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LA BIBBIA -
(Continua) EZECHIELE - DANIELE
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EZECHIELE - DANIELE |
[29]Là è Edom, i suoi re e tutti i suoi prìncipi che, nonostante il
loro valore, sono posti con i trafitti di spada: giacciono con i non
circoncisi e con quelli che scendono nella fossa. [30]Là sono tutti i
prìncipi del settentrione, tutti quelli di Sidòne, che scesero con i
trafitti, nonostante il terrore sparso dalla loro potenza; giacciono i non
circoncisi con i trafitti di spada e portano la loro ignominia con quelli che
scendono nella fossa. [31]Il faraone li vedrà e si consolerà alla vista di
tutta questa moltitudine; il faraone e tutto il suo esercito saranno trafitti
di spada. Oracolo del Signore Dio. [32]Perchè aveva sparso il terrore nella
terra dei viventi, ecco giace in mezzo ai non circoncisi, con i trafitti di
spada, egli il faraone e tutta la sua moltitudine». Parola del Signore
Dio. Ezechiele - Capitolo 33 III. DURANTE E DOPO L'ASSEDIO DI
GERUSALEMME Il profeta come sentinella [1]Mi fu rivolta questa parola del
Signore: [2]«Figlio dell'uomo, parla ai figli del tuo popolo e dì loro: Se
mando la spada contro un paese e il popolo di quella terra prende un uomo del
suo territorio e lo pone quale sentinella, [3]e questa, vedendo
sopraggiungere la spada sul paese, suona la tromba e dà l'allarme al popolo:
[4]se colui che ben sente il suono della tromba non ci bada e la spada giunge
e lo sorprende, egli dovrà a se stesso la propria rovina. [5]Aveva udito il
suono della tromba, ma non ci ha badato: sarà responsabile della sua rovina;
se ci avesse badato, si sarebbe salvato. [6]Se invece la sentinella vede
giunger la spada e non suona la tromba e il popolo non è avvertito e la spada
giunge e sorprende qualcuno, questi sarà sorpreso per la sua iniquità: ma
della sua morte domanderò conto alla sentinella. [7]O figlio dell'uomo, io ti
ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia
bocca e tu li avvertirai da parte mia. [8]Se io dico all'empio: Empio tu
morirai, e tu non parli per distoglier l'empio dalla sua condotta, egli,
l'empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a
te. [9]Ma se tu avrai ammonito l'empio della sua condotta perché si converta
ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece
sarai salvo. Conversione e perversione [10]Tu, figlio dell'uomo,
annunzia agli Israeliti: Voi dite: I nostri delitti e i nostri peccati sono
sopra di noi e in essi noi ci consumiamo! In che modo potremo vivere? [11]Dì
loro: Com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore Dio - io non godo della
morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua condotta e viva.
Convertitevi dalla vostra condotta perversa! Perché volete perire, o
Israeliti? [12]Figlio dell'uomo, dì ancora ai figli del tuo popolo: La
giustizia del giusto non lo salva se pecca, e l'empio non cade per la sua
iniquità se desiste dall'iniquità, come il giusto non potrà vivere per la sua
giustizia se pecca. [13]Se io dico al giusto: Vivrai, ed egli, confidando
sulla sua giustizia commette l'iniquità, nessuna delle sue azioni buone sarà
più ricordata e morirà nella malvagità che egli ha commesso. [14]Se
dico all'empio: Morirai, ed egli desiste dalla sua iniquità e compie ciò che
è retto e giusto, [15]rende il pegno, restituisce ciò che ha rubato,
osserva le leggi della vita, senza commettere il male, egli vivrà e non
morirà; [16]nessuno dei peccati che ha commessi sarà più ricordato: egli
ha praticato ciò che è retto e giusto e certamente vivrà. [17]Eppure, i
figli del tuo popolo vanno dicendo: Il modo di agire del Signore non è retto.
E' invece il loro modo di agire che non è retto! [18]Se il giusto desiste
dalla giustizia e fa il male, per questo certo morirà. [19]Se l'empio desiste
dall'empietà e compie ciò che è retto e giusto, per questo vivrà. [20]Voi
andate dicendo: Non è retto il modo di agire del Signore. Giudicherò ciascuno
di voi secondo il suo modo di agire, Israeliti». La presa della
città [21]Il cinque del decimo mese dell'anno decimosecondo della
nostra deportazione arrivò da me un fuggiasco da Gerusalemme per dirmi: La
città è presa. [22]La sera prima dell'arrivo del fuggiasco, la mano del
Signore fu su di me e al mattino, quando il fuggiasco giunse, il Signore mi
aprì la bocca. La mia bocca dunque si aprì e io non fui più muto. La
devastazione del paese [23]Mi fu rivolta questa parola del Signore:
[24]«Figlio dell'uomo, gli abitanti di quelle rovine, nel paese d'Israele,
vanno dicendo: Abramo era uno solo ed ebbe in possesso il paese e noi siamo
molti: a noi dunque è stato dato in possesso il paese! [25]Perciò dirai
loro: Così dice il Signore Dio: Voi mangiate la carne con il sangue,
sollevate gli occhi ai vostri idoli, versate il sangue, e vorreste avere in
possesso il paese? [26]Voi vi appoggiate sulle vostre spade, compite cose
nefande, ognuno di voi disonora la donna del suo prossimo e vorreste avere in
possesso il paese? [27]Annunzierai loro: Dice il Signore Dio: Com'è vero
ch'io vivo, quelli che stanno fra le rovine periranno di spada; darò in pasto
alle belve quelli che sono per la campagna e quelli che sono nelle fortezze e
dentro le caverne moriranno di peste. [28]Ridurrò il paese ad una solitudine
e a un deserto e l'orgoglio della sua forza cesserà. I monti d'Israele
saranno devastati, non ci passerà più nessuno. [29]Sapranno che io sono il
Signore quando farò del loro paese una solitudine e un deserto, a causa di
tutti gli abomini che hanno commessi. Risultati della
predicazione [30]Figlio dell'uomo, i figli del tuo popolo parlano di te lungo
le mura e sulle porte delle case e si dicono l'un l'altro: Andiamo a sentire
qual è la parola che viene dal Signore. [31]In folla vengono da te, si
mettono a sedere davanti a te e ascoltano le tue parole, ma poi non le
mettono in pratica, perché si compiacciono di parole, mentre il loro cuore va
dietro al guadagno. [32]Ecco, tu sei per loro come una canzone d'amore: bella
è la voce e piacevole l'accompagnamento musicale. Essi ascoltano le tue
parole, ma non le mettono in pratica. [33]Ma quando ciò avverrà ed ecco
avviene, sapranno che c'è un profeta in mezzo a loro». Ezechiele -
Capitolo 34 I pastori di Israele [1]Mi fu rivolta questa parola del
Signore: [2]«Figlio dell'uomo, profetizza contro i pastori d'Israele, predici
e riferisci ai pastori: Dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che
pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? [3]Vi
nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma
non pascolate il gregge. [4]Non avete reso la forza alle pecore deboli, non
avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete
riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete
guidate con crudeltà e violenza. [5]Per colpa del pastore si sono disperse e
son preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. [6]Vanno errando
tutte le mie pecore in tutto il paese e nessuno va in cerca di loro e se ne
cura. [7]Perciò, pastori, ascoltate la parola del Signore: [8]Com'è vero
ch'io vivo, - parla il Signore Dio - poiché il mio gregge è diventato una
preda e le mie pecore il pasto d'ogni bestia selvatica per colpa del pastore
e poiché i miei pastori non sono andati in cerca del mio gregge - hanno
pasciuto se stessi senza aver cura del mio gregge - [9]udite quindi, pastori,
la parola del Signore: [10]Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori:
chiederò loro conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio
gregge, così i pastori non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di
bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. [11]Perché dice il
Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. [12]Come
un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue
pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e
le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di
caligine. [13]Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le
ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle
valli e in tutte le praterie della regione. [14]Le condurrò in ottime pasture
e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon
ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. [15]Io stesso
condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore
Dio. [16]Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella
smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della
grassa e della forte; le pascerò con giustizia. [17]A te, mio gregge, dice
il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.
[18]Non vi basta pascolare in buone pasture, volete calpestare con i piedi il
resto della vostra pastura; non vi basta bere acqua chiara, volete
intorbidare con i piedi quella che resta. [19]Le mie pecore devono brucare
ciò che i vostri piedi hanno calpestato e bere ciò che i vostri piedi hanno
intorbidato. [20]Perciò dice il Signore Dio a loro riguardo: Ecco, io
giudicherò fra pecora grassa e pecora magra. [21]Poiché voi avete spinto con
il fianco e con le spalle e cozzato con le corna le più deboli fino a
cacciarle e disperderle, [22]io salverò le mie pecore e non saranno più
oggetto di preda: farò giustizia fra pecora e pecora. [23]Susciterò per loro
un pastore che le pascerà, Davide mio servo. Egli le condurrà al pascolo,
sarà il loro pastore; [24]io, il Signore, sarò il loro Dio e Davide mio servo
sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho parlato. [25]Stringerò con
esse un'alleanza di pace e farò sparire dal paese le bestie nocive, cosicché
potranno dimorare tranquille anche nel deserto e riposare nelle
selve. [26]Farò di loro e delle regioni attorno al mio colle una
benedizione: manderò la pioggia a tempo opportuno e sarà pioggia di
benedizione. [27]Gli alberi del campo daranno i loro frutti e la terra i suoi
prodotti; essi abiteranno in piena sicurezza nella loro terra. Sapranno che
io sono il Signore, quando avrò spezzato le spranghe del loro giogo e li avrò
liberati dalle mani di coloro che li tiranneggiano. [28]Non saranno più preda
delle genti, né li divoreranno le fiere selvatiche, ma saranno al sicuro e
nessuno li spaventerà. [29]Farò germogliare per loro una florida
vegetazione; non saranno più consumati dalla fame nel paese e non soffriranno
più il disprezzo delle genti. [30]Sapranno che io, il Signore, sono il loro
Dio e loro, la gente d'Israele, sono il mio popolo. Parola del Signore
Dio. [31]Voi, mie pecore, siete il gregge del mio pascolo e io sono il
vostro Dio». Oracolo del Signore Dio. Ezechiele - Capitolo 35 Contro i
monti di Edom [1]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [2]«Figlio
dell'uomo, volgiti verso il monte Seir e profetizza contro di esso.
[3]Annunzierai: Dice il Signore Dio: Eccomi a te, monte Seir, anche su
di te stenderò il mio braccio e farò di te una solitudine, un luogo
desolato. [4]Ridurrò le tue città in macerie, e tu diventerai un
deserto; così saprai che io sono il Signore. [5]Tu hai mantenuto un odio
secolare contro gli Israeliti e li hai consegnati alla spada nel giorno della
loro sventura, quando ho posto fine alla loro iniquità; [6]per questo, com'è
vero ch'io vivo - dice il Signore Dio - ti abbandonerò al sangue e il sangue
ti perseguiterà; tu hai odiato il sangue e il sangue ti perseguiterà. [7]Farò
del monte Seir una solitudine e un deserto e vi eliminerò chiunque su di esso
va e viene. [8]Riempirò di cadaveri i tuoi monti; sulle tue alture, per le
tue pendici, in tutte le tue valli cadranno i trafitti di spada. [9]In
solitudine perenne ti ridurrò e le tue città non saranno più abitate: saprete
che io sono il Signore. [10]Poiché hai detto: Questi due popoli, questi due
territori saranno miei, noi li possiederemo, anche se là è il Signore.
[11]Per questo, com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore Dio - io agirò
secondo quell'ira e quel furore che tu hai dimostrato nell'odio contro di
loro e mi rivelerò in mezzo a loro quando farò giustizia di te: [12]saprai
allora che io sono il Signore. Ho udito tutti gli insulti che tu hai
proferiti contro i monti d'Israele: Sono deserti; son dati a noi perché vi
pascoliamo. [13]Contro di me avete fatto discorsi insolenti, contro di me
avete moltiplicato le parole: ho udito tutto. [14]Così dice il Signore Dio:
Poiché tutto il paese ha gioito, farò di te una solitudine: [15]poiché tu hai
gioito per l'eredità della casa d'Israele che era devastata, così io tratterò
te: sarai ridotto a una solitudine, o monte Seir, e tu Edom, tutto intero; si
saprà che io sono il Signore». Ezechiele - Capitolo 36 Oracolo sui
monti di Israele [1]«Ora, figlio dell'uomo, profetizza ai monti d'Israele e
dì: Monti d'Israele, udite la parola del Signore. [2]Così dice il Signore
Dio: Poiché il nemico ha detto di voi: Ah! Ah! I colli eterni son diventati
il nostro possesso, [3]ebbene, profetizza e annunzia: Dice il Signore Dio:
Poiché siete stati devastati e perseguitati dai vicini per renderci possesso
delle altre nazioni e poiché siete stati fatti oggetto di maldicenza e
d'insulto della gente, [4]ebbene, monti d'Israele, udite la parola del
Signore Dio: Dice il Signore Dio ai monti, alle colline, alle pendici e alle
valli, alle rovine desolate e alle città deserte che furono preda e scherno
dei popoli vicini: [5]ebbene, così dice il Signore Dio: Sì, con gelosia
ardente io parlo contro gli altri popoli e contro tutto Edom, che con la
gioia del cuore, con il disprezzo dell'anima, hanno fatto del mio paese il
loro possesso per saccheggiarlo. [6]Per questo profetizza al paese d'Israele
e annunzia ai monti, alle colline, alle pendici e alle valli: Dice il
Signore Dio: Ecco, io parlo con gelosia e con furore: Poiché voi avete
portato l'obbrobrio delle genti, [7]ebbene, dice il Signore Dio, io alzo la
mano e giuro: anche le genti che vi stanno d'intorno subiranno il loro
vituperio. [8]E voi, monti d'Israele, mettete rami e producete frutti per il
mio popolo d'Israele perché sta per tornare. [9]Ecco infatti a voi, a voi io
mi volgo; sarete ancora lavorati e sarete seminati. [10]Moltiplicherò sopra
di voi gli uomini, tutta la gente d'Israele, e le città saranno ripopolate e
le rovine ricostruite. [11]Moltiplicherò su di voi gli uomini e gli
armenti e cresceranno e saranno fecondi: farò sì che siate popolati come
prima e vi elargirò i miei benefici più che per il passato e saprete che io
sono il Signore. [12]Ricondurrò su di voi degli uomini, il mio popolo
Israele: essi vi possederanno e sarete la loro eredità e non li priverete più
dei loro figli. [13]Così parla il Signore Dio: Poiché si va dicendo di te: Tu
divori gli uomini, tu hai privato di figli il tuo popolo, [14]ebbene, tu non
divorerai più gli uomini, non priverai più di figli la nazione. Oracolo del
Signore Dio. [15]Non ti farò più sentire gli insulti delle nazioni e non ti
farò più subire lo scherno dei popoli; non priverai più di figli la tua
gente». Parola del Signore Dio. [16]Mi fu rivolta questa parola del
Signore: [17]«Figlio dell'uomo, la casa d'Israele, quando abitava il suo
paese, lo rese impuro con la sua condotta e le sue azioni. Come l'impurità di
una donna nel suo tempo è stata la loro condotta davanti a me. [18]Perciò ho
riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e
per gli idoli con i quali l'avevano contaminato. [19]Li ho dispersi fra le
genti e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la
loro condotta e le loro azioni. [20]Giunsero fra le nazioni dove erano spinti
e disonorarono il mio nome santo, perché di loro si diceva: Costoro sono il
popolo del Signore e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese. [21]Ma io
ho avuto riguardo del mio nome santo, che gli Israeliti avevano disonorato
fra le genti presso le quali sono andati. [22]Annunzia alla casa d'Israele:
Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, gente d'Israele,
ma per amore del mio nome santo, che voi avete disonorato fra le genti presso
le quali siete andati. [23]Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le
genti, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le genti sapranno che io sono
il Signore - parola del Signore Dio - quando mostrerò la mia santità in
voi davanti ai loro occhi. [24]Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da
ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. [25]Vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti
i vostri idoli; [26]vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno
spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di
carne. [27]Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i
miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.
[28]Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio
popolo e io sarò il vostro Dio. [29]Vi libererò da tutte le vostre impurità:
chiamerò il grano e lo moltiplicherò e non vi manderò più la carestia.
[30]Moltiplicherò i frutti degli alberi e il prodotto dei campi, perché non
soffriate più la vergogna della fame fra le genti. [31]Vi ricorderete della
vostra cattiva condotta e delle vostre azioni che non erano buone e proverete
disgusto di voi stessi per le vostre iniquità e le vostre nefandezze. [32]Non
per riguardo a voi, io agisco - dice il Signore Dio - sappiatelo
bene. Vergognatevi e arrossite della vostra condotta, o Israeliti». [33]Così
dice il Signore Dio: «Quando vi avrò purificati da tutte le vostre iniquità,
vi farò riabitare le vostre città e le vostre rovine saranno
ricostruite. [34]Quella terra desolata, che agli occhi di ogni viandante
appariva un deserto, sarà ricoltivata [35]e si dirà: La terra, che era
desolata, è diventata ora come il giardino dell'Eden, le città rovinate,
desolate e sconvolte, ora sono fortificate e abitate. [36]I popoli che
saranno rimasti attorno a voi sapranno che io, il Signore, ho ricostruito ciò
che era distrutto e ricoltivato la terra che era un deserto. Io, il Signore,
l'ho detto e lo farò». [37]Dice il Signore Dio: «Permetterò ancora che la
gente d'Israele mi preghi di intervenire in suo favore. Io moltiplicherò gli
uomini come greggi, [38]come greggi consacrati, come un gregge di Gerusalemme
nelle sue solennità. Allora le città rovinate saran ripiene di greggi di
uomini e sapranno che io sono il Signore». Ezechiele - Capitolo 37 Le
ossa aride [1]La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori
in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; [2]mi fece
passare tutt'intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità
sulla distesa della valle e tutte inaridite. [3]Mi disse: «Figlio
dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo
sai». [4]Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annunzia loro:
Ossa inaridite, udite la parola del Signore. [5]Dice il Signore Dio a
queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete.
