\Ono San Pietro Comune in provincia di Brescia (892 ab., CAP 25050, TEL. 0364). Centro agricolo (cereali, foraggi, uva) e dell'allevamento (bovini) in val Camonica.
\Onofri, Arturo (Roma 1885-1928) Poeta. Tra le opere Liriche (1907) e Orchestrine (1917).
\onomasiologia, sf. Settore della linguistica che studia i nomi dei concetti in aree linguistiche apparentate.
\onomastica, sf. 1 Lo studio dei nomi di persona. 2 L'insieme dei nomi propri.
\onomastico, agg. e sm. agg. Detto del giorno in cui si celebra la festa del santo o della santa di cui si porta il nome.
sm. Giorno dell'onomastico.
sm. name day.
greco onomastikos, deriv. da onomazein nominare.
\onomatopea, sf. Parola o frase che imita col proprio suono l'oggetto che esprime.
\onomatopeico, agg. Relativo a onomatopea, che presenta onomatopea.
\ononis, sf. invar. Genere di piante erbacee e arbustacee spinose diffuse in Eurasia, appartenenti alla famiglia delle Papilionacee, con fiori bianchi, rosati o gialli.
\onorabile, agg. Degno di essere onorato.
\onorabilita, sf. 1 Buona fama. ~ reputazione. 2 L'essere onorabile. ~ rispettabilita.
sf. honour.
\onoranza, sf. Atto o segno d'onore. ~ festeggiamento.
sf. honours.
\onorare, v. tr. 1 Mostrare stima e rispetto. ~ rispettare. <> disprezzare. • non sembrava onorare a sufficienza i suoi genitori. 2 Venerare e adorare. • onorare le spoglie di un santo. 3 Costituire motivo di onore, di orgoglio. • una simile visita onorava la sua umile casa.
v. tr. 1 to honour. 2 (far onore a) to do credit to.
lat. honorare, deriv. da honos,-oris onore.
\onorario, agg. e sm. agg. 1 Fatto o conferito a titolo d'onore. 2 Insignito a titolo onorario.
sm. Compenso spettante per la prestazione resa. ~ emolumento, parcella.
agg. honorary. sm. fee.
\onoratezza, sf. L'essere onorato, buona reputazione.
\onorato, agg. 1 Degno di stima e rispetto. ~ probo. <> improbo. • la sua vita onorata non era minimamente in discussione. 2 Onorevole. • onorata sepoltura.
agg. 1 honoured. 2 (rispettabile) honourable.
\onore, sm. ~ moralita. <> disonore. 1 Consapevolezza della propria dignita e stima per quella altrui. • dare la propria parola d'onore, giurare in modo solenne. 2 Gloria, vanto. ~ orgoglio. <> infamia. • a onor del vero, a dire la verita. 3 Privilegio riservato a pochi. 4 Castita, pudore. • e una donna d'onore. 5 Dignita molto elevata. 6 Piacere. • gli faceva onore con quella visita.
sm. 1 honour. 2 (in onore) in honour. 3 (a onor del vero) to tell the truth.
lat. honos,-oris.
• Il dado e tratto. Frase pronunciata da Giulio Cesare mentre passava il Rubicone.
\Onore Comune in provincia di Bergamo (694 ab., CAP 24020, TEL. 0346).
\Onore perduto di Katharina Blum, L' Romanzo di H. Boll (1974). Il romanzo e ispirato alla cronaca. In una nota premessa al testo, l'autore afferma: "I personaggi e la vicenda del racconto sono liberamente inventati. Se nella descrizione di certe pratiche giornalistiche dovesse emergere una somiglianza con le pratiche adottate dalla Bild Zeitung, queste somiglianze non sono ne intenzionali ne casuali, ma inevitabili." Katharina Blum, protagonista dell'opera, e una giovane e bella governante, la quale come secondo lavoro si occupa del buffet in occasione di ricevimenti e di feste. Mantiene un comportamento modesto e, poiche rifiuta le avances degli uomini, viene definita "la suora". Durante una festa di carnevale, la donna si innamora di un giovane, ricercato dalla polizia per attivita illegali. Ella lo aiuta a fuggire. Con questa azione si viene a trovare al centro di una vicenda sensazionale, gonfiata da un grande giornale scandalistico. Quotidianamente vengono pubblicati resoconti, nei quali Katharina viene definita "moglie dell'assassino" e "amante del fuorilegge". L'ossessivo attacco e l'impatto violento delle accuse del giornale, viene reso dall'autore con le occorrenze della parola giornale scritte in tutte lettere maiuscole (ZEITUNG). Braccata in continuazione e fatta oggetto di lettere anonime e telefonate offensive, Katharina viene a trovarsi in una situazione insostenibile. Ormai ossessionata, uccide il giornalista Werner Totges.
Il romanzo puo essere considerato un atto d'accusa contro i metodi di certa stampa che per montare un colpo giornalistico non esita ad annientare una persona innocente. E considerato l'attacco piu violento dell'autore contro un'istituzione e contro i pericolosi comportamenti da essa adottati.
\onorevole, agg., sm. e sf. agg. 1 Titolo che spetta ai membri del parlamento. 2 Degno di onore. • era senza ombra di dubbio una persona onorevole. 3 Di cosa che da o fa onore. • cercavano una soluzione onorevole per entrambi.
sm. e sf. Parlamentare. • gli onorevoli della minoranza fecero mancare il numero legale per la votazione.
agg. honourable. sm. e sf. member of parliament.
lat. honorabilis.
\onorevolmente, avv. In modo onorevole.
\onorificenza, sf. Decorazione, titolo dato in segno d'onore.
sf. honour, decoration.
\onorifico, agg. (pl. m.-ci) Conferito a titolo d'onore.
agg. honorary.
lat. honorificus.
\Onorio Nome di papi e antipapi.
Onorio I
(?-Roma 638) Papa dal 625. Diffuse il cristianesimo tra i longobardi e in Inghilterra.
Onorio II antipapa
(?-Parma 1072) Antipapa nel 1061, opposto ad Alessandro II.
Onorio II
(Fagnano d'Imola-Roma 1130) Papa dal 1124. Appoggio Lotario II contro Corrado III e riconobbe a Ruggero II il ducato di Puglia.
Onorio III
(?-Roma 1227) Cencio Savelli, fu papa dal 1216. Incorono Federico II imperatore e approvo gli ordini domenicano e francescano.
Onorio IV
(Roma 1210-1287) Giacomo Savelli, fu papa dal 1285.
\Onorio, Flavio (Costantinopoli 384-Ravenna 423). Imperatore d'occidente. Figlio di Teodosio I, gli succedette nel 395, mentre il fratello Arcadio diventava imperatore d'oriente. Inizialmente fu suo tutore il generale vandalo Stilicone che nel 402 a Pollenza sconfisse i visigoti. Nel 402 porto la capitale dell'impero a Ravenna. Fatto uccidere Stilicone, Onorio fu sconfitto da Alarico che nel 410 saccheggio Roma con i suoi visigoti. Nel 421 diede la sorella Galla Placidia in sposa al generale Costanzo, che associo al regno e che riusci a sconfiggere Ataulfo, successore di Alarico, spingendolo in Spagna.
\Onsager, Lars (Oslo 1903-Miami 1976) Chimico statunitense. Di origine norvegese, compi importanti studi di temodinamica e fu insignito del premio Nobel nel 1968.
\onta, sf. Vergogna, disonore. ~ infamia.
sf. 1 shame. 2 (affronto) affront.
franc. honte, dal german. haunitha beffa.
\ontaneto, sm. Terreno piantato a ontani.
\ontano, sm. Angiosperma (Alnus) della famiglia delle Betulacee e dell'ordine delle Fagali. Ne esistono varie specie; in Italia sono presenti le varieta nera (Alnus glutinosa) e verde (Alnus viridis).
sm. alder.
\Ontario Provincia (1.068.000 km2, 9.546.000 ab., capoluogo Toronto) canadese. Confina a nord con la baia di Hudson e la baia di James, a est con la provincia di Quebec, a sud con i Grandi Laghi e a ovest con la provincia di Manitoba. Il territorio e pianeggiante a nord, attraversato da numerosi fiumi e caratterizzato dal clima freddo e dalla vegetazione tipica della tundra, mentre a sud e piu ondulato e coperto da foreste. Le citta piu importanti sono, oltre al capoluogo, Ottawa, Kingston, Sudbury e Thunder Bay. Le principali risorse economiche sono l'agricoltura, con le coltivazioni di cereali, prodotti ortofrutticoli e tabacco, le foreste e i giacimenti minerari di oro, argento, rame, nichel, uranio, cobalto, platino e ferro. Importanti le centrali idroelettriche e le industrie chimiche, meccaniche, alimentari e le raffinerie. Fu esplorata dai francesi nel XVII sec. e passo all'Inghilterra nel 1763. Nel 1867 entro a far parte della confederazione canadese.
Lago Ontario
Lago dell'America settentrionale, e il piu piccolo (18.941 km2) dei Grandi Laghi. La sponda settentrionale appartiene al Canada, mentre quella meridionale allo stato di New York, degli Stati Uniti d'America. Il principale immissario e il fiume Niagara, mentre l'emissario principale e il San Lorenzo. E navigabile per la maggior parte dell'anno e accoglie numerose strutture portuali a Toronto, Kingston, Orchestre e Hamilton.
\ontico, agg. (pl. m.-ci) Nel linguaggio esistenzialistico e relativo alla conoscenza di oggetti specifici e delle loro proprieta empiriche senza riferirsi al loro essere originario.
\ontogenesi, sf. L'insieme delle fasi di sviluppo dell'individuo.
\ontogenetico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne l'ontogenesi.
\ontologia, sf. (pl.-gie) Branca della filosofia che studia il concetto dell'essere in se stesso.
\ontologicamente, avv. Dal punto di vista dell'ontologia.
\ontologico, agg. (pl. m.-ci) Che riguarda l'essere in quanto tale.
\ontologismo, sm. Filosofia che imputa alla mente umana una conoscenza originaria, immediata dell'essere assoluto.
\ONU Sigla dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Erede della Societa delle nazioni, fu fondata a San Francisco nel 1945 da Stati Uniti d'America, URSS, Gran Bretagna, Francia e Cina. Dal 1951 ha sede a New York e la sua struttura e costituita da sei organismi fondamentali: l'assemblea generale, il consiglio di sicurezza, il consiglio economico e sociale, il consiglio di amministrazione fiduciaria, la corte internazionale di giustizia e il segretariato. L'assemblea generale e composta dai rappresentanti di tutti i paesi membri: elegge dieci membri del consiglio di sicurezza, in carica per due anni, che si aggiungono ai cinque rappresentanti permanenti dei paesi fondatori, ed elegge il segretario generale. Gli scopi dell'organizzazione sono il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale e lo sviluppo della cooperazione economica, sociale e culturale dei popoli.
\onusto, agg. Carico.
\Onzo Comune in provincia di Savona (229 ab., CAP 17030, TEL. 0182).
\oo- Primo elemento di parole composte che nella terminologia scientifica significano uovo.
dal greco oion.
\oofago, agg. (pl. m.-gi) Relativo a quegli Insetti che depositano le loro uova all'interno di quelle di altri Insetti; per questa ragione vengono impiegati nella lotta biologica contro gli Insetti dannosi.
\oogonio, sm. Cellula in cui si forma il gamete femminile.
\oolite, sf. 1 Denominazione in uso in Inghilterra per indicare i piani geologici del Baiociano e del Batoniano. 2 Aggregato globulare formato da un nucleo e da un involucro a strati concentrici.
\Oomicetidi, o Oomiceti Sottoclasse di Funghi Mastigomiceti a ife non settata, che comprende quattro ordini.
\OOMM Sigla di Opere Marittime.
\OOP In informatica e la sigla di Object Oriented Programming (programmazione orientata agli oggetti). Si tratta di una tecnica di programmazione che unisce in un'entita logica (l'oggetto) i dati e le procedure per agire sull'entita stessa.
\OOPP Sigla di Opere Pubbliche.
\OORR Sigla di Ospedali Riuniti.
\Oort, Jan Hendrick (Franeker 1900-Leida 1992) Astronomo olandese, fu autore di una famosa teoria relativa all'origine delle comete (nube di Oort). Riusci a individuare la corretta posizione del Sole nella nostra galassia e la forma a spirale della stessa grazie a misure accurate delle emissioni radio.
\oosfera, sf. Gamete femminile che genera lo zigote dopo essere stato fecondato.
\oospora, sf. Zigote generato dalla fecondazione di una oosfera nelle Alghe e nei Funghi.
\OOSS Sigla di Organizzazioni Sindacali.
\ooteca, sf. Contenitore che racchiude le uova degli Insetti blatteri e ortotteri.
\oozoide, o oozoite, sm. Soggetto sterile di una colonia animale che per gemmazione origina i blastozoidi.
\OP Sigla di Ordine dei Predicatori.
\op la, inter. Incitamento a compiere un salto.
\op. cit. Abbreviazione della locuzione latina OPere CITato con cui si rinvia a un'opera citata in precedenza.
\opa, sf. In borsa, acquisto di azioni tramite offerta pubblica a prezzo prefissato.
\opacamente, avv. 1 Senza espressivita. 2 Ottusamente.
\opacita, sf. 1 Mancanza di vivacita. 2 L'essere opaco. 3 In astronomia uno dei numerosi parametri con i quali e possibile classificare una stella in base alla sua struttura.
lat. opacitas,-atis.
\opacizzante, sm. Sostanza inserita in uno smalto o in una miscela vetrificabile per poter opacizzare il materiale.
\opacizzare, v. v. tr. Rendere opaco.
v. rifl. Il diventare opaco.
\opaco, agg. (pl. m.-chi) 1 Che non lascia passare la luce. ~ torbido. • i vetri opachi erano fastidiosi in certi frangenti. 2 Privo di lucentezza. ~ annebbiato, offuscato. <> terso, trasparente. 3 Che non lascia passare le radiazioni. • il piombo e un materiale opaco ai raggi X. 4 Poco brillante. <> lucido. • una prova opaca, segno la fine della sua partecipazione al mondiale.
agg. 1 opaque. 2 (senza lucentezza) dull.
lat. opacus.
\opale, sm. Minerale composto di ossido idrato di silicio, di colore variabile, e lucentezza vitrea o cerosa. Le varieta piu pregiate, usate come pietre preziose, sono le opali nobili, dai riflessi rossi o multicolori e spesso iridescenti. Altre varieta sono la ialite, l'opale xiloide e l'idrofane.
sm. opal.
\opalescente, agg. Che ha iridescenze e semitrasparenza, come l'opale.
\opalescenza, sf. Aspetto latteo di una sostanza solida o liquida.
\opalina, sf. 1 Tipo di vetro opalescente. 2 Stoffa di cotone rada e leggera. 3 Cartoncino lucido per biglietti da visita.
\opaline, sf. od opale, sm. Vetro bianco opacizzato.
\Opalinidi Ordine di Protozoi Flagellati che parassitano l'intestino di Anfibi, Rettili e Pesci.
\opalino, agg. 1 Simile all'opale. 2 Che ha colore giallo e azzurro.
\Oparin, Alexsandr Ivanovic (Uglic 1894-Mosca 1980) Biochimico russo. Formulo una celebre ipotesi sull'origine della vita sulla Terra.
\opcit Sigla di opera citata.
\ope legis, loc. agg. Di effetto, che e conseguenza della diretta applicazione di una norma di legge.
\OPEC Sigla della Organization of the Petroleum Exporting Countries (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio), costituita a Baghdad nel 1960 e con sede a Vienna. I membri fondatori furono Arabia Saudita, Iran, Iraq, Kuwait, Venezuela e successivamente entrarono a farne parte Algeria, Ecuador, Emirati arabi uniti, Gabon, Indonesia, Libia, Nigeria e Qatar. Il coordinamento ha provocato all'inizio degli anni '70 il rincaro dei prezzi del petrolio, con la conseguente crisi dei paesi consumatori industrializzati. Le strategie di contenimento dei consumi e la debolezza dell'organizzazione ha permesso di uscire dalla cosiddetta crisi petrolifera.
\Opel Fabbrica di automobili tedesca fondata da Adam Opel nel 1862. Dal 1929 fa parte del gruppo della General Motors Corporation.
\open, agg. invar. Detto di competizione sportiva cui possono partecipare sia i professionisti che i dilettanti.
\open space, loc. sost. m. invar. Espressione utilizzata in architettura per indicare ambienti (d'ufficio o a uso abitativo) in cui non esistono pareti divisorie.
\opera, sf. 1 Attivita rivolta a uno scopo. ~ impresa, lavoro. 2 Risultato, effetto. ~ risultanza. 3 Rappresentazione musicale nella quale i personaggi si esprimono attraverso il canto in un ambito teatrale. ~ componimento.
sf. 1 work. 2 (azione) deed, action. 3 (mus.) work, opera. 4 (istituzione) institution.
lat. opera.
