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I TEMPLARI

TEMPLARI - STORIA DELLE ERESIE
I Templari

La storia dei Templari (Poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di
Salomone), 1118-1311

Alla fine della prima Crociata conclusosi con la conquista di Gerusalemme il
15 Luglio 1099, molti crociati considerarono esaurito il proprio compito e
quindi ritornarono in patria, lasciando però la difesa delle precarie
conquiste ad un esiguo contingente militare, letteralmente circondato dai
mussulmani.
Fu così che nel 1118, durante il regno di Baldovino II di Gerusalemme
(1118-1131), un cavaliere di Troyes, nella regione francese dello Champagne,
Ugo di Payens (o Payns o Paganis) (m. 1136) e otto suoi compagni, fecero
voto di difendere i viaggi dei pellegrini nel pericoloso tratto tra il porto
di Jaffa e la città di Gerusalemme, obbligandosi anche alla regola di
povertà, castità e obbedienza, un primo caso quindi di veri monaci
guerrieri.
Si potrebbe obbiettare che nove cavalieri erano un po' pochi per difendere
il percorso tra Jaffa e Gerusalemme, ma bisogna considerare che ciascun
cavaliere aveva comunque un discreto seguito di "fratelli attendenti" o
"sergenti", ossia di cavalleria leggera.
Furono immediatamente e con gratitudine accettati da re Baldovino e dal
Patriarca Stefano de la Feré e alloggiati presso la moschea di al-Aqsa, dove
una volta sorgeva il tempio di re Salomone, e per i loro voti pronunciati e
questa ubicazione furono denominati Poveri cavalieri di Cristo e del Tempio
di Salomone o più semplicemente Templari.
Nel 1128, al concilio di Troyes, voluto da Papa Onorio II (1124-1130), i T.
furono riconosciuti come ordine e San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) ne
giustificò l'uso delle armi e ne compilò la Regola, come quella dei
Benedettini, riformata dai Cistercensi. Similmente a questi ultimi, i T.
portarono un mantello bianco, al quale nel 1147 fu autorizzata da Papa
Eugenio III (1145-1153) l'aggiunta di una croce rossa.
I T. incontrarono immediatamente i favori sia dei Papi, ai quali giurarono
sempre eterna obbedienza, che dei regnanti dell'epoca e, grazie alla
concessione di privilegi, lasciti e donazioni, il tutto esentasse,
diventarono ben presto potentissimi e influenti.
Essi svilupparono una organizzazione ben strutturata, comandata da un
Maestro dell'Ordine e divisa in provincie territoriali e molti valenti
cavalieri dell'aristocrazia europea fecero a gara per entrare nei loro
ranghi.
Svilupparono infine il primo sistema bancario del Medioevo e garantirono per
l'emissione delle prime lettere di credito.


La difesa della Terrasanta
I T. si distinsero nelle varie battaglie che vennero combattute contro i
mussulmani negli anni successivi alla fondazione del loro ordine e spesso i
Maestri dell'Ordine cadevano combattendo, come Bernardo di Tremelay
all'assedio di Ascalona nel 1153.
Il formidabile avversario, che essi si trovarono a fronteggiare, era il
famoso sultano d'Egitto Salah Al-Din (Saladino) (sultano:1176-1193), il
quale in pochi anni riuscì a mettere in ginocchio i regni cristiani in
Terrasanta, approfittando anche degli intrighi e congiure tra le file degli
occidentali, dai quali non erano esenti neanche i T. stessi.
Questi, con il Maestro Gerard di Rideford in testa, vanificarono gli sforzi
di Raimondo III, conte di Tripoli, di ottenere un patto di convivenza con
gli arabi. L'esito fu disastroso: nella battaglia del Monte Hattin del 1187
(seguita dalla caduta di Gerusalemme), l'esercito cristiano fu pesantemente
sconfitto e tutti i T. presenti furono massacrati, eccetto Gerard, che si
dice avesse abiurato, diventando mussulmano.
I T. allora cambiarono tattica: presiediarono i punti nevralgici
asserragliandosi nelle loro grandiose fortezze, come il Krak dei Cavalieri e
uscendone per compiere veloci sortite, ma purtroppo anche azioni di vero e
proprio taglieggiamento delle carovane di pasaggio.
Negli anni successivi, dal 1189 al 1228, furono organizzate altre 3 crociate
(III, IV, V), ma, nonostante tutti gli sforzi, nel 1244 il regno di
Gerusalemme diventò definitivamente mussulmano. Nello stesso 1244, i T., con
il Maestro Armand di Périgord, pur alleandosi  momentaneamente con gli
odiati rivali dell'Ordine degli Ospitalieri e perfino con il sultano di
Damasco, non riuscirono ad evitare la sconfitta ad opera dei Mongoli nella
battaglia di Gaza , dove lasciarono sul campo 312 cavalieri, compreso il
Maestro stesso.
Le due ultime disastrose Crociate (VI e VII), organizzate da re (San) Luigi
IX di Francia (1226-1270) accelerarono la caduta dell'ultimo baluardo
cristiano in Terrasanta di San Giovanni d'Acri nel 1291. Molti T. furono
uccisi durante l'assedio, compreso il Maestro Guglielmo di Beaujeu, e i
superstiti riuscirono a fuggire a Cipro.


Il declino
Persa la Terrasanta, contrariamente agli altri ordini cavallereschi, i quali
si posero un altro obiettivo geografico per la difesa della Cristianità (i
Teutonici a Nord-Est e gli Ospitalieri di San Giovanni a Rodi), i Templari
superstiti rimasero militarmente "disoccupati", se si esclude la Spagna dove
combatterono contro i Saraceni.
E sì vero che i Templari difesero Cipro, ma il processo in Francia fece sì
che a questa difesa venne data bassa priorità, ed infatti già nel 1310 essi
abbandonarono l'isola in seguito alla riconquista del potere da parte del re
Enrico II di Cipro e Gerusalemme, spalleggiato dagli Ospitalieri.
In Europa incominciò a diffondersi l'idea che era stata colpa dei Templari
la perdita della Terrasanta e quindi che era inutile mantenere in vita
l'Ordine, idea corroborata oltretutto dal fatto che la potenza dei Templari,
veri e propri banchieri mercantili, nella finanza e nella diplomazia
incominciava a dare fastidio a molti.
Inoltre la fedeltà esclusivamente verso il Papa fu invisa dal clero
secolare, particolarmente dai vescovi, che mal sopportavano la loro totale
autonomia di azione sul territorio.
Comunque il destino dei templari fu segnato dalle lotte tra il Papa
Bonifacio VIII (1294-1303) ed il re di Francia Filippo IV, detto il Bello
(1285-1314), scomunicato da Bonifacio nel 1302 per una diatriba sui limiti
dei poteri della Chiesa e dello Stato.
Era un momento negativo per Filippo, che, oltretutto, era stato sconfitto
dai Fiamminghi a Courtrai nel 1302 ed era sull'orlo della bancarotta, dal
quale si poté risollevare solo attingendo a pesanti prestiti da parte dei
Templari e fu proprio allora che Filippo concepì il suo piano: indebolire il
papato ed incamerare i beni dei Templari.
Per la prima parte del suo piano, fece sequestrare e maltrattare Bonifacio
nel suo palazzo di Anagni (il cosiddetto "schiaffo di Anagni") da parte
della sua anima nera, Guglielmo di Nogaret. Benché Bonifacio venisse
liberato dal popolo indignato, morì per lo choc riportato qualche settimana
dopo.
Il nuovo Papa, Benedetto XI (1303-1304) non durò molto: morì infatti il 7
Luglio 1304 per una indigestione di fichi ... avvelenati con polvere di
diamante da Guglielmo di Nogaret.
Della morte fu ingiustamente incolpato il francescano Bernard Délicieux, che
aveva incautamente scritto al medico del Papa, Arnaldo di Villanova, che
dalle profezie di Gioacchino da Fiore si poteva desumere la morte del papa
per il 1304.
In realtà il regista dell'assassinio fu il solito Filippo il Bello, a cui
era rimasta "indigesta" una bolla papale con una sua condanna come mandante
per il famoso episodio dello "schiaffo di Anagni".
Finalmente un anno dopo Filippo riuscì a far eleggere il "suo" Papa,
Clemente V (1305-1314), un uomo debole e influenzabile, e a far trasferire
la sede papale sotto la sua "protezione" ad Avignone.
Con Clemente, Filippo giocò pesante minacciando di allestire un processo per
giudicare postumo Bonifacio, accusato di eresia e magia nera. Pare che, pur
di salvare l'onore della Chiesa, Clemente acconsentì a procedere contro i
Templari, l'altra spina nel fianco di Filippo.


La fine
Il 13 Ottobre 1307 (un venerdì 13!), tutti i Templari sul territorio
francese, compreso il Maestro Giacomo di Molay (1243-1314), furono arrestati
su ordine di Filippo. L'accusa fu di eresia, basata sulle farneticanti
dichiarazioni di un tale Esquieu de Floryan, testimone diretto di una
"confessione" di un T. espulso dall'ordine e suo compagno di cella nel
carcere di Béziers.
Quest'ultimo aveva narrato di un cerimoniale basato sul rinnegamento di
Cristo, di sputi sulla Croce, di sodomia e baci osceni, di riti magici e
tanto bastò a Guglielmo di Nogaret per imbastire un clamoroso processo a
carico del più potente Ordine religioso dell'epoca.
Iniziarono i primi interrogatori con ampio utilizzo della tortura,
nonostante i deboli tentativi di protesta da parte di Clemente V: tuttavia
Giacomo di Molay si rivelò un osso molto più duro del previsto, fermo nella
difesa dell'ortodossia dell'Ordine.
Nel 1310 le prime vittime: 54 Templari ritrattarono le confessioni estorte
con la tortura, vennero quindi considerati relapsi e immediatamente bruciati
sul rogo.
Nel 1311 venne indetto il Concilio di Vienne (nel Delfinato) per dirimere la
questione, ma durante il suo svolgimento, Clemente, che non si decideva mai
a prendere posizione tra il parere dei vescovi favorevoli a mantenere
l'Ordine e quello del re favorevole ad una pesante condanna dell'Ordine,
decise nel 1312 per una sentenza (bolla Vox in excelso) degna di Ponzio
Pilato. Fu infatti ratificata la soppressione (ma non la condanna)
dell'Ordine con passaggio dei beni dei Templari agli Ospitalieri, che
dovettero sganciare ben 1 milione di lire tornesi a Filippo per venirne in
possesso.
Tuttavia, a carico dei principali responsabili, la commissione cardinalizia
(tutti fidati alleati di Filippo) emise il 18 Marzo 1314 un verdetto di
condanna al carcere a vita, previa confessione pubblica.
La sentenza fu letta a Giacomo di Molay e al gran precettore di Normandia,
Geoffroy di Charnay, oltre ad altri due Templari di prestigio, ma, a
sorpresa, sia Giacomo che Geoffroy presero la parola per ritrattare le loro
confessioni ottenute con le solite torture.
Filippo allora, senza consultare il Papa, convocò quel giorno stesso il
consiglio di stato, dove venne pronunciata l'immediata sentenza di morte per
i due capi Templari: essi morirono sul rogo la sera del 18 su una isoletta
sulla Senna, alle spalle di Notre Dame.
Una leggenda vuole che Giacomo predisse la morte sia di Clemente che di
Filippo prima della fine dell'anno ed effettivamente i due morirono
rispettivamente nell'Aprile e nel Novembre del 1314, tuttavia è facile
creare la leggenda di una profezia dopo che il fatto predetto è già
accaduto!
Negli altri paesi europei non si procedette con lo zelo dei francesi, e
spesso i re (per esempio Eduardo II d'Inghilterra), solo dopo richiami
ripetuti del Papa ai loro doveri, imbastirono dei processi molto formali
contro i Templari, che furono di sovente assolti.
In Spagna e in Portogallo, per esempio, essi confluirono in due ordini
religiosi: l'Ordine dei Cavalieri di Santiago (San Giacomo) e l'Ordine dei
Cavalieri di Cristo.


Le accuse
Come si diceva, le accuse furono varie e diedero a tutta una serie di
interpretazioni esoteriche nei secoli successivi:
I baci sulla bocca, sul ventre, sull'ano e sulla spina dorsale avrebbero
potuto far parte di un rito iniziatico di origine orientale, che ricordava
la rivitalizzazione dei chakra, punti energetici seconda la dottrina indiana
dei Tantra.
L'adorazione della testa (o immagine) di un uomo barbuto, noto come
Bafometto (forse una storpiatura del nome di Maometto) si riferirebbe al
culto di San Giovanni, vero Messia secondo alcuni gnostici, come i Mandei.
Secondo altri si tratterebbe del Mandylion, l'immagine di Gesù rimasta
impressa sul velo della Santa Veronica (personaggio rappresentato nella
sesta stazione della Via Crucis, ma mai citato da nessuno dei Vangeli)
oppure la Sindone stessa, trovata dai Templari e trasferita da essi in
Europa occidentale.
Lo sputare sul crocefisso confermerebbe che i Templari erano venuti a sapere
che durante la crocifissione, Gesù era stato sostituito da qualcun altro,
idea docetista già espressa dal maestro gnostico Basilide.
L'accusa di magia era collegata al fatto che i Templari avessero praticato
l'alchimia e seguito le dottrine della Cabala giudaica: questa ipotesi fu
proposta dal cabalista del `500, Cornelius Agrippa di Nettesheim.


