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LA BIBBIA - (Continua) EZECHIELE - DANIELE

EZECHIELE - DANIELE

[29]Là è Edom, i suoi re e tutti i suoi prìncipi che, nonostante il loro
valore, sono posti con i trafitti di spada: giacciono con i non circoncisi e
con quelli che scendono nella fossa. [30]Là sono tutti i prìncipi del
settentrione, tutti quelli di Sidòne, che scesero con i trafitti, nonostante
il terrore sparso dalla loro potenza; giacciono i non circoncisi con i
trafitti di spada e portano la loro ignominia con quelli che scendono nella
fossa.
[31]Il faraone li vedrà e si consolerà alla vista di tutta questa
moltitudine; il faraone e tutto il suo esercito saranno trafitti di spada.
Oracolo del Signore Dio. [32]Perchè aveva sparso il terrore nella terra dei
viventi, ecco giace in mezzo ai non circoncisi, con i trafitti di spada,
egli il faraone e tutta la sua moltitudine». Parola del Signore Dio.
Ezechiele - Capitolo 33
III. DURANTE E DOPO L'ASSEDIO DI GERUSALEMME
Il profeta come sentinella
[1]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [2]«Figlio dell'uomo, parla ai
figli del tuo popolo e dì loro: Se mando la spada contro un paese e il
popolo di quella terra prende un uomo del suo territorio e lo pone quale
sentinella, [3]e questa, vedendo sopraggiungere la spada sul paese, suona la
tromba e dà l'allarme al popolo: [4]se colui che ben sente il suono della
tromba non ci bada e la spada giunge e lo sorprende, egli dovrà a se stesso
la propria rovina. [5]Aveva udito il suono della tromba, ma non ci ha
badato: sarà responsabile della sua rovina; se ci avesse badato, si sarebbe
salvato. [6]Se invece la sentinella vede giunger la spada e non suona la
tromba e il popolo non è avvertito e la spada giunge e sorprende qualcuno,
questi sarà sorpreso per la sua iniquità: ma della sua morte domanderò conto
alla sentinella. [7]O figlio dell'uomo, io ti ho costituito sentinella per
gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da
parte mia. [8]Se io dico all'empio: Empio tu morirai, e tu non parli per
distoglier l'empio dalla sua condotta, egli, l'empio, morirà per la sua
iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te.
[9]Ma se tu avrai ammonito l'empio della sua condotta perché si converta ed
egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai
salvo.
Conversione e perversione
[10]Tu, figlio dell'uomo, annunzia agli Israeliti: Voi dite: I nostri
delitti e i nostri peccati sono sopra di noi e in essi noi ci consumiamo! In
che modo potremo vivere? [11]Dì loro: Com'è vero ch'io vivo - oracolo del
Signore Dio - io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista
dalla sua condotta e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa!
Perché volete perire, o Israeliti?
[12]Figlio dell'uomo, dì ancora ai figli del tuo popolo: La giustizia del
giusto non lo salva se pecca, e l'empio non cade per la sua iniquità se
desiste dall'iniquità, come il giusto non potrà vivere per la sua giustizia
se pecca. [13]Se io dico al giusto: Vivrai, ed egli, confidando sulla sua
giustizia commette l'iniquità, nessuna delle sue azioni buone sarà più
ricordata e morirà nella malvagità che egli ha commesso. [14]Se dico
all'empio: Morirai, ed egli desiste dalla sua iniquità e compie ciò che è
retto e giusto, [15]rende il pegno, restituisce ciò che ha rubato, osserva
le leggi della vita, senza commettere il male, egli vivrà e non morirà;
[16]nessuno dei peccati che ha commessi sarà più ricordato: egli ha
praticato ciò che è retto e giusto e certamente vivrà.
[17]Eppure, i figli del tuo popolo vanno dicendo: Il modo di agire del
Signore non è retto. E' invece il loro modo di agire che non è retto! [18]Se
il giusto desiste dalla giustizia e fa il male, per questo certo morirà.
[19]Se l'empio desiste dall'empietà e compie ciò che è retto e giusto, per
questo vivrà. [20]Voi andate dicendo: Non è retto il modo di agire del
Signore. Giudicherò ciascuno di voi secondo il suo modo di agire,
Israeliti».
La presa della città
[21]Il cinque del decimo mese dell'anno decimosecondo della nostra
deportazione arrivò da me un fuggiasco da Gerusalemme per dirmi: La città è
presa. [22]La sera prima dell'arrivo del fuggiasco, la mano del Signore fu
su di me e al mattino, quando il fuggiasco giunse, il Signore mi aprì la
bocca. La mia bocca dunque si aprì e io non fui più muto.
La devastazione del paese
[23]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [24]«Figlio dell'uomo, gli
abitanti di quelle rovine, nel paese d'Israele, vanno dicendo: Abramo era
uno solo ed ebbe in possesso il paese e noi siamo molti: a noi dunque è
stato dato in possesso il paese!
[25]Perciò dirai loro: Così dice il Signore Dio: Voi mangiate la carne con
il sangue, sollevate gli occhi ai vostri idoli, versate il sangue, e
vorreste avere in possesso il paese? [26]Voi vi appoggiate sulle vostre
spade, compite cose nefande, ognuno di voi disonora la donna del suo
prossimo e vorreste avere in possesso il paese? [27]Annunzierai loro: Dice
il Signore Dio: Com'è vero ch'io vivo, quelli che stanno fra le rovine
periranno di spada; darò in pasto alle belve quelli che sono per la campagna
e quelli che sono nelle fortezze e dentro le caverne moriranno di peste.
[28]Ridurrò il paese ad una solitudine e a un deserto e l'orgoglio della sua
forza cesserà. I monti d'Israele saranno devastati, non ci passerà più
nessuno. [29]Sapranno che io sono il Signore quando farò del loro paese una
solitudine e un deserto, a causa di tutti gli abomini che hanno commessi.
Risultati della predicazione
[30]Figlio dell'uomo, i figli del tuo popolo parlano di te lungo le mura e
sulle porte delle case e si dicono l'un l'altro: Andiamo a sentire qual è la
parola che viene dal Signore. [31]In folla vengono da te, si mettono a
sedere davanti a te e ascoltano le tue parole, ma poi non le mettono in
pratica, perché si compiacciono di parole, mentre il loro cuore va dietro al
guadagno. [32]Ecco, tu sei per loro come una canzone d'amore: bella è la
voce e piacevole l'accompagnamento musicale. Essi ascoltano le tue parole,
ma non le mettono in pratica. [33]Ma quando ciò avverrà ed ecco avviene,
sapranno che c'è un profeta in mezzo a loro».
Ezechiele - Capitolo 34
I pastori di Israele
[1]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [2]«Figlio dell'uomo, profetizza
contro i pastori d'Israele, predici e riferisci ai pastori: Dice il Signore
Dio: Guai ai pastori d'Israele, che pascono se stessi! I pastori non
dovrebbero forse pascere il gregge? [3]Vi nutrite di latte, vi rivestite di
lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. [4]Non
avete reso la forza alle pecore deboli, non avete curato le inferme, non
avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete
andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza.
[5]Per colpa del pastore si sono disperse e son preda di tutte le bestie
selvatiche: sono sbandate. [6]Vanno errando tutte le mie pecore in tutto il
paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura. [7]Perciò, pastori,
ascoltate la parola del Signore: [8]Com'è vero ch'io vivo, - parla il
Signore Dio - poiché il mio gregge è diventato una preda e le mie pecore il
pasto d'ogni bestia selvatica per colpa del pastore e poiché i miei pastori
non sono andati in cerca del mio gregge - hanno pasciuto se stessi senza
aver cura del mio gregge - [9]udite quindi, pastori, la parola del Signore:
[10]Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: chiederò loro conto del
mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così i pastori non
pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non
saranno più il loro pasto. [11]Perché dice il Signore Dio: Ecco, io stesso
cercherò le mie pecore e ne avrò cura. [12]Come un pastore passa in rassegna
il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state
disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i
luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. [13]Le
ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella
loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte
le praterie della regione. [14]Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile
sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno
rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. [15]Io stesso condurrò le mie pecore
al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. [16]Andrò in
cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò
quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte;
le pascerò con giustizia.
[17]A te, mio gregge, dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e
pecora, fra montoni e capri. [18]Non vi basta pascolare in buone pasture,
volete calpestare con i piedi il resto della vostra pastura; non vi basta
bere acqua chiara, volete intorbidare con i piedi quella che resta. [19]Le
mie pecore devono brucare ciò che i vostri piedi hanno calpestato e bere ciò
che i vostri piedi hanno intorbidato. [20]Perciò dice il Signore Dio a loro
riguardo: Ecco, io giudicherò fra pecora grassa e pecora magra. [21]Poiché
voi avete spinto con il fianco e con le spalle e cozzato con le corna le più
deboli fino a cacciarle e disperderle, [22]io salverò le mie pecore e non
saranno più oggetto di preda: farò giustizia fra pecora e pecora.
[23]Susciterò per loro un pastore che le pascerà, Davide mio servo. Egli le
condurrà al pascolo, sarà il loro pastore; [24]io, il Signore, sarò il loro
Dio e Davide mio servo sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho
parlato. [25]Stringerò con esse un'alleanza di pace e farò sparire dal paese
le bestie nocive, cosicché potranno dimorare tranquille anche nel deserto e
riposare nelle selve.
[26]Farò di loro e delle regioni attorno al mio colle una benedizione:
manderò la pioggia a tempo opportuno e sarà pioggia di benedizione. [27]Gli
alberi del campo daranno i loro frutti e la terra i suoi prodotti; essi
abiteranno in piena sicurezza nella loro terra. Sapranno che io sono il
Signore, quando avrò spezzato le spranghe del loro giogo e li avrò liberati
dalle mani di coloro che li tiranneggiano. [28]Non saranno più preda delle
genti, né li divoreranno le fiere selvatiche, ma saranno al sicuro e nessuno
li spaventerà.
[29]Farò germogliare per loro una florida vegetazione; non saranno più
consumati dalla fame nel paese e non soffriranno più il disprezzo delle
genti. [30]Sapranno che io, il Signore, sono il loro Dio e loro, la gente
d'Israele, sono il mio popolo. Parola del Signore Dio.
[31]Voi, mie pecore, siete il gregge del mio pascolo e io sono il vostro
Dio». Oracolo del Signore Dio.
Ezechiele - Capitolo 35
Contro i monti di Edom
[1]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [2]«Figlio dell'uomo, volgiti
verso il monte Seir e profetizza contro di esso. [3]Annunzierai: Dice il
Signore Dio:
Eccomi a te, monte Seir,
anche su di te stenderò il mio braccio
e farò di te una solitudine, un luogo desolato.
[4]Ridurrò le tue città in macerie,
e tu diventerai un deserto;
così saprai che io sono il Signore.
[5]Tu hai mantenuto un odio secolare contro gli Israeliti e li hai
consegnati alla spada nel giorno della loro sventura, quando ho posto fine
alla loro iniquità; [6]per questo, com'è vero ch'io vivo - dice il Signore
Dio - ti abbandonerò al sangue e il sangue ti perseguiterà; tu hai odiato il
sangue e il sangue ti perseguiterà. [7]Farò del monte Seir una solitudine e
un deserto e vi eliminerò chiunque su di esso va e viene. [8]Riempirò di
cadaveri i tuoi monti; sulle tue alture, per le tue pendici, in tutte le tue
valli cadranno i trafitti di spada. [9]In solitudine perenne ti ridurrò e le
tue città non saranno più abitate: saprete che io sono il Signore.
[10]Poiché hai detto: Questi due popoli, questi due territori saranno miei,
noi li possiederemo, anche se là è il Signore. [11]Per questo, com'è vero
ch'io vivo - oracolo del Signore Dio - io agirò secondo quell'ira e quel
furore che tu hai dimostrato nell'odio contro di loro e mi rivelerò in mezzo
a loro quando farò giustizia di te: [12]saprai allora che io sono il
Signore. Ho udito tutti gli insulti che tu hai proferiti contro i monti
d'Israele: Sono deserti; son dati a noi perché vi pascoliamo. [13]Contro di
me avete fatto discorsi insolenti, contro di me avete moltiplicato le
parole: ho udito tutto. [14]Così dice il Signore Dio: Poiché tutto il paese
ha gioito, farò di te una solitudine: [15]poiché tu hai gioito per l'eredità
della casa d'Israele che era devastata, così io tratterò te: sarai ridotto a
una solitudine, o monte Seir, e tu Edom, tutto intero; si saprà che io sono
il Signore».
Ezechiele - Capitolo 36
Oracolo sui monti di Israele
[1]«Ora, figlio dell'uomo, profetizza ai monti d'Israele e dì: Monti
d'Israele, udite la parola del Signore. [2]Così dice il Signore Dio: Poiché
il nemico ha detto di voi: Ah! Ah! I colli eterni son diventati il nostro
possesso, [3]ebbene, profetizza e annunzia: Dice il Signore Dio: Poiché
siete stati devastati e perseguitati dai vicini per renderci possesso delle
altre nazioni e poiché siete stati fatti oggetto di maldicenza e d'insulto
della gente, [4]ebbene, monti d'Israele, udite la parola del Signore Dio:
Dice il Signore Dio ai monti, alle colline, alle pendici e alle valli, alle
rovine desolate e alle città deserte che furono preda e scherno dei popoli
vicini: [5]ebbene, così dice il Signore Dio: Sì, con gelosia ardente io
parlo contro gli altri popoli e contro tutto Edom, che con la gioia del
cuore, con il disprezzo dell'anima, hanno fatto del mio paese il loro
possesso per saccheggiarlo. [6]Per questo profetizza al paese d'Israele e
annunzia ai monti, alle colline, alle pendici e alle valli: Dice il Signore
Dio: Ecco, io parlo con gelosia e con furore: Poiché voi avete portato
l'obbrobrio delle genti, [7]ebbene, dice il Signore Dio, io alzo la mano e
giuro: anche le genti che vi stanno d'intorno subiranno il loro vituperio.
[8]E voi, monti d'Israele, mettete rami e producete frutti per il mio popolo
d'Israele perché sta per tornare. [9]Ecco infatti a voi, a voi io mi volgo;
sarete ancora lavorati e sarete seminati. [10]Moltiplicherò sopra di voi gli
uomini, tutta la gente d'Israele, e le città saranno ripopolate e le rovine
ricostruite.
[11]Moltiplicherò su di voi gli uomini e gli armenti e cresceranno e saranno
fecondi: farò sì che siate popolati come prima e vi elargirò i miei benefici
più che per il passato e saprete che io sono il Signore.
[12]Ricondurrò su di voi degli uomini, il mio popolo Israele: essi vi
possederanno e sarete la loro eredità e non li priverete più dei loro figli.