• Nonostante l'origine dell'opera possa essere fatta risalire alle sacre rappresentazioni, la data di nascita dell'opera viene fissata nel 1594 con la dafne di O. Rinuccini, con musica di J. Peri e J. Corsi. Nelle opere di C. Monteverdi inizio la maturazione del modello melodrammatico (Orfeo, 1607; Arianna, 1608; L'incoronazione di Poppea, 1642). L'opera si diffuse poi a Napoli, e quindi in Austria, Germania e Inghilterra e i principali esponenti dell'epoca furono l'allievo di Monteverdi F. Cavalli e G. B. Lulli, J. P. Rameau, J. J. Fux, H. Schutz e G. F. Handel. Inizio anche la differenziazione di diversi tipi di opera, dall'opera buffa degli italiani G. B. Pergolesi e D. Cimarosa, all'opera seria di H. Purcell, G. F. Handel e alle innovazioni di C. W. Gluck. Il genio di W. A. Mozart riusci nella sintesi dei diversi generi creando capolavori che aprirono la strada all'opera romantica. Nel XIX sec. si svilupparono due filoni. Da un lato la sintesi dell'opera italiana di G. Rossini e, passando per V. Bellini e G. Donizetti, il dramma popolare verdiano per giungere all'opera verista di G. Puccini, P. Mascagni e Leoncavallo; dall'altro l'opera romantica tedesca di C. M. Weber e R. Wagner. In Francia invece il XIX sec. vide la nascita della grand-opera (D. F. Auber) e lo sviluppo prima di G. Gounod e J. Masssenet e poi di G. Bizet e C. Debussy. Nel nostro secolo vale la pena menzionare compositori come A. Schonberg, A. Berg, I. Stravinskij, A. Honegger, R. Strauss, P. Hindemith, I. Pizzetti, L. Berio, G. Manzoni, H. Pousseur, G. Menotti, S. Bussotti e L. Nono.
\Opera (comune) Comune in provincia di Milano (13.245 ab., CAP 20090, TEL. 02). Centro industriale (prodotti alimentari, chimici, tessili e meccanici). Gli abitanti sono detti Operesi.
\Opera (musica) Rappresentazione in tre atti di L. Berio, testo proprio (Santa Fe, 1970). Opera (Theatre de) Il piu importante teatro lirico francese. Costruito da C. Garnier a Parigi e oggi adibito a uso esclusivo della danza.
\Opera al nero, L' Romanzo di M. Yourcenar (1968).
\Opera aperta Saggio di U. Eco (1962).
\Opera da tre soldi, L' Dramma in 3 atti, in versi (19 canzoni e un prologo) e prosa, di B. Brecht (1928) con musica di Kurt Weill. L'azione si svolge verso l'inizio del secolo nel quartiere malfamato di Soho a Londra. Macheath, capo di una banda, sposa in segreto Polly, figlia di Peachum. Questi lo denuncia per avergli portato via la figlia. Arrestato, Macheath fugge dal carcere; arrestato una seconda volta, dovrebbe essere impiccato. A sorpresa, la regina gli concede la grazia, un castello e una pensione.
Rifacimento in chiave grottesca dell'Opera dei mendicanti di John Gay (1728). La vita dei delinquenti e degli emarginati e per Brecht la metafora della societa borghese. La musica di Weill e stata composta su precisa indicazione di Brecht. Utilizzando motivi del jazz, del cabaret e della tradizione liederistica, essa mette in risalto il contenuto testuale e ha contribuito a creare un capolavoro del teatro musicale.
Opera da tre soldi, L'
Film drammatico, tedesco (1931). Regia di Georg Wilhelm Pabst. Interpreti: Rudolph Forster, Carola Neher, Fritz Rasp. Titolo originale: Die Dreigroschenoper
\Opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilita tecnica, L' Saggio di W. Benjamin (1936).
\Opera dei congressi Organizzazione cattolica fondata nel 1874 da dirigenti della Societa della gioventu cattolica per consolidare la cultura cattolica nella societa liberale. Inizialmente tenne una posizione intransigente, coerente con il divieto alla partecipazione dei cattolici alla politica nazionale in forma organizzata. Per i dissidi interni tra i settori conservatori e quelli progressisti, fu sciolta nel 1904 da papa Pio X.
\Opera del mendicante, L' Satira del melodramma di J. Gay (1728).
\Opera di Rabelais e la cultura popolare medioevale e rinascimentale, L' Saggio letterario di M. M. Bachtin (1965).
\opera omnia, loc. sost. f. invar. Raccolta di tutte le opere di un solo autore.
\Opera prima Opera di poesia di G. Papini (1917).
\opera-ballet, sm. invar. Genere di spettacolo musicale francese in cui le danze sono inframmezzate da episodi cantati. Gli atti sono basati su soggetti diversi che hanno pero un tema comune.
\operabile, agg. Che si puo operare.
\operabilita, sf. L'essere operabile.
\Opera-comique (Theatre de) Il piu importante teatro lirico francese dopo l'Opera, e oggi utilizzato per l'opera-comique.
\operaio, sm. Chi esercita un'attivita lavorativa manuale. ~ lavoratore, salariato.
sm. worker.
Movimento operaio
Complesso delle attivita organizzative e di lotta della classe operaia. Ebbe origine dalla rivoluzione industriale e dall'avvento del capitalismo, che provocarono la concentrazione di grandi masse di operai, tra le quali si sviluppo una coscienza di classe, anche per il diffondersi delle ideologie socialiste e comuniste. Fin dai primi anni del XIX sec. le rivendicazioni del movimento operaio investivano i miglioramenti economici e sociali da una parte e il desiderio di un radicale rinnovamento dello stato dall'altra. All'ottenimento dei miglioramenti contribuirono le organizzazioni sindacali, mentre le organizzazioni politiche dei lavoratori portarono alla nascita di partiti rappresentanti, attraverso i quali il movimento operaio venne coinvolto con il governo dello stato in Europa occidentale o assunse direttamente il potere in URSS, Repubblica popolare cinese e paesi dell'Europa orientale.
\operaismo, sm. Tendenza a dare esclusiva importanza alle esigenze dei lavoratori dell'industria.
\operante, agg. 1 Che opera, che e divenuto esecutivo. ~ operativo. <> inoperante. 2 Efficace. ~ valido. <> scaduto.
\operare, v. v. tr. 1 Fare, realizzare, ~ compiere, porre in essere. 2 Sottoporre a intervento chirurgico. 3 Ricamare disegni su stoffa.
v. intr. 1 Agire, fare. ~ occuparsi. 2 Influire. 3 Condurre operazioni belliche. 4 Eseguire un intervento chirurgico.
v. tr. 1 to perform, to do, to make. 2 (med.) to operate. v. intr. to work, to operate.
lat. operari, deriv. da opus,-eris lavoro.
\operativita, sf. L'essere operante.
\operativo, agg. 1 Relativo all'esecuzione di qualcosa. ~ fattivo. <> improduttivo. • il piano operativo di recupero dell'azienda sembrava funzionare. 2 Che produce effetti. 3 Che e in fase esecutiva. 4 Attinente a operazioni militari. • la manovra operativa di accerchiamento falli miseramente. 5 Pratico. • scienza operativa.
agg. operating, operative.
lat. tardo operativus.
\operato, agg. e sm. agg. 1 Relativo a organo o persona sottoposta a intervento chirurgico. • l'organo operato sembrava aver ripreso pienamente le sue funzionalita. 2 Detto di tessuto fatto con disegni.
sm. 1 Opera, comportamento. ~ condotta. • il suo operato non aveva l'approvazione di tutti. 2 Chi ha subito un'operazione chirurgica. 3 Di tessuto, carta o cuoio lavorati in rilievo.
\operatore, agg. e sm. agg. Che opera.
sm. 1 Addetto al funzionamento di macchine e strumenti. 2 Chi opera.
sm. operator.
• In matematica e il simbolo di un'applicazione che determina l'operazione da eseguire sugli elementi di un determinato insieme. La natura di un operatore dipende dal numero e dalla natura degli operandi (operatore unario o binario, operatore logico, algebrico, vettoriale ecc.). Ad es. gli operatori lineari sono le applicazioni A tra spazi vettoriali che soddisfino le proprieta A(x + y) = Ax + Ay e A(kx) = kA(x).
\operatorio, agg. Relativo a un'operazione chirurgica.
agg. operating.
\operazionale, agg. Relativo alle operazioni o agli operatori.
Amplificatore operazionale
Amplificatore usato per operare linearmente (derivazione e integrazione) sui segnali.
\operazione, sf. 1 Intervento chirurgico. 2 Azione che mira a uno scopo. ~ azione, iniziativa. 3 Calcolo aritmetico. 4 Azione di guerra. ~ campagna.
sf. operation.
lat. operatio,-onis.
• In matematica e il procedimento che agisce su due o piu enti detti operandi, generando un ente detto risultato, che puo appartenere (operazione interna) o meno (operazione esterna) allo stesso insieme degli operandi. Nel caso di un'operazione interna, si dice che l'insieme degli operandi e chiuso rispetto all'operazione stessa. Le operazioni sono anche distinte in funzione del numero di operandi, e le piu diffuse sono le operazioni binarie, ovvero tra due elementi, come la somma, la sottrazione, la moltiplicazione ecc.
In medicina l'operazione chirurgica e l'atto curativo, cruento o incruento eseguito con tecniche strumentali o manuali. Le operazioni incruente non prevedono sanguinamento (riduzione delle fratture, riduzione delle lussazioni ecc.) mentre le operazioni cruente prevedono l'incisione di tessuti di rivestimento come la cute o le mucose con conseguente perdita di sangue.
\Operazione Apfelkern Film di guerra, francese (1946). Regia di Rene Clement. Interpreti: attori non professionisti Titolo originale: La bataille du rail
\Operazione sottoveste Film commedia, americano (1959). Regia di Blake Edwards. Interpreti: Cary Grant, Tony Curtis, Arthur O'Connell. Titolo originale: Operation Petticoat
\opercolare, agg. Detto di un tipo di deiscenza che si manifesta per distacco di un opercolo.
Ossa opercolari
Ossa dermiche che formano l'opercolo nei Pesci Actinopterigi.
\opercolo, sm. Nome generico di ogni parte mobile che chiuda un'apertura in un organismo.
\Opere e dramma Saggio di R. Wagner (1851).
\Opere e i giorni, Le Poema di Esiodo (VIII-VII sec a. C.).
\Opere mistiche Opera di teologia di Meister Eckhart (1290-1327).
\Operetta Dramma di W. Gombrowicz (1966).
\operetta, sf. 1 Breve componimento letterario. 2 Rappresentazione teatrale di contenuto leggero. • l'operetta italiana riscuoteva continui consensi; eroe da operetta, poco serio, frivolo.
sf. light opera, operetta.
dimin. di opera.
\Operette morali Opera di filosofia di G. Leopardi (1827, 1834 e postuma 1845).
\operettistico, agg. (pl. m.-ci) Relativo all'operetta musicale.
\operistico, agg. (pl. m.-ci) Relativo all'opera musicale.
\operon, o operone, sm. Complesso funzionale formato da un gruppo di geni strutturali, che hanno l'informazione per sintetizzare un gruppo di enzimi, e un gene operatore, che consente l'attivita dei suoi geni strutturali solo quando questa e utile alla cellula.
\operosamente, avv. In modo operoso, con attivita intensa.
\operosita, sf. L'essere operoso.
lat. operositas,-atis.
\operoso, agg. Che svolge il proprio lavoro con notevole impegno. ~ laborioso. <> inoperoso.
agg. active, busy.
lat. operosus.
\ophioglossum, sm. invar. Genere di piccole Pteridofite cosmopolite che appartengono alla famiglia delle Ofioglossacee.
\Ophuls, Max (Saarbrucken 1902-Amburgo 1957) Pseudonimo del regista tedesco Max Oppenheimer. Esordi in teatro, dapprima come attore e poi come regista. Passo al cinema nel 1932 con il film La sposa venduta tratto da B. Smetana. Tra le altre opere La signora di tutti (1934) e Lola Montes (1955).
\Opi Comune in provincia di L'Aquila (534 ab., CAP 67030, TEL. 0863).
\opificio, sm. Stabilimento industriale. ~ fabbrica, industria.
sm. factory.
\opilione, sf. Aracnide (Phalangium opilio) della famiglia dei Falangidi e dell'ordine degli Opilionidi. Misura circa 8 mm; la femmina fecondata talvolta divora il maschio.
\Opilionidi Ordini di Aracnidi che presentano l'addome e il cefalotorace fusi insieme e hanno zampe lunghe ma fragili.
\opimo, agg. Grasso, abbondante.
\opinabile, agg. Che comporta un'opinione personale. ~ discutibile, controvertibile. <> inopinabile.
lat. opinabilis, deriv. da opinari credere.
\opinare, v. tr. e intr. Pensare, avere un'opinione. ~ ipotizzare.
lat. opinari.
\Opinio, Lucio Console romano dal 121 a. C. In opposizione a Gaio Gracco, diresse le operazioni che portarono alla sua morte.
\opinion maker, loc. sost. m. invar. Termine con cui si indica una persona che puo esercitare una forte influenza sul pubblico che lo segue, indirizzandone persino le convinzioni.
Primo elemento di parole composte che nella terminologia scientifica significano indietro.
dal greco opisthen.
\opinione, sf. 1 Convinzione. ~ idea. • era sua opinione che bisognasse agire al piu presto. 2 Concetto soggettivo. ~ tesi. • opinione pubblica, il pensiero della maggioranza delle persone. 3 Considerazione. ~ stima, reputazione. • l'opinione generale su di lui era scarsa.
sf. opinion.
lat. opinio,-onis, deriv. da opinari credere, supporre.
• La matematica non e un'opinione. Frase di Filippo Mariotti usata per esprimere che in certe circostanze non si puo negare l'evidenza dei dati numerici.
\Opinioni di un clown Romanzo di H. Boll (1963).
\opinionista, sm. e sf. Autore di commenti su fatti politici e di costume.
sm. e sf. columnist.
\opistion, sm. invar. Punto craniometrico posto nel punto mediano del bordo posteriore del foro occipitale.
\Opistobranchi Classe di Molluschi Gasteropodi ermafroditi principalmente marini.
\opistocele, agg. e sm. agg. Di vertebra, caratteristica di alcune famiglie di Anfibi Anuri, la cui superficie articolare posteriore e concava.
sm. Al plurale, sottordine di Anfibi Anuri dalle vertebre opistoceli.
\Opistocomidi Famiglia di Uccelli galliformi di cui fa parte l'hoazin.
\opistocomo, sm. Genere di Uccelli galliformi a cui appartiene la sola specie Opisthocomus hoazin i cui individui, che vivono su alberi e arbusti delle foreste del sud America, hanno piumaggio bruno con un ciuffo di lunghe penne sul capo.
\opistodomo, sm. La parte posteriore del tempio greco di solito aperta verso l'esterno. <> pronao.
\Opistopori Ordine di Anellidi oligocheti che hanno i testicoli contenuti nell'ultimo segmento e i pori genitali maschili posteriori a tale segmento.
\opitergino, agg., sm. e sf. agg. Di Oderzo.
sm. e sf. Chi e nato o abita a Oderzo.
\Opla, noi viviamo! Dramma di E. Toller (1927).
\oplita, sm. Nell'antica Grecia, soldato con armatura pesante.
\Oplocaridi Superordine di Crostacei Malacostraci a cui appartiene il solo ordine degli Stomatopodi.
\Oplonemertini Ordine di nemertini enopli con proboscide armata.
\Opole Citta (130.000 ab.) della Polonia, nell'Alta Slesia. Capoluogo del voivodato omonimo.
\opossum, sm. Nome comune di Marsupiali americani o australiani appartenenti alla famiglia dei Didelfidi. Il Didelfis marsupialis, o opossum della Virginia, ha le dimensioni di un grosso gatto ed e dotato di coda prensile, muso appuntito, orecchie grandi e pelo morbido formato da peli duri e rigidi. E carnivoro (caccia soprattutto roditori, piccoli mammiferi, uccelli ecc.), vive prevalentemente sugli alberi (predilige le zone boscose) e la madre porta per un certo periodo la prole sul dorso. Viene allevato per la sua pelliccia pregiata, color grigio chiaro nella parte inferiore, grigio bruno in quella superiore con la punta del pelo bianco giallastra e con grandi punti bianchi brillanti.
\opoterapia, sf. 1 Terapia che utilizza preparati che si ottengono con succhi estratti da organi. 2 Trattamento che si serve di organi o principi attivi estratti da un animale sano per sopperire la mancanza o l'insufficienza dell'organo corrispondente nell'uomo.
\Oppeano Comune in provincia di Verona (6.971 ab., CAP 37050, TEL. 045).
\Oppenheimer, Robert Julius (New York 1904-Princeton 1967) Fisico statunitense. Collaboro con M. Born nell'elaborazione della teoria quantistica. Nel 1943 divenne direttore dei laboratori di Los Alamos, dove contribui alla costruzione della prima bomba atomica. Nel dopoguerra divenne membro della commissione per l'energia atomica della quale fu anche presidente, ma ne fu allontanato per la sua opposizione al progetto e alla realizzazione della bomba all'idrogeno. Nel 1954 fu sottoposto a un'inchiesta e fu riabilitato solo nel 1963.
\Oppi, Ubaldo (Bologna 1889-Vicenza 1946) Pittore. Tra le opere I chirurghi (1926, Vicenza, Museo Civico).
\oppiaceo, agg. Che contiene oppio.
\oppiare, v. tr. Addormentare con oppio.
\oppiato, agg. e sm. agg. Mescolato con oppio.
sm. Farmaco contenente oppio.
\Oppido Lucano Comune in provincia di Potenza (4.004 ab., CAP 85015, TEL. 0971).
\Oppido Mamertina Comune in provincia di Reggio Calabria (6.252 ab., CAP 89014, TEL. 0966).
\oppidum 1 Nell'antica Roma, luogo fortificato. ~ fortezza. 2 Citta circondata da mura. 3 Citta.
