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VEGETAZIONE DEL MEDITERRANEO

IL GIARDINO MEDITERRANEO

Hanno fioriture ricche, colorate e prolungate, sopportano il caldo e spesso anche la siccità dei mesi estivi, amano il sole diretto, non necessitano di molte cure: sono le piante del giardino mediterraneo; molto adatte per creare un angolo particolare nel giardino, spesso purtroppo soffrono un poco il freddo, ma nelle zone ad inverni molto rigidi possono essere coltivate in contenitore, in modo da poter essere spostate in luogo riparato nei mesi freddi.

Piante caratteristiche del bacino mediterraneo
Queste piante hanno origine nei paesi che si affacciano sul mediterraneo, e si possono notare spesso nella vegetazione spontanea, come la ginestra, il cappero, il mirto; altre piante provengono da zone più lontane, ma ormai sono completamente naturalizzate, come il fico d'India, o l'agave americana, che sono elementi preponderanti del paesaggio in molte zone calde d'Italia, Spagna e Africa settentrionale.
Sono molto diffuse e sono caratterizzate da richieste colturali simili: in genere sopportano alcuni gradi al di sotto dello zero, prediligono i climi caldi e necessitano, salvo alcuni casi, di scarse o nulle annaffiature; quasi tutte amano le zone aride e soleggiate, tipiche dell'Italia meridionale e dei paesi vicini.
Ulivo 
Oleandro 
Corbezzolo 
Euphorbia caracias 
Castagno 
Biancospino 
Pino d'Aleppo 
Pino marittimo 
Cappero 
Fico 
Ginestra 
Mirto 
Mesembriantemo 
Cisto 
Erica 
Lentisco 
Viburno 
Albero di Giuda 
Melograno 
Narciso 
Ligustro 
Quercia 
Rosmarino 
Lavanda 
Timo 
Salvia 
Piante diffuse nella zona mediterranea
Nella macchia mediterranea possiamo anche notare piante che sono ormai divenute comuni, pur provenendo da altre zone del mondo, spesso molto lontane.
Agave 
Agrumi 
Gelsomino 
Bouganvillea 
Fico d'India 
Phoenix 
 
Piante provenienti da altri continenti
Nel giardino mediterraneo da alcuni anni prendono posto anche piante che hanno in comune con quelle autoctone la predilezione per i luoghi soleggiati e per le estati calde, ma che necessitano di cure colturali leggermente diverse, provenendo dall'Australia, dalla Cina o dalla Nuova Zelanda, talvolta da zone in cui le precipitazioni sono maggiori rispetto a quelle riscontrabili alle nostre latitudini. Queste piante veogno spesso inserite in un giardino mediterraneo perchè condividono con le piante riportate prima molte caratteristiche, compresa l'abbondante fioritura estiva, la necesita di essere coperte nel periodo invernale nelle zone a clima rigido e anche la facilità di coltivazione; in ogni caso pur non essendo, soprattutto in alcuni casi, molto diffuse in coltivazione, non sono ancora completamente "integrate" nella flora mediterranea e non esistono specie autoctone o sviluppatesi spontaneamnte: le possiamo vedere soltanto nei giardini.
 
Metrosideros 
Leptospermum 
Bignonia 
Pittosporo 
Lantana 
Phormium 
Solanum jasminoides 
Solanum rantonetii 
Dracena 
Ibisco
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      Olea europea - Olivo-Oleaceae
 
Generalità: l'olivo è tipico delle regioni a clima mite del bacino del Mediterraneo , dove cresce spontaneo o viene coltivato. E' un albero longevo, può vivere fino a millecinquecento anni.
 
Dimensioni: può raggiungere fino a venti metri di altezza e la chioma può essere larga dai sei ai dodici metri.
Il tronco: è nodoso con corteccia grigia e liscia e si ramifica già dalla base. I rami giovano sono verdi e flessibili.
 

Le foglie: coriacee e lanceolate colore verde scuro nella pagina superiore e grigio argento nella pagina inferiore.
I fiori: sono piccoli, bianchi, profumati con due stami gialli che sporgono alla sommità. Sbocciano all'ascella delle foglie La fioritura avviene da aprile a giugno.
 

I frutti: I frutti maturano dal mese di settembre all'inverno, secondo le zone. Sono drupe ovali verdastre, rossastre, violacee o nerastre, con mesocarpo carnoso e endocarpo legnoso detto nocciolo o seme. L'impollinazione avviene per mezzo del vento. Non tutti i fiori producono il frutto, poiché, nel periodo che segue la fecondazione, si ha la cascola (caduta di fiori). La produzione avviene ad anni alterni poiché la pianta segue un'alternanza produttiva ma ultimamente con le concimazioni e con l'irrigazione si è attenuato questo fenomeno. Le varietà coltivate in Italia sono numerose e si distinguono in due gruppi a seconda della destinazione dei loro frutti: olive da tavola e olive da olio. Fra le varietà del primo gruppo si ricordano: Ascolana, bella di Spagna, Cerignola, Cucco, Santa caterina, Uovo di piccione; fra le varietà da olio si ricordano: Coratino, Frantoio, Leccino, Pendolino, Vernino.
 
Cura dell'Olivo
 
Esposizione: soleggiata e ben riparata dai venti freddi.
Temperatura: mite del bacino mediterraneo.
Terreno: preferisce i terreni argillosi calcarei, freschi e ben drenati, ma si adatta anche ai terreni sassosi e calcarei.
 

Concimazioni: prima della messa a dimora è preferibile dare una buona concimazione di fondo a base di letame e di fertilizzanti minerali.
All'inizio della primavera, è bene somministrare una buona concimazione completa minerale e organica.
 

Moltiplicazione: generalmente non si effettua per seme poiché le piante ottenute crescono lentamente e mal sopportano la siccità. Si ricorre alla semina solo per ottenere piante da innestare. Generalmente la moltiplicazione avviene in vari modi: per talea, usando ramoscelli di quattro cinque centimetri di diametro e quaranta centimetri di lunghezza da piantare in vaso con terriccio universale che si dovrà mantenere umido ma ben drenato. Un altro metodo di moltiplicazione è quello di utilizzare i polloni radicati formati dagli ovuli presenti sulle piante; questi vengono piantati in vivaio e coltivati per alcuni anni.
Il franco e l'oleastro sono usati come portainnesto per ottenere delle piante d'olivo di varietà scelta. L'innesto si può effettuare in primavera a gemma vegetante o a becco di luccio.
 

Annaffiature: l'olivo è una coltura che vegeta tranquillamente in asciutto ma ultimamente viene irrigato per ottenere delle produzioni migliori. Le annaffiature devono essere, anche se non abbondanti ( a goccia, a micropioggia), regolari, lasciando asciugare il terriccio tra un'irrigazione e l'altra.
 

Potatura: l'olivo ornamentale si pota da giovane, dandogli una forma armoniosa, negli anni si eliminano i rami secchi o malati.
La potatura di produzione, tenendo conto che l'olivo non sopporta bene i tagli, si deve limitare a eliminare una parte dei rami che hanno dato i frutti e a diradare i rami giovani.
Per la varietà delle olive da tavola, è utile il diradamento dei frutticini che permette di ottenere frutti di maggiori dimensioni e limita il fenomeno dell'alternanza di produzione.
E' diffusa la potatura di ricostituzione o di ringiovanimento che consiste nel rinnovare le piante più vecchie facendo crescere nuove branche al posto di quelle esaurite.
 

Raccolta delle olive: la raccolta si può effettuare a mano scotendo i rami e le fronde con pertiche facendo cadere i frutti su reti stese preventivamente sotto le piante. I frutti devono essere conservati in strati non molto spessi e in un locale ben areato. L'olivo fruttifica dopo pochi anni dalla potatura di formazione, ma le rese migliori si hanno quando la pianta è adulta.
 

Parassiti e malattie: la cocciniglia grande dell'olivo, infesta i rami e le foglie succhiando la linfa e provocando la formazione di sostanze zuccherine che favoriscono le fumaggini.
La mosca delle olive, allo stato di larva, danneggia i frutti che si raggrinziscono, marciscono e cadono.
L'occhio di pavone dell'olivo che si manifesta con macchie grigie, rosse al centro che poi diventano brune per cui le foglie cadono e la produzione è scarsa.
La rogna dell'olivo forma sui rami delle escrescenze che ingrossano e portano il ramo alla morte.
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Nerium oleander
Oleandro-Apocynaceae
Generalità
Provenienti dal mediterraneo, gli oleandri appartengono ad un genere di arbusti sempreverdi, coltivati soprattutto per la fioritura e per il fogliame.
Tecniche colturali
Sensibili al freddo, preferiscono climi miti, richiedendo una temperatura minima di 5 gradi. Nelle zone a clima temperato può perciò essere coltivato all'aperto, senza necessitare di alcuna protezione. Viceversa nelle regioni settentrionali è bene ripararlo durante l'inverno.  
 Fiori e frutti
I fiori, che variano dal rosa al bianco, dal rosso al giallo, sbocciano praticamente dall'inizio della primavera fino all'autunno inoltrato. Sono state selezionate numerose cultivar a fiore doppio.
 
L'oleandro produce frutti vistosi, di colore bruno-rossiccio, eretti, lunghi dai 10 ai 15 centimetri.  
Terreno
Si tratta di una essenza che si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno. Per ottenere abbonanti fioriture è importante provvedere ad abbondanti irrigazioni durante il periodo estivo. Durante il periodo invernale le annaffiature dovranno invece essere di molto ridotte, soprattutto nelle regioni settentrionali.  
  
 Rinvaso e potatura
Se la pianta viene coltivata in vaso è buona norma rinvasarla ogni due anni, concimandola con del concime granulare e aggiungendo ogni tanto sangue di bue. 
Si consiglia inoltre di provvedere alla potatura delle piante giovani per ottenere l'infoltimento della chioma. 
Moltiplicazione
Si moltiplicano per seme o per tale durante il periodo estivo.
Attenzione: si tratta di una pianta assai velenosa, in tutte le sue parti, contenendo glicosidi attivi sul cuore, che, proprio per tale ragione, vengono utilizzati in medicina. E' sempre opportuno quindi lavarsi le mani dopo averlo toccato. 
 Parassiti
Il parassita più frequente è l'aspidioto dell'edera (Aspidiotus hederae), un parassita assai frequente nei paesi del mediterraneo. Si tratta di un particolare tipo di cocciniglia, che attacca prevalentemente la pagina inferiore della foglia. Altro parassita assai frequente è la cocciniglia fioccosa (Chloropulvinaria floccifera) che riesce a invadere la pianta riproducendosi praticamente per tutto il corso dell'anno. Le contromisure devono quindi essere tempestive, potendo il parassita condurre ad un grave deperimento e anche alla morte della pianta.
La melata prodotta finisce per imbrattare la pianta, creando spesso fumaggini.
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Arbutus unedo
Corbezzolo-Ericaceae
 
Generalità: Albero o arbusto sempreverde originario dell'Irlanda e dei paesi che si affacciano sul mediterraneo, che può raggiungere i 9-10 metri di altezza, ma che più comunemente rimane di dimensioni intorno ai 4-5 metri. Ha corteccia grigio-marrone, che si sfoglia; le foglie sono oblunghe-lanceolate, dentate, verde scuro e lucide, simili a quelle dell'oleandro. A fine estate produce innumerevoli fiorellini bianchi, in alcune varietà soffusi di rosso o di verde, a forma di campana; nello stesso periodo maturano i frutti, che quindi impiegano quasi un anno intero per maturare, la particolarità del corbezzolo consiste nel fatto che sulla stessa pianta si possono trovare frutti maturi e fiori contemporaneamente. I frutti sono tondeggianti, giallo-rossi, dolci, con scorza leggermente rugosa, quando sono maturi tendono a cadere dall'albero.
 
Esposizione: il corbezzolo ama le posizioni soleggiate, ma si adatta bene nei luoghi semi-ombreggiati, soprattutto se coltivato in zone molto calde; non teme il freddo, anche se le giovani piante vanno ricoverate in serra fredda, o riparate on tessuto-non-tessuto, almeno per i primi due anni di vita. I corbezzoli non gradiscono particolarmente i venti freddi e secchi, anche se si adattano ai venti umidi provenienti dal mare.
 
Annaffiature: non necessita di grandi quantità d'acqua, sicuramente preferisce la siccità agli eccessi di annaffiature; solitamente va annaffiato soltanto nelle annate particolarmente siccitose. E' opportuno interrare del buon concime organico ai piedi della pianta in primavera, per favorirne lo sviluppo ottimale.
 
Terreno: il corbezzolo preferisce i terreni poveri, rocciosi, sicuramente molto ben drenati. In giardino è consigliabile favorire il drenaggio ponendo del materiale grossolano sul fondo della buca in cui vogliamo interrare la pianta, per questo scopo possiamo utilizzare perlite o pietra pomice, possibilmente non troppo fini.
Moltiplicazione: alla fine dell'inverno possiamo seminare i semi di corbezzolo in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali, che va mantenuto umido, in luogo luminoso e protetto, fino a primavera, quando cominceranno a crescere le nuove piantine. I piccoli corbezzoli sono abbastanza delicati, quindi è consigliabile evitare di esporli in pieno sole o al forte vento. Prima di mettere a dimora le nuove piante è opportuno tenerle in serra per almeno due anni. La moltiplicazione può avvenire anche per talea, da praticarsi in inverno, anche in questo caso le talee radicate, solitamente circa il 30% di quelle interrate, vanno tenute in luogo protetto per 1-2 anni prima di essere poste a dimora.
 