[6]Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi
stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io
sono il Signore». [7]Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre
io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che
si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. [8]Guardai
ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva,
ma non c'era spirito in loro. [9]Egli aggiunse: «Profetizza allo
spirito, profetizza figlio dell'uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore
Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché
rivivano». [10]Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in
essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito
grande, sterminato. [11]Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono
tutta la gente d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono
inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. [12]Perciò
profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri
sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel
paese d'Israele. [13]Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le
vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. [14]Farò
entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese;
saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore
Dio. Giuda e Israele in un solo regno [15]Mi fu rivolta questa parola del
Signore: [16]«Figlio dell'uomo, prendi un legno e scrivici sopra: Giuda e gli
Israeliti uniti a lui, poi prendi un altro legno e scrivici sopra: Giuseppe,
legno di Efraim e tutta la casa d'Israele unita a lui, [17]e accostali l'uno
all'altro in modo da fare un legno solo, che formino una cosa sola nella tua
mano. [18]Quando i figli del tuo popolo ti diranno: Ci vuoi spiegare che
significa questo per te?, [19]tu dirai loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io
prendo il legno di Giuseppe, che è in mano àEfraim e le tribù d'Israele unite
a lui, e lo metto sul legno di Giuda per farne un legno solo; diventeranno
una cosa sola in mano mia. [20]Tieni in mano sotto i loro occhi i legni sui
quali hai scritto e [21]dì loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò
gli Israeliti dalle genti fra le quali sono andati e li radunerò da ogni
parte e li ricondurrò nel loro paese: [22]farò di loro un solo popolo nella
mia terra, sui monti d'Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non
saranno più due popoli, né più saranno divisi in due regni. [23]Non si
contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro
iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato; li
purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. [24]Il mio servo
Davide sarà su di loro e non vi sarà che un unico pastore per tutti;
seguiranno i miei comandamenti, osserveranno le mie leggi e le metteranno in
pratica. [25]Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In
quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i
figli dei loro figli, attraverso i secoli; Davide mio servo sarà loro re per
sempre. [26]Farò con loro un'alleanza di pace, che sarà con loro un'alleanza
eterna. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a
loro per sempre. [27]In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio
ed essi saranno il mio popolo. [28]Le genti sapranno che io sono il Signore
che santifico Israele quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per
sempre». Ezechiele - Capitolo 38 Contro Gog, re di Magog [1]Mi fu
rivolta questa parola del Signore: [2]«Figlio dell'uomo, volgiti verso Gog
nel paese di Magòg, principe capo di Mesech e Tubal, e profetizza contro di
lui. Annunzierai: [3]Dice il Signore Dio: Eccomi contro di te Gog, principe
capo di Mesech e Tubal, [4]io ti aggirerò, ti metterò ganci alle mascelle e
ti farò uscire con tutto il tuo esercito, cavalli e cavalieri tutti
ben equipaggiati, truppa immensa con scudi grandi e piccoli, e tutti muniti
di spada. [5]La Persia, l'Etiopia e Put sono con loro, tutti con scudi ed
elmi. [6]Gomer e tutte le sue schiere, la gente di Togarmà, le estreme
regioni del settentrione e tutte le loro forze, popoli numerosi sono con
te. [7]Stà pronto, fà i preparativi insieme con tutta la moltitudine che si
è radunata intorno a te: sii a mia disposizione. [8]Dopo molto tempo ti
sarà dato l'ordine: sul finire degli anni tu andrai contro una nazione che
è sfuggita alla spada, che in mezzo a molti popoli si è radunata sui
monti d'Israele, rimasti lungamente deserti. Essa rimpatriò dalle genti e
tutti abitano tranquilli. [9]Tu vi salirai, vi giungerai come un uragano:
sarai come un nembo che avvolge la terra, tu con tutte le tue schiere e con
i popoli numerosi che sono con te. [10]Dice il Signore Dio: In quel giorno
ti verranno in mente dei pensieri e concepirai progetti malvagi. [11]Tu
dirai: Andrò contro una terra indifesa, assalirò genti tranquille che si
tengono sicure, che abitano tutte in luoghi senza mura, che non hanno né
sbarre né porte, [12]per depredare, saccheggiare, metter la mano su rovine
ora ripopolate e sopra un popolo che si è riunito dalle nazioni, dedito
agli armenti e ai propri affari, che abita al centro della
terra. [13]Saba, Dedan, i commercianti di Tarsis e tutti i suoi leoncelli
ti domanderanno: Vieni per saccheggiare? Hai radunato la tua gente per venir
a depredare e portar via argento e oro, per rapire armenti e averi e per
fare grosso bottino? [14]Perciò predici, figlio dell'uomo, e annunzia a Gog:
Così dice il Signore Dio: In quel giorno, quando il mio popolo Israele
dimorerà del tutto sicuro, tu ti leverai, [15]verrai dalla tua dimora, dagli
estremi confini del settentrione, tu e i popoli numerosi che sono con te,
tutti su cavalli, una turba grande, un esercito potente. [16]Verrai contro il
mio popolo Israele, come un nembo per coprire la terra. Sul finire dei giorni
io
ti manderò sulla mia terra perché le genti mi conoscano quando per
mezzo tuo, o Gog, manifesterò la mia santità davanti ai loro occhi. [17]Così
dice il Signore Dio: Non sei tu quegli di cui parlai nei tempi antichi per
mezzo dei miei servi, i profeti d'Israele, i quali, in quei tempi e per
molti anni, profetizzarono che io ti avrei mandato contro di loro? [18]Ma,
quando Gog giungerà nel paese d'Israele - parola del Signore Dio - divamperà
la mia collera. [19]Nella mia gelosia e nel mio furore ardente io vi
dichiaro: In quel giorno ci sarà un gran terremoto nel paese di Israele:
[20]davanti a me tremeranno i pesci del mare, gli uccelli del cielo, gli
animali selvatici, tutti i rettili che strisciano sul terreno e ogni uomo che
è sulla terra: i monti franeranno, le rocce cadranno e ogni muro rovinerà al
suolo. [21]Contro di lui, per tutti i monti d'Israele, chiamerò la spada.
Parola del Signore Dio. La spada di ognuno di essi sarà contro il proprio
fratello. [22]Farò giustizia di lui con la peste e con il sangue: farò
piovere su di lui e le sue schiere, sopra i popoli numerosi che sono con lui,
torrenti di pioggia e grandine, fuoco e zolfo. [23]Io mostrerò la mia potenza
e la mia santità e mi rivelerò davanti a genti numerose e sapranno che io
sono il Signore». Ezechiele - Capitolo 39 [1]«E tu, figlio dell'uomo,
profetizza contro Gog e annunzia: Così dice il Signore Dio: Eccomi contro di
te, Gog, principe capo di Mesech e di Tubal. [2]Io ti sospingerò e ti
condurrò e dagli estremi confini del settentrione ti farò salire e ti
condurrò sui monti d'Israele. [3]Spezzerò l'arco nella tua mano sinistra e
farò cadere le frecce dalla tua mano destra. [4]Tu cadrai sui monti d'Israele
con tutte le tue schiere e i popoli che sono con te: ti ho destinato in pasto
agli uccelli rapaci d'ogni specie e alle bestie selvatiche. [5]Tu sarai
abbattuto in aperta campagna, perché io l'ho detto. Oracolo del Signore
Dio. [6]Manderò un fuoco su Magòg e sopra quelli che abitano tranquilli le
isole: sapranno che io sono il Signore. [7]Farò conoscere il mio nome santo
in mezzo al mio popolo Israele, e non permetterò che il mio santo nome
sia profanato; le genti sapranno che io sono il Signore, santo in
Israele. [8]Ecco, questo avviene e si compie - parola del Signore Dio -: è
questo il giorno di cui ho parlato. [9]Gli abitanti delle città d'Israele
usciranno e per accendere il fuoco bruceranno armi, scudi grandi e piccoli e
archi e frecce e mazze e giavellotti e con quelle alimenteranno il fuoco per
sette anni. [10]Non andranno a prendere la legna nei campi e neppure a
tagliarla nei boschi perché faranno il fuoco con le armi: spoglieranno coloro
che li avevano spogliati e deprederanno coloro che li avevano saccheggiati.
Parola del Signore Dio. [11]In quel giorno assegnerò a Gog come sepolcro
un luogo famoso in Israele, la valle di Abarìm, a oriente del mare: essa
chiude il passo ai viandanti. Lì sarà sepolto Gog e tutta la sua moltitudine
e quel luogo si chiamerà Valle della moltitudine di Gog. [12]La casa di
Israele darà loro sepoltura per sette mesi per purificare il paese. [13]Lì
seppellirà tutto il popolo del paese e sarà per loro glorioso il giorno in
cui manifesterò la mia gloria. Parola del Signore Dio. [14]Saranno scelti
uomini che percorreranno di continuo il paese per seppellire con l'aiuto dei
viandanti quelli che son rimasti a fior di terra, per renderla pura;
cominceranno le ricerche alla fine del settimo mese. [15]Quando percorrendo
il paese vedranno ossa umane, vi porranno un segnale, finché i becchini non
le seppelliscano nella valle della moltitudine di Gog: [16]Hamonà sarà
chiamata la città. Così purificheranno il paese. [17]A te, figlio dell'uomo,
dice il Signore Dio: Annunzia agli uccelli d'ogni specie e a tutte le bestie
selvatiche: Radunatevi, venite; raccoglietevi da ogni parte sul sacrificio
che offro a voi, sacrificio grande, sui monti d'Israele. Mangerete carne e
berrete sangue; [18]mangerete carne d'eroi, berrete sangue di prìncipi del
paese: montoni, agnelli, capri e tori grassi di Basàn, tutti. [19]Mangerete
grasso a sazietà e berrete fino all'ebbrezza il sangue del sacrificio che
preparo per voi. [20]Alla mia tavola vi sazierete di cavalli e cavalieri, di
eroi e di guerrieri d'ogni razza. Parola del Signore
Dio. Conclusione [21]Fra le genti manifesterò la mia gloria e tutte le
genti vedranno la giustizia che avrò fatta e la mano che avrò posta su di
voi. [22]La casa d'Israele da quel giorno in poi saprà che io, il Signore,
sono il loro Dio. [23]Le genti sapranno che la casa d'Israele per la sua
iniquità era stata condotta in schiavitù, perché si era ribellata a me e io
avevo nascosto loro il mio volto e li avevo dati in mano ai loro nemici,
perché tutti cadessero di spada. [24]Secondo le loro nefandezze e i loro
peccati io li trattai e nascosi loro la faccia. [25]Perciò così dice il
Signore Dio: Ora io ristabilirò la sorte di Giacobbe, avrò compassione di
tutta la casa d'Israele e sarò geloso del mio santo nome. [26]Quando essi
abiteranno nella loro terra tranquilli, senza che alcuno li spaventi, si
vergogneranno di tutte le ribellioni che hanno commesse contro di
me. [27]Quando io li avrò ricondotti dalle genti e li avrò radunati dalle
terre dei loro nemici e avrò mostrato in loro la mia santità, davanti a
numerosi popoli, [28]allora sapranno che io, il Signore, sono il loro Dio,
poiché dopo averli condotti in schiavitù fra le genti, li ho radunati nel
loro paese e non ne ho lasciato fuori neppure uno. [29]Allora non nasconderò
più loro il mio volto, perché diffonderò il mio spirito sulla casa
d'Israele». Parola del Signore Dio. Ezechiele - Capitolo 40 IV. LA
"TORAH" DI EZECHIELE Il tempio futuro [1]Al principio dell'anno
venticinquesimo della nostra deportazione, il dieci del mese, quattordici
anni da quando era stata presa la città, in quel medesimo giorno, la mano del
Signore fu sopra di me ed egli mi condusse là. [2]In visione divina mi
condusse nella terra d'Israele e mi pose sopra un monte altissimo sul quale
sembrava costruita una città, dal lato di mezzogiorno. [3]Egli mi condusse
là: ed ecco un uomo, il cui aspetto era come di bronzo, in piedi sulla porta,
con una cordicella di lino in mano e una canna per misurare. [4]Quell'uomo mi
disse: «Figlio dell'uomo: osserva e ascolta attentamente e fà attenzione a
quanto io sto per mostrarti, perché tu sei stato condotto qui perché io te lo
mostri e tu manifesti alla casa d'Israele quello che avrai visto». Il muro
esterno [5]Ed ecco il tempio era tutto recinto da un muro. La canna per
misurare che l'uomo teneva in mano era di sei cubiti, d'un cubito e un palmo
ciascuno. Egli misurò lo spessore del muro: era una canna, e l'altezza una
canna. Il portico orientale [6]Poi andò alla porta che guarda a oriente,
salì i gradini e misurò la soglia della porta; era una canna di larghezza.
[7]Ogni stanza misurava una canna di lunghezza e una di larghezza, da una
stanza all'altra vi erano cinque cubiti: anche la soglia del portico dal lato
dell'atrio della porta stessa, verso l'interno, era di una canna. [8]Misurò
l'atrio della porta: era di otto cubiti; [9]i pilastri di due cubiti. L'atrio
della porta era verso l'interno. [10]Le stanze della porta a oriente erano
tre da una parte e tre dall'altra, tutt'e tre della stessa grandezza, come di
una stessa misura erano i pilastri da una parte e dall'altra. [11]Misurò la
larghezza dell'apertura del portico: era di dieci cubiti; l'ampiezza della
porta era di tredici cubiti. [12]Davanti alle stanze vi era un parapetto di
un cubito, da un lato e dall'altro; ogni stanza misurava sei cubiti per lato.
[13]Misurò poi il portico dal tetto di una stanza al suo opposto; la
larghezza era di venticinque cubiti; da un'apertura all'altra; [14]i pilastri
li calcolò alti sessanta cubiti, dai pilastri cominciava il cortile che
circondava la porta. [15]Dalla facciata della porta d'ingresso alla facciata
dell'atrio della porta interna vi era uno spazio di cinquanta cubiti. [16]Le
stanze e i pilastri avevano finestre con grate verso l'interno, intorno alla
porta, come anche vi erano finestre intorno che davano sull'interno
dell'atrio. Sui pilastri erano disegnate palme. Il cortile
esterno [17]Poi mi condusse nel cortile esterno e vidi delle stanze e un
lastricato costruito intorno al cortile; trenta erano le stanze lungo il
lastricato. [18]Il lastricato si estendeva ai lati delle porte per una
estensione uguale alla larghezza delle porte stesse: era il lastricato
inferiore. [19]Misurò lo spazio dalla facciata della porta inferiore da
oriente a settentrione alla facciata della porta interna, erano cento
cubiti. Il portico settentrionale [20]Poi misurò la lunghezza e la
larghezza della porta che guarda a settentrione e conduce al cortile esterno.
[21]Le sue stanze, tre da una parte e tre dall'altra, i pilastri, l'atrio
avevano le stesse dimensioni della prima porta: cinquanta cubiti di lunghezza
per venticinque di larghezza. [22]Le finestre, l'atrio e le palme avevano le
stesse dimensioni di quelle della porta che guarda a oriente. Vi si accedeva
per sette scalini: l'atrio era davanti. [23]Di fronte al portico di
settentrione vi era la porta, come di fronte a quello di oriente; misurò la
distanza fra portico e portico: vi erano cento cubiti. Il portico
meridionale [24]Mi condusse poi verso mezzogiorno: ecco un portico rivolto
a mezzogiorno. Ne misurò i pilastri e l'atrio; avevano le stesse
dimensioni. [25]Intorno al portico, come intorno all'atrio, vi erano finestre
uguali alle altre finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza
per venticinque di larghezza. [26]Vi si accedeva per sette gradini: il
vestibolo stava verso l'interno. Sui pilastri, da una parte e dall'altra, vi
erano ornamenti di palme. [27]Il cortile interno aveva un portico
verso mezzogiorno; egli misurò la distanza fra porta e porta in direzione
del mezzogiorno; erano cento cubiti. Atrio interno. Portico
meridionale [28]Allora mi introdusse nell'atrio interno, per il portico
meridionale, e misurò questo portico; aveva le stesse dimensioni. [29]Le
stanze, i pilastri e l'atrio avevano le medesime misure. Intorno al portico,
come intorno all'atrio, vi erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di
lunghezza per venticinque di larghezza. [30]Intorno vi erano vestiboli di
venticinque cubiti di lunghezza per cinque di larghezza. [31]Il suo
vestibolo era rivolto verso l'atrio esterno; sui pilastri c'erano ornamenti
di palme; i gradini per i quali si accedeva erano otto. Il portico
orientale [32]Poi mi condusse al portico dell'atrio interno che guarda a
oriente e lo misurò: aveva le solite dimensioni. [33]Le stanze, i pilastri e
l'atrio avevano le stesse dimensioni. Intorno al portico, come intorno
all'atrio, vi erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per
venticinque di larghezza. [34]Il suo vestibolo dava sull'atrio esterno: sui
pilastri, da una parte e dall'altra vi erano ornamenti di palme: i gradini
per i quali si accedeva erano otto. Il portico settentrionale [35]Poi mi
condusse al portico settentrionale e lo misurò: aveva le solite dimensioni,
[36]come le stanze, i pilastri e l'atrio. Intorno vi erano finestre. Esso
misurava cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di larghezza. [37]Il
suo vestibolo dava sull'atrio esterno; sui pilastri, da una parte e
dall'altra, c'erano ornamenti di palme: i gradini per cui vi si accedeva
erano otto. Annessi ai portici [38]C'era anche una stanza con la porta
vicino ai pilastri dei portici; là venivano lavati gli olocausti.