\oppio, sm. Droga contenente circa venticinque alcaloidi come morfina, codeina, papaverina ecc. e dotata di proprieta ipnotiche e stupefacenti che puo indurre assuefazione. Si ricava incidendo le capsule immature del Papaver somniferum e condensando il succo ottenuto.
sm. opium.
Guerra dell'oppio
Fu combattuta da Inghilterra e Cina dal 1840 al 1842 e fu causata dal divieto cinese di importazione di oppio. La Cina fu sconfitta, ma da 1856 al 1860 si combatte nuovamente, in realta per garantire l'accesso commerciale inglese.
\oppioide, agg. e sm. Composto chimico, solitamente alcaloide, che presenta proprieta uguali a quelle dell'oppio.
\oppiomane, agg. e sm. Che, chi e affetto da oppiomania.
\oppiomania, sf. Vizio di usare oppio.
\Oppland Contea (183.000 ab.) della Norvegia centro-meridionale. Capoluogo Lillehammer.
\opponente, agg., sm. e sf. Che, o chi, fa opposizione.
agg. opposing. sm. e sf. opponent.
\opponibile, agg. Che si puo opporre.
\opporre, v. v. tr. Contrapporre. ~ contestare.
v. rifl. Assumere una posizione opposta. ~ contrastare.
v. tr. to oppose.
\opportunismo, sm. Modo di agire senza tener conto di principi o ideali, ma al solo fine di trarne il massimo vantaggio.
Il desiderio di autonomia dei Crass non trovo vita facile. Fu proprio il primo disco a firma Crass Records (1979) a provocare le prime perquisizioni poliziesche: "Poco dopo l’uscita di The feeding of the 5000 per Small Wonder riuscimmo a trovare uno stabilimento disposto a stampare Asylum: riregistrammo il pezzo e lo pubblicammo assieme a Shaved women stampando in casa le copertine ed imponendo un prezzo di vendita di 45 pence." "Questo nostro lavoro venne premiato da una visita a casa nostra di una sezione della buon costume di Scotland Yard e da numerose denuncie per vilipendio alla religione e oscenita (…) che portarono a ispezioni della polizia in tutti i negozi di dischi del paese" . Recitato dalla voce di Eve Libertine su una base fatta di effetti sonori, il testo di Asylum e un duro attacco al patriarcato occidentale attraverso il discorso guida del cristianesimo, collocato in un contesto piu ampio di militarismo e misoginia. La pubblicazione del singolo Reality Asylum oltre alle gia citate denunce per oscenita e perquisizioni poliziesche provoco anche un ammonimento da parte della sezione buoncostume di Scoltand Yard che li avviso del fatto che per quanto fossero formalmente "liberi", non sarebbe stato sconsigliabile ripetere un’avventura simile. Ma "la natura stessa della nostra liberta ci ha invece imposto di ritentare: si mise cosi in moto quella continua serie di vessazioni da parte della polizia nei nostri confronti che dura a tutt’oggi" Oltre ad essere fortemente osteggiati da mass media ed autorita, i Crass ebbero problemi col circuito del music business in generale: "e stato all’incirca in quel periodo che per la prima ed unica volta sono state trasmesse delle nostre canzoni per la radio nazionale da John Peel : da allora la nostra reputazione di bestemmiatori e blasfemi ci ha precluso qualsiasi possibilita di intervento e partecipazione nelle trasmissioni radiofoniche inglesi. (…) sembrava infatti che il dissentire pubblicamente su un argomento come la guerra nelle Falklands fosse inaccettabile da un pubblico che intasava il centralino della BBC con telefonate di protesta."
1.2.4. Un attacco femminista
Reality Asylum non sara l’unico brano ad affrontare tematiche connesse alla discriminazione sessuale. Mossi dal desiderio di "Sferrare un attacco femminista" al fine di spingere le persone a "… imparare a rifiutare i ruoli che ci sono imposti dall’alto, tipo il ‘maschio dominatore’ contro la ‘femmina remissiva’, ruoli finora accettati passivamente" nel 1980 i Crass pubblicarono l’album Penis Envy (invidia del pene). Curato esclusivamente dalla parte femminile del collettivo, l’album affrontava, secondo un punto di vista esclusivamente femminile ma che esulava dai tradizionali schemi "femministi", il ruolo della donna nella societa patriarcale, la sua sessualita e le discriminazioni presenti nella religione cattolica. Penis Envy provoco numerose reazioni sconcertate evidenziando numerosi pregiudizi radicati non solo nei mass media, ma anche negli stessi punks. L’album provoco anche le reazioni della stampa generalmente di sinistra che li accuso di ambiguita e di anti-femminismo "(…) pero tali critiche non hanno senso di esistere a una ragionata lettura dei testi di queste canzoni, continuamente in bilico tra racconti personali e considerazioni politiche" . L’ultimo brano di Penis Envy, intitolato Our Wedding (il nostro matrimonio), venne usato per colpire direttamente la rivista "Loving", rivista rosa per adolescenti "…specializzata nello sfruttamento della solitudine giovanile." . Proposta sotto lo pseudonimo di Creative Recording and Sound Service, la canzone in questione era una parodia di una canzone d’amore ispirata al matrimonio. Stampata in formato 7" flexi venne allegata alla rivista "Loving" che la propose alle proprie lettrici come "un must per il felice giorno del matrimonio". Apparentemente tale, Our Wedding si rivelo in realta come una feroce critica all’istituzione stessa. "Non appena l’inganno venne scoperto l’intera Fleet Street venne scossa, e molte teste caddero nella redazione di "Loving"…"
1.2.5. Contro l’Oi! e gli skinheads
Nella radicalizzazione del loro pensiero politico i Crass ritennero opportuno criticare duramente un altro fenomeno che andava formandosi in quegli stessi anni: il genere musicale Oi! ascoltato prevalentemente dagli skinheads. Propagandato da Garry Burshell, giornalista della autorevole rivista musicale inglese "Sounds", come "…l’unico, il vero punk. (…) Proprio mentre il punk e nato per distruggere le discriminazioni, l’Oi! Music e lo Skunk sono cosi ciechi che le rafforzano." . Le critiche mosse nei confronti degli skinheads riguardano principalmente i gravi disordini, spesso a sfondo razziale, provocate ai concerti e non solo. I Crass spingeranno ancora avanti la loro critica denunciando la strumentalizzazione politica del movimento sulla base di una falsa mitologia della classe operaia. "Affermare che il punk appartiene alla classe operaia significa solo strapparlo dalle sue vere radici, che sono nel rock interclassista rivoluzionario". (non vi e spazio in questa sede per approfondire il movimento skinhead ... Tengo comunque a precisare a quanti non lo conoscano come al suo interno non vi sia solo la corrente nazista di merda o apolitica ma anche quella redskin che politicamente e a sinistra...)
1.2.6. I concerti
I Crass incontrarono numerosi problemi anche nel circuito dei locali: "Fummo cacciati, boicottati, persino banditi dall’allora leggendario Roxy Club : ci dissero che volevano solo ragazzi a posto." In reazione a questa situazione, e con l’intento di diffondere il piu possibile le proprie idee, cominciarono a suonare "…in posti dove nessun altro gruppo aveva mai suonato prima. Circoli di quartiere, tendoni, centri sociali, qualsiasi posto che non fosse stato un club privato, una discoteca o appartenesse al circuito universitario. Centinaia di persone sarebbero state disposte a seguirci in capo al mondo durante i nostri tours per celebrare il reciproco senso di liberta. Abbiamo diviso la nostra musica, film, letteratura, conversazioni, cibo e te." Tal esigenza di esprimersi in luoghi non convenzionali porto all’idea di occupare un posto per potervi organizzare dei concerti alla portata di tutti. Dopo un primo tentativo al Rainbow Club "(…) occupammo lo Zig Zag Club, anch’esso allora sfitto. La notizia di questa seconda occupazione si diffuse per la citta in un baleno, anche perche si era sparsa voce dei pestaggi della polizia al Rainbow. A mezzogiorno parecchie centinaia di persone si erano raccolte dentro e tutt’intorno allo Zig Zag occupato, e nel pomeriggio ebbe inizio un grande concerto collettivo gratuito. (…) con cibo gratis e birra rubata abbiamo celebrato ancora la nostra indipendenza, stavolta assieme a tanti gruppi musicali, il meglio di quello che si poteva davvero chiamare punk. Insieme abbiamo dato vita a un’esplosione di energia durata ventiquattr’ore che ha ispirato decine e decine di eventi simili in tutto il mondo. Avevamo imparato la lezione: lo slogan do it yourself (fatelo da soli) non e mai stato cosi vero come in quel giorno allo Zig Zag Club" I concerti dei Crass si distinsero per il loro impatto e per la totale assenza di diversita fra musicista e spettatore: "Quella prima volta a Norwich i Crass furono sbalorditivi (…) ci colpi la loro spontaneita: prima di suonare, gironzolarono per la sala mezza vuota e dopo ci aspettarono affinche potessimo parlare con loro sorseggiando te. La musica per i Crass era roba vera e si vedeva (…), si puo dire che non abbiano ridotto il concerto alla sua componente materiale ma lo abbiano ampliato in maniera indefinita, cosi da includere il prima e il dopo concerto, il montaggio dell’impianto casereccio rubacchiato, l’allestimento di striscioni e bandiere e la conseguente trasformazione del capannone, l’indossare inquietanti abiti neri paramilitari con fasce rosse, le donne attraenti ma in modo asessuato. Ero intimorito ma nello stesso tempo profondamente attratto. (…) Per la gente del Norfolk era come se fosse sbarcato un gruppo di alieni nella loro contea, proveniente da un universo in cui vigevano regole diverse, che traspirava autenticita." Capaci di sconvolgere anche i punk, i Crass "stimolavano il dubbio" e aggiungevano "un tassello nuovo, un qualcosa di serio." Lo stesso Penny Rimbaud definira i concerti del suo gruppo in questo modo: "Era ben altro che ambiguita, era una contraddizione assoluta, tra il calore, l’apertura mentale eccetera. Di tutti i gruppi punk eravamo i piu meccanici, disumani, terrorizzanti. Eravamo un gran buco nero da cui fuoriusciva una cascata di immagini orribili. Un bombardamento a tappeto, in completo contrasto con il dopo concerto in cui giravamo per la sala mangiando tramezzini e sorseggiando tazze di te. Era proprio questa confusione che metteva in discussione le persone e le invitava a decidere" . Decidere di reagire a tutto cio che gli veniva fatto vedere organizzando proteste, manifestazioni, occupando e via dicendo. Di grande impatto, autogestiti, con un prezzo d’ingresso nettamente inferiore a quello dei concerti offerti dal music business ed organizzati in posti inusuali o addirittura illegali, simili eventi si distinsero anche per la donazione dei profitti a varie cause affini all’ideale anarchico-pacifista. "Nella primavera del 1980 abbiamo partecipato a una serie di concerti a sostegno del fondo di difesa per alcuni anarchici detenuti, definiti paradossalmente Persons unknown (sconosciuti)." Assieme ai soldi ricavati dalla pubblicazione di un disco split 7" col gruppo Poison Girls, i Crass contribuirono anche all’apertura di un circolo anarchico. "La facilita relativa con cui eravamo stati in grado di raccogliere i fondi per il centro anarchico ci fece capire il nostro potere non solo di dare vita a nuove idee, ma anche di riuscire in qualche modo a realizzarle. Veniva davvero molta gente ai nostri concerti, quindi il modo migliore di sfruttare la situazione era il decidere che avremmo esclusivamente suonato in concerto a sostegno di qualche cosa. In tutti gli anni della nostra attivita siamo riusciti a raccogliere fondi per una grande quantita di cause differenti". Non solo: "I soldi ricavati dallo spettacolo precedente sono andati sia a qualche campagna politica marginale (salute mentale e diritti degli animali) sia alla promozione di altri eventi musicali come i free festival (Saranno proprio alcuni dei membri del collettivo dei Crass a partecipare all’organizzazione dei primi festival di Stonehenge). Opposizione e antagonismo attraverso l’attivismo, e attraverso la musica."
1.2.7. Una particolare forma di anarchismo
L’esperienza del circolo anarchico sottolineo un’altra caratteristica peculiare dell’ideologia crassiana. Il centro infatti chiuse a seguito degli attriti fra i "tradizionalisti" del gruppo di Persons Unknown e gli anarcopunks. Il contrasto si svolse prevalentemente su base ideologica: l’anarco-pacifismo proposto dai Crass e rivolto ad una ricerca concreta di autonomia agendo sulla propria vita reale (vivere in una comune, le occupazioni, le autoproduzioni e via dicendo) senza nemmeno fare riferimento alla tradizione storica anarchica, anzi ignorandola: "Nonostante il casino, ci si divertiva enormemente. Nessuno che venisse a seccarti con storie assurde (…), nessuno che voleva sapere come mai anarchia e pace potessero coesistere, nessuno che venisse a romperci i coglioni con lunghi monologhi su Bakunin, che a quel tempo noi si immaginava probabilmente fosse una marca di vodka." Ispirati profondamente dal concetto di azione diretta e nonviolenta, utilizzarono questo modo di agire per risolvere gran parte dei loro problemi nonche per organizzare festival, manifestazioni e sabotaggi. Scopo dei Crass era costruire una "estetica della rabbia" anziche "(…) adottare la strategia degli attivisti anarchici inglesi della generazione precedente, quelli delle Angry Brigade, con le loro cellule terroristiche, le bombe e le rivendicazioni. Pur cercando di rappresentare la rabbia nei loro prodotti culturali, i Crass evitarono le grandi contrapposizioni della politica sottoculturale giovanile del periodo: la destra (il British Movement, il National Front, gli Sham 69, l’Oi!) e la sinistra (il Socialist Workers Party, Rock Against Racism, i Clash). (…) Pensavano che non prendendo posizione (…) sarebbero riusciti a provocare il pubblico senza inquadrarlo, si puo dire percio che i Crass valorizzavano al massimo la loro autonomia." Nonostante il loro immaginario catastrofico e pieno di immagini di alienazione e dominio, il collettivo manteneva un atteggiamento propositivo: "Il futuro per i Crass e un incubo, ma non lo e il futuro che essi auspicano. Attraverso queste composizioni culturali dispotiche viene rappresentata un’utopia politica" . Per quanto il loro modo di comunicare fosse di cosi forte impatto essi specificheranno che "non c’e aggressivita nelle nostre performance, e solo disperazione" . Disperazione per le ingiustizie e le discriminazioni del mondo occidentale, disperazione che nasce dall’amore per la vita: "Alcuni membri del gruppo realizzarono Acts of love (atti d’amore), una raccolta di cinquanta poesie che costituiva un tentativo di dimostrare che l’origine della nostra rabbia era l’amore e non l’odio, e che la nostra idea di individualismo piu che da un egocentrismo sociale bigotto, derivava da una nostra filosofia dell’essere." Lo stesso amore per la vita li portera ad interessarsi dello sfruttamento animale. "L’opporsi al massacro degli animali perpetrato dall’uomo puo restare per alcuni solo un obiettivo che si realizza nella pratica delle azioni dimostrative di una stretta cerchia di obiettori. Chi si sente coinvolto in questi argomenti, sa invece che il problema e molto piu complicato di quanto sembri" . Una dieta vegetariana, azioni di protesta, boicottaggio e veri e propri sabotaggi ai laboratori di vivisezione, azioni di disturbo durante le partite di caccia, atti di vandalismo nelle macellerie e altre azioni simili sono solo alcune delle pratiche adottate e organizzate dai Crass ed ispirate all’azione diretta. Il collettivo riusci "a fare dell’anarchia un movimento popolare di milioni di persone" , la cui influenza continua ancor oggi: "A quel tempo L’A cerchiata era un simbolo che era raramente visto al di fuori di una stretta cerchia di persone interessante a una letteratura anarchica precisa e generalmente noiosa: di li a pochi mesi l’A cerchiata era dappertutto, distintivi, muri di tutta la nazione. In pochi anni quel simbolo si e diffuso in tutto il mondo. Johnny Rotten potra aver dichiarato di esser un anarchico, ma siamo stati noi quelli che da soli siamo riusciti a fare dell’anarchia un movimento popolare di milioni di persone." Contemporaneamente decisero di affiancare all’ideale anarchico una marcata attitudine pacifista: "In quel periodo essendoci resi conto che il CND (Campaign for Nuclear Disarmament – Campagna per il disarmo nucleare) esisteva ancora, sebbene in maniera frustrata ed autocastrata, decidemmo allora di sostenere la sua causa, cosa che il CND era incapace di fare da solo. Da allora, nonostante la derisione della stampa musicale, ai nostri concerti abbiamo sempre appeso la bandiera pacifista." L’impatto di questa nuova forma di anarchismo fu enorme, tanto da creare nuovi e radicali stili di vita. Di facile acquisizione, grazie soprattutto alla sua indifferenza nei confronti dei testi accademici, e di rilevante concretezza, l’anarco pacifismo dei Crass sara l’esempio portante per la strutturazione e l’evoluzione della cultura DIY. "Un settore sociale nuovo e sino a quel momento inconsapevole veniva cosi a contatto con una forma di pensiero radicale, per raggiungere poi il culmine nelle grandi manifestazioni popolari, marce per la pace e raduni che continuano tuttora. Per questo l’effetto reale dei nostri lavori non va ricercato entro i confini del rock’n’roll, ma nelle menti radicali di migliaia di giovani in tutto il mondo. Dalle reti di Greenham al muro di Berlino, dalle iniziative di Stop The City ai concerti underground in Polonia, il nostro speciale genere di anarcopacifismo, ormai quasi un sinonimo di punk, si e fatto conoscere." "Quasi un sinonimo di punk" afferma Penny Rimbaud. Col tempo il termine punk, che comunque connota anche un fenomeno ben superficiale e commerciale, allora come oggi, cedera il posto ad un termine che descrive meglio questo movimento: do it yourself o, come accade piu spesso recentemente, "cultura DIY".
