ci sono le inglesi (Leicester,
Lincoln, Cotswold, Cheviot) poi le tedesche (Sassonia e Slesia), le francesi
(Brie, Beray, zona di Versailles) quindi le italiane (Puglia, Basilicata,
Sardegna, Lazio). La lana del Sud Africa viene usata per la lavorazione dei
tappeti perché rigida e quindi si presta per il tipo di lavoro. Buona
quotazione hanno anche le lane tunisine e quelle argentine. Molto pregiate
sono il cachemire ed il mohair, ambedue sono razze di capre particolari, l'
alpaca, che sarebbe il pelo del lama e del cammello, l'angora è una razza di
coniglio.
La lana è molto morbida, flessibile e resistente, trattiene il calore.

Accoppiature Texline Industry 
[Sant'Elpidio a Mare, AP] Società che si occupa dell'accoppiatura di tessuti e pellami per calzature, pelletterie, arredamento e abbigliamento. Presentazione dell'azienda, esempi di produzione e pagina di contatti.
www.texlineindustry.com/  

Achitex S.r.l. 
[Vaiano Cremasco, CR] Ausiliari e prodotti chimici destinati all'industria tessile. Presentazione dell'azienda e dei prodotti, supporto tecnico, area riservata contenente documentazione tecnica.
www.achitex.it/  

Angelo Ferrario Tessile 
Produzione tessuti per l'abbigliamento, specializzata nei tessuti stampati leggeri per uomo, donna e bambino.
www.ferrarioangelo.it/  

Angolo del Ricamo 
[Ragusa] Produzione corredi matrimoniali, corredi per neonato, artigianato ragusano in puro lino, ricami artistici cinquecento, filet, cantù.
sicilyweb.com/angolodelricamo/  

Anna Papi sas 
[Livorno] Produzione e import-export di tessuti non tessuti, carta e prodotti per le pulizie industriali. Profilo aziendale e catalogo.
www.annapapi.it/

Anversa S.p.A. 
[Viadana, MN] Arredi tessili per la casa. Presenta fotografie e descrizione di alcuni prodotti.
www.anversa.com/  

Arte Tessile S.n.c. 
[Busto Arsizio, VA] Studio tecnico per la realizzazione di disegni tessili Jacquard e Raschel. Messincarte, schizzi, lettura elettronica.
www.artetessile.it/  

Atlanta 
[Ardesio, BG] Ditta che produce articoli in spugna, offre informazioni sull'ubicazione, le attività e la gamma dei prodotti.
www.atlanta-spugne.com/

Azienda Tessile Commerciale 
[Treviso] Fornitura negozi di tessuti per abbigliamento, tovaglieria in pezza, e per confezionisti che lavorano sul pronto.
www.aziendatessilecommerciale.it/ Ballasina nuova finestra
Manifattura tessile che produce accappatoi a nido d'ape, set da bagno, centri tavola in lino, tovaglie, prodotti del tirolo, accappatoi bambino, asciugamani.
www.ballasina.it/

Basilico S.n.c. 
[Rho, MI] Ditta di accessori per macchine tessili presenta il profilo, i prodotti, le aree operative e le applicazioni industriali. Modulo richiesta informazioni.
www.p-basilico.com/  

Besani S.r.l. 
[Besnate, VA] Produce tessuti a maglia tinti e mercerizzati in "filodiscozia" e in lana merino. Informazioni sull'azienda, indirizzo e form.
www.besani.it/  

Beste S.r.l. 
[Prato] Realizza tessuti per abbigliamento in cotone e lana. Il profilo commerciale, i clienti, la produzione, il sistema qualità, i contatti.
www.beste.it/  

Biancheria da Arredo 
[Torre San Patrizio, AP] Specialisti in biancheria da arredo, da corredo e per la casa, oltre che in batterie di pentole. Presentazione dei prodotti e contatti.
www.biancheriadaarredo.com/  

Biritrading S.n.c. 
[Somma Lombardo, VA] Presentazione dell'azienda specializzata nella produzione di tessuti moda per intimo ed esterno. Servizi, brochure e referenze.
www.biritrading.com/  