[13]Così parla il Signore Dio: Poiché si va dicendo di te: Tu divori gli
uomini, tu hai privato di figli il tuo popolo, [14]ebbene, tu non divorerai
più gli uomini, non priverai più di figli la nazione. Oracolo del Signore
Dio. [15]Non ti farò più sentire gli insulti delle nazioni e non ti farò più
subire lo scherno dei popoli; non priverai più di figli la tua gente».
Parola del Signore Dio.
[16]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [17]«Figlio dell'uomo, la casa
d'Israele, quando abitava il suo paese, lo rese impuro con la sua condotta e
le sue azioni. Come l'impurità di una donna nel suo tempo è stata la loro
condotta davanti a me. [18]Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il
sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i quali l'avevano
contaminato. [19]Li ho dispersi fra le genti e sono stati dispersi in altri
territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni.
[20]Giunsero fra le nazioni dove erano spinti e disonorarono il mio nome
santo, perché di loro si diceva: Costoro sono il popolo del Signore e
tuttavia sono stati scacciati dal suo paese. [21]Ma io ho avuto riguardo del
mio nome santo, che gli Israeliti avevano disonorato fra le genti presso le
quali sono andati. [22]Annunzia alla casa d'Israele: Così dice il Signore
Dio: Io agisco non per riguardo a voi, gente d'Israele, ma per amore del mio
nome santo, che voi avete disonorato fra le genti presso le quali siete
andati. [23]Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le genti,
profanato da voi in mezzo a loro. Allora le genti sapranno che io sono il
Signore - parola del Signore Dio - quando mostrerò la mia santità in voi
davanti ai loro occhi. [24]Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni
terra e vi condurrò sul vostro suolo. [25]Vi aspergerò con acqua pura e
sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i
vostri idoli; [26]vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito
nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
[27]Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei
statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. [28]Abiterete
nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò
il vostro Dio. [29]Vi libererò da tutte le vostre impurità: chiamerò il
grano e lo moltiplicherò e non vi manderò più la carestia. [30]Moltiplicherò
i frutti degli alberi e il prodotto dei campi, perché non soffriate più la
vergogna della fame fra le genti. [31]Vi ricorderete della vostra cattiva
condotta e delle vostre azioni che non erano buone e proverete disgusto di
voi stessi per le vostre iniquità e le vostre nefandezze. [32]Non per
riguardo a voi, io agisco - dice il Signore Dio - sappiatelo bene.
Vergognatevi e arrossite della vostra condotta, o Israeliti». [33]Così dice
il Signore Dio: «Quando vi avrò purificati da tutte le vostre iniquità, vi
farò riabitare le vostre città e le vostre rovine saranno ricostruite.
[34]Quella terra desolata, che agli occhi di ogni viandante appariva un
deserto, sarà ricoltivata [35]e si dirà: La terra, che era desolata, è
diventata ora come il giardino dell'Eden, le città rovinate, desolate e
sconvolte, ora sono fortificate e abitate. [36]I popoli che saranno rimasti
attorno a voi sapranno che io, il Signore, ho ricostruito ciò che era
distrutto e ricoltivato la terra che era un deserto. Io, il Signore, l'ho
detto e lo farò».
[37]Dice il Signore Dio: «Permetterò ancora che la gente d'Israele mi preghi
di intervenire in suo favore. Io moltiplicherò gli uomini come greggi,
[38]come greggi consacrati, come un gregge di Gerusalemme nelle sue
solennità. Allora le città rovinate saran ripiene di greggi di uomini e
sapranno che io sono il Signore».
Ezechiele - Capitolo 37
Le ossa aride
[1]La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito
e mi depose nella pianura che era piena di ossa; [2]mi fece passare
tutt'intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità sulla
distesa della valle e tutte inaridite. [3]Mi disse: «Figlio dell'uomo,
potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai».
[4]Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa
inaridite, udite la parola del Signore. [5]Dice il Signore Dio a queste
ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. [6]Metterò su
di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la
pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il
Signore». [7]Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io
profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si
accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. [8]Guardai ed
ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma
non c'era spirito in loro. [9]Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito,
profetizza figlio dell'uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio:
Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano».
[10]Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e
ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande,
sterminato.
[11]Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la gente d'Israele.
Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza
è svanita, noi siamo perduti. [12]Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il
Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre
tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. [13]Riconoscerete
che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai
vostri sepolcri, o popolo mio. [14]Farò entrare in voi il mio spirito e
rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il
Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.
Giuda e Israele in un solo regno
[15]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [16]«Figlio dell'uomo, prendi
un legno e scrivici sopra: Giuda e gli Israeliti uniti a lui, poi prendi un
altro legno e scrivici sopra: Giuseppe, legno di Efraim e tutta la casa
d'Israele unita a lui, [17]e accostali l'uno all'altro in modo da fare un
legno solo, che formino una cosa sola nella tua mano. [18]Quando i figli del
tuo popolo ti diranno: Ci vuoi spiegare che significa questo per te?, [19]tu
dirai loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io prendo il legno di Giuseppe, che è
in mano àEfraim e le tribù d'Israele unite a lui, e lo metto sul legno di
Giuda per farne un legno solo; diventeranno una cosa sola in mano mia.
[20]Tieni in mano sotto i loro occhi i legni sui quali hai scritto e [21]dì
loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò gli Israeliti dalle genti
fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nel
loro paese: [22]farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti
d'Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né
più saranno divisi in due regni. [23]Non si contamineranno più con i loro
idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte
le ribellioni con cui hanno peccato; li purificherò e saranno il mio popolo
e io sarò il loro Dio. [24]Il mio servo Davide sarà su di loro e non vi sarà
che un unico pastore per tutti; seguiranno i miei comandamenti, osserveranno
le mie leggi e le metteranno in pratica. [25]Abiteranno nella terra che ho
dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri,
abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, attraverso i secoli;
Davide mio servo sarà loro re per sempre. [26]Farò con loro un'alleanza di
pace, che sarà con loro un'alleanza eterna. Li stabilirò e li moltiplicherò
e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre. [27]In mezzo a loro
sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
[28]Le genti sapranno che io sono il Signore che santifico Israele quando il
mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre».
Ezechiele - Capitolo 38
Contro Gog, re di Magog
[1]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [2]«Figlio dell'uomo, volgiti
verso Gog nel paese di Magòg, principe capo di Mesech e Tubal, e profetizza
contro di lui.
Annunzierai: [3]Dice il Signore Dio: Eccomi contro di te Gog, principe capo
di Mesech e Tubal, [4]io ti aggirerò, ti metterò ganci alle mascelle e ti
farò uscire con tutto il tuo esercito, cavalli e cavalieri tutti ben
equipaggiati, truppa immensa con scudi grandi e piccoli, e tutti muniti di
spada. [5]La Persia, l'Etiopia e Put sono con loro, tutti con scudi ed elmi.
[6]Gomer e tutte le sue schiere, la gente di Togarmà, le estreme regioni del
settentrione e tutte le loro forze, popoli numerosi sono con te.
[7]Stà pronto, fà i preparativi insieme con tutta la moltitudine che si è
radunata intorno a te: sii a mia disposizione. [8]Dopo molto tempo ti sarà
dato l'ordine: sul finire degli anni tu andrai contro una nazione che è
sfuggita alla spada, che in mezzo a molti popoli si è radunata sui monti
d'Israele, rimasti lungamente deserti. Essa rimpatriò dalle genti e tutti
abitano tranquilli. [9]Tu vi salirai, vi giungerai come un uragano: sarai
come un nembo che avvolge la terra, tu con tutte le tue schiere e con i
popoli numerosi che sono con te. [10]Dice il Signore Dio: In quel giorno ti
verranno in mente dei pensieri e concepirai progetti malvagi. [11]Tu dirai:
Andrò contro una terra indifesa, assalirò genti tranquille che si tengono
sicure, che abitano tutte in luoghi senza mura, che non hanno né sbarre né
porte, [12]per depredare, saccheggiare, metter la mano su rovine ora
ripopolate e sopra un popolo che si è riunito dalle nazioni, dedito agli
armenti e ai propri affari, che abita al centro della terra.
[13]Saba, Dedan, i commercianti di Tarsis e tutti i suoi leoncelli ti
domanderanno: Vieni per saccheggiare? Hai radunato la tua gente per venir a
depredare e portar via argento e oro, per rapire armenti e averi e per fare
grosso bottino? [14]Perciò predici, figlio dell'uomo, e annunzia a Gog: Così
dice il Signore Dio: In quel giorno, quando il mio popolo Israele dimorerà
del tutto sicuro, tu ti leverai, [15]verrai dalla tua dimora, dagli estremi
confini del settentrione, tu e i popoli numerosi che sono con te, tutti su
cavalli, una turba grande, un esercito potente. [16]Verrai contro il mio
popolo Israele, come un nembo per coprire la terra. Sul finire dei giorni io

ti manderò sulla mia terra perché le genti mi conoscano quando per mezzo
tuo, o Gog, manifesterò la mia santità davanti ai loro occhi. [17]Così dice
il Signore Dio: Non sei tu quegli di cui parlai nei tempi antichi per mezzo
dei miei servi, i profeti d'Israele, i quali, in quei tempi e per molti
anni, profetizzarono che io ti avrei mandato contro di loro? [18]Ma, quando
Gog giungerà nel paese d'Israele - parola del Signore Dio - divamperà la mia
collera. [19]Nella mia gelosia e nel mio furore ardente io vi dichiaro: In
quel giorno ci sarà un gran terremoto nel paese di Israele: [20]davanti a me
tremeranno i pesci del mare, gli uccelli del cielo, gli animali selvatici,
tutti i rettili che strisciano sul terreno e ogni uomo che è sulla terra: i
monti franeranno, le rocce cadranno e ogni muro rovinerà al suolo.
[21]Contro di lui, per tutti i monti d'Israele, chiamerò la spada. Parola
del Signore Dio. La spada di ognuno di essi sarà contro il proprio fratello.
[22]Farò giustizia di lui con la peste e con il sangue: farò piovere su di
lui e le sue schiere, sopra i popoli numerosi che sono con lui, torrenti di
pioggia e grandine, fuoco e zolfo. [23]Io mostrerò la mia potenza e la mia
santità e mi rivelerò davanti a genti numerose e sapranno che io sono il
Signore».
Ezechiele - Capitolo 39
[1]«E tu, figlio dell'uomo, profetizza contro Gog e annunzia: Così dice il
Signore Dio: Eccomi contro di te, Gog, principe capo di Mesech e di Tubal.
[2]Io ti sospingerò e ti condurrò e dagli estremi confini del settentrione
ti farò salire e ti condurrò sui monti d'Israele. [3]Spezzerò l'arco nella
tua mano sinistra e farò cadere le frecce dalla tua mano destra. [4]Tu
cadrai sui monti d'Israele con tutte le tue schiere e i popoli che sono con
te: ti ho destinato in pasto agli uccelli rapaci d'ogni specie e alle bestie
selvatiche. [5]Tu sarai abbattuto in aperta campagna, perché io l'ho detto.
Oracolo del Signore Dio.
[6]Manderò un fuoco su Magòg e sopra quelli che abitano tranquilli le isole:
sapranno che io sono il Signore. [7]Farò conoscere il mio nome santo in
mezzo al mio popolo Israele, e non permetterò che il mio santo nome sia
profanato; le genti sapranno che io sono il Signore, santo in Israele.
[8]Ecco, questo avviene e si compie - parola del Signore Dio -: è questo il
giorno di cui ho parlato. [9]Gli abitanti delle città d'Israele usciranno e
per accendere il fuoco bruceranno armi, scudi grandi e piccoli e archi e
frecce e mazze e giavellotti e con quelle alimenteranno il fuoco per sette
anni. [10]Non andranno a prendere la legna nei campi e neppure a tagliarla
nei boschi perché faranno il fuoco con le armi: spoglieranno coloro che li
avevano spogliati e deprederanno coloro che li avevano saccheggiati. Parola
del Signore Dio.
[11]In quel giorno assegnerò a Gog come sepolcro un luogo famoso in Israele,
la valle di Abarìm, a oriente del mare: essa chiude il passo ai viandanti.
Lì sarà sepolto Gog e tutta la sua moltitudine e quel luogo si chiamerà
Valle della moltitudine di Gog. [12]La casa di Israele darà loro sepoltura
per sette mesi per purificare il paese. [13]Lì seppellirà tutto il popolo
del paese e sarà per loro glorioso il giorno in cui manifesterò la mia
gloria. Parola del Signore Dio. [14]Saranno scelti uomini che percorreranno
di continuo il paese per seppellire con l'aiuto dei viandanti quelli che son
rimasti a fior di terra, per renderla pura; cominceranno le ricerche alla
fine del settimo mese. [15]Quando percorrendo il paese vedranno ossa umane,
vi porranno un segnale, finché i becchini non le seppelliscano nella valle
della moltitudine di Gog: [16]Hamonà sarà chiamata la città. Così
purificheranno il paese. [17]A te, figlio dell'uomo, dice il Signore Dio:
Annunzia agli uccelli d'ogni specie e a tutte le bestie selvatiche:
Radunatevi, venite; raccoglietevi da ogni parte sul sacrificio che offro a
voi, sacrificio grande, sui monti d'Israele. Mangerete carne e berrete
sangue; [18]mangerete carne d'eroi, berrete sangue di prìncipi del paese:
montoni, agnelli, capri e tori grassi di Basàn, tutti. [19]Mangerete grasso
a sazietà e berrete fino all'ebbrezza il sangue del sacrificio che preparo
per voi. [20]Alla mia tavola vi sazierete di cavalli e cavalieri, di eroi e
di guerrieri d'ogni razza. Parola del Signore Dio.
Conclusione
[21]Fra le genti manifesterò la mia gloria e tutte le genti vedranno la
giustizia che avrò fatta e la mano che avrò posta su di voi. [22]La casa
d'Israele da quel giorno in poi saprà che io, il Signore, sono il loro Dio.
[23]Le genti sapranno che la casa d'Israele per la sua iniquità era stata
condotta in schiavitù, perché si era ribellata a me e io avevo nascosto loro
il mio volto e li avevo dati in mano ai loro nemici, perché tutti cadessero
di spada. [24]Secondo le loro nefandezze e i loro peccati io li trattai e
nascosi loro la faccia.
[25]Perciò così dice il Signore Dio: Ora io ristabilirò la sorte di
Giacobbe, avrò compassione di tutta la casa d'Israele e sarò geloso del mio
santo nome. [26]Quando essi abiteranno nella loro terra tranquilli, senza
che alcuno li spaventi, si vergogneranno di tutte le ribellioni che hanno
commesse contro di me.
[27]Quando io li avrò ricondotti dalle genti e li avrò radunati dalle terre
dei loro nemici e avrò mostrato in loro la mia santità, davanti a numerosi
popoli, [28]allora sapranno che io, il Signore, sono il loro Dio, poiché
dopo averli condotti in schiavitù fra le genti, li ho radunati nel loro
paese e non ne ho lasciato fuori neppure uno. [29]Allora non nasconderò più
loro il mio volto, perché diffonderò il mio spirito sulla casa d'Israele».