1.2.8. Thatchergate
Coerentemente al loro ideale pacifista i Crass si scagliarono sin dagli inizi contro la guerra, argomento presente sin dalle loro prime produzioni. L’esercito ed il nucleare rientravano tra i loro "bersagli" preferiti. Ad un certo punto la loro propaganda si acutizzo in seguito ad un evento sconvolgente ed inaspettato: "Durante il 1981 abbiamo registrato Christ – The Album (…), pero, la nostra gioia venne annientata da una grande tragedia: la gran Bretagna andava in guerra. Delle stupidaggini avvenute su un’isola chiamata South Georgia, un posto del quale nessuno aveva mai sentito parlare, portarono a gravi scontri su di un gruppo di isole chiamate Falkland, un posto del quale pure nessuno aveva mai sentito parlare. (…) Mentre centinaia di ragazzi morivano, le nostre canzoni, i nostri volantini, parole e idee immediatamente sembrava avessero perso significato." In un contesto dove "le proteste contro la guerra erano virtualmente inesistenti (e) il dissenso veniva zittito" i Crass pubblicarono un singolo flexi contenente una canzone contro la guerra nelle Falkland. Definiti dalla stampa come "traditori" ricevettero dalla Camera dei Comuni un ammonimento che li invitava a "badare a quanto stavamo facendo". Cosi come accadde precedentemente per il singolo Reality Asylum, essi decisero di continuare la loro opera di controinformazione e nel 1982, non appena terminata la guerra, pubblicarono un altro singolo contenente la canzone How does it feel to be the mother of a thousand dead? (come ci si sente ad essere la madre di mille morti?). La canzone ara un diretto attacco a Margaret Thatcher ritenuta responsabile di avere "…voluto la guerra per pubblicizzare la propria immagine e quella del proprio partito in vista delle imminenti elezioni" . In seguito alla loro propaganda i Crass, oltre a ulteriori denunce, ricevettero grande attenzione da parte dei mass media. Nonostante la situazione fosse gia assai critica, realizzarono segretamente un nastro e lo spedirono anonimamente alle principali testate giornalistiche mondiali. Il nastro provoco un vero e proprio caso giornalistico definito thatchergate. "Si trattava di un nastro veramente ben realizzato, studiato in forma di conversazione tra Reagan e la Thatcher durante la quale veniva ammessa la sua responsabilita diretta nell’affondamento della Belgrado, argomento sul quale la Thatcher aveva imposto il no comment e la conseguente conferma del bombardamento della Sheffield da parte dell’Invincibile, notizia tenuta sino a quel momento segreta. E, visto che c’eravamo, abbiamo inserito una dichiarazione di Reagan nella quale veniva presa in considerazione l’idea di un conflitto nucleare in Europa nel caso fosse messa in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti. Un’ipotesi che probabilmente non e poi cosi assurda" . "Furono usate informazioni non di pubblico dominio, fornite ai Crass da un marinaio che era stato nelle Falkland, compresa l’accusa che la Sheffield (colpita da un missile Exocet) fosse stata effettivamente sacrificata dagli alti gradi della Marina per proteggere la portaerei vicina su cui prestava servizio il principe Andrea." Scoperta da un giornalista la loro responsabilita, i Crass divennero oggetto di numerose interviste da parte di tutto il mondo, interviste alle quali risposero dando sempre opinioni secondo un punto di vista anarchico. Tale attenzione nei loro confronti comincio a far desiderare, tra i membri del collettivo, l’idea di sciogliere il gruppo: "Avevamo finalmente raggiunto una specie di potere politico, eravamo trattati con considerazione e rispetto. Era davvero cio che volevamo? (…) Dopo sette anni di attivita eravamo diventati proprio quello che all’inizio volevamo combattere. (…) Avevamo si trovato una base solida per le nostre idee, ma qualcosa di quelle stesse idee si era come perso per strada. (…) Eravamo divenuti amari proprio dove una volta eravamo gioiosi, pessimisti proprio quando era l’ottimismo la nostra causa." Nel 1984, stanchi delle continue denuncie, perquisizioni, processi e non piu convinti che avesse un senso continuare col gruppo in quanto "… i nostri concerti erano diventati praticamente un’occasione d’intrattenimento qualsiasi" , i Crass decisero di sciogliersi. In realta sin dai primissimi dischi il collettivo era uso riportare una specie di codice cifrato che altro non rappresentava che un conto alla rovescia con scadenza finale proprio l’anno 1984 in chiaro omaggio al famoso romanzo di George Orwell. Ma la realta dei fatti venne vissuta come ancora piu dolorosa dal collettivo: "Era arrivato il 1984, in maniera ancora peggiore di quella profetizzata da Orwell: disoccupazione, sfratti, poverta, fame. Lo stato di polizia era divenuto una realta: se ne sarebbero accorti ben presto i minatori in sciopero. La ‘morte accidentale’ provocata dalla polizia, trasformata ormai in esercito personale della Thatcher, era divenuta un fatto normale, accettato da tutti. L’equilibrio di un’intera societa era appeso al filo di una dittatura egoista e malvagia. La nostra situazione non era delle migliori: siamo stati trascinati in tribunale ancora una volta per una denuncia per oscenita , un processo che ci ha quasi distrutto. Abbiamo i mezzi per non farvi piu parlare, ci hanno detto. Fu durante l’estate di quell’anno che si tenne il nostro ultimo concerto, una serata agitatissima a sostegno dei minatori del Galles in sciopero. Sul palco dichiarammo ancora una volta la nostra ferma intenzione di continuare a combattere per la liberta ma, nel ritornare a casa, quella sera, ci si rese conto che non potevamo piu andare avanti cosi. Il cammino che avevamo intrapreso sembrava giunto a un punto morto. Avevamo bisogno di nuove strade per raggiungere i nostri obiettivi" Formando altri gruppi, mantenendo sempre vivo l’impegno politico-sociale e sostenendo altri gruppi attraverso la Crass Records i membri del collettivo cercarono nuove strade per esprimersi.
1.2.9. Best before 1984?
Sebbene la "parabola dei Crass" (cosi com’e definita da George McKay) duro dal 1978 al 1984, i suoi effetti ebbero un impatto immediato su tutta la scena punk mondiale contribuendo a costruire una nuova comunita profondamente ispirata al principio del do it yourself. Dai primissimi anni ’80 fino ai giorni nostri il DiY e stato alimentato da varie correnti musicali e ideologiche che hanno rafforzato, col passare del tempo, l’idea di autoproduzione e indipendenza dal mercato discografico, unita ad una radicale politicizzazione di impronta anarcopacifista le cui caratteristiche verranno a fondo analizzate nel capitolo ad essa dedicato. Mischiando musica e politica secondo un modo nuovo e slegato da approfondamenti e rimandi accademici, il "facile" anarchismo dei Crass (basato piu sull’azione concreta che sulla teoria) avra un grande impatto su migliaia di gruppi e collettivi in tutto il mondo.
1.3. Lo sviluppo del network DiY punk
Nella sua strutturazione il movimento DIY, coerentemente alla propria linea politica anarchica e quindi "orizzontale", non riconosce nessun leader. Non vi e del resto neanche una particolare storicizzazione del movimento stesso. Nel tentativo di ricostruire il piu fedelmente possibile la sua evoluzione si e scelto di analizzare quei gruppi e collettivi le cui produzioni musicali e culturali hanno avuto un grosso impatto, e riconoscimento, per lo sviluppo della cultura DIY.
3.3.1. Discharge
In Inghilterra grazie all’attivita della Crass Records ebbero la possibilita di esprimersi altri gruppi importanti per l’ideologia anarco-punk che assieme al gruppo "madre" formarono l’asse Crass – Conflict – Poison Girls (gruppo molto attento alle tematiche legate al gender) – Flux of Pink Indians e via dicendo. A questi gruppi vanno aggiunti i Discharge che estremizzarono notevolmente sia l’approccio lirico che musicale: " i Discharge capirono che il punk-rock non poteva piu stare a meta strada. Molti fanno coincidere questa scelta con la nascita dell’hardcore." Il parallelo fra i Discharge e l’hardcore (di cui si parlera piu avanti) non e del tutto casuale: i Discharge porteranno il punk ad essere suonato a velocita, per i tempi, folli accompagnate da testi diretti e aggressivi che li rendevano "…piu di chiunque altro gli interpreti della catastrofe in atto. (…) I Discharge si distinguevano fin da allora per la noncuranza con la quale sapevano maltrattare la storia, per l’estrema disinvoltura con la quale narravano di stragi, catastrofi nucleari, apocalissi incombenti." I testi non vengono piu cantati, ma urlati: un modo di "cantare" che diverra presto popolare sia perche piu adatto alla velocita della musica sia, ed anzi soprattutto, perche meglio rispondente all’urgenza del loro messaggio. I loro dischi si distinsero per le grafiche in bianco e nero riportanti immagini di guerra e distruzione con un occhio sempre critico nei confronti del sistema, della religione, del potere e ogni altra forma di oppressione. Anche il look cambia: prevale il nero su un abbigliamento notevolmente piu trasandato, i capelli si fanno piu lunghi e nelle loro rare foto, il gruppo rifiuta di farsi ritrarre e di fare attivita promozionale, compare anche qualche barba incolta. Con un simile approccio i Discharge costituiranno il precedente piu influente sul movimento grind / crust che piu di ogni altro sara meritorio della radicalizzazione degli ideali "crassiani" all’interno del DIY punk. Dall’analisi dell’esperienza dei Discharge si cominciano a delineare alcune pratiche che diverranno poi molto comuni nel DiY ma che allora erano delle vere e proprie eccezioni. "Fioccano le lettere al fun club, alle quali Cal e soci cercano di rispondere personalmente (…). Regalano pezze della band da cucire sui giubbotti, spiegano i testi delle proprie canzoni, instaurando cosi un rapporto diretto con i fans che, per la prima volta nella storia del rock, anche di quello alternativo, esclude la grande stampa ed i cosiddetti mezzi d’informazione di regime." Pratiche alle quali va aggiunta "…l’abitudine di distribuire personalmente al pubblico i volantini con i testi dei loro brani." In realta gia i Crass e i gruppi della loro etichetta, negli stessi anni, riportavano il proprio indirizzo sui dischi e, lungi dal pensare di avere un fan club, rispondevano personalmente ad ogni lettera. Tal elemento potrebbe a prima vista sembrare irrilevante, e bene notare invece che il network DiY si struttura proprio su una rete di contatti diretti, volantini e fanzines di cui spesso lo scrivere ad un gruppo, per avere piu informazioni al suo riguardo, costituisce un primo importante passo per addentrarvisi. Paradossalmente, pero, l’esperienza dei Discharge fini per essere anche uno di quei tanti esempi di gruppi che, una volta raggiunto un discreto successo, commercializzarono la loro proposta musicale e passarono ad una major perdendo qualsiasi tipo di supporto e d’interesse da parte della scena.
1.3.2. Italia
Intanto in Europa e negli Stati Uniti cominciarono a diffondersi le idee sul DiY e proprio in Italia si trova una scena estremamente politicizzata ispirata all’asse Crass – Discharge e molto legata ai posti occupati: gli squats. Assieme a Olanda (attiva sin dagli inizi con: Larm, BGK e The Ex) e Finlandia (la cui tradizione di gruppi dalle sonorita molto simili a quelle "dischargeane" e famosa ancor oggi: Anti Cimex, Disarm, Kaaos e via dicendo), l’Italia sviluppera un gran numero di situazioni antagoniste ed un particolare suono: l’hardcore / punk italiano, spesso cantato in lingua madre, che rimarra leggendario sino ai giorni nostri. Sono infatti moltissime le fanzines di tutto il mondo che usano l’hc italiano (HC e una comunissima abbreviazione del termine hardcore) come definizione di genere, oltre a dedicarvi ancora articoli (il piu recente e apparso su "Maximum Rocknroll", n° 215, Aprile 2001, USA). L’hc italiano creo una rete totalmente autogestita di autoproduzioni, legata ad alcune occupazioni promosse proprio dai collettivi punk in cerca di posti dove suonare e dove poter organizzare altre attivita socio-politiche. "(…) riteniamo indispensabile cantare in italiano e condurre attivita parallele alla sola attivita musicale (volantini, militanza antimilitarista etc.). sarebbe inutile e senza senso lanciare un messaggio che non sia immediatamente comprensibile da chi ascolta e partecipa." "L’Italia punk / alternativa di quindici anni fa era costituita da una serie di piccoli raggruppamenti locali (una serie di "citta stato" ebbe a dire un compagno anarchico inglese), generalmente cementati da simili gusti musicali, di linguaggio e abbigliamento." Tali "citta stato" ebbero particolare concentrazione nell’Italia centro settentrionale ed in particolare nelle citta di Milano (che ebbe come sede le varie occupazioni del Virus), Bologna (attiva con l’etichetta Attack Punk), Torino (il cui particolare clima di alienazione da citta industriale produrra alcuni fra i gruppi piu intensi), Udine, Roma, Aosta (il gruppo Kina e la sua etichetta Blu Bus) e l’area toscana raccolta sotto la sigla di Gran Ducato Hard Core (GDHC) con sede principale il Victor Charlie di Pisa. Malgrado queste concentrazioni "…dovute principalmente al fatto che in queste citta avevano dei posti, occupati o meno, dove poter tener concerti e quindi aggregare persone" , i vari collettivi seppero collaborare fra loro organizzando iniziative comuni come ad esempio "Pankaminazione", una pubblicazione a diffusione nazionale volta a cercare di informare la scena sulle autoproduzioni e le attivita dei vari collettivi italiani. Anche politicamente la scena italiana ruppe col passato: "(…) le sovrapposizioni e le convergenze tra punks e gli anarchici pre-esistenti (… i tradizionalisti, cosi vennero etichettati!) furono rare e sporadiche" tanto da spingere Sergio Tosato, cantante del gruppo torinese Contrazione, ad affermazioni quali "la nostra e la vostra anarchia forse non s’incontreranno mai" durante il Meeting Internazionale Anarchico di Venezia del settembre 1984 .