Parassiti e malattie: questa pianta non teme parassiti o malattie, anche se talvolta gli afidi neri possono causare qualche danno
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Euphorbia caracias
Euphorbiaceae
 
Generalità: arbusto succulento perenne sempreverde originario del bacino Mediterraneo. Ha fusti eretti, lunghi 80-100 cm, ricoperti da piccole foglie lanceolate, di colore verde-bluastro, cuoiosoe, cerose al tatto; da maggio fino ad estate inoltrata produce infiorescenze globose, allìapice dei fusti, costituita da fiori di colore giallo-verde, molto apparsicenti. In natura tende a formare ampie colonie, che in estate risaltano nella macchia mediterranea, soprattutto in Italia, Spagna e Marocco. E. c. wulfeni ha portamento più compatto e foglie allungate. In genere queste euphorbie non vivono a lungo, ma si autoseminano con facilità, quindi le vecchie piante vengono sostituite dalle giovani di anno in anno.; per mantenere una vegetazione più compatta è possibile potare i fsti, accorciandoli di circa un terzo dopo la fioritura, oppure quasi alla base in autunno.
 
Esposizione: porre l'euphorbia in posizione molto luminosa, al sole pieno o a mezz'ombra; in genere non teme il freddo, ma nei luoghi con inverni molto rigidi e con temperature al di sotto dello zero per lunghi periodi è consigliabile porla a dimora in una zona riparata del giardino, ad esempio vicino ad un muretto.
 
Annaffiature: questa pianta, originaria della zona mediterranea, sopporta senza problemi la siccità: annaffiare regolarmente, soprattutto nei mesi più caldi dell'anno, attendendo sempre che il terreno sia ben asciutto tra un'annaffiatura e l'altra. Evitare comunque gli eccessi; da marzo a settembre fornire del concime per piante da fiore, ogni 15-20 giorni, mescoalto all'acqua delle annaffiature. Le paitne coltivate in giardino, con terreno adatto, annaffaite e fertilizzate con regolarità, hanno aspetto più compatto e fioritura più appariscente di quelle che si possono riscontrare in netura.
 
Terreno: utilizzare un terreno fresco e abbastanza ricco, molto ben drenato: preparare un substrato ideale mescolando terriccio da compostaggio con terriccio bilanciato e sabbia, aggiungendo anche una piccola parte di lapillo o pietra pomice, a granulometria grossolana.
 
Moltiplicazione: seminare in contenitore, in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali, mantenendolo umido fino a germinzaione avvenuta; le piante si mettono a dimora in primavera, quando hanno raggiunto 15-20 cm di altezza. Queste piante si moltiplicano facilmente anche per talea, oppure staccando i germogli basali della painta, che radicano molto rapidamente.
 
Parassiti e malattie: gli afidi talvolta ricoprono le infiorescenze
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Castanea sativa
Castagno-Fagaceae
 
Generalità: al genere castanea appartengono circa 10-15 specie di alberi, la specie C. sativa è la più comune in Italia e in Europa, con alcune cultivar tra cui la più famosa è il marrone. Questo albero è originario dell'area mediterranea, è molto longevo e può raggiungere dimensioni imponenti, fino a 30-35 m di altezza e 8-10 di diametro del tronco. Le piante giovani hanno corteccia marrone liscia, con gli anni il tronco assume un aspetto rugoso e scabro. La chioma è ampia, di dimensioni vicine alla metà dell'altezza totale della pianta. Le foglie sono lanceolate, con margine dentellato, con la pagina superiore verde brillante e la pagina inferiore più chiara e pubescente; in autunno assumono colorazione giallo-arancio, prima di cadere. In giugno produce fiori, maschili e femminili sulla stessa pianta, che in autunno danno origine a grossi ricci legnosi e spinosi, al cui interno si possono trovare 2-3 grossi semi, chiamati castagne, consumati cotti o utilizzati per produrre una gustosa farina. I fiori di una stessa pianta sono solitamente incompatibili tra loro, quindi per poter ottenere i frutti è necessario possedere più di un esemplare di castagno.
 
Esposizione: gli alberi di castagno amano i terreni collinari, o di media montagna, posibilmente posti in pieno sole; non vegetano bene in pianura poichè non amano le estati troppo calde e asciutte, così come non amano i climi troppo rigidi.
 
Terreno: per una buona crescita questi alberi necessitano di un terreno sabbioso, molto ben drenato, si adattano senza problemi sia ai terreni acidi, sia ai terreni alcalini. Mal sopportano la siccità, preferendo terreni abbastanza umidi; gli esemplari molto giovani necessitano di regolari annaffaiture, soprattutto nei mesi estivi, altrimenti è probabile che rimangano dei semplice cespugli, senza mai sviluppare un portamento da albero.
 
Moltiplicazione: avviene per seme, utilizzando in autunno le castagne appena colte, si pongono in un contenitore riempito con un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali, che va tenuto in luogo fresco, ma lontano dal gelo, e sempre umido. Le piantine vanno coltivate in vaso per alcuni anni prima di poter essere messe a dimora.
 
Fiori di C. pumila
Parassiti e malattie: gli afidi spesso rovinano i germogli e i fiori, producendo una patina collosa su cui facilemnte attecchiscono muffe e funghi. Alcune piante di castagno possono venire colpite dal cancro del castagno.
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Crataegus
Biancospino-Rosaceae
 
Generalità: originario dell'Europa, il genere Crataegus comprende duecento specie di alberi e arbusti rustici con rami spinosi e foglie decidue. Vi appartengono piante robuste resistenti ai fumi, ai gas e ai venti.
Queste piante vengono utilizzate isolate nei prati e alcune specie per formare siepi.
 
I fiori: possono essere bianchi, rosa o rossi a cinque petali, di forma appiattita, riuniti in corimbi composti. In estate e autunno si formano i frutti, che sono tondeggianti.
 
Varietà: la C. Coccinea originaria dell'America Settentrionale è un piccolo albero dalla chioma espansa, formata da rami spinosi. Le foglie sono verde scuro, ovali, dentate ai margini e diventano rosse in autunno. Fiorisce a maggio con fiori bianchi. I frutti sono rossi e tondeggianti.
C. Crus-Galli è originaria dell'America nord orientale, alta cinque-nove metri, i rami sono spinosi, le foglie ovali e seghettate, verde scuro, lucide, in autunno diventano di colore rosso. In giugno compaiono fiori bianchi; per tutto l'inverno da frutti rossi
C. Monogyna ha orini in Europa, è alta cinque-sette metri, arbusto spinoso ramificato, le foglie sono lucide, verde chiaro con i margini seghettati. In maggio fiorisce, i fiori sono bianchi e profumati; i frutti piccoli color rosso vivo maturano in autunno.
 
Crataegus Oxyacantha
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Pinus halepensis
Pino d'aleppo-Pinaceae
 
Generalità: conifera sempreverde originaria della zona mediterranea. I pini d'aleppo sono abbastanza longevi e gli esemplari adulti possono raggiungere dimensioni intorno ai 15-20 metri d'altezzza, anche se solitamente, crescendo spesso in condizioni disagevoli, si mantengono entro dimensioni più contenute. La chioma è piramidale negli esemplari giovani, diviene globosa con gli anni, rimanendo sempre d'aspetto disordinato. La corteccia del tronco corto e robusto è grigia, diviene scura e profondamente fessurata. I fiori maschili sono giallo-arancione, fioriscono in primavera inoltrata; le pigne sono ovali, allungate, di dimensioni medie, impiegano due anni per maturare e per liberare i piccoli semi alati. Gli aghi sono lunghi 8-10 cm e crescono solitamente appaiati, di colore verde chiaro, tendente al grigio-blu.
 
Esposizione: preferisce le posizioni soleggiate, ma cresce senza problemi a mezz'ombra; gli esemplari giovani vanno ombreggiati nei periodi più caldi dell'anno. Questa specie di pino è originaria di luoghi caldi, non tollera molto bene gli inverni rigidi, preferendo inverni miti; gli esemplrati giovani sono abbastanza delicati e vanno riparati in inverno e annaffiati almeno ogni 2-3 settimane in estate.
 
Terreno: preferisce terreni ricchi, sciolti e ben drenati, dove si sviluppa in maniera ricca e vigorosa; questa pianta però solitamente cresce in luoghi aridi, con terreni rocciosi e molto poveri, dove sopravvive e cresce abbastanza bene, poichè tollera lunghi periodi di siccità e riesce a crescere anche nei terreni più sfavorevoli.
 
Moltiplicazione: avviene per seme in primavera, le piantine sono molto delicate e vanno tenute in contenitore per alcuni anni prima di essere poste a dimora; soprattutto nei primi mesi di vita evitare i trapianti poichè le raidci sono molto fragili in questo stadio di sviluppo della pianta.
 
Parassiti e malattie: questa pianta normalmente non viene attaccata da parassiti o da malattie.
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Pinus pinaster
Pino marittimo-Pinaceae
 
Generalità: famiglia di pinacee sempreverdi originarie del Mediterraneo e delle zone atlantiche di Portogallo e Francia, hanno crescita abbastanza rapida e raggiungono dimensioni comprese tra i 30-40 m, caratteristica che li rende adatti per il rimboschimento delle zone costiere. Il genere si può dividere in due grandi gruppi, quello meditrraneo e quello atlantico appunto, che hanno però soltanto piccole differenze tra loro. Il pino marittimo ha corteccia bruno-grigiastra, con fessure profonde e spesse placche che si distaccano, lasciando macchie brune o rossicce, il legno è ricco di resina che infatti viene spesso estratta da questo tipo di pino. Il fusto ha andamento abbastanza sinuoso e i rami si dispongono a corona, nella parte superiore del fusto, crescendo a candelabro; la chioma è conica, solitamente diventa molto irregolare con l'età della pianta. Gli aghi sono verde chiaro, riuniti in gruppi di due, molto lunghi, fino a 18-20 cm, e rigidi. Ha pigne coniche, che rimangono a lungo sui rami, e fiori maschili e femminili sulla stessa pianta.
 
Esposizione: i pini marittimi necessitano di posizioni soleggiate, solitamente vengono coltivati in zone pianeggianti o collinari, mai al di sopra degli 800 m. Preferiscono luoghi con precipitazioni abbastanza abbondanti e possibilmente una buona quantità di umidità ambientale; non temono la salsedine e i forti venti marini, mentre possono essere danneggiati dalle gelate troppo persistenti.
 
Terreno: non ha particolari esigenze di terreno, pur preferendo terreni silicei sabbiosi, possibilmente lievemente acidi. In generale è più facile che si adatti in terreni molto poveri che in terreni ricchi di humus.
 
Moltiplicazione: avviene per seme, da utilizzare in qualsiasi periodo dell'anno, appena colto dalle pigne. I semi vanno fatti germinare in un contenitore riempito con torba e sabbia in parti uguali, il semenzaio va tenuto in luogo tiepido e umido, lontano dalle correnti d'aria. Le piante hanno radici molto delicate da giovani, vanno quindi maneggiate con molta cura, si consiglia di coltivarle in contenitore per alcuni anni prima di porle a dimora.
 

Parassiti e malattie: teme l'attacco di afidi e acari; spesso anche la processionaria del pino causa gravi danni, anche se spesso di natura trascurabile per la pianta.
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Capparis spinosa
Cappero-Caparidaceae
 
Generalità: piccolo arbusto sempreverde originario del bacino mediterraneo e dell’Asia centro-meridionale. Può raggiungere il metro di altezza, e generalmente si sviluppa come coprisuolo o appesa a muri a secco o lungo le spaccature della roccia. Ha aspetto disordinato, molto ramificato e denso; le foglie sono arrotondate, curiose, di colore verde scuro, cerose; i fiori sono grandi, decorativi, di colore bianco o rosato. In cucina si utilizzano i boccioli fiorali e i frutti immaturi, che vengono conservati sott’aceto o sotto sale; hanno sapore molto intenso e piccante e vengono consumati in purezza, oppure utilizzati nella preparazione di salse o condimenti.
 
Esposizione: i capperi necessitano di posizioni molto soleggiate per svilupparsi al meglio; sono piante mediterranee e amano estati molto calde, con temperature anche superiori ai 35-40°C, e inverni miti, anche se possono sopportare brevi periodi di gelo non troppo intenso.
 
Annaffiature: non necessitano di grandi quantità d’acqua, preferendo la siccità agli eccessi di annaffiature.
 
Terreno: amano terreni poveri, asciutti, molto ben drenati. In natura crescono tra i sassi o nelle fessure di muri e rocce.
 
Moltiplicazione: avviene per seme, utilizzando preferibilmente i semi freschi, che vanno seminati in gran numero data la scarsa terminabilità; se si reperiscono soltanto semi secchi è opportuno lasciarli alcune ore in acqua tiepida prima di seminarli. Solitamente alla fine dell’inverno si procede alla propagazione dei capperi utilizzando i rami potati come talee; in questo modo già in due anni si può ottenere una pianta con numerosi fiori.
 
Parassiti e malattie: generalmente i capperi non vengono colpiti da parassiti o da malattie.
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Il Fico
Moracee
 
 
Descrizione
 
Pianta di origini antichissime, proveniente dai paesi mediorientali, (Turchia, Siria e Arabia).
E' un albero che raggiunge i 7-8 m d'altezza, ha foglie grandi a tre e cinque lobi, spesse e rugose. Alcune varietà possono produrre due tipi di frutti, i primi si raccolgono a maggio giugno e sono chiamati i "fioroni", sono generalmente di grossa pezzatura, mentre la seconda produzione, detti "fichi veri", si raccolgono ad agosto-settembre e sono di pezzatura inferiore rispetto ai fioroni. Le piante che producono frutti due volte l'anno sono chiamate "bifere", mentre quelle che producono una sola volta l'anno sono chiamate "unifere". Il Fico è semplice da coltivare, non ha particolari esigenze, a parte la sensibilità alle temperature troppo basse, infatti, a circa 8-10 gradi sotto zero, può morire l'intera pianta. Il Fico predilige i terreni sassosi e calcarei, mentre soffre quelli argillosi ed eccessivamente umidi.
 
Propagazione
 
Esistono varie tecniche per la propagazione del Fico, senza dubbio la più rapida consiste nell'estirpare dei polloni radicati da piante adulte o ceppaie, oppure, un'altra tecnica usata soprattutto dai vivaisti, è la talea, che radica molto facilmente interrando pezzetti di ramo lunghi 30-40 cm e lasciando fuori dal terreno solo una gemma. La riproduzione per seme non è molto indicata poiché, le piante che si ottengono, non sono sempre fedeli alle caratteristiche della pianta madre. L'innesto è praticato soprattutto nei frutteti, nel caso in cui si voglia sostituire una varietà.
 