[39]Nell'atrio del portico vi erano due tavole da una parte e due dall'altra,
sulle quali venivano sgozzati gli olocausti e i sacrifici espiatori e di
riparazione. [40]Altre due tavole erano sul lato esterno, a settentrione di
chi entra nel portico, e due tavole all'altro lato presso l'atrio del
portico. [41]Così a ciascun lato del portico c'erano quattro tavole da una
parte e quattro tavole dall'altra: otto tavole in tutto. Su di esse si
sgozzavano le vittime. [42]C'erano poi altre quattro tavole di pietre
squadrate, per gli olocausti, lunghe un cubito e mezzo, larghe un cubito e
mezzo e alte un cubito: su di esse venivano deposti gli strumenti con i quali
si immolavano gli olocausti e gli altri sacrifici. [43]Uncini d'un palmo
erano attaccati all'interno tutt'intorno; sulle tavole si mettevano le carni
delle offerte. [44]Fuori del portico interno, nell'atrio interno, vi erano
due stanze: quella accanto al portico settentrionale guardava a mezzogiorno,
l'altra accanto al portico meridionale guardava a settentrione. [45]Egli mi
disse: «La stanza che guarda a mezzogiorno è per i sacerdoti che hanno cura
del tempio, [46]mentre la stanza che guarda a settentrione è per i sacerdoti
che hanno cura dell'altare: sono essi i figli di Zadòk che, tra i figli di
Levi, si avvicinano al Signore per il suo servizio». L'atrio
interno [47]Misurò quindi l'atrio: era un quadrato di cento cubiti di
larghezza per cento di lunghezza. L'altare era di fronte al tempio. Il
tempio: l'ulam o atrio [48]Mi condusse poi nell'atrio del tempio e ne misurò
i pilastri: erano ognuno cinque cubiti da una parte e cinque cubiti
dall'altra; la larghezza del portico: tre cubiti da una parte e tre cubiti
dall'altra. [49]La lunghezza del vestibolo era di venti cubiti e la larghezza
di dodici cubiti. Vi si accedeva per mezzo di dieci gradini; accanto ai
pilastri c'erano due colonne, una da una parte e una dall'altra. Ezechiele
- Capitolo 41 L'ekal o il "santo" (santuario) [1]M'introdusse poi nel
santuario e misurò i pilastri: erano larghi sei cubiti da una parte e sei
cubiti dall'altra. [2]La porta era larga dieci cubiti e i lati della porta
cinque cubiti da una parte e cinque cubiti dall'altra. Misurò quindi il
santuario: era lungo quaranta cubiti e largo venti. Il debir o il "santo
dei santi" [3]Andò poi nell'interno e misurò i pilastri della porta, due
cubiti, e la porta, sei cubiti; la larghezza della porta, sette cubiti. [4]Ne
misurò ancora la lunghezza, venti cubiti e la larghezza, davanti al
santuario, venti cubiti, poi mi disse: «Questo è il Santo dei santi». Le
celle laterali [5]Misurò poi il muro del tempio, sei cubiti; poi la larghezza
dell'edificio laterale, quattro cubiti, intorno al tempio. [6]Le celle
laterali erano una sull'altra, trenta per tre piani. Per le celle
all'intorno, c'erano, nel muro del tempio, rientranze in modo che fossero
collegate fra di loro, ma non collegate al muro del tempio. [7]Salendo da un
piano all'altro l'ampiezza delle celle aumentava, perciò la costruzione era
più larga verso l'alto. Dal piano inferiore si poteva salire al piano di
mezzo e da questo a quello più alto. [8]Io vidi intorno al tempio una
elevazione. I fondamenti dell'edificio laterale erano di una canna intera di
sei cubiti. [9]La larghezza del muro esterno dell'edificio laterale era di
cinque cubiti, come quella dello spazio rimanente. Fra l'edificio laterale
del tempio [10]e le stanze c'era una larghezza di venti cubiti intorno al
tempio. [11]Le porte dell'edificio laterale rimanevano sullo spazio libero;
una porta dava a settentrione e una a mezzogiorno. Lo spazio libero era
cinque cubiti tutt'intorno. L'"edificio" occidentale [12]La costruzione
che era di fronte allo spazio libero sul lato d'occidente, aveva settanta
cubiti di larghezza; il muro della costruzione era tutt'intorno dello
spessore di cinque cubiti; la sua lunghezza di novanta cubiti. [13]Poi
misurò il tempio: lunghezza cento cubiti; lo spazio libero, edificio e sue
mura, anch'essi cento cubiti. [14]La larghezza della facciata del tempio con
lo spazio libero, cento cubiti. [15]Misurò ancora la larghezza dell'edificio
di fronte allo spazio libero nella parte retrostante, con le gallerie di qua
e di là: era cento cubiti. Ornamentazione interna L'interno del santuario,
il suo vestibolo, [16]gli stipiti, le finestre a grate e le gallerie attorno
a tutti e tre, a cominciare dalla soglia, erano rivestiti di tavole di legno,
tutt'intorno, dal pavimento fino alle finestre, che erano velate. [17]Dalla
porta, dentro e fuori del tempio e su tutte le pareti interne ed esterne
erano dipinti [18]cherubini e palme. Fra cherubino e cherubino c'era una
palma; ogni cherubino aveva due aspetti: [19]aspetto d'uomo verso una palma e
aspetto di leone verso l'altra palma, effigiati intorno a tutto il tempio.
[20]Da terra fino sopra la porta erano disposti cherubini e palme sulle
pareti del santuario. [21]Gli stipiti del santuario erano
quadrangolari. L'altare di legno Davanti al Santo dei santi c'era come
[22]un altare di legno, alto tre cubiti, due cubiti di lunghezza e due di
larghezza. Gli angoli, la base e i lati erano di legno. Mi disse: «Questa è
la tavola che sta davanti al Signore». [23]Il santuario e il Santo dei
santi avevano due porte ciascuno. [24]Ogni porta aveva due battenti e ogni
battente si ripiegava in due pezzi: due per un battente e due per l'altro.
[25]Sulle porte erano dipinti cherubini e palme come sulle pareti: un portale
di legno era sulla facciata dell'atrio all'esterno. [26]Finestre e grate e
palme erano da tutt'e due le parti, ai lati del vestibolo, alle celle annesse
al tempio e agli architravi. Ezechiele - Capitolo 42 Adiacenze del
tempio [1]Allora mi fece uscire nell'atrio esterno dal lato settentrionale e
mi condusse all'appartamento che sta di fronte allo spazio libero
prospicente l'edificio verso settentrione. [2]Nella facciata aveva una
lunghezza di cento cubiti, verso settentrione, e cinquanta cubiti di
larghezza. [3]Di fronte ai venti cubiti dell'atrio interno e di fronte al
lastricato esterno, vi era un porticato davanti a un altro porticato a tre
piani; [4]davanti alle stanze c'era un corridoio di dieci cubiti di larghezza
per cento di lunghezza: le porte delle stanze guardavano a settentrione.
[5]Le stanze superiori erano più strette delle inferiori e intermedie, perché
i porticati occupavano parte dello spazio. [6]Erano a tre piani, ma non
avevano colonne come quelle degli altri, e perciò le stanze superiori erano
più strette rispetto a quelle intermedie e a quelle inferiori. [7]Il muro
esterno parallelo alle stanze, dal lato del corridoio esterno, aveva, davanti
alle stanze, una lunghezza di cinquanta cubiti. [8]Infatti la lunghezza
delle stanze dell'atrio esterno era di cinquanta cubiti, mentre dal lato
del tempio era di cento cubiti. [9]In basso le stanze avevano l'ingresso
rivolto verso oriente, entrando dall'atrio esterno, sulla larghezza del
muro dell'atrio. [10]A mezzogiorno, di fronte allo spazio libero e alla
muraglia di cinta, c'erano stanze [11]e, davanti ad esse, un passaggio simile
a quello delle stanze poste a settentrione: la lunghezza e la larghezza erano
uguali a quelle, come anche le varie uscite e le loro disposizioni; come le
porte di quelle, [12]così erano le porte delle stanze che davano a
mezzogiorno; una porta era al principio dell'ambulacro, lungo il muro
corrispondente, a oriente di chi entra. [13]Egli mi disse: «Le stanze a
settentrione e quelle a mezzogiorno, di fronte allo spazio libero, sono le
stanze sacre, dove i sacerdoti che si accostano al Signore mangeranno le cose
santissime: ivi riporranno le cose santissime, le oblazioni e le vittime di
espiazione e di riparazione, perché santo è questo luogo. [14]Quando i
sacerdoti vi saranno entrati, non usciranno dal luogo santo verso l'atrio
esterno, ma deporranno là le loro vesti con le quali hanno prestato servizio,
perché esse sono sante: indosseranno altre vesti e così si avvicineranno al
luogo destinato al popolo». Dimensioni dell'atrio [15]Terminato ch'egli
ebbe di misurare l'interno del tempio mi condusse fuori per la porta che
guarda a oriente, e misurò la cinta intorno. [16]Misurò il lato orientale con
la canna per misurare: era cinquecento canne, in canne da misura,
all'intorno. [17]Misurò il lato settentrionale: era cinquecento canne, in
canne da misura, all'intorno. [18]Misurò il lato meridionale: era cinquecento
canne, con la canna da misura. [19]Si volse al lato occidentale: misurò
cinquecento canne con la canna da misura. [20]Da quattro lati egli misurò il
tempio; aveva intorno un muro lungo cinquecento canne e largo cinquecento,
per separare il luogo sacro da quello profano. Ezechiele - Capitolo
43 Ritorno del Signore [1]Mi condusse allora verso la porta che guarda a
oriente [2]ed ecco che la gloria del Dio d'Israele giungeva dalla via
orientale e il suo rumore era come il rumore delle grandi acque e la terra
risplendeva della sua gloria. [3]La visione che io vidi era simile a quella
che avevo vista quando andai per distruggere la città e simile a quella che
avevo vista presso il canale Chebàr. Io caddi con la faccia a terra. [4]La
gloria del Signore entrò nel tempio per la porta che guarda a
oriente. [5]Lo spirito mi prese e mi condusse nell'atrio interno: ecco, la
gloria del Signore riempiva il tempio. [6]Mentre quell'uomo stava in piedi
accanto a me, sentii che qualcuno entro il tempio mi parlava [7]e mi diceva:
«Figlio dell'uomo, questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i
miei piedi, dove io abiterò in mezzo agli Israeliti, per sempre. E la
casa d'Israele, il popolo e i suoi re, non profaneranno più il mio santo nome
con le loro prostituzioni e con i cadaveri dei loro re e con le loro
stele, [8]collocando la loro soglia accanto alla mia soglia e i loro
stipiti accanto ai miei stipiti, così che fra me e loro vi era solo il muro,
hanno profanato il mio santo nome con tutti gli abomini che hanno commessi,
perciò li ho distrutti con ira. [9]Ma d'ora in poi essi allontaneranno da me
le loro prostituzioni e i cadaveri dei loro re e io abiterò in mezzo a loro
per sempre. [10]Tu, figlio dell'uomo, descrivi questo tempio alla casa
d'Israele, perché arrossiscano delle loro iniquità; ne misurino la pianta
[11]e, se si vergogneranno di quanto hanno fatto, manifesta loro la forma di
questo tempio, la sua disposizione, le sue uscite, i suoi ingressi, tutti i
suoi aspetti, tutti i suoi regolamenti, tutte le sue forme e tutte le sue
leggi: mettili per iscritto davanti ai loro occhi, perché osservino tutte
queste norme e tutti questi regolamenti e li mettano in pratica. [12]Questa è
la legge del tempio: alla sommità del monte, tutto il territorio che
lo circonda è santissimo; ecco, questa è la legge del
tempio. L'altare [13]Queste sono le misure dell'altare in cubiti, di un
cubito e un palmo ciascuno. La base era di un cubito di altezza per un cubito
di larghezza: il suo bordo intorno era un palmo. Tale lo zoccolo
dell'altare. [14]Dalla base che posava a terra fino alla piattaforma
inferiore vi erano due cubiti di altezza e un cubito di larghezza: dalla
piattaforma piccola alla piattaforma più grande vi erano quattro cubiti di
altezza e un cubito di larghezza. [15]Il focolare era di quattro cubiti e
sul focolare vi erano quattro corni. [16]Il focolare era dodici cubiti di
lunghezza per dodici di larghezza, cioè quadrato. [17]La piattaforma
superiore era un quadrato di quattordici cubiti di lunghezza per quattordici
cubiti di larghezza, con un orlo intorno di mezzo cubito, e la base, intorno,
di un cubito: i suoi gradini guardavano a oriente. Consacrazione
dell'altare [18]Egli mi parlò: «Figlio dell'uomo, dice il Signore Dio: Queste
sono le leggi dell'altare, quando verrà costruito per offrirvi sopra il
sangue. [19]Ai sacerdoti leviti della stirpe di Zadòk, che si avvicineranno a
me per servirmi, tu darai - parola del Signore Dio - un giovenco per
l'espiazione. [20]Prenderai di quel sangue e lo spanderai sui quattro corni
dell'altare, sui quattro angoli della piattaforma e intorno all'orlo. Così
lo purificherai e ne farai l'espiazione. [21]Prenderai poi il giovenco
del sacrificio espiatorio e lo brucerai in un luogo appartato del tempio,
fuori del santuario. [22]Il secondo giorno offrirai, per il peccato, un
capro senza difetto e farai la purificazione dell'altare come hai fatto con
il giovenco. [23]Terminato il rito della purificazione, offrirai un
giovenco senza difetti e un montone del gregge senza difetti. [24]Tu li
presenterai al Signore e i sacerdoti getteranno il sale su di loro, poi li
offriranno in olocausto al Signore. [25]Per sette giorni sacrificherai per il
peccato un capro al giorno e verrà offerto anche un giovenco e un montone del
gregge senza difetti. [26]Per sette giorni si farà l'espiazione dell'altare e
lo si purificherà e consacrerà. [27]Finiti questi giorni, dall'ottavo in poi,
i sacerdoti immoleranno sopra l'altare i vostri olocausti, i vostri
sacrifici di comunione e io vi sarò propizio». Oracolo del Signore
Dio. Ezechiele - Capitolo 44 Uso del portico orientale [1]Mi condusse
poi alla porta esterna del santuario dalla parte di oriente; essa era chiusa.
[2]Mi disse: «Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi
passerà, perché c'è passato il Signore, Dio d'Israele. Perciò resterà chiusa.
[3]Ma il principe, il principe siederà in essa per cibarsi davanti al
Signore; entrerà dal vestibolo della porta e di lì uscirà». Regole di
ammissione al tempio [4]Poi mi condusse per la porta settentrionale, davanti
al tempio. Guardai ed ecco la gloria del Signore riempiva il tempio. Caddi
con la faccia a terra [5]e il Signore mi disse: «Figlio dell'uomo, stà
attento, osserva bene e ascolta quanto io ti dirò sulle prescrizioni riguardo
al tempio e su tutte le sue leggi; stà attento a come si entra nel tempio da
tutti gli accessi del santuario. [6]Riferirai a quei ribelli, alla gente
d'Israele: Così dice il Signore Dio: Troppi sono stati per voi gli abomini, o
Israeliti! [7]Avete introdotto figli stranieri, non circoncisi di cuore e non
circoncisi di carne, perché stessero nel mio santuario e profanassero il mio
tempio, mentre mi offrivate il mio cibo, il grasso e il sangue, rompendo così
la mia alleanza con tutti i vostri abomini. [8]Non vi siete presi voi la cura
delle mie cose sante ma avete affidato loro, al vostro posto, la custodia del
mio santuario. [9]Così dice il Signore Dio: Nessuno straniero, non circonciso
di cuore, non circonciso nella carne, entrerà nel mio santuario, nessuno
di tutti gli stranieri che sono in mezzo agli Israeliti. I
leviti [10]Anche i leviti, che si sono allontanati da me nel traviamento
d'Israele e hanno seguito i loro idoli, sconteranno la propria
iniquità; [11]serviranno nel mio santuario come guardie delle porte del
tempio e come servi del tempio; sgozzeranno gli olocausti e le vittime del
popolo e staranno davanti ad esso pronti al suo servizio. [12]Poiché l'hanno
servito davanti ai suoi idoli e sono stati per la gente d'Israele occasione
di peccato, perciò io ho alzato la mano su di loro - parola del Signore Dio
- ed essi sconteranno la loro iniquità. [13]Non si avvicineranno più a me
per servirmi come sacerdoti e toccare tutte le mie cose sante e santissime,
ma sconteranno la vergogna degli abomini che hanno compiuti. [14]Affido loro
la custodia del tempio e ogni suo servizio e qualunque cosa da compiere
in esso. I sacerdoti [15]I sacerdoti leviti figli di Zadòk, che hanno
osservato le prescrizioni del mio santuario quando gli Israeliti si erano
allontanati da me, si avvicineranno a me per servirmi e staranno davanti a me
per offrirmi il grasso e il sangue. Parola del Signore Dio. [16]Essi
entreranno nel mio santuario e si avvicineranno alla mia tavola per servirmi
e custodiranno le mie prescrizioni. [17]Quando entreranno dalle porte
dell'atrio interno, indosseranno vesti di lino; non porteranno alcun
indumento di lana, quando essi eserciteranno il ministero alle porte
dell'atrio interno e nel tempio. [18]Porteranno in capo turbanti di lino e
avranno mutande ai fianchi: non si cingeranno di quanto provochi il sudore.