1.3.3. HC e XXX
In precedenza si e parlato di hardcore, e bene ora prendere in esame questo particolare movimento. "Comincio tutto a Wahington, D.C. attorno al ‘79-80.I Teen Idles furono probabilmente il primo gruppo abbastanza conosciuto a chiamarsi straight edge e promossero l’idea di uno stile di vita vigile e sobrio all’interno dell’allora decadente scena punk. Oltretutto, in modo da distanziarsi da quei gruppi che, considerati venduti e modaioli, caratterizzavano la nuova ondata punk, inventarono il termine HARDCORE. Hardcore significa appunto i piu estremi ("hard core") fra i punks. Non poseurs (atteggiati) o modaioli ma ragazzi veramente dedicati (…) ad una scena." Si comincia anche a diffondere il concetto di scena intesa come "(…) l’unione spirituale, il radicato senso di fratellanza e sostegno che lega una piccola cerchia di gruppi musicali, quelle band che non si vedono realizzate in effimeri sogni di fama e denaro, ma che vengono appagate dal potere espressivo della musica e della continua ricerca di un proprio stile." La scena non riguarda esclusivamente i gruppi ma tutte le persone coinvolte nel giro hardcore, sia che esse siano attive in qualche modo, sia che siano "semplici" spettatori. L' hardcore immediatamente si diffuse ovunque negli Stati Uniti, in Europa e in altre parti del mondo, divenendo la forma musicale piu adatta ad esprimere il dissenso e la rabbia presente nei testi sempre piu orientati alla critica politico-sociale. Il termine hardcore, che appunto significa estremo, connota un genere musicale che pur mantenendo lo scarno song-writing del punk (un genere musicale fatto per la maggior parte da musicisti dilettanti e notoriamente nato in reazione ai virtuosi gruppi degli anni Sessanta e Settanta, gli unici ad avere effettiva esposizione) raggiungeva ora velocita notevolmente sostenute ed un cantato che diventa urlo. La necessita di dissociarsi dall’attitudine nichilista e autolesionista del punk comunemente inteso (spesso causa di problemi ai concerti e non solo) dara luce ad una particolare forma di hc: lo straight edge. Termine nato dall’omonima canzone di un gruppo di Washington D.C., i Minor Threat (formatisi dalle ceneri dei Teen Idles). L’ideologia straight edge proponeva il dissociarsi dall’uso di bevande alcoliche, sigarette e droghe arricchendosi col tempo di istanze ecologiste e soprattutto vegetariane / vegane. Con la loro etichetta, la Dischord di Ian Mc Kaye cantante e autore dei testi, i Minor Threat produssero i dischi di molti gruppi affini a tale ideologia, contribuendo a creare una forte scena. Anche il look hardcore risulta meno influenzato dalla moda punk. L’esigenza di distinguersi si affaccia anche esteticamente: scompaiono quasi totalmente le creste e i forti colori, in favore di un abbigliamento piu sobrio. Diventano comuni i capelli rasati (soprattutto in ambito straight edge), felpe e pantaloni abbastanza larghi. Questa tendenza ad un abbigliamento piu comodo e anche da ricercarsi nel fatto che molti hc kids erano anche soliti andare in skate board (tanto da formare un particolare sottogenere di HC chiamato proprio skate core). "Minor Threat (l’LP d’esordio) insegno un nuovo modo di fare musica, radicalizzando l’attacco frontale del punk e modificandone in maniera sostanziale l’attitudine violenta ed autodistruttiva: laddove il punk primordiale propagandava in modo piu o meno esplicito l’uso di droghe ed alcool come elemento di ribellione (di cui in definitiva tali strumenti erano l’antitesi) e dove l’odio ed il nichilismo dettavano legge, i Minor Threat contrapponevano quel lifestyle che in seguito, proprio dal titolo di uno dei loro brani piu celebri, avrebbe preso il nome di straight edge. (L’hardcore) dava un violento scossone a qualsiasi formalismo, velocizzando in maniera abnorme il punk primordiale, proponendo suoni ancora poco prodotti ma devastanti, rinunciando alla sguaiatezza vocale in favore di parti ad alta energia ma piu disciplinate e credibili: il risultato assumeva la forma di canzoni brevissime, lancinanti ed esplosive; l’hardcore vero ed incontaminato aveva fatto la propria comparsa in grande stile." Pur condividendone l’origine (Washington D.C.) hardcore e straight edge non divennero mai sinonimi, connotando un particolare modo di suonare unito a testi per la maggior parte politicizzati il primo, ed una attitudine che si potrebbe definire "salutista" il secondo. Entrambi godettero di alcune abbreviazioni: l’hardcore venne spesso abbreviato con HC, mentre lo straight edge venne identificato con tre x ravvicinate: XXX. L’uso della x nasce dal fatto che: "L’Atlantic Club aveva una politica che permetteva ai minorenni di entrare ai concerti facendo, pero, loro una x sulla mano con un grosso pennarello. Cosi facendo essi non potevano comprare alcolici al bar. (…) Quando il movimento straight edge emerse la X divenne un simbolo." Come e noto, la legge degli Stati Uniti proibisce ai minori di 21 anni di comprare alcolici, cio ebbe come diretta conseguenza che molti locali, dove prevalentemente si svolgevano i concerti, non permettevano l’ingresso ai minori. Farsi le X sulle mani e definire il movimento come youth crew (gruppo di giovani) divenne di uso comune a qualsiasi concerto straight edge. La citazione di un fenomeno come quello dello straight edge puo essere utile per vari motivi. Nella sua evoluzione, ideologica ma anche come pratiche distributive, si puo travisare un esempio di separazione fra quelle che grossolanamente potrebbero essere definite come le "tribu punk". Una separazione che portera Craig O’Hara nel sottotitolo al capitolo che dedica allo straight edge (nel suo libro The philosophy of punk) a definirlo: a movement that went from being a minor threat to a conservative, conformist no threat. "L’estate del 1988 fu un vero e proprio spartiacque per lo straight edge. (…) La Revelation Records emerse per diffondere la nuova youth crew. Ma l’88 fu diverso dallo straight edge dei primi ’80. (…) alcune delle piu conformiste e maschiliste (macho) attitudini della societa presero piede nell’underground. (…) La nuova scuola sembro cadere in un rigido set di regole imposte" La nuova ondata di gruppi straight edge segno il definitivo distacco del movimento dalla cultura DiY. Divenuto un fenomeno abbastanza ampio e diffuso, i cui gruppi passarono a grosse etichette, divenne presto sempre piu intollerante e discriminatorio. L’attitudine violenta veniva considerata prova di forza e "purezza". Questa esaltazione della forza fisica introdurra velocemente forti discriminazioni fino alla creazione del movimento Hard Line che si connota per le sue attitudini omofobe, sessiste e addirittura totalitarie. Su tale base ideologica troveranno giustificazione numerosi attacchi fisici e verbali.
1.3.4. Maximum Rocknroll
Quasi contemporaneamente alla nascita dell’hardcore, e precisamente nel 1982, Tim Yohannan fonda una propria etichetta discografica dandole per nome quello del programma radiofonico che conduceva dal 1977: Maximum Rocknroll. L’occasione e un LP compilation con ben 47 gruppi dell’area nord californiana intitolato Nothing quiet in the eastern front. Allegato all’LP, Tim Yohannan decide di aggiungere una fanzine: esce il numero zero di Maximum Rocknroll (spesso abbreviata come MRR). E una data storica: nasce quella che negli anni verra comunemente denominata come "la bibbia del punk". Stampata in tipografia (cosa piuttosto rara nell’universo di fanzines a tiratura locale e fotocopiate che tutto il mondo aveva e conosceva), si autofinanzia con le inserzioni pubblicitarie. Queste ultime sono accettate solo dalle etichette indipendenti e d.i.y. escludendo sin dagli inizi le major. MRR diverra presto di notevoli dimensioni (sulle 120 pagine a numero) ed avra una cadenza mensile. Tra le sue pagine si possono trovare numerose inserzioni di etichette DIY, interviste a gruppi, scene reports da tutto il mondo (articoli scritti dai diretti interessati sulle etichette, fanzines, gruppi, collettivi e via dicendo presenti nel proprio paese), oltre ad un gran numero di recensioni di dischi DIY. Ma soprattutto trovano posto le columns: articoli curati dai vari collaboratori di MRR riportanti le loro opinioni su vari argomenti. Assieme alle lettere dei lettori, le columns saranno un importante forum per lo scambio di idee e il dibattito all’interno della scena. Sin dagli inizi MRR diventa "una specie di collante, un primo fondamentale passo per scoprire quante realta vi sono in giro nel mondo. Appena ci si avvicina a questo immenso mondo sotterraneo e super underground basta comprare una copia di MRR per trovare centinaia di indirizzi utili, irreperibili altrove". Gia in queste parole si travisa pero quello che MRR diverra negli anni, provocando anche delle importanti defezioni come quella di Kent Mc Lard di cui si parlera piu avanti. "Nella sua ambizione di essere una fanzine per tutti, e diventata una fanzine per nessuno" infatti "sulle pagine di MRR ampio spazio e dedicato a qualsiasi stupida piss punk band e tutto cio mi fa sempre sentire perso in una palude con soli pochi validi spunti". L’autore di questa critica, che arriva a paragonarlo alla famosa rivista "Rolling Stone" riassumendo l’opinione generale che ha oggi la scena DiY di MRR, col termine piss punk si riferisce a tutti quei gruppi che attitudinalmente si rifanno al primo punk 77. Tale sottocultura punk e la piu distante e la meno interessata alla politicizzazione del movimento ed e proprio per questo (per i suoi atteggiamenti troppo spesso maschilisti, provocatori ed arroganti) ne e stata esclusa. Identificati anche come drunk punk o piu spesso col termine punk 77 ricalcano, essendone spesso il prodotto, l’immaginario comune e modaiolo dei punx (creste, borchie eccetera) rendendo esplicita la loro non appartenenza al movimento. Per gli stessi motivi si e deliberatamente deciso di non rivolgere la propria attenzione verso altri movimenti sviluppatisi all’interno del punk (gli skinheads e la Oi! Music, i punk rockers interessati ad un genere melodico commerciale e dai testi superficiali e via dicendo) in quanto nulla hanno in comune col DiY. Lo stesso termine punk verra sempre meno utilizzato, sostituito prima da hardcore e crust e, piu recentemente, da DiY. Le ragioni del "successo" di quest’ultimo termine vanno ricercate nel fatto che esso non connota un genere musicale, ma un’attitudine. Non e da dimenticare, infatti, che la pratica dell’autoproduzione (in alcuni ambienti sfruttata come primo passo verso un contratto con una grossa indipendente o major) si puo travisare in svariati generi e movimenti generati dal punk, ma non solo. Oggetto di questa tesi e in ogni modo la cultura del DiY e non la semplice pratica dell’autoproduzione, elemento certo distintivo ma che appunto viene vissuto come unica pratica accettabile e possibile per sottrarsi ai vincoli che il mercato discografico impone. Tutto cio e indissolubilmente legato ad un’attitudine di stampo anarco pacifista che comporta scelte radicali e che non puo essere dissociata dall’autoproduzione in quanto costituiscono un corpo unico. Tale presa di coscienza si puo osservare soprattutto dall’analisi del movimento che piu di ogni altro diffondera e radicalizzera la cultura DiY: il crust. P.S. non so se l'ho gia scritto... cmq dalla morte di Tim Yohannan la nuova redazione di Maximum Rocknroll sembra essersi molto piu riorientata verso il punk politicizzato... (non tutto il male viene per nuocere???)
1.3.5. In Grind We Crust
Verso la seconda meta degli anni ottanta cominciarono a formarsi alcuni collettivi molto importanti per il DiY. Questi collettivi riprenderanno l’anarco pacifismo dei Crass per immergerlo in un contesto di piccole etichette e collettivi totalmente autoprodotti che, in reazione alla commercializzazione dell’hardcore e soprattutto alla sua sempre piu crescente intolleranza, cominciarono a rifiutare ogni legame col music business creando pian piano un circuito autonomo. Nel 1986, influenzati da gruppi quali Discharge e Siege (di Boston che portarono l’hc a velocita mai raggiunte prima) e provenienti dalla scena di gruppi thrash hc inglese (Ripcord, Heresy, Concrete Sox, Dr. & the crippens e via dicendo, tutti dediti a un tipo di harcore molto veloce e politicizzato) i Napalm Death, di Birmingham, registrarono il loro primo demotape che venne ristampato un anno dopo come lato A del loro primo LP Scum su Earache Records (1987, numero di catalogo: mosh 3). Nasce il Grind Core. L’estremizzazione definitiva dell’hardcore e della musica in generale. Con un approccio estremamente caotico, testi estremamente politicizzati e apocalittici ed una voce che da urlata si trasforma in incomprensibile suono gutturale rauco e distorto, "nel suo estremismo (…) il grindcore puo essere considerato il punk della seconda meta degli anni ’80. (…) E abisso dell’abiezione umana, pessimismo assoluto, catastrofismo senza ritorno (…) oltre vi e solo l’azione diretta.". Nonostante queste ottime premesse il grind core, sull’onda del successo delle etichette che ne avevano prodotto i primi dischi (Earache, Peaceville e Nuclear Blast) e dietro l’influenza dei Carcass (un gruppo dedito a testi splatter) divenne presto un fenomeno sviluppatosi anche in ambito metal. Proprio in reazione a questa "commercializzazione" e soprattutto per distinguere l’attitudine major-oriented dei gruppi piu marcatamente metal da quella diy-oriented dei gruppi punk, si fara strada un termine che, pur connotando un genere simile, ne sottolinea una radicale differenza sia musicale che attitudinale: crust. Il termine fu coniato dal gruppo inglese Deviated Instinct "(…) per definire tutti quei gruppi formati da sporchi ubriaconi, (…) era un buon termine da urlarci addosso per farci quattro risate. Cosi come il termine stench-core (puzza-core), che era solo uno scherzo su tutti i vari core che si stavano diffondendo a quei tempi (fine anni ’80). Ma la gente lo prese seriamente…" Lo stesso look degli squatters risente molto dell’influenza del crust: diffuso e il taglio di capelli dreadlocks (piu famoso per essere lo stesso dei rasta), un abbigliamento piuttosto trasandato, spesso sudicio con sopra cucite toppe inneggianti frasi di protesta e /o nomi di gruppi musicali o collettivi quali Animal Liberation Front, Hunt Saboteurs, Food Not Bombs oltre a inviti a boicottare lo stato e le multinazionali (tra le piu prese di mira: Mc Donald’s, Nestle e Shell). Tale modo di presentarsi non va confuso coi punkabbestia, "(…) fenomeno giovanile totalmente dedito al culto di un eccessivo uso di droghe e alcolici, all’autodistruzione, un generale e diffuso nichilismo, una totale assenza di rispetto nei confronti del prossimo nonche perenni disturbatori di qualsiasi iniziativa si cerchi di organizzare. Il DiY e un movimento propositivo che cerca di costruire delle alternative allo stato di oppressione al quale siamo condannati sin da quando nasciamo. E un movimento, per parafrasare i Crass, che si occupa d’amore… i punkabbestia ti vomitano addosso, molte volte letteralmente parlando, il loro odio e soprattutto la loro arroganza e ignoranza. Si definiscono punk e infatti lo sono: teste di cazzo a piede libero. Il DiY, e con questa parola intendo i crusties e gli squatters, e ben altro ed e insopportabile per me che qualcuno possa confondere le due cose." Altre precisazioni si trovano nella prefazione del libro Atti di insensata bellezza di George Mc Kay dove il traduttore Giancarlo Carlotti spiega "si e preferito utilizzare qui il termine punk crusties, usato nell’originale, piuttosto che punkabbestia, ormai molto diffuso in Italia per indicare l’ultima generazione di punk che vivono per lo piu in strada, spesso accompagnati da cani e bottiglioni di vino a basso costo. Agli editori e soprattutto ai diretti interessati non piace l’uso spesso denigratorio del termine italiano." Musicalmente il crust, cosi come il primo grind core, e un genere si veloce ma anche molto grezzo e suonato da musicisti non professionisti a dispetto del grind che tendeva ad essere suonato da musicisti professionisti. Ma la vera differenza e attitudinale: se da una parte i grinders sviluppano sempre piu grafiche e testi ispirati al cinema splatter, i crusties (la distinzione rimane comunque piuttosto arbitraria) si distingueranno per i loro testi di chiara matrice anarco-pacifista. I primi temi affrontati furono la guerra al nucleare, il rifiuto della guerra, della religione, dello stato, la lotta al razzismo e al maschilismo ed una generale denuncia delle atrocita legate alla vivisezione. Col tempo le tematiche si allargheranno ad argomenti sempre piu orientati alla difesa dell’ecosistema, lo sfruttatamento da parte delle multinazionali della natura e del terzo mondo, dieta vegana, diritti animali, occupazioni, brutalita poliziesca, globalizzazione, boicottaggio e via dicendo. Si sviluppera un desiderio d’autonomia sempre maggiore nonche un generale spregio per i gruppi "(…) che cambiano il loro stile musicale per cercare di fare soldi, vendendosi alle majors" un atteggiamento piuttosto diffuso in campo hardcore in quegli anni.
1.3.6. Squat Or Rot – ABC No Rio – Slug & Lettuce
A New York nel 1988 nasce il collettivo Squat Or Rot fondato da Ralphie e Neil (gia cantante dei Nausea e che piu tardi fondera anche una sua etichetta dal nome Tribal War). Gli intenti del collettivo erano di "permettere a molte persone di incontrarsi ed alle bands di suonare senza essere coinvolte nel solito "business club" (…) in seguito abbiamo iniziato a sostenere altre iniziative come la raccolta di cibo per i senza tetto (Food Not Bombs), benefit per i diritti animali e per lo Squatters Legal Defence Fund. (…) cio ha permesso al collettivo di crescere, facendo cosi maturare la possibilita di aiutare a nostra volta i gruppi che tante volte ci sono stati vicini." Al collettivo si avvicendarono numerose persone e gli stessi fondatori vivevano in alcune case occupate a Manhattan. Piu tardi Neil collaborera con l’ABC No Rio, storico squat newyorkese. Dalle sue parole se ne evince come l’hardcore si fosse trasformato in un movimento piuttosto aggressivo ed elitario nonche come dalle loro azioni (e quelle di altri gruppi e collettivi crust) tutto sarebbe cambiato di li a poco. "Alla fine del 1989 mi venne chiesto se potevo occuparmi dell’organizzazione di alcuni concerti dell’ABC No Rio. Devo essere sincero, e dire che non ero mai presente ai precedenti show di No Rio probabilmente perche la maggioranza dei gruppi coinvolti erano straight edge bands delle quali non mi ero mai interessato. Cominciai comunque a frequentarlo e a entrare nel collettivo (…). I concerti sono completamente illegali (inoltre) l’ABC e gestito completamente da volontari e siamo felici del fatto che vi regni un’atmosfera davvero amichevole e lontana dall’attitudine deleteria del "guardatemi, sono un duro" che ha portato alla fine dei concerti HC al CBGB’s (famosa sala concerti di New York). Abbiamo adottato una politica che pone un veto a persone e bands che sostengono argomenti quali razzismo, sessismo ed omofobia. (…) La violenza e bandita da questo luogo." Una nuova attitudine stava nascendo in reazione al degrado che l’hardcore aveva recentemente conosciuto (e che si sarebbe sempre piu accentuato negli anni contribuendo ad una divisione sempre piu netta). Del grande fermento underground DIY orbitante a N.Y. attorno al collettivo dell’ABC No Rio faceva parte anche Christine Boarts, autrice della oggi molto nota Sluge & Lettuce, una fanzine stampata in 8000 copie, in formato tabloid e completamente gratuita. Nelle sue pagine si trovano opinioni, indirizzi, pubblicita di etichette DiY (necessarie per pagare la stampa e quindi rendere la zine gratuita), recensioni, e foto di gruppi dal vivo scattate dalla stessa Chris. Uscita per la prima volta nel 1986 in Pennsylvania (la sua redattrice conoscera vari spostamenti di residenza in futuro e con lei la sua zine) il suo obiettivo fu sin dal primo numero "… enfatizzare i contatti e la comunicazione all’interno della scena DiY punk." Diffusa mondialmente e bimensile, Slug & Lettuce e ancora oggi una delle piu importanti fonti di informazioni sulla scena DiY.