Forme di allevamento
 
Essendo una pianta rustica, il fico è coltivato con le forme che assume in modo naturale. Generalmente tende a crescere con un portamento cespuglioso, mentre, con semplici potature, si possono ottenere forme ad alberello con il fusto dell'altezza desiderata: basso a 30-50 cm da terra, medio a 90-110 cm e alto a 170-190 cm.
 
Concimazione
 
Non ha particolari esigenze, è sufficiente intervenire anche con abbondanti concimazioni organiche, letame maturo e stallatico, verso la fine dell'inverno.
 
Parassiti e Malattie
 
Il Fico è una pianta poco soggetta a particolari attacchi di parassiti e patogeni, sono in ogni caso possibili attacchi di cocciniglie, che colpiscono i rami e il fusto. Il marciume radicale e il tumore batterico sono le malattie più gravi che possono colpire il fico, le quali indeboliscono sensibilmente la pianta fino a portarla all'essiccamento totale.
 

Varietà fico:
Il Fico
Brogiotto nero
È una varietà particolarmente pregiata, il frutto è di grossa pezzatura con la buccia di color nerastro, la polpa è dolcissima, ottimo per il consumo fresco. Matura da agosto a settembre.
Dottato
È una tra le migliori varietà per la produzione di fichi secchi, il frutto è di media pezzatura con la buccia di color verde chiaro, la polpa, dolce è molto buona anche per il consumo fresco. Matura a settembre.
Portogallo
Frutto di grossa pezzatura con la particolare forma allungata, la buccia è rossastra e la polpa è molto zuccherina, ottimo per il consumo fresco. Matura in giugno-luglio.
Verdino
È la varietà più diffusa in Italia, i frutti sono di media pezzatura con la buccia di color verde brillante, la polpa è rossiccia e dolcissima. La pianta è molto vigorosa e può dare anche due produzioni di frutti. Matura da giugno a settembre.
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Spartium junceum
Ginestra odorosa-Fabaceae
 
Generalità: arbusto a foglie caduche, originario del bacino mediterraneo. Raggiunge i 2-3 metri di altezza ed ha portamento eretto, tondeggiante, con chioma molto ramificata; i fusti sono sottili, legnosi, molto flessibili, di colore verde scuro o marrone; le foglie sono piccole, lanceolate o lineari, di colore verde scuro, molto distanziate le une dalle altre, cadono all'inizio della fioritura. Da maggio a luglio produce numerosissimi fiori di colore giallo oro, delicatamente profumati, sui fusti spogli; ai fiori fanno seguito i frutti: lunghi baccelli pubescenti, che contengono 10-15 semi appiattiti. Queste ginestre sono molto comuni nella nostra penisola, dove crescono come piante selvatiche; grazie al loro apparato radicale molto sviluppato vengono utilizzate per consolidare scarpate e bordi di strade. Si consiglia di accorciare i rami a fine fioritura, per mantenere l'arbusto di forma più densa e compatta.
 
Esposizione: amano i luoghi soleggaiti, anche se si possono sviluppare in zone parzialmente ombreggiate; non temono il freddo e si ambientano senza problemi anche in zone con clima difficile, ai forti venti e all'aria salmastra delle coste.
 
Annaffiature: queste piante si accontentano delle piogge e possono sopportare periodi di siccità anche molto lunghi. Da aprile a settembre fornire del concime per piante da fiore regolarmente.
 
Terreno: necessitano di essere poste a dimora in luogo con terreno molto profondo e ben drenatol, anche povero e sassoso; in genere si adattano in qualsiasi terreno, purchè completamente esente da ristagni idrici.
 
Motliplicazione: avviene per seme, in primavera.
 
Parassiti e malattie: di solito non viene attaccata da parassiti o da malattie.
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Mirto communis
Mirto-Mirtaceae
 
Generalità
Il genere Myrtus comprende 100 pecie di arbusti e di alberi sempreverdi con foglie aromatiche.
 
Le foglie:
coriacee e aromatiche.
 
I fiori:
sono bianchi con cinque petali e stami e sbocciano all'ascella delle foglie superiori.
 
Varietà:
il M. Bullata proviene dalla Nuova Zelanda, raggiunge un'altezza di circa tre metri e un diametro di due, come pianta da vaso raggiunge proporzioni inferiori alla metà. In autunno da frutti a forma di pera di color porpora nerastro.
M.Luma proviene dal Cile.
Arbusto di grandi dimensioni può raggiungere l'altezza e il diametro di cinque - sei metri.
 
Myrtus Comunis
Generalità
Originario dell'Asia e dell'Europa mediterranea. E' un cespuglio che può raggiungere l'altezza di un metro e mezzo.
Si utilizza per composizioni con altri arbusti, oppure per la formazione di siepi.
E' stato usato nell'antichità nella medicina popolare; ancor oggi in Sardegna è utilizzato per produrre il famoso liquore di mirto.
 
Foglie:
sono opposte, intere, brevemente picciolate o sessili, ovali o lanceolate di colore verde scuro brillante, e aromatiche.
 
Fiori:
fiorisce da giugno ad agosto. I fiori sono bianchi con al centro numerosi stami.
 
Frutto:
è una bacca più o meno globosa generalmente di colore nero-violaceo;
 
Clima:
predilige il clima mediterraneo, se il clima è troppo freddo si consiglia di proteggere la pianta.
 
Terreno:
vegeta in qualsiasi terreno a condizione che sia permeabile.
 
Esposizione:
esige il pieno sole, anche se si adatta all'ombra del sottobosco.
 
Concimazione:
ogni quindici giorni da maggio a settembre con concime liquido diluito.
 
Moltiplicazione:
si moltiplica per semi, da spargere in primavera e autunno, oppure per talea in giugno-luglio.
 
Potatura:
in marzo si tagliano i rami disordinati e i rami danneggiati dal freddo.
 
Malattie e parassiti:
è un arbusto resistente che difficilmente viene attaccato da parassiti e malattie.
 
Varietà:
- Flore Pleno caratterizzata dai fiori doppi.
- Mycrophilla presenta le foglie più piccole della specie.
- Tarentina col fogliame più compatto e frutti biancastri.
- Variegata con foglie variegate di bianco o panna
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Mesembryantemum
Aizoaceae
 
Generalità: originario dell'Africa meridionale, il genere mesebryantemum in passato comprendeva circa mille specie, oggi è stato smembrato in numerosi generi. Le specie attualmente indicate con la denominazione tradizionale, vengono utilizzate per coltivare le scarpate, i giardini rocciosi e per le bordure.
Sono piante succulente, erbacee, qualche volta ad arbusto e qualche altra prive di fusto.
Le foglie sono carnose, coniche o piramidali, verdi o glauche o purpuree.
 
I fiori: vistosi e vivaci sono dei più svariati colori: bianco, giallo dal rosso al rosa porpora e all'arancio.
I petali sono lunghi e stretti e si schiudono alla luce del giorno e in alcune specie solo alla luce diretta del sole.
Il frutto è una capsula che si apre e si chiude automaticamente in condizioni di umidità.
 
Varietà: possiamo citare alcune varietà:
 
M. Acinoforme (Fico degli Ottentotti) ha origine in Sudafrica ma si è adattato nelle zone litorali italiane. Altezza 20-30 cm, è una pianta con fusti prostrato - ascendenti e foglie falcato cuneiformi. I fiori, color porpora fioriscono da maggio a luglio e si aprono soltanto al sole.
M. Edule: pianta perenne simile alla precedente con fiori gialli e frutti carnosi e commestibili.
 
Mesembryantemum
Aizoaceae
 
Generalità: originario del Sudafrica, si trova anche nelle zone litorale dell'Italia centro meridionale, altezza dieci - quindici centimetri. E' una pianta annuale, a portamento prostrato.
 
Esposizione: soleggiata.
 
Le foglie: ovali, verde chiaro, coperte da piccole formazioni simili a cristalli.
 
I fiori: bianchi o rosa chiaro, sbocciano da giugno ad agosto.
In maggio emette fiori bianchi riuniti in corimbi; in autunno da frutti ovoidali color rosso vivo.
 
Terreno: richiede terreno da giardino ben drenati, sciolti e sabbiosi, non troppo fertili.
 
Temperatura: nelle zone a clima caldo possono essere coltivati all'aperto, mentre nelle zone più fredde le piante devono essere protette.
 
Annaffiature: devono essere molto rade o nulle per tutto il corso dell'anno.
 
Fertilizzazione: prima della semina conviene incorporare nel terreno due manciate di fertilizzante generico completo.
 
Moltiplicazione: in marzo, alla temperatura di quindici gradi, si semina sotto vetro. Le piantine si trapiantano in cassette e poi si mettono a dimora a maggio. In aprile si può anche seminare direttamente, diradando poi le piantine alla distanza desiderata.
 
Parassiti e malattie: le virosi ostacolano la crescita e la pianta si presenta malformata. Quando i sintomi sono evidenti bisogna bruciare le piante. Se le piante marciscono significa che l'umidità è eccessiva. E' necessario trattare la pianta con anticrittogamici e far asciugare il terreno.
Gli afidi impedisco ai fiori di svilupparsi.
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Cistus
Cisto-Cistaceae
 
Generalità: genere che comprende circa venti specie di arbusti di media grandezza, sempreverdi, originari dell'area mediterranea. Hanno portamento eretto e forma tondeggiante, molto ramificata e disordinata, possono raggiungere i 90-100 cm di altezza. Le foglie sono ovali, cuoiose, di colore verde brillante, generalmente ricoperte da una sottile e spessa peluria. Da aprile a giugno producono numerosi fiori di colore rosa o bianco puro, talvolta maculati; ogni singolo fiore appassisce in una giornata, ma la pianta ne produce a profusione. I fiori in estate lasciano il posto ai frutti: piccole capsule semilegnose che contengono numerosissimi semi fertili; a causa della grande produzione di semi la pianta può divenire invadente. Non amano le potature eccessive, è quindi bene intervenire soltanto nel caso di rami secchi o rovinati dal freddo.
 
Esposizione: i cistus necesitano di una posizione molto soleggiata; inverni particolarmente freddi possono rovinare le piante, che vanno quindi riparate con del tnt.
 
Annaffiature: queste piante possono sopportare senza problemi periodi di siccità anche lunghi, generalmente si accontentano delle piogge. All'inizio della primavera è bene interrare ai piedi della pianta del concime organico ben maturo, oppure spargere sul terreno del concime granulare a lenta cessione.
 
Terreno: porre a dimora i cistus in terreno molto ben drenato; in natura queste piante crescono anche in luoghi con terreno povero, quindi si sviluppano senza probelmi nella comune terra da giardino, purchè non sia troppo pesante o acida.
 
Moltiplicazione: in primavera è possibile seminare i piccoli semi scuri, in aprile in contenitore, in maggio direttamente a dimora. In tarda estate è possibile prelevare talee, le nuove piante così ottenute andranno messe a dimora la primavera successiva.
 
Parassiti e malattie: fare attenzione agli afidi (Afide: detti anche pidocchi delle piante, questi insetti appartengono alla famiglia dei rincoti, e ne esistono di circa una ventina di specie, spesso distinguibili per il colore; il piccolo corpo, lungo 1-3 millimetri, è ovale, con corte zampe, esistono sia forme alate, che si possono spostare per decine di chilometri, sia forme senza ali. Hanno un apparato boccale pungente-succhiatore, attarverso il quale perforano la superficie di foglie, piccoli rami e germogli, per succhiare la linfa delle piante. In genere si sviluppano su gran parte delle piante coltivate, dalle orticole, alle piante ornamentali; molto diffusi sono gli afidi delle rose e gli afidi del tabacco.
Gli afidi in genere si annidano nelle parti più tenere delle piante, ma esistono specie che preferiscono la pagina inferiore delle foglie ed anche fusti semilegnosi. Il danno causato alle piante è spesso ingente, poichè le colonie di afidi contano numerosissimi esemplari; in genere si hanno due o tre generazioni all'anno, prodotte da femmine non fecondate, per partenogenesi, che danno origine ad esemplari femminili; prima dell'inverno si ha una generazione di maschi, che si accoppiano con le femmine, le quali produrranno uova adatte a trascorrere l'intero inverno rintanate in luoghi riparati.
 Mentre succhiano la linfa questi insetti emettono un liquido zuccherino, detto melata, che cade su foglie e fusti, divenendo terreno di coltura di numerosi funghi, soprattutto di funghi di colore scuro detti fumaggini, che deturpano l'estetica delle piante, oltre a causare danni funzionali. La melata attira anche altri insetti, come api e formiche; con queste ultime spesso gli afidi vivono in una sorta di simbiosi, per cui le formiche proteggono gli afidi e li spostano su altre piante, utilizzando in cambio la melata, come se li "allevassero".
Oltre a questi danni spesso gli afidi inoculano nelle piante, attraverso la saliva, virus di vario tipo, taluni dei quali possono causare danni molto gravi.
Le infestazioni da afidi si combattono con insetticidi specifici o ad ampio spettro, generalmente si interviene quando l'infestazione è già manifesta; i principi attivi più utilizzati sono: Imidacloprid, Pirimicarb, Quinalphos, Fenitrothion, Malathion, Triclorfon, Diflubenzuron, Endosulfan.
In agricoltura biologica si combattono molto efficacemente gli afidi introducendone i predatori naturali : coccinelle, soprattutto quelle della specie Adalia bipunctata, che si cibano di afidi adulti, o piccole vespe, della specie Chrysoperla carnea; questi imenotteri depongono le uova nelle larve e negli adulti di afide, di cui si cibano.
Le specie più facilmente riscontrabili di afide sono: Myzus persicae, afide verde del pesco e del tabacco; Toxoptera aurantii, afide nero dell'arancio; Brachycolus heraclei, afide del sedano; Aphis fabae, afide dei piselli; Macrosiphum rosae, afidi delle rose).
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Erica
Ericaceae
 
Generalità: le eriche rappresentano sicuramente uno degli arbusti sempreverdi più adatti per dare un tocco di colore al giardino in ogni periodo dell'anno. Vengono tradizionalmente distinte in tre generi: Calluna, Daboecia e Erica.
 