Parola del Signore Dio.
Ezechiele - Capitolo 40
IV. LA "TORAH" DI EZECHIELE
Il tempio futuro
[1]Al principio dell'anno venticinquesimo della nostra deportazione, il
dieci del mese, quattordici anni da quando era stata presa la città, in quel
medesimo giorno, la mano del Signore fu sopra di me ed egli mi condusse là.
[2]In visione divina mi condusse nella terra d'Israele e mi pose sopra un
monte altissimo sul quale sembrava costruita una città, dal lato di
mezzogiorno. [3]Egli mi condusse là: ed ecco un uomo, il cui aspetto era
come di bronzo, in piedi sulla porta, con una cordicella di lino in mano e
una canna per misurare. [4]Quell'uomo mi disse: «Figlio dell'uomo: osserva e
ascolta attentamente e fà attenzione a quanto io sto per mostrarti, perché
tu sei stato condotto qui perché io te lo mostri e tu manifesti alla casa
d'Israele quello che avrai visto».
Il muro esterno
[5]Ed ecco il tempio era tutto recinto da un muro. La canna per misurare che
l'uomo teneva in mano era di sei cubiti, d'un cubito e un palmo ciascuno.
Egli misurò lo spessore del muro: era una canna, e l'altezza una canna.
Il portico orientale
[6]Poi andò alla porta che guarda a oriente, salì i gradini e misurò la
soglia della porta; era una canna di larghezza. [7]Ogni stanza misurava una
canna di lunghezza e una di larghezza, da una stanza all'altra vi erano
cinque cubiti: anche la soglia del portico dal lato dell'atrio della porta
stessa, verso l'interno, era di una canna. [8]Misurò l'atrio della porta:
era di otto cubiti; [9]i pilastri di due cubiti. L'atrio della porta era
verso l'interno.
[10]Le stanze della porta a oriente erano tre da una parte e tre dall'altra,
tutt'e tre della stessa grandezza, come di una stessa misura erano i
pilastri da una parte e dall'altra. [11]Misurò la larghezza dell'apertura
del portico: era di dieci cubiti; l'ampiezza della porta era di tredici
cubiti. [12]Davanti alle stanze vi era un parapetto di un cubito, da un lato
e dall'altro; ogni stanza misurava sei cubiti per lato. [13]Misurò poi il
portico dal tetto di una stanza al suo opposto; la larghezza era di
venticinque cubiti; da un'apertura all'altra; [14]i pilastri li calcolò alti
sessanta cubiti, dai pilastri cominciava il cortile che circondava la porta.
[15]Dalla facciata della porta d'ingresso alla facciata dell'atrio della
porta interna vi era uno spazio di cinquanta cubiti. [16]Le stanze e i
pilastri avevano finestre con grate verso l'interno, intorno alla porta,
come anche vi erano finestre intorno che davano sull'interno dell'atrio. Sui
pilastri erano disegnate palme.
Il cortile esterno
[17]Poi mi condusse nel cortile esterno e vidi delle stanze e un lastricato
costruito intorno al cortile; trenta erano le stanze lungo il lastricato.
[18]Il lastricato si estendeva ai lati delle porte per una estensione uguale
alla larghezza delle porte stesse: era il lastricato inferiore. [19]Misurò
lo spazio dalla facciata della porta inferiore da oriente a settentrione
alla facciata della porta interna, erano cento cubiti.
Il portico settentrionale
[20]Poi misurò la lunghezza e la larghezza della porta che guarda a
settentrione e conduce al cortile esterno. [21]Le sue stanze, tre da una
parte e tre dall'altra, i pilastri, l'atrio avevano le stesse dimensioni
della prima porta: cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di
larghezza. [22]Le finestre, l'atrio e le palme avevano le stesse dimensioni
di quelle della porta che guarda a oriente. Vi si accedeva per sette
scalini: l'atrio era davanti. [23]Di fronte al portico di settentrione vi
era la porta, come di fronte a quello di oriente; misurò la distanza fra
portico e portico: vi erano cento cubiti.
Il portico meridionale
[24]Mi condusse poi verso mezzogiorno: ecco un portico rivolto a
mezzogiorno. Ne misurò i pilastri e l'atrio; avevano le stesse dimensioni.
[25]Intorno al portico, come intorno all'atrio, vi erano finestre uguali
alle altre finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per
venticinque di larghezza. [26]Vi si accedeva per sette gradini: il vestibolo
stava verso l'interno. Sui pilastri, da una parte e dall'altra, vi erano
ornamenti di palme. [27]Il cortile interno aveva un portico verso
mezzogiorno; egli misurò la distanza fra porta e porta in direzione del
mezzogiorno; erano cento cubiti.
Atrio interno. Portico meridionale
[28]Allora mi introdusse nell'atrio interno, per il portico meridionale, e
misurò questo portico; aveva le stesse dimensioni. [29]Le stanze, i pilastri
e l'atrio avevano le medesime misure. Intorno al portico, come intorno
all'atrio, vi erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza
per venticinque di larghezza.
[30]Intorno vi erano vestiboli di venticinque cubiti di lunghezza per cinque
di larghezza.
[31]Il suo vestibolo era rivolto verso l'atrio esterno; sui pilastri c'erano
ornamenti di palme; i gradini per i quali si accedeva erano otto.
Il portico orientale
[32]Poi mi condusse al portico dell'atrio interno che guarda a oriente e lo
misurò: aveva le solite dimensioni. [33]Le stanze, i pilastri e l'atrio
avevano le stesse dimensioni. Intorno al portico, come intorno all'atrio, vi
erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque
di larghezza. [34]Il suo vestibolo dava sull'atrio esterno: sui pilastri, da
una parte e dall'altra vi erano ornamenti di palme: i gradini per i quali si
accedeva erano otto. Il portico settentrionale
[35]Poi mi condusse al portico settentrionale e lo misurò: aveva le solite
dimensioni, [36]come le stanze, i pilastri e l'atrio. Intorno vi erano
finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di
larghezza. [37]Il suo vestibolo dava sull'atrio esterno; sui pilastri, da
una parte e dall'altra, c'erano ornamenti di palme: i gradini per cui vi si
accedeva erano otto.
Annessi ai portici
[38]C'era anche una stanza con la porta vicino ai pilastri dei portici; là
venivano lavati gli olocausti. [39]Nell'atrio del portico vi erano due
tavole da una parte e due dall'altra, sulle quali venivano sgozzati gli
olocausti e i sacrifici espiatori e di riparazione. [40]Altre due tavole
erano sul lato esterno, a settentrione di chi entra nel portico, e due
tavole all'altro lato presso l'atrio del portico. [41]Così a ciascun lato
del portico c'erano quattro tavole da una parte e quattro tavole dall'altra:
otto tavole in tutto. Su di esse si sgozzavano le vittime. [42]C'erano poi
altre quattro tavole di pietre squadrate, per gli olocausti, lunghe un
cubito e mezzo, larghe un cubito e mezzo e alte un cubito: su di esse
venivano deposti gli strumenti con i quali si immolavano gli olocausti e gli
altri sacrifici. [43]Uncini d'un palmo erano attaccati all'interno
tutt'intorno; sulle tavole si mettevano le carni delle offerte.
[44]Fuori del portico interno, nell'atrio interno, vi erano due stanze:
quella accanto al portico settentrionale guardava a mezzogiorno, l'altra
accanto al portico meridionale guardava a settentrione. [45]Egli mi disse:
«La stanza che guarda a mezzogiorno è per i sacerdoti che hanno cura del
tempio, [46]mentre la stanza che guarda a settentrione è per i sacerdoti che
hanno cura dell'altare: sono essi i figli di Zadòk che, tra i figli di Levi,
si avvicinano al Signore per il suo servizio».
L'atrio interno
[47]Misurò quindi l'atrio: era un quadrato di cento cubiti di larghezza per
cento di lunghezza. L'altare era di fronte al tempio.
Il tempio: l'ulam o atrio
[48]Mi condusse poi nell'atrio del tempio e ne misurò i pilastri: erano
ognuno cinque cubiti da una parte e cinque cubiti dall'altra; la larghezza
del portico: tre cubiti da una parte e tre cubiti dall'altra. [49]La
lunghezza del vestibolo era di venti cubiti e la larghezza di dodici cubiti.
Vi si accedeva per mezzo di dieci gradini; accanto ai pilastri c'erano due
colonne, una da una parte e una dall'altra.
Ezechiele - Capitolo 41
L'ekal o il "santo" (santuario)
[1]M'introdusse poi nel santuario e misurò i pilastri: erano larghi sei
cubiti da una parte e sei cubiti dall'altra. [2]La porta era larga dieci
cubiti e i lati della porta cinque cubiti da una parte e cinque cubiti
dall'altra. Misurò quindi il santuario: era lungo quaranta cubiti e largo
venti.
Il debir o il "santo dei santi"
[3]Andò poi nell'interno e misurò i pilastri della porta, due cubiti, e la
porta, sei cubiti; la larghezza della porta, sette cubiti. [4]Ne misurò
ancora la lunghezza, venti cubiti e la larghezza, davanti al santuario,
venti cubiti, poi mi disse: «Questo è il Santo dei santi».
Le celle laterali
[5]Misurò poi il muro del tempio, sei cubiti; poi la larghezza dell'edificio
laterale, quattro cubiti, intorno al tempio. [6]Le celle laterali erano una
sull'altra, trenta per tre piani. Per le celle all'intorno, c'erano, nel
muro del tempio, rientranze in modo che fossero collegate fra di loro, ma
non collegate al muro del tempio. [7]Salendo da un piano all'altro
l'ampiezza delle celle aumentava, perciò la costruzione era più larga verso
l'alto. Dal piano inferiore si poteva salire al piano di mezzo e da questo a
quello più alto. [8]Io vidi intorno al tempio una elevazione. I fondamenti
dell'edificio laterale erano di una canna intera di sei cubiti. [9]La
larghezza del muro esterno dell'edificio laterale era di cinque cubiti, come
quella dello spazio rimanente. Fra l'edificio laterale del tempio [10]e le
stanze c'era una larghezza di venti cubiti intorno al tempio. [11]Le porte
dell'edificio laterale rimanevano sullo spazio libero; una porta dava a
settentrione e una a mezzogiorno. Lo spazio libero era cinque cubiti
tutt'intorno.
L'"edificio" occidentale
[12]La costruzione che era di fronte allo spazio libero sul lato
d'occidente, aveva settanta cubiti di larghezza; il muro della costruzione
era tutt'intorno dello spessore di cinque cubiti; la sua lunghezza di
novanta cubiti.
[13]Poi misurò il tempio: lunghezza cento cubiti; lo spazio libero, edificio
e sue mura, anch'essi cento cubiti. [14]La larghezza della facciata del
tempio con lo spazio libero, cento cubiti. [15]Misurò ancora la larghezza
dell'edificio di fronte allo spazio libero nella parte retrostante, con le
gallerie di qua e di là: era cento cubiti.
Ornamentazione interna
L'interno del santuario, il suo vestibolo, [16]gli stipiti, le finestre a
grate e le gallerie attorno a tutti e tre, a cominciare dalla soglia, erano
rivestiti di tavole di legno, tutt'intorno, dal pavimento fino alle
finestre, che erano velate. [17]Dalla porta, dentro e fuori del tempio e su
tutte le pareti interne ed esterne erano dipinti [18]cherubini e palme. Fra
cherubino e cherubino c'era una palma; ogni cherubino aveva due aspetti:
[19]aspetto d'uomo verso una palma e aspetto di leone verso l'altra palma,
effigiati intorno a tutto il tempio. [20]Da terra fino sopra la porta erano
disposti cherubini e palme sulle pareti del santuario.
[21]Gli stipiti del santuario erano quadrangolari.
L'altare di legno
Davanti al Santo dei santi c'era come [22]un altare di legno, alto tre
cubiti, due cubiti di lunghezza e due di larghezza. Gli angoli, la base e i
lati erano di legno. Mi disse: «Questa è la tavola che sta davanti al
Signore».
[23]Il santuario e il Santo dei santi avevano due porte ciascuno. [24]Ogni
porta aveva due battenti e ogni battente si ripiegava in due pezzi: due per
un battente e due per l'altro. [25]Sulle porte erano dipinti cherubini e
palme come sulle pareti: un portale di legno era sulla facciata dell'atrio
all'esterno. [26]Finestre e grate e palme erano da tutt'e due le parti, ai
lati del vestibolo, alle celle annesse al tempio e agli architravi.
Ezechiele - Capitolo 42
Adiacenze del tempio
[1]Allora mi fece uscire nell'atrio esterno dal lato settentrionale e mi
condusse all'appartamento che sta di fronte allo spazio libero prospicente
l'edificio verso settentrione. [2]Nella facciata aveva una lunghezza di
cento cubiti, verso settentrione, e cinquanta cubiti di larghezza. [3]Di
fronte ai venti cubiti dell'atrio interno e di fronte al lastricato esterno,
vi era un porticato davanti a un altro porticato a tre piani; [4]davanti
alle stanze c'era un corridoio di dieci cubiti di larghezza per cento di
lunghezza: le porte delle stanze guardavano a settentrione. [5]Le stanze
superiori erano più strette delle inferiori e intermedie, perché i porticati
occupavano parte dello spazio. [6]Erano a tre piani, ma non avevano colonne
come quelle degli altri, e perciò le stanze superiori erano più strette
rispetto a quelle intermedie e a quelle inferiori. [7]Il muro esterno
parallelo alle stanze, dal lato del corridoio esterno, aveva, davanti alle
stanze, una lunghezza di cinquanta cubiti. [8]Infatti la lunghezza delle
stanze dell'atrio esterno era di cinquanta cubiti, mentre dal lato del
tempio era di cento cubiti. [9]In basso le stanze avevano l'ingresso rivolto
verso oriente, entrando dall'atrio esterno, sulla larghezza del muro
dell'atrio.
[10]A mezzogiorno, di fronte allo spazio libero e alla muraglia di cinta,
c'erano stanze [11]e, davanti ad esse, un passaggio simile a quello delle
stanze poste a settentrione: la lunghezza e la larghezza erano uguali a
quelle, come anche le varie uscite e le loro disposizioni; come le porte di
quelle, [12]così erano le porte delle stanze che davano a mezzogiorno; una
porta era al principio dell'ambulacro, lungo il muro corrispondente, a
oriente di chi entra. [13]Egli mi disse: «Le stanze a settentrione e quelle
a mezzogiorno, di fronte allo spazio libero, sono le stanze sacre, dove i
sacerdoti che si accostano al Signore mangeranno le cose santissime: ivi
riporranno le cose santissime, le oblazioni e le vittime di espiazione e di
riparazione, perché santo è questo luogo. [14]Quando i sacerdoti vi saranno
entrati, non usciranno dal luogo santo verso l'atrio esterno, ma deporranno
là le loro vesti con le quali hanno prestato servizio, perché esse sono
sante: indosseranno altre vesti e così si avvicineranno al luogo destinato
al popolo».