Bosiotex 
[Freto, MO] Commercio all'ingrosso di tessuti ed accessori per l'industria dell'abbigliamento. Presentazione dei prodotti e dell'azienda. Modulo richiesta informazioni.
www.bosiotex.com/

Carù 
Società di macchine tessili e per velluti: profilo, schede dettagliate dei prodotti, ubicazione e recapiti degli agenti mondiali. Modulo richiesta informazioni.
www.caru-textilemachines.com/  

Chioni, Roberta 
Realizzazione arazzi e pannelli, perizie su tessuti antichi e moderni e organizzazione di corsi di formazione sul tema.
web.tiscali.it/cdftex/  

Chissotti 
[Chieri, TO] Design tessile, consulenza e accessori per telai. Presentazione dell'azienda, servizi e prodotti.
www.chissotti.com/  

Copertificio Sofy 
[Pistoia] Profilo della ditta, prodotti ed ubicazione. Modulo richiesta informazioni. (Richiede Macromedia Flash)
www.sofy.it/  

Corit 
Gruppo consociativo di negozianti specializzati in biancheria per la casa. Raccoglie soci sparsi sul territorio nazionale, assiste e coordina nella diffusione del tessile casa.
www.corit-coop.com  

Coronet S.p.A. 
[Corsico, MI] Produce tessuti spalmati, pelli sintetiche e rifinisce materiali; privilegia il settore calzaturiero con aggiornamenti alle nuove tecnologie e test sui materiali impiegati. Informazioni e link.
www.coronetspa.it/  

Crespi Filitessuti S.r.l. 
[Busto Arsizio, VA] Produce tessuti per pelletteria, calzature, abbigliamento e accessori. Profilo aziendale, foto dei prodotti, specifiche tecniche e servizi offerti.
www.cftcrespi.it/  

Dhj Industries 
[Pero, MI] Realizzazione di tessuti e fodere per abbigliamento, camiceria, calzature, cravatteria. Presentazione dell'azienda, della tecnologia, mission e indirizzo.
www.chargeurs-interfodere.com/div/dhj  

EMM - Eredi Maria Mezzabotta S.r.l. 
[Monte San Giusto, MC] L'azienda si occupa di tessuti e foderami per calzature, pelletterie, abbigliamento e microfibra per pulizia lenti. Import-export di cotone, poliestere, viscosa.
www.emm.it/

Erebus 
Produzione tessuti a maglia su circolare, accessori su rettilinea, taglio e confezionamento interno dei capi finiti di qualità medio/alta.
www.erebus.it/

Errebi Bottoni S.r.l. 
Produzione di bottoni ed accessori moda.
www.errebibottoni.com/  

Eurofilt Group 
[Brunello, VA] Società che si dedica all'estrusione dei filati sintetici presenta il profilo della ditta e dei prodotti. Modulo richiesta informazioni. (Richiede Macromedia Flash)
www.eurofilt.com/  

Fagnani tessuti 
Produzione e vendita di tessuti per l'arredamento
www.fagnaniluigi.it  

Faip S.n.c. 
[Brandizzo, TO] Fabbricazione Italiana Pizzi; produzione di pizzi a tombolo, nastri elastici e rigidi a crochet, pizzi a crochet, profili, elastici, bordure.
www.pizzitaliani.com/index2.html  

Filippini 
Commercializzazione tessuti stampati
www.filippini.it  

Filpe Filati Cucirini 
[Leffe, BG] Produce il filato cucirino Spun Cotton utilizzando fibre di cotone egiziano. Profilo aziendale, prodotti, ubicazione.
www.filaticucirini.com/  

Finarpa S.r.l. 
[Montemurlo, PO] Produzione e lavorazione anche conto terzi tessuti stampati e tecnici. L'azienda, l'ubicazione, le lavorazioni, modulo per contatti.
www.finarpa.it/  

Florart 
Produzione e diffusione di biancheria per la casa ricamata a mano.
www.florartsrl.com/  

Gallizioli Michele S.a.s. 
[Pesaro] Ingrosso biancheria per la casa. Presenta l'azienda, il catalogo prodotti, le condizioni d'acquisto. Possibilità di richiedere preventivi e di ordinare online.
www.gallizioli.it/  