Calluna
Del genere Calluna si conosce una sola specie, la Calluna vulgaris: folto arbusto sempreverde, rustico, coltivato sia per i fiori (di svariati colori in ogni periodo dell'anno, a seconda della varietà) che per il fogliame, che assume un caratteristico aspetto dorato nel periodo invernale.
Le principali cultivar sono:
- Alba Plena (fiori bianchi doppi);
- Allegro (fiori rosso viola);
- August Beauty (fusti pendenti con fiori bianchi nel periodo estivo-autunnale);
- Beoley Gold (fiori bianchi durante tutto l'arco dell'anno e fogliame dorato, arancio nel periodo invernale);
- Beoley Silver (fiori bianchi e fogliame argentato);
- Boskoop (fiori lilla tutto l'anno con fogliame dorato);
- Elsie Purnell (fiori doppi, rosa, con fogliame grigio, fiorisce in estate-autunno);
- Foxii Nana (fiori malva  con fogliame verde brillante);
- Golden Feather (fiori rosa, con fogliame giallo vivo);
- Humpty-Dumpty, (fiori bianchi e fogliame verde);
- J.H. Hamilton, (fiori doppi rosa salmone);
- Joy Vanstone, (fiori rosa-malva con fogliame dorato);
- Loch Turret (fiori bianchi in primavera-esatet con foglie verdi);
- My Dream (fiori bianchi doppi);§
- Orange Queen (fiori malva e fogliame giallo dorato);
- Silver King (fiori rosa malva, foglie grigie);
- Sunset (fogliame assai decorativo che assume un colore dal giallo oro al rosso vivo nel periodo invernale)
    
Calluna vulgaris
Calluna vulgaris 'Arabella'
Daboecia cantabrica 'Alba'
Erica carnea
Erica x darleyensis 'Arthur Johnson'
Erica x darleyensis 'Furzey' 
 Daboecia
Il genere Daboecia è costituito da arbusti sempreverdi, compatti, generalmente rustici, che producono fiori campanulati dalla fine della primavera all'autunno inoltrato. Tra le specie la più diffusa in Italia è la D. cantabrica, arbusto sempreverde rustico che raggiunge il metro d'altezza.
 
Erica
Al genere Erica appartengono la maggior parte delle specie appartenenti a questa famiglia.  Tra le molte si ricordano:
- Erica arborea, albero eretto, sempreverde, che raggiunge i 6 metri d'altezza. Pianta rustica, produce fiori bianchi durante il periodo invernale. Si tratta di una delle poche eriche che resistono anche in terreni calcarei;
- Erica carnea, arbusto sempreverde che può raggiungere il metro d'altezza,  rustico,  produce fiori rosa o rossi durante il periodo invernale. Anch'essa sopporta terreni calcarei e resiste bene in posizioni ombreggiate;
- Erica cinerea, arbusto sempreverde, compatto, rustico, con foglie aghiformi di colore verde, richiede terreni acidi. Tra le molte cultivar, si ricordano:
   - Alba major, con fiori bianchi e fogliame chiaro;
   - Atropurpurea, con fiori viola e fogliame verde brillante;
   - Domino, con fiori bianchi e fogliame scuro;
   - Eden Valley, con fiori bianchi, leggermente striati;
   - Hookstone Lavender, fiori lavanda con fogliame verde brillante;
   - Janet, con fiori rosa,
   - Rock Pool, fiori malva con fogliame dorato;
   - Romiley, con fiori rosso scuro durante il periodo estivo;
   - Velvet Night
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Pistacia lentiscus
Lentisco-Anacardiaceae
 
Generalità: arbusto o piccolo albero sempreverde originario dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Ha portamento eretto, molto ramificato, e può raggiungere 4-5 m di altezza e 2-3 m di larghezza; la chioma è tondeggiante, e in genere presenta un fusto molto corto, anche se talvolta si può sviluppare ad alberello. La corteccia è rossastra; le foglie sono composte, costituite da 10-12 foglioline ovali, di colore verde scuro brillante, cuoiose, lucide; all’inizio della primavera all’ascella fogliare sbocciano piccoli fiorellini riuniti in racemi, di colore verdastro i fiori femminili, più scuri e tendenti al rosso i fiori maschili; in estate i fiori lasciano il posto ai piccoli frutti, delle bacche tondeggianti di colore rosso, che divengono nere a maturazione, in inverno. Le foglie e i rami sono intensamente profumati, la resina contenuta nella corteccia veniva utilizzata per produrre un mastice gommoso fin dall’antichità, chiamato ni greco mastiche, da cui deriva appunto la parola italiana mastice; ancora oggi la pianta viene utilizzata in erboristeria e nell'industria dei profumi.
 
Esposizione: il lentisco necessita di posizioni soleggiate per svilupparsi al meglio, ma può sopportare anche la mezz’ombra; in genere può sopportare temperature vicine ai –10°C, anche se nelle regioni con inverni particolarmente rigidi è bene ripararlo con tnt, oppure porlo a dimora nei pressi di un muro o di altri arbusti.
 
Annaffiature: questo arbusto in genere non necessita di annaffiature, anche se nei mesi estivi, particolarmente caldi e siccitosi, potrebbe essere necessario annaffiare ogni 15-20 giorni. In primavera e in autunno interrare ai piedi della pianta del concime organico ben maturo.
 
Terreno: porre a dimora in terreno ricco, sciolto e ben drenato; in natura il lentisco cresce in terreni rocciosi e poveri, in giardino spesso tende a svilupparsi più velocemente che nei luoghi di origine, potendo trarre maggiori quantità di elementi nutritivi dal terreno.
 
Moltiplicazione: in primavera è possibile seminare i semi raccolti durante l’inverno; volendo è possibile anche praticare talee semilegnose in primavera inoltrata, ma in genere le talee di lentisco radicano con grande difficoltà.
 
Parassiti e malattie: l’oidio, gli acari e la cocciniglia possono attaccare talvolta la pianta, soprattutto se viene coltivata in zone poco ventilate.
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Viburnum
Viburno-Caprifoliaceae
 
Generalità: genere di oltre 200 specie di alberi e arbusti, decidui e sempreverdi.
 
Alcune varietà sono coltivate per il loro fogliame ornamentale che, specialmente in autunno, assume colorazioni intense. Altre varietà sono particolarmente apprezzate per le lunghe fioriture invernali e spesso per i frutti, piccole bacche rosse o nere.
 
Si tratta di piante generalmente rustiche, resistenti al freddo, che abbisognano di terreni ricchi, ben drenati e non troppo asciutti. 
 
Viburnum tinus 'compacticum'
Viburnum acerifolium
Specie: tra le molte specie si ricordano:
 
Viburnum acerifolium: arbusto deciduo, rustico, a rami eretti, che raggiunge il metro e mezzo d'altezza. Foglie con tre lobi, che diventano dapprima arancione e poi viola in autunno. Fiori bianco panna alla fine dell'estate. Frutti rosso-neri, assai decorativi.
 
Viburnum betulifolium:
albero deciduo, rustico, a rami eretti, che raggiunge i quattro metri d'altezza. Foglie ovate, dentate ai margini, verde scuro. Fiori bianchi all'inizio dell'estate. In autunno si formano frutti rossi assai decorativi.
 
Viburnum dilatatum:
arbusto sempreverde, compatto, con foglie ovali verde scuro, raggiunge i tre metri d'altezza e i due metri di diametro.  Fiori bianchi a mazzetti fra la primavera e l'estate. In autunno si formano frutti rosso brillante assai decorativi.
 
Viburnum fragrans:
arbusto deciduo, rustico, a rami eretti, che raggiunge i tre metri d'altezza. Foglie ovali, dentate, acuminate all'apice, verde scuro con sfumature arancione.Produce mazzi di fiori bianchi, assai fragranti, alla fine dell'autunno ed in inverno.
 
Viburnum grandiflorum:
arbusto deciduo che può raggiungere i due-tre metri d'altezza. Ha foglie oblunghe, verde medio, dentate ai margini, che in autunno diventano viola intenso. Dalla fine dell'inverno alla primavera produce fiori tubolosi assai profumati. 
 
Viburnum opulus: arbusto deciduo, compatto, con foglie ovali verde scuro, raggiunge i quattro metri d'altezza e i tre metri di diametro.  Fiori bianchi a mazzetti fra la primavera e l'estate, molto profumati. In autunno si formano frutti rosso brillante, assai decorativi.
 
Viburnum rhytidophyllum:
albero sempreverde con foglie ovali verde scuro, raggiunge i sei metri d'altezza e i due metri di diametro.  Fiori bianchi a mazzi in maggio giugno. In autunno si formano frutti rosso brillante assai decorativi, che diventano successivamente neri.
Viburnum tinus:
arbusto sempreverde, compatto, con foglie ovali verde scuro, raggiunge i tre metri d'altezza e i due metri di diametro. Rustico. Fiori bianchi a mazzetti in inverno primavera. In autunno si formano frutti blu scuro. 
Viburnum dilatatum 'Eire' 
Frutti di Viburnum dilatatum 
Fiori di Viburnum rhytidophyllum
Frutti di Viburnum rhytidophyllum
 
Tecniche colturali: i viburni crescono bene al sole o in ombra parziale, in terreni ben drenati. Molte specie tollerano terreni calcarei. Le specie a fioritura precoce devono essere collocate in posizioni riparate, per evitare che gelate tardive possano rovinare i boccioli.
 
Potatura: i viburni non necessitano di potature regolari. Talvolta si può intervenire per sfoltire piante troppo fitte recidendo i rami vecchi. Il periodo ideale per tale tipo di intervento è quello appena successivo alla fioritura. Le specie a fioritura invernale devono però essere potate in primavera.
 
Moltiplicazione: La tecnica che garantisce i migliori risultati è senz'altro la talea. Per le specie decidue è preferibile utilizzare talee semilegnose, da prelevarsi in giugno luglio. Per le specie sempreverdi, invece, utilizzare talee di legno maturo. In entrambi i casi utilizzare un substrato di torba e sabbia in parti uguali. Si ripicchettano quando hanno ben radicato.  
Viburnum recognitum
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Cercis Siliquastrum
 
Albero di Giuda-Leguminosae
 
Generalità: piccolo albero o arbusto deciduo,originario dell'Asia Minore, con vistosi fiori rosa-violacei che sbocciano, prima della nascita delle foglie, sui rami più vecchi (spesso i fiori spuntano anche dal tronco). Presenta delle foglie tonde, cuoriformi o reniformi, verde chiaro, molto ornamentali; ai fiori succedono dei baccelli di semi (legumi), molto numerosi, appiattiti e pendenti, che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva.
Il tronco è spesso tortuoso e di colore scuro, con screpolature brune, i rami presentano una la corteccia rossastra.
Deriva il nome comune dalla tradizione che vuole che Giuda si sia impiccato proprio ad un Cercis; il nome botanico deriva dal greco cercis, che significa ago o spola, in riferimento alla forma dei frutti.
 
Esposizione: gradisce un'esposizione in pieno sole, possibilmente protetta dai venti; si sviluppa prevalentemente in pianura, preferendo i climi miti a quelli rigidi. In età avanzata può raggiungere anche gli 8 m, anche se solitamente le sue dimensioni sono più contenute: tra i quattro e i cinque metri.
 
Terreno: predilige un terreno calcareo , ben drenato, anche sassoso; si adatta comunque bene a qualsiasi terreno da giardino; va piantato in ottobre, si presta molto bene per le alberature dei viali cittadini essendo molto resistente all'inquinamento
 
Moltiplicazione: avviene attraverso i semi, che la pianta produce in abbondanza; si seminano in marzo, in contenitori riempiti con composta da seme. Quando le piantine raggiungono dimensioni adeguate si piantano in vasi di circa 10 cm di diametro, che si interrano all'aperto, in vivaio. Solitamente prima di poter essere trasferite a dimora le piantine vanno tenute in vivaio per circa due anni, o anche di più.
 
Parassiti e Malattie: essendo una pianta molto rustica non soffre di particolari malattie; le foglie spesso vengono attaccate dagli afidi.
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Punica granatum
Melograno-Punicaceae
 
Descrizione
 
Il melograno è una pianta antichissima che proviene dalle regioni del sud-ovest asiatico, è diffusa e coltivata sia in Italia che in Spagna, nelle zone dove il clima è più caldo. È di crescita piuttosto lenta e modesta, infatti, non raggiunge altezze superiori ai 5-7 metri. Ha foglie caduche, piccole e di forma allungata, che nei giovani germogli sono rosse, diventando poi di color verde chiaro. Ha fiori rossi a 5-8 petali che crescono, sia sull'apice dei rami di un anno che sui dardi. Produce frutti più o meno grossi di color rosso-arancio, alc cui si formano dei semi ricoperti da una polpa rossa, molto succosa e aspra, che è appunto la sola parte edule del frutto. Il melograno resiste bene alle alte temperature estive mentre, nelle zone meno calde teme parecchio le piogge e l'elevata umidità del terreno e dell'aria durante l'autunno, facendo sì che la pianta si spogli piuttosto precocemente. I frutti, oltre che per il consumo fresco, sono usati anche per la preparazione di sciroppi, bibite e prodotti di pasticceria.
 
Moltiplicazione
 
I metodi più diffusi per la propagazione del melograno sono: la talea, che può essere effettuata con parti di ramo o anche di radice, e i polloni radicati che crescono alla base del ceppo di piante adulte. La propagazione per seme non è molto usata, poiché le piante che si ottengono, difficilmente mantengono le caratteristiche della pianta madre, in questi casi, su tali piantine è possibile praticare un innesto, sia a spacco che a gemma dormiente. È inoltre possibile ottenere nuove piante di melograno tramite margotta e propaggine
 
Potature e forme d'allevamento
 
Il melograno è una pianta molto pollonifera, quindi, se lasciata crescere in modo naturale, assume un portamento cespuglioso, mentre mediante particolari potature si possono ottenere svariate forme. Nei giardini è molto apprezzata anche come pianta ornamentale per il bel colore del fogliame e la decoratività dei frutti quando sono maturi, per questo le forme ad alberello con fusto a 1,5 m sono le più indicate, in questo caso bisogna avere l'accorgimento di eliminare i polloni che crescono al piede della pianta. È possibile allevare la pianta anche con forma a vaso o a spalliera, facendo crescere tre o quattro rami principali dalla base, disponendoli poi nel modo desiderato. In seguito, per una buona messa a frutto, si elimineranno i rametti che hanno fatto i frutti l'anno precedente e si spunteranno i rami di un anno, eliminare poi i polloni che crescono al piede per non togliere vigoria alla pianta formata.
 