Dimensioni dell'atrio
[15]Terminato ch'egli ebbe di misurare l'interno del tempio mi condusse
fuori per la porta che guarda a oriente, e misurò la cinta intorno.
[16]Misurò il lato orientale con la canna per misurare: era cinquecento
canne, in canne da misura, all'intorno. [17]Misurò il lato settentrionale:
era cinquecento canne, in canne da misura, all'intorno. [18]Misurò il lato
meridionale: era cinquecento canne, con la canna da misura. [19]Si volse al
lato occidentale: misurò cinquecento canne con la canna da misura. [20]Da
quattro lati egli misurò il tempio; aveva intorno un muro lungo cinquecento
canne e largo cinquecento, per separare il luogo sacro da quello profano.
Ezechiele - Capitolo 43
Ritorno del Signore
[1]Mi condusse allora verso la porta che guarda a oriente [2]ed ecco che la
gloria del Dio d'Israele giungeva dalla via orientale e il suo rumore era
come il rumore delle grandi acque e la terra risplendeva della sua gloria.
[3]La visione che io vidi era simile a quella che avevo vista quando andai
per distruggere la città e simile a quella che avevo vista presso il canale
Chebàr. Io caddi con la faccia a terra. [4]La gloria del Signore entrò nel
tempio per la porta che guarda a oriente.
[5]Lo spirito mi prese e mi condusse nell'atrio interno: ecco, la gloria del
Signore riempiva il tempio. [6]Mentre quell'uomo stava in piedi accanto a
me, sentii che qualcuno entro il tempio mi parlava [7]e mi diceva: «Figlio
dell'uomo, questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i miei
piedi, dove io abiterò in mezzo agli Israeliti, per sempre. E la casa
d'Israele, il popolo e i suoi re, non profaneranno più il mio santo nome con
le loro prostituzioni e con i cadaveri dei loro re e con le loro stele,
[8]collocando la loro soglia accanto alla mia soglia e i loro stipiti
accanto ai miei stipiti, così che fra me e loro vi era solo il muro, hanno
profanato il mio santo nome con tutti gli abomini che hanno commessi, perciò
li ho distrutti con ira. [9]Ma d'ora in poi essi allontaneranno da me le
loro prostituzioni e i cadaveri dei loro re e io abiterò in mezzo a loro per
sempre.
[10]Tu, figlio dell'uomo, descrivi questo tempio alla casa d'Israele, perché
arrossiscano delle loro iniquità; ne misurino la pianta [11]e, se si
vergogneranno di quanto hanno fatto, manifesta loro la forma di questo
tempio, la sua disposizione, le sue uscite, i suoi ingressi, tutti i suoi
aspetti, tutti i suoi regolamenti, tutte le sue forme e tutte le sue leggi:
mettili per iscritto davanti ai loro occhi, perché osservino tutte queste
norme e tutti questi regolamenti e li mettano in pratica. [12]Questa è la
legge del tempio: alla sommità del monte, tutto il territorio che lo
circonda è santissimo; ecco, questa è la legge del tempio.
L'altare
[13]Queste sono le misure dell'altare in cubiti, di un cubito e un palmo
ciascuno. La base era di un cubito di altezza per un cubito di larghezza: il
suo bordo intorno era un palmo. Tale lo zoccolo dell'altare.
[14]Dalla base che posava a terra fino alla piattaforma inferiore vi erano
due cubiti di altezza e un cubito di larghezza: dalla piattaforma piccola
alla piattaforma più grande vi erano quattro cubiti di altezza e un cubito
di larghezza.
[15]Il focolare era di quattro cubiti e sul focolare vi erano quattro corni.
[16]Il focolare era dodici cubiti di lunghezza per dodici di larghezza, cioè
quadrato. [17]La piattaforma superiore era un quadrato di quattordici cubiti
di lunghezza per quattordici cubiti di larghezza, con un orlo intorno di
mezzo cubito, e la base, intorno, di un cubito: i suoi gradini guardavano a
oriente.
Consacrazione dell'altare
[18]Egli mi parlò: «Figlio dell'uomo, dice il Signore Dio: Queste sono le
leggi dell'altare, quando verrà costruito per offrirvi sopra il sangue.
[19]Ai sacerdoti leviti della stirpe di Zadòk, che si avvicineranno a me per
servirmi, tu darai - parola del Signore Dio - un giovenco per l'espiazione.
[20]Prenderai di quel sangue e lo spanderai sui quattro corni dell'altare,
sui quattro angoli della piattaforma e intorno all'orlo. Così lo
purificherai e ne farai l'espiazione. [21]Prenderai poi il giovenco del
sacrificio espiatorio e lo brucerai in un luogo appartato del tempio, fuori
del santuario. [22]Il secondo giorno offrirai, per il peccato, un capro
senza difetto e farai la purificazione dell'altare come hai fatto con il
giovenco. [23]Terminato il rito della purificazione, offrirai un giovenco
senza difetti e un montone del gregge senza difetti. [24]Tu li presenterai
al Signore e i sacerdoti getteranno il sale su di loro, poi li offriranno in
olocausto al Signore. [25]Per sette giorni sacrificherai per il peccato un
capro al giorno e verrà offerto anche un giovenco e un montone del gregge
senza difetti. [26]Per sette giorni si farà l'espiazione dell'altare e lo si
purificherà e consacrerà. [27]Finiti questi giorni, dall'ottavo in poi, i
sacerdoti immoleranno sopra l'altare i vostri olocausti, i vostri sacrifici
di comunione e io vi sarò propizio». Oracolo del Signore Dio.
Ezechiele - Capitolo 44
Uso del portico orientale
[1]Mi condusse poi alla porta esterna del santuario dalla parte di oriente;
essa era chiusa. [2]Mi disse: «Questa porta rimarrà chiusa: non verrà
aperta, nessuno vi passerà, perché c'è passato il Signore, Dio d'Israele.
Perciò resterà chiusa. [3]Ma il principe, il principe siederà in essa per
cibarsi davanti al Signore; entrerà dal vestibolo della porta e di lì
uscirà».
Regole di ammissione al tempio
[4]Poi mi condusse per la porta settentrionale, davanti al tempio. Guardai
ed ecco la gloria del Signore riempiva il tempio. Caddi con la faccia a
terra [5]e il Signore mi disse: «Figlio dell'uomo, stà attento, osserva bene
e ascolta quanto io ti dirò sulle prescrizioni riguardo al tempio e su tutte
le sue leggi; stà attento a come si entra nel tempio da tutti gli accessi
del santuario. [6]Riferirai a quei ribelli, alla gente d'Israele: Così dice
il Signore Dio: Troppi sono stati per voi gli abomini, o Israeliti! [7]Avete
introdotto figli stranieri, non circoncisi di cuore e non circoncisi di
carne, perché stessero nel mio santuario e profanassero il mio tempio,
mentre mi offrivate il mio cibo, il grasso e il sangue, rompendo così la mia
alleanza con tutti i vostri abomini. [8]Non vi siete presi voi la cura delle
mie cose sante ma avete affidato loro, al vostro posto, la custodia del mio
santuario. [9]Così dice il Signore Dio: Nessuno straniero, non circonciso di
cuore, non circonciso nella carne, entrerà nel mio santuario, nessuno di
tutti gli stranieri che sono in mezzo agli Israeliti.
I leviti
[10]Anche i leviti, che si sono allontanati da me nel traviamento d'Israele
e hanno seguito i loro idoli, sconteranno la propria iniquità;
[11]serviranno nel mio santuario come guardie delle porte del tempio e come
servi del tempio; sgozzeranno gli olocausti e le vittime del popolo e
staranno davanti ad esso pronti al suo servizio. [12]Poiché l'hanno servito
davanti ai suoi idoli e sono stati per la gente d'Israele occasione di
peccato, perciò io ho alzato la mano su di loro - parola del Signore Dio -
ed essi sconteranno la loro iniquità. [13]Non si avvicineranno più a me per
servirmi come sacerdoti e toccare tutte le mie cose sante e santissime, ma
sconteranno la vergogna degli abomini che hanno compiuti. [14]Affido loro la
custodia del tempio e ogni suo servizio e qualunque cosa da compiere in
esso.
I sacerdoti
[15]I sacerdoti leviti figli di Zadòk, che hanno osservato le prescrizioni
del mio santuario quando gli Israeliti si erano allontanati da me, si
avvicineranno a me per servirmi e staranno davanti a me per offrirmi il
grasso e il sangue. Parola del Signore Dio. [16]Essi entreranno nel mio
santuario e si avvicineranno alla mia tavola per servirmi e custodiranno le
mie prescrizioni.
[17]Quando entreranno dalle porte dell'atrio interno, indosseranno vesti di
lino; non porteranno alcun indumento di lana, quando essi eserciteranno il
ministero alle porte dell'atrio interno e nel tempio. [18]Porteranno in capo
turbanti di lino e avranno mutande ai fianchi: non si cingeranno di quanto
provochi il sudore. [19]Quando usciranno nell'atrio esterno verso il popolo,
si toglieranno le vesti con le quali hanno ufficiato e le deporranno nelle
stanze del santuario: indosseranno altre vesti per non comunicare con esse
la consacrazione al popolo. [20]Non si raderanno il capo, né si lasceranno
crescere la chioma, ma avranno i capelli normalmente tagliati. [21]Nessun
sacerdote berrà vino quando dovrà entrare nell'atrio interno. [22]Non
prenderanno in sposa una vedova, né una ripudiata, ma solo una vergine della
stirpe d'Israele: potranno sposare però una vedova, se è la vedova di un
sacerdote. [23]Indicheranno al mio popolo ciò che è santo e ciò che è
profano e gli insegneranno ciò che è mondo e ciò che è immondo. [24]Nelle
liti essi saranno i giudici e decideranno secondo le mie leggi. In tutte le
mie feste osserveranno le mie leggi e i miei statuti e santificheranno i
miei sabati. [25]Nessuno di essi si avvicinerà a un cadavere per non
rendersi immondo, ma potrà rendersi immondo per il padre, la madre, un
figlio, una figlia, un fratello o per una sorella non maritata: [26]dopo
essersi purificato, gli si conteranno sette giorni [27]e quando egli
rientrerà nel luogo santo, nell'atrio interno per servire nel santuario,
offrirà il suo sacrificio espiatorio. Parola del Signore Dio.
[28]Essi non avranno alcuna eredità. Io sarò la loro eredità: non sarà dato
loro alcun possesso in Israele; io sono il loro possesso. [29]Saranno loro
cibo le oblazioni, i sacrifici espiatori, i sacrifici di riparazione;
apparterrà loro quanto è stato votato allo sterminio in Israele. [30]La
parte migliore di tutte le vostre primizie e ogni specie di offerta
apparterranno ai sacerdoti: così darete al sacerdote le primizie dei vostri
macinati, per far posare la benedizione sulla vostra casa. [31]I sacerdoti
non mangeranno la carne di alcun animale morto di morte naturale o sbranato,
di uccelli o di altri animali».
Ezechiele - Capitolo 45
Divisione del paese. Parte del Signore
[1]«Quando voi spartirete a sorte la regione, in eredità, preleverete dal
territorio, in offerta al Signore, una porzione sacra, lunga venticinquemila
cubiti e larga ventimila: essa sarà santa per tutta la sua estensione. [2]Di
essa sarà per il santuario un quadrato di cinquecento cubiti per
cinquecento, con una zona libera all'intorno di cinquanta cubiti. [3]In
quella superficie misurerai un tratto di venticinquemila cubiti di lunghezza
per diecimila di larghezza, dove sarà il santuario, il Santo dei santi.
[4]Esso sarà la parte sacra del paese, sarà per i sacerdoti ministri del
santuario, che si avvicinano per servire il Signore: questo luogo servirà
per le loro case e come luogo sacro per il santuario. [5]Uno spazio di
venticinquemila cubiti di lunghezza per diecimila di larghezza sarà il
possesso dei leviti che servono nel tempio, con città dove abitare. [6]Come
possesso poi delle città assegnerete un tratto di cinquemila cubiti di
larghezza per venticinquemila di lunghezza, parallelo alla parte assegnata
al santuario: apparterrà a tutta la gente d'Israele.
Parte del principe
[7]Al principe sarà assegnato un possesso di qua e di là della parte sacra e
del territorio dalle città, al fianco della parte sacra e al fianco del
territorio della città, a occidente fino all'estremità occidentale e a
oriente sino al confine orientale, per una lunghezza uguale a ognuna delle
parti, dal confine occidentale sino a quello orientale. [8]Questa sarà la
sua terra, il suo possesso in Israele e così i miei prìncipi non
opprimeranno il mio popolo, ma lasceranno la terra alla gente d'Israele,
alle sue tribù».
[9]Dice il Signore Dio: «Basta, prìncipi d'Israele, basta con le violenze e
le rapine! Agite secondo il diritto e la giustizia; eliminate le vostre
estorsioni dal mio popolo. Parola del Signore Dio. [10]Abbiate bilance
giuste, efa giusta, bat giusto. [11]L'efa e il bat saranno della medesima
misura così che il bat e l'efa contengano un decimo del comer, la loro
misura sarà in relazione al comer. [12]Il siclo sarà di venti ghere: venti
sicli, venticinque sicli e quindici sicli saranno la vostra mina.
Offerte per il culto
[13]Questa sarà l'offerta che voi preleverete: un sesto di efa per ogni
comer di frumento e un sesto di efa per ogni comer di orzo. [14]Norma per
l'olio - che si misura con il bat - è un decimo del bat per ogni kor. Dieci
bat corrispondono ad un comer, perché dieci bat formano un comer. [15]Dal
gregge, una pecora ogni duecento, dai prati fertili d'Israele. Questa sarà
data per le oblazioni, per gli olocausti, per i sacrifici di comunione, in
espiazione per loro. Parola del Signore Dio. [16]Tutta la popolazione del
paese sarà tenuta a questa offerta verso il principe d'Israele. [17]A carico
del principe saranno gli olocausti, le oblazioni e le libazioni nelle
solennità, nei noviluni e nei sabati, in tutte le feste della gente
d'Israele. Egli provvederà per il sacrificio espiatorio, l'oblazione,
l'olocausto e il sacrificio di comunione per l'espiazione della gente
d'Israele».
Festa della pasqua
[18]Dice il Signore Dio: «Il primo giorno del primo mese, prenderai un
giovenco senza difetti e purificherai il santuario. [19]Il sacerdote
prenderà il sangue della vittima per il peccato e lo metterà sugli stipiti
del tempio e sui quattro angoli dello zoccolo dell'altare e sugli stipiti
delle porte dell'atrio interno. [20]Lo stesso farà il sette del mese per chi
abbia peccato per errore o per ignoranza: così purificherete il tempio.