Le leggende
Mai come nel caso dei Templari, dopo la loro scomparsa, si poté dare libero
sfogo a tutta una serie di leggende, fatti curiosi o speculazioni (più o
meno fantasiose), che riporto sommariamente.
Si disse:
Che la flotta Templare, di stanza a La Rochelle, fosse sfuggita alla
cattura, partendo, appena in tempo, per fare rotta sulla Scozia (o
addirittura in America, secondo un altro autore), dove i Templari avrebbero
aiutato il re Robert I Bruce (1306-1329) a sconfiggere gli inglesi nella
battaglia di Bannockburn del 1314.
Che, successivamente, per sfuggire all'Inquisizione, sempre i Templari
"scozzesi" avrebbero deciso di darsi una struttura di società segreta, la
quale sarebbe stata progenitrice (addirittura senza soluzione di
continuità!) del Rosacrocianesimo del XVII secolo o della Massoneria del
XVIII secolo.
Che per uno Templare "scozzese" morto in battaglia in Lituania, Guglielmo di
Saint Clair (diventato poi Sinclair), il suo omonimo discendente Sir William
Sinclair avrebbe costruito (ufficialmente per la propria famiglia) una
cappella commemorativa a Rosslyn (vicino ad Edimburgo) nel 1446, piena di
riferimenti esoterici massonici (ante litteram) e con un fregio che richiama
la pannocchia del mais, allora sconosciuta in Europa, ma non in America
(vedi punto 1).
Che i Templari avessero scavato nel sottosuolo del Tempio di Salomone,
riportando alla luce misteriosi e compromettenti documenti sulle verità
nascoste del Vangelo o addirittura avessero trovato l'Arca dell'Alleanza o
perlomeno che sapessero la sua esatta ubicazione (Axum in Etiopia).
Che avessero sponsorizzato la costruzione delle ardite cattedrali gotiche,
come quella di Chartres, riempendole di simbologie mistiche, legate a culti
segreti, come la venerazione di Maria Maddalena, "sposa" di Gesù ecc.
Che avessero favorito la diffusione dei tarocchi, le carte da gioco,
nascondendo nei loro complessi disegni un'intera sapienza iniziatica, da
loro appresa in Terrasanta.
Che avessero fatto alleanze nascoste con i catari, perseguitati nello stesso
periodo e che ambedue i gruppi conoscessero certi segreti, come la località
della tomba di Gesù in Francia, il segreto del Graal ecc.

 I Templari erano un ordine cavalleresco monastico che segnò la storia
Medioevale, influenzando moltissimo la cultura del tempo e lasciando delle
tracce indelebili.
Un'altra cosa importantissima va subito specificata e chiarita: qual è stato
effettivamente l'ideale Templare.
E' vero innanzitutto che i Templari nacquero con lo scopo di proteggere i
pellegrini in TerraSanta, ma il loro ideale era anche dei più tolleranti, in
quanto non volevano cacciare i musulmani da Gerusalemme e dagli altri
territori sacri ad entrambe le religioni, ma volevano una convivenza
pacifica tra le due culture ed in generale tra tutte le culture del
Mediterraneo (i musulmani invece non furono mai dello stesso parere).
I Templari erano assolutamente dediti alla Cristianità ed alla Chiesa a cui
rimasero fedeli fino alla fine, anche quando essa, dispiace dirlo, li tradì.
Le origini dei Templari si possono capire solo se si conosce ed analizza la
storia della prima Crociata guidata dal famosissimo Goffredo di Buglione.
All'appello di papa Urbano II al concilio di Clermont (1095) per la 'guerra
all'infedele', risposero in tanti, da ogni regione e di qualsiasi ceto
sociale; pellegrini, povera gente, commercianti, principi e nobili
cavalieri. La Crociata dei Baroni riuscì ad arrivare in TerraSanta e a
liberare Gerusalemme.
A dimostrazione della bontà "spirituale" e non economica di questa avventura
si può guardare alla condotta di Goffredo di Buglione dopo la conquista
della Città' santa: sarebbe potuto diventare Re di Gerusalemme, ma rifiutò
la carica, volendo essere soltanto "Difensore del Santo Sepolcro.
Comunque, una volta riconquistata Gerusalemme, i Crociati, visto che non
erano un esercito regolare, ma solo Cristiani che difendevano il loro
diritto di andare a pregare in TerraSanta, per la maggior parte tornarono in
Europa, alle loro case e alle loro famiglie, lasciando così Gerusalemme
quasi senza protezione. Proprio in questo momento entrano in gioco i
Templari.
Hugues de Payns insieme ad altri otto cavalieri (Bysol de Saint Omer, Andrè
de Montbard zio di San Bernardo di Chiaravalle, Archambaud de Saint Aignan,
Gondemar, Rossal, Jacques de Montignac, Philippe de Bordeaux e Nivar de
Montdidier) partono dalla Francia per andare in TerraSanta con lo scopo di
difendere i pellegrini dagli attacchi delle bande dei musulmani.
Venivano chiamati inizialmente i "Poveri Cavalieri di Cristo" ed erano un
Ordine monastico e guerriero. Questa fu un'idea veramente rivoluzionaria per
quel tempo! Scavalcò la tradizionale divisione sociale formata da:
Bellatores (coloro che combattevano), Oratores (coloro che pregavano), e
Laboratores (coloro che lavoravano).
I Templari univano alla mansuetudo del monaco la fortitudo del guerriero
I monaci cosiddetti tradizionali pronunciavano tre voti, ossia obbedienza,
povertà e castità: i Templari, oltre a questi tre voti, ne pronunciavano
anche un quarto, cioè lo "stare in armi", quindi il combattimento armato.
Erano dei veri e propri monaci guerrieri.

Questi nove Cavalieri, si presentarono nell'anno Domini 1119 (1111 secondo
altri studiosi) al Re di Gerusalemme Baldovino II mettendosi a disposizione
per la protezione dei pellegrini ed il pattugliamento delle strade a
Gerusalemme e dintorni.
Questi cavalieri, a differenza di tanti altri, non si presentarono al re
vestiti in maniera sfarzosa, con i mantelli pieni di colori e con le
gualdrappe dei loro cavalli pieni di frange dorate e multicolori, ma erano
coperti da un semplice mantello bianco senza nessun altro fregio o armatura
luccicante.
Hugues de Payns sostenne, davanti al re, che non erano le vesti che facevano
i buoni e coraggiosi cavalieri, ma il cuore.
Dopo averli ascoltati, Baldovino II concesse loro come quartier generale
un'ala del monastero fortificato di Nostra Signora di Sion, accanto a quello
che era stato il Tempio di Salomone.
I cavalieri cominciarono così a pattugliare le strade come promesso al re,
il quale fu entusiasta del loro operato. Dopo poco tempo, il numero dei
cavalieri aumentò, cosicché dovettero trasferirsi a pochi metri, andando ad
occupare tutta l'area di quella che era la spianata del Tempio di Salomone,
ossia l'area fra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsa.
A questo punto il loro nome fu cambiato in "Ordine dei Poveri Cavalieri di
Cristo e del Tempio di Gerusalemme", e furono più semplicemente riconosciuti
come "Templari".

Questo primo periodo di storia Templare è contrassegnato dalle grandi
difficoltà incontrate, sia dal punto di vista militare (erano relativamente
pochi) sia dal punto di vista economico.
Furono proprio questi i motivi che spinsero Hugues de Payns a tornare in
Francia nel 1127 per cercare rinforzi morali ed economici. Proprio in questo
momento avviene la svolta decisiva dell'Ordine del Tempio: Hugues de Payns
arriva a Troyes dopo aver incontrato a Roma il Papa Onorio II. Bisogna
ammettere che la creazione della nuova milizia non aveva precedenti nella
storia cristiana, e, anche il Papa stesso mostrava evidenti segni di
imbarazzo.
Certo, i Templari non furono i primi monaci con altre finalità oltre la
preghiera e la meditazione, i Cavalieri di San Giovanni conosciuti anche
come Ospitalieri o Gerosolimitani e oggi come Cavalieri di Malta già
esistevano, ma non avevano il voto delle armi, si preoccupavano soprattutto
della cura dei feriti, degli invalidi e dei pellegrini più tardi però, sull'
esempio Templare imbracciarono anch'essi le armi.
Per non parlare dei Teutonici, che copiarono sia la Regola Templare, sia la
divisa.
Lo stesso dicasi per gli altri Ordini Cavallereschi, soprattutto quelli
della Penisola Iberica.
Era necessario quindi trovare una posizione chiara e precisa, ricercando
anche una Regola che si adattasse perfettamente alla situazione. Non è un
caso se da questo momento entra in scena nelle vicende Templari, uno dei
personaggi più carismatici ed autorevoli del tempo: San Bernardo di
Chiaravalle appartenente all'ordine monastico nato a Cistercium (I
Cistercensi) e fondatore dell'abbazia di Chiaravalle.
Fu proprio nel Concilio di Troyes che venne presentata la Regola e l'Ordine.
Oltre al Papa Onorio II ed allo stesso San Bernardo, erano presenti anche
gli arcivescovi di Reims, Sens, Chartres, Amiens e Tolosa, oltre ai vescovi
di Auxerre, Troyes e Payns. Tutti gli Statuti dell'Ordine furono approvati e
la Regola Templare in blocco fu sottoscritta da tutti e vi fu apposto il
sigillo papale, mentre Hugues di Payns, anch'egli presente al Concilio,
venne nominato Gran Maestro dell'Ordine.
In questo frangente venne presentato il 'De laude novae militiae' (elogio
della nuova milizia),vero e proprio proclama di esaltazione dell'Ordine
Templare, che ebbe non poca importanza per il successivo sviluppo dell'
Ordine. Ne citiamo una parte:
"Una nuova cavalleria e' apparsa nella terra dell'Incarnazione... essa e'
nuova, dico... che si combatta contro il nemico non meraviglia... ma che si
combatta anche contro il Male e' straordinario... essi non vanno in
battaglia coperti di pennacchi e fronzoli, ma di stracci e con un mantello
bianco... essi non hanno paura del Male in ogni sua forma... essi attendono
in silenzio ad ogni comando aiutandosi l'un l'altro nella dottrina insegnata
dal Cristo... essi fra loro non onorano il più nobile, ma il più valoroso...
essi sono i Cavalieri di Dio... essi sono i Cavalieri del Tempio".

Da un altro scritto relativo alla nuova milizia sempre scritto da San
Bernardo si percepisce ulteriormente lo spirito dei cavalieri templari: "Le
armi nemiche avrebbero forse avuto paura dell'oro, avrebbero rispettato
gemme e non oltrepassato la seta? sono necessarie solo tre cose: abilità,
prontezza e circospezione; abilità nel cavalcare, prontezza nel colpire,
circospezione nel guardarsi quando ci si recasse in terre e fra genti
sconosciute".
A Troyes poi i Templari adottarono un motto: "Non nobis Domine, non nobis,
sed nomini Tuo da gloriam", ossia "Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo
nome da gloria". Anche qui c'è poco da aggiungere, è facile immaginare come
un simile motto potesse accendere gli animi.
San Bernardo inoltre trasmise ai cavalieri la devozione a Maria e il grande
rispetto per la donna, la Regola infatti cita: "Maria presiedette al
principio del nostro Ordine, ne presieda anche, se questa sarà la volontà
del Signore, la fine". Ancora l'ultimo Gran Maestro, sul rogo, pregò i suoi
carnefici di legarlo con il viso rivolto verso Notre Dame.
D'esempio per i Templari furono quindi i Cistercensi e gli Agostiniani, di
cui ammirarono la loro vita comunitaria e il gusto per la liturgia sontuosa.