1.3.7. Profane Existence
Piu o meno nello stesso periodo a Minneapolis nasce un collettivo la cui pubblicazione sara fondamentale per la DiY punk mondiale: Profane Existence. "In realta Profane Existence comincio nel 1987 / 1988 quando cominciai la mia fanzine di nome Minneapolis Alternative Scene. Era una zine che si occupava della scena punk locale (…), essendo molto influenzato dai dischi anarco-punk cercai di parlare di politica oltre che di gruppi. Cosi come la zine comincio a diffondersi, venni in contatto con molte persone che la pensavano piu o meno come me e M.A.S. comincio a perdere la sua specializzazione sulla scena locale. Mentre stavo lavorando al nono ed ultimo numero, venni contattato da un amico che voleva iniziare una etichetta discografica per supportare la crescente scena locale." Il primo numero di Profane Existence usci nel 1989, anno in cui videro la luce anche le prime due uscite dell’omonima etichetta. Stampata in tipografia, con una tiratura che negli anni arrivera alle 15.000 copie e gratuita per i prigionieri politici, P.E. diverra un punto di riferimento insostituibile per la scena DiY. Peculiarita propria di P.E. sara la grande attenzione nei confronti di argomenti politicizzati di impronta anarco-pacifista mista a interviste, scene reports e recensioni. Sulle pagine di P.E. trovano spazio informazioni e aggiornamenti sugli squats, i prigionieri politici, un forte impegno eco-radicale ed animalista, anti-fascismo ed anti-razzismo nonche una costante denuncia della brutalita poliziesca, con contributi provenienti da tutto il mondo. Anche la parte musicale riguardera sempre gruppi decisamente politicizzati ed anzi trovera ampio spazio la campagna di boicottaggio nei confronti del music business: DiY or DIE (fallo da te o muori) diverra un efficace motto, ripreso spesso dalla scena. Oltre all’importante opera di informazione svolta dalla loro pubblicazione, i membri (col tempo saliti a nove) del collettivo Profane Existence cercheranno con la loro etichetta di costruire, insieme alla collaborazione di altre etichette sparse per il mondo, quello che diverra poi un vero e proprio network autonomo ed autosufficiente. Il lavoro di Profane Existence, il cui motto e making punk a threat again (fare del punk ancora una minaccia), avra un ruolo fondamentale nella sempre piu crescente politicizzazione del movimento DiY, che sempre piu poteva contare su nuovi gruppi, per la maggior parte crust-core, molto politicizzati ed attivi. "penso che quello che Profane Existence fece fu convalidare per iscritto la parte politica della scena, giustificarla moralmente (…) ribadire che quello che la scena stava facendo era giusto. Mentre le altre zines avevano giusto qualche articolo politico, Profane era tutta politica. Scrivendo delle azioni dirette e su quello che viene fatto e come." I membri del collettivo Profane Existence si impegnarono molto con la loro etichetta discografica e distribuzione per creare una rete internazionale di etichette autoprodotte che potesse evitare il circuito indipendente. "(…) All’inizio del ‘92 realizzammo altri tre dischi. Poi le cose cominciarono a complicarsi. A quei tempi non c’era una cosa come il network di distribuzioni DiY che conosciamo oggi, cosi dovemmo ricorrere alle distribuzioni indie." In pochi anni attorno a Profane Existence, Slug & Lettuce e ABC No Rio negli Stati Uniti, assieme al valido lavoro di alcune etichette europee (spesso facenti parte di collettivi ruotanti attorno a squats, fanzines e via dicendo) quali ad esempio la tedesca Skuld, partner europeo di Profane Existence, le inglesi Flat Earth (attiva fin dal 1984) e Active Distribution (dal 1986), la belga Nabate oltre a moltissime altre etichette piccole e grandi, si sviluppo rapidamente un network completamente autonomo che escluse sempre piu radicalmente ogni contatto con i canoni ufficiali del music business, negozi specializzati compresi.
1.3.8. HeartattaCk
Nel 1994 Kent Mc Lard, possessore dell’etichetta hardcore Ebullition e collaboratore per MRR, decise di lasciare definitivamente la pubblicazione di Tim Yohannan per dare vita ad una fanzine stampata simile (per formato ma non per dimensioni) a MRR ma, a differenza di quest’ultima, maggiormente incentrata sull’hardcore, genere che a detta di Kent veniva troppo trascurato da MRR. Nasce HeartattaCk (abbreviato: HaC) una fanzine stampata in migliaia di copie e diffusa in tutto il mondo e che avra anch’essa un enorme impatto sulla scena DiY. "la cosa divertente e che HaC e nata realmente dalla mia insoddisfazione per il fatto che Tim Yohannan / MRR decise di non sprecare le proprie energie occupandosi delle produzioni di quei gruppi che non gli piacevano. Continuo a pensare che sia assurdo ch’egli basi tutta la sua selezione sulla musica piuttosto che sulla ideologia (…) Ultimamente la sua opinione era che se a qualcuno non piaceva la sua attitudine avrebbe dovuto fondare il suo magazine e lasciargli condurre il suo come piu ritiene opportuno. E quello che ho fatto, e ultimamente sono contento che questi cambiamenti siano avvenuti nell’ambito di MRR dato che dubito che altrimenti avrei tentato un progetto come questo." HeartattaCk ed Ebullition Records diverranno sin dagli inizi un vero e proprio punto di riferimento e "(…) un’esperienza dal valore inestimabile, capace di fungere da esempio e stimolo per decine e decine di altre etichette, band e fanzine nate successivamente. Cio che la Dischord fu per gli anni Ottanta e stata e puo esserlo la Ebullition per gli anni novanta. Lo stesso grosso impatto sulla scena, la stessa definizione di un proprio stile riconoscibile, attitudinalmente prima che musicalmente." "L’obbiettivo principale di HeartattaCk e di promuovere la ideologia del do it yourself e di cercare di creare una scena ch’io possa trovare interessante, eccitante e stimolante. Questo significa che con HaC voglio distanziarmi dal modello di MRR per avvicinarmi invece ad un modello simile a No Answers (La fanzine precedentemente curata da Kent Mc Lard, N.d.A.), cioe meno enfasi sul cercare di occuparsi della scena in generale ma concentrarsi piuttosto sugli aspetti che ritengo credibili." Con un netto rifiuto nei confronti del music business e di tutti quei gruppi dall’attitudine ambigua, misto a un generale impegno politico, HaC ed Ebullition avranno il grande merito di ripoliticizzare l’hardcore (genere che come si e gia spiegato si era allontanato moltissimo dai suoi primi propositi), creare attenzione su altri generi generalmente non trattati in ambito punk (emo, post rock ed altro ancora) e, non ultimo, contribuire a diffondere in modo incisivo l’ideologia DiY. "Musica come prodotto, come intrattenimento, come un diversivo, o musica come un’arma, come protesta, come grido, come espressione… musica come ebollizione. Questa e guerra all’intrattenimento, guerra alla compiacenza, guerra al moto della musica, guerra all’industria della musica. Musica che brucia l’emozione, che brucia la mente, che brucia il sistema, che ispira la guerra… La musica e piu che note e accordi. La musica e uno strumento nelle mani dell’artista o del terrorista o del rivoluzionario." Ma musica (e stile di vita) anche come incontro / scontro di opinioni: "mi piacerebbe molto ricevere lettere e articoli che fungano da guerriglia di idee. Discussioni, critiche, dibattiti e disaccordi sono ingredienti chiave per avere una scena interessante, sana e vitale. (…) senza conflitto sprofonderemmo nel conformismo." Grazie all’importante lavoro di Kent Mc Lard l’hardcore, almeno una sua parte, si riavvicinera all’etica DiY. L’opera di HaC, affiancata da quella (in un certo senso piu radicalmente politicizzata) del movimento crust, portera il DiY punk a dissociarsi completamente da tutte quelle situazioni piene di compromessi con le quali molti gruppi e collettivi si dovettero scontrare, e spesso assoggettare, durante gli anni ’80 e primissimi ’90. Per quanto situazioni autonome siano state presenti sin dagli inizi, si pensi a quanto detto a proposito della situazione italiana nei primissimi ’80, e solo con la seconda meta degli anni ’90 che il DiY riuscira a costruire un network completamente autonomo ed autogestito che si regge su contatti diretti postali (e via internet), posti occupati, distribuzioni no-profit presenti ai concerti per diffondere dischi e pubblicazioni e via dicendo.
1.3.9. Altrove
L’Europa, complice probabilmente la mancanza di una lingua comune, si dotera raramente di pubblicazioni a cosi elevata diffusione. (una menzione particolare va fatta per Reason to Believe, fanza stampata in tipografia e gratuita ampiamente diffusa in vari squat e distribuzioni europee estremamente vicina al concetto diy parlava sia di musica che di politica. Uscita nei primi anni del nuovo millennio, curata dal collettivo inglese attorno alla Flat Earth Records, dopo vari scazzi tipografici e di distribuzione ora sopravvive on line: http://www.rtbzine.org/). Ciononostante ogni scena locale pote contare sul fondamentale supporto delle fanzines locali, fotocopiate e spesso diffuse solo localmente ed in poche decine di copie. Retto da una fitta rete di scambi ed ordini diretti, il DiY trova oggi etichette, gruppi, fanzines e collettivi attivi in moltissime parti del mondo. Scorrendo le pagine di Maximum Rocknroll, Profane Existence, HeartattaCk ed altre fanzines piu piccole, si leggono scene reports provenienti da tutti gli Stati Uniti, Europa (occidentale e orientale), Giappone, Australia, Canada, Sud America e via dicendo. La radicale politicizzazione del movimento, portera molte delle persone attive nella scena a scegliere di occupare e di vivere negli squats. I gruppi DiY danno molta importanza ai luoghi dove tenere un proprio concerto. Concerto che come unico compenso chiede un piccolo rimborso spese, un pasto (spesso vegano) ed un posto dove dormire. Tutti servizi forniti dallo squat stesso che e contemporaneamente anche l’alloggio delle persone che ospitano il gruppo. L’evolversi, durante il decennio appena trascorso, del movimento DiY verso istanze sempre piu orientate verso l’eco radicalismo e l’azione diretta ispirata da un generale tentativo di "riprendere il controllo sulla propria esistenza" (take back control of your life, uno slogan molto diffuso nel DiY), portera a cercare di sviluppare nuove soluzioni, cosi come l’incontro con altre realta definite generalmente come "culture di resistenza" che ne condividono l’ideologia di base. L’analisi di queste culture di resistenza sara oggetto del prossimo paragrafo.
1. 4. L’eredita degli anni Sessanta
Esaurita l’analisi dei movimenti nati dal "punk", e necessario analizzare le altre culture di resistenza all’interno delle quali ha attecchito e si e evoluta la cultura del DiY. Si tratta di quei movimenti che nel corso degli anni hanno sviluppato il bagaglio di idee lasciato dal movimento hippie degli anni ’60 e che hanno in comune una spiccata tendenza alla vita nomade in armonia con la natura. Si parlera di travellers, ravers ed ecoradicali cercando di ripercorrere l’evoluzione ideologica di tali movimenti ricollegandoli alla cultura DiY.
1.4.1. Free festival e nuovi traveller
Le feste e i concerti che seguono la pratica del no profit (intesa come nessun prezzo d’entrata o piccolo contributo) trovano un illustre "antenato" nel fenomeno dei Free Festival sviluppatosi in Gran Bretagna dall’inizio degli anni ’70. Festival o esibizioni "libere" e cioe senza prezzo d’ingresso o particolari norme da rispettare o seguire. George McKay riconosce nel festival di Windsor del 1972 il primo vero e proprio illustre antecedente, organizzato con lo spirito che contraddistinguera moltissimi eventi simili da allora in poi. Nonostante questa data storica, egli sottolinea come i free festival stessi avessero dei precedenti storici nella famosa Summer of Love del 1967 negli Usa da una parte e nella lunga tradizione di festival e fiere nella stessa Gran Bretagna dall’altra. La differenza principale tra queste prime fiere e i free festival risiede nell’intenzionalita dell’evento. Infatti "In reala, i primi free festival, contrariamente ai semplici concerti gratis episodici, erano eventi commerciali che potevano andare male, essere contestati o avere troppo pubblico: (…) l’ultimo festival dell’isola di Wright attiro piu di 250.000 persone, molte delle quali seccate per gli altissimi prezzi (…). Dopo un paio di giorni vennero abbattute le transenne e fu istituito un free festival." Windsor segnera una vera e propria "differenza politica" nell’organizzazione e negli intenti dei free festival e sara il capostipite della nuova generazione di simili eventi. Organizzato da Bill ‘Ubi’ Dwyer, che era uso vivere in una comune all’interno di una stazione dei pompieri occupata a Fleet Street a Londra, il festival di Windsor duro tre anni fino a quando (nel 1974), dichiarato illegale nel frattempo, verra interrotto dalle forze dell’ordine. La particolarita del festival era proprio la sua locazione: Windsor infatti era il piu esteso parco del regno. Intenzione del festival era riappropriarsi di quel terreno per secoli destinato alle cacce della famiglia reale. Nonostante la disfatta del free festival di Windsor, i suoi tre appuntamenti annuali segnarono l’inizio di un nuovo stile di vita controculturale. Lo stesso governo se ne rese conto, il rapporto del 1973 della Commissione Stevenson al ministero dell’ambiente dichiara: "Questi giovani hanno espresso il bisogno di fuggire dall’ambiente che li circonda e dalle inibizioni e limitazioni della vita di tutti i giorni, in particolare nelle nostre citta, verso una situazione in cui poter sperimentare nuove forme di socialita e affrontare a viso aperto nuove concezioni e visioni della vita, per decidere da soli che cosa accettare o rifiutare." Infatti l’anno della disfatta di Windsor segno anche la nascita del piu longevo e conosciuto free festival della controcultura inglese: il festival di Stonehenge, partorito dalla mente di Phil Russel alias Wally Hope alla cui organizzazione parteciparono anche Penny Rimbaud ed altri personaggi che pochi anni piu tardi fonderanno il piu importante e seminale gruppo musicale / collettivo punk anarchico della storia: i Crass di cui si e gia ampiamente parlato. Lo stesso Rimbaud ci fornisce una descrizione dell’atmosfera che si respirava nei free festival parlando di quello di Stonehenge: "Fuochi, tende e tepee, bancarelle di cibo gratis, palchi e gruppi, musica e magia. Le bandiere sventolavano e gli acquiloni volavano. I bambini nudi giocavano nei boschi, come tanti Robin Hood in miniatura che festeggiavano la loro miseria materiale" Importante sito archeologico, tempio, antico strumento astronomico, centro di potenti linee geomantiche e luogo di culto new age, Stonehenge si rivelo perfetto per "(…) farne un luogo per free festival, musica gratis, spazio libero per menti libere." Protrattosi per oltre un decennio e della durata media di un intero mese, giugno, Stonehenge era una occupazione temporanea nata per celebrare il solstizio d’estate. Ma la sua importanza e anche legata alla tragicita degli eventi divenuti famosi come la battaglia di Beanfield del 1985, quando le forze dell’ordine attaccarono il Convoglio, la lunga fila di automezzi e veicoli che si stava recando al festival, con una brutalita inaudita. L’attacco al convoglio, di cui si parlera fra poco, non fu il primo episodio di questo genere. Gia nel 1974 l’ultima edizione di Windsor fu segnata essa stessa da una forte repressione poliziesca. "Ottocento poliziotti, per l’esattezza. La zona fu sgomberata, malgrado fossero state avviate trattative tra la polizia, i funzionari della proprieta della corona e gli organizzatori riguardo la collocazione del festival all’interno del Windsor Great Park." Ma cio che realmente contraddistinse l’azione fu la brutalita poliziesca: "La polizia trascinava via un ragazzo, prendendolo a pugni e a calci. Ho visto dare dei calci in pancia ad una donna incinta e un ragazzino colpito in faccia. La polizia caricava alla cieca" Una simile esplosione di violenza si ebbe anche nel 1985 quando le forze dell’ordine fermarono il convoglio di furgoni e autobus (automezzi usati come proprie abitazioni dalla maggior parte dei traveller) diretti al festival di Stonehenge: "in un