[21]Il quattordici del primo mese sarà per voi la pasqua, festa d'una
settimana di giorni: mangeranno pane azzimo. [22]In quel giorno il principe
offrirà, per sé e per tutto il popolo del paese, un giovenco per il peccato;
[23]nei sette giorni della festa offrirà in olocausto al Signore sette
giovenchi e sette montoni, senza difetti, in ognuno dei sette giorni, e un
capro in sacrificio per il peccato, ogni giorno. [24]In oblazione offrirà
un'efa per giovenco e un'efa per montone, con un hin di olio per ogni efa.
Festa delle capanne
[25]Il quindici del settimo mese farà per la festa come in quei sette
giorni, per i sacrifici espiatori, per gli olocausti, le oblazioni e
l'olio».
Ezechiele - Capitolo 46
Regolamenti diversi
[1]Dice il Signore Dio: «Il portico dell'atrio interno che guarda a oriente
rimarrà chiuso nei sei giorni di lavoro; sarà aperto il sabato e nei giorni
del novilunio. [2]Il principe entrerà dal di fuori passando dal vestibolo
del portico esterno e si fermerà presso lo stipite del portico, mentre i
sacerdoti offriranno il suo olocausto e il suo sacrificio di comunione. Egli
si prostrerà sulla soglia del portico, poi uscirà e il portico non sarà
chiuso fino al tramonto. [3]Il popolo del paese si prostrerà nei sabati e
nei giorni del novilunio all'ingresso del portico, davanti al Signore.
[4]L'olocausto che il principe offrirà al Signore nel giorno di sabato sarà
di sei agnelli e un montone senza difetti; [5]come oblazione offrirà un'efa
per il montone, per gli agnelli quell'offerta che potrà dare; di olio un hin
per ogni efa. [6]Nel giorno del novilunio offrirà in olocausto un giovenco
senza difetti, sei agnelli e un montone senza difetti; [7]in oblazione,
un'efa per il giovenco e un'efa per il montone e per gli agnelli quanto
potrà dare; d'olio, un hin per ogni efa. [8]Quando il principe entrerà,
dovrà entrare passando per l'atrio del portico e da esso uscirà. [9]Quando
verrà il popolo del paese davanti al Signore nelle solennità, coloro che
saranno entrati dalla porta di settentrione per adorare, usciranno dal
portico di mezzogiorno; quelli che saranno entrati dal portico di
mezzogiorno usciranno dal portico di settentrione. Nessuno uscirà dal
portico da cui è entrato ma uscirà da quello opposto. [10]Il principe sarà
in mezzo a loro; entrerà come entrano loro e uscirà come escono loro.
[11]Nelle feste e nelle solennità l'oblazione sarà di un'efa per il giovenco
e di un'efa per il montone; per gli agnelli quello che potrà dare; l'olio
sarà di un hin per ogni efa.
[12]Quando il principe vorrà offrire volontariamente al Signore un olocausto
o sacrifici di comunione, gli sarà aperto il portico che guarda ad oriente e
offrirà l'olocausto e il sacrificio di comunione come li offre nei giorni di
sabato; poi uscirà e il portico verrà chiuso appena sarà uscito.
[13]Ogni giorno tu offrirai in olocausto al Signore un agnello di un anno,
senza difetti; l'offrirai ogni mattina. [14]Su di esso farai ogni mattina
un'oblazione di un sesto di efa; di olio offrirai un terzo di hin per
intridere il fior di farina: è un'oblazione al Signore, la legge
dell'olocausto quotidiano. [15]Si offrirà dunque l'agnello, l'oblazione e
l'olio, ogni mattina: è l'olocausto quotidiano».
[16]Dice il Signore Dio: «Se il principe darà in dono ad uno dei suoi figli
qualcosa della sua eredità, il dono rimarrà ai suoi figli come eredità.
[17]Se invece egli farà sulla sua eredità un dono a uno dei suoi servi, il
dono apparterrà al servo fino all'anno dell'affrancamento, poi ritornerà al
principe: ma la sua eredità resterà ai suoi figli. [18]Il principe non
prenderà niente dell'eredità del popolo, privandolo, con esazioni, del suo
possesso; egli lascerà in eredità ai suoi figli parte di quanto possiede,
perché nessuno del mio popolo sia scacciato dal suo possesso».
[19]Poi egli mi condusse, per il corridoio che sta sul fianco del portico,
alle stanze del santuario destinate ai sacerdoti, dalla parte di
settentrione: ed ecco alla estremità di occidente un posto riservato. [20]Mi
disse: «Questo è il luogo dove i sacerdoti cuoceranno le carni dei sacrifici
di riparazione e di espiazione e dove cuoceranno le oblazioni, senza
portarle fuori nell'atrio esterno e correre il rischio di comunicare la
consacrazione al popolo». [21]Mi condusse nell'atrio esterno e mi fece
passare presso i quattro angoli dell'atrio e a ciascun angolo dell'atrio vi
era un cortile; [22]quindi ai quattro angoli dell'atrio vi erano quattro
piccoli cortili lunghi quaranta cubiti e larghi trenta, tutti d'una stessa
misura. [23]Un muro girava intorno a tutt'e quattro e dei fornelli erano
costruiti in basso intorno al muro. [24]Egli mi disse: «Queste sono le
cucine dove i servi del tempio cuoceranno i sacrifici del popolo».
Ezechiele - Capitolo 47
La sorgente del tempio
[1]Mi condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del
tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso
oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte
meridionale dell'altare. [2]Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e
mi fece girare all'esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e
vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro. [3]Quell'uomo avanzò verso
oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece
attraversare quell'acqua: mi giungeva alla caviglia. [4]Misurò altri mille
cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio.
Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai
fianchi. [5]Ne misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare,
perché le acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non
potersi passare a guado. [6]Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio
dell'uomo?».
Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; [7]voltandomi, vidi che sulla
sponda del fiume vi era un grandissima quantità di alberi da una parte e
dall'altra. [8]Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione
orientale, scendono nell'Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne
risanano le acque. [9]Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il
fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giu
ngono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. [10]Sulle sue
rive vi saranno pescatori: da Engàddi a En-Eglàim vi sarà una distesa di
reti. I pesci, secondo le loro specie, saranno abbondanti come i pesci del
Mar Mediterraneo. [11]Però le sue paludi e le sue lagune non saranno
risanate: saranno abbandonate al sale. [12]Lungo il fiume, su una riva e
sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non
appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché
le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e
le foglie come medicina».
I confini del paese
[13]Dice il Signore Dio: «Questi saranno i confini della terra che
spartirete fra le dodici tribù d'Israele, dando a Giuseppe due parti.
[14]Ognuno di voi possederà come l'altro la parte di territorio che io
alzando la mano ho giurato di dare ai vostri padri: questa terra sarà in
vostra eredità.
[15]Ecco dunque quali saranno i confini del paese. A settentrione, dal Mar
Mediterraneo lungo la via di Chetlòn fino a Zedàd; [16]il territorio di
Amat, Berotà, Sibràim, che è fra il territorio di Damasco e quello di Amat,
Cazer-Ticòn, che è sulla frontiera di Hauràn. [17]Quindi la frontiera si
estenderà dal mare fino a Cazer-Enòn, con il territorio di Damasco e quello
di Amat a settentrione. Questo il lato settentrionale. [18]A oriente, fra
l'Hauràn, Damasco e Gàlaad e il paese d'Israele, sarà di confine il
Giordano, fino al mare orientale, e verso Tamàr. Questo il lato orientale.
[19]A mezzogiorno, da Tamàr fino alle acque di Meriba-Kadès, fino al
torrente verso il Mar Mediterraneo. Questo il lato meridionale verso il
Negheb.
[20]A occidente, il Mar Mediterraneo, dal confine sino davanti all'ingresso
di Amat. Questo il lato occidentale.
[21]Vi spartirete questo territorio secondo le tribù d'Israele. [22]Lo
dividerete in eredità fra voi e i forestieri che abitano con voi, i quali
hanno generato figli in mezzo a voi; questi saranno per voi come indigeni
fra gli Israeliti e tireranno a sorte con voi la loro parte in mezzo alle
tribù d'Israele. [23]Nella tribù in cui lo straniero è stabilito, là gli
darete la sua parte». Parola del Signore Dio.
Ezechiele - Capitolo 48
Divisione del paese
[1]Questi sono i nomi delle tribù: dal confine settentrionale, lungo la via
di Chetlòn che conduce ad Amat, fino a Cazer-Enòn, con a settentrione la
frontiera di Damasco e lungo il confine di Amat, dal lato d'oriente fino al
mare, sarà assegnata a Dan una parte.
[2]Sulla frontiera di Dan, dal limite orientale al limite occidentale: Aser,
una parte.
[3]Sulla frontiera di Aser, dal limite orientale fino al limite occidentale:
Nèftali, una parte.
[4]Sulla frontiera di Nèftali, dal limite orientale fino al limite
occidentale: Manàsse, una parte.
[5]Sulla frontiera di Manàsse, dal limite orientale fino al limite
occidentale: Efraim, una parte.
[6]Sulla frontiera di Efraim, dal limite orientale fino al limite
occidentale: Ruben, una parte.
[7]Sulla frontiera di Ruben, dal limite orientale fino al limite
occidentale: Giuda, una parte.
[8]Sulla frontiera di Giuda, dal limite orientale fino al limite
occidentale, starà la porzione che preleverete, larga venticinquemila cubiti
e lunga come una delle parti dal limite orientale fino al limite
occidentale: in mezzo sorgerà il santuario.
[9]La parte che voi preleverete per il Signore avrà venticinquemila cubiti
di lunghezza per ventimila di larghezza. [10]Ai sacerdoti apparterrà la
parte sacra del territorio, venticinquemila cubiti a settentrione e
diecimila di larghezza a ponente, diecimila cubiti di larghezza a oriente e
venticinquemila cubiti di lunghezza a mezzogiorno. In mezzo sorgerà il
santuario del Signore. [11]Essa apparterrà ai sacerdoti consacrati, ai figli
di Zadòk, che furono fedeli alla mia osservanza e non si traviarono nel
traviamento degli Israeliti come traviarono i leviti. [12]Sarà per loro come
una parte sacra prelevata sulla parte consacrata del paese, cosa santissima,
a fianco del territorio assegnato ai leviti.
[13]I leviti, lungo il territorio dei sacerdoti, avranno venticinquemila
cubiti di lunghezza per diecimila di larghezza: tutta la lunghezza sarà di
venticinquemila cubiti e tutta la larghezza di diecimila.
[14]Essi non ne potranno vendere né permutare, né potrà essere alienata
questa parte migliore del paese, perché è sacra al Signore.
[15]I cinquemila cubiti di lunghezza che restano sui venticinquemila,
saranno terreno profano per la città, per abitazioni e dintorni; in mezzo
sorgerà la città. [16]Le sue misure saranno le seguenti: il lato
settentrionale avrà quattromilacinquecento cubiti; il lato meridionale,
quattromilacinquecento cubiti; il lato orientale quattromilacinquecento
cubiti e il lato occidentale quattromilacinquecento cubiti. [17]I dintorni
della città saranno duecentocinquanta cubiti a settentrione,
duecentocinquanta a mezzogiorno, duecentocinquanta a oriente e
duecentocinquanta a ponente. [18]Rimarrà accanto alla parte sacra un terreno
lungo diecimila cubiti a oriente e diecimila a occidente, i cui prodotti
saranno il cibo per coloro che prestan servizio nella città, [19]i quali
saranno presi da tutte le tribù d'Israele. [20]Tutta la zona sarà di
venticinquemila cubiti per venticinquemila. Preleverete, come possesso della
città, un quarto della zona sacra.
[21]Il resto, da una parte e dall'altra della zona sacra e del possesso
della città, su un fronte di venticinquemila cubiti della zona sacra a
oriente, verso il confine orientale, e a ponente, su un fronte di
venticinquemila cubiti verso il confine occidentale, parallelamente alle
parti, sarà per il principe. La zona sacra e il santuario del tempio
rimarranno in mezzo, [22]fra il possesso dei leviti e il possesso della
città, e fra ciò che spetta al principe; quel che si trova tra la frontiera
di Giuda e quella di Beniamino sarà del principe.
[23]Per le altre tribù, dalla frontiera orientale a quella occidentale:
Beniamino, una parte.
[24]Al lato del territorio di Beniamino, dalla frontiera orientale a quella
occidentale: Simeone, una parte.
[25]Al lato del territorio di Simeone, dalla frontiera orientale a quella
occidentale: Issacar, una parte.
[26]Al lato del territorio di Issacar, dalla frontiera orientale a quella
occidentale: Zàbulon, una parte.
[27]Al lato del territorio di Zàbulon, dalla frontiera orientale a quella
occidentale: Gad, una parte.
[28]Al lato del territorio di Gad, dalla frontiera meridionale verso
mezzogiorno, la frontiera andrà da Tamàr alle acque di Meriba-Kadès e al
torrente che va al Mar Mediterraneo. [29]Questo è il territorio che voi
dividerete a sorte in eredità alle tribù d'Israele e queste le loro parti,
dice il Signore Dio.
Le porte di Gerusalemme
[30]Queste saranno le uscite della città: sul lato settentrionale:
quattromilacinquecento cubiti. [31]Le porte della città porteranno i nomi
delle tribù d'Israele. Tre porte a settentrione: la porta di Ruben, una; la
porta di Giuda, una; la porta di Levi, una. [32]Sul lato orientale:
quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Giuseppe, una; la
porta di Beniamino, una; la porta di Dan, una. [33]Sul lato meridionale:
quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Simeone, una; la
porta di Issacar, una; la porta di Zàbulon, una.
[34]Sul lato occidentale: quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la
porta di Gad, una; la porta di Aser, una; la porta di Nèftali, una.
[35]Perimetro totale: diciottomila cubiti. La città si chiamerà da quel
giorno in poi: Là è il Signore.
Daniele - Capitolo 1
I RAGAZZI EBREI ALLA CORTE DI NABUCODONOSOR
[1]L'anno terzo del regno di Ioiakìm re di Giuda, Nabucodònosor re di
Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse dassedio. [2]Il Signore mise
Ioiakìm re di Giuda nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del
tempio di Dio, ed egli li trasportò in Sennaàr e depositò gli arredi nel
tesoro del tempio del suo dio.
[3]Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli
giovani israeliti di stirpe reale o di famiglia nobile, [4]senza difetti, di
bell'aspetto, dotati di ogni scienza, educati, intelligenti e tali da poter
stare nella reggia, per essere istruiti nella scrittura e nella lingua dei
Caldei.