La Regola Templare era formata da 72 articoli ed era durissima. Veniva
vietato qualsiasi contatto con le donne (non si poteva baciare neanche la
madre, ma bisognava salutarla compostamente chinando il capo), non si poteva
andare a caccia, erano banditi il gioco dei dadi e delle carte, aboliti
mimi, giocolieri e tutto ciò che è divertimento, non si poteva ridere
scompostamente, parlare troppo o urlare senza motivo, i capelli andavano
corti o rasi, in inverno la sveglia era alle 4 del mattino, in estate alle
2, bisognava dormire "in armi" per essere sempre pronto alla battaglia
"...il demonio colpisce di giorno e di notte, quindi che si difenda il Sacro
Sepolcro dall'alba all'alba successiva sempre in armi...".
C'erano regole anche sul modo di mangiare e sul modo di vestirsi. Bisognava
veramente avere una sincera vocazione per sottomettersi a tali ferree
regole! Dopo questa approvazione ecclesiastica ufficiale, la fama
dell'Ordine del Tempio crebbe rapidamente ed in modo vertiginoso, con essa
aumentò anche la potenza e la ricchezza dell'Ordine stesso, che ricevette
elargizioni e donazioni spontanee praticamente da ogni strato sociale.
Difatti ogni elargizione o donazione veniva usata per il finanziamento della
campagna di guerra in TerraSanta, e tutti, pur non partecipando direttamente
alla guerra, potevano però dare il loro contributo: in pratica, donare ai
Templari significava contribuire materialmente alla liberazione dei
"Possessi di Dio" come veniva chiamata spesso la la terra al di là del mare.
L'Ordine crebbe anche in prestigio, tanto che i cadetti delle famiglie
nobili facevano a gara per entrare nell'Ordine, sia per la loro sistemazione
(non essendo i primogeniti avevano ben pochi diritti in famiglia) sia per
avere un baluardo cristiano in Terrasanta. La massa delle donazioni ed
elargizioni fu tale che Hugues di Payns dovette lasciare in Francia parecchi
confratelli che fossero in grado di amministrare l'enorme patrimonio
acquisito, onde far fronte alle grosse spese delle campagne di guerra in
Terrasanta.

Importantissima (anzi vitale) fu la bolla "Omne datum optimum" del 1139, di
papa Innocenzo II che concesse all'Ordine la totale indipendenza, compreso
l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre alla direttiva secondo la
quale l'Ordine non doveva rendere conto a nessuno del suo operato, tranne
che direttamente al Papa. Diventò un organismo a parte con una posizione
molto privilegiata.
Hugues tornò a Gerusalemme con un gran numero di reclute, che divennero
perfetti cavalieri templari combattenti.

Tra i crociati si erano sempre distinti per la loro incredibile
determinazione in battaglia, avevano disciplina disumana e una spietata
fermezza di fronte all'avversario. Non a caso venivano chiamati dai
musulmani i "diavoli rossi", mentre i Gerosolimitani erano chiamati i
"diavoli neri".
Rivendicavano a se il privilegio della prima linea durante i combattimenti,
non infrequentemente dovettero pagare con un alto tributo di sangue questo
privilegio, ma con la loro fama di essere i più valorosi difensori della
Croce non trovavano difficoltà a ripristinare le fila diradatesi.
Le loro rotte si contano sulle dita di una mano, furono gli ultimi a
lasciare la TerraSanta e nell'assedio di Acri non mollarono fino all'ultimo,
la difesa della fortezza era chiaramente senza speranza, senza alcun
pericolo ci si poteva salvare via mare, ma i cavalieri combatterono e
morirono quasi tutti. Non potendo più guidare l'avanguardia in battaglia si
trasformarono in retroguardia e sacrificarono così le loro vite, ultimi
crociati in TerraSanta.
E' tragico pensare che i cavalieri sopravvissuti alle scimitarre dei
Saraceni caddero poi vittime dei carnefici del Re di Francia e della
debolezza del Pontefice, tra di essi c'era anche l'ultimo Gran Maestro,
Giacomo di Molay e il precettore di Normandia Goffredo di Charney un omonimo
del quale, molto probabilmente un suo parente, sarà poi il primo possessore
europeo della Santa Sindone.
Ma i Templari non furono protagonisti solo in TerraSanta: quando le orde
mongoliche minacciarono l'Europa i templari contribuirono non poco alla sua
difesa, che trovò provvisoria soluzione con la battaglia di Liegnitz nel
1241. Nella penisola iberica stettero parimenti in prima linea, i sovrani di
Spagna e Portogallo difficilmente avrebbero conseguito le loro vittorie
senza i Templari, non invano affidarono loro le proprie fortezze più munite
e li ricoprivano di munifici donativi.
Anche la flotta Templare era tra le migliori, nessuno si sarebbe mai
azzardato ad attaccare una nave battente bandiera Templare e i Saraceni se
ne tenevano ben alla larga.

Esiste però un problema di non facile soluzione né per quel tempo e ancor
meno per il nostro tempo quello cioè della così detta guerra giusta che
spesso viene definita anche santa.
San Bernardo, riprendendo il concetto della "guerra giusta" espresso da
Sant'Agostino, considerò il voto templare dell'uso delle armi contro gli
infedeli non una intenzione di "omicidio", ma una vera e propria azione
contro il Male, ossia un "malicidio" (vedi sopra 'De laude novae militiae'),
anche perché Templari difendevano i Luoghi Santi, che dovevano essere a
disposizione di tutti, quindi chiunque avesse preteso di tenerli soltanto
per se sarebbe stato considerato "malvagio" e andava quindi debellato.

Per noi uomini di oggi è difficile accettare la violenza giustificata
esclusivamente da motivazioni religiose, ferisce la "sensibilità" di molti,
ma bisogna entrare nella mentalità dell'epoca e non pensare subito "è
sbagliato".
Allora il Cavaliere dell'Ordine era il Guerriero di Dio per antonomasia, ed
il suo compito era servire Dio combattendo l'eresia e le ingiustizie.
Una grave ingiustizia era quella perpetrata dai mussulmani in Terra Santa.
Fin dall'800, infatti, i pellegrini che si recavano al Santo Sepolcro
venivano uccisi, derubati, le donne violentate, nel migliore dei casi veniva
imposta loro una forte tassa.
La setta degli "Assassini" nacque proprio in questo periodo ed aveva come
scopo l'uccisione sistematica dei pellegrini Cristiani. Questo atteggiamento
intollerante da parte dei musulmani portò ad una reazione violenta degli
Europei.
San Bernardo con 'De laude novae militiae' espresse bene questa mentalità.
Le Crociate avevano un costo altissimo, sia per gli armamenti, per il
viaggio, per la costruzione di fortezze, e questa spesa non poteva essere
affrontata dai soli Templari, che nei loro monasteri si dedicavano per lo
più alla coltivazione e all'allevamento, per raggiungere i loro scopi c'era
bisogno di ben altro. Le ricchezze ottenute dai Templari furono impensabili
e loro stessi furono bravi a gestirle: non lasciavano il denaro in eccesso a
marcire in buie stanze, ma lo investivano munificamente, soprattutto facendo
servizio di tesoreria per nobili e re e prestando il denaro, certo, da
Cristiani non potevano chiedere interessi, ma sapevano come non subire danni
con tariffe di prestito.
Gli affari che svolgevano erano soprattutto di quattro categorie:
-deposito tributi e somme di denaro di un principe votatosi alla Crociata
-Trasferimento in TerraSanta di dette somme
-riscossione delle decime pontificie per le crociate
-prestiti a principi o nobili, che motivassero tale bisogno di denaro con
pii motivi.
A loro è dovuta anche l'invenzione dell'assegno o della lettera di cambio:
per esempio i pellegrini che si volevano recare in TerraSanta, ma avevano
paura di essere rapinati, potevano lasciare denari in una qualsiasi magione
templare e ricevere una quietanza di riscossione; all'arrivo in TerraSanta
portavano la quietanza nella magione e tornavano in possesso della somma di
denaro lasciata prima della loro partenza.
Da notare che il più famoso sigillo templare era un cavallo cavalcato da due
cavalieri che stava ad indicare la povertà iniziale dei cavalieri che erano
costretti ad andare in due su un solo cavallo e il dualismo universale delle
cose, a cui si rifà il loro ideale, cioè la convivenza pacifica in
TerraSanta della cultura Cristiana e di quella Islamica.

I Templari quindi godevano di un'altissima stima da parte delle popolazioni
Medioevali, li vedevano come la Cavalleria di Cristo, i Templari erano l'
incarnazione del vero spirito Cavalleresco, che Bernardo di Chiaravalle
contribuì ad esaltare con i suoi scritti, ma non solo, scriveva infatti
Clemente III nel 1191: "Consacrati al servizio dell'Onnipotente, vanno
considerati parte della Cavalleria Celeste". Anche Pietro il Venerabile
ammoniva: "Chi non si rallegra con tutto il suo animo in Dio suo Salvatore,
che la Cavalleria dell'Eterno, i Templari, abbia lasciato gli accampamenti
celesti per scendere a ingaggiar nuove battaglie, a battere i principi di
questo mondo, a sconfiggere i nemici della Croce di Cristo?" e ancora,
sempre rivolto ai Templari "Siete Monaci nelle vostre virtù, Cavalieri nelle
vostre azioni; le une le realizzate con la forza dello spirito, le altre le
esercitate con la vigoria del corpo".
Un aspetto da notare è la scelta gerarchica fatta all'interno dell'Ordine; l
'assoluto rispetto per i superiori, esistevano infatti dei Marescialli, dei
Precettori, dei Balivi, dei Priori, dei Gran Priori.
Era una organizzazione perfetta, visto che ognuno per la gestione interna
era totalmente indipendente dall'altro, e ognuno doveva rendere conto al suo
superiore diretto, fino ad arrivare al Gran Maestro che era il "primus inter
pares".
La prima vera battaglia Templare fu con il secondo Gran Maestro, Roberto di
Craon, nel 1138 a Tecua, vicino Ghaza, dove i Templari ebbero una gravosa
sconfitta, dovuta al fatto che i comandanti Crociati non vollero ritirarsi
dopo aver conquistato la città (opzione consigliata da Roberto di Craon,
visto che la città non era sufficientemente fortificata) dando il tempo ai
musulmani di riorganizzarsi e di reagire compiendo un vero e proprio
massacro.
La situazione in TerraSanta comunque non era delle migliori, un incredibile
condottiero islamico dominava la scena: Zengi, un uomo che riuscì a riunire
gli sceiccati mettendo assieme un formidabile esercito di oltre 100.000
uomini pronti a tutto pur di riconquistare le terre una volta loro. Zengi
iniziò fra i musulmani la predicazione della "jihad" o guerra santa,
incitandoli alla riconquista dell'intero Oriente. Alla testa del suo
esercito, nel 1128 si impadronì di Aleppo e il Principato di Antiochia, fino
a conquistare nel 1144 Edessa e tutta la sua Contea.
La caduta di Edessa provocò un grande scalpore in Europa Baldovino III
chiese al Papa Eugenio III di bandire un'altra crociata, cosa che avvenne il
primo dicembre 1145 con le relative bolle pontificie.
San Bernardo di Chiaravalle girò l'Europa infiammando le folle e i Re (tra
cui Corrado III di Germania, che inizialmente non voleva partire). Le truppe
Crociate quindi partirono, ma separate, i francesi via mare, mentre i
tedeschi via terra. Quest'ultimi nel bel mezzo delle montagne furono
attaccati e quasi completamente distrutti dall'esercito turco selgiuchida,
tanto che i crociati persero i nove decimi degli effettivi, e si ritirarono
fortunosamente a Nicea, dove attesero l'esercito francese condotto da Luigi
VII. I francesi arrivarono insieme ai Templari e al loro Gran Maestro
Everardo di Barres, ma furono subito attaccati dai musulmani e non
riuscirono a trovare un sicuro riparo nella città di Laodicea. I crociati
francesi erano allo stremo ed ormai molti disertavano e si ribellavano ai
loro ufficiali: solo i Templari rimanevano nei ranghi compatti e
disciplinati. A questo punto Everardo di Barres, dopo un colloquio con il re
di Francia, prese il comando dell'esercito, riorganizzandolo, ponendo a capo
di ciascun gruppo di 100 soldati un templare, che ben sapeva cosa fare.
Dopo altre peripezie (non è questa la sede per dilungarmi) si ritrovarono a
Gerusalemme Luigi VII, Corrado III, Il Gran Maestro Templare, quello degli
Ospitalieri e quello dei Teutonici, che insieme presero una sciagurata
decisione: attaccare e conquistare Damasco. La seconda Crociata finiva nel
sangue, a Damasco ci fu una terribile sconfitta degli Europei, schiacciati
da Nur-Ed-Din (successore di Zengi) e dal suo esercito.
Importantissimo fu l'avvenimento del 1150, quando Baldovino III dopo aver
fatto fortificare la città di Gaza la donò ai Templari, perché la
difendessero e perché facessero da sentinelle al sud della Palestina.
Devo citare un accadimento degno di nota, che fa capire le atrocità commesse
dai musulmani, perché molte volte sembra che solo i Crociati abbiano
commesso delitti: Il 25 gennaio 1153, l'intero esercito cristiano si accampò
ad assedio ad Ascalona, ma dopo quattro mesi, ancora nulla era stato
concluso, ogni attacco veniva sistematicamente respinto.
Verso la fine di luglio 1153, una torre mobile dell'esercito cristiano prese
fuoco, e venne scagliata contro le mura della città: il forte impatto ed il
calore provocarono una breccia dove si trovava un gruppo di Templari guidati
da Bernardo di Tremelay.
Quest'ultimo vista la breccia colse al volo la possibilità di buttarsi in
prima linea e quindi si lanciò con quaranta cavalieri dentro la breccia. Gli
altri Crociati in quel momento si trovavano dall'altra parte della città e
non fecero in tempo a seguire i Templari che si erano gettati all'interno di
Ascalona. I musulmani, vedendo solo quaranta uomini, contrattaccarono,
massacrando i cavalieri e lo stesso Tremelay. I corpi del templari furono
appesi per i piedi fuori dalle mura, e le loro teste lanciate sul campo
cristiano con delle piccole catapulte.
La furia dei cristiani a questo spettacolo fu tale che il 19 agosto 1153,
dopo un formidabile ed intenso assedio, la città fu presa e messa a ferro e
fuoco.