Concimazione
 
Non ha particolari esigenze, è sufficiente intervenire anche con abbondanti concimazioni organiche, letame maturo e stallatico, durante la fine dell'inverno.
 
Le malattie
 
Il melograno è una pianta rustica e molto longeva e non è particolarmente colpita, nè da parassiti animali, nè da patogeni d'origine fungina.
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Narcissus tazetta o Fiore di Gesù Bambino
Narciso-Amaryllidaceae
 
Una delle bulbose più coltivate, di origine mediterranea,  facile da coltivare, molto profumata e dotata di grande capacità riproduttiva. E' disponibile in una grande varietà di colori, da quelli naturali, giallo e bianco, a quelli più svariati, ottenuti attraverso incroci.
 Nome: Narcissus tazetta
Nome Comune: Narciso
Famiglia: Amaryllidaceae
Tipo bulbo: bulbo tunicato
Dimensione bulbo: da 10/12cm  fino a 20 cm
 
Caratteristiche del fiore: Il fiore è a forma di ombrello, può raggiungere i 4/5 cm di diametro. Il periodo di massima fioritura si ha nel mese di aprile-maggio.
 
Caratteristiche della pianta: Può raggiungere un altezza di 50 cm, le foglie sono verdi. Ogni stelo riesce a portare fino a 4/5 fiori.
 
Metodi di coltivazione 
 
Terreno: Deve essere ben drenato e deve avere una buona  percentuale di sostanza organica.
 
Periodo di piantumazione: Autunno
 
Profondità di piantumazione: Il bulbo deve essere posto a circa 12 cm di profondità. La distanza tra i bulbi varia a seconda dell'effetto che si vuole ottenere, da un minimo di 2 cm ad un massimo di 10 cm.
 
Luce: Prediligono la piena luce.
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Ligustrum
Ligustro-Oleaceae
 
Generalità: originario dell'Europa centro meridionale e dell'Africa settentrionale, il genere comprende 45 specie di arbusti e piccoli alberi sempreverdi o decidui usati per formare siepi.
 
Ligustrum Vulgare
 
Spontaneo in Italia, è un arbusto sempreverde alto da due a cinque metri, spesso coltivato come siepe.
 
Foglie: opposte, semplici, ovate lanceolate, glabre e lucenti. Molto coriacee.
 
Fiori: piccoli e profumati, di colore bianco avorio, ermafroditi, disposti in pannocchie ovate terminali ed erette. Fioriscono da aprile a giugno seguiti da bacche piccole, globose dalla polpa oleosa, prima verdi e a maturità nere.
 
Esposizione: soleggiata o parzialmente ombreggiata.
 
Temperatura: tollera il freddo invernale.
 
Annaffiature: regolari per tutto l'anno in modo che il terreno sia sempre umido.
 
Fertilizzazione: è necessario arricchire il terreno con letame ogni primavera.
 
Moltiplicazione: in settembre ottobre si prelevano talee legnose e si piantano in un miscuglio di torba e sabbia. Le talee radicate si trapiantano nell'aprile successivo.
 
Terreno: preferisce i terreni fertili e freschi e possibilmente calcarei.
 
Malattie e parassiti: gli insetti minatori scavano gallerie nelle, foglie che si ricoprono di macchie bluastre.
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Farnia o Quercia
Quercus robur-fagaceae
 
Generalità: albero rustico a crescita lenta e foglie decidue, a crescita lenta, diffuso in tutta Europa centrale e in parte del Mediterraneo; in Italia è molto presente soprattutto nel nord, nei parchi e nei grandi giardini , essendo di dimensioni imponenti. Gli esemplari adulti possono raggiungere i 45-50 metri, con chioma espansa e tondeggiante.
 
Foglie: verdi scure e lucide sulla pagina superiore, più chiare nella pagina inferiore; presentano 5-7 paia di lobi arrotondati ottusi, che decrescono in grandezza dall'apice all'attaccatura del picciolo.
 
Frutti: chiamati ghiande, sono acheni, avvolti nella parte posteriore da una cupola ruvida, legnosa; sono di colore verde, e divengono bruni a maturazione.
 
Tecniche colturali: ama i terreni ben drenati, possibilmente esposti al sole, anche se tollera abbastanza bene le posizioni a mezz'ombra; si piantano a dimora in autunno o in primavera.
 
Parassiti a malattie: le farnie dei boschi eruropei subiscono l'attacco della processionaria; in generele questi grandi alberi non vengono attaccati da parassiti o malattie quando sono adulti, mentre i giovani esemplari possono venire colpiti dall'oidio e dalla ruggine.
 
Moltiplicazione: avviene per semina: le ghiande vanno seminate entro due mesi dalla raccolta in vasi o in casette profonde, che vanno poste all'aperto; le piantine si trapiantano in piena terra e vanno a dimora dopo due o tre anni.
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Rosmarino
Labiatae
 
Generalità: proviene dalle zone del Mediterraneo. 
E' una pianta aromatica con foglie molto profumate, assai utilizzate in cucina. Le foglie sono persistenti. Si tratta di un arbusto che in natura può raggiungere i 3 metri d'altezza. Fiori azzurro-malva che sbocciano a partire dalla primavera.
 
Tecniche colturali
 
Temperatura minima: trattandosi di pianta semirustica, si adatta a zone con clima mite. Può peraltro essere coltivato anche nelle regioni settentrionali della nostra penisola, purché in posizioni riparate.
 
 Esposizione: sole o mezz'ombra.
 
Terreno: non necessita di terreni particolarmente ricchi, crescendo bene anche in terreni poveri e calcarei.
Si mette a dimora nel mese di marzo aprile.
 
Moltiplicazione: per seme o per talea. 
 
Raccolta: la raccolta dei rami del rosmarino può essere effettuata durante tutto il periodo dell'anno.
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Lavandula
Lavanda-Laminaceae
 
Generalità: pianta erbacea, perenne, sempreverde, originaria del bacino del Mediterraneo. Ha foglie argentee, molto profumate, strette ed allungate; in estate produce moltissimi fiori, piccoli e fragranti, raggruppati in spighe. La maggior parte delle varietà sono resistenti al freddo e vengono utilizzate in giardino, come siepi oppure a formare larghi cespugli. Volendo si può coltivare in larghi vasi, tenendo presente che è una pianta a crescita rapida, che cresce anche fino a un metro e più. Le varietà più comuni sono L. angustifolia, detta anche lavanda inglese, molto profumata e con spighe floreali ridotte; L. dentata, con fiori chiari e odore resinoso; L. lanata, con foglie bianche ricoperte di peluria e spighe floreali molto grandi.
 
Esposizione: è una pianta rustica, che resiste al caldo dell'estate più torrida e al freddo dell'inverno più rigido, anche se nei casi di gelate intense e persistenti è bene ripararla con del tessuto-non-tessuto. Gradisce particolarmente le posizioni soleggiate, e molto ben ventilate.
 
Lavandula stoechas
Annaffiature: la lavanda necessita di annaffiature non troppo abbondanti e non troppo frequenti, è meglio attendere che il terreno asciughi un po' prima di fornire altra acqua; solitamente preferisce rimanere qualche giorno all'asciutto piuttosto che avere un substrato inzuppato d'acqua. Non necessita di fertilizzanti, volendo si può fornire un po' di concime all'inizio della stagione vegetativa, in aprile.
 
Terreno: cresce bene in un qualsiasi terreno da giardino, purchè sia ben drenato; preferisce i suoli calcarei.
 
Moltiplicazione: in primavera prelevare talee di circa 10 centimetri, che vanno fatte radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali; si pongono a dimora l'anno successivo.
 
Parassiti e malattie: se il terreno viene mantenuto troppo umido si rischia di provocare marciume radicale. A volte la lavanda viene attaccata da funghi e da larve di insetti.
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Timus vulgaris
Labiatae
 
Generalità: proviene dalla zona del Mediterraneo. 
 
Descrizione: pianta aromatica con foglie molto profumate, assai utilizzate in cucina, soprattutto per aromatizzare carni in umido e pesce. Durante il periodo invernale il timo perde completamente le foglie. Si tratta di un arbusto che in natura può raggiungere i 30 centimetri d'altezza. Fiori azzurro o lilla che sbocciano alla fine di giugno.
 
Tecniche colturali
 
Temperatura minima: pianta rustica che si adatta anche a zone a clima rigido.
 
Terreno: necessita di terreni ricchi, asciutti e ben drenati.
 
Trapianto: si mette a dimora nel mese di ottobre o di marzo.
 
Moltiplicazione: per divisione dei cespi (in primavera), per talea (in maggio-giugno) o per seme (in marzo-aprile).
 
Raccolta: i rami di timo possono essere raccolti dalla primavera all'autunno. Possono essere conservati anche essiccati. Le piante di timo non sono molto longeve, e devono essere sostituite ogni 3-4 anni.
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Salvia Officinalis
Labiatae
 
Generalità: proviene dalle coste del Mediterraneo. 
Pianta aromatica con foglie molto profumate, assai utilizzate in cucina. Durante il periodo invernale alcune varietà perdono completamente le foglie mentre altre sono semipersistenti. Si tratta di un arbusto che in natura può raggiungere i 60 centimetri d'altezza. Fiori azzurro-viola che sbocciano in estate.
 
Tecniche colturali
 
Temperatura minima: pianta rustica, che si adatta anche a zone a clima rigido.
 
Terreno: non necessita di terreni particolarmente ricchi, crescendo bene anche in terreni poveri e calcarei.
 
Trapianto: si mette a dimora nel mese di ottobre o di marzo.
 
Moltiplicazione: per seme o per talea.
 
Note: si consiglia di cimare le piante giovani per favorire la ramificazione della pianta.
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Agave americana
Agavaceae
 

Generalità: pianta succulenta originaria del Messico, diffusa in tutta l'area mediterranea e in molti luoghi temperati del globo. Costituisce dense rosette basali di foglie carnose, triangolari, arcuate, lunghe 100-150 cm, larghe 15-20 cm, di colore verde-bluastro, o variegate di bianco crema. Le piante possono raggiungere i due metri di altezza e sono molto longeve, gli esemplari di 15-20 ani di età producono un'infiorescenza a pannocchia, portata da un fusto alto anche 2-3 metri, costituita da fiori tubolari di colore giallo chiaro; dopo la fioritura la pianta muore, lasciando molti germogli basali che si sviluppano come piante singole. La pianta è commestibile e viene utilizzata cotta, oppure cruda nella medicina popolare; la linfa ricca di zuccheri viene utilizzata come sciroppo diuretico, oppure viene fatta fermentare per produrre la tequila.

 
Esposizione: porre le agavi in luogo soleggiato, molto luminoso; in genere possono sopportare temperature vicine ai -10°C, ma soltanto per brevi epriodi, quindi in zone con inverni molto rigidi vanno riparate con tnt, o poste in serra fredda. Le agave si possono coltivare anche in contenitore, in qesto caso difficilmente superano il metro di altezza.
 
Annaffiature: queste piante si accontentano delle piogge, e sopportano senza problemi periodi anche lunghi di siccità. Se coltivate in vaso necessitano di annaffiture sporadiche da marzo a ottobre. Nel periodo vegetativo è possibile fornire del concime per piante succulente ogni 20-30 giorni.
 
Terreno: utilizzare un terreno molto ben drenato, ricco di sabbia e dimateriale a granulometria grossolana, per permettere un maggior drenaggio. In genere preferiscono terreni leggermente acidi. Gli esemplari in contenitore vanno rinvasati ogni 3-4 anni, facendo attenzione a non danneggiare le radici.
 
Moltiplicazione: i semi si interrano in primavera, in semenzai che vanno amntenuti umidi e in luogo soleggiato. In genere le agave si propagano asportando i succhioni basali, che radicano con molta facilità.
 
Parassiti e malattie: fare attenzione agli afidi e alla cocciniglia (Cocciniglia: si tratta di insetti che attaccano prevalentemente colture ornamentali, in condizioni di mancanza di ventilazione. Particolarmente esposte sono pertanto le colture in serra e in ambienti chiusi. Le piante colpite da questo insetto sono assai numerose: tra le piante d'appartamento si ricordano il ficus benjamina, la schefflera, il croton, la kentia. Tra le piante da giardino gli agrumi, l'acero, l'agrifoglio.
Si tratta di insetti emitteri che si nutrono succhiando la linfa delle piante. La loro caratteristica principale è di essere mobili solo allo stato giovanile. Si manifestano per lo più sul tronco e sulle nervature delle foglie con forma diversa da specie a specie. Sono ricoperti da uno strato di cera (c.d. scudetto).
La presenza massiccia può provocare l'ingiallimento delle foglie, con la successiva debilitazione della pianta. Le piante reagiscono alla puntura dell'insetto con la produzione si una sostanza zuccherina (c.d. melata) che favorisce la produzione di funghi e di fumaggini.
Per combattere le cocciniglie le possibilità sono due. La prima è quella meccanica, che consiste nel levare tutti i patogeni con una spazzola in modo da pulire il tronco e le foglie dagli stessi. L'altro metodo è quello chimico, che si attua con l'ausilio di oli minerali. Per aumentare l'efficacia si possono utilizzare in miscela i seguenti principi attivi: diadizone, deltametrina, alfametrina. E' importante per una corretta disinfestazione ripetere il trattamento 2 o 3 volte a distanza di 15 giorni).
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Citrus limonum
Limone-Rutaceae
 
Generalità: pianta appartenente al gruppo degli agrumi, originaria dell'India e dell'Indocina.
 