Geman S.r.l. 
[Limena, PD] Società distributrice di tessuti in alcantara ed in pelle per il Triveneto, presenta il profilo, le schede dei prodotti e le collezioni. Modulo richiesta informazioni.
www.geman.it/  

Giemme Tessuti 
[Busto Arsizio, VA] Produzione tessuti a maglia. Presenta la storia dell'azienda e la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche, i prodotti, l'area per gli agenti e gli indirizzi.
www.giemme-tessuti.it/  

Giovanni Crespi S.p.A. 
[Legnano, MI] Produzione di materiali sintetici per l'industria della calzatura, pelletteria e abbigliamento. Presentazione dell'azienda, dei prodotti, delle novità, della rete vendita mondiale.
www.crespi.it/  

Gruppo Bonazzi 
Produzione e commercializzazione di tessuti naturali e sintetici e fibre sintetiche e polimeri
www.gruppobonazzi.it/  

Gruppo Tessile Abbigliamento S.r.l. 
[Barbata, BG] Rappresentanze tessili di alcune aziende internazionali. Contattti, informazione e selezione del catalogo stagionale.
www.gruppotessile.com/

Gruppo Tessile Lombardo S.r.l. 
Produzione di tessuti a maglia uniti e stampanti per intimo e pigiameria.
www.gtl.it/  

Guabello 
[Biella] Manifattura tessile specializzata in lana e cachemire.
www.guabello.it/  

Hammerfest piumini S.r.l. 
[Roncegno, TN] Realizza prodotti artigianali in piuma d'oca bianca anche su misura. Presenta le caratteristiche e i contatti.
www.hammerfest.it/  

HG Intellishape 
[Carpi, MO] Opera nel settore tessile: sala taglio tessuti, grafici di taglio e sviluppo modelli con tecnologia Cad. Informazioni sulle fasi della lavorazione e contatti.
www.hgintellishape.it/

Iltessile.it 
Portale del tessile con motore di ricerca, per trovare tessuti, pizzi, abbigliamento, arredamento, tessuti spalmati, tessiture che producono tutti i tipi di tessuto.
www.iltessile.it/  

I ricami di Lelis 
Ricami per abiti da sposa e sposo, macramè, seta, tulli ricamati, ricami rebrodati, organza, pizzi valenciennes e chantilly.
www.lelis.it/  

Jacquard Center 
I servizi offerti riguardano lo studio e la progettazione di disegni e padiglioni Jacquard.
www.jacquard-center.com/  

La Disette 
Tappezzeria specializzata in elettrosaldatura per prodotti imbottiti, con linee di stesura e taglio tessuti.
www.disette.infair.com/

Lanificio Roma 
[Prato] Produzione tessuti classici, a pelo, maglieria e sportswear: informazioni sulle linee, la storia, la presenza fieristica e gli agenti. Ubicazione e recapiti.
www.lanificioroma.it/

Lara-Linen 
[Tavagnacco, UD] Società situata nella frazione di Faletto Umberto, produce biancheria per la casa. Foto dei prodotti e modulo richiesta informazioni.
www.lara-linen.it/menu/  

La Rete S.r.l. 
[Monte Isola, BS] Produzione di reti per la sicurezza, per lo sport ed amache. Presenta l'azienda, gli impianti ed il catalogo dei prodotti. Modulo per contatti.
www.laretesrl.it/  

Leditess S.r.l. 
[Monza, MI] Società di creazione disegni tecnici per tessuti jacquard presenta foto delle realizzazione e delle strutture. Ubicazione e modulo richiesta informazioni.
www.leditess.com/  

Linea Pelle 
[Bologna] Mostra internazionale per produttori di pellami, accessori e componenti, materiali sintetici, tessuti industriali e modelli per calzatura, pelletteria, abbigliamento e arredamento. Informazioni utili, catalogo degli espositori.
www.lineapelle-fair.it/

Lucchesi Giuseppe S.r.l. 
[Montemurlo, PO] Produzione ciniglia e filati: profilo della società e catalogo dei prodotti. Modulo richiesta informazioni e preventivi.
www.lucchesigiuseppe.com/info (alexa)archiviocache
[ anteprima ]