A questo evento seguì un periodo di relativa pace. Ma durò poco. Sal-Hal-Din
più noto come Saladino riorganizzò l'esercito musulmano, portandolo ad oltre
200.000 uomini, con i quali attaccò il Cairo, sbarazzandosi del visir
Shawar, ormai amico dei cristiani, e rivolgendosi direttamente contro
Gerusalemme. Tutto il mondo mussulmano si unì a Saladino contro i cristiani
nel 1174.
Nel novembre 1174 Saladino entrava a Damasco, ed il 9 dicembre dello stesso
anno entrava ad Homs, per poi proseguire per Aleppo, che venne assediata il
30 dicembre. Nel 1178, Baldovino fece costruire una fortezza, chiamata
"Guado di Giacobbe", che fu affidata ai Templari.
Tutto sembrava calmo, ma nel febbraio del 1179 Saladino attaccò ed invase la
Galilea, senza però tener conto della resistenza della fortezza templare del
"Guado di Giacobbe", che non cadde, ed impedì a Saladino di raggiungere
Gerusalemme.
Ma non era finita qui: il 10 giugno 1179, presso Mesaphat, l'esercito
cristiano di Raimondo III ed i Templari si scontrarono con i 200.000 uomini
dell'esercito musulmano. Fu un massacro, tanto che Saladino poi conquistò il
Guado di Giacobbe, giustiziando tutti i templari di stanza nella fortezza, e
prendendo prigioniero il Gran Maestro, Oddone di Saint Amand, che però non
volle che fosse pagato nulla per il suo riscatto, e finì i suoi giorni
morendo di fame e di stenti nel carcere di Damasco.
Nel 1187, successe un fatto gravissimo: Rinaldo di Chatillon, con un' atto
assolutamente irresponsabile e folle, marcia verso Medina e La Mecca, con
l'intento di appropriarsi della "pietra nera", simbolo sacro musulmano.
Quest'atto di pirateria scatena le ire degli arabi, e Saladino raduna ed
organizza il più grande esercito che si sia mai visto: fra cavalieri,
arcieri e fanti, oltre 300.000 uomini erano agli ordini del condottiero
musulmano.
La vera battaglia si svolse ai corni di Hattin il 4 Luglio 1187. L'esercito
Crociato dopo vari giorni di dura marcia e senza acqua (l'unica risorsa
d'acqua era presidiata dai musulmani) si scontrano con l'esercito di
Saladino.
Saladino riuscì ad accerchiare l'esercito Cristiano che fra l'altro non
aveva un'unica guida, ma ogni reggimento aveva un suo capo. Gli Ospitalieri
erano guidati da Ruggero di Les Moulins, i Templari da Ridefort e le altre
truppe Cristiane da Rinaldo di Chatillon e da altri Baroni; così diviso
l'esercito Cristiano perse molto in efficacia e se ci si aggiungono la
stanchezza e la sete si capisce bene perchè i Cristiani furono duramente
battuti.

Storia dei Templari

Gli arcieri a cavallo musulmani riuscirono fin troppo bene a tenere a bada
la fanteria Cristiana, mentre la fanteria di Saladino ebbe l'arduo compito
di reggere le devastanti cariche della Cavalleria pesante europea.
La battaglia durò diverse ore, ma alla fine, con la graduale perdita di
consistenza delle cariche della cavalleria pesante, i musulmani ebbero la
meglio...
L'esercito Cristiano fu duramente battuto e soltanto in pochissimi si
salvarono: tra questi c'era Ridefort. Da ricordare che il Gran Maestro degli
Ospitalieri aveva sconsigliato di attaccare, ma di concentrare tutto
l'esercito su un fronte e cercare di sfondare per scappare da quella fin
troppo ovvia trappola mortale; Ridefort rispose sprezzante al Gran Maestro
degli Ospitalieri: "Amate troppo la vostra bionda testa per temere di
perderla in battaglia". Il cavaliere di San Giovanni rispose: "Io morirò in
battaglia da uomo coraggioso, ma sarete voi a scappare come un coniglio ed
un traditore". Ed infatti così fu!
Devo ammettere che questo presunto attacco alla Mecca per impossessarsi
della Pietra Nera si discosta dall'ideologia Templare, ma bisogna dire che
Ridefort riuscì ad essere nominato Gran Maestro solo grazie alle sue abili
manovre politiche ed ai suoi raggiri.
Ridefort venne poi ucciso da Saladinio in persona che gli staccò la testa
dal busto con un colpo di scimitarra.
Questa sconfitta portò a non poche ripercussioni per i Regni Cristiani in
TerraSanta. Fra l'altro si racconta anche che in questa battaglia fu persa
per sempre la Vera Croce, che cadde in mani mussulmane.
Una dopo l'altra, cadono in mano araba Tiberiade, Acri, Nablus, Giaffa,
Sidone ed Ascalona. Rimaneva Gerusalemme. Dopo alcune settimane di assedio,
il 2 ottobre 1187 la Città Santa cade nelle mani di Saladino. La crociata
che ne seguì, guidata dal famoso Riccardo Cuor di Leone e da Federico
Barbarossa (che morì annegato prima di arrivare in TerraSanta) si risolse
soltanto con un patto con i musulmani che lasciarono una striscia di terra
sul mare ai Cristiani da Tiro a Giaffa, come porto per lo scalo dei
pellegrini. La città Santa era però in mani musulmane e Saladino fece
abbattere tutte le croci ed in generale i segni Cristiani nella città,
sostituendoli con mezzelune e simboli sacri all'islamismo. Saladino però si
mostrò magnanimo con la popolazione di Gerusalemme che non venne massacrata,
ma venne risparmiata, anche se dietro il forte pagamento di un riscatto.

Ad aggravare la cosa giunsero anche i mongoli che, oltre ad attaccare l'Est
Europeo, si scagliarono anche contro la TerraSanta e nel 1244 le truppe
mongole insieme a quelle egiziane entrarono a Gerusalemme, dopo aver
abbattuto la resistenza di Templari e Ospitalieri che si dimostrarono delle
vere e proprie macchine da guerra, tenendo in scacco l'esercito mongolo per
molto tempo, prima di cadere; si salvarono solo 33 Templari, 26 Ospitalieri
e 3 Teutonici. A questo attaccò rispose il papa Innocenzo III che bandì una
nuova Crociata. I Templari e gli Ospitalieri poterono ancora dimostrare il
loro coraggio, soprattutto nella battaglia di Al-Mansura (1250), ma anche
questa volta la Crociata finì per essere un massacro e si concluse con un
nulla di fatto.

Gli eserciti Crociati e gli Ordini Cavallereschi avevano subito moltissime
perdite in queste battaglie; bisogna dire che ai musulmani inizialmente
venne proposta un'alleanza dai Cristiani contro i nemici comuni, cioè i
mongoli. I musulmani rifiutarono e aspettarono il momento propizio, cioè l'
indebolimento dei due eserciti (cristiano e mongolo), per attaccare.
Dopo la caduta di Gerusalemme e di tutto il regno, il 6 aprile 1291 Acri fu
assediata da oltre 50.000 uomini.
La guarnigione templare tenne duro: il 18 maggio tutta Acri era in mano
musulmana, tranne la fortezza dove si erano arroccati gli ultimi 150
Templari. Tennero testa a tutti gli attacchi per dieci giorni, fino a quando
i musulmani non riuscirono a forzare le difese, sfruttando anche il loro
numero elevato. Morirono tutti quanti, tranne una decina che scamparono. per
finire di li a poco in mano ai carnefici francesi.
L'avventura cristiana in TerraSanta era definitivamente terminata. In due
secoli i Templari avevano lasciato sul terreno dei regni cristiani oltre
12.000 cavalieri.
MISTERI TEMPLARI

Nel corso degli anni si sono venute a creare moltissime leggende intorno ai
Templari e quindi dire qual' è la "linea di confine" tra verità e leggenda
risulta un compito difficilissimo.
Iniziamo con alcuni accenni alle cattedrali gotiche alcune delle quali
sorsero in Europa mentre era giunto all'apice il potere economico dell'
Ordine templare. Le cattedrali gotiche in tutta la Francia sorsero, in
brevissimo tempo (tra il 1200 e il 1250), chiese particolari, in uno stile
che fino ad allora era sconosciuto: le grandi cattedrali in stile gotico.
Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di
Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale
di Chartres. Uno stile incredibile, quello gotico, tutto proteso verso
l'alto, con un sistema di spinte e controspinte straordinario, una tecnica
costruttiva che a quel tempo era veramente rivoluzionaria. Come avranno
fatto i Templari a progettare e costruire queste cattedrali che, nonostante
le loro migliaia di tonnellate di peso, sembrano leggerissime e tali da
sfidare la legge di gravità?
I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste
cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una
maestria eccezionale. Per i tecnici, come gli architetti, ad esempio,
possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle
pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso
il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare
proiettata verso il cielo.
Le Cattedrali inoltre sono tutte poste allo stesso modo: con l'abside
rivolto verso est (cioè verso la luce), sono tutte dedicate a Notre Dame,
cioè alla Vergine Maria e se unite insieme formano esattamente la
costellazione della Vergine. Curioso no?
Nella parte nord delle cattedrali ci sono molto spesso immagini di demoni e
nella cattedrale di Amiens c'è addirittura un Pentalfa, cioè una stella a 5
punte rivolta verso il basso.
Le cattedrali poi sono piene di segni e di messaggi che sono stati lasciati
dagli architetti magari su suggerimento di alcuni precettori templari.
Questo è dovuto in parte al fatto che i templari erano di vocazione
giovannita, cioè cultori e interpreti del più ermetico dei quattro Vangeli,
propensi a una lettura più simbolica che letteraria delle verità della fede.
Quello che avevano da dire lo mettevano negli affreschi, nelle statue, nei
bassorilievi e nelle stesse cattedrali, ci hanno lasciato un'infinità di
segni che dobbiamo decifrare, anche se mi sembra molto improbabile, visto
che oggi l'uomo guarda le cose con l'occhio della scienza, mentre prima si
guardava con l'occhio della fede. Un'interpretazione dei segni lasciati dai
Templari è possibile solo con una visione non scientifica, ma religiosa anzi
sarebbe meglio dire simbolica.
Le Cattedrali sono libri di pietra nei quali sono nascosti dei segreti di
sapienza e conoscenza che gli antichi Templari hanno voluto tramandare ai
posteri.
Ma non una conoscenza ermetica, per divenire i padroni del mondo, o per
avere tutti per sé i segreti alchemici e di ricchezza, bensì una conoscenza
simbolica, soltanto per comprendere ciò che non poteva essere spiegato con
un semplice sermone.
Veniamo ora ad un altro argomento sempre molto "gettonato": il tesoro dei
Templari.
Cominciamo dall'inizio: dall'origine del supposto fantastico tesoro dei
Templari.
Certo, era formato anche da oro, monete, oggetti d'arte e quant'altro, ma c'
era anche qualcos'altro, qualcosa di mistico e di antico.
Bisogna partire dall'anno 70 D.C. quando sotto il regno dell'imperatore
Tito, i romani assaltarono il Tempio di Salomone e lo saccheggiarono,
uccidendo tutti quelli che trovarono al loro interno, e portando via, il
tesoro là custodito.
Comunque, la domanda sorge spontanea, "Che fine ha fatto il formidabile
tesoro dei Templari?".
Devo premettere che il fantastico tesoro, fu spostato dal Tempio di
Gerusalemme in Francia nel 1160, in quanto si riteneva che la TerraSanta non
era più sicura. A spostare il tesoro fu il Gran Maestro Bertrand de
Blachefort che era originario ed aveva possedimenti vicino a
Rennes-le-Chateau, dove si dice che fu spostato tutto il tesoro Templare, ma
ipotesi più accreditate lo posizionano a Parigi, nelle stanze segrete dell'
imponente fortezza dei Templari, che svettava sulla città con le sue sette
torri. Di questa fortezza oggi non rimane quasi niente, solo una stazione
del metrò ricorda questa antica costruzione che fu adibita a carcere durante
la rivoluzione francese e nei primi anni del 1800 fu completamente
distrutta. Comunque la maggior parte del tesoro si trovava a Parigi.