[19]Quando usciranno nell'atrio esterno verso il popolo, si toglieranno le
vesti con le quali hanno ufficiato e le deporranno nelle stanze del
santuario: indosseranno altre vesti per non comunicare con esse la
consacrazione al popolo. [20]Non si raderanno il capo, né si
lasceranno crescere la chioma, ma avranno i capelli normalmente tagliati.
[21]Nessun sacerdote berrà vino quando dovrà entrare nell'atrio interno.
[22]Non prenderanno in sposa una vedova, né una ripudiata, ma solo una
vergine della stirpe d'Israele: potranno sposare però una vedova, se è la
vedova di un sacerdote. [23]Indicheranno al mio popolo ciò che è santo e ciò
che è profano e gli insegneranno ciò che è mondo e ciò che è immondo.
[24]Nelle liti essi saranno i giudici e decideranno secondo le mie leggi. In
tutte le mie feste osserveranno le mie leggi e i miei statuti e
santificheranno i miei sabati. [25]Nessuno di essi si avvicinerà a un
cadavere per non rendersi immondo, ma potrà rendersi immondo per il padre, la
madre, un figlio, una figlia, un fratello o per una sorella non maritata:
[26]dopo essersi purificato, gli si conteranno sette giorni [27]e quando
egli rientrerà nel luogo santo, nell'atrio interno per servire nel
santuario, offrirà il suo sacrificio espiatorio. Parola del Signore
Dio. [28]Essi non avranno alcuna eredità. Io sarò la loro eredità: non sarà
dato loro alcun possesso in Israele; io sono il loro possesso. [29]Saranno
loro cibo le oblazioni, i sacrifici espiatori, i sacrifici di
riparazione; apparterrà loro quanto è stato votato allo sterminio in Israele.
[30]La parte migliore di tutte le vostre primizie e ogni specie di
offerta apparterranno ai sacerdoti: così darete al sacerdote le primizie dei
vostri macinati, per far posare la benedizione sulla vostra casa. [31]I
sacerdoti non mangeranno la carne di alcun animale morto di morte naturale o
sbranato, di uccelli o di altri animali». Ezechiele - Capitolo
45 Divisione del paese. Parte del Signore [1]«Quando voi spartirete a
sorte la regione, in eredità, preleverete dal territorio, in offerta al
Signore, una porzione sacra, lunga venticinquemila cubiti e larga ventimila:
essa sarà santa per tutta la sua estensione. [2]Di essa sarà per il santuario
un quadrato di cinquecento cubiti per cinquecento, con una zona libera
all'intorno di cinquanta cubiti. [3]In quella superficie misurerai un tratto
di venticinquemila cubiti di lunghezza per diecimila di larghezza, dove sarà
il santuario, il Santo dei santi. [4]Esso sarà la parte sacra del paese, sarà
per i sacerdoti ministri del santuario, che si avvicinano per servire il
Signore: questo luogo servirà per le loro case e come luogo sacro per il
santuario. [5]Uno spazio di venticinquemila cubiti di lunghezza per diecimila
di larghezza sarà il possesso dei leviti che servono nel tempio, con città
dove abitare. [6]Come possesso poi delle città assegnerete un tratto di
cinquemila cubiti di larghezza per venticinquemila di lunghezza, parallelo
alla parte assegnata al santuario: apparterrà a tutta la gente
d'Israele. Parte del principe [7]Al principe sarà assegnato un possesso di
qua e di là della parte sacra e del territorio dalle città, al fianco della
parte sacra e al fianco del territorio della città, a occidente fino
all'estremità occidentale e a oriente sino al confine orientale, per una
lunghezza uguale a ognuna delle parti, dal confine occidentale sino a quello
orientale. [8]Questa sarà la sua terra, il suo possesso in Israele e così i
miei prìncipi non opprimeranno il mio popolo, ma lasceranno la terra alla
gente d'Israele, alle sue tribù». [9]Dice il Signore Dio: «Basta, prìncipi
d'Israele, basta con le violenze e le rapine! Agite secondo il diritto e la
giustizia; eliminate le vostre estorsioni dal mio popolo. Parola del Signore
Dio. [10]Abbiate bilance giuste, efa giusta, bat giusto. [11]L'efa e il bat
saranno della medesima misura così che il bat e l'efa contengano un decimo
del comer, la loro misura sarà in relazione al comer. [12]Il siclo sarà di
venti ghere: venti sicli, venticinque sicli e quindici sicli saranno la
vostra mina. Offerte per il culto [13]Questa sarà l'offerta che voi
preleverete: un sesto di efa per ogni comer di frumento e un sesto di efa per
ogni comer di orzo. [14]Norma per l'olio - che si misura con il bat - è un
decimo del bat per ogni kor. Dieci bat corrispondono ad un comer, perché
dieci bat formano un comer. [15]Dal gregge, una pecora ogni duecento, dai
prati fertili d'Israele. Questa sarà data per le oblazioni, per gli
olocausti, per i sacrifici di comunione, in espiazione per loro. Parola del
Signore Dio. [16]Tutta la popolazione del paese sarà tenuta a questa offerta
verso il principe d'Israele. [17]A carico del principe saranno gli olocausti,
le oblazioni e le libazioni nelle solennità, nei noviluni e nei sabati, in
tutte le feste della gente d'Israele. Egli provvederà per il sacrificio
espiatorio, l'oblazione, l'olocausto e il sacrificio di comunione per
l'espiazione della gente d'Israele». Festa della pasqua [18]Dice il
Signore Dio: «Il primo giorno del primo mese, prenderai un giovenco senza
difetti e purificherai il santuario. [19]Il sacerdote prenderà il sangue
della vittima per il peccato e lo metterà sugli stipiti del tempio e sui
quattro angoli dello zoccolo dell'altare e sugli stipiti delle porte
dell'atrio interno. [20]Lo stesso farà il sette del mese per chi abbia
peccato per errore o per ignoranza: così purificherete il tempio. [21]Il
quattordici del primo mese sarà per voi la pasqua, festa d'una settimana di
giorni: mangeranno pane azzimo. [22]In quel giorno il principe offrirà, per
sé e per tutto il popolo del paese, un giovenco per il peccato; [23]nei sette
giorni della festa offrirà in olocausto al Signore sette giovenchi e sette
montoni, senza difetti, in ognuno dei sette giorni, e un capro in sacrificio
per il peccato, ogni giorno. [24]In oblazione offrirà un'efa per giovenco e
un'efa per montone, con un hin di olio per ogni efa. Festa delle
capanne [25]Il quindici del settimo mese farà per la festa come in quei
sette giorni, per i sacrifici espiatori, per gli olocausti, le oblazioni
e l'olio». Ezechiele - Capitolo 46 Regolamenti diversi [1]Dice il
Signore Dio: «Il portico dell'atrio interno che guarda a oriente rimarrà
chiuso nei sei giorni di lavoro; sarà aperto il sabato e nei giorni del
novilunio. [2]Il principe entrerà dal di fuori passando dal vestibolo del
portico esterno e si fermerà presso lo stipite del portico, mentre
i sacerdoti offriranno il suo olocausto e il suo sacrificio di comunione.
Egli si prostrerà sulla soglia del portico, poi uscirà e il portico non
sarà chiuso fino al tramonto. [3]Il popolo del paese si prostrerà nei sabati
e nei giorni del novilunio all'ingresso del portico, davanti al
Signore. [4]L'olocausto che il principe offrirà al Signore nel giorno di
sabato sarà di sei agnelli e un montone senza difetti; [5]come oblazione
offrirà un'efa per il montone, per gli agnelli quell'offerta che potrà dare;
di olio un hin per ogni efa. [6]Nel giorno del novilunio offrirà in olocausto
un giovenco senza difetti, sei agnelli e un montone senza difetti; [7]in
oblazione, un'efa per il giovenco e un'efa per il montone e per gli agnelli
quanto potrà dare; d'olio, un hin per ogni efa. [8]Quando il principe
entrerà, dovrà entrare passando per l'atrio del portico e da esso uscirà.
[9]Quando verrà il popolo del paese davanti al Signore nelle solennità,
coloro che saranno entrati dalla porta di settentrione per adorare, usciranno
dal portico di mezzogiorno; quelli che saranno entrati dal portico
di mezzogiorno usciranno dal portico di settentrione. Nessuno uscirà
dal portico da cui è entrato ma uscirà da quello opposto. [10]Il principe
sarà in mezzo a loro; entrerà come entrano loro e uscirà come escono
loro. [11]Nelle feste e nelle solennità l'oblazione sarà di un'efa per il
giovenco e di un'efa per il montone; per gli agnelli quello che potrà dare;
l'olio sarà di un hin per ogni efa. [12]Quando il principe vorrà offrire
volontariamente al Signore un olocausto o sacrifici di comunione, gli sarà
aperto il portico che guarda ad oriente e offrirà l'olocausto e il sacrificio
di comunione come li offre nei giorni di sabato; poi uscirà e il portico
verrà chiuso appena sarà uscito. [13]Ogni giorno tu offrirai in olocausto al
Signore un agnello di un anno, senza difetti; l'offrirai ogni mattina. [14]Su
di esso farai ogni mattina un'oblazione di un sesto di efa; di olio offrirai
un terzo di hin per intridere il fior di farina: è un'oblazione al Signore,
la legge dell'olocausto quotidiano. [15]Si offrirà dunque l'agnello,
l'oblazione e l'olio, ogni mattina: è l'olocausto quotidiano». [16]Dice il
Signore Dio: «Se il principe darà in dono ad uno dei suoi figli qualcosa
della sua eredità, il dono rimarrà ai suoi figli come eredità. [17]Se invece
egli farà sulla sua eredità un dono a uno dei suoi servi, il dono apparterrà
al servo fino all'anno dell'affrancamento, poi ritornerà al principe: ma la
sua eredità resterà ai suoi figli. [18]Il principe non prenderà niente
dell'eredità del popolo, privandolo, con esazioni, del suo possesso; egli
lascerà in eredità ai suoi figli parte di quanto possiede, perché nessuno del
mio popolo sia scacciato dal suo possesso». [19]Poi egli mi condusse, per il
corridoio che sta sul fianco del portico, alle stanze del santuario destinate
ai sacerdoti, dalla parte di settentrione: ed ecco alla estremità di
occidente un posto riservato. [20]Mi disse: «Questo è il luogo dove i
sacerdoti cuoceranno le carni dei sacrifici di riparazione e di espiazione e
dove cuoceranno le oblazioni, senza portarle fuori nell'atrio esterno e
correre il rischio di comunicare la consacrazione al popolo». [21]Mi condusse
nell'atrio esterno e mi fece passare presso i quattro angoli dell'atrio e a
ciascun angolo dell'atrio vi era un cortile; [22]quindi ai quattro angoli
dell'atrio vi erano quattro piccoli cortili lunghi quaranta cubiti e larghi
trenta, tutti d'una stessa misura. [23]Un muro girava intorno a tutt'e
quattro e dei fornelli erano costruiti in basso intorno al muro. [24]Egli mi
disse: «Queste sono le cucine dove i servi del tempio cuoceranno i sacrifici
del popolo». Ezechiele - Capitolo 47 La sorgente del tempio [1]Mi
condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio
usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente.
Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale
dell'altare. [2]Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare
all'esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l'acqua
scaturiva dal lato destro. [3]Quell'uomo avanzò verso oriente e con una
cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua:
mi giungeva alla caviglia. [4]Misurò altri mille cubiti, poi mi fece
attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille
cubiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai fianchi. [5]Ne
misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare, perché le acque
erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a
guado. [6]Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell'uomo?». Poi mi
fece ritornare sulla sponda del fiume; [7]voltandomi, vidi che sulla sponda
del fiume vi era un grandissima quantità di alberi da una parte e dall'altra.
[8]Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono
nell'Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque.
[9]Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce
vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giu ngono, risanano e là
dove giungerà il torrente tutto rivivrà. [10]Sulle sue rive vi saranno
pescatori: da Engàddi a En-Eglàim vi sarà una distesa di reti. I pesci,
secondo le loro specie, saranno abbondanti come i pesci del Mar Mediterraneo.
[11]Però le sue paludi e le sue lagune non saranno risanate: saranno
abbandonate al sale. [12]Lungo il fiume, su una riva e sull'altra, crescerà
ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti
non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal
santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come
medicina». I confini del paese [13]Dice il Signore Dio: «Questi saranno i
confini della terra che spartirete fra le dodici tribù d'Israele, dando a
Giuseppe due parti. [14]Ognuno di voi possederà come l'altro la parte di
territorio che io alzando la mano ho giurato di dare ai vostri padri: questa
terra sarà in vostra eredità. [15]Ecco dunque quali saranno i confini del
paese. A settentrione, dal Mar Mediterraneo lungo la via di Chetlòn fino a
Zedàd; [16]il territorio di Amat, Berotà, Sibràim, che è fra il territorio di
Damasco e quello di Amat, Cazer-Ticòn, che è sulla frontiera di Hauràn.
[17]Quindi la frontiera si estenderà dal mare fino a Cazer-Enòn, con il
territorio di Damasco e quello di Amat a settentrione. Questo il lato
settentrionale. [18]A oriente, fra l'Hauràn, Damasco e Gàlaad e il paese
d'Israele, sarà di confine il Giordano, fino al mare orientale, e verso
Tamàr. Questo il lato orientale. [19]A mezzogiorno, da Tamàr fino alle acque
di Meriba-Kadès, fino al torrente verso il Mar Mediterraneo. Questo il lato
meridionale verso il Negheb. [20]A occidente, il Mar Mediterraneo, dal
confine sino davanti all'ingresso di Amat. Questo il lato
occidentale. [21]Vi spartirete questo territorio secondo le tribù d'Israele.
[22]Lo dividerete in eredità fra voi e i forestieri che abitano con voi, i
quali hanno generato figli in mezzo a voi; questi saranno per voi come
indigeni fra gli Israeliti e tireranno a sorte con voi la loro parte in mezzo
alle tribù d'Israele. [23]Nella tribù in cui lo straniero è stabilito, là
gli darete la sua parte». Parola del Signore Dio. Ezechiele - Capitolo
48 Divisione del paese [1]Questi sono i nomi delle tribù: dal confine
settentrionale, lungo la via di Chetlòn che conduce ad Amat, fino a
Cazer-Enòn, con a settentrione la frontiera di Damasco e lungo il confine di
Amat, dal lato d'oriente fino al mare, sarà assegnata a Dan una
parte. [2]Sulla frontiera di Dan, dal limite orientale al limite occidentale:
Aser, una parte. [3]Sulla frontiera di Aser, dal limite orientale fino al
limite occidentale: Nèftali, una parte. [4]Sulla frontiera di Nèftali, dal
limite orientale fino al limite occidentale: Manàsse, una parte. [5]Sulla
frontiera di Manàsse, dal limite orientale fino al limite occidentale:
Efraim, una parte. [6]Sulla frontiera di Efraim, dal limite orientale fino al
limite occidentale: Ruben, una parte. [7]Sulla frontiera di Ruben, dal
limite orientale fino al limite occidentale: Giuda, una parte. [8]Sulla
frontiera di Giuda, dal limite orientale fino al limite occidentale, starà la
porzione che preleverete, larga venticinquemila cubiti e lunga come una delle
parti dal limite orientale fino al limite occidentale: in mezzo sorgerà il
santuario. [9]La parte che voi preleverete per il Signore avrà
venticinquemila cubiti di lunghezza per ventimila di larghezza. [10]Ai
sacerdoti apparterrà la parte sacra del territorio, venticinquemila cubiti a
settentrione e diecimila di larghezza a ponente, diecimila cubiti di
larghezza a oriente e venticinquemila cubiti di lunghezza a mezzogiorno. In
mezzo sorgerà il santuario del Signore. [11]Essa apparterrà ai sacerdoti
consacrati, ai figli di Zadòk, che furono fedeli alla mia osservanza e non si
traviarono nel traviamento degli Israeliti come traviarono i leviti. [12]Sarà
per loro come una parte sacra prelevata sulla parte consacrata del paese,
cosa santissima, a fianco del territorio assegnato ai leviti. [13]I
leviti, lungo il territorio dei sacerdoti, avranno venticinquemila cubiti di
lunghezza per diecimila di larghezza: tutta la lunghezza sarà
di venticinquemila cubiti e tutta la larghezza di diecimila. [14]Essi non
ne potranno vendere né permutare, né potrà essere alienata questa parte
migliore del paese, perché è sacra al Signore. [15]I cinquemila cubiti di
lunghezza che restano sui venticinquemila, saranno terreno profano per la
città, per abitazioni e dintorni; in mezzo sorgerà la città. [16]Le sue
misure saranno le seguenti: il lato settentrionale avrà
quattromilacinquecento cubiti; il lato meridionale, quattromilacinquecento
cubiti; il lato orientale quattromilacinquecento cubiti e il lato occidentale
quattromilacinquecento cubiti. [17]I dintorni della città saranno
duecentocinquanta cubiti a settentrione, duecentocinquanta a mezzogiorno,
duecentocinquanta a oriente e duecentocinquanta a ponente. [18]Rimarrà
accanto alla parte sacra un terreno lungo diecimila cubiti a oriente e
diecimila a occidente, i cui prodotti saranno il cibo per coloro che prestan
servizio nella città, [19]i quali saranno presi da tutte le tribù d'Israele.