[5]Il re assegnò loro una razione giornaliera di vivande e di vino della sua
tavola; dovevano esser educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero
entrati al servizio del re. [6]Fra di loro vi erano alcuni Giudei: Daniele,
Anania, Misaele e Azaria; [7]però il capo dei funzionari di corte chiamò
Daniele Baltazzàr; Anania Sadràch; Misaele Mesàch e Azaria Abdènego.
[8]Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e
con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non farlo
contaminare.
[9]Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo
dei funzionari. [10]Però egli disse a Daniele: «Io temo che il re mio
signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre
facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e io così mi
renda colpevole davanti al re». [11]Ma Daniele disse al custode, al quale il
capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria:
[12]«Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da
bere acqua, [13]poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con
quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare
con noi tuoi servi come avrai constatato». [14]Egli acconsentì e fece la
prova per dieci giorni; [15]terminati questi, si vide che le loro facce
erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che
mangiavano le vivande del re. [16]D'allora in poi il sovrintendente fece
togliere l'assegnazione delle vivande e del vino e diede loro soltanto
legumi.
[17]Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni
scrittura e ogni sapienza e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
[18]Terminato il tempo stabilito dal re entro il quale i giovani dovevano
essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor. [19]Il
re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Anania,
Misaele e Azaria, i quali rimasero al servizio del re; [20]in qualunque
affare di sapienza e intelligenza su cui il re li interrogasse, li trovò
dieci volte superiori a tutti i maghi e astrologi che c'erano in tutto il
suo regno. [21]Così Daniele vi rimase fino al primo anno del re Ciro.
Daniele - Capitolo 2
IL SOGNO DI NABUCODONOSOR
Il re interroga i suoi indovini
[1]Nel secondo anno del suo regno, Nabucodònosor fece un sogno e il suo
animo ne fu tanto agitato da non poter più dormire. [2]Allora il re ordinò
che fossero chiamati i maghi, gli astrologi, gli incantatori e i caldei a
spiegargli i sogni. Questi vennero e si presentarono al re. [3]Egli disse
loro: «Ho fatto un sogno e il mio animo si è tormentato per trovarne la
spiegazione». [4]I caldei risposero al re (aramaico): «Re, vivi per sempre.
Racconta il sogno ai tuoi servi e noi te ne daremo la spiegazione».
[5]Rispose il re ai caldei: «Questa è la mia decisione: se voi non mi
rivelate il sogno e la sua spiegazione sarete fatti a pezzi e le vostre case
saranno ridotte in letamai. [6]Se invece mi rivelerete il sogno e me ne
darete la spiegazione, riceverete da me doni, regali e grandi onori. Ditemi
dunque il sogno e la sua spiegazione». [7]Essi replicarono: «Esponga il re
il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la spiegazione». [8]Rispose il re:
«Comprendo bene che voi volete guadagnar tempo, perché avete inteso la mia
decisione. [9]Se non mi dite qual era il mio sogno, una sola sarà la vostra
sorte. Vi siete messi d'accordo per darmi risposte astute e false in attesa
che le circostanze si mutino. Perciò ditemi il sogno e io saprò che voi
siete in grado di darmene anche la spiegazione». [10]I caldei risposero
davanti al re: «Non c'è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesa
del re: difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha mai domandato una
cosa simile ad un mago, indovino o caldeo. [11]La richiesa del re è tanto
difficile, che nessuno ne può dare al re la risposta, se non gli dei la cui
dimora è lontano dagli uomini».
[12]Allora il re, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di Babilonia
fossero messi a morte. [13]Il decreto fu pubblicato e gia i saggi venivano
uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a
morte.
Intervento di Daniele
[14]Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Ariòch,
capo delle guardie del re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia,
[15]e disse ad Ariòch, ufficiale del re: «Perché il re ha emanato un decreto
così severo?». Ariòch ne spiegò il motivo a Daniele. [16]Egli allora entrò
dal re e pregò che gli si concedesse tempo: egli avrebbe dato la spiegazione
dei sogni al re. [17]Poi Daniele andò a casa e narrò la cosa ai suoi
compagni, Anania, Misaele e Azaria, [18]ed essi implorarono misericordia dal
Dio del cielo riguardo a questo mistero, perché Daniele e i suoi compagni
non fossero messi a morte insieme con tutti gli altri saggi di Babilonia.
[19]Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò
Daniele benedisse il Dio del cielo:
[20]«Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo,
perché a lui appartengono la sapienza e la potenza.
[21]Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li innalza,
concede la sapienza ai saggi,
agli intelligenti il sapere.
[22]Svela cose profonde e occulte
e sa quel che è celato nelle tenebre
e presso di lui è la luce.
[23]Gloria e lode a te, Dio dei miei padri,
che mi hai concesso la sapienza e la forza,
mi hai manifestato ciò che ti abbiamo domandato
e ci hai illustrato la richiesta del re».
[24]Allora Daniele si recò da Ariòch, al quale il re aveva affidato
l'incarico di uccidere i saggi di Babilonia, e presentatosi gli disse: «Non
uccidere i saggi di Babilonia, ma conducimi dal re e io gli farò conoscere
la spiegazione del sogno». [25]Ariòch condusse in fretta Daniele alla
presenza del re e gli disse: «Ho trovato un uomo fra i Giudei deportati, il
quale farà conoscere al re la spiegazione del sogno». [26]Il re disse allora
a Daniele, chiamato Baltazzàr: «Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho
fatto e darmene la spiegazione?». [27]Daniele, davanti al re, rispose: «Il
mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da
saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini; [28]ma c'è un Dio nel
cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel che
avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni
che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto. [29]O re, i
pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui
che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire. [30]Se a me è
stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza
superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu
possa conoscere i pensieri del tuo cuore. [31]Tu stavi osservando, o re, ed
ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva
davanti a te con terribile aspetto. [32]Aveva la testa d'oro puro, il petto
e le braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo, [33]le gambe di
ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. [34]Mentre stavi
guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a
battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li
frantumò. [35]Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo,
l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il vento li
portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la
statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione.
[36]Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. [37]Tu o re, sei
il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, la
forza e la gloria. [38]A te ha concesso il dominio sui figli dell'uomo,
sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li domini tutti: tu sei
la testa d'oro. [39]Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi
un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra. [40]Vi
sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro spezza e
frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto. [41]Come hai
visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio e in parte di
ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza del ferro
unito all'argilla. [42]Se le dita dei piedi erano in parte di ferro e in
parte di argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e l'altra
fragile. [43]Il fatto d'aver visto il ferro mescolato all'argilla significa
che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno diventare
una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l'argilla. [44]Al tempo di
questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto
e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli
altri regni, mentre esso durerà per sempre. [45]Questo significa quella
pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e che ha
stritolato il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il Dio grande
ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero
e degna di fede ne è la spiegazione».
Professione di fede del re
[46]Allora il re Nabucodònosor piegò la faccia a terra, si prostrò davanti a
Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi. [47]Quindi
rivolto a Daniele gli disse: «Certo, il vostro Dio è il Dio degli dei, il
Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto svelare
questo mistero». [48]Il re esaltò Daniele e gli fece molti preziosi regali,
lo costituì governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo di tutti i
saggi di Babilonia; [49]su richiesta di Daniele, il re fece amministratori
della provincia di Babilonia, Sadràch, Mesàch e Abdènego. Daniele rimase
alla corte del re.
Daniele - Capitolo 3
L'ADORAZIONE DELLA STATUA D'ORO
Nabucodonosor erige una statua d'oro
[1]Il re Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d'oro, alta sessanta
cubiti e larga sei, e l'aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella
provincia di Babilonia.
[2]Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i prefetti, i
governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le
alte autorità delle province, perché presenziassero all'inaugurazione della
statua che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
[3]I sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i
giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province vennero
all'inaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua fatta
erigere dal re.
[4]Un banditore gridò ad alta voce: «Popoli, nazioni e lingue, a voi è
rivolto questo proclama:
[5]Quando voi udirete il suono del corno, del flauto, della cetra,
dell'arpicordo, del salterio, della zampogna, e d'ogni specie di strumenti
musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d'oro, che il re
Nabucodònosor ha fatto innalzare.
[6]Chiunque non si prostrerà alla statua, in quel medesimo istante sarà
gettato in mezzo ad una fornace di fuoco ardente».
[7]Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, in quell'istante che ebbero
udito il suono del corno, del flauto, dell'arpicordo, del salterio e di ogni
specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d'oro,
che il re Nabucodònosor aveva fatto innalzare.
Denunzia e condanna dei Giudei
[8]Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei
[9]e andarono a dire al re Nabucodònosor: «Re, vivi per sempre! [10]Tu hai
decretato, o re, che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto,
della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di
strumenti musicali, si deve prostrare e adorare la statua d'oro:
[11]chiunque non si prostrerà per adorarla, sia gettato in mezzo ad una
fornace con il fuoco acceso.
[12]Ora, ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari della
provincia di Babilonia, cioè Sadràch, Mesàch e Abdènego, che non ti
obbediscono, re: non servono i tuoi dei e non adorano la statua d'oro che tu
hai fatto innalzare».
[13]Allora Nabucodònosor, sdegnato, comandò che gli si conducessero Sadràch,
Mesàch e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re.
[14]Nabucodònosor disse loro: «E' vero, Sadràch, Mesàch e Abdènego, che voi
non servite i miei dei e non adorate la statua d'oro che io ho fatto
innalzare? [15]Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del corno,
del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e
d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la statua che io
ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo
ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare dalla mia
mano?».
[16]Ma Sadràch, Mesàch e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Re, noi
non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; [17]sappi però
che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco
acceso e dalla tua mano, o re. [18]Ma anche se non ci liberasse, sappi, o
re, che noi non serviremo mai i tuoi dei e non adoreremo la statua d'oro che
tu hai eretto». [19]Allora Nabucodònosor, acceso d'ira e con aspetto
minaccioso contro Sadràch, Mesàch e Abdènego, ordinò che si aumentasse il
fuoco della fornace sette volte più del solito. [20]Poi, ad alcuni uomini
fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadràch, Mesàch e
Abdènego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso. [21]Furono infatti
legati, vestiti come erano, con i mantelli, calzari, turbanti e tutti i loro
abiti e gettati in mezzo alla fornace con il fuoco acceso.
[22]Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano acceso al
massimo la fornace per gettarvi Sadràch, Mesàch e Abdènego, rimasero uccisi
dalle fiamme, [23]nel momento stesso che i tre giovani Sadràch, Mesàch e
Abdènego cadevano legati nella fornace con il fuoco acceso.
Cantico di Azaria nella fornace
[24]Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il
Signore.
[25]Azaria, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la
bocca disse:
[26]«Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri;
degno di lode e glorioso è il tuo nome per sempre.
[27]Tu sei giusto in tutto ciò che hai fatto;
tutte le tue opere sono vere,
rette le tue vie e giusti tutti i tuoi giudizi.
[28]Giusto è stato il tuo giudizio
per quanto hai fatto ricadere su di noi
e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme.
Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto
questo
a causa dei nostri peccati,
[29]poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da
iniqui,
allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo.
Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti,
[30]non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto
quanto ci avevi ordinato per il nostro bene.
[31]Ora quanto hai fatto ricadere su di noi,
tutto ciò che ci hai fatto, l'hai fatto con retto
giudizio:
[32]ci hai dato in potere dei nostri nemici,
ingiusti, i peggiori fra gli empi,
e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la terra.
[33]Ora non osiamo aprire la bocca:
disonore e disprezzo sono toccati ai tuoi servi,
ai tuoi adoratori.
[34]Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza;
[35]non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo tuo amico,
di Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo,
[36]ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
[37]Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
ora siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
[38]Ora non abbiamo più né principe,
né capo, né profeta, né olocausto,
né sacrificio, né oblazione, né incenso,
né luogo per presentarti le primizie
e trovar misericordia.
[39]Potessimo esser accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocausti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
[40]Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te
e ti sia gradito,
perché non c'è confusione per coloro che confidano
in te.
[41]Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto.
[42]Fà con noi secondo la tua clemenza,
trattaci secondo la tua benevolenza,
secondo la grandezza della tua misericordia.
[43]Salvaci con i tuoi prodigi,
dà gloria, Signore, al tuo nome.
[44]Siano invece confusi quanti fanno il male ai tuoi
servi,
siano coperti di vergogna con tutta la loro potenza;
e sia infranta la loro forza!
[45]Sappiano che tu sei il Signore,
il Dio unico e glorioso su tutta la terra».
[46]I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di
aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti.
[47]La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace [48]e uscendo
bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace. [49]Ma l'angelo del
Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace,
allontanò da loro la fiamma del fuoco [50]e rese l'interno della fornace
come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li
toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.
Cantico dei tre giovani
[51]Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a
glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo:
[52]«Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
[53]Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso,
degno di lode e di gloria nei secoli.
[54]Benedetto sei tu nel trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
[55]Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli
abissi
e siedi sui cherubini,
degno di lode e di gloria nei secoli.
[56]Benedetto sei tu nel firmamento del cielo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
[57]Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[58]Benedite, angeli del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[59]Benedite, cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[60]Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[61]Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[62]Benedite, sole e luna, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[63]Benedite, stelle del cielo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[64]Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[65]Benedite, o venti tutti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[66]Benedite, fuoco e calore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[67]Benedite, freddo e caldo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[68]Benedite, rugiada e brina, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[69]Benedite, gelo e freddo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[70]Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[71]Benedite, notti e giorni, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[72]Benedite, luce e tenebre, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[73]Benedite, folgori e nubi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[74]Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
[75]Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[76]Benedite, creature tutte
che germinate sulla terra, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[77]Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[78]Benedite, mari e fiumi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[79]Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[80]Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[81]Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[82]Benedite, figli dell'uomo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[83]Benedica Israele il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
[84]Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[85]Benedite, o servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[86]Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[87]Benedite, pii e umili di cuore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
[88]Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli,
perché ci ha liberati dagl'inferi,
e salvati dalla mano della morte,
ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente,
ci ha liberati dal fuoco.
[89]Lodate il Signore, perché egli è buono,
perché la sua grazia dura sempre.
[90]Benedite, fedeli tutti, il Dio degli dei,
lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia dura
sempre».
Riconoscimento del miracolo
[91]Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si
rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in
mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero.
[92]Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano
in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile
nell'aspetto a un figlio di dei».
[93]Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace con il fuoco
acceso e prese a dire: «Sadràch, Mesàch, Abdènego, servi del Dio altissimo,
uscite, venite fuori». Allora Sadràch, Mesàch e Abdènego uscirono dal fuoco.
[94]Quindi i satrapi, i prefetti, i governatori e i ministri del re si
radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il
fuoco non aveva avuto nessun potere; che neppure un capello del loro capo
era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure
l'odore del fuoco era penetrato in essi.
[95]Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadràch, Mesàch e
Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno
confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro
corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il loro Dio.
[96]Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua
appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego,
sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta a un mucchio di rovine,
poiché nessun altro dio può in tal maniera liberare».