Bene, dopo questa divagazione torniamo alla domanda iniziale, che fine ha
fatto il tesoro? Su questo argomento ho trovato 2 ipotesi.
- Filippo il Bello nell'assalto dell'alba del 13 Ottobre 1307 (data in cui
il Re di Francia mise sotto arresto in una sola volta tutti i Templari di
Francia, con l'accusa di eresia.
Riuscì a prendere solo i Templari, non il loro tesoro, in quanto i Templari
sarebbero stati informati in tempo dell'imminente agguato ed avrebbero così
messo in salvo il loro tesoro (o almeno la maggior parte), nascondendolo in
carri coperti di fieno che poi si sarebbero diretti in tre direzioni: verso
Ovest, precisamente verso il porto di La Rochelle, dove era ancorata la
maggior parte della flotta Templare.
- Verso l'Italia. I carri fecero tappa in Liguria e poi alle precettorie del
Tempio di Firenze, di Orvieto, di Roma e di Anagni. Poi, la colonna di fermò
nei dintorni di Sermoneta vicino all'Abbazia Cistercense di Valvisciolo. Una
tradizione radicata, recita che una parte del tesoro del Tempio è nascosta
nei sotterranei dell'Abbazia di Valvisciolo, ma non se ne è mai avuta prova.
La particolarità di questa abbazia è quella che è architettonicamente
situata fra il romanico ed il goticoma tali contrafforti sono perfettamente
inutili, in quanto non devono sostenere una cosiddetta "controspinta"
dall'interno e internamente sono vuoti! Anche la struttura interna dell'
Abbazia richiama ai Templari. il pozzo ottagonale, La Sala Capitolare è
strutturata esattamente come tutte le sale ove si svolgevano i Capitoli
dell'Ordine del Tempio, nodi Templari incisi sulle chiavi delle volte a
crociera della sala. Per chiudere in bellezza c'è un bel SATOR, cioè il
crittogramma Cristiano colmo di mistero fino all'orlo che decodificato da il
Pater Noster e che era spesso usato dai Templari.
- Verso il confine con la Francia, più precisamente a Rennes le Chateau. Bel
casino! Su Rennes le Château ci sarebbe veramente da scrivere un libro!!! L'
argomento è troppo vasto e distoglierebbe l'attenzione da quello principale,
che sono i Templari. Per un approfondimento vi rimando alla sezione sul sito
dedicata esclusivamente a questa piccola cittadina, che ha creato un
polverone, anzi un tornado a livello mondiale.
Un'ultima teoria parla anche della Foresta d'Oriente, dove potrebbe essere
stato nascosto tutto o parte del tesoro Templare. La Foresta d'Oriente è una
zona che si trova nella Champagne francese, ed è estesa circa 20.000 ettari.
Per la sua conformazione morfologica si presenta poco accogliente e su di
essa si raccontano molte leggende su fate e folletti. A est della foresta c'
è Payns, città natale del primo Gran Maestro, Hugues de Payns, a sud-ovest c
'è Clairvaux, città natale di Bernardo di Chiaravalle, nella foresta vi sono
moltissime case Templari e ogni cosa ha un nome che ricorda il Tempio
(strada del Tempio, ruscello del Tempio ecc.). In ultima cosa si dice che la
Foresta era piena di passaggi segreti, trabocchetti e trappole allestite dai
Templari per difendere ... cosa? A cosa poteva servire una simile
concentrazione di precettorie Templari e una simile protezione? Questo desta
molti sospetti.
Tutto questo seguendo la prima ipotesi, cioè che il tesoro si sia salvato,
ma come ho premesso mi sento obbligato anche a parlare dell'altra ipotesi.
- L'assalto di Filippo il Bello dell'alba del 13 Ottobre 1307 sarebbe andato
a buon fine (per lui, per il Re falsario!) e insieme ai Templari sarebbe
stato preso anche tutto il loro favoloso tesoro (almeno quello che era in
Francia!). A sostenere questa filone di pensiero naturalmente ci sono delle
tesi:
A- I Templari non hanno mai saputo dell'assalto, altrimenti non avrebbero
messo in salvo solo il tesoro, ma anche il Gran Maestro e i massimi
dignitari sarebbero fuggiti in tempo, si sarebbero messi al sicuro, magari
in Portogallo oppure a Cipro, insomma, in posti dove il Re di Francia non
aveva nessuna autorità e soprattutto nessuna influenza.
Inoltre i Templari sapendo che l'atto contro di loro era ingiusto avrebbero
forse anche reagito, non facendosi imprigionare, però sottoponendosi
tranquillamente al processo, ma da pari con i loro accusatori, non in
manette e torturati! Avevano il massimo rispetto dei popoli europei quindi
nessuno avrebbe negato loro il diritto di convenire in giudizio da uomini
liberi.
- I lavori per la costruzione di Notre Dame e del Palazzo Reale di Parigi
erano fermi da mesi, il Re non aveva più i soldi! Intanto la Fortezza
Templare dominava su Parigi con le sue sette Torri.
In più la moneta francese ( talleri e bourgeoises) era stata svalutata due
volte in un anno e le stesse monete erano fatte con una lega squallidissima.
non a caso Filippo il Bello fu chiamato "Il Re Falsario" dal Papa Bonifacio
VIII e si diffuse un detto: Il Re di Francia è falso come le sue monete.
Stranamente già pochi mesi dopo il processo i lavori ripresero alla grande e
le vecchie monete furono sostituite con delle nuove, fatte in una lega
pregiatissima.
IL PROCESSO

Bisogna ammettere che il processo contro i Templari, svoltosi nei primi anni
del XIV secolo, fu una delle più grandi tragedie della storia della Chiesa.
Il Re di Francia Filippo IV il Bello fece arrestare più di mille cavalieri,
ne fece torturare la stragrande maggioranza e molti finirono sul rogo, fra
cui anche l'ultimo Gran Maestro Jacques (o Giacomo) de Molay. Le accuse
rivolte contro i Templari erano false e le confessioni estorte con atroci
torture. I cavalieri non erano né migliori ne peggiori degli altri Ordini
Monastici dell'epoca, soltanto che il Re di Francia, il Re Falsario aveva
bisogno dei loro denari e dei loro possedimenti, perciò lui e i suoi
ministri escogitarono le fandonie sulla colpevolezza dell'Ordine per poterlo
annientare.
Il Papa di allora, Clemente V in un primo momento si oppose a questo atto
che veniva meno a ogni forma di diritto, ma alla fine dovette cedere e
sospese l'Ordine per via amministrativa.
La responsabilità di questo atto è caricata per la maggior parte sul Re di
Francia : storici, scrittori e giornalisti incolpano la Chiesa d'aver
sacrificato un Ordine glorioso ed innocente all'avidità di un Re. seguito.
L'errore commesso da Clemente V tuttavia può essere in parte recuperato, il
suo giudizio abrogato e l'Ordine assolto dalle colpe. In fin dei conti anche
il processo di Giovanna d'Arco fu rivisto soltanto 40 anni dopo la sua
morte, e la Pulzella d'Orleans fu non solo assolta, ma anche santificata.
Certo, impugnare il giudizio di un Papa non è così facile, può essere
doloroso per la Chiesa, ma Clemente V nel prendere la sua decisione fu
ancora meno libero del Vescovo Cauchon.
I Templari erano innocenti, restarono fedeli persino ad una Chiesa che li
perseguitava, difesero il loro nome malgrado le torture e i roghi, si
rivelarono i Cristiani migliori, più santi dei Cardinali e del Papa che si
piegarono vilmente ad un'autorità statale iniqua. Restarono figli della
Chiesa, non uno di loro morì per un credo ereticale.
Quindi non si dovrebbe oggi abrogare la bolla di Clemente V che sospendeva l
'Ordine Templare? La Chiesa dovrebbe riparare allo sbaglio di quell'antico e
purtroppo debole Papa. Difficilmente oggi l'Ordine Templare può tornare al
suo antico splendore, ma almeno in linea di principio dovrebbe sussistere di
nuovo il diritto di portare la croce dei Templari.