Si tratta di piante coltivate per i frutti, ovali e oblunghi, con buccia rugosa, di colore verde-giallo. I fiori sono bianchi, profumati. La fioritura, in condizioni climatiche adeguate, dura in pratica tutto l'anno. Ciò significa che anche la fruttificazione è continua. Sulla stessa pianta si possono quindi trovare contemporaneamente boccioli, fiori, frutti acerbi e maturi. La fioritura è particolarmente abbondante nel periodo primaverile (i frutti corrispondenti maturano durante l'inverno, da novembre fino ad aprile).
Frutto
Fiore 
Si può notare sullo stesso ramo la presenza di boccioli, fiori e frutti.
 La produzione comincia dopo qualche anno dalla messa a dimora (generalmente quattro o cinque anni). Una pianta può produrre anche fino a mille limoni l'anno. Si tratta di piante piuttosto longeve (vi sono alcuni esemplari di oltre 100 anni).
 
Esposizione: il limone preferisce i climi caldi e poco ventosi. E' una pianta che teme molto i ristagni d'acqua. Per questa ragione si consiglia di piantarlo in terreni ben drenati, preferibilmente in zone soleggiate o parzialmente ombreggiate.
 
Concimare la pianta con concimi ternari specifici per agrumi ogni sei mesi. 
 
Il limone necessita durante il periodo estivo di irrigazioni abbondanti, soprattutto nei periodi di scarsa piovosità.
 
Se la pianta viene coltivata al nord Italia deve essere riparata durante il periodo invernale in serra fredda. La temperatura non deve scendere sotto i 2 gradi.
 
La potatura, che non deve essere troppo vigorosa, deve essere effettuata in estate.
 
Parassiti
il parassita più frequente è la cocciniglia, che attacca i rami, le foglie e i frutti.  Altro parassita molto frequente è la mosca mediterranea che causa gravi danni ai raccolti (i frutti diventano mollicci e cadono).
 
Malattie
Il mal secco è una malattia fungina molto frequente, soprattutto nel periodo primaverile. Altra malattia assai frequente è il marciume del colletto. Spesso si creano anche fumaggini, in particolare in presenza di afidi e cocciniglie. 
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Gelsomino
Oleaceae
 
Generalità: il gelsomino appartiene alla famiglia delle Oleaceae, un genere di circa 300 specie di arbusti rampicanti, a foglie caduche e rustici. E' una pianta originaria del Medio ed Estremo oriente nonché dell'America Meridionale.
La piantumazione deve essere effettuata alla fine della primavera; la pianta deve essere collocata in un luogo riparato, al fine di evitare che eventuali gelate tardive possano danneggiarne i germogli. La posizione ideale è a ridosso di muri esposti a nord oppure ad est.
E' bene utilizzare un terreno fertile, ben drenato e ricco di sostanza organica.
Annaffiature: devono essere frequenti dal momento del trapianto ad attecchimento avvenuto, moderate in seguito. Il gelsomino può sopportare, infatti, anche periodi di aridità.
Fioritura: può verificarsi in diversi periodi dell'anno a seconda della varietà. In generale i fiori sono riuniti in infiorescenze ascellari ed assumono una forma simile a quella di una pannocchia.
 
Moltiplicazione: si ottiene prelevando talee di 8-10 cm da rami portanti o semimaturi. Le talee dovranno essere poste negli appositi cassoni da moltiplicazione riempiti con un miscuglio di sabbia e torba. Una volta attecchite, le piantine verranno trasferite in vasi del diametro di 8-10 cm.
La moltiplicazione si può ottenere anche prelevando i germogli nati alla base della pianta adulta.
Parassiti e Malattie: per quanto riguarda le malattie che più frequentemente possono colpire il gelsomino citiamo gli attacchi di afidi e di cocciniglie soprattutto per le piante collocate in posizioni riparate; inoltre, un'eccessiva umidità nel periodo della ripresa vegetativa può favorire la comparsa della muffa grigia.
 
J. nudiflorum: arbusto rampicante, rustico, a foglie caduche, originario della Cina. Può raggiungere l'altezza di qualche metro (fino a 3 metri). I fiori sono gialli e compaiono da novembre ad aprile. Le foglie sono lisce e di colore verde scuro.
J. beesianum: arbusto rampicante a foglie decidue, alto anche 3 metri. I fiori sono di color rosso scuro e sbocciano durante il periodo estivo lasciando poi spazio a frutti molto decorativi. Le foglie sono lanceolate ed opposte.
J. grandiflorum: varietà proveniente dall'India. Si tratta di arbusti rampicanti e delicati, che si caratterizzano per i fiori profumatissimi, di color rosa appena sbocciati di colore bianco poi, che compaiono per tutta l'estate.
J. officinale: varietà di arbusti rampicanti, rustici a foglie caduche che può raggiungere anche 10-15 cm di altezza. La fioritura si ha da giugno ad ottobre; i fiori sono bianchi.
J azoricum: originario dell'America meridionale. Ritratta di arbusti sempreverdi, rustici e rampicanti, che si distinguono per la particolarità dei propri fiori, a forma di stella e di colore bianco, delicatamente profumati che compaiono durante l'estate.
J. stephanense: si tratta di una varietà orticola e più precisamente di un ibrido rampicante e semisempreverde nelle zone a clima mite. La fioritura avviene a giugno; i fiori sono di colore rosa chiaro. Le foglie sono di colore verde scuro nella pagina superiore, verde chiaro in quella inferiore.
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 La Bougainvillea
Nyctaginaceae
 
Generalità: la bougainvillea appartiene alla famiglia delle Nyctaginaceae ed è originaria delle zone tropicali e subtropicali dell'America Meridionale. Il suo nome è da far risalire a quello del navigatore francese Louis Antoine de Bougainville, che durante i suoi lunghi viaggi scoprì questa bellissima pianta e ne divenne grande appassionato.
Si tratta di un genere di 18 specie di arbusti e rampicanti.
 
Esposizione: nelle zone a clima temperato caldo le bougainvillee possono essere coltivate all'aperto, in giardino, mentre in quelle dove le temperature, soprattutto durante la stagione invernale, sono più rigide è necessario ripararle e, a seconda della situazione, ritirarle all'interno. Possono essere coltivate anche in vasi e vasche da serra.
La crescita e lo sviluppo delle specie rampicanti devono essere sostenuti facendo arrampicare la pianta su graticci, fili ed appositi sostegni.
 La posizione ideale è pieno sole; le annaffiature devono essere più frequenti durante il periodo della fioritura e diminuire gradatamente al termine della stessa.
In estate è bene somministrare una volta alla settimana un fertilizzante liquido. Per le piante in vaso si consiglia di procedere al rinvaso ogni anno nei mesi di febbraio e marzo.
 
I fiori: la bougainvillea si distingue per la particolarità delle sue infiorescenze; queste ultime si compongono di brattee (foglie mutate), di vari colori e tonalità che circondano il fiore vero e proprio di color giallo-bianco. Il periodo della fioritura va da giugno alla fine dell'autunno.
 
Moltiplicazione: avviene per talea: in estate si prelevano talee legnose della lunghezza di circa 7 cm, che dovranno essere piantate in una composta sabbiosa, in vasi di circa 6 cm di diametro. Per un periodo di 3 settimane, il periodo del radicamento, è bene collocarle in apposite cassette al fine di garantire alle piantine una temperatura di circa 20-25 °C. In alternativa talee di 15 cm possono essere prelevate da rami più maturi a gennaio. La procedura da seguire per ottenere il radicamento è la stessa vista sopra; la temperatura da mantenere è di circa 18 °C.
 
In febbraio è bene eseguire la potatura: intervenire, accorciandoli di circa un terzo, sui rami principali e sfoltire la pianta eliminando i rametti più deboli.
 
Bougainvillea Spectabilis
Si tratta di una specie originaria del Brasile che può raggiungere un'altezza di 7-8 metri e più, se piantata in terra piena, di 1,5-3 metri se piantata in vaso.
Il fusto è spinoso, le foglie ellittiche ed ovali di color verde scuro. Le infiorescenze sono caratterizzate da brattee lunghe fino a 4 cm, di colori che variano dal rosso al porpora, e compaiono durante l'estate. Tra le varietà più conosciute citiamo la Bougainvillea Spectabilis Lateritia e la Bougainvillea Spectabilis Thomasii.
 
Bougainville Glabra
Originaria del Brasile, la Bougainvillea Glabra è particolarmente adatta per essere coltivata in vaso, in quanto fiorisce anche quando è molto giovane. In tal caso l'altezza massima raggiungibile dalla pianta è di circa 1,5-2,5 metri.
Le foglie sono ovali, le infiorescenze a pannocchia e composte dalle tipiche brattee di varie tonalità, dal rosso al viola, si verificano da settembre per tutto l'autunno. La varietà Sanderiana è la più diffusa.
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Opuntia ficus indica - Fico D'India
Cactaceae
 
Generalità: cactacee semprevedi originarie del Messico, diffuse in gran parte del globo, soprattutto in Astralia e nel bacino mediterraneo. Ha fusti eretti o leggermente prostrati, divisi in segmenti di grandi dimensioni, ovali, appiattiti, con diametro di 30-70 cm, carnosi, di colore verde brillante, detti generalemnte pale; presentano poche spine acuminate, riunite in gruppi di 2-3, lunghe 4-5 cm; le piante adulte possono raggiungere i 4-5 m di altezza. Da fine primavera fino all'estate produce numerosi fiori a coppa, di colore giallo o arancione, disposti sui mergini delle pale; ai fiori succedono i frutti, ovali, lunghi 10-15 cm, carnosi, spinosi, verdi, divengono rosso porpora a maturazione. L'intera pianta è commestibile, le pale generalemnte si cuociono, mentre i frutti si mangiano crudi, dopo averli privati della spessa scorza spinosa.
 
Esposizoine: porre queste opuntie in pieno sole; posono sopportare temperature vicine ai -10°C, nei luoghi con inverni rigidi è bene porre a dimora le piante in luogo riparato, vicino ad un muro o sotto una tettoia; nei mesi più freddi dell'anno possono necessitare di essere riparate con tnt. Le opuntie si possono coltivare anche in contenitore, in modo da poterle portare al riparo dal freddo in autunno, in questo caso si amntengono di dimensioni contenute e difficilemnte fruttificano.
 
Annaffaiture: le giovani piante vanno annaffiate sporadicamente almeno una volta al mese da amrzo a ottobre; le piante ormai a dimora da tempo in genere si accontentano delle piogge, anche se potrebbero necesitare di annaffiature in caso di siccità molto prolungata.
 
Terreno: si adatta senza problemi a qualsiasi terreno, purchè sia ben drenato e sabbioso; non ama i terreni eccessivamente ricchi e umidi.
 
Moltiplicazione: avviene in genere per talea, è sufficiente porre a dimora un'intero segmento di fusto, dopo averlo fatto asciugare per 12-15 ore, queste piante radicano molto facilmente.
 
Parassiti e malattie: l'opuntia è molto soggetta ad attacchi da parte della cocciniglia, infatti viene da molto tempo utilizzata per produrre il colorante alimentare estratto dalle cocciniglie.
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Phoenix
Palmae
 
Generalità: genere di diciassette specie di palme originaria dell'Asia orientale.
 
Le foglie: sono lunghe, pennate e persistenti, munite di un robusto picciolo, più largo nel punto di intersezione sul fusto.
 
Fiori: hanno fiori maschili e femminili su piante diverse: per la produzione dei frutti devono essere piantati vicini individui dei due sessi. I fiori sono piccoli riuniti in infiorescenze pendenti che sbocciano a primavera.
 
Phoenix Roebelinii
Originaria dell'Asia, alta uno o due metri.
 
Fusto: quasi inesistente.
 
Foglie: colore verde scuro, lunghe circa 60 cm, formate da numerose foglioline strette con portamento pendente.
 
Fiori: insignificanti.
 
Esposizione: richiede molta luce per tutto l'anno, ma non i raggi diretti del sole, che possono provocare l'ingiallimento delle foglie.
 
Temperatura: in inverno non deve scendere sotto i dieci-dodici gradi centigradi.
 
Annaffiature: se la pianta sta in appartamento riscaldato, è necessario garantirle un'umidità sufficiente. Da maggio a settembre, periodo di maggiore attività vegetativa, le annaffiature saranno abbondanti e regolari. Durante i mesi invernali dovranno essere molto moderate.
 
Fertilizzazione: si rinvasano ogni due o tre anni, in aprile. Negli anni in cui non si effettua il rinvaso, si somministra un concime liquido diluito, ogni quindici giorni da maggio a settembre.
 
Riproduzione: la semina avviene tra marzo e maggio, in un miscuglio di terriccio e sabbia in rapporto da tre a uno, tenendo il tutto umido alla temperatura di 21 - 24 gradi centigradi. La germinazione avviene nel giro di due mesi e i germogli possono essere trapiantati dopo sei-otto mesi oppure in maggio si staccano i polloni radicati e si invasano.
 
Terreno: composta da vaso fertile.
 
Potatura: la P. Robelinii è una pianta pollonifera e per mantenere la sua forma si staccano tutti i polloni. Dopo che foglie si sono seccate si tagliano i polloni alla base.
 