[97]Da allora il re promosse Sadràch, Mesàch e Abdènego a cariche pubbliche
nella provincia di Babilonia.
IL SOGNO PREMONITORE E LA FOLLIA DI NABUCODONOSOR
[98]Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in
tutta la terra: Pace e prosperità!
[99]M'è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio
altissimo ha fatto per me.
[100]Quanto sono grandi i suoi prodigi
e quanto straordinarie le sue meraviglie!
Il suo regno è un regno eterno
e il suo dominio di generazione in generazione.
Daniele - Capitolo 4
Nabucodonosor racconta il suo sogno
[1]Io Nabucodònosor ero tranquillo in casa e felice nella reggia, [2]quando
ebbi un sogno che mi spaventò. Le immaginazioni che mi vennero mentre ero
nel mio letto e le visioni che mi passarono per la mente mi turbarono.
[3]Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia fossero
condotti davanti a me, per farmi conoscere la spiegazione del sogno.
[4]Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai quali
esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione. [5]Infine mi si
presentò Daniele, chiamato Baltazzàr dal nome del mio dio, un uomo in cui è
lo spirito degli dei santi, e gli raccontai il sogno [6]dicendo: «Baltazzàr,
principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dei santi è in te e
che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in sogno: tu
dammene la spiegazione».
[7]Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto, erano
queste:
Io stavo guardando
ed ecco un albero di grande altezza in mezzo alla
terra.
[8]Quell'albero era grande, robusto,
la sua cima giungeva al cielo
e si poteva vedere fin dall'estremità della terra.
[9]I suoi rami erano belli e i suoi frutti abbondanti
e vi era in esso da mangiare per tutti.
Le bestie della terra si riparavano alla sua ombra
e gli uccelli del cielo facevano il nido fra i suoi
rami;
di lui si nutriva ogni vivente.
[10]Mentre nel mio letto stavo osservando
le visioni che mi passavano per la mente,
ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo
[11]e gridò a voce alta:
«Tagliate l'albero e stroncate i suoi rami:
scuotete le foglie, disperdetene i frutti:
fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi
rami.
[12]Lasciate però nella terra il ceppo con le radici,
legato con catene di ferro e di bronzo
fra l'erba della campagna.
Sia bagnato dalla rugiada del cielo
e la sua sorte sia insieme con le bestie sui prati.
[13]Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano
gli sia dato un cuore di bestia:
sette tempi passeranno su di lui.
[14]Così è deciso per sentenza dei vigilanti
e secondo la parola dei santi.
Così i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che
egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli
uomini».
[15]Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu,
Baltazzàr, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti
i saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo
spirito degli dei santi.
Daniele interpreta il sogno
[16]Allora Daniele, chiamato Baltazzàr, rimase per qualche tempo confuso e
turbato dai suoi pensieri. Ma il re gli si rivolse: «Baltazzàr, il sogno non
ti turbi e neppure la sua spiegazione». Rispose Baltazzàr: «Signor mio,
valga il sogno per i tuoi nemici e la sua spiegazione per i tuoi avversari.
[17]L'albero che tu hai visto, grande e robusto, la cui cima giungeva fino
al cielo e si poteva vedere da tutta la terra [18]e le cui foglie erano
belle e i suoi frutti abbondanti e in cui c'era da mangiare per tutti e
sotto il quale dimoravano le bestie della terra e sui cui rami facevano il
nido gli uccelli del cielo, [19]sei tu, re, che sei diventato grande e
forte; la tua grandezza è cresciuta, è giunta al cielo e il tuo dominio si è
esteso sino ai confini della terra.
[20]Che il re abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal cielo e
diceva: Tagliate l'albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo
delle sue radici legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della
campagna e sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le
bestie della terra, finché sette tempi siano passati su di lui, [21]questa,
o re, ne è la spiegazione e questo è il decreto dell'Altissimo, che deve
essere eseguito sopra il re, mio signore: [22]Tu sarai cacciato dal
consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai
d'erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi
passeranno su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno
degli uomini e che egli lo dà a chi vuole.
[23]L'ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell'albero
significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai riconosciuto
che al Cielo appartiene il dominio. [24]Perciò, re, accetta il mio
consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti
di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga
prosperità».
Il sogno si realizza
[25]Tutte queste cose avvennero al re Nabucodònosor.
[26]Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza della reggia di
Babilonia, [27]il re prese a dire: «Non è questa la grande Babilonia che io
ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della
mia potenza?».
[28]Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce venne
dal cielo: «A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto! [29]Sarai
cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra;
ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu
riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a
chi vuole».
[30]In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu
cacciato dal consorzio umano, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu
bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo gli crebbe come le penne alle
aquile e le unghie come agli uccelli.
[31]«Ma finito quel tempo, io Nabucodònosor alzai gli occhi al cielo e la
ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui che
vive in eterno,
la cui potenza è potenza eterna
e il cui regno è di generazione in generazione.
[32]Tutti gli abitanti della terra
sono, davanti a lui, come un nulla;
egli dispone come gli piace delle schiere del cielo
e degli abitanti della terra.
Nessuno può fermargli la mano e dirgli: Che cosa fai?
[33]In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la gloria del regno mi fu
restituita la mia maestà e il mio splendore: i miei ministri e i miei
prìncipi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno e mi fu concesso
un potere anche più grande. [34]Ora io, Nabucodònosor, lodo, esalto e
glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie
giustizia; egli può umiliare coloro che camminano nella superbia».
Daniele - Capitolo 5
IL BANCHETTO DI BALDASSAR
[1]Il re Baldassàr imbandì un gran banchetto a mille dei suoi dignitari e
insieme con loro si diede a bere vino. [2]Quando Baldassàr ebbe molto bevuto
comandò che fossero portati i vasi d'oro e d'argento che Nabucodònosor suo
padre aveva asportati dal tempio, che era in Gerusalemme, perché vi
bevessero il re e i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. [3]Furono
quindi portati i vasi d'oro, che erano stati asportati dal tempio di
Gerusalemme, e il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li
usarono per bere; [4]mentre bevevano il vino, lodavano gli dei d'oro,
d'argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra. [5]In quel momento
apparvero le dita di una mano d'uomo, le quali scrivevano sulla parete della
sala reale, di fronte al candelabro. Nel vedere quelle dita che scrivevano,
[6]il re cambiò d'aspetto: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture
dei suoi fianchi si allentarono, i ginocchi gli battevano l'uno contro
l'altro.
[7]Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli
astrologi, i caldei e gli indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di
Babilonia: «Chiunque leggerà quella scrittura e me ne darà la spiegazione
sarà vestito di porpora, porterà una collana d'oro al collo e sarà il terzo
signore del regno».
[8]Allora entrarono nella sala tutti i saggi del re, ma non poterono leggere
quella scrittura né darne al re la spiegazione.
[9]Il re Baldassàr rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi grandi
restarono sconcertati.
[10]La regina, alle parole del re e dei suoi grandi, entrò nella sala del
banchetto e, rivolta al re, gli disse: «Re, vivi per sempre! I tuoi pensieri
non ti spaventino né si cambi il colore del tuo volto. [11]C'è nel tuo regno
un uomo, in cui è lo spirito degli dei santi. Al tempo di tuo padre si trovò
in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dei. Il re
Nabucodònosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi, dei
caldei e degli indovini. [12]Fu riscontrato in questo Daniele, che il re
aveva chiamato Baltazzàr, uno spirito superiore e tanto accorgimento da
interpretare sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si convochi
dunque Daniele ed egli darà la spiegazione».
[13]Fu quindi introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse:
«Sei tu Daniele un deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto qua
dalla Giudea? [14]Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dei santi
e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria. [15]Poco
fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi per leggere
questa scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci.
[16]Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e
sciogliere enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la
spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana
d'oro e sarai il terzo signore del regno».
[17]Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e dà ad altri i
tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la
spiegazione.
[18]O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor tuo padre regno,
grandezza, gloria e magnificenza. [19]Per questa grandezza che aveva
ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti a
lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e abbassava chi gli
pareva.
[20]Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il suo spirito si ostinò
nell'alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la sua gloria.
[21]Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a quello
delle bestie; la sua dimora fu con gli ònagri e mangiò l'erba come i buoi;
il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il Dio
altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli piace.
[22]Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu
fossi a conoscenza di tutto questo. [23]Anzi tu hai insolentito contro il
Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e
in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine:
tu hai reso lode agli dei d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno,
di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai
glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le
tue vie. [24]Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello
scritto, [25]di cui questa è la lettura: mene, tekel, peres, [26]e questa ne
è l'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto
fine. [27]Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato
mancante. [28]Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani».
[29]Allora, per ordine di Baldassàr, Daniele fu vestito di porpora, ebbe una
collana d'oro al collo e con bando pubblico fu dichiarato terzo signore del
regno.
[30]In quella stessa notte Baldassàr re dei Caldei fu ucciso: [31]Dario il
Medo ricevette il regno, all'età di circa sessantadue anni.
Daniele - Capitolo 6
DANIELE NELLA FOSSA DEI LEONI
Gelosia dei satrapi
[1]Volle Dario costituire nel suo regno centoventi sàtrapi e ripartirli per
tutte le province. [2]A capo dei sàtrapi mise tre governatori, di cui uno fu
Daniele, ai quali i sàtrapi dovevano render conto perché nessun danno ne
[3]soffrisse il re. Ora Daniele era superiore agli altri governatori e ai
sàtrapi, perché possedeva uno spirito eccezionale, tanto che il re pensava
di metterlo a capo di tutto il suo regno. [4]Perciò tanto i governatori che
i sàtrapi cercavano il modo di trovar qualche pretesto contro Daniele
nell'amministrazione del regno. [5]Ma non potendo trovare nessun motivo di
accusa né colpa, perché egli era fedele e non aveva niente da farsi
rimproverare, [6]quegli uomini allora pensarono: «Non possiamo trovare altro
pretesto per accusare Daniele, se non nella legge del suo Dio».
[7]Perciò quei governatori e i sàtrapi si radunarono presso il re e gli
dissero: «Re Dario, vivi per sempre! [8]Tutti i governatori del regno, i
magistrati, i sàtrapi, i consiglieri e i capi sono del parere che venga
pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque, da ora a
trenta giorni, rivolga supplica alcuna a qualsiasi dio o uomo all'infuori di
te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni. [9]Ora, o re, emana il decreto
e fallo mettere per iscritto, perché sia irrevocabile, come sono le leggi di
Media e di Persia, che non si possono mutare». [10]Allora il re Dario fece
scrivere il decreto.
Preghiera di Daniele
[11]Daniele, quando venne a sapere del decreto del re, si ritirò in casa. Le
finestre della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al
giorno si metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio, come era
solito fare anche prima.
[12]Allora quegli uomini accorsero e trovarono Daniele che stava pregando e
supplicando il suo Dio. [13]Subito si recarono dal re e gli dissero riguardo
al divieto del re: «Non hai tu scritto un decreto che chiunque, da ora a
trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo, all'infuori di te,
re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose: «Sì. Il decreto è
irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei Persiani».
[14]«Ebbene - replicarono al re - Daniele, quel deportato dalla Giudea, non
ha alcun rispetto né di te, re, né del tuo decreto: tre volte al giorno fa
le sue preghiere».
[15]Il re, all'udir queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in animo
di salvare Daniele e fino al tramonto del sole fece ogni sforzo per
liberarlo.
[16]Ma quegli uomini si riunirono di nuovo presso il re e gli dissero:
«Sappi, re, che i Medi e i Persiani hanno per legge che qualunque decreto
firmato dal re è irrevocabile».
Daniele nella fossa dei leoni
[17]Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e si gettasse nella fossa
dei leoni. Il re, rivolto a Daniele, gli disse: «Quel Dio, che tu servi con
perseveranza, ti possa salvare!». [18]Poi fu portata una pietra e fu posta
sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo anello e con
l'anello dei suoi grandi, perché niente fosse mutato sulla sorte di Daniele.
[19]Quindi il re ritornò alla reggia, passò la notte digiuno, non gli fu
introdotta alcuna donna e anche il sonno lo abbandonò. [20]La mattina dopo
il re si alzò di buon'ora e sullo spuntar del giorno andò in fretta alla
fossa dei leoni. [21]Quando fu vicino, chiamò: «Daniele, servo del Dio
vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai
leoni?». [22]Daniele rispose: «Re, vivi per sempre. [23]Il mio Dio ha
mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno
fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma
neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male».
[24]Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla
fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli
aveva confidato nel suo Dio. [25]Quindi, per ordine del re, fatti venire
quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei
leoni insieme con i figli e le mogli. Non erano ancor giunti al fondo della
fossa, che i leoni furono loro addosso e stritolarono tutte le loro ossa.
Professione di fede del re
[26]Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che
abitano tutta la terra: «Pace e prosperità. [27]Per mio comando viene
promulgato questo decreto: In tutto l'impero a me soggetto si onori e si
tema il Dio di Daniele,
perché egli è il Dio vivente,
che dura in eterno;
il suo regno è tale che non sarà mai distrutto
e il suo dominio non conosce fine.
[28]Egli salva e libera,
fa prodigi e miracoli in cielo e in terra:
egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni».
[29]Questo Daniele prosperò durante il regno di Dario e il regno di Ciro il
Persiano.
Daniele - Capitolo 7
SOGNO DI DANIELE: LE QUATTRO BESTIE
La visione delle bestie
[1]Nel primo anno di Baldassàr re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto,
ebbe un sogno e visioni nella sua mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la
relazione che dice:
[2]Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti
del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo [3]e quattro
grandi bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare. [4]La prima
era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le
furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come
un uomo e le fu dato un cuore d'uomo.
[5]Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava alzata da
un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su,
divora molta carne».
[6]Mentre stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la quale
aveva quattro ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e
le fu dato il dominio.
[7]Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia,
spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di ferro;
divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo
calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci
corna.
[8]Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a quelle un
altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono
divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una
bocca che parlava con alterigia.
Visione del vegliardo e del Figlio di uomo
[9]Io continuavo a guardare,
quand'ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
[10]Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
[11]Continuai a guardare a causa delle parole superbe che quel corno
proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato
a bruciare sul fuoco.
[12]Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di prolungare la
vita fino a un termine stabilito di tempo.
[13]Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco apparire, sulle nubi del cielo,
uno, simile ad un figlio di uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui,
[14]che gli diede potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano;
il suo potere è un potere eterno,
che non tramonta mai, e il suo regno è tale
che non sarà mai distrutto.
Interpretazione della visione
[15]Io, Daniele, mi sentii venir meno le forze, tanto le visioni della mia
mente mi avevano turbato; [16]mi accostai ad uno dei vicini e gli domandai
il vero significato di tutte queste cose ed egli me ne diede questa
spiegazione: [17]«Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re, che
sorgeranno dalla terra; [18]ma i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e
lo possederanno per secoli e secoli».