Manifattura Castiglioni S.p.A. 
Tessuto per arredamento.
www.castiglioni.it/  

Manifattura Crespi S.r.l. 
[Vanzaghello, MI] Società produttrice di tessuti jacquard per materassi e cuscini, informa sui prodotti ed i marchi. Moduli per registrazione, richiesta informazioni e ricerca agenti.
www.mcrespi.com/  

Manifattura Valle Strona 
[Busto Arsizio, VA] Produzione di coordinati per tavola e cucina in cotone e pvc, tessuti a metro di cotone, poliestere e polipropilene, antiacido ed ignifughi. Informazioni e indirizzo.
www.vallestrona.it/  

Mar-Bra 
[Roma] Produzione di biancheria per la casa su misura, forniture per comunità, catering, alberghi e arredi per imbarcazioni.
www.mar-bra.it/  

Mario Cavelli S.p.A. 
Produce tendaggi e tessuti per l'arredamento di interni sviluppo di nuovi articoli che, oltre a garantire un costante aggiornamento in linea con le tendenze del mercato consenta la realizzazione di nuove idee per l'arredamento.
www.mariocavelli.it/  

Mario Crosta 
Società costruttrice di macchine tessili presenta il profilo della ditta, le schede dei prodotti, le agenzie nei diversi continenti ed i recapiti telefonici per l'assistenza. Modulo richiesta informazioni.
www.mariocrosta.com/

Marzotto S.p.A. 
[Valdagno, VI] Network di aziende che operano nell'industria del tessile, con la produzione di filati, tessuti, abbigliamento. Marchi trattati, ricerca di personale, sezione per gli investitori, storia del gruppo, sedi e settori operativi.
www.marzotto.it/  

Micheletti S.p.A. 
[Milano] Società rappresentante della ZSK Gmbh, azienda tedesca produttrice di macchine da ricamo industriali: informazioni sui macchinari, l'usato, le filiali ed i preventivi.
www.micheletti-spa.net/  

Micromega 
Consorzio che fornisce servizi di consulenza, finanza, formazione, sicurezza e qualità alle imprese produttrici di bottoni, tessile, abbigliamento delle provincie di Brescia e Bergamo.
www.micro-mega.it/  

Miki S.r.l. 
[Barba di Olmi, PT] L'azienda produce biancheria per la casa: informazioni, prodotti e indirizzo.
www.miki.it/  

Millefili S.p.A. 
[Carpi, MO] Società produttrice di filati cardati presenta le proprie collezioni. Ubicazione delle diverse sedi in Europa, America ed Asia.
www.millefili.it/  

Mussner 
[Merano, BZ] Vendita all'ingrosso di biancheria per l'albergo, confezioni piumini.
www.mussner.it/

New Home 
Produzione di tessuti classici, lampassi, broccati e velluti, damaschi e sete; per arredamento. Nel sito, l'azienda, i servizi ed i prodotti offerti.
www.newhome.it/  

Nonsolotessuti 
[Montecatini Terme, PT] Realizzazione artigianale e vendita di tessuti per arredamento e tendaggi, cuscini, tappeti e rivestimenti. Possibilità di acquisto online.
www.nonsolotessuti.it/  

Novadisegni 
[Pistoia] Programmi per macchine da ricamo automatiche, studio e progettazione di disegni per campionari.
www.novadisegni.it  

Nuova Tessitura Fratelli Bosio 
[Leffe, BG] Orditura, tessitura e confezione, anche per terzi, di articoli per la casa e per l'arredamento. Online profilo aziendale, prodotti, metodi di lavorazione.
www.nuovatessiturabosio.com/  

Piuma più 
Produzione trapunte, piumino, cuscini, piuma d'oca, copripiumini coordinati, piumini in piuma naturale, biancheria.
www.piumapiu.com/  

ProjecTex 
Dedicato alle aziende del settore tessile manifatturiero, mette a disposizione informazioni, prodotti e database tessili.
www.projectex.com/  