[20]Tutta la zona sarà di venticinquemila cubiti per venticinquemila.
Preleverete, come possesso della città, un quarto della zona sacra. [21]Il
resto, da una parte e dall'altra della zona sacra e del possesso della città,
su un fronte di venticinquemila cubiti della zona sacra a oriente, verso il
confine orientale, e a ponente, su un fronte di venticinquemila cubiti verso
il confine occidentale, parallelamente alle parti, sarà per il principe. La
zona sacra e il santuario del tempio rimarranno in mezzo, [22]fra il possesso
dei leviti e il possesso della città, e fra ciò che spetta al principe; quel
che si trova tra la frontiera di Giuda e quella di Beniamino sarà del
principe. [23]Per le altre tribù, dalla frontiera orientale a quella
occidentale: Beniamino, una parte. [24]Al lato del territorio di
Beniamino, dalla frontiera orientale a quella occidentale: Simeone, una
parte. [25]Al lato del territorio di Simeone, dalla frontiera orientale a
quella occidentale: Issacar, una parte. [26]Al lato del territorio di
Issacar, dalla frontiera orientale a quella occidentale: Zàbulon, una
parte. [27]Al lato del territorio di Zàbulon, dalla frontiera orientale a
quella occidentale: Gad, una parte. [28]Al lato del territorio di Gad,
dalla frontiera meridionale verso mezzogiorno, la frontiera andrà da Tamàr
alle acque di Meriba-Kadès e al torrente che va al Mar Mediterraneo.
[29]Questo è il territorio che voi dividerete a sorte in eredità alle tribù
d'Israele e queste le loro parti, dice il Signore Dio. Le porte di
Gerusalemme [30]Queste saranno le uscite della città: sul lato
settentrionale: quattromilacinquecento cubiti. [31]Le porte della città
porteranno i nomi delle tribù d'Israele. Tre porte a settentrione: la porta
di Ruben, una; la porta di Giuda, una; la porta di Levi, una. [32]Sul lato
orientale: quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Giuseppe,
una; la porta di Beniamino, una; la porta di Dan, una. [33]Sul lato
meridionale: quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Simeone,
una; la porta di Issacar, una; la porta di Zàbulon, una. [34]Sul lato
occidentale: quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Gad, una;
la porta di Aser, una; la porta di Nèftali, una. [35]Perimetro totale:
diciottomila cubiti. La città si chiamerà da quel giorno in poi: Là è il
Signore. Daniele - Capitolo 1 I RAGAZZI EBREI ALLA CORTE DI
NABUCODONOSOR [1]L'anno terzo del regno di Ioiakìm re di Giuda, Nabucodònosor
re di Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse dassedio. [2]Il Signore
mise Ioiakìm re di Giuda nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi
del tempio di Dio, ed egli li trasportò in Sennaàr e depositò gli arredi
nel tesoro del tempio del suo dio. [3]Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei
suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe reale o di
famiglia nobile, [4]senza difetti, di bell'aspetto, dotati di ogni scienza,
educati, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, per essere istruiti
nella scrittura e nella lingua dei Caldei. [5]Il re assegnò loro una
razione giornaliera di vivande e di vino della sua tavola; dovevano esser
educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del
re. [6]Fra di loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Anania, Misaele e Azaria;
[7]però il capo dei funzionari di corte chiamò Daniele Baltazzàr; Anania
Sadràch; Misaele Mesàch e Azaria Abdènego. [8]Ma Daniele decise in cuor suo
di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e
chiese al capo dei funzionari di non farlo contaminare. [9]Dio fece sì che
Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari.
[10]Però egli disse a Daniele: «Io temo che il re mio signore, che ha
stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre
di quelle degli altri giovani della vostra età e io così mi renda colpevole
davanti al re». [11]Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei
funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria: [12]«Mettici
alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da bere acqua,
[13]poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei
giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con noi tuoi
servi come avrai constatato». [14]Egli acconsentì e fece la prova per dieci
giorni; [15]terminati questi, si vide che le loro facce erano più belle e più
floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del
re. [16]D'allora in poi il sovrintendente fece togliere l'assegnazione delle
vivande e del vino e diede loro soltanto legumi. [17]Dio concesse a questi
quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza e
rese Daniele interprete di visioni e di sogni. [18]Terminato il tempo
stabilito dal re entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il
capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor. [19]Il re parlò con loro, ma
fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Anania, Misaele e Azaria, i
quali rimasero al servizio del re; [20]in qualunque affare di sapienza e
intelligenza su cui il re li interrogasse, li trovò dieci volte superiori a
tutti i maghi e astrologi che c'erano in tutto il suo regno. [21]Così Daniele
vi rimase fino al primo anno del re Ciro. Daniele - Capitolo 2 IL SOGNO DI
NABUCODONOSOR Il re interroga i suoi indovini [1]Nel secondo anno del suo
regno, Nabucodònosor fece un sogno e il suo animo ne fu tanto agitato da non
poter più dormire. [2]Allora il re ordinò che fossero chiamati i maghi, gli
astrologi, gli incantatori e i caldei a spiegargli i sogni. Questi vennero e
si presentarono al re. [3]Egli disse loro: «Ho fatto un sogno e il mio animo
si è tormentato per trovarne la spiegazione». [4]I caldei risposero al re
(aramaico): «Re, vivi per sempre. Racconta il sogno ai tuoi servi e noi te ne
daremo la spiegazione». [5]Rispose il re ai caldei: «Questa è la mia
decisione: se voi non mi rivelate il sogno e la sua spiegazione sarete fatti
a pezzi e le vostre case saranno ridotte in letamai. [6]Se invece mi
rivelerete il sogno e me ne darete la spiegazione, riceverete da me doni,
regali e grandi onori. Ditemi dunque il sogno e la sua spiegazione». [7]Essi
replicarono: «Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la
spiegazione». [8]Rispose il re: «Comprendo bene che voi volete guadagnar
tempo, perché avete inteso la mia decisione. [9]Se non mi dite qual era il
mio sogno, una sola sarà la vostra sorte. Vi siete messi d'accordo per darmi
risposte astute e false in attesa che le circostanze si mutino. Perciò ditemi
il sogno e io saprò che voi siete in grado di darmene anche la spiegazione».
[10]I caldei risposero davanti al re: «Non c'è nessuno al mondo che possa
soddisfare la richiesa del re: difatti nessun re, per quanto potente e
grande, ha mai domandato una cosa simile ad un mago, indovino o caldeo.
[11]La richiesa del re è tanto difficile, che nessuno ne può dare al re la
risposta, se non gli dei la cui dimora è lontano dagli uomini». [12]Allora
il re, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero messi
a morte. [13]Il decreto fu pubblicato e gia i saggi venivano uccisi; anche
Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi
a morte. Intervento di Daniele [14]Ma Daniele rivolse parole piene di
saggezza e di prudenza ad Ariòch, capo delle guardie del re, che stava per
uccidere i saggi di Babilonia, [15]e disse ad Ariòch, ufficiale del re:
«Perché il re ha emanato un decreto così severo?». Ariòch ne spiegò il motivo
a Daniele. [16]Egli allora entrò dal re e pregò che gli si concedesse tempo:
egli avrebbe dato la spiegazione dei sogni al re. [17]Poi Daniele andò a casa
e narrò la cosa ai suoi compagni, Anania, Misaele e Azaria, [18]ed essi
implorarono misericordia dal Dio del cielo riguardo a questo mistero, perché
Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte insieme con tutti gli
altri saggi di Babilonia. [19]Allora il mistero fu svelato a Daniele in una
visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo: [20]«Sia
benedetto il nome di Dio di secolo in secolo, perché a lui appartengono la
sapienza e la potenza. [21]Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li
innalza, concede la sapienza ai saggi, agli intelligenti il
sapere. [22]Svela cose profonde e occulte e sa quel che è celato nelle
tenebre e presso di lui è la luce. [23]Gloria e lode a te, Dio dei miei
padri, che mi hai concesso la sapienza e la forza, mi hai manifestato ciò
che ti abbiamo domandato e ci hai illustrato la richiesta del
re». [24]Allora Daniele si recò da Ariòch, al quale il re aveva
affidato l'incarico di uccidere i saggi di Babilonia, e presentatosi gli
disse: «Non uccidere i saggi di Babilonia, ma conducimi dal re e io gli farò
conoscere la spiegazione del sogno». [25]Ariòch condusse in fretta Daniele
alla presenza del re e gli disse: «Ho trovato un uomo fra i Giudei deportati,
il quale farà conoscere al re la spiegazione del sogno». [26]Il re disse
allora a Daniele, chiamato Baltazzàr: «Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che
ho fatto e darmene la spiegazione?». [27]Daniele, davanti al re, rispose:
«Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né
da saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini; [28]ma c'è un Dio
nel cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel
che avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le
visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto.
[29]O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il
futuro; colui che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire.
[30]Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una
sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al
re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. [31]Tu stavi osservando, o
re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si
ergeva davanti a te con terribile aspetto. [32]Aveva la testa d'oro puro, il
petto e le braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo, [33]le gambe
di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. [34]Mentre
stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e
andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla,
e li frantumò. [35]Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il
bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il
vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito
la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella
regione. [36]Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. [37]Tu o
re, sei il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza,
la forza e la gloria. [38]A te ha concesso il dominio sui figli
dell'uomo, sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li domini
tutti: tu sei la testa d'oro. [39]Dopo di te sorgerà un altro regno,
inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta
la terra. [40]Vi sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro
spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto.
[41]Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio e
in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza
del ferro unito all'argilla. [42]Se le dita dei piedi erano in parte di ferro
e in parte di argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e
l'altra fragile. [43]Il fatto d'aver visto il ferro mescolato all'argilla
significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno
diventare una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l'argilla. [44]Al
tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai
distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti
gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. [45]Questo significa
quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e
che ha stritolato il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il Dio
grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno
è vero e degna di fede ne è la spiegazione». Professione di fede del
re [46]Allora il re Nabucodònosor piegò la faccia a terra, si prostrò davanti
a Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi.
[47]Quindi rivolto a Daniele gli disse: «Certo, il vostro Dio è il Dio degli
dei, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto
svelare questo mistero». [48]Il re esaltò Daniele e gli fece molti preziosi
regali, lo costituì governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo di
tutti i saggi di Babilonia; [49]su richiesta di Daniele, il re fece
amministratori della provincia di Babilonia, Sadràch, Mesàch e Abdènego.
Daniele rimase alla corte del re. Daniele - Capitolo 3 L'ADORAZIONE
DELLA STATUA D'ORO Nabucodonosor erige una statua d'oro [1]Il re
Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d'oro, alta sessanta cubiti e
larga sei, e l'aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di
Babilonia. [2]Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i
prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e
tutte le alte autorità delle province, perché presenziassero
all'inaugurazione della statua che il re Nabucodònosor aveva fatto
erigere. [3]I sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri,
i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province
vennero all'inaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua
fatta erigere dal re. [4]Un banditore gridò ad alta voce: «Popoli, nazioni
e lingue, a voi è rivolto questo proclama: [5]Quando voi udirete il suono
del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della
zampogna, e d'ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete
la statua d'oro, che il re Nabucodònosor ha fatto innalzare. [6]Chiunque
non si prostrerà alla statua, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo
ad una fornace di fuoco ardente». [7]Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue,
in quell'istante che ebbero udito il suono del corno, del flauto,
dell'arpicordo, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si
prostrarono e adorarono la statua d'oro, che il re Nabucodònosor aveva fatto
innalzare. Denunzia e condanna dei Giudei [8]Però in quel momento alcuni
Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei [9]e andarono a dire al re
Nabucodònosor: «Re, vivi per sempre! [10]Tu hai decretato, o re, che chiunque
avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del
salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, si deve
prostrare e adorare la statua d'oro: [11]chiunque non si prostrerà per
adorarla, sia gettato in mezzo ad una fornace con il fuoco
acceso. [12]Ora, ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari
della provincia di Babilonia, cioè Sadràch, Mesàch e Abdènego, che non
ti obbediscono, re: non servono i tuoi dei e non adorano la statua d'oro che
tu hai fatto innalzare». [13]Allora Nabucodònosor, sdegnato, comandò che
gli si conducessero Sadràch, Mesàch e Abdènego, e questi comparvero alla
presenza del re. [14]Nabucodònosor disse loro: «E' vero, Sadràch, Mesàch e
Abdènego, che voi non servite i miei dei e non adorate la statua d'oro che io
ho fatto innalzare? [15]Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono
del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della
zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la
statua che io ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete
gettati in mezzo ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare
dalla mia mano?». [16]Ma Sadràch, Mesàch e Abdènego risposero al re
Nabucodònosor: «Re, noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in
proposito; [17]sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci
dalla fornace con il fuoco acceso e dalla tua mano, o re. [18]Ma anche se non
ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dei e non
adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto». [19]Allora Nabucodònosor,
acceso d'ira e con aspetto minaccioso contro Sadràch, Mesàch e Abdènego,
ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito.
[20]Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare
Sadràch, Mesàch e Abdènego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso.
