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IL VESUVIO
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Positano ed il Vesuvio |
Il Vesuvio è stato una
presenza costante nel corso della storia di Positano e zone limitrofe, ed
ha avuto la sua influenza. Positano non si trova nella cosiddetta Zona
Rossa, grazie alle montagne del Faito che fanno da scudo ma non si è però
sottratto in passato dal cadere delle pomici che hanno in parte modificato l'antica
topografia del paese.
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Positano era come anche adesso già all'epoca dell'antica
Roma luogo di
villeggiatura, e conserva nel sottosuolo numerosi reperti archeologici,
ville e residenze di Patrizi Romani, numerosi reperti si trovano tuttora sepolti,
coperti appunto
dall'antico cadere delle pomici e successivamente dalle stesse portate a valle dalle
piogge torrenziali, alcuni resti, scritti e sculture si possono ammirare
in Via Teglia presso la Spiaggia Grande. A testimonianza degli antichi
positanesi sulla spiaggia grande affioravano dalla sabbia ancora, in tempi
non molto antichi delle antiche colonne dove i pescatori erano soliti
fissare delle funi per gli ormeggi delle loro barche, segno evidente che anche appena sotto la sabbia giacciono dei reperti di antiche residenze
romane.
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Sintesi della storia eruttiva del Vesuvio:
Il Vesuvio, o più propriamente il Somma-Vesuvio, è un vulcano strato di medie dimensioni che raggiunge un’altezza massima di 1.281 m s.l.m. Esso è costituito dal più vecchio vulcano del M. Somma, la cui parte sommitale sprofondò generando una caldera, e dal più recente vulcano del Vesuvio, cresciuto all’interno di questa caldera.
L’attività vulcanica nell’area del Somma-Vesuvio risale ad almeno 400.000 anni fa, età di alcune lave trovate in perforazioni profonde 1.345 m.
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La storia dell'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è iniziata circa 25.000 anni fa con l’accrescimento del Somma a seguito di eruzioni prevalentemente effusive e subordinatamente esplosive, di bassa energia. Tale attività è durata fino a circa 19.000 anni fa ed ha determinato la formazione dell’apparato vulcanico del Somma il cui probabile profilo è ricostruito in rosso nell'immagine sottostante. La parte settentrionale di questo edificio più antico è ancora ben conservata ed è rappresentata dall'attuale Monte Somma.
Con la prima eruzione pliniana delle Pomici di Base, avvenuta 18.300 anni fa, è cominciato il collasso dell’apparato vulcanico del Somma e la formazione della caldera a seguito dello sprondamento della parte sommitale. Dopo questo evento l’attività vulcanica e le successive fasi di sprofondamento hanno contribuito alla formazione del vulcano più giovane, il Vesuvio. L’attività di questo vulcano, accresciutosi all’interno della caldera del Monte Somma, è stata caratterizzata da una grande variabilità sia del tipo di eruzioni che della composizione chimica dei magmi emessi.
La storia eruttiva del Somma-Vesuvio può essere suddivisa come segue:
Vulcanismo più antico di 19.000 anni
La grande eruzione flegrea dell’Ignimbrite Campana aveva causato il seppellimento, circa 37.000 anni fa, di gran parte della Campania sotto una spessa coltre di tufi. Su questi depositi cominciò ad accrescersi l’edificio del Somma, la cui attività fu prevalentemente effusiva e subordinatamente esplosiva e di bassa energia.
Vulcanismo di età compresa tra 18.300 e 16.000 anni
Questo periodo di attività è dominato da due grandi eruzioni pliniane: l'eruzione delle Pomici di Base (avvenuta 18.300 anni fa) e l'eruzione delle Pomici Verdoline (avvenuta 16.000 anni fa). Ai depositi di queste due eruzioni si intercalano lave prodotte da modeste eruzioni effusive. Con la prima eruzione pliniana delle Pomici di Base è cominciato il collasso dell’apparato vulcanico del Somma e la formazione della caldera nella quale si accrescerà il nuovo edificio del Vesuvio.
Vulcanismo di età compresa tra 8.000 anni ed il 79 d.C.
Nel corso di questo periodo di attività si sono verificate tre eruzioni pliniane: l'eruzione delle Pomici di Mercato (avvenuta 8.000 anni fa), l'eruzione delle Pomici di Avellino (avvenuta 3.800 anni fa) e l'eruzione di Pompei (avvenuta nel 79 d.C.). A queste eruzioni si sono intercalate almeno sei eruzioni subpliniane, di età compresa tra le eruzioni di Avellino e Pompei, precedute da lunghi periodi di riposo.
Scavi di Pompei
Vulcanismo di età compresa tra il 79 ed il 1631 d.C.
L’attività di questo periodo include almeno due eruzioni subpliniane: l'eruzione di Pollena (avvenuta nel 472 d.C.) e l'eruzione del 1631, ed una serie di piccole eruzioni effusive ed esplosive a bassa energia, che hanno dato colate di lava lungo i fianchi occidentali e meridionali del vulcano e livelli di scorie stromboliane di età medievale.
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Vulcanismo successivo al 1631
Dopo l'eruzione del 1631 e fino al 1944 il Vesuvio è stato caratterizzato da attività a condotto sostanzialmente aperto. In questo periodo sono stati distinti 18 cicli stromboliani, separati da brevi periodi di assenza di attività, mai superiori a 7 anni e ciascuno chiuso da violente eruzioni dette eruzioni “finali”. Internamente a ciascun ciclo si sono verificate frequenti eruzioni prevalentemente effusive, dette eruzioni “intermedie”. L'eruzione del 1906 (eruzione "finale") rappresenta la manifestazione più violenta dell'attività del Vesuvio nel '900. L’eruzione del 1944, una eruzione “terminale” a carattere sia esplosivo che effusivo (eruzione mista), è stata l’ultima in ordine di tempo ed ha segnato il passaggio del vulcano ad uno stato di attività a condotto ostruito.
La variabilità del comportamento eruttivo del Vesuvio è riconducibile, in prima approssimazione, all'alternanza tra periodi a condotto aperto, e lunghi periodi a condotto ostruito, con assenza di attività, seguiti da grandi eruzioni pliniane o subpliniane. I periodi a condotto aperto sono caratterizzati da attività stromboliana persistente, frequenti effusioni laviche e sporadiche, ma più devastanti, eruzioni miste sia effusive che esplosive.
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