Ricamo.it 
Creazione di siti, e-mail, pubblicità su circuiti internazionali, commercio elettronico, presentazione collezioni, annunci e compravendita per tutte le aziende che operano nel campo del ricamo industriale ed attività correlate.
www.ricamo.it/  

Rifil S.r.l. 
[Arcisate, VA] Società di tessuti per l'arredamento: ubicazione, prodotti, foto della sala di produzione e modulo richiesta informazioni.
web.tiscali.it/rifil/  

Rossi Soft Cotton 
Produzione articoli in spugna, accappatoi, asciugamani, forniture industriali, salviette, arredo bagno.
www.rossi-softcotton.com/

Salpi 
[Buggiano, PT] Opera nel campo delle piume e piumini, producendo piumoni, cuscini, imbottiture per l'industria del mobile, sacchi a pelo, abbigliamento tecnico e sportivo. Storia, catalogo, lavorazioni, form per contatti.
www.salpi.com/  

Sa pantex S.r.l. 
[Trani, BA] Breve presentazione dell'azienda di rappresentanze di tessuti.
www.sapantex.it/  

SATA S.p.A. 
Azienda che crea e distribuisce in Italia e all'estero collezioni di stoffe per mobili e per decorazione, tende di ogni genere. Nel sito, il profilo aziendale ed i prodotti.
www.satamilano.it/  

Sell2Italy 
E' un marketplace dove gli operatori italiani del settore tessile, abbigliamento e pelletteria possono trovare i produttori e fare affari con essi.
www.sell2italy.com  

Serafin S.n.c 
[Tezze sul Brenta, VI] Società produttrice di ricambi e accessori per macchine tessili: profilo della ditta e galleria fotografica dei prodotti. Modulo richiesta informazioni.
www.serafin.it/  

Siate S.r.l. 
[Maserà di Padova, PD] Produce tessuto non tessuto. Profilo societario, novità, indice prodotti, form per contatti e indirizzi.
www.siate.com/  

Smi 
Associazione Italiana delle Industrie della Filiera Tessile Abbigliamento. Organizza fiere sul territorio nazionale. Informazioni, novità e notizie del settore. Area riservata agli associati.
www.modaindustria.it/  

Spalmatura Italiana S.p.A. 
[Prato] Produzione di tessuti per arredamento e pelle sintetica. L'azienda, i prodotti, la rete commerciale, eventi e contatti.
www.spalmaturaitaliana.it/  

Studio d'arte tessile 
Studio per il tessuto Jacquard, ricerca sulle più moderne combinazioni di nuovi materiali e nuove tecnologie.
www.extremonet.it/  

Studio Ricamo 
[Quarrata, PT] Ricamificio conto terzi con macchine shima di tutte le finezze, esegue tutti i tipi di ricamo, anche con paillettes e su pelle. Presentazione e storia dell'azienda, esempi di produzioni.
www.studioricami.it/  

Studio Ricamo s.a.s. 
[Napoli] Produzione di pizzi e ricami. Profilo aziendale e presentazione dei prodotti.
www.studioricamo.it/  

Studio Technica e Technica S.n.c. 
Le Aziende offrono la loro esperienza nei settori dell'industria tessile e del trattamento d'acqua, come il riciclo delle acque di processo (recupero dei sali dai bagni di tintura), o il loro trattamento in ingresso.
www.technica.net/

Sybilla ricami 
Presente sul mercato da oltre 10 anni, seleziona e distribuisce in Italia produzione di kit da ricamo vittoriano a mezzo punto e punto croce.
www.sybilla-ricami.com/  

Syncolor S.a.s. 
[Arzignano, VI] Opera nel settore coloranti per l'industria conciaria e tessile. Presentazione dell'azienda e del laboratorio, contatti.
www.syncolor.com  

Taglieria July 
[Bologna] Taglio tessuti per conto terzi.
www.july.it/  

Tali 
[Bologna] Produzione e commercializzazione pelli sintetiche coagulate PU; basi coagulate PU per spalmatura e finissaggio; spalmati per calzature e articoli tecnici, pelletteria, legatoria, arredamento, abbigliamento.
www.tali.it/  