[21]Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, calzari,
turbanti e tutti i loro abiti e gettati in mezzo alla fornace con il fuoco
acceso. [22]Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano
acceso al massimo la fornace per gettarvi Sadràch, Mesàch e Abdènego,
rimasero uccisi dalle fiamme, [23]nel momento stesso che i tre giovani
Sadràch, Mesàch e Abdènego cadevano legati nella fornace con il fuoco
acceso. Cantico di Azaria nella fornace [24]Essi passeggiavano in mezzo
alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore. [25]Azaria, alzatosi,
fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca
disse: [26]«Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri; degno di lode
e glorioso è il tuo nome per sempre. [27]Tu sei giusto in tutto ciò che hai
fatto; tutte le tue opere sono vere, rette le tue vie e giusti tutti i
tuoi giudizi. [28]Giusto è stato il tuo giudizio per quanto hai fatto
ricadere su di noi e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme. Con
verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo a causa dei nostri
peccati, [29]poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito
da iniqui, allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo. Non
abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti, [30]non li abbiamo osservati, non
abbiamo fatto quanto ci avevi ordinato per il nostro bene. [31]Ora quanto
hai fatto ricadere su di noi, tutto ciò che ci hai fatto, l'hai fatto con
retto giudizio: [32]ci hai dato in potere dei nostri nemici, ingiusti,
i peggiori fra gli empi, e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la
terra. [33]Ora non osiamo aprire la bocca: disonore e disprezzo sono
toccati ai tuoi servi, ai tuoi adoratori. [34]Non ci abbandonare fino in
fondo, per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza; [35]non
ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo tuo amico, di
Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo, [36]ai quali hai parlato, promettendo
di moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo, come la sabbia
sulla spiaggia del mare. [37]Ora invece, Signore, noi siamo diventati più
piccoli di qualunque altra nazione, ora siamo umiliati per tutta la
terra a causa dei nostri peccati. [38]Ora non abbiamo più né
principe, né capo, né profeta, né olocausto, né sacrificio, né oblazione,
né incenso, né luogo per presentarti le primizie e trovar
misericordia. [39]Potessimo esser accolti con il cuore contrito e con lo
spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di
grassi agnelli. [40]Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti
sia gradito, perché non c'è confusione per coloro che confidano in
te. [41]Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo
volto. [42]Fà con noi secondo la tua clemenza, trattaci secondo la tua
benevolenza, secondo la grandezza della tua misericordia. [43]Salvaci con
i tuoi prodigi, dà gloria, Signore, al tuo nome. [44]Siano invece confusi
quanti fanno il male ai tuoi servi, siano coperti di vergogna con tutta la
loro potenza; e sia infranta la loro forza! [45]Sappiano che tu sei il
Signore, il Dio unico e glorioso su tutta la terra». [46]I servi del re,
che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella
fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. [47]La fiamma si alzava
quarantanove cubiti sopra la fornace [48]e uscendo bruciò quei Caldei che si
trovavano vicino alla fornace. [49]Ma l'angelo del Signore, che era sceso con
Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del
fuoco [50]e rese l'interno della fornace come un luogo dove soffiasse un
vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro
alcun male, non diede loro alcuna molestia. Cantico dei tre
giovani [51]Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare,
a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo: [52]«Benedetto sei
tu, Signore, Dio dei padri nostri, degno di lode e di gloria nei
secoli. Benedetto il tuo nome glorioso e santo, degno di lode e di gloria
nei secoli. [53]Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, degno di
lode e di gloria nei secoli. [54]Benedetto sei tu nel trono del tuo
regno, degno di lode e di gloria nei secoli. [55]Benedetto sei tu che
penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini, degno di lode
e di gloria nei secoli. [56]Benedetto sei tu nel firmamento del
cielo, degno di lode e di gloria nei secoli. [57]Benedite, opere tutte del
Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [58]Benedite,
angeli del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei
secoli. [59]Benedite, cieli, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei
secoli. [60]Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli,
il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [61]Benedite, potenze
tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei
secoli. [62]Benedite, sole e luna, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei
secoli. [63]Benedite, stelle del cielo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo
nei secoli. [64]Benedite, piogge e rugiade, il Signore, lodatelo ed
esaltatelo nei secoli. [65]Benedite, o venti tutti, il Signore, lodatelo
ed esaltatelo nei secoli. [66]Benedite, fuoco e calore, il
Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [67]Benedite, freddo e caldo,
il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [68]Benedite, rugiada e
brina, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [69]Benedite, gelo e
freddo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [70]Benedite,
ghiacci e nevi, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei
secoli. [71]Benedite, notti e giorni, il Signore, lodatelo ed esaltatelo
nei secoli. [72]Benedite, luce e tenebre, il Signore, lodatelo ed
esaltatelo nei secoli. [73]Benedite, folgori e nubi, il Signore, lodatelo
ed esaltatelo nei secoli. [74]Benedica la terra il Signore, lo lodi e lo
esalti nei secoli. [75]Benedite, monti e colline, il Signore, lodatelo ed
esaltatelo nei secoli. [76]Benedite, creature tutte che germinate sulla
terra, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [77]Benedite,
sorgenti, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [78]Benedite,
mari e fiumi, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [79]Benedite,
mostri marini e quanto si muove nell'acqua, il Signore, lodatelo ed
esaltatelo nei secoli. [80]Benedite, uccelli tutti dell'aria, il
Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [81]Benedite, animali tutti,
selvaggi e domestici, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei
secoli. [82]Benedite, figli dell'uomo, il Signore, lodatelo ed esaltatelo
nei secoli. [83]Benedica Israele il Signore, lo lodi e lo esalti nei
secoli. [84]Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore, lodatelo ed
esaltatelo nei secoli. [85]Benedite, o servi del Signore, il
Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [86]Benedite, spiriti e anime
dei giusti, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei secoli. [87]Benedite,
pii e umili di cuore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo nei
secoli. [88]Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore, lodatelo ed
esaltatelo nei secoli, perché ci ha liberati dagl'inferi, e salvati dalla
mano della morte, ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente, ci ha
liberati dal fuoco. [89]Lodate il Signore, perché egli è buono, perché la
sua grazia dura sempre. [90]Benedite, fedeli tutti, il Dio degli
dei, lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia
dura sempre». Riconoscimento del miracolo [91]Allora il re
Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi
ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?».
«Certo, o re», risposero. [92]Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini
sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi
il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dei». [93]Allora
Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace con il fuoco acceso e prese
a dire: «Sadràch, Mesàch, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite
fuori». Allora Sadràch, Mesàch e Abdènego uscirono dal fuoco. [94]Quindi i
satrapi, i prefetti, i governatori e i ministri del re si radunarono e,
guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva
avuto nessun potere; che neppure un capello del loro capo era stato bruciato
e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l'odore del fuoco era
penetrato in essi. [95]Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di
Sadràch, Mesàch e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i
servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno
esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il
loro Dio. [96]Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o
lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadràch, Mesàch e
Abdènego, sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta a un mucchio di
rovine, poiché nessun altro dio può in tal maniera liberare». [97]Da
allora il re promosse Sadràch, Mesàch e Abdènego a cariche pubbliche nella
provincia di Babilonia. IL SOGNO PREMONITORE E LA FOLLIA DI
NABUCODONOSOR [98]Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che
abitano in tutta la terra: Pace e prosperità! [99]M'è parso opportuno
rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per
me. [100]Quanto sono grandi i suoi prodigi e quanto straordinarie le sue
meraviglie! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio di generazione
in generazione. Daniele - Capitolo 4 Nabucodonosor racconta il suo
sogno [1]Io Nabucodònosor ero tranquillo in casa e felice nella reggia,
[2]quando ebbi un sogno che mi spaventò. Le immaginazioni che mi vennero
mentre ero nel mio letto e le visioni che mi passarono per la mente mi
turbarono. [3]Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia
fossero condotti davanti a me, per farmi conoscere la spiegazione del
sogno. [4]Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai
quali esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione. [5]Infine
mi si presentò Daniele, chiamato Baltazzàr dal nome del mio dio, un uomo in
cui è lo spirito degli dei santi, e gli raccontai il sogno [6]dicendo:
«Baltazzàr, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dei santi è
in te e che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in
sogno: tu dammene la spiegazione». [7]Le visioni che mi passarono per la
mente, mentre stavo a letto, erano queste: Io stavo guardando ed ecco
un albero di grande altezza in mezzo alla terra. [8]Quell'albero era
grande, robusto, la sua cima giungeva al cielo e si poteva vedere fin
dall'estremità della terra. [9]I suoi rami erano belli e i suoi frutti
abbondanti e vi era in esso da mangiare per tutti. Le bestie della terra
si riparavano alla sua ombra e gli uccelli del cielo facevano il nido fra i
suoi rami; di lui si nutriva ogni vivente. [10]Mentre nel mio letto
stavo osservando le visioni che mi passavano per la mente, ecco un
vigilante, un santo, scese dal cielo [11]e gridò a voce alta: «Tagliate
l'albero e stroncate i suoi rami: scuotete le foglie, disperdetene i
frutti: fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai
suoi rami. [12]Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, legato
con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della campagna. Sia bagnato
dalla rugiada del cielo e la sua sorte sia insieme con le bestie sui
prati. [13]Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano gli sia dato un
cuore di bestia: sette tempi passeranno su di lui. [14]Così è deciso per
sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi. Così i viventi
sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare
a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini». [15]Questo è
il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu, Baltazzàr, dammene la
spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno
nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito degli dei
santi. Daniele interpreta il sogno [16]Allora Daniele, chiamato Baltazzàr,
rimase per qualche tempo confuso e turbato dai suoi pensieri. Ma il re gli si
rivolse: «Baltazzàr, il sogno non ti turbi e neppure la sua spiegazione».
Rispose Baltazzàr: «Signor mio, valga il sogno per i tuoi nemici e la sua
spiegazione per i tuoi avversari. [17]L'albero che tu hai visto, grande e
robusto, la cui cima giungeva fino al cielo e si poteva vedere da tutta la
terra [18]e le cui foglie erano belle e i suoi frutti abbondanti e in cui
c'era da mangiare per tutti e sotto il quale dimoravano le bestie della terra
e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo, [19]sei tu, re, che
sei diventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta, è giunta al cielo
e il tuo dominio si è esteso sino ai confini della terra. [20]Che il re
abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal cielo e diceva: Tagliate
l'albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo delle sue radici
legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della campagna e sia
bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie della
terra, finché sette tempi siano passati su di lui, [21]questa, o re, ne è la
spiegazione e questo è il decreto dell'Altissimo, che deve essere eseguito
sopra il re, mio signore: [22]Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua
dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e sarai
bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te, finché tu
riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a
chi vuole. [23]L'ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici
dell'albero significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai
riconosciuto che al Cielo appartiene il dominio. [24]Perciò, re, accetta il
mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con
atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere
lunga prosperità». Il sogno si realizza [25]Tutte queste cose avvennero
al re Nabucodònosor. [26]Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza
della reggia di Babilonia, [27]il re prese a dire: «Non è questa la grande
Babilonia che io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con
la forza della mia potenza?». [28]Queste parole erano ancora sulle labbra
del re, quando una voce venne dal cielo: «A te io parlo, re Nabucodònosor: il
regno ti è tolto! [29]Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà
con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette
tempi su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli
uomini e che egli lo dà a chi vuole». [30]In quel momento stesso si adempì
la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu cacciato dal consorzio umano, mangiò
l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo
gli crebbe come le penne alle aquile e le unghie come agli
uccelli. [31]«Ma finito quel tempo, io Nabucodònosor alzai gli occhi al cielo
e la ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui
che vive in eterno, la cui potenza è potenza eterna e il cui regno è di
generazione in generazione. [32]Tutti gli abitanti della terra sono,
davanti a lui, come un nulla; egli dispone come gli piace delle schiere del
cielo e degli abitanti della terra. Nessuno può fermargli la mano e
dirgli: Che cosa fai? [33]In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la
gloria del regno mi fu restituita la mia maestà e il mio splendore: i miei
ministri e i miei prìncipi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno
e mi fu concesso un potere anche più grande. [34]Ora io, Nabucodònosor, lodo,
esalto e glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue
vie giustizia; egli può umiliare coloro che camminano nella
superbia». Daniele - Capitolo 5 IL BANCHETTO DI BALDASSAR [1]Il re
Baldassàr imbandì un gran banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con
loro si diede a bere vino. [2]Quando Baldassàr ebbe molto bevuto comandò che
fossero portati i vasi d'oro e d'argento che Nabucodònosor suo padre aveva
asportati dal tempio, che era in Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i
suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. [3]Furono quindi portati i vasi
d'oro, che erano stati asportati dal tempio di Gerusalemme, e il re, i suoi
grandi, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere; [4]mentre
bevevano il vino, lodavano gli dei d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di
legno e di pietra. [5]In quel momento apparvero le dita di una mano d'uomo,
le quali scrivevano sulla parete della sala reale, di fronte al candelabro.
Nel vedere quelle dita che scrivevano, [6]il re cambiò d'aspetto: spaventosi
pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i
ginocchi gli battevano l'uno contro l'altro. [7]Allora il re si mise a
gridare, ordinando che si convocassero gli astrologi, i caldei e gli
indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di Babilonia: «Chiunque
leggerà quella scrittura e me ne darà la spiegazione sarà vestito di porpora,
porterà una collana d'oro al collo e sarà il terzo signore del
regno». [8]Allora entrarono nella sala tutti i saggi del re, ma non poterono
leggere quella scrittura né darne al re la spiegazione. [9]Il re Baldassàr
rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi grandi restarono
sconcertati. [10]La regina, alle parole del re e dei suoi grandi, entrò nella
sala del banchetto e, rivolta al re, gli disse: «Re, vivi per sempre! I tuoi
pensieri non ti spaventino né si cambi il colore del tuo volto. [11]C'è nel
tuo regno un uomo, in cui è lo spirito degli dei santi. Al tempo di tuo padre
si trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dei.
Il re Nabucodònosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi,
dei caldei e degli indovini. [12]Fu riscontrato in questo Daniele, che il
re aveva chiamato Baltazzàr, uno spirito superiore e tanto accorgimento
da interpretare sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si
convochi dunque Daniele ed egli darà la spiegazione». [13]Fu quindi
introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele un
deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto qua dalla Giudea?
[14]Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dei santi e che si trova
in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria. [15]Poco fa sono stati
condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi per leggere questa
scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci. [16]Ora, mi è
stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e sciogliere enigmi. Se
quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai
vestito di porpora, porterai al collo una collana d'oro e sarai il terzo
signore del regno». [17]Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te
e dà ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene
darò la spiegazione. [18]O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor
tuo padre regno, grandezza, gloria e magnificenza. [19]Per questa grandezza
che aveva ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano
davanti a lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e
abbassava chi gli pareva. [20]Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il
suo spirito si ostinò nell'alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la
sua gloria. [21]Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile
a quello delle bestie; la sua dimora fu con gli ònagri e mangiò l'erba come i
buoi; il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che
il Dio altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli
piace. [22]Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene
tu fossi a conoscenza di tutto questo. [23]Anzi tu hai insolentito contro
il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio
e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue
concubine: tu hai reso lode agli dei d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro,
di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non
hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte
le tue vie. [24]Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato
quello scritto, [25]di cui questa è la lettura: mene, tekel, peres, [26]e
questa ne è l'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha
posto fine. [27]Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato
trovato mancante. [28]Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai
Persiani». [29]Allora, per ordine di Baldassàr, Daniele fu vestito di
porpora, ebbe una collana d'oro al collo e con bando pubblico fu dichiarato
terzo signore del regno. [30]In quella stessa notte Baldassàr re dei
Caldei fu ucciso: [31]Dario il Medo ricevette il regno, all'età di circa
sessantadue anni. Daniele - Capitolo 6 DANIELE NELLA FOSSA DEI
LEONI Gelosia dei satrapi [1]Volle Dario costituire nel suo regno
centoventi sàtrapi e ripartirli per tutte le province. [2]A capo dei sàtrapi
mise tre governatori, di cui uno fu Daniele, ai quali i sàtrapi dovevano
render conto perché nessun danno ne [3]soffrisse il re. Ora Daniele era
superiore agli altri governatori e ai sàtrapi, perché possedeva uno spirito
eccezionale, tanto che il re pensava di metterlo a capo di tutto il suo
regno. [4]Perciò tanto i governatori che i sàtrapi cercavano il modo di
trovar qualche pretesto contro Daniele nell'amministrazione del regno. [5]Ma
non potendo trovare nessun motivo di accusa né colpa, perché egli era fedele
e non aveva niente da farsi rimproverare, [6]quegli uomini allora pensarono:
«Non possiamo trovare altro pretesto per accusare Daniele, se non nella legge
del suo Dio». [7]Perciò quei governatori e i sàtrapi si radunarono presso il
re e gli dissero: «Re Dario, vivi per sempre! [8]Tutti i governatori del
regno, i magistrati, i sàtrapi, i consiglieri e i capi sono del parere che
venga pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque, da ora
a trenta giorni, rivolga supplica alcuna a qualsiasi dio o uomo all'infuori