Parassiti e malattie: viene attaccata da cocciniglie brune e cocciniglie farinose.
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 Piante provenienti da altri continenti
Nel giardino mediterraneo da alcuni anni prendono posto anche piante che hanno in comune con quelle autoctone la predilezione per i luoghi soleggiati e per le estati calde, ma che necessitano di cure colturali leggermente diverse, provenendo dall'Australia, dalla Cina o dalla Nuova Zelanda, talvolta da zone in cui le precipitazioni sono maggiori rispetto a quelle riscontrabili alle nostre latitudini. Queste piante veogno spesso inserite in un giardino mediterraneo perchè condividono con le piante riportate prima molte caratteristiche, compresa l'abbondante fioritura estiva, la necesita di essere coperte nel periodo invernale nelle zone a clima rigido e anche la facilità di coltivazione; in ogni caso pur non essendo, soprattutto in alcuni casi, molto diffuse in coltivazione, non sono ancora completamente "integrate" nella flora mediterranea e non esistono specie autoctone o sviluppatesi spontaneamnte: le possiamo vedere soltanto nei giardini:
 
Metrosideros
Myrtaceae
 
Generalità: questo genere conta circa trenta specie di alberi e arbusti sempreverdi, originari delle isole Hawaii, dell'Australia e della Nuove Zelanda. Hanno portamento eretto, allargato, con chioma molto densa e ramificata; le foglie sono ovali, di colore verde scuro, ricoperte da una spessa peluria grigio-biancastra. Da aprile fino alla fine dell'estate poducono infiorescenze terminali, costituite da fiori di colore sgargiante, rosso, rosa, arancio o giallo, dall'aspetto piumoso, molto particolari; i boccioli dei fiori sono ricoperti da una leggera peluria biancastra. In natura queste piante possono raggiungere dimensioni maestose, vicine ai 15-20 metri, coltivate nei nostri giardini si mantengono di dimensioni più modeste, 1,5-2 metri, sviluppandosi abbastanza lentamente.
 
Esposizione: porre i metrosideros in luogo soleggiato, o a mezz'ombra; queste piante temono il freddo intenso, anche se alcune specie possono sopportare temperature di alcuni gradi al di sotto dello zero, è bene porre a dimora in luogo riparato dal freddo, ad esempio vicino ad una parete della casa; nelle zone in cui gli inverni sono molto rigidi la pianta va coperta con tnt, oppure ricoverata in serra fredda.
 
Annaffiature: da marzo a ottobre annaffiare regolarmente, lasciando asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra; i metrosideros possono sopportare brevi periodi di siccità, ma preferiscono un terreno leggermente umido, quindi è bene ricordarsi di fornire dell'acqua anche nei mesi freddi, almeno una volta al mese, attendendo giornate soleggiate. All'inizio della primavera fornire alla pianta del concime granulare a lenta cessione per piante fiorite, praticare una seconda concimazione in autunno.
 
Terreno: i metrosideros preferiscono terreni sciolti e ben drenati, abbastanza ricchi di materia organica e possibilmente con reazione leggermente acida; le piante in vaso vanno rinvasate ogni 2-3 anni per permettere un corretto sviluppo dell'apparato radicale.
 
Moltiplicazione: a fine estate i fiori lasciano il posto a delle capsule legnose, che contengono tantissimi piccoli semi, che vanno seminati subito in semenzaio caldo, oppure a primavera; generalmente la germinazione si ha in percentuali molto basse, e le piante da seme si sviluppano molto lentamente. Di solito si preferisce propagare queste piante per talea, in primavera inoltrata, oppure a gennaio-febbraio in serra temperata.
 
Parassiti e malattie: fare attenzione agli afidi, che rovinano i boccioli fiorali, e agli acari (Acaro: questi parassiti fitofagi, appartenenti alla famiglia degli artropodi, sono riscontrabili sulla gran parte delle piante ornamentali ed orticole; in genere si insediano sulla pagina superiore delle foglie. Hanno dimensioni piccolissime, tanto che non è possibile osservarli a occhio nudo; il corpo è tondeggiante, morbido, di colore giallo, arancione, verde o rosso; in genere le femmine hanno dimensioni maggiori rispetto ai maschi. Gli acari hanno quattro paia di zampette, questa caratteristica li fa appartenere alla classe degli aracnidi.
In genere si nota la presenza di acari sulle piante a causa delle alterazioni che infliggono alle foglie, come ingrossamenti o galle, o dalle sottili ragnatele che tessono.
Gli acari delle piante pungono la superificie delle foglie, cibandosi delle cellule che compongono la lamina fogliare; talvolta sono riscontrabili anche sui giovani germogli.
L'attacco da parte degli acari si manifesta attraverso una generale perdita di vigoria della pianta; si possono inoltre osservare caratteristici scolorimenti delle foglie, che tendono a divenire bronzee e quindi a cadere.
Gli acari si diffondono rapidamente, producendo anche otto o dieci generazioni nel corso delle stagioni calde; le specie che si sviluppano sulle piante sono: Tetranychus, Panonuchus, Polyphagotarsonemus, Olygonichys (presente soprattutto sulle conifere); a questi aggiungiamo gli eriofidi, come Aculus e Trisetacus, che spesso causano defogliazioni ingenti.
Questi parassiti hanno fortunatamente molti predatori in natura; primo fra tutti un altro acaro, di dimensioni più cospicue, visibile ad occhio nudo: Phytoseiulus persimilis; un piccolo ragno, lungo 4-5 millimetri, che si ciba degli esemplari adulti di Tetranychus. Anche le coccinelle si cibano spesso di acari, così come alcune piccole vespe, ed altri insetti.
In caso di infestazione molto grave può divenire necessario utilizzare dei prodotti chimici per debellare gli acari, ovviamente si utilizzano degli acaricidi, come: Folimat, Amitraz, Dicofol, Clofentezine, Endosulfan, Fenpiroximate e Fenazaquin.
Generalmente gli acari si sviluppano di preferenza con climi caldi e secchi, talvolta mantenere la giusta umidità atmosferica ci può aiutare non solo a coltivare al meglio le nostre piante, ma anche a preservarle dalle infestazioni di parassiti).
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Leptospermum
Myrtaceae
 
Generalità: genere costituito da circa ottanta specie di arbusti sempreverdi originari dell'Australia, della Nuova Zelanda e della Malesia, la maggior parte delle quali provengono dall'Australia; esistono numerose cultivar, quasi tutte sono varietà ibride di L. scoparium. Ha fusti eretti, verticali, ramificati in modo disordinato, sottili, legnosi, di colore scuro; le piccole foglie sono di forma varia, da aghiforme a lanceolata, fino a ovale o rotonda in L. rotundifolia, hanno colore verde scuro, e in alcune specie sono pubescenti. Da maggio fino alla fine dell'estate producono piccoli fiori a cinque petali, di colore bianco, rosa o rosso; alcune cultivar hanno fiori doppi o stradoppi. Ai fiori succedono i frutti, capsule legnose tondeggianti, divise in cinque settori, che persistono sulla pianta per mesi. I leptospermum raggiungono i due metri di altezza e sono particolarmente adatti ad essere coltivati in gruppo, per produrre una vistosa macchia di colore durante la fioritura.
 
Esposizione: necessitano di essere posti a dimora al sole o a mezz'ombra; si sviluppano senza grossi problemi anche all'ombra completa; possono sopportare temperature vicine ai -7°C per brevi periodi, è quindi bene porli a dimora in luogo riparato ed eventualmente coprirli con tnt durante i mesi più freddi dell'anno.
 
Annaffiature: per un corretto sviluppo della pianta è bene annaffiare regolarmente, da marzo fino ai primi freddi, evitando di lasciar asciugare eccessivamente il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Nel periodo vegetativo è bene fornire del concime per piante da fiore mescolato all'acqua delle annaffiature.
 
Terreno: porre a dimora in terreno sabbioso, ben drenato, leggermente acido o neutro. Queste piante si possono coltivare anche in vaso, è però bene rinvasarle ogni due anni, aumentando le dimensioni del contenitore.
 
Moltiplicazione: seminare in primavera, in letto caldo, mantenendo il terreno umido; in estate è possibile prelevare talee semilegnose, che vanno fatte radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali.
 
Parassiti e malattie: generalmente queste piante non vengono attaccate dai parassiti; condizioni di scarso drenaggio possono favorire l'insorgenza di marciume radicale.
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Bignonia
Bignoniaceae
 
Generalità: la Bignonia appartiene alla famiglia della Bignoniaceae e si tratta di un genere che comprende una sola specie rampicante delicata, sempreverde, particolarmente vigorosa, che cresce con notevole rapidità: la Bignonia Capredata.
Questa specie è originaria dell'America del Nord e più precisamente delle regioni centrali e meridionali degli Stati Uniti. In Italia cresce all'aperto nelle regioni più calde dell'Italia centrale e meridionale; in quelle settentrionali, invece, viene coltivata in serra, oppure all'aperto nelle zone lacustri , dove il clima è più mite per tutto l'anno.
E' una pianta che può raggiungere anche i 10 metri d'altezza. Le foglie sono oblunghe e dentate e si sviluppano a due a due in maniera simmetrica rispetto al ramo, terminando poi in un viticcio ramificato, dotato di ventose che consentono alla pianta di "arrampicarsi".
I fiori: sono di colore rosso-arancio, raggruppati in cime peduncolate e muniti di una corolla tubulosa, lunga 4-5 cm, terminante con 5 lobi allargati.
La piantumazione deve essere effettuata in primavera, collocando la pianta in grandi vasi riempiti con un terreno fertile, ricco di sostanza organica su di una base a forte componente argillosa; si dovrà aver cura di posizionare i vasi in zone riparate dalle correnti e dal freddo.
Le annaffiature devono essere abbondanti durante il periodo primaverile-estivo, moderate durante l'inverno.
 
Moltiplicazione
La moltiplicazione si effettua in primavera e si ottiene prelevando talee semilegnose dai germogli laterali della pianta; le talee dovranno essere piantate negli appositi cassoni da moltiplicazione, riempiti con sabbia. A radicazione avvenuta (dopo circa 2 mesi), le piantine dovranno essere trasferite in vasi di media grandezza, riempiti con composta compatta.
La potatura è da praticarsi in primavera, avendo cura di eliminare i rami secchi e di accorciare i rami di maggiori dimensioni.
 
Tra le specie più diffuse ricordiamo la Bignonia Venusta, che fiorisce alla fina dell'inverno e la Bignonia Campis, che sboccia tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno e che è capace di resistere anche al freddo.
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Pittosporum
Pittosforo-Pittosporaceae
 
Generalità: il Pittosporo appartiene alla famiglia delle pittosporaceae. E’ una pianta originaria dell’Asia orientale, dell’Africa e dell’Australia, da cui provengono la maggior parte delle specie, che sono circa 150. Si tratta di arbusti e di alberi di piccole dimensioni, sempreverdi, semirustici e dotati di un fogliame molto ornamentale. Sono particolarmente adatti per essere coltivati in serra, nelle vasche, ma anche come
 
cespugli nei giardini delle zone con clima mite; nelle zone litoranee sono utilizzati per formare siepi.
 
Tra le principali specie ricordiamo:
 
 Pittosporum tobira. Proviene dal Giappone e dalla Cina, ma vive facilmente in tutte le zone a clima mite. In genere, raggiunge un’altezza che varia tra i 2-5 metri. Le foglie sono obovate, lucide e di colore verde scuro. I fiori sono giallo-crema, sono delicatamente profumati e sbocciano da aprile a settembre.
 
Pittosporum crassifolium. E’ una specie arbustiva originaria della Nuova Zelanda. L’altezza massima è di 5 metri. Le foglie sono obovate, di colore verde scuro sulla pagina superiore, bianche o rossicce sulla pagina inferiore. I fiori nascono da aprile a maggio, sono marroni e sono seguiti da frutti bianchi e ovoidali.
 
Pittosporum tenuifolium. Anche questa specie proviene dalla Nuova Zelanda. Si differenzia dalle altre per la forma delle foglie, che sono allungate ed hanno margini ondulati di colore verde chiaro. I fiori sono bruni ed emanano un odore simile a quello della vaniglia.
 
Tecniche colturali
La piantumazione va effettuata alla fine di aprile o in maggio. Il terreno deve essere fertile e ben drenato.
La posizione deve essere al sole, anche pieno, ma al riparo dai venti.
Se il pittosporum è utilizzato per formare siepi, è bene rispettare la distanza di circa 50/70 cm tra una pianta e l’altra.
La potatura si esegue in aprile ed ha lo scopo di ridare una forma, sfoltire e rinforzare la pianta; i rami da tagliare saranno dunque quelli più “disordinati”. Le siepi si pareggiano ogni anno, da aprile a giugno.
La riproduzione può avvenire per seme o per talea. La semina deve essere effettuata in marzo, dopo che i semi sono stati separati dalla sostanza vischiosa che li ricopre all’interno del frutto. I semi devono essere posti in vasi piccoli, ogni anno si procederà al rinvaso. I vasi, prima di essere collocati a dimora definitiva, vanno riposti in cassoni freddi per un periodo di 2-3 anni. Le talee si prelevano dai rami laterali semimaturi, da maggio a giugno; la loro lunghezza deve essere di circa 10 cm. Dopo il loro radicamento si può procedere al rinvaso, sempre graduale, fino a quando, nel maggio dell’anno successivo, potranno essere messi a dimora all’aperto.
Parassiti e Malattie
Particolarmente pericolose per il pittosporum sono le gelate tardive, che nei casi più gravi possono provocare anche la morte della pianta.
Il pittosforum è soggetto ad attacchi da parte di cocciniglie (Cocciniglia: si tratta di insetti che attaccano prevalentemente colture ornamentali, in condizioni di mancanza di ventilazione. Particolarmente esposte sono pertanto le colture in serra e in ambienti chiusi. Le piante colpite da questo insetto sono assai numerose: tra le piante d'appartamento si ricordano il ficus benjamina, la schefflera, il croton, la kentia. Tra le piante da giardino gli agrumi, l'acero, l'agrifoglio. Si tratta di insetti emitteri che si nutrono succhiando la linfa delle piante. La loro caratteristica principale è di essere mobili solo allo stato giovanile. Si manifestano per lo più sul tronco e sulle nervature delle foglie con forma diversa da specie a specie. Sono ricoperti da uno strato di cera (c.d. scudetto). La presenza massiccia può provocare l'ingiallimento delle foglie, con la successiva debilitazione della pianta. Le piante reagiscono alla puntura dell'insetto con la produzione si una sostanza zuccherina (c.d. melata) che favorisce la produzione di funghi e di fumaggini. Per combattere le cocciniglie le possibilità sono due. La prima è quella meccanica, che consiste nel levare tutti i patogeni con una spazzola in modo da pulire il tronco e le foglie dagli stessi. L'altro metodo è quello chimico, che si attua con l'ausilio di oli minerali. Per aumentare l'efficacia si possono utilizzare in miscela i seguenti principi attivi: diadizone, deltametrina, alfametrina. E' importante per una corretta disinfestazione ripetere il trattamento 2 o 3 volte a distanza di 15 giorni. ), che tuttavia possono essere facilmente debellate grazie all’utilizzo di appositi prodotti.
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Lantana
Verbeneceae
 
Generalità: genere di 150 specie di arbusti sempreverdi, coltivati per il fogliame e per i fiori. Sensibili al freddo, tollerano temperature minime di 10-13 gradi.
 