punto ideale per un agguato, un trivio fra i villaggi di Shipton Bellinger e Cholderton, la polizia appronto alcuni posti di blocco semplici e veloci fatti con sacchi di sabbia, che impedivano al convoglio di avanzare o di tornare indietro. Erano arrivati a un punto morto, con la gente intrappolata nei veicoli, le loro case, in una strada di campagna. Urla e prese in giro furono seguite da qualche gesto limitato di violenza mentre la polizia tentava di costringere i traveller a rispettare le ingiunzioni dell’Alta Corte fracassando parabrezza e finestrini a manganellate." Per evitare la distruzione dei veicoli alcuni furgoni cominciarono a riversare nei vicini campi di fagioli dove, fallite le iniziali trattative con la polizia, seguirono dei violenti scontri che passeranno alla storia come la Battaglia di Beanfield (campo di fagioli, appunto). Fiona Earle mette in dubbio la definizione eroica di quei tragici eventi definendoli piuttosto: "(…) un vile attacco di uomini armati a famiglie tra cui molte donne e bambini". "Alla fine, tutto cio che poteva essere distrutto lo fu, gli agenti bucarono dai radiatori ai vasetti di yogurt, e alcuni cani furono uccisi su ordine della polizia. Furono eseguiti piu di cinquecento arresti, principalmente per resistenza alla forza pubblica (anni dopo i capi d’accusa sarebbero stati respinti in blocco dal tribunale). Il conte di Cardigan, che all’inizio aveva dato alla polizia il permesso di usare la sua tenuta per l’operazione, rimase cosi colpito da quanto vide che a quel punto la consegno al "Convoglio" come rifugio". Si e in questa sede insistito sulla brutalita poliziesca per spiegare i motivi del generale acceso risentimento che tutta la controcultura nutre nei confronti delle forze dell’ordine, atti di violenza spesso denunciati in sede di sgomberi e manifestazioni. Ma perche tanta repressione? La risposta, che rimane incerta ancor oggi, puo seguire varie ipotesi. Si potrebbe cominciare dalla natura stessa dei free festival e dei suoi avventori che costituivano una miscela piuttosto variegata di (neo) hippies, punks, traveller ed altre manifestazioni controculturali. Sottoculture che, negli anni, si influenzeranno e mescoleranno sempre piu: "Se osservi la moltitudine di giovani presenti (sono pochi e sparsi i sopravvissuti degli anni Sessanta), i punk e gli hippy vestono quasi nello stesso modo, specialmente le donne con le lunghe gonne increspate, le giacche strane, i piedi scalzi e sporchi, pelle abbronzata e sorrisi facili, tonnellate di cinture e braccialetti che annunciano il loro arrivo. Talvolta solo la tinta dei capelli denota la differenza. Gli hippy uomini indossano pantaloni stretti (difficile trovare una leggera svasatura, i punk hanno i capelli lunghi. Tutto e potente e immediato, e la presenza intensa di unita di idee e stili di vita e un sentimento positivo, ficcante, quasi tangibile. Adoro stare qui. Mi sento sereno e a mio agio, credo in pace. E bello passare tre ore a passeggiare tra le bancarelle, gli spacciatori, la gente che sballa e si ripiglia, la gente normale, le strade polverose con le gobbe per far rallentare le moto truccate, dappertutto cartelli che pubblicizzano la maria, palchi con i tecnici che trafficano continuamente con gli impianti senza che suoni mai nessuno." Questa l’atmosfera del free festival del giugno 1984 secondo George McKay. Questa "orda di straccioni" che viveva in camion (spesso automezzi rielaborati a tal fine), tende, capanne o sugli alberi e che soprattutto pensava solo a divertirsi secondo percorsi spesso al di fuori della legalita (gli stessi free festival, sempre piu frequenti, lo erano), ha sempre piu attirato le attenzioni delle forze dell’ordine e dei governanti. Ma non solo: "Noi che ci siamo radunati qui nel 1984 siamo una sfida e un’alternativa alla normalita e questo genera paura (tipo elicotteri della polizia che costantemente ronzano sulle nostre teste, (…) o alcuni pub del paese che espongono cartelli di rifiuto a servire chi arriva per il festival)." Ma oltre ai suoi avventori era la stessa natura del festival a destare preoccupazione, in quanto totalmente nuova, sconosciuta e potenzialmente sovversiva: "Rispetto alle manifestazione socialiste contro l’oppressione, i free festival erano celebrazioni anarchiche di liberta e, in quanto tali, costituirono un nuovo problema per le autorita costituite." Non solo un problema ma un vero e proprio affronto: "Il sospetto e che il festival di Windsor, al suo terzo anno, fosse cresciuto troppo, assumendo il carattere di un’aperta provocazione nei confronti delle istituzioni e della famiglia reale." Jay, traveller che era stato a Beanfield, riconsidera quegli avvenimenti in questo modo: "Riflettendoci ora si capisce perche l’hanno fatto. In quel periodo l’anarchia sfrenata che girava a intorno a Stonehenge aveva messo in allarme un sacco di gente. La cosa prendeva sempre piu consistenza (…). I conservatori sono il partito della legge e dell’ordine e noi eravamo una spina nel culo, un esercito di pazzi che se ne andava in giro a rifiutare tutto cio in cui loro credevano e incoraggiando gli altri a unirsi. Era il periodo degli yuppy , era quello il modello che inculcavano nella gente, era quello che avresti dovuto essere mentre noi eravamo esattamente l’opposto." Nonostante tutto, gli eventi del 1985 non riuscirono a determinare la fine dei free festival. Come si e detto da Windsor in poi una nuova controcultura si andava sempre piu sviluppando: i traveller e cioe i "viaggiatori". La nascita e lo sviluppo di questi "nomadi della nuova era" (new age traveller) e da ricollegarsi direttamente allo sviluppo dei free festival in quanto "Molti traveller individuano in un free festival locale o nazionale il momento chiave che ha fatto loro intravedere la possibilita di una svolta, di una vita diversa, perche li hanno toccato con mano l’energia e l’allegria della comunita." "Quando avevo 17 o 18 anni in Inghilterra cominciavano a esserci un sacco di festival. Io ci andavo, avevo cominciato a fumare erba… una volta sono andato a un festival e ho visto tanta gente che viveva viaggiando e ho pensato che mi sarebbe piaciuto vivere cosi. Dopo un paio d’anni, ne avevo piu o meno 19, il mio amico Math si e comprato un autobus, ci si e sistemato, e io ho cominciato a andare in giro con lui. Abbiamo viaggiato due anni in Inghilterra e poi le cose si sono messe davvero male: il governo ha firmato il Criminal Justice Bill (Una legge spiccatamente repressiva di cui si parlera piu avanti). Dapprima sono andato a York e poi in Irlanda, e ci ho vissuto per due anni; avevo un asino. E al dorso dell’asino avevo attaccato un carretto e sono andato in giro cosi quasi per un anno; praticamente vivevo in tenda (…) Poi sono andato in Olanda. Siccome sono un musicista, suono per strada e spesso mi guadagno da vivere cosi (…). Poi sono andato in Australia, ho girato per un anno, poi ho deciso di tornare in Europa e adesso sono passati altri quattro anni…" Queste le parole di Chris membro di una crew (un collettivo) nomade di nome Total Resistance dedito all’organizzazione di free techno party illegali (o rave, o feste e via dicendo) in tutta Europa (l’intervista e stata fatta in Italia in occasione di un party al quale hanno partecipato). Non quindi degli emarginati ma delle persone, squatter e traveller, che rifiutano consapevolmente la societa sfuggendone le regole imposte. Attorno alla fine degli anni Settanta e con l’inizio degli anni Ottanta ci fu il proliferare di fiere e free festival che fornirono ai traveller una sorta di "circuito" itinerante con tappe quasi settimanali. Tutto cio favori l’uso di viaggiare assieme: nasce il "Convoglio". Il "Convoglio" era formato da una grossa colonna di veicoli (principalmente camion, camper e autobus trasformati in vere e proprie abitazioni mobili) che si spostava di festival in festival. Le ragioni che spinsero i traveller a preferire viaggiare assieme, piuttosto che singolarmente, furono sia di natura pratica sia sociale. Viaggiare in gruppo permetteva sia di mantenere un certo grado di sicurezza sia un costante aiuto reciproco in caso di guasti o incidenti. Anche la crisi degli alloggi e una legislazione piu severa nei confronti delle occupazioni abusive spinse molte persone a mettersi sulla strada, molti anche autonomamente (non in gruppo). La possibilita di portarsi dietro tutte le proprie cose, o per lo meno quelle ritenute piu importanti, unita alla possibilita di vivere una vita nomade e sempre in giro per feste, fiere e accampamenti spingera molti individui ad abbracciare questo nuovo stile di vita. Il primo passo e prendere un mezzo e riadattarlo in modo che possa diventare abitazione. La gamma di modifiche e di mezzi utilizzati e vastissima: si va dalle semplici automobili con sedili posteriori rimossi in modo da poterci infilare un materasso, a vecchi autobus di linea, fino ad arrivare a vecchi mezzi militari. Soprattutto agli inizi anche l’esterno veniva riadattato e spesso coperto di scritte pacifiste e simili, ma la sempre piu crescente repressione e intolleranza nei confronti dei traveller, sia da parte delle autorita sia da parte delle popolazioni locali, spingera molti a rendere i loro mezzi i piu anonimi e inosservati possibile: "Se dall’esterno ricordano dei veicoli e non delle case, hai meno fastidi quando viaggi." I traveller non sono zingari. Quello che distingue nettamente queste due "tribu" nomadi e lo stile di vita alle quali si ispirano. Anzi gli zingari "(…) disprezzano quei parassiti (i traveller), quei fannulloni che vivono nella sporcizia, se ne fregano apertamente delle leggi che tutelano la proprieta privata, usano droghe, ascoltano musica orrenda, usano le siepi come combustibile, guidano veicoli pericolosi, chiedono l’elemosina, sono sporchi, hanno dreadlock (i capelli rasta) lunghissimi." Nel corso degli anni Ottanta e Novanta i traveller subiranno vari mutamenti dovuti ad alcune evoluzioni del contesto sociale esterno e interno. Si nota anzitutto un progressivo venir meno di alcune tendenze maschiliste o "patriarcali". Cio e dovuto sia all’evoluzione dei costumi nella societa tutta sia al significativo impegno di molte donne traveller che si ribelleranno al persistere, anche all’interno di una controcultura, di determinate istanze. "Quando Lubi e diventata una traveller, all’inizio l’ha molto colpita il fatto che anche gli accampamenti fossero spazi connotati dal genere, dove la proprieta e il potere erano distribuiti lungo direttrici uomo / donna, forse anche in modi piu evidenti che nella cultura dominante." Lubi si rese presto conto che "(…) non c’erano donne proprietarie del loro veicolo (…) esse dovevano contare sugli uomini per avere un tetto sulla testa, cosi si innescano strani giochi di potere." Lubi reagi alla situazione organizzando un campeggio di sole donne in Galles nel 1991. Qui si dibattevano argomenti di interesse comune, si tenevano seminari e le donne potevano vivere serenamente coi loro bambini e sviluppare le conoscenze e l’esperienza necessarie per divenire in tutto indipendenti. Non solo, essa stessa trasformo da sola un vecchio automezzo radar dell’esercito lungo otto metri utilizzando materiali di riciclo, ricavandone la propria "casa mobile". La stessa Lubi descrive come fosse attratta "(..) dall’autonomia. Era tutto li su quattro ruote e dovunque andassi ti potevi portare dietro l’intera casa (…). L’idea di essere completamente indipendente e nello stesso tempo mobile al cento percento." C’e comunque chi ne vede anche gli aspetti negativi come Vic che invece sottolinea come "quando possiedi un mezzo tuo (…) la cosa si fa piu complessa per via degli aspetti legali, il mantenimento, il parcheggio." Il campeggio organizzato di Lubi non fu il primo ed anzi nutre un importante precedente nel presidio pacifista nella base americana di Greenham Common istituito nel settembre del 1981. Agli inizi del 1982 il presidio si trasformo in un campeggio per sole donne. Nell’estate dello stesso anno il Peace Convoy (il Convoglio di cui sopra) giunse al campeggio per istituire un free festival. L’evento ebbe un duplice importantissimo effetto: da una parte servi a politicizzare il convoglio, e quindi buona parte dei traveller, e dall’altra infuse nuova energia al movimento pacifista. Greenham Common non fu l’unico contatto, da allora ci furono molti incontri e scambi che favorirono una sempre piu profonda politicizzazione del movimento. "(…) esistevano interscambi continui e un mescolarsi di idee e ideologie, dai cristiani radicali ai giovani punk passando per i vecchi hippy e i semplici fuori di testa. La spiritualita incontra la politica che incontra i traveller della nuova era". I contatti con i campeggi e / o le comuni fondate in mezzo alla natura o come presidi presso basi militari o, come nel caso negli anni Novanta delle spettacolari azioni di Reclaim the Streets e collettivi simili, per bloccare la costruzione di nuove strade a discapito di parchi o altre risorse naturali, non solo ebbero il merito di politicizzare fortemente il movimento ma inserirono anche nuove forme di abitazione possibile quali tende, tepee, capanne, case sugli alberi e via dicendo. Tornando alla critica alla societa patriarcale ed agli atteggiamenti maschilisti, sessisti e omofobi, essa guadagnera sempre piu spazio all’interno della cultura DiY e ne diverra un elemento centrale nella lotta alle discriminazioni. Traccia di questo cambiamento culturale e sociale la si trova anche nel look che si fa sempre piu svincolato da connotazioni di genere: "gli abiti del movimento apparivano asessuati (percio ‘maschili’), sporchi e laceri. Erano pieni di toppe rigide e di macchie d’unto (…) gli abiti degli squatter ricordavano le divise da lavoro dei minatori, degli spazzacamini. Erano altrettanto grezzi e sporchi, solo che non venivano sostituiti dopo il lavoro da indumenti sportivi di marca." Le toppe a cui si fa riferimento sono usate moltissimo nel DiY. Attaccate spesso a casaccio sui vestiti, esse non hanno lo scopo di coprire qualche buco, che anzi in genere viene lasciato in bell’evidenza come ulteriore simbolo di logorio, ma bensi con un preciso scopo comunicativo. Non si tratta di toppe comuni, ma di toppe autoprodotte con sopra stampate delle immagini e / o degli slogan inerenti o un messaggio politico o un gruppo musicale o entrambi. La vita nomade dei traveller e quella in case occupate, dove spesso alcuni servizi elementari mancano, dara all’interno del movimento una nuova immagine della sporcizia considerata da alcuni come "(…) un segno della differenza, dell’alterita, dei traveller e degli altri gruppi marginali." Una colorita descrizione del tipico crustie permette di completarne la descrizione: "Agosto 1993, a Glasgow (…). Fuori da un supermercato vicino a un negozio anarchico occupato, un tipo sciatto troppo giovane per essere stato un hippy o un punk ma che sembra un brutto incrocio tra i due mi si avvicina. Dreadlock lunghi e unti, pantaloni militari strappati, un maglione a strisce stile Dennis the Menace, anfibi militari usati mezzi slacciati, un’esagerazione di piercing in faccia, mi fa con un accento campagnolo con qualche influenza cittadina: ‘Hai della roba che ti avanza, amico?’. E un crustie, e io mi sono tenuto alla larga." In realta si nota come in campo traveller si usi spesso il termine crustie, che deriva da crust (crosta, in chiaro riferimento alla sporcizia), in modo vagamente negativo, mentre accade l’esatto contrario in campo punk. I motivi di questa discrepanza rimangono ignoti e probabilmente collegati alla molteplicita ed alla instabilita delle definizioni. In accordo con George McKay si sostiene anche in questa sede la tesi secondo la quale "(…) i free festival e le fiere di Albione siano stati aspetti fondamentali della cultura di resistenza inglese, aspetti che nascono con gli hippy e che sono stati modificati e rivitalizzati dagli eventi sottoculturali successivi. Queste Zone Temporaneamente Autonome mettono in discussione i limiti della cultura dominante, producendo talvolta dei momenti di reazione violenta all’interno e all’esterno." Ed e proprio sull’onda di questo assunto che possiamo introdurre la cultura di resistenza che piu ha caratterizzato gli anni Novanta: i raver e la technocultura.