Tessil Controll System 
Azienda specializzata nel controllo qualità dei tessuti, per garantire ai produttori e agli acquirenti un prodotto affidabile ed in linea con i parametri richiesti.
www.tessilcontroll.it/  

Tessilmoda 
Portale dedicato alle aziende del settore tessile e abbigliamento.
www.tessilmoda.com/  

Tessilveneta, di Campana Luciano. 
Ditta specializzata nella produzione di prodotti tessili per la confezione e l'edilizia: cardati, agugliati e geotessuti.
www.tessilveneta.it/  

Tessitura Attilio Bottinelli 
[Como] Tessitura a produzione completamente computerizzata, su disegno.
www.tessabottinelli.it/  

Tessitura di Robecchetto Candiani S.p.A. 
[Robecchetto con Induno, MI] Presentazione dell'azienda e delle lavorazioni: filatura del cotone, tessitura, tintura e finissaggio per la produzione di tessuto denim.
www.trccandiani.com/  

Tessitura Elmtex S.r.l. 
[Gironico, CO] Produzione di tessuti jacquard e misti per cravatteria: illustrazione del prodotto e delle tecnologie operative.
www.elmtex.it/  

Tessitura Gildo Guenzani 
tendaggi per arredamento; velo, sablé, mussola, stampati, ricamati, con volant o smerlo, jacquard, cornelly, misti-lino rigati e operati, tessuti pesanti fiammati...
www.tessituraguenzani.com

Tessitura Guiotto 
Produce una vasta gamma di tessuti, principalmente fodere in viscosa, acetato e misti, oltre a cupro di Bemberg, poliestere.
www.guiotto.it/  

Tessitura Ponte Arno 
Produttrice di tessuti per l'abbigliamento.
www.pontearno.it/  

Tessiturarossi 
Produzione tessuti a maglia uniti
www.tessiturarossi.it  

Texbond 
[Rovereto, TN] Società specializzata nella produzione del tessuto non tessuto, offre informazioni sugli articoli e le certificazioni ricevute.
www.texbondspa.com/  

Textileitaly 
Offre ambiente tecnologico e servizi per lo sviluppo del business via Internet delle aziende tessili italiane.
www.textileitaly.com/

Textile Italy 
Portale rivolto all'imprenditoria tessile, offre un indice delle aziende di settore.
www.textile-italy.com/  

Textrend 
Azienda specializzata nel ramo fodere per jeans, pantaloni e giubbotteria. Dotata di proprio reparto di calandratura, può produrre circa 100.000 metri al giorno.
www.textrend.it/

Tris Trapuntati 
Produzione trapunte e copripiumini, coordinati, lenzuola e corredi per la casa, articoli per la camera, copriletti, trapunte baby.
www.tristrapuntati.com/  

Vanna Vannucchi 
Produzione biancheria per la casa specializzata nel comparto bagno.
www.vannavannucchi.it/  

Velvetex S.p.a. 
specializzata nella produzione di tessuti speciali, quali velluti doppia pezza in fibra sintetica per arredamento e fibra naturale per abbigliamento.
www.velvetex.it/  

Ver-Ten S.n.c. 
[Comabbio, VA] Fabbrica tende da campeggio, verande per roulottes, teli per imbarcazioni, gazebo. Presenta l'azienda, l'ubicazione, i prodotti. Modulo per contatti.
www.verten.it/  

Viganò S.p.A. 
Fabbrica tessuti jacquard arredamento, abbigliamento ed auto ad alto contenuto stilistico e tecnologico. Presentazione dell'azienda e dei prodotti, contatti.
www.vigano.it/  

Wibitex S.r.l. 
Azienda tessile che si propone con un nuovo campionario di tessuti sempre all'avanguardia con le esigenze del mercato.
www.wibitex.it/  

Yellowtex 
Portale del tessile italiano con informazioni organizzate per categorie, servizi aggiuntivi per gli utenti, area per le aziende e gli sponsor, news, informazioni sulle fiere.
www.yellowtex.com  

Zambaiti Copertificio 
Produzione coperte, copriletti, plaid in pura lana vergine, fibra acrilica, lana merinos, puro cashmere.
www.zambaiti.com/