Due sono le specie coltivate, sia in serra sia, nelle regioni a clima mite, all’aperto.
 
L. Camara
Arbusto sempreverde, originario delle zone tropicali dell’America, raggiunge i due metri d’altezza.
 
Le foglie sono ellittiche, verdi. I fiori, tubulosi, possono essere bianchi, gialli o rossi sbocciano dalla primavera all’autunno. Tra le molte varietà si ricordano:
-   ‘Colth of Gold’, con fiori giallo vivo;
-   ‘Rose Queen’, con fiori rosa;
-   ‘Snow Queen’, con fiori bianchi.
 
L. Selloviana (sin. L. montevidensis). Arbusto sempreverde con foglie tonde, dentate ai margini, verde scuro. Altezza: 30-50 cm. Dalla primavera inoltrata all’autunno produce minuscoli fiori tubulosi di vari colori, raccolti in fitti mazzi assai decorativi.
 
Tecniche Colturali: le lantane richiedono piena luce e terreno ben drenato e fertile.
Durante il periodo estivo le piante in vaso devono essere annaffiate abbondantemente e conservate in posizione ben illuminata. Negli altri periodi il terreno deve essere appena umido. Per favorire la crescita si consiglia di portare le lantane coltivate in casa o in serra all’aperto durante il periodo primaverile estivo, posizionando i vasi in pieno sole. Si consiglia di cimare le giovani piante alla fine dell’inverno per favorirne l’infoltimento.
Moltiplicazione: avviene sia per semina, da eseguirisi in febbbraio-marzo, sia per talea. In tal ultimo caso si prelevano in luglio-agosto talee dai rami dell’anno e si piantano in vasi di 8 cm di diametro utilizzando un substrato di torba e sabbia in parti uguali.
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Phormium tenax
Agavaceae
 
Generalità: arbusto sempreverde originario della Nuova Zelanda. Costituisce ampi cespi di lunghe foglie nastriformi, lunghe anche 120-150 cm, che con il tempo superano i due metri di altezza. Le foglie sono di colore verde brillante, ma esistono ibridi a foglia variegata, tricolore o porpora; in estate producono infiorescenze a pannocchia formate da fiori tubolari bianchi o rosati, all'apice di fusti alti anche 3-4 metri. I phormium fioriscono difficilmente se posti a dimora in vaso o in zone con inverni molto rigidi. Queste piante abbastanza particolari non si trovano molto facilmente nei nostri giardini, ma si addicono ad essere affiancate sia alla flora mediterranea, sia alle perenni da fiore o ai piccoli arbusti. Si possono coltivare anche in vaso, sia in giardino, sia in appartamento, in questo caso si mantengono entro dimensioni abbastanza modeste.
 
Esposizione: porre a dimora in luogo soleggiato o all'ombra parziale, purchè molto luminosa; i phormium possono sopportare temperature vicine ai -8°C, quindi nelle zone con inverni molto freddi è bene porli a dimora in luogo riparato dal vento, e coprirli con tessuto non tessuto durante le fredde giornate invernali.
 
Annaffiature: non necessita di annaffiature eccessive, in quanto sopporta senza problemi la siccità, purchè di breve durata; annaffiare sporadicamente, intensificando un poco le annaffiature durante i mesi estivi. Alla fine dell'inverno interrare nei pressi della pianta del concime organico, oppure spargere sul terreno del concime granulare a lenta cessione per piante verdi.
 
Terreno: porre a dimora in terreno sciolto, profondo e ben drenato, abbastanza ricco di materia organica. Se coltivati in vaso è bene ricordarsi di rinvasarli ogni 2-3 ani, per permettere uno sviluppo adeguato delle radici.
 
Moltiplicazione: avviene per divisione dei cespi, alla fine dell'inverno, oppure per seme in primavera.
 
Parassiti e malattie: i phormium temono l'attacco della cocciniglia e della ruggine.
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Soalnum jasminoides
Solanaceae
 
Generalità: arbusto rampicante sempreverde, originario dell'America meridionale, che raggiunge i 4-5 m di altezza. Ha fusti semilegnosi, prostrati o rampicanti, che necessitano di un sostegno per svilupparsi al meglio; le foglie sono ovali o lanceolate, di colore verde scuro, lucide. Da aprile fino a settembre produce numerosi fiori di colore bianco-azzurro o bianco-rosa, riuniti in mazzetti; la varietà "Album" produce fiori di colore bianco candido. Si consiglia di fissare periodicamente i rami ad un grigiato o a dei sostegni a muro, e di accorciarli di circa un terzo prima della fioritura, alla fine dell'inverno, per favorire una produzione di fiori più abbondante e per mantenere una vegetazione più densa e compatta.
 
Esposizione: porre a dimora in luogo soleggiato, o semiombreggiato; queste piante temono temperature inferiori ai -3°C, quindi vanno poste in luogo riparato dal gelo, oppure coperte con del tnt nei mesi freddi dell'anno. In generale i solanum jasminoides sopportano senza problemi il vento e la salsedine, sono quindi adatti per ombreggiare pergolati nelle regioni più calde d'Italia.
 
Annaffiature: da marzo a settembre annaffiare regolarmente, lasciando asciugare bene il terreno tra un'annaffiatura e l'altra; ogni 10-15 giorni fornire del concime per piante fiorite mescolato all'acqua delle annaffiature.
 
Terreno: i solanum prediligono terreni soffici, leggeri, ben drenati, abbastanza ricchi di materiale organico. Per permettere uno sviluppo adeguato alla pianta è bene porla in piena terra, oppure in un vaso capiente, che va cambiato ogni 2-3 anni.
 
Motliplicazione: in estate e all'inizio della primavera è possibile praticare talee, prelevando la parte apicale dei rami non ancora lignificati.
 
Parassiti e malattie: fare attenzione agli afidi e agli acari.
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Solanum rantonetii
Solanaceae
 
Generalità: arbusto sempreverde originario dell'America meridionale. Questi arbusti, densi e di forma tondeggiatne, hanno fusti semilegnosi, molto ramificati, e piccole foglie lanceolate, di colore verde brillante, con margine leggermente ondulato; da aprile fino ai primi freddi producono innumerevoli fiorellini viola, con centro giallo, riuniti in piccoli mazzetti; ai fiori seguono i frutti: bacche tondeggianti di colore arancione, non commestibili. Queste piante sono molto decorative e la fioritura, abbondante e molto prolungata, è molto apprezzata, anche grazie al delicato profumo dei fiori, che si sviluppa particolarmente nelle ore serali. Dopo la fioritura accorciare i rami troppo lunghi o deboli, per favorire uno sviluppo più compatto dell'arbusto, che negli anni raggiunge i 150-200 cm di altezza.
 
Esposizione: porre in luogo soleggiato, o anche a mezz'ombra; queste piante temono il freddo, con temperature inforiori ai -3°C è bene ripararle, con tnt opure in serra fredda; per evitare che il freddo danneggi le piante è consigliabile coltivarle in vaso, oppure porle a dimora in un luogo protetto.
 
Annaffiature: annaffiare regolarmente attendendo sempre che il terreno sia asciutto tra un'annaffiatura e l'altra; nei mesi più caldi dell'anno intensificare le annaffiature. Da marzo a settembre fornire del concime per piante da fiore ogni 10-15 giorni, mescolato all'acqua delle annaffiature.
 
Terreno: porre a dimora in luogo con terreno sciolto, ben drenato e abbastanza ricco; se posta in vaso questa pianta richiede di essere rinvasata ogni anno, aumentando il diametro del contenitore.
 
Moltiplicazione: in primavera è possbile seminare i semi dell'anno precedente; in estate si praticano talee semi legnose.
 
Parassiti e malattie: gli afidi spesso rovinano i boccioli.
 
Esistono altri solanum a fiore viola, simili come comportamento al precedente, poco coltivati in Italia, ma comunque molto decorativi, quasi tutti originari dell'America meridionale.
Solanum crispum
Solanum seaforthianum
Solanum wendlandii
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Dracaena indivisa
Dracena-Agavaceae
 
Generalità: arbusto sempreverde succulento originario del Madagascar. Gli esemplari adulti, coltivati in piena terra, possono raggiungere i 2-3 metri di altezza. Hanno fusti carnosi, spessi e robusti, eretti, di colore marrone chiaro, che diviene grigiastro con l'età; generalmente sono poco ramificati ed hanno crescita abbastanza lenta. All'apice di ogni fusto si nota una chioma fitta costituita da foglie arcuate, lunghe fino a 150 cm, di colore verde brillante, spesse e carnose, appuntite, riunite in un unico cespo. Gli esemplari di dimensioni cospicue producono in estate lunghe infiorescenze pendule, profumate, constituite da piccoli fiori bianchi. Esistono molte specie di dracena, con foglie di colore vario, anche striate e tricolore, che di solito vengono coltivate come piante da appartamento, in contenitore: in questo caso si mantengono entro dimensioni più contenute e difficilmente fioriscono.
 
Esposizione: porre a dimora in luogo molto luminoso, al sole diretto o all'ombra parziale; queste piante possono sopportare temperature prossime ai -5°C, nelle zone con inverni molto rigidi è bene porle in serra fredda, oppure ripararle con tnt.
 
Annaffiature: le dracene sopportano senza problemi la siccità, in genere si accontentano delle piogge, anche se può essere necessario annaffiarle durante i mesi più caldi dell'anno; in inverno è bene evitare le annaffaiture, soprattuto se la pianta è posta all'esterno in piena terra; se riparata in casa necessita di essere annaffiata per tutto l'arco dell'anno, lasciando asciugare bene il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. Nei mesi caldi, in assenza di piogge, è consigliabile vaporizzare la chioma nelle ore serali. Da marzo a ottobre fornire del concime per piante verdi, possibilmente utilizzando un concime a lenta cessione.
 
Terreno: le dracene preferiscono terreni sciolti e ben drenati, ma crescono senza problemi anche nella comune terra da giardino. Gli esemplari in contenitore vanno rinvasati almeno ogni 2-3 anni.
 
Moltiplicazione: in primavera è possibile seminare le dracene, in un semenzaio riempito con torba e sabbia in parti uguali, che va mantenuto umido e in luogo riparato dal sole, fino a germinazione avvenuta. In primavera è anche possibile praticare talee, prelevando delle porzioni di fusto o dei rami, che germogliano senza problemi.
 
Parassiit e malattie: le dracene temono particolarmente la cocciniglia.
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Hibiscus
Hibisco-Malvaceae
 
Generalità 
Pianta appartenente al gruppo delle malvaceae, originaria della Cina. Si tratta di un genere di oltre 300 specie di piante erbacee, annuali e perenni. si tratta di arbusti o di piccoli alberi. Alcune specie sono sempreverdi, altre decidue. In alcuni casi sono coltivate come piante d'appartamento (es. hibiscus rosa-chinensis). Sono piante generalmente coltivate per i fiori, assai appariscenti ma di breve durata.
 
Hibiscus coccineus
Varietà di Hibiscus
rosa-sinensis
Specie
Hibiscus coccineus
Provenienza: Stati Uniti. Altezza massima 2,5 m. Pianta perenne, semirustica, con foglie verde lucido, produce fiori solitari, molto grossi (possono raggiungere anche i 20 cm di diametro), di colore rosso. Coltivata da noi in appartamento.
 
Hibiscus moscheutos
Provenienza: Stati Uniti. Altezza massima 3 m. Sempreverde semirustica, con foglie verde lucido, produce fiori rosa scuro, solitari, molto grossi. Predilige posizioni soleggiate. Al nord deve coltivarsi in appartamento, mentre nelle regioni costiere ed al sud può essere coltivata all'aperto, in zona riparata e poco ventosa.
 
Hibiscus rosa-sinensis
Provenienza: Cina. Altezza massima 10  m. Semirustica sempreverde, con foglie verde lucido, produce fiori larghi 10-15 cm che in Italia sbocciano a partire dal mese di aprile fino alla fine di settembre. Il colore dei fiori è assai vario: si va dal rosso al rosa, dal giallo all'arancio, dal bianco al fucsia. D'inverno nelle regioni settentrionali deve essere portato all'interno, in posizione riparata. Durante l'estate la pianta va posizionata all'esterno, preferibilmente in zona soleggiata. Richiede terreno fertile e ricco di sostanze organiche. L'Hibiscus rosa-sinensis necessita durante il periodo estivo di irrigazioni abbondanti, soprattutto nei periodi di scarsa piovosità.
 
Hibiscus syriacus
Provenienza: India, Cina. Altezza massima 2-4 m. Arbusto perenne, rustico, a foglia caduca, può essere coltivato in tutta Italia in giardino. Produce fiori di abbastanza grossi, solitari, durante la stagione estiva. E' una pianta che teme molto i ristagni d'acqua. Per questa ragione si consiglia di piantarlo in terreni ben drenati, preferibilmente in zone soleggiate o parzialmente ombreggiate. 
 
Parassiti
 
Il parassita più frequente è la cocciniglia, che attacca i rami e i fiori. Altri parassiti molto frequente sono l'afide, l'auleorodide e il ragnetto rosso. Trattamenti con insetticidi sono opportuni per controllare le infestazioni.
 
Malattie
 
Assai diffusa è la maculatura delle foglie, provocata da funghi, che si manifesta con macchie brune e secche sulle foglie. Appena compaiono tali alterazioni è opportuno distribuire un prodotto anticrittogamico. Spesso si creano anche fumaggini, in particolare in presenza di afidi e cocciniglie. 
Hibiscus moscheutos
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