di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni. [9]Ora, o re, emana il
decreto e fallo mettere per iscritto, perché sia irrevocabile, come sono le
leggi di Media e di Persia, che non si possono mutare». [10]Allora il re
Dario fece scrivere il decreto. Preghiera di Daniele [11]Daniele,
quando venne a sapere del decreto del re, si ritirò in casa. Le finestre
della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al giorno si
metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio, come era solito fare
anche prima. [12]Allora quegli uomini accorsero e trovarono Daniele che stava
pregando e supplicando il suo Dio. [13]Subito si recarono dal re e gli
dissero riguardo al divieto del re: «Non hai tu scritto un decreto che
chiunque, da ora a trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo,
all'infuori di te, re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose:
«Sì. Il decreto è irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei
Persiani». [14]«Ebbene - replicarono al re - Daniele, quel deportato dalla
Giudea, non ha alcun rispetto né di te, re, né del tuo decreto: tre volte al
giorno fa le sue preghiere». [15]Il re, all'udir queste parole, ne fu
molto addolorato e si mise in animo di salvare Daniele e fino al tramonto del
sole fece ogni sforzo per liberarlo. [16]Ma quegli uomini si riunirono di
nuovo presso il re e gli dissero: «Sappi, re, che i Medi e i Persiani hanno
per legge che qualunque decreto firmato dal re è irrevocabile». Daniele
nella fossa dei leoni [17]Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e si
gettasse nella fossa dei leoni. Il re, rivolto a Daniele, gli disse: «Quel
Dio, che tu servi con perseveranza, ti possa salvare!». [18]Poi fu portata
una pietra e fu posta sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo
anello e con l'anello dei suoi grandi, perché niente fosse mutato sulla sorte
di Daniele. [19]Quindi il re ritornò alla reggia, passò la notte digiuno, non
gli fu introdotta alcuna donna e anche il sonno lo abbandonò. [20]La mattina
dopo il re si alzò di buon'ora e sullo spuntar del giorno andò in fretta
alla fossa dei leoni. [21]Quando fu vicino, chiamò: «Daniele, servo del
Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare
dai leoni?». [22]Daniele rispose: «Re, vivi per sempre. [23]Il mio Dio
ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi
hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui;
ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male». [24]Il re fu pieno
di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito,
non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo
Dio. [25]Quindi, per ordine del re, fatti venire quegli uomini che avevano
accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei leoni insieme con i figli e
le mogli. Non erano ancor giunti al fondo della fossa, che i leoni furono
loro addosso e stritolarono tutte le loro ossa. Professione di fede del
re [26]Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue,
che abitano tutta la terra: «Pace e prosperità. [27]Per mio comando
viene promulgato questo decreto: In tutto l'impero a me soggetto si onori e
si tema il Dio di Daniele, perché egli è il Dio vivente, che dura in
eterno; il suo regno è tale che non sarà mai distrutto e il suo dominio
non conosce fine. [28]Egli salva e libera, fa prodigi e miracoli in cielo
e in terra: egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni». [29]Questo
Daniele prosperò durante il regno di Dario e il regno di Ciro
il Persiano. Daniele - Capitolo 7 SOGNO DI DANIELE: LE QUATTRO
BESTIE La visione delle bestie [1]Nel primo anno di Baldassàr re di
Babilonia, Daniele, mentre era a letto, ebbe un sogno e visioni nella sua
mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la relazione che dice: [2]Io,
Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti del
cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo [3]e quattro grandi
bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare. [4]La prima era
simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando,
le furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi
come un uomo e le fu dato un cuore d'uomo. [5]Poi ecco una seconda bestia,
simile ad un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in
bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su, divora molta carne». [6]Mentre
stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro
ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il
dominio. [7]Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta
bestia, spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di
ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e
lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva
dieci corna. [8]Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in
mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime
corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un
uomo e una bocca che parlava con alterigia. Visione del vegliardo e del
Figlio di uomo [9]Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati
troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e
i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come
vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. [10]Un fiume di fuoco
scendeva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo
assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. [11]Continuai a
guardare a causa delle parole superbe che quel corno proferiva, e vidi che la
bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare sul
fuoco. [12]Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di
prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo. [13]Guardando
ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno,
simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a
lui, [14]che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e
lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta
mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto. Interpretazione
della visione [15]Io, Daniele, mi sentii venir meno le forze, tanto le
visioni della mia mente mi avevano turbato; [16]mi accostai ad uno dei vicini
e gli domandai il vero significato di tutte queste cose ed egli me ne diede
questa spiegazione: [17]«Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re,
che sorgeranno dalla terra; [18]ma i santi dell'Altissimo riceveranno il
regno e lo possederanno per secoli e secoli». [19]Volli poi sapere la
verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e molto
terribile, che aveva denti di ferro e artigli di bronzo e che mangiava e
stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava;
[20]intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e intorno a quell'ultimo
corno che era spuntato e davanti al quale erano cadute tre corna e del perché
quel corno aveva occhi e una bocca che parlava con alterigia e appariva
maggiore delle altre corna. [21]Io intanto stavo guardando e quel corno
muoveva guerra ai santi e li vinceva, [22]finché venne il vegliardo e fu resa
giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il tempo in cui i santi dovevano
possedere il regno. [23]Egli dunque mi disse: «La quarta bestia significa che
ci sarà sulla terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà
tutta la terra, la stritolerà e la calpesterà. [24]Le dieci corna
significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo di loro ne seguirà
un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re [25]e proferirà insulti
contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell'Altissimo; penserà di mutare i
tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e
la metà di un tempo. [26]Si terrà poi il giudizio e gli sarà tolto il potere,
quindi verrà sterminato e distrutto completamente. [27]Allora il regno, il
potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati
al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli
imperi lo serviranno e obbediranno». [28]Qui finisce la relazione. Io,
Daniele, rimasi molto turbato nei pensieri, il colore del mio volto si cambiò
e conservai tutto questo nel cuore. Daniele - Capitolo 8 VISIONE DI
DANIELE: IL MONTONE E IL CAPRO La visione [1]Il terzo anno del regno del
re Baldassàr, io Daniele ebbi un'altra visione dopo quella che mi era apparsa
prima. [2]Quand'ebbi questa visione, mi trovavo nella cittadella di Susa, che
è nella provincia dell'Elam, e mi sembrava, in visione, di essere presso
il fiume Ulai. [3]Alzai gli occhi e guardai; ecco un montone, in piedi,
stava di fronte al fiume. Aveva due corna alte, ma un corno era più alto
dell'altro, sebbene fosse spuntato dopo. [4]Io vidi che quel montone cozzava
verso l'occidente, il settentrione e il mezzogiorno e nessuna bestia gli
poteva resistere, né alcuno era in grado di liberare dal suo potere: faceva
quel che gli pareva e divenne grande. [5]Io stavo attento ed ecco un capro
venire da occidente, sulla terra, senza toccarne il suolo: aveva fra gli
occhi un grosso corno. [6]Si avvicinò al montone dalle due corna, che avevo
visto in piedi di fronte al fiume, e gli si scagliò contro con tutta la
forza. [7]Dopo averlo assalito, lo vidi imbizzarrirsi e cozzare contro di lui
e spezzargli le due corna, senza che il montone avesse la forza di
resistergli; poi lo gettò a terra e lo calpestò e nessuno liberava il montone
dal suo potere. [8]Il capro divenne molto potente; ma quando fu diventato
grande, quel suo gran corno si spezzò e al posto di quello sorsero altre
quattro corna, verso i quattro venti del cielo. [9]Da uno di quelli uscì
un piccolo corno, che crebbe molto verso il mezzogiorno, l'oriente e verso la
Palestina: [10]s'innalzò fin contro la milizia celeste e gettò a terra una
parte di quella schiera e delle stelle e le calpestò. [11]S'innalzò fino
al capo della milizia e gli tolse il sacrificio quotidiano e fu profanata la
santa dimora. [12]In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu
gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì. [13]Udii un santo
parlare e un altro santo dire a quello che parlava: «Fino a quando durerà
questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la desolazione
dell'iniquità, il santuario e la milizia calpestati?». [14]Gli rispose: «Fino
a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario
sarà rivendicato». L'Angelo Gabriele spiega la visione [15]Mentre io,
Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla, ecco davanti a me
uno in piedi, dall'aspetto d'uomo; [16]intesi la voce di un uomo, in mezzo
all'Ulai, che gridava e diceva: «Gabriele, spiega a lui la visione». [17]Egli
venne dove io ero e quando giunse, io ebbi paura e caddi con la faccia a
terra. Egli mi disse: «Figlio dell'uomo, comprendi bene, questa visione
riguarda il tempo della fine». [18]Mentre egli parlava con me, caddi svenuto
con la faccia a terra; ma egli mi toccò e mi fece alzare. [19]Egli disse:
«Ecco io ti rivelo ciò che avverrà al termine dell'ira, perché la visione
riguarda il tempo della fine. [20]Il montone con due corna, che tu hai visto,
significa il re di Media e di Persia; [21]il capro è il re della Grecia; il
gran corno, che era in mezzo ai suoi occhi, è il primo re. [22]Che quello sia
stato spezzato e quattro ne siano sorti al posto di uno, significa che
quattro regni sorgeranno dalla medesima nazione, ma non con la medesima
potenza di lui. [23]Alla fine del loro regno, quando l'empietà avrà raggiunto
il colmo, sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante. [24]La sua potenza
si rafforzerà, ma non per potenza propria; causerà inaudite rovine,
avrà successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi.
[25]Per la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si insuperbirà in
cuor suo e con inganno farà perire molti: insorgerà contro il principe
dei prìncipi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d'uomo. [26]La
visione di sere e mattine, che è stata spiegata, è vera. Ora tu tieni segreta
la visione, perché riguarda cose che avverranno fra molti giorni». [27]Io,
Daniele, rimasi sfinito e mi sentii male per vari giorni: poi mi alzai e
sbrigai gli affari del re: ma ero stupefatto della visione perché non la
potevo comprendere. Daniele - Capitolo 9 LA PROFEZIA DELLE SETTANTA
SETTIMANE Preghiera di Daniele [1]Nell'anno primo di Dario figlio di
Serse, della progenie dei Medi, il quale era stato costituito re sopra il
regno dei Caldei, [2]nel primo anno del suo regno, io Daniele tentavo di
comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al
profeta Geremia e nei quali si dovevano compiere le desolazioni di
Gerusalemme, cioè settant'anni. [3]Mi rivolsi al Signore Dio per pregarlo e
supplicarlo con il digiuno, veste di sacco e cenere [4]e feci la mia
preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio: «Signore Dio, grande e
tremendo, che osservi l'alleanza e la benevolenza verso coloro che ti amano e
osservano i tuoi comandamenti, [5]abbiamo peccato e abbiamo operato da
malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi
comandamenti e dalle tue leggi! [6]Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i
profeti, i quali hanno in tuo nome parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi,
ai nostri padri e a tutto il popolo del paese. [7]A te conviene la giustizia,
o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli
uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini
e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno
commesso contro di te. [8]Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re,
ai nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te;
[9]al Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo
ribellati contro di lui, [10]non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio
nostro, né seguito quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi
servi, i profeti. [11]Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, s'è
allontanato per non ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi
l'esecrazione scritta nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo
peccato contro di lui. [12]Egli ha messo in atto quelle parole che aveva
pronunziate contro di noi e i nostri governanti, mandando su di noi un male
così grande quale mai, sotto il cielo, era venuto a Gerusalemme. [13]Tutto
questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto nella legge di Mosè.
Tuttavia noi non abbiamo supplicato il Signore Dio nostro, convertendoci
dalle nostre iniquità e seguendo la tua verità. [14]Il Signore ha vegliato
sopra questo male, l'ha mandato su di noi, poiché il Signore Dio nostro è
giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la sua voce.
[15]Signore Dio nostro, che hai fatto uscire il tuo popolo dall'Egitto con
mano forte e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo peccato, abbiamo
agito da empi. [16]Signore, secondo la tua misericordia, si plachi la tua ira
e il tuo sdegno verso Gerusalemme, tua città, verso il tuo monte santo,
poiché per i nostri peccati e per l'iniquità dei nostri padri Gerusalemme e
il tuo popolo sono oggetto di vituperio presso quanti ci stanno
intorno. [17]Ora ascolta, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue
suppliche e per amor tuo, o Signore, fà risplendere il tuo volto sopra il tuo
santuario, che è desolato. [18]Porgi l'orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli
occhi e guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato
il tuo nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla
nostra giustizia, ma sulla tua grande misericordia. [19]Signore, ascolta;
Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di te
stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato invocato sulla tua città e sul
tuo popolo». L'angelo Gabriele spiega la profezia [20]Mentre io stavo
ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e quello del mio popolo
Israele e presentavo la supplica al Signore Dio mio per il monte santo del
mio Dio, [21]mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto
prima in visione, volò veloce verso di me: era l'ora dell'offerta della
sera. [22]Egli mi rivolse questo discorso: «Daniele, sono venuto per
istruirti e farti comprendere. [23]Fin dall'inizio delle tue suppliche è
uscita una parola e io sono venuto per annunziartela, poiché tu sei un uomo
prediletto. Ora stà attento alla parola e comprendi la
visione: [24]Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e per la
tua santa città per mettere fine all'empietà, mettere i sigilli ai
peccati, espiare l'iniquità, portare una giustizia eterna, suggellare
visione e profezia e ungere il Santo dei santi. [25]Sappi e intendi
bene, da quando uscì la parola sul ritorno e la ricostruzione di
Gerusalemme fino a un principe consacrato, vi saranno sette
settimane. Durante sessantadue settimane saranno restaurati, riedificati
piazze e fossati, e ciò in tempi angosciosi. [26]Dopo sessantadue
settimane, un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui; il popolo di
un principe che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine
sarà un'inondazione e, fino alla fine, guerra e desolazioni
decretate. [27]Egli stringerà una forte alleanza con molti per una
settimana e, nello spazio di metà settimana, farà cessare il sacrificio e
l'offerta; sull'ala del tempio porrà l'abominio della desolazione e ciò
sarà sino alla fine, fino al termine segnato sul devastatore». Daniele -
Capitolo 10 LA GRANDE VISIONE IL TEMPO DELL'IRA Visione dell'uomo
vestito di lino [1]L'anno terzo di Ciro re dei Persiani, fu rivelata una
parola a Daniele, chiamato Baltazzàr. Vera è la parola e la lotta è grande.
Egli comprese la parola e gli fu dato d'intendere la visione. [2]In quel
tempo io, Daniele, feci penitenza per tre settimane, [3]non mangiai cibo
prelibato, non mi entrò in bocca né carne né vino e non mi unsi d'unguento
finché non furono compiute tre settimane. [4]Il giorno ventiquattro del primo
mese, mentre stavo sulla sponda del gran fiume, cioè il Tigri, [5]alzai gli
occhi e guardai ed ecco un uomo vestito di lino, con ai fianchi una cintura
d'oro di Ufàz; [6]il suo corpo somigliava a topazio, la sua faccia aveva
l'aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue
braccia e le gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono delle sue parole
pareva il clamore di una moltitudine. [7]Soltanto io, Daniele, vidi la
visione, mentre gli uomini che erano con me non la videro, ma un gran terrore
si impadronì di loro e fuggirono a nascondersi. [8]Io rimasi solo a
contemplare quella grande visione, mentre mi sentivo senza forze; il mio
colorito si fece smorto e mi vennero meno le forze. Apparizione
dell'angelo [9]Udii il suono delle sue parole, ma, appena udito il suono
delle sue parole, caddi stordito con la faccia a terra. [10]Ed ecco, una
mano mi toccò e tutto tremante mi fece alzare sulle ginocchia, appoggiato
sulla palma delle mani. [11]Poi egli mi disse: «Daniele, uomo prediletto,
intendi le parole che io ti rivolgo, alzati in piedi, poiché ora sono stato
mandato a te». Quando mi ebbe detto questo, io mi alzai in piedi tutto
tremante. [12]Egli mi disse: «Non temere, Daniele, poiché fin dal primo
giorno in cui ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue
parole sono state ascoltate e io sono venuto per le tue parole. [13]Ma il
principe del regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele,
uno dei primi prìncipi, mi è venuto in aiuto e io l'ho lasciato là presso
il principe del re di Persia; [14]ora sono venuto per farti intendere ciò
che avverrà al tuo popolo alla fine dei giorni, poiché c'è ancora una
visione per quei giorni». [15]Mentre egli parlava con me in questa maniera,
chinai la faccia a terra e ammutolii. [16]Ed ecco uno con sembianze di
uomo mi toccò le labbra: io aprii la bocca e parlai e dissi a colui che era
in piedi davanti a me: «Signor mio, nella visione i miei dolori sono tornati
su di me e ho perduto tutte le energie. [17]Come potrebbe questo servo del
mio signore parlare con il mio signore, dal momento che non è rimasto in me
alcun vigore e mi manca anche il respiro?». [18]Allora di nuovo quella figura
d'uomo mi toccò, mi rese le forze [19]e mi disse: «Non temere, uomo
prediletto, pace a te, riprendi forza, rinfrancati». Mentre egli parlava con
me, io mi sentii ritornare le forze e dissi: «Parli il mio signore perché tu
mi hai ridato forza». L'annunzio profetico [20]Allora mi disse: «Sai tu
perché io sono venuto da te? Ora tornerò di nuovo a lottare con il principe
di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il principe di Grecia. [21]Io ti
dichiarerò ciò che è scritto nel libro della verità. Nessuno mi aiuta in
questo se non Michele, il vostro principe, (11,1) e io, nell'anno primo di
Dario, mi tenni presso di lui per dargli rinforzo e sostegno. Daniele -
Capitolo 11 Prime guerre tra Seleucidi e Lagidi [2]Ed ora io ti
manifesterò la verità. Ecco, vi saranno ancora tre re in Persia: poi il
quarto acquisterà ricchezze superiori a tutti gli altri e dopo essersi reso
potente con le ricchezze, muoverà con tutti i suoi contro il regno di Grecia.
[3]Sorgerà quindi un re potente e valoroso, il quale dominerà sopra un grande
impero e farà ciò che vuole; [4]ma appena si sarà affermato, il suo regno
verrà smembrato e diviso ai quattro venti del cielo, ma non fra i suoi
discendenti né con la stessa forza che egli possedeva; il suo regno sarà
infatti smembrato e dato ad altri anziché ai suoi discendenti. [5]Il re
del mezzogiorno diverrà potente e uno dei suoi capitani sarà più forte di lui
e il suo impero sarà grande. [6]Dopo qualche anno faranno alleanza e la
figlia del re del mezzogiorno verrà al re del settentrione per fare la pace,
ma non potrà mantenere la forza del suo braccio e non resisterà né lei né la
sua discendenza e sarà condannata a morte insieme con i suoi seguaci, il
figlio e il marito. [7]In quel tempo, da un germoglio delle sue radici
sorgerà uno, al posto di costui, e verrà con un esercito e avanzerà contro le
fortezze del re del settentrione, le assalirà e se ne impadronirà.