1.4.2. I raver e la teckocultura
Negli anni Novanta i free festival subiranno un radicale cambiamento: la musica smette di essere suonata esclusivamente da gruppi musicali e si inserisce sempre piu la techno che permette di tenere i sound system (giganteschi complessi di casse altoparlanti dietro le quali il disk jockey fa il suo DJ set) accesi per giornate e nottate intere. I free festival si "tramutano" in free parties o teknival o rave, il cambiamento produce nuove realta che attirano persone provenienti dalle piu disparate controculture e non: nasce la technocultura. E una vera e propria "rivoluzione in 4/4". La trasformazione non e immediata e nemmeno definitiva. Come spesso accade nell’ambito delle contro culture, esse si influenzano vicendevolmente e le loro mutazioni non sono mai nette o istantanee. Un’ulteriore specificazione riguarda i termini usati per definire la technocultura, sia per quello che riguarda il termine che piu spesso e usato per descriverne gli "adepti", raver, sia per quello che riguarda la musica e cioe techno. Entrambi sono due termini "ombrello" che racchiudono al loro interno diverse tipologie e forme d’espressione. Come techno si definisce generalmente la musica dei free party e cioe musica elettronica la cui funzione e quella di permettere alla gente di ballare. Esistono molti sottogeneri preposti a definire i vari stili della musica elettronica in uso nei rave. La techno e uno di questi sottogeneri, ciononostante e di uso comune usarla come definizione generale. Ma non solo: la musica techno crea un flusso, non si tratta piu di hits o canzoni famose, ma di un flusso continuo di musica mixata sullo stesso tempo, generalmente in quattro quarti. Quindi il lavoro del DJ non e piu il selezionare delle canzoni, ma piuttosto il creare un flusso continuo di suoni, un’esperienza che puo durare ore, giorni, settimane. Questa possibilita ridefinisce lo stesso concetto di festa che ora diventa continua, non piu vincolata, com’era in principio, ai concerti. Lo star system si annulla, la musica si trasforma in un vero e proprio crescendo di emozioni e sensazioni che guidano l’individuo verso una dimensione sempre piu estatica e che stimola un sempre piu crescente interesse nei confronti delle droghe sintetiche e allucinogene. Nella scena illegale, quella di cui ci occupiamo in questa sede in quanto l’unica importante per il DiY, i ruoli si annullano. Il DJ, personaggio di spicco nei club, scompare dietro al muro di casse del sound system. Concettualmente simile ai concerti DiY punk, dove spesso si elimina anche il palco e dove non c’e distinzione fra musicisti e pubblico, il rave va oltre. La "democratizzazione" della musica fornita dalle nuove tecnologie riesce dove il rock ha sempre fallito: l’eliminazione della differenza e della figura del fan. Democratizzazione che nasce dalla possibilita di creare musica senza nemmeno conoscerne le basi, pur avendo a disposizione ogni tipo di suono immaginabile e campionabile. "Il raver non e un fan. Il raver cioe non e riconoscibile come acquirente delle strategie di mercato. (…) la techno, e tutte le sue sottoetichette, rappresentano un settore in controtendenza del mercato discografico: mentre si e ormai gia imposto il CD come supporto-formato privilegiato, i mix di musica techno, oltre a raggiungere difficilmente le classifiche, vengono venduti prevalentemente in vinile (Il vinile e usato ancora moltissimo anche in campo DiY punk ed anzi rappresenta la maggior parte delle sue produzioni. NdA). Inoltre questi non sono facilmente reperibili perche il numero di copie stampate e piuttosto basso, dato che costituiscono un ‘esclusivo’ strumento di lavoro per i DJ (…). In secondo luogo mentre il fan classico e uno spettatore del concerto, il rave rappresenta il superamento della performance ‘live’, (…) il DJ manipola musica registrata, la consolle e molto piu nascosta rispetto al palco, la folla non si raduna per guardare verso un’unica direzione ma semmai per guardarsi." La scena dei free party si articola attorno a delle occupazioni spesso temporanee. Quelle che Hakim Bey definisce come T.A.Z. e cioe Temporary Autonomous Zone consistono principalmente in aree dismesse, edifici abbandonati che vengono utilizzati per organizzare una festa. Esistono anche casi di party organizzati in quelle che lo stesso Bey definisce P.A.Z.: Permanent Autonomous Zone vale a dire le occupazioni stabili, gli squats. Fisse o volatili che siano tali zone sono quelle che vengono spesso definite come "spazi liberati" e ricontestualizzati. Viene spesso posto in evidenza come vecchi magazzini un tempo fabbriche ora in disuso vengano trasformati da "(ex) templi del lavoro" a veri e propri "templi del divertimento". Divertimento totalmente svincolato dalle logiche produttive in quanto proposto come festa gratuita e non come prodotto ad uso e consumo di una "massa pagante". Prima di passare ad una breve storia dell’evoluzione del fenomeno dei rave illegali e bene specificare il significato di alcuni termini comunemente usati per definire le feste: "e una cosa di cui si discute spesso e forse anche un po’ a sproposito. In genere rave e free party significano la stessa cosa, cioe le feste organizzate clandestinamente, di solito in fabbriche abbandonate, a base di musica techno ininterrotta per almeno una ventina di ore, ad ingresso gratuito o sottoscrizione minima per lo sbattimento di chi ha organizzato, poi la cosa e molto variabile. I teknival in genere sono gli eventi all’aperto estivi o primaverili in cui ci si organizza in posti in culo al mondo (in genere in montagna) con una moltitudine di sound systems, tende, furgoni, ecc. per stare li una settimana o anche di piu." e da sottolineare inoltre come sempre piu si tenda a sostituire il termine "rave" con "party" o "festa" in quanto tale termine e da sempre stato usato anche per definire organizzate nei club. Cio risponde chiaramente ad un sempre piu crescente desiderio di distinzione. La prima volta che appare il termine "rave", che significa "estasi" o "delirio", sara in occasione di un festival jazz nel 1961: il Beaulieu Jazz Festival in Inghilterra, festival propagandato da vari volantini sparsi per la citta che recitavano "Rave tutta la notte". Si hanno ulteriori testimonianze di un successivo utilizzo del termine cinque anni dopo in occasione di un festival rock. Ma queste prime apparizioni del termine nulla hanno a che vedere con quello che viene comunemente inteso per rave ne tantomeno col periodo storico. Il Rave e infatti un fenomeno tipico dei tardi anni Ottanta, sviluppatosi dapprima nei clubs e poi spostatosi in capannoni occupati e free festival fin dai primissimi anni Novanta, anni in cui conoscera il suo piu fiorente sviluppo. E utile risalire alle origini della musica dei rave per poterne capire il background e l’evoluzione. "Chicago primi anni Ottanta. La leggenda vuole che tutto nasca da li, al Warehouse, un club frequentato soprattutto da afroamericani e gay, gli esclusi dai ritmi piccolo-borghesi della disco-music americana. E quando non c’e la musica che vuoi ascoltare il miglior modo per trovarla e fartela da solo, in casa appunto" da cui "house" (casa) uno dei piu grandi filoni di musica elettronica dance. "Disk-jockey schizofrenici cominciano a mixare i dischi soul e funky con ineizioni tecnologiche rubate ai Kraftwerk, la bass-line tirata fuori dal flop commerciale della Roland: la TB-303 venduta ormai praticamente a prezzo di costo. Ed e acid-house." Intanto a Detroit un’altra rivoluzione e in atto: "(…) il mood e simile. Meno soul, nessuna voce, suoni piu minimali magari usando la TR-808. Il gioco resta lo stesso: cut and paste sonoro in epoca pre-Macintosh. Techno music." Ma per uscire dal circuito dei club si dovra aspettare la fine degli anni Ottanta e trasferirsi in Inghilterra dove a seguito dell’esplosione del fenomeno rave, assieme al crescente affermarsi della techno e delle droghe sintetiche e allucinogene, si sente sempre piu l’esigenza di organizzare i party in luoghi sempre piu grandi. Nascono le prime occupazioni temporanee di capannoni abbandonati nella periferia industriale attorno al 1988 – 1989. I party, che per ovvi motivi devono rimanere segreti fino all’ultimo momento, vengono propagandati attraverso volantini lasciati nei posti giusti, passaparola, segreterie telefoniche, segnali stradali cammuffati e, col suo espandersi, internet. "l’house inglese finisce per trovare concatenamenti con la scena underground radicale freak e punk, con il neopaganesimo gia magneticamente rivolto a Stonehenge e ai suoi free-festival (attivita mai giunta a esaurimento da quelle parti)." I contatti fra raver e traveller diverranno sempre piu frequenti portando molti raver ad adottarne lo stile di vita nomade e itinerante tanto che moltissimi sound system si riuniscono in delle crew (gruppi) che girano Europa e mezzo mondo sui propri furgoni, mezze case e mezzi depositi per gli impianti, organizzando feste ovunque si trovino. C’e una forte polemica sul fatto se i raver siano veramente politicizzati oppure no. C’e chi li accusa di essere esclusivamente interessati alla dimensione edonistica del proprio stile di vita, trascurandone gli aspetti piu controculturali e politici. Non si ritiene interessante addentrarsi molto nella polemica. Ci soffermeremo piuttosto nelle potenzialita insite nella technocultura. Va rivelato come innanzitutto sia un’agenzia che raccoglie, grazie alle sue feste, l’attenzione di variegate frange di giovani alcune anche piuttosto diverse tra loro. Sebbene si riscontri una generale e conscia politicizzazione da parte dei ragazzi che gestiscono i sound system, le tribes, il pubblico in generale non e altrettanto conscio. Ciononostante e innegabile come per molte persone il rave illegale sia una esperienza talmente fuori dai canoni da sconvolgerne l’esistenza, fino a spingerlo ad adottare uno stile di vita simile. "(…) si instaura e si focalizza il bisogno esistenziale di rompere ogni limite di una legalita illogica e repressiva. Il rave illegale raggiunge il valore massimo nel momento in cui ogni singolo partecipante riesce a estrapolare, da un’esperienza del genere, il bisogno di essere antagonista in termini pratici nella realta quotidiana e quindi opporsi a ogni forma repressiva che grava sulla sua esistenza menomata nella liberta di espressione. Non piu leggi dogmatiche a cui sottostare, non piu ipocrite verita assolute da ingoiare aprioristicamente, non piu ruoli a cui adeguarsi bensi liberta di essere e di agire, contro ogni forma di massificazione, omologazione e livellamento imposto dall’alto verso il basso. Il rave si fa cosi mezzo di appropriazione di un concetto di uguaglianza in quanto rispetto e scambio di diversita." Tutto nel rave abusivo e completamente diverso dal divertimento "preconfezionato" dei locali. Nei rave non esistono servizi d’ordine, troppo spesso colpevoli di pestaggi e violenze. L’entrata e libera per chiunque e non e soggetta a selezione all’ingresso basata su abbigliamento o conoscenze. Non c’e il prezzo d’entrata o quando c’e, viene chiesta una sottoscrizione libera o un contributo di 5000 lire. Nei locali, quando si organizza un rave o una festa simile, viene di solito richiesto un prezzo d’ingresso non inferiore alle 50000 lire. "Anche per le ragazze la situazione e molto diversa: non esiste da parte dei ragazzi l’intenzione di andare ad un rave illegale col preciso scopo di "cuccare" con tutte le fastidiose "tecniche" tipiche del maschio medio. Se tali comportamenti accadono la vittima di tali attenzioni riceve un generale supporto e chi le ha dato fastidio viene allontanato. L’atmosfera e totalmente libera, nessun controllo, ed e amichevole anche grazie all’uso di droghe come l’ecstasy che predispongono l’individuo alla socialita, alla comunicazione ed al benessere in mezzo agli altri." "Credo che questo segni la differenza tra la scena rave e quelle precedenti. In ecstasy non sputi sulla gente, l’abbracci. Questo modo di sentire costituiva il lato sacro dell’esperienza rave che ancora oggi esiste. E una festa della positivita." Queste per lo meno alcune delle caratteristiche principali che ne hanno segnato il successo sin dagli esordi. "Il divertimento non e una merce da comprare poiche risiede in ognuno di noi, ed e la sua espressione in contesti autogestiti in movimento che permette di innescare il processo di liberazione. (...) i divertimentifici (le discoteche) altro non sono che istituzioni mediatrici degli squallidi valori dell’organizzazione sociale, valvole di sfogo per gente alienata (…)" La stessa natura del rave viene vissuta come profondamente politica: "C’e chi lega automaticamente il termine ‘politica’ a quello di ‘ideologia’, snaturando il significato originario di cambiamento pratico della realta circostante. Il rave e esattamente la destabilizzazione di questo riflesso condizionato, l’indicatore palese del passaggio dalla forma politica ideologica a quella pratica, comunicativa, di azione diretta." Un esempio di un utilizzo piu politico dei rave ci viene fornito dal collettivo inglese Reclaim the Streets che e riuscito ad organizzare immensi free party, capaci di aggregare migliaia di persone, al fine di bloccare la costruzione di arterie autostradali dannose per l’ecosistema, parchi e campagne. Si parlera piu diffusamente di Reclaim the Streets nel terzo capitolo, si e fatto questo esempio per sottolineare, ancora una volta, il continuo e reciproco influenzarsi di tali sottoculture i cui confini si fanno sempre piu labili e opinabili. Caratteristica propria del rave e quella di "adottare una strategia nomade, un attaccare in movimento, un essere sempre presenti e sempre invisibili, impalpabili. Si generano, in questo modo, derive metropolitane cadenzate aritmicamente da non-luoghi di disordine controculturale." Centrale nella technocultura e la pratica dell’autoproduzione intesa come efficace mezzo per provocare "(…) l’incrinatura del music business. Per infettare la societa e distribuire espressioni controculturali nella ricerca di un boicottaggio al sistema economico, (…) in modo da avere l’autogestione di cio che si vuole comunicare senza pericolo iniziale di manipolazione e, in piu, mantenere una politica di contenimento dei prezzi che permetta l’approccio per chiunque si voglia avvicinare a cio che viene comunicato. L’autoproduzione non deve nascere solo in ambito musicale o editoriale, bensi espandersi in ogni campo, cosi da creare un sistema di penetrazione o contaminazione multiforme." Alessandro, membro della crew techno milanese Qirex amplia ulteriormente il discorso: "Nella musica in generale e nella techno in particolare l’autoproduzione e fondamentale. Io ho sempre comprato dischi da distribuzioni underground o direttamente da chi li faceva quando ne avevo l’occasione, questa mi e sempre sembrata un’ottima cosa per tenere basso il prezzo dei dischi, diffondere i propri lavori in modo orizzontale e conoscere piu da vicino chi produce cose con una mentalita simile alla tua. Nella techno questo concetto e spinto ancora piu all’estremo, praticamente ci sono solo autoproduzioni, capita poche volte che uno produca un disco con la musica di un altro, la maggior parte delle etichette e composta da un nucleo ristretto di persone che fanno cose simili e si aiutano a vicenda per registrare, produrre, fare cose nuove, distribuirle, ecc. la distribuzione dei dischi techno, o almeno di quelli underground con la musica che si ascolta alle feste, e una cosa molto genuina. Per capire meglio questo concetto posso dirvi che nella maggior parte dei casi chi fa la musica, chi registra il disco , chi mette i soldi per la stampa e chi lo distribuisce sono la stessa persona che poi sara anche uno dei tanti dj che mixeranno il disco durante una festa." La discussione continua sulla politicizzazione del movimento: "si, certo. Il movimento techno e molto politicizzato anche se non penso che parole come politica (almeno nel senso classico del termine, cioe conseguire decisioni mediante la discussione pubblica), ideologia o movimento siano molto adatte ad inquadrare questa situazione. Si tratta semplicemente di fare delle scelte, a volte anche estreme. L’autoproduzione non riguarda solamente il fatto di stampare un disco con la tua musica a spese tue, spesso e un concetto che si estende ad altri aspetti della vita. Molta gente che frequenta la scena techno, soprattutto in Inghilterra ed in Francia, ha lasciato casa per vivere sui camion o nei furgoni. Questo secondo me e uno dei rifiuti piu radicali che si possano fare nei confronti di una societa, significa non condividere assolutamente il modo di vivere comune fino al punto di distaccarsene completamente. Ci si rende facilmente conto che per chi vive queste situazioni di nomadismo l’autoproduzione puo diventare l’unico modo per sopravvivere. Non ci sono piu contatti con il mondo di tutti i giorni, non hai piu una casa, non hai piu lavoro e nemmeno una citta fissa. Si autoproduce uno stile di vita, non un semplice disco." Cosi come per molti traveller anni prima, anche per i raver la festa puo essere un primo passo verso un mondo completamente nuovo, libero e alieno da costrizioni. Diversamente dai traveller, coi quali all’inizio nacquero alcuni contrasti ora sedati, i raver non disdegnano la tecnologia ed anzi ne fanno un ampio uso: computer, campionatori, internet, cellulari, sound system, computer grafica e via dicendo sono tutti elementi centrali nella technocultura. "(la tecnologia) rappresenta il medium creativo, la capacita di dare mille forme comunicative al proprio sentire." Nasce il concetto di cyber inteso come utilizzo delle tecnologie piu diverse non per produrre una merce ma per creare cultura antagonista. "(la parola) cyber ha finito per divenire la metafora del moderno, cioe il termine da applicare a tutto cio che fa in qualche modo riferimento al concetto di nuovo applicato alle tecnologie, siano esse nel campo della comunicazione, della ricerca, dell’intrattenimento, o soprattutto dell’estetica e del costume" Centrale nella technocultura e anche il culto delle droghe sulle quali viene diffusa la maggior quantita di informazioni possibile in modo da evitare i tragici incidenti del passato, anche decessi, e spingere alcuni su una dimensione piu "esperenziale" piuttosto che semplicemente da "sballo" fine a se stesso. C’e anche chi non ne fa uso riuscendo comunque a raggiungere una dimensione "alterata" grazie al flusso musicale. La questione e lunga e controversa e, del resto, non affrontabile in questa sede. L’uso delle droghe psicoattive, un immaginario di derivazione psichedelico e l’interesse, da parte di alcuni, per culture e filosofie orientali o ataviche ha favorito la nascita del termine "tecnosciamanesimo". Anche il look si sta definendo attorno ad un abbigliamento principalmente comodo fatto di pantaloni molto larghi di derivazione hip hop, felpe con cappuccio e cappellini con visiera con occasionali spille e borchie, il tutto condito con la classica sporcizia di fondo. Significativo e il linguaggio del corpo che si esprime attraverso piercing, tatuaggi e scarificazioni (cicatrici autoinflitte e trattate in modo da lasciare un segno permanente). Come spesso accade in questi casi, leggi nate per soffocare le controculture ne favoriscono la fusione e il vicendevole scambio e supporto. Nata per reprimere traveller, squatter, raver ed altre sottoculture il Criminal Justice Act, varata in Inghilterra nel 1994 dal governo conservatore, ha provocato vere e proprie ondate di protesta che furono da stimolo all’incontro fra le realta piu diverse "Ora anche le casalinghe e gli studenti si uniscono agli ambientalisti e ai punk sulle barricate per sfidare la legge." Ma oltre ad aggregare e incrociare varie sottoculture il CJA avra il merito, certamente non desiderato da chi lo istitui, di radicalizzare e politicizzare il pensiero di moltissimi individui, raver e traveller inclusi. Attraverso l’analisi del CJA possiamo passare allo studio dei movimenti di stampo ecologista e anarchico che fanno dell’azione diretta non solo una forma di protesta ma anche un modo di vivere secondo le idee che ispirano quella che piu volte si e definita come "cultura DiY", che e la stessa che ha ispirato le sottoculture finora presentate e che, dall’incontro / scontro fra le stesse, ha tratto nuova energia.
1.4.3. Ecoradicali e azione diretta