Tutta la vicenda ha inizio nel 1305, quando un tale Esquiu De Floryan si
presentò al sovrano di Spagna Jaime II con una storia stupefacente: diceva
di essere stato nelle carceri di Béziers in compagnia di un cavaliere
templare cacciato dall'Ordine che gli aveva raccontato le inaudite atrocità
che venivano compiute: si rinnegava Cristo all'atto di essere accettati nell
'Ordine, si sputava sulla Croce, si praticava la sodomia e si adorava un
idolo.
De Floryan raccontò questa storia a Jaime II perché sapeva che il Re aveva
buoni motivi per avercela con i Templari, non gli andava troppo a genio
avere all'interno dei suoi confini un secondo potere oltre lo Stato con una
tale influenza, inoltre avevano le più possenti fortezze del Regno e
facevano i migliori affari. Jaime II però ritenne opportuno non
intraprendere azioni contro gli onnipotenti Templari, anche perché la pia
popolazione spagnola non avrebbe mai perdonato al suo Sovrano una simile
azione contro i migliori Cristiani dell'epoca e la Chiesa!
Jaime II consigliò però a De Floryan di rivolgersi a Filippo IV di Francia
che aveva una certa esperienza in lotte contro la Chiesa grazie anche al suo
scaltro consigliere: Guglielmo di Nogaret che aveva già arrecato gran danno
alla Chiesa con lo "schiaffo di Anagni" a Bonifacio VIII, il quale non trovò
pace neanche nella morte: Nogaret fece riesumare il cadavere e lo processò
per eresia, accusandolo di una serie di crimini che solo la fantasia di un
visionario poteva cacciare fuori: simonia, raggiri, assassinio del suo
predecessore, magia e ateismo professo.
De Floryan alla fine riuscì ad incontrarsi con Nogaret che percepì
immediatamente quanto quelle informazioni che gli venivano date fossero ad
alto potenziale esplosivo. Ormai era specializzato a saccheggiare beni
ecclesiastici e annientare un Ordine per il vile denaro non lo preoccupava
minimamente. Inoltre aveva forse un motivo in più per agire contro i
Templari: i Cavalieri avevano denunciato all'Inquisizione come cataro suo
nonno che era stato così bruciato sul rogo.
Per il momento però aveva in mano ben poco per accusare un intero Ordine,
aveva soltanto le affermazioni di un pregiudicato, un testimone quindi
abbastanza inattendibile, per giunta anche espulso dall'Ordine.
Si potevano andare a ricercare i Cavalieri cacciati dall'Ordine (nelle
ricerche, anche bibliografiche, i collaboratori di Nogaret erano maestri!)
che sarebbero stai più che contenti di sottoscrivere qualsiasi cosa in
cambio della libertà e di un po' di denaro, ma Nogaret era troppo scaltro,
sapeva che simili testimonianze sarebbero state troppo inverosimili per
giustificare l'arresto di più di mille cavalieri.
C'era soltanto una soluzione per ottenere prove sicure ed innegabili della
colpevolezza dell'Ordine: tutti i Templari dovevano essere sottoposti a
tortura e dovevano essere costretti a firmare le deposizioni con il
riconoscimento della loro colpevolezza.
Devo ricordare una cosa: l'Ordine Templare godeva del massimo rispetto delle
popolazioni dei vari Stati, in più all'interno dell'Ordine c'erano molti
figli di nobili: un'azione contro i Templari, senza i dovuti motivi si
sarebbe trasformata per chiunque in una disfatta completa, avrebbe attirato
contro di se l'odio delle masse, l'odio dei nobili, degli altri sovrani
Europei e della Chiesa, che sarebbe potuta arrivare anche ad indire una
Crociata contro l'accusatore dei Templari, con conseguenze più che ovvie: l'
annientamento.
Quindi se il Re di Francia si fosse azzardato ad incolpare ed arrestare i
Templari per futili ragioni molto probabilmente avrebbe fatto una gran
brutta fine!
Filippo IV molto probabilmente aveva visto il tesoro dei Templari e quindi
sapeva pressappoco le grandi quantità di ricchezze da loro possedute: a
centinaia di migliaia si ammucchiavano monete di Tours, di Firenze, di
Venezia, delle più importanti banche, nonché monete provenienti da tutto l'
oriente e l'occidente. A questo vanno aggiunte le donazioni ricevute, gli
oggetti d'arte migliori e un imprecisato numero di oggetti orientali.
La domanda è: quando il Re di Francia poté vedere tutto questo? Durante la
sollevazione popolare del 1306 che ci fu anche per via dell'inflazione e
delle continue svalutazioni. i Templari accolsero il Re nel loro
castello-fortezza, salvandolo da morte sicura. Nel 1307 però era già quasi
tutto pronto, il piano era quasi completo.Re Filippo riuscì a convincere
(probabilmente con lo zampino di Nogaret) tutti i membri del consiglio di
Stato sulla bontà e necessità di quest'azione, i quali apposero i loro
sigilli sui documenti da inviare a tutti i procuratori di Francia con l'
ordine di catturare i Templari.
Uno solo rifiutò di mettere il suo sigillo al servizio di un'ingiustizia: l'
arcivescovo Aycelin di Narbona, gran guardasigilli e cancelliere del Regno.
Naturalmente Filippo andò avanti comunque, non pensò minimamente di far
naufragare tutto per una sola opposizione! Una cosa però c'è da dire: se
Aycelin di Narbona credeva che quell'azione fosse un'ingiustizia, perché
rimase muto? Perché non avvertì ne il Papa, ne i Templari delle intenzioni
del Re?
Avrebbe potuto evitare il più grande assassinio giudiziario del Medioevo, ma
non lo fece. Col suo silenzio si fece comunque complice.
Così il 14 settembre 1307 venne deliberato l'arresto dei Templari e già il
22 dello stesso mese giungevano ai procuratori del Regno i decreti che
ordinavano di tenersi pronti con tutti gli uomini in armi per l'alba del 13
Ottobre.
I decreti prevedevano che, dopo l'arresto, si stabilisse la verità ad ogni
costo, anche ricorrendo alla tortura; a chi rilasciava le confessioni sul
verbale andava promessa la piena assoluzione, coloro che negavano andavano
minacciati di morte.
Questo è incredibile! Come poteva il Re promettere l'assoluzione ai
peccatori e viceversa minacciare di morte chi non confessava?
Il papa intanto non sapeva niente di quello che stava per accadere, infatti
dove si trovò la settimana tra l'1 e l'8 Ottobre? Alle terme.
Alcuni studiosi però sostengono che il papa fosse al corrente della
situazione e che volesse iniziare una sua inchiesta sui Templari, ma Filippo
il Bello lo anticipò.
Il 13 Ottobre comunque l'azione fu fatta e in una volta sola furono
imprigionati tutti i Templari di Francia, persino i rappresentanti del
Tempio presso la Curia pontificia!. Vennero presi all'alba, in un agguato
assolutamente inaspettato. Le accuse che venivano rivolte sembravano
impossibili e assolutamente inaspettate, anche per questo i Templari non
reagirono, visto che avevano la coscienza pulita e erano sicuri che tutto si
sarebbe risolto subito e che si sarebbe chiarito l'equivoco. La loro fede
era indistruttibile, purtroppo non sapevano, invece, che quella stessa
Chiesa che loro tanto adoravano (guidata però da un uomo debole e
prigioniero del Re di Francia) e di cui si fidavano l'avrebbe lasciati in
pasto ad un Re bramoso di denaro.
I Templari furono imprigionati nelle loro stesse fortezze e interrogati dai
carnefici del Re.
La cattura era stata ordinata dal Grande Inquisitore di Francia, Guglielmo d
'Imbert che avrebbe dovuto procedere anche agli interrogatori, ma gli
aguzzini cominciarono subito, torturando i poveri malcapitati e iniziando a
far sottoscrivere da quanti più Templari possibile le loro dichiarazioni di
colpevolezza.
Fu presentata ai Templari una lunga lista di misfatti che da tempo sarebbero
stati abituali nell'Ordine. A chi confessava veniva promessa la libertà, il
perdono e una pensione ordinaria attinta dai beni dell'Ordine.
Si doveva soltanto adempiere alla piccolissima formalità di sottoscrivere le
proprie affermazioni di colpevolezza sotto giuramento. Chi invece si
intestardiva col negare le accuse veniva invece messo alla ruota, una, due,
tre volte al giorno, finché non confessava ... o moriva.
Non tutti ce la fecero a sopportare le torture e molti firmarono i documenti
con le mani insanguinate.Templari
I capi d'accusa più importanti furono: aver rinnegato Cristo, aver sputato
sulla Croce, sodomia e adorazione di un idolo.
La storia ci conferma senza ombra di dubbio che l'aver rinnegato Cristo e
aver sputato sulla Croce sono due accuse altamente insostenibili! I
Templari fatti prigionieri durante le Crociate spesso si rifiutavano di
rinnegare il Redentore per avere salva la vita! Furono massacrati senza
pietà dai musulmani che per loro non si aspettavano mai di ricevere un
riscatto! Anche allora avrebbe dovuto impressionare il fatto che qualche
anno prima a San Giovanni d'Acri furono uccisi circa 500 Templari che
morirono per salvare la vita agli altri Crociati fungendo da retroguardia,
ma anche per quel Cristo che ora li si accusava di rinnegare!
Per non parlare di tutti gli anni in cui combatterono in TerraSanta insieme
ai Crociati, lasciando sul campo migliaia di uomini, per difendere il nome
di Dio. Come si può accusarli di rinnegarlo? Avrebbero sacrificato tante
vite per cosa?
Anche la sodomia è una pura invenzione, come l'idolo, di cui stranamente
Nogaret non presentò nessuna prova al Processo, perché? Si poteva far
sfuggire una prova tanto schiacciante?
Le accuse si basavano molto sul fatto che il rito d'entrata nell'Ordine era
segreto, quindi le fantasie degli accusatori si scatenarono e inserirono in
quel rito tutte le eresie e i reati possibili di quel tempo.
Clemente apprese la notizia molto tardi.
Soltanto il 27 Ottobre fece una protesta scritta, criticò il Re aspramente,
in modo assai più severo di quanto fosse sua consuetudine.
Due lunghi mesi dovette aspettare la risposta! Semplicemente il Re non
riceveva i messi del Papa.
Filippo aveva già vinto la partita.
Aveva già una buona quantità di confessioni firmate sotto giuramento e la
sua propaganda aveva già fatto il "lavaggio del cervello" al popolo a cui l'
Ordine veniva dipinto con le tinte più fosche, praticamente i cavalieri
venivano accusati di tutto ciò che nel Medioevo era crimine.
Il 22 Novembre il Papa emanò il fatale decreto, sollecitava tutti i principi
Cristiani ad arrestare i Templari. Nei vari Stati d'Europa ci furono varie
risposte:
Inghilterra: il Re Edoardo II inizialmente accusò anche il Re di Francia di
perseguitare i Templari solo per la sua avidità, ma ben presto ritirò le
accuse: non era una grande figura morale ed aveva preso in sposa Elisabetta,
figlia di Filippo e il matrimonio non poteva certo dirsi felice! Comunque
Edoardo II ordinò l'arresto dei Templari, ma la polizia inglese non era come
quella francese, in tutto furono arrestati solo 280 Templari, un numero
molto inferiore all'effettivo del Tempio in Inghilterra e comunque in
carcere vennero trattati con clemenza.
Germania: I Templari qui non erano molto importanti, Teutonici e Ospitalieri
la facevano da padroni. Furono comunque invitati a comparire a Magonza di
fronte al tribunale Arcivescovile: arrivarono non da fuggiaschi o da
criminali, ma in uniforme e armati di tutto punto. si presentarono da uomini
liberi. Li si prosciolse da ogni accusa.
Portogallo: Il re Diniz seguì l'ordine del Papa a modo suo: ospitò i
Templari nel suo Castello di Castro Morim, come amici e fece amministrare i
loro beni in modo esemplare. A Santarem furono poi dichiarati innocenti,
anche se per effetto della bolla del Papa dovette comunque sopprimere l'
Ordine Templare, anche se venne immediatamente dopo creato l'Ordine del
Cavalieri di Cristo che altri non erano che i Templari sotto un'altra
nomenclatura, a questo nuovo Ordine in Re fece donare tutti i beni Templari
sequestrati.
L'aver difeso i Templari fu un atto che ripagò abbondantemente il Portogallo
nei secoli successivi, le scoperte nel nuovo mondo vennero finanziate anche
con il denaro dei Cavalieri di Cristo, anche Enrico il Navigatore ne faceva
parte.
Tutti i commerci con le Indie passavano per Lisbona, che in tal modo si
arricchì non poco.
Aragona: I Templari di questa terra vennero dichiarati innocenti, ma il re
Jaime II voleva prendere lo stesso parte del loro patrimonio. dovette
fronteggiare una guerra in piena regola, conquistare un castello dopo l'
altro.
Italia: Qui la persecuzione infuriò in maniera analoga a quella francese,
con prigionie durissime e torture. Questo si deve anche al fatto che l'
Italia era sotto il forte influsso francese e quindi appoggiò la loro tesi
di colpevolezza dei Templari. Soltanto l'Arcivescovo di Ravenna, poi
diventato Santo, ebbe il coraggio di schierarsi in difesa dei Templari.
Gli interrogatori intanto continuavano in tutta la Francia e l'accertamento
da parte del Papa sulla colpevolezza dell'Ordine andava veramente a rilento!
Il Papa non fece niente fino al 12 Agosto 1308, quando emise la bolla
"Faciens Misericordiam" che destituiva i tribunali civili e li sostituiva
con dei tribunali ecclesiastici, formati da Vescovi, in quanto solo la
Chiesa poteva dire l'ultima parola sulla colpevolezza o no dei Templari. Si
intravedeva quindi per i Templari una schiarita all'orizzonte, ma le loro
speranze di giustizia furono spazzate via quando scoprirono che il Tribunale
di Francia era collocato a Parigi, dove il Re aveva il suo maggior potere e
dove "les Gens du Roi", il corpo di polizia del Re poteva facilmente
rintracciare e minacciare chiunque avesse voluto testimoniare in favore dei
Templari, inoltre la corte era composta di vescovi che erano sotto il più
completo controllo del Re (addirittura uno era suo parente) e che Nogaret
assisteva a tutti gli interrogatori e a tutte le udienze, mentre il processo
avrebbe dovuto avere in aula soltanto i Templari e la giuria.
Con queste scelte (luogo e giuria) Clemente V aveva definitivamente
consegnato i Templari nelle mani del loro nemico, Filippo il Bello.
A questo punto vengono ascoltati i Templari e le loro confessioni sono delle
più commoventi. Devo premettere che le dichiarazioni dei Templari in aula
furono tutte registrate e quindi sono originali! Come adesso anche a quei
tempi le dichiarazioni venivano messe agli atti, quindi venivano
accuratamente conservate.
Inizialmente fu interrogato il Gran Maestro, Giacomo de Molay che alle
accuse di sodomia rispose molto alterato che persino quei pagani dei
saraceni avrebbero punito quella colpa decapitando il reo, tanto più dunque
cose simili erano proibite nell'Ordine!
Molay cercò di difendersi come meglio poteva, ma sapeva che in quel campo
non reggeva il confronto con i dottori della legge, sentiva che quei
giuristi non potevano capire i sentimenti e l'animo di un cavaliere, era
impossibile che si rendessero conto del fatto che un uomo d'onore mai
avrebbe potuto neppur minimamente tollerare un comportamento tanto infame
come quello che si rimproverava all'Ordine!
E' emblematica una sua frase registrata: "Saprei bene come trattar Voi, se
non foste ciò che siete".
Il giorno dopo fu interrogato Ponsard de Gisy, (cui era affidata la casa
madre dell'Ordine, Payens) che disse con enfasi: "Abbiamo confessato sotto
tortura!". Riferì inoltre che a Parigi trentasei templari erano morti sotto
tortura e molti in altri modi. Continuò il suo discorso dicendo: "Mi hanno
legato le mani dietro la schiena in un modo tale che il sangue mi sprizzava
fuori dalle unghie Poi così legato mi hanno gettato in un pozzo per circa un
'ora", come poi disse avrebbe preferito la morte che continuare a sopportare
quei supplizi.
Lo stesso giorno fu interrogato Aymon de Porbone che descrisse anche lui le
torture alle quali fu sottoposto dagli aguzzini del Re per farlo confessare,
gli versavano acqua in bocca con un imbuto, per intere settimane era stato
lasciato a pane e acqua, dichiarò: "Non dirò nulla fintanto che mi si tiene
in carcere".
Il 28 Novembre la commissione pontificia interrogò per la seconda volta
Molay che si appellò nuovamente al Papa e difese l'Ordine richiamando l'
attenzione sulle elemosine elargite, sulle Chiese costruite e sulle
cerimonie celebrate dall'Ordine. Questo diede luogo ad uno scambio di
battute:
Commissario: "Ma tutto ciò è vano per la salvezza dell'anima se manca la
fede"
Molay rispose in maniera eccelsa: "Io credo fermamente in un Dio in tre
Persone e a tutti gli altri articoli della nostra fede [.] Credo che quando
l'anima sarà separata dal corpo si vedrà chi fu un giusto e chi fu un
malvagio [.] Tutti i presenti allora conosceranno la verità sulle domande
che oggi ci vengono poste"
Il Gran Maestro in catene al cospetto dei propri giudici ne divenne con
poche parole l'accusatore e non in nome di un Re terreno o di un Papa
debole, ma in nome di Dio! Profeticamente ricordò ai Vescovi del tribunale
pontificio dell'esistenza di un altro tribunale al quale tutti loro non
sarebbero sfuggiti.
Poi chiese di poter assistere alla Santa Messa e di ricevere la comunione,
dopo aver ricordato l'alto tributo di sangue pagato dai Templari in
TerraSanta (lui disse 20.000 uomini) per difendere il nome di Dio e di
Cristo, quel Cristo che ora li si accusava di rinnegare.
Alcuni storici hanno valutato le deposizioni di Molay mediocri e non all'
altezza della situazione, ma che cosa ci si poteva aspettare da un militare?
Lui era bravissimo nella strategia, nella tattica e nel combattimento, ma
non aveva una laurea in legge, come poteva tener testa a giuristi come
Nogaret in un'aula di Tribunale? Non era il suo ambiente naturale.
Tra febbraio e maggio del 1310 ci fu la seconda parte del Processo ai
Templari e furono invitati tutti i Templari di Francia a Parigi per
difendere l'Ordine. Più della metà dei Templari di Francia (560) scelse di
fare il viaggio per raggiungere Parigi. voi direte, perché non tutti? Bene,
molti erano morti, molti non avevano le forze e altri non ebbero il
coraggio. Erano ormai due anni che venivano tenuti in carcere, avevano
subito torture, avevano patito la fame, avevano visto morire i loro compagni
e per finire bisogna ricordare che per il diritto feudale chi ritrattava le
sue confessioni andava sul rogo. Inoltre erano ancora in manette, i loro
aguzzini li accompagnavano e li tenevano sott'occhio, per una specie di
tortura, stavolta psicologica.
I Templari vennero riuniti tutti insieme e vennero lette le accuse
infamanti.
Vernon de Santoni alla domanda se intendesse difendere l'Ordine replicò: "In
quest'Ordine non ho visto che del bene, non capisco cosa si voglia intendere
per difendere".
Bernard du Gué fu illuminante per smascherare le terribili torture alle
quali furono sottoposti, il poveretto mostrò le ossa dei piedi, le aveva
perse nel corso dell'interrogatorio, i suoi aguzzini lo avevano arrostito a
fuoco lento tanto a lungo che la carne s'era staccata dall'osso..
Come curatore dei Templari fu designato Pietro da Bologna (francesizzato è
Pièrre de Bologne) che era stato il procuratore generale dell'Ordine presso
la Santa Sede. Redasse uno scritto che consegnò poi ai Commissari in nome di
tutti i convenuti: "E' difficile per noi, per i nostri fratelli, essere
privati dei sacramenti. A molti di noi è stato sottratto l'abito, a tutti i
beni dell'Ordine. Tutti siamo stati gettati in carcere con infamia, messi in
catene ed in carcere siamo tutt'ora.
La maggior parte dei confratelli che sono morti nelle carceri fuori Parigi
non sono stati sepolti in terra Consacrata. Al momento della morte sono
stati negati loro i sacramenti della Chiesa".
Ad Aprile fu presentato un altro scritto al Tribunale:
"Gli articoli del questionario della Bolla pontificia sono privi di senso,
infami, disonorevoli, inauditi. Si tratta di menzogne, enormi menzogne,
menzogne assurde, pronunciate dai nemici dell'Ordine e da calunniatori, in
base a delle maldicenze. L'Ordine Templare è puro, senza macchia, e tale è
sempre stato, checché se ne dica. Coloro che affermano il contrario parlano
da miscredenti e da eretici, seminano nella fede l'eresia e la zizzania.
Siamo qui pronti a difendere l'Ordine con tutto il cuore, con parole ed
opere, nella maniera migliore possibile. Domandiamo però di poter disporre
liberamente di noi stessi, e di essere presenti al Concilio. Coloro che non
vi possono prendere parte devono avere la possibilità di farsi
rappresentare. In breve, chiediamo di essere liberati dalle carceri in cui
ci detengono. Tutti i confratelli che hanno confessato, del tutto o in parte
menzogne simili, non dicono il vero. Hanno confessato nel timore di essere
uccisi. Alcuni hanno confessato sotto tortura, altri per aver visto a quali
supplizi venivano sottoposti i loro confratelli. Di conseguenza hanno
verbalizzato ciò che volevano i loro persecutori. Non li si può biasimare,
giacché i supplizi a cui alcuni sono stati sottoposti hanno suscitato il
terrore in molti. Hanno visto che era possibile scampare alle sofferenze ed
alla morte mentendo. Altri forse sono stati corrotti col danaro, o sedotti
da promesse e lusinghe, o piegati da minacce. Tutto questo è noto e non si
può far finta di ignorarlo, od occultarlo. Imploriamo la misericordia
Divina, che ci faccia giustizia, giacché troppo a lungo abbiamo patito una
persecuzione ingiusta. Da Cristiani pii e fedeli, chiediamo di ricevere i
sacramenti della Chiesa".La commissione decise una volta per tutte anche di
fare chiarezza sul presunto idolo adorato. Le Commende Templari erano state
passate a pettine, ma l'unica statuetta trovata non tipicamente Cristiana fu
un volto di donna in argento, con dentro delle ossa, senza dubbio un
reliquario.
Quindi l'uomo barbuto da dove lo potevano far uscire? Una cosa: come ho già
detto, di sicuro non avevano trovato nessuna statuetta o affresco eretico,
altrimenti Nogaret non si sarebbe fatto sfuggire una simile prova per
incastrare l'Ordine, visto che era questo il suo scopo. Il fatto che fu
presentata al processo soltanto la testa di una donna in argento la dice
lunga sullo straccio di prove che stavano portando.
Sembrerebbe molto più verosimile identificare questo famoso capo barbuto con
il volto dell'Uomo della Sindone ora conservata a Torino e che i Templari
quasi sicuramente trasportarono dall'Oriente e custodirono in occidente:
prima in inghilterra e successivamente in Francia (Si veda l'apposita
sezione del sito)
Comunque, proprio ora che il Processo sembrava volgere a favore dei
Templari, morì uno dei Vescovi della Corte, non si aspettò molto a
sostituirlo: il fratello di uno dei Ministri di Filippo il Bello era Vescovo
della vicina Cambrai, un tale Filippo de Marigny. il Papa sapeva benissimo
che quell'uomo non poteva assumersi il peso di una circoscrizione
ecclesiastica, ma lo nominò lo stesso, sempre perché sotto l'influsso del Re
di Francia. Anche i professori della Sorbona si espressero contrari, 19 su
22 la ritenevano una scelta sbagliata, ma non servì a niente.
Con la nomina di tale uomo i Templari avevano definitivamente perso. Il
primo provvedimento di de Marigny fu la condanna al rogo di 54 Templari per
aver ritrattato le loro precedenti dichiarazioni, vennero legati al palo e
arsi senza pietà. Questo era più di un segnale, gli altri Templari dovevano
essere intimoriti per eventuali future ritrattazioni. I Templari vennero
così colpiti duramente nello spirito da una così ingiusta tortura
psicologica, ora sapevano che chi avesse ancora difeso l'Ordine sarebbero
finito bruciato vivo.
Alcuni Templari ebbero comunque ancora la forza di reagire.
Lo testimonia questa dichiarazione di Aymeri de Villiers-le-Duc, del 13
Maggio: "Possa venir subito inghiottito anima e corpo dall'inferno se mento!
[.] Certo, sottoposto ai supplizi della tortura ho ammesso alcune accuse,
quando sono stato interrogato alla presenza degli uomini del Re. Ieri ho
visto bruciare vivi cinquantaquattro miei confratelli. Ho troppa paura di
venir condannato al rogo. Non reggerei la minaccia, cederei di nuovo,
dinanzi a Voi o ad altri. Vi supplico, non rivelate alla gens du Roi quello
che ora vi rivelo, ché non mi si condanni al rogo". Mentre diceva ciò s'
inginocchiò davanti all'altare, spalancò le braccia e si percosse il petto.
Questa deposizione quasi non ha bisogno di commenti, fa capire molto bene
quello che provavano i Templari in quel momento.
Il 18 Maggio ci fu la clamorosa fuga di Pietro di Bologna che aveva
rinunciato alla difesa. L'astuto italiano, dopo il rogo dei 54 Templari,
aveva capito che ormai era tutto inutile, il complotto contro i Templari era
ormai irreversibile; la fuga fu l'unica soluzione.
Comunque l'accusa riuscì ad accumulare una serie di prove sulla colpevolezza
dell'Ordine da presentare al Concilio di Vienne .Il Papa allora ebbe l'idea,
forse sotto consiglio di Nogaret, di SOSPENDERE l'Ordine per via
amministrativa: Clemente come Papa ne aveva l'autorità.
Un'affermazione del Papa (scritta) ci da le indicazioni importanti per
capire questa sua decisione: "Se non si può abolire l'Ordine con una
condanna, bisognerà allora sopprimerlo per via amministrativa, ché il nostro
amato figlio, il Re di Francia, non ne abbia scandalo (ne scandalizatur
carus filius noster rex Franciae)".
Comunque, la prima seduta del Concilio ci fu il 16 Ottobre 1311 e a paragone
di altri Concili del Medioevo i convenuti furono molto pochi, l'unico Re
presente era Filippo. Vennero nominate due commissioni, invece della solita
Assemblea Plenaria, a cui fu sottoposto tutto il materiale del processo e a
cui si chiedeva di esprimere un giudizio chiaro. e alla svelta.
La Bolla del Papa di presentazione al Concilio invitava anche tutti i
Templari a presentarsi a Vienne per difendere l'Ordine
Si presentarono a Vienne 7 Templari per difendere l'Ordine, dichiarandosi i
rappresentanti di altri 2000 (a loro detta) che si nascondevano nei boschi
vicini. Accusarono Filippo il Bello e dichiararono che era la sua avidità la
vera rovina dei Templari.
Il Papa li fece imprigionare e i poveretti finirono i loro giorni in
carcere.
Il Papa poi prese chiara posizione contro l'Ordine e chiamò i vari
Commissari ad esprimere un parere, ma, attenzione, non in assemblea
plenaria, ma singolarmente, nella sua residenza privata, forse per piegarli
al suo volere. ma non ci riuscì, i Commissari chiedevano di nominare dei
difensori dei Templari e chiedevano ancora tempo per far maggior chiarezza.
Ma di tempo non ce ne era, il Papa quindi decise definitivamente di
sopprimere l'Ordine amministrativamente (ex autoritate apostolica), così non
sarebbe servita nessuna difesa.
Il 3 Aprile 1312 fu resa pubblica la Bolla "Vox in excelso" ed il Papa
pronunciò le cruciali parole:
"In considerazione della cattiva reputazione che grava sui Templari, del
sospetto e delle accuse che sussistono a loro carico; in considerazione
della cerimonia segreta di ammissione in quest'Ordine, della condotta
perversa e irreligiosa di molti suoi membri; in considerazione del
giuramento di non rivelare nulla a proposito della cerimonia d'ammissione, e
di non uscire dall'Ordine; in considerazione dello scandalo, ormai non più
sanabile; in considerazione dell'eresia a cui sono esposte la Fede e le
anime, dei terribili misfatti commessi da un gran numero di membri dell'
Ordine; in considerazione del fatto che Santa Romana Chiesa soppresse in
passato, per motivi ben più lievi altri celebrati Ordini, Noi, non
contravvenendo alle regole della Cavalleria e non senza intima sofferenza,
non in virtù d'una sentenza giudiziaria ma ex autoritate apostolica,
sopprimiamo l'Ordine suddetto con tutte le sue istituzioni".
A questa Bolla ne fece subito seguito un'altra: "Ad providam Christi
Vicarii" che concerneva la destinazione dei beni. Clemente assegnò ai
Gerosolimitani le proprietà dell'Ordine dei Templari.
L'unico che amministrò in modo degno le proprietà dei Templari fu il Re
Diniz del Portogallo. Il 5 maggio 1319 fondò l'Ordine di Cristo, cui assegnò
intatte tutte le proprietà dei Templari che fino ad allora amministrò
decentemente.
Comunque Clemente non poteva fondare un nuovo Ordine, anche perché Filippo,
avido di potere e di denaro come era, avrebbe sicuramente chiesto di
ricoprire la carica di Gran Maestro. già si faceva chiamare Vescovo di
Francia.
Le decisioni del Papa per i Templari furono: coloro che erano stati
giudicati innocenti dovevano esser mantenuti con i beni dell'Ordine e
potevano vivere nelle loro case o in monasteri, purché non troppi nella
medesima casa; coloro che non si erano pentiti o i recidivi andavano
severamente puniti e coloro che nonostante le torture continuavano a non
confessare dovevano essere giudicati secondo il diritto canonico; i
fuggiaschi dovevano presentarsi alle autorità entro un anno.
Quindi l'Ordine fu soppresso, restava però il Processo ai singoli imputati
di eresia e ai massimi esponenti dell'Ordine che continuavano a marcire in
prigione.
Lasciò, come al solito, emettere la sentenza ad una commissione che avrebbe
dovuto fare le sue veci. Ci si riunì di nuovo a Parigi. La Commissione
(presieduta da Marigny.) rilesse nuovamente i capi d'accusa ai Cavalieri
presenti che, torno a dire, erano quelli che coraggiosamente si erano
presentati a Parigi per difendere l'Ordine. Questa volta non ci fu difesa, i
Cavalieri vennero condannati al carcere a vita.
In questo frangente Molay disse una frase storica:
"Alla soglia della morte, dove anche la minima delle menzogne è fatale (si
riferisce al rischio di non poter ascendere al Paradiso), confesso chiamando
il cielo e la terra a testimoni, che ho commesso peccato gravissimo a danno
mio e dei miei, e che mi sono reso colpevole della terribile morte, perché
per salvarmi la vita e sfuggire ai troppi tormenti, e soprattutto allettato
dalle parole lusinghiere del Re e del Papa, ho testimoniato contro me stesso
e contro il mio Ordine. Ora invece, sebbene sappia quale destino mi attende,
non voglio aggiungere altre menzogne a quelle già dette e, nel dichiarare
che l'Ordine fu sempre ortodosso e mondo d'ogni macchia, rinuncio di buon
grado alla vita".