[8]Condurrà in Egitto i loro dei con le loro immagini e i loro preziosi
oggetti d'oro e d'argento, come preda di guerra, poi per qualche anno si
asterrà dal contendere con il re del settentrione. [9]Questi muoverà contro
il re del mezzogiorno, ma se ne ritornerà nel suo paese. [10]Poi suo figlio
si preparerà alla guerra, raccogliendo una moltitudine di grandi eserciti,
con i quali avanzerà come una inondazione: attraverserà il paese per
attaccare di nuovo battaglia e giungere sino alla sua fortezza. [11]Il re del
mezzogiorno, inasprito, uscirà per combattere con il re del settentrione, che
si muoverà con un grande esercito, ma questo cadrà in potere del re del
mezzogiorno, [12]il quale dopo aver disfatto quell'esercito si gonfierà
d'orgoglio, ma pur avendo abbattuto decine di migliaia, non per questo sarà
più forte. [13]Il re del settentrione di nuovo metterà insieme un grande
esercito, più grande di quello di prima, e dopo qualche anno avanzerà con un
grande esercito e con grande apparato. [14]In quel tempo molti si alzeranno
contro il re del mezzogiorno e uomini violenti del tuo popolo insorgeranno
per adempiere la visione, ma cadranno. [15]Il re del settentrione verrà,
costruirà terrapieni e occuperà una città ben fortificata. Le forze del
mezzogiorno, con truppe scelte, non potranno resistere, mancherà loro la
forza per opporre resistenza. [16]L'invasore farà ciò che vuole e nessuno gli
si potrà opporre; si stabilirà in quella magnifica terra e la distruzione
sarà nelle sue mani. [17]Quindi si proporrà di occupare tutto il regno del re
del mezzogiorno, stipulerà un'alleanza con lui e gli darà sua figlia per
rovinarlo, ma ciò non riuscirà e non raggiungerà il suo scopo. [18]Poi
volgerà le mire alle isole e ne prenderà molte, ma un comandante straniero
farà cessare la sua arroganza, facendola ricadere sopra di lui. [19]Si
volgerà poi verso le fortezze del proprio paese, ma inciamperà, cadrà,
scomparirà. [20]Sorgerà quindi al suo posto uno che manderà esattori nella
terra perla del suo regno, ma in pochi giorni sarà stroncato, non nel furore
di una rivolta né in battaglia. Antioco Epifane [21]Gli succederà poi un
uomo abbietto, privo di dignità regale: verrà di nascosto e occuperà il regno
con la frode. [22]Le forze armate saranno annientate davanti a lui e sarà
stroncato anche il capo dell'alleanza. [23]Non appena sarà stata stipulata
un'alleanza con lui, egli agirà con la frode, crescerà e si consoliderà con
poca gente. [24]Entrerà di nascosto nei luoghi più fertili della provincia e
farà cose che né i suoi padri né i padri dei suoi padri osarono fare;
distribuirà alla sua gente preda, spoglie e ricchezze e ordirà progetti
contro le fortezze, ma ciò fino ad un certo tempo. [25]La sua potenza e il
suo ardire lo spingeranno contro il re del mezzogiorno con un grande esercito
e il re del mezzogiorno verrà a battaglia con un grande e potente esercito,
ma non potrà resistere, perché si ordiranno congiure contro di lui: [26]i
suoi stessi commensali saranno causa della sua rovina; il suo esercito sarà
travolto e molti cadranno uccisi. [27]I due re non penseranno che a farsi del
male a vicenda e seduti alla stessa tavola parleranno con finzione, ma senza
riuscire nei reciproci intenti, perché li attenderà la fine, al tempo
stabilito. [28]Egli ritornerà nel suo paese con grandi ricchezze e con in
cuore l'avversione alla santa alleanza: agirà secondo i suoi piani e poi
ritornerà nel suo paese. [29]Al tempo determinato verrà di nuovo contro il
paese del mezzogiorno, ma quest'ultima impresa non riuscirà come la prima.
[30]Verranno contro lui navi dei Kittìm ed egli si sentirà scoraggiato e
tornerà indietro. Si volgerà infuriato e agirà contro la santa alleanza, e
nel suo ritorno se la intenderà con coloro che avranno abbandonato la santa
alleanza. [31]Forze da lui armate si muoveranno a profanare il santuario
della cittadella, aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno
l'abominio della desolazione. [32]Con lusinghe egli sedurrà coloro che
avranno apostatato dall'alleanza, ma quanti riconoscono il proprio Dio si
fortificheranno e agiranno. [33]I più saggi tra il popolo ammaestreranno
molti, ma cadranno di spada, saranno dati alle fiamme, condotti in schiavitù
e saccheggiati per molti giorni. [34]Mentre così cadranno, riceveranno un pò
di aiuto: molti però si uniranno a loro ma senza sincerità. [35]Alcuni saggi
cadranno perché fra di loro ve ne siano di quelli purificati, lavati, resi
candidi fino al tempo della fine, che dovrà venire al tempo
stabilito. [36]Il re dunque farà ciò che vuole, s'innalzerà, si magnificherà
sopra ogni dio e proferirà cose inaudite contro il Dio degli dei e avrà
successo finché non sarà colma l'ira; poiché ciò che è stato determinato si
compirà. [37]Egli non si curerà neppure delle divinità dei suoi padri né del
dio amato dalle donne, né di altro dio, poiché egli si esalterà sopra
tutti. [38]Onorerà invece il dio delle fortezze: onorerà, con oro e argento,
con gemme e con cose preziose, un dio che i suoi padri non hanno mai
conosciuto. [39]Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e
colmerà di onori coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e
distribuirà loro terre in ricompensa. IL TEMPO DELLA FINE Fine del
persecutore [40]Al tempo della fine il re del mezzogiorno si scontrerà con
lui e il re del settentrione gli piomberà addosso, come turbine, con carri,
con cavalieri e molte navi; entrerà nel suo territorio invadendolo.
[41]Entrerà anche in quella magnifica terra e molti paesi soccomberanno.
Questi però scamperanno dalla sua mano: Edom, Moab e gran parte degli
Ammoniti. [42]Metterà così la mano su molti paesi; neppure l'Egitto
scamperà. [43]S'impadronirà di tesori d'oro e d'argento e di tutte le cose
preziose d'Egitto: i Libi e gli Etiopi saranno al suo seguito. [44]Ma
notizie dall'oriente e dal settentrione lo turberanno: egli partirà con
grande ira per distruggere e disperdere molti. [45]Pianterà le tende del suo
palazzo fra il mare e il bel monte santo: poi giungerà alla fine e nessuno
verrà in suo aiuto. Daniele - Capitolo 12 [1]Or in quel tempo sorgerà
Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un
tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a
quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà
scritto nel libro. La risurrezione e la retribuzione [2]Molti di quelli
che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita
eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. [3]I saggi
risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto
molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre. [4]Ora tu,
Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della
fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza
sarà accresciuta». La profezia sigillata [5]Io, Daniele, stavo
guardando ed ecco altri due che stavano in piedi, uno di qua sulla sponda del
fiume, l'altro di là sull'altra sponda. [6]Uno disse all'uomo vestito di
lino, che era sulle acque del fiume: «Quando si compiranno queste cose
meravigliose?». [7]Udii l'uomo vestito di lino, che era sulle acque del
fiume, il quale, alzate la destra e la sinistra al cielo, giurò per colui che
vive in eterno che tutte queste cose si sarebbero compiute fra un tempo,
tempi e la metà di un tempo, quando sarebbe finito colui che dissipa le forze
del popolo santo. [8]Io udii bene, ma non compresi, e dissi: «Mio Signore,
quale sarà la fine di queste cose?». [9]Egli mi rispose: «Và, Daniele, queste
parole sono nascoste e sigillate fino al tempo della fine. [10]Molti saranno
purificati, resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente: nessuno
degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. [11]Ora, dal
tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio
della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. [12]Beato chi
aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni. [13]Tu,
và pure alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei
giorni». Daniele - Capitolo 13 SUSANNA E IL GIUDIZIO DI
DANIELE [1]Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, [2]il quale aveva
sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e
timorata di Dio. [3]I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la
figlia secondo la legge di Mosè. [4]Ioakìm era molto ricco e possedeva un
giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano
da lui. [5]In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani:
erano di quelli di cui il Signore ha detto: «L'iniquità è uscita da Babilonia
per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del
popolo». [6]Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano
qualche lite da risolvere si recavano da loro. [7]Quando il popolo, verso
il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare
nel giardino del marito. [8]I due anziani che ogni giorno la vedevano andare
a passeggiare, furono presi da un'ardente passione per lei: [9]persero il
lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non
ricordare i giusti giudizi. [10]Eran colpiti tutt'e due dalla passione per
lei, [11]ma l'uno nascondeva all'altro la sua pena, perché si vergognavano di
rivelare la brama che avevano di unirsi a lei. [12]Ogni giorno con maggior
desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno disse all'altro: [13]«Andiamo
pure a casa: è l'ora di desinare» e usciti se ne andarono. [14]Ma
ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda
il motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il
momento opportuno di poterla sorprendere sola. [15]Mentre aspettavano
l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle,
nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. [16]Non c'era nessun
altro al di fuori dei due anziani nascosti a spiarla. [17]Susanna disse alle
ancelle: «Portatemi l'unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché
voglio fare il bagno». [18]Esse fecero come aveva ordinato: chiusero le porte
del giardino ed entrarono in casa dalla porta laterale per portare ciò che
Susanna chiedeva, senza accorgersi degli anziani poiché si erano nascosti.
[19]Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio,
corsero da lei e le dissero: [20]«Ecco, le porte del giardino sono chiuse,
nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi.
[21]In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e
perciò hai fatto uscire le ancelle». [22]Susanna, piangendo, esclamò: «Sono
alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò
scampare dalle vostre mani. [23]Meglio però per me cadere innocente nelle
vostre mani che peccare davanti al Signore!». [24]Susanna gridò a gran voce.
Anche i due anziani gridarono contro di lei [25]e uno di loro corse alle
porte del giardino e le aprì. [26]I servi di casa, all'udire tale rumore
in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava
accadendo. [27]Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si
sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di
Susanna. [28]Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm,
suo marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni
per condannare a morte Susanna. [29]Rivolti al popolo dissero: «Si faccia
venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm». Mandarono a chiamarla
[30]ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. [31]Susanna
era assai delicata d'aspetto e molto bella di forme; [32]aveva il velo e
quei perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della
sua bellezza. [33]Tutti i suoi familiari e amici piangevano. [34]I due
anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa.
[35]Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel
Signore. [36]Gli anziani dissero: «Mentre noi stavamo passeggiando soli nel
giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte del giardino e poi ha
licenziato le ancelle. [37]Quindi è entrato da lei un giovane che era
nascosto, e si è unito a lei. [38]Noi che eravamo in un angolo del giardino,
vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo
sorpresi insieme. [39]Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più
forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito. [40]Abbiamo preso lei e le
abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l'ha voluto dire. Di
questo noi siamo testimoni». [41]La moltitudine prestò loro fede poiché erano
anziani e giudici del popolo e la condannò a morte. [42]Allora Susanna ad
alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose
prima che accadano, [43]tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io
muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». [44]E
il Signore ascoltò la sua voce. [45]Mentre Susanna era condotta a morte, il
Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, [46]il
quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!». [47]Tutti
si voltarono verso di lui dicendo: «Che vuoi dire con le tue parole?».
[48]Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti,
Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare la
verità! [49]Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso
contro di lei». [50]Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a
Daniele: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha
dato il dono dell'anzianità». [51]Daniele esclamò: «Separateli bene l'uno
dall'altro e io li giudicherò». [52]Separati che furono, Daniele disse al
primo: «O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato
vengono alla luce, [53]quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti
e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto
e l'innocente. [54]Ora dunque, se tu hai visto costei, dì: sotto quale
albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco».
[55]Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Gia
l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in
due». [56]Allontanato questo, fece venire l'altro e gli disse: «Razza di
Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha
pervertito il cuore! [57]Così facevate con le donne d'Israele ed esse per
paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la
vostra iniquità. [58]Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati
insieme?». Rispose: «Sotto un leccio». [59]Disse Daniele: «In verità anche la
tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l'angelo di Dio ti aspetta con la
spada in mano per spaccarti in due e così farti morire». [60]Allora tutta
l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che
sperano in lui. [61]Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele
aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro
subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo [62]e
applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu salvato il
sangue innocente. [63]Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia
Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver
trovato in lei nulla di men che onesto. [64]Da quel giorno in poi Daniele
divenne grande di fronte al popolo. Daniele - Capitolo 14 BEL E IL
DRAGO Daniele e i sacerdoti di Bel [1]Il re Astiage si riunì ai suoi padri
e gli succedette nel regno Ciro il Persiano. [2]Ora Daniele viveva accanto al
re, ed era il più onorato di tutti gli amici del re. [3]I Babilonesi avevano
un idolo chiamato Bel, al quale offrivano ogni giorno dodici sacchi di fior
di farina, quaranta pecore e sei barili di vino. [4]Anche il re venerava
questo idolo e andava ogni giorno ad adorarlo. Daniele però adorava il suo
Dio e perciò il re gli disse: «Perché non adori Bel?». [5]Daniele rispose:
«Io non adoro idoli fatti da mani d'uomo, ma soltanto il Dio vivo che ha
fatto il cielo e la terra e che è signore di ogni essere vivente». [6]«Non
credi tu - aggiunse il re - che Bel sia un dio vivo? Non vedi quanto beve e
mangia ogni giorno?». [7]Rispose Daniele ridendo: «Non t'ingannare, o re:
quell'idolo di dentro è d'argilla e di fuori è di bronzo e non ha mai
mangiato né bevuto». [8]Il re s'indignò e convocati i sacerdoti di Bel, disse
loro: «Se voi non mi dite chi è che mangia tutto questo cibo, morirete; se
invece mi proverete che è Bel che lo mangia, morirà Daniele, perché ha
insultato Bel». [9]Daniele disse al re: «Sia fatto come tu hai detto».
Isacerdoti di Bel erano settanta, senza contare le mogli e i figli. [10]Il re
si recò insieme con Daniele al tempio di Bel [11]e i sacerdoti di Bel gli
dissero: «Ecco, noi usciamo di qui e tu, re, disponi le vivande e mesci il
vino temperato; poi chiudi la porta e sigillala con il tuo anello. Se domani
mattina, venendo, tu riscontrerai che tutto non è stato mangiato da Bel,
moriremo noi, altrimenti morirà Daniele che ci ha calunniati». [12]Essi però
non se ne preoccuparono perché avevano praticato un passaggio segreto sotto
la tavola per il quale passavano abitualmente e consumavano
tutto. [13]Dopo che essi se ne furono andati, il re fece porre i cibi davanti
a Bel: [14]Daniele ordinò ai servi del re di portare un pò di cenere e
la sparsero su tutto il pavimento del tempio alla presenza soltanto del re;
poi uscirono, chiusero la porta, la sigillarono con l'anello del re e se
ne andarono. [15]I sacerdoti vennero di notte, secondo il loro consueto, con
le mogli, i figli, e mangiarono e bevvero tutto. [16]Di buon mattino il re
si alzò, come anche Daniele. [17]Il re domandò: «Sono intatti i
sigilli, Daniele?». «Intatti, re» rispose. [18]Aperta la porta, il re guardò
la tavola ed esclamò: «Tu sei grande, Bel, e nessun inganno è in
te!». [19]Daniele sorrise e, trattenendo il re perché non entrasse, disse:
«Guarda il pavimento ed esamina di chi sono quelle orme». [20]Il re disse:
«Vedo orme d'uomini, di donne e di ragazzi!». [21]Acceso d'ira, fece
arrestare i sacerdoti con le mogli e i figli; gli furono mostrate le porte
segrete per le quali entravano a consumare quanto si trovava sulla tavola.
[22]Quindi il re li fece mettere a morte, consegnò Bel in potere di Daniele
che lo distrusse insieme con il tempio. Daniele uccide il drago [23]Vi
era un gran drago e i Babilonesi lo veneravano. [24]Il re disse a Daniele:
«Non potrai dire che questo non è un dio vivente; adoralo,
dunque». [25]Daniele rispose: «Io adoro il Signore mio Dio, perché egli è il
Dio vivente; se tu me lo permetti, o re, io, senza spada e senza
bastone, ucciderò il drago». [26]Soggiunse il re: «Te lo permetto».
[27]Daniele prese allora pece, grasso e peli e li fece cuocere insieme, poi
ne preparò focacce e le gettò in bocca al drago che le inghiottì e scoppiò;
quindi soggiunse: «Ecco che cosa adoravate!». [28]Quando i Babilonesi lo
seppero, ne furono molto indignati e insorsero contro il re, dicendo: «Il re
è diventato Giudeo: ha distrutto Bel, ha ucciso il drago, ha messo a morte i
sacerdoti». [29]Andarono da lui dicendo: «Consegnaci Daniele, altrimenti
uccidiamo te e la tua famiglia!». [30]Quando il re vide che lo assalivano con
violenza, costretto dalla necessità consegnò loro Daniele. Daniele nella
fossa dei leoni [31]Ed essi lo gettarono nella fossa dei leoni, dove rimase
sei giorni. [32]Nella fossa vi erano sette leoni, ai quali venivano dati ogni
giorno due cadaveri e due pecore: ma quella volta non fu dato loro niente
perché divorassero Daniele. [33]Si trovava allora in Giudea il profeta
Abacuc il quale aveva fatto una minestra e spezzettato il pane in un
recipiente e andava a portarlo nel campo ai mietitori. [34]L'angelo del
Signore gli disse: «Porta questo cibo a Daniele in Babilonia nella fossa dei
leoni». [35]Ma Abacuc rispose: «Signore, Babilonia non l'ho mai vista e la
fossa non la conosco». [36]Allora l'angelo del Signore lo prese per i capelli
e con la velocità del vento lo trasportò in Babilonia e lo posò sull'orlo
della fossa dei leoni. [37]Gridò Abacuc: «Daniele, Daniele, prendi il cibo
che Dio ti ha mandato». [38]Daniele esclamò: «Dio, ti sei ricordato di me e
non hai abbandonato coloro che ti amano». [39]Alzatosi, Daniele si mise a
mangiare, mentre l'angelo di Dio riportava subito Abacuc nel luogo di
prima. [40]Il settimo giorno il re andò per piangere Daniele e giunto alla
fossa guardò e vide Daniele seduto. [41]Allora esclamò ad alta voce: «Grande
tu sei, Signore Dio di Daniele, e non c'è altro dio all'infuori di
te!». [42]Poi fece uscire Daniele dalla fossa e vi fece gettare coloro
che volevano la sua rovina ed essi furono subito divorati sotto i suoi
occhi.
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