Con questo praticamente volle pagare a carissimo prezzo la sua "colpa" di
aver riconosciuto inizialmente i capi d'accusa contro l'Ordine. Fu un
Martire della verità. Rinunciò alla vita, pur di dire la verità!
Geoffroy de Charnay ebbe il coraggio di seguire l'esempio del Gran Maestro e
ritrattò insieme a lui.
Filippo non aspettò un momento, il 18 Maggio pronunciò la sentenza di morte
e lo stesso giorno gli alti dignitari dell'Ordine furono bruciati vivi sull'
isolotto di Pont Neuf, sella Senna, alle spalle di Notre Dame. Per lo
spettacolo si radunò una folla sterminata.
Dai documenti che registrano le ultime parole del Gran Maestro si legge che
l'ultima cosa che disse fu l'esortazione al boia di allentare un po' le
catene, per giungere le mani in preghiera.
Non si deve credere quindi a chi dice che il Gran Maestro lanciò la
maledizione su Filippo il Bello e Papa Clemente V !!! E' una delle tante
leggende nate dopo la soppressione dell'Ordine!!!
Molay, da ottimo Cristiano, si guardava bene da non maledire nessuno e
questa ipotetica maledizione carica d'odio mal si lega al fatto che chiese
di allentare le catene per poter giungere la mani in preghiera.
Molay non pensava alla vendetta in quel momento, ma soltanto alle sue colpe.
Come ho detto dopo la morte del Gran Maestro sono nate un vespaio di
leggende che di verità ne hanno ben poca, si dice per esempio che il
mantello del Gran Maestro non venne consumato dalle fiamme durante il rogo.
Sebbene non vi fosse stata alcuna convocazione del Re e del papa dinanzi al
tribunale di Dio da parte del Gran Maestro sta di fatto che Papa Clemente
morì quattro settimane dopo e Filippo lo seguì lo stesso autunno.
Per questo il popolo vide in quegli accadimenti la mano vendicatrice di Dio.
Anche perché era chiaro a tutti che il Processo era stato una farsa e che la
soppressione dell'Ordine era dovuta soltanto all'avidità del Re.
Una domanda a questo punto sorge spontanea: come mai nessun Ordine
Cavalleresco levò la propria voce a favore dei Templari?
Perché i Gerosolimitani e i Cavalieri Teutonici restarono in silenzio?
Proprio questi ultimi avrebbero dovuto esercitare un notevole influsso,
anche perché avevano la loro sede centrale in Germania, sotto la protezione
del Re tedesco e soprattutto lontano da Filippo che non sarebbe stato in
grado di recare danno al potente Ordine.
Fondamentalmente Templari e Teutonici non avevano mai avuto relazioni
amichevoli, i primi rimproveravano i secondi di aver copiato loro sia lo
stemma ,sia la divisa (bianca per entrambi), sia la Regola che era molto
simile. Furono in opposizione anche per motivi politici, in quanto nella
guerra tra impero e papato i Teutonici appoggiarono gli "Hohenstaufen",
mentre i Templari patteggiarono per i guelfi. Inoltre il Gran Maestro dei
Teutonici fu un grande consigliere di Federico II che invece non era visto
di buon occhio dai Templari, in quanto scomunicato dal Papa.
Queste tensioni sfociarono in una vera e propria guerra nel 1241, i Templari
ne uscirono vincitori e i Teutonici persero quasi tutti i loro possedimenti
in TerraSanta. Una tale perdita, vista col senno di poi, non fu grave, anche
perchè permise ai Teutonici di concentrarsi ad Oriente.
Anche gli Ospitalieri non erano mai stati in buoni rapporti con i Templari e
anche in questo caso ci furono vere e proprie guerre. I Gerosolimitani si
mostrarono però in qualche modo cavallereschi, si dice che avrebbero cercato
di prendere contatto con il Gran Maestro dei Templari Molay in prigione per
cercare di aiutarli, ma Molay avrebbe loro sconsigliato di osare qualche
azione di difesa dei Templari, in quanto era comunque tutto perduto.
I Gerosolimitani sapevano bene però quale fosse la dedizione dei Templari
verso il Signore, avevano combattuto fianco a fianco con loro in TerraSanta
e sapevano con quale coraggio e determinazione combattevano l'eresia.
Comunque con la soppressione dell'Ordine fu anche la Chiesa e soprattutto il
papato a subire un grandissimo danno,
Un Papa aveva sacrificato un Ordine all'avidità di un Re. si era ben lontani
dalla grandezza che il papato aveva avuto nell'alto Medioevo, quando Roma
aveva ancora il ruolo di arbitro assoluto tra i sovrani Cristiani. La Curia
di Avignone era caduta ai piedi di Filippo il Bello, era un suo strumento.
Il grande Innocenzo III e i suoi successori avevano considerato l'Ordine
Templare come una sorta di esercito permanente della Chiesa, che poteva
essere impiegato ovunque a favore della Santa Sede, e di esempi ce ne sono
un casino: nella Crociata contro gli albigesi i Templari si mostrarono
fedeli servitori della Chiesa, ma anche in altre occasioni più difficili non
mancarono di dare il loro supporto al Papato, per esempio contro Federico II
che venne combattuto dai Templari in Italia tra le fila dell'esercito
pontificio.
E' difficile calcolare l'entità dei danni religiosi e culturali causati
dalla soppressione dell'Ordine; lo scandalo del processo, le confessioni dei
Cavalieri, la debolezza del Papa, lo schieramento di un subdolo Re contro un
Ordine secolare, minarono le basi della società stessa, gli alti ideali
Medioevali come la cavalleria, il senso dell'onore, la disciplina, il
valore, la cortesia, la religiosità vennero messi in discussione. Non
dovette essere cosa da poco!
Anche la Francia avrebbe tratto più vantaggi dalla sopravvivenza dell'Ordine
che dalla sua soppressione.
L'esempio è il Portogallo: i Cavalieri di Cristo che avevano ricevuto tutto
il patrimonio dei Templari portoghesi contribuirono non poco allo sviluppo
del Paese, con le loro navi e i loro ideali, contribuendo alla nascita di
una potenza marinara mondiale. La Francia aveva nei suoi confini molte
province dell'Ordine assai più potenti di quelle del Portogallo.
Si potevano per esempio sfruttare i Templari per porre fine alle scorribande
dei Saraceni che rovinavano i traffici francesi con l'oriente .
Il Re di Francia avrebbe dovuto anche ricordarsi che i suoi antenati
dovevano la vita ai Templari! San Luigi e tutti i suoi crociati che
sopravvissero al massacro, caddero in mano ai musulmani che chiesero un
riscatto. chi lo pagò?
La Francia? No, i Templari! Anche Luigi VII ed il suo esercito furono
aiutati dai Templari, che li guidarono nelle zone impervie, inospitali, dove
non conoscendo i sentieri giusti si poteva morire di sete, tornò molto utile
l'esperienza dei Templari in fatto di guerriglia con i musulmani.
Filippo ed i suoi ministri si ingannavano quando pensavano che il Tempio
valesse più della lealta' dell'Ordine!!! Il loro amore per la patria d'
origine si riconosceva in ogni loro azione. Parlando molto meschinamente la
Francia poteva sfruttare i Templari in modo molto più proficuo, come fecero
i Re tedeschi con i Cavalieri Teutonici.
Alla luce di tutto questo si può ragionevolmente pensare che la Chiesa abbia
il dovere morale di rivedere il processo e di riabilitare i Templari. Il
processo si svolse contro una miriade di norme di diritto canonico e civile,
i Templari vennero trattati in modo disumano, le loro confessioni furono
estorte con modi e mezzi violentissimi. Era ed è fin troppo chiaro che l'
Ordine era innocente.
Una revisione è tutt'altro che impossibile.
questa la sede per tali discussioni, scusate.
COSA RIMANE DEI TEMPLARI ?

Dopo la soppressione che ne fu di del glorioso Ordine Templare? Di sicuro il
suo influsso non poté essere spazzato dall'oggi al domani, i suoi ideali
rimasero per un bel po' nel cuore della gente. E la loro immagine non fu
distorta, non venivano considerati eretici, ma martiri. La gente sapeva che
il Processo e la soppressione erano tutta opera dell'avidità di Filippo il
Bello, ma oltre che ciò non potevano fare quasi niente. Il Medioevo
fantastico, quello in cui i VERI valori erano quelli che contavano, era ,
secondo me già finito: il fatto che l'avidità di un Re poteva mettere in
scacco ideali puri come quelli dei Templari ci dice molto, il denaro e il
potere iniziavano ad essere più importanti della Fede, del senso dell'onore
della giustizia e del buon senso. un po' come oggi, la società si avviava
verso quella rinascimentale e moderna.
Di fatto però si sa che i Templari fuori i confini della Francia riuscirono
per la maggior parte a mettersi in salvo, soprattutto in Portogallo,
Germania e Gran Bretagna. C'è chi pensa che si riunirono in società segrete,
come i Rosacroce del XVI secolo, ma per molti è molto difficile che ciò sia
accaduto. i Templari delle varie nazioni erano troppo lontani tra loro per
riuscire a comunicare: non potevano più usare il loro vero nome, non avevano
un punto di riferimento, erano perseguitati e prontamente colpiti nel cuore.
I superstiti non avevano più soldi, erano dei fuggiaschi ricercati dalla
polizia, non avevano figli a cui tramandare le loro tradizioni e i loro
segreti (la Regola non permetteva il matrimonio) e avevano grandissime
difficoltà a trovare nuovi adepti: chi avrebbe mai voluto entrare in un
Ordine soppresso dal Papa e ricercato dalla polizia? Anche se ci fossero
state persone con ideali purissimi e lo spirito giusto sarebbe stato meglio
unirsi ad Ordini già esistenti (soprattutto i Gerosolimitani godevano di
grandissima fama) o al limite crearne uno completamente nuovo.

Nei secoli sono state molte le società che rivendicavano il titolo di
"Templari", ma nessuna fu all'altezza: nel libro "Discours" del 1737 del
Cavaliere scozzese Ramsaysi dice di un'ipotetica Commanderia Templare in
Scozia la Herodom-Kiwinning; nel 1833 fu creata a Parigi la "Maison du
Temple" che durò pochissimo ed ebbe una scarsissima risonanza; durante il
XVIII secolo il barone tedesco Karl Gotthelf von Hund und Altengrotkau che
si dichiarava erede dei Templari e rifondò l'Ordine guidandolo sugli antichi
modelli Templari, creando una sorta di oasi medioevale in un mondo
ottocentesco. ebbe abbastanza risalto (nel 1775 26 principi tedeschi ne
facevano parte), ma non aveva purtroppo speranza di vita, il periodo era
intriso delle idee illuministiche e rivoluzionarie (di li a poco ci sarà la
rivoluzione francese!) che non lasciavano spazio ad un "relitto" di vecchio
stampo. morto il Barone l'Ordine si sciolse di li a poco, non riuscendo a
trovare un altro capo che fosse all'altezza del carisma del primo.
Anche Goethe si scomoda e nel suo scritto "Geheimmisse" ipotizza la
fondazione di una confraternita simile a quella Templare; restando in campo
artistico Mozart dedicò ai Templari la sua composizione "Flauto Magico".
Insomma, la storia Templare e le leggende Templari sono oggi due cose ben
distinte, che molta gente, invece, cerca in tutti i modi di legare,
soprattutto per interessi monetari e di fama.