[19]Volli poi sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa
da tutte le altre e molto terribile, che aveva denti di ferro e artigli di
bronzo e che mangiava e stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i
piedi e lo calpestava; [20]intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e
intorno a quell'ultimo corno che era spuntato e davanti al quale erano
cadute tre corna e del perché quel corno aveva occhi e una bocca che parlava
con alterigia e appariva maggiore delle altre corna. [21]Io intanto stavo
guardando e quel corno muoveva guerra ai santi e li vinceva, [22]finché
venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il
tempo in cui i santi dovevano possedere il regno.
[23]Egli dunque mi disse: «La quarta bestia significa che ci sarà sulla
terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà tutta la terra,
la stritolerà e la calpesterà.
[24]Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo
di loro ne seguirà un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re [25]e
proferirà insulti contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell'Altissimo;
penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per
un tempo, più tempi e la metà di un tempo. [26]Si terrà poi il giudizio e
gli sarà tolto il potere, quindi verrà sterminato e distrutto completamente.
[27]Allora il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono
sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno
sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno».
[28]Qui finisce la relazione. Io, Daniele, rimasi molto turbato nei
pensieri, il colore del mio volto si cambiò e conservai tutto questo nel
cuore.
Daniele - Capitolo 8
VISIONE DI DANIELE: IL MONTONE E IL CAPRO
La visione
[1]Il terzo anno del regno del re Baldassàr, io Daniele ebbi un'altra
visione dopo quella che mi era apparsa prima.
[2]Quand'ebbi questa visione, mi trovavo nella cittadella di Susa, che è
nella provincia dell'Elam, e mi sembrava, in visione, di essere presso il
fiume Ulai.
[3]Alzai gli occhi e guardai; ecco un montone, in piedi, stava di fronte al
fiume. Aveva due corna alte, ma un corno era più alto dell'altro, sebbene
fosse spuntato dopo. [4]Io vidi che quel montone cozzava verso l'occidente,
il settentrione e il mezzogiorno e nessuna bestia gli poteva resistere, né
alcuno era in grado di liberare dal suo potere: faceva quel che gli pareva e
divenne grande.
[5]Io stavo attento ed ecco un capro venire da occidente, sulla terra, senza
toccarne il suolo: aveva fra gli occhi un grosso corno. [6]Si avvicinò al
montone dalle due corna, che avevo visto in piedi di fronte al fiume, e gli
si scagliò contro con tutta la forza. [7]Dopo averlo assalito, lo vidi
imbizzarrirsi e cozzare contro di lui e spezzargli le due corna, senza che
il montone avesse la forza di resistergli; poi lo gettò a terra e lo
calpestò e nessuno liberava il montone dal suo potere.
[8]Il capro divenne molto potente; ma quando fu diventato grande, quel suo
gran corno si spezzò e al posto di quello sorsero altre quattro corna, verso
i quattro venti del cielo.
[9]Da uno di quelli uscì un piccolo corno, che crebbe molto verso il
mezzogiorno, l'oriente e verso la Palestina: [10]s'innalzò fin contro la
milizia celeste e gettò a terra una parte di quella schiera e delle stelle e
le calpestò.
[11]S'innalzò fino al capo della milizia e gli tolse il sacrificio
quotidiano e fu profanata la santa dimora.
[12]In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu gettata a
terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì.
[13]Udii un santo parlare e un altro santo dire a quello che parlava: «Fino
a quando durerà questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la
desolazione dell'iniquità, il santuario e la milizia calpestati?». [14]Gli
rispose: «Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario sarà
rivendicato».
L'Angelo Gabriele spiega la visione
[15]Mentre io, Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla,
ecco davanti a me uno in piedi, dall'aspetto d'uomo; [16]intesi la voce di
un uomo, in mezzo all'Ulai, che gridava e diceva: «Gabriele, spiega a lui la
visione». [17]Egli venne dove io ero e quando giunse, io ebbi paura e caddi
con la faccia a terra. Egli mi disse: «Figlio dell'uomo, comprendi bene,
questa visione riguarda il tempo della fine». [18]Mentre egli parlava con
me, caddi svenuto con la faccia a terra; ma egli mi toccò e mi fece alzare.
[19]Egli disse: «Ecco io ti rivelo ciò che avverrà al termine dell'ira,
perché la visione riguarda il tempo della fine. [20]Il montone con due
corna, che tu hai visto, significa il re di Media e di Persia; [21]il capro
è il re della Grecia; il gran corno, che era in mezzo ai suoi occhi, è il
primo re. [22]Che quello sia stato spezzato e quattro ne siano sorti al
posto di uno, significa che quattro regni sorgeranno dalla medesima nazione,
ma non con la medesima potenza di lui.
[23]Alla fine del loro regno, quando l'empietà avrà raggiunto il colmo,
sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante. [24]La sua potenza si
rafforzerà, ma non per potenza propria; causerà inaudite rovine, avrà
successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi. [25]Per
la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si insuperbirà in cuor
suo e con inganno farà perire molti: insorgerà contro il principe dei
prìncipi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d'uomo. [26]La visione
di sere e mattine, che è stata spiegata, è vera. Ora tu tieni segreta la
visione, perché riguarda cose che avverranno fra molti giorni».
[27]Io, Daniele, rimasi sfinito e mi sentii male per vari giorni: poi mi
alzai e sbrigai gli affari del re: ma ero stupefatto della visione perché
non la potevo comprendere.
Daniele - Capitolo 9
LA PROFEZIA DELLE SETTANTA SETTIMANE
Preghiera di Daniele
[1]Nell'anno primo di Dario figlio di Serse, della progenie dei Medi, il
quale era stato costituito re sopra il regno dei Caldei, [2]nel primo anno
del suo regno, io Daniele tentavo di comprendere nei libri il numero degli
anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e nei quali si
dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant'anni. [3]Mi
rivolsi al Signore Dio per pregarlo e supplicarlo con il digiuno, veste di
sacco e cenere [4]e feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore
mio Dio: «Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l'alleanza e la
benevolenza verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti,
[5]abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati
ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi!
[6]Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali hanno in tuo nome
parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il
popolo del paese. [7]A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la
vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli
abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i
paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di
te. [8]Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri
prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; [9]al
Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati
contro di lui, [10]non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio nostro, né
seguito quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi servi, i
profeti. [11]Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, s'è allontanato per
non ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi l'esecrazione
scritta nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di
lui.
[12]Egli ha messo in atto quelle parole che aveva pronunziate contro di noi
e i nostri governanti, mandando su di noi un male così grande quale mai,
sotto il cielo, era venuto a Gerusalemme.
[13]Tutto questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto nella
legge di Mosè. Tuttavia noi non abbiamo supplicato il Signore Dio nostro,
convertendoci dalle nostre iniquità e seguendo la tua verità. [14]Il Signore
ha vegliato sopra questo male, l'ha mandato su di noi, poiché il Signore Dio
nostro è giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la
sua voce. [15]Signore Dio nostro, che hai fatto uscire il tuo popolo
dall'Egitto con mano forte e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo
peccato, abbiamo agito da empi. [16]Signore, secondo la tua misericordia, si
plachi la tua ira e il tuo sdegno verso Gerusalemme, tua città, verso il tuo
monte santo, poiché per i nostri peccati e per l'iniquità dei nostri padri
Gerusalemme e il tuo popolo sono oggetto di vituperio presso quanti ci
stanno intorno.
[17]Ora ascolta, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue suppliche e
per amor tuo, o Signore, fà risplendere il tuo volto sopra il tuo santuario,
che è desolato. [18]Porgi l'orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli occhi e
guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato il tuo
nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra
giustizia, ma sulla tua grande misericordia.
[19]Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza
indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato
invocato sulla tua città e sul tuo popolo».
L'angelo Gabriele spiega la profezia
[20]Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e
quello del mio popolo Israele e presentavo la supplica al Signore Dio mio
per il monte santo del mio Dio, [21]mentre dunque parlavo e pregavo,
Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era
l'ora dell'offerta della sera.
[22]Egli mi rivolse questo discorso: «Daniele, sono venuto per istruirti e
farti comprendere.
[23]Fin dall'inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono venuto
per annunziartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora stà attento alla
parola e comprendi la visione:
[24]Settanta settimane sono fissate
per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all'empietà,
mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità,
portare una giustizia eterna,
suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei
santi.
[25]Sappi e intendi bene,
da quando uscì la parola
sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme
fino a un principe consacrato,
vi saranno sette settimane.
Durante sessantadue settimane
saranno restaurati, riedificati piazze e fossati,
e ciò in tempi angosciosi.
[26]Dopo sessantadue settimane,
un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui;
il popolo di un principe che verrà
distruggerà la città e il santuario;
la sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine,
guerra e desolazioni decretate.
[27]Egli stringerà una forte alleanza con molti
per una settimana e, nello spazio di metà settimana,
farà cessare il sacrificio e l'offerta;
sull'ala del tempio porrà l'abominio della
desolazione
e ciò sarà sino alla fine,
fino al termine segnato sul devastatore».
Daniele - Capitolo 10
LA GRANDE VISIONE
IL TEMPO DELL'IRA
Visione dell'uomo vestito di lino
[1]L'anno terzo di Ciro re dei Persiani, fu rivelata una parola a Daniele,
chiamato Baltazzàr. Vera è la parola e la lotta è grande. Egli comprese la
parola e gli fu dato d'intendere la visione.
[2]In quel tempo io, Daniele, feci penitenza per tre settimane, [3]non
mangiai cibo prelibato, non mi entrò in bocca né carne né vino e non mi unsi
d'unguento finché non furono compiute tre settimane. [4]Il giorno
ventiquattro del primo mese, mentre stavo sulla sponda del gran fiume, cioè
il Tigri, [5]alzai gli occhi e guardai ed ecco un uomo vestito di lino, con
ai fianchi una cintura d'oro di Ufàz; [6]il suo corpo somigliava a topazio,
la sua faccia aveva l'aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme
di fuoco, le sue braccia e le gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono
delle sue parole pareva il clamore di una moltitudine.
[7]Soltanto io, Daniele, vidi la visione, mentre gli uomini che erano con me
non la videro, ma un gran terrore si impadronì di loro e fuggirono a
nascondersi. [8]Io rimasi solo a contemplare quella grande visione, mentre
mi sentivo senza forze; il mio colorito si fece smorto e mi vennero meno le
forze.
Apparizione dell'angelo
[9]Udii il suono delle sue parole, ma, appena udito il suono delle sue
parole, caddi stordito con la faccia a terra.
[10]Ed ecco, una mano mi toccò e tutto tremante mi fece alzare sulle
ginocchia, appoggiato sulla palma delle mani. [11]Poi egli mi disse:
«Daniele, uomo prediletto, intendi le parole che io ti rivolgo, alzati in
piedi, poiché ora sono stato mandato a te». Quando mi ebbe detto questo, io
mi alzai in piedi tutto tremante.
[12]Egli mi disse: «Non temere, Daniele, poiché fin dal primo giorno in cui
ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue parole sono
state ascoltate e io sono venuto per le tue parole. [13]Ma il principe del
regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele, uno dei
primi prìncipi, mi è venuto in aiuto e io l'ho lasciato là presso il
principe del re di Persia; [14]ora sono venuto per farti intendere ciò che
avverrà al tuo popolo alla fine dei giorni, poiché c'è ancora una visione
per quei giorni». [15]Mentre egli parlava con me in questa maniera, chinai
la faccia a terra e ammutolii.
[16]Ed ecco uno con sembianze di uomo mi toccò le labbra: io aprii la bocca
e parlai e dissi a colui che era in piedi davanti a me: «Signor mio, nella
visione i miei dolori sono tornati su di me e ho perduto tutte le energie.
[17]Come potrebbe questo servo del mio signore parlare con il mio signore,
dal momento che non è rimasto in me alcun vigore e mi manca anche il
respiro?». [18]Allora di nuovo quella figura d'uomo mi toccò, mi rese le
forze [19]e mi disse: «Non temere, uomo prediletto, pace a te, riprendi
forza, rinfrancati». Mentre egli parlava con me, io mi sentii ritornare le
forze e dissi: «Parli il mio signore perché tu mi hai ridato forza».
L'annunzio profetico
[20]Allora mi disse: «Sai tu perché io sono venuto da te? Ora tornerò di
nuovo a lottare con il principe di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il
principe di Grecia. [21]Io ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro della
verità. Nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principe,
(11,1) e io, nell'anno primo di Dario, mi tenni presso di lui per dargli
rinforzo e sostegno.
Daniele - Capitolo 11
Prime guerre tra Seleucidi e Lagidi
[2]Ed ora io ti manifesterò la verità. Ecco, vi saranno ancora tre re in
Persia: poi il quarto acquisterà ricchezze superiori a tutti gli altri e
dopo essersi reso potente con le ricchezze, muoverà con tutti i suoi contro
il regno di Grecia. [3]Sorgerà quindi un re potente e valoroso, il quale
dominerà sopra un grande impero e farà ciò che vuole; [4]ma appena si sarà
affermato, il suo regno verrà smembrato e diviso ai quattro venti del cielo,
ma non fra i suoi discendenti né con la stessa forza che egli possedeva; il
suo regno sarà infatti smembrato e dato ad altri anziché ai suoi
discendenti.
[5]Il re del mezzogiorno diverrà potente e uno dei suoi capitani sarà più
forte di lui e il suo impero sarà grande. [6]Dopo qualche anno faranno
alleanza e la figlia del re del mezzogiorno verrà al re del settentrione per
fare la pace, ma non potrà mantenere la forza del suo braccio e non
resisterà né lei né la sua discendenza e sarà condannata a morte insieme con
i suoi seguaci, il figlio e il marito. [7]In quel tempo, da un germoglio
delle sue radici sorgerà uno, al posto di costui, e verrà con un esercito e
avanzerà contro le fortezze del re del settentrione, le assalirà e se ne
impadronirà. [8]Condurrà in Egitto i loro dei con le loro immagini e i loro
preziosi oggetti d'oro e d'argento, come preda di guerra, poi per qualche
anno si asterrà dal contendere con il re del settentrione. [9]Questi muoverà
contro il re del mezzogiorno, ma se ne ritornerà nel suo paese.
[10]Poi suo figlio si preparerà alla guerra, raccogliendo una moltitudine di
grandi eserciti, con i quali avanzerà come una inondazione: attraverserà il
paese per attaccare di nuovo battaglia e giungere sino alla sua fortezza.
[11]Il re del mezzogiorno, inasprito, uscirà per combattere con il re del
settentrione, che si muoverà con un grande esercito, ma questo cadrà in
potere del re del mezzogiorno, [12]il quale dopo aver disfatto
quell'esercito si gonfierà d'orgoglio, ma pur avendo abbattuto decine di
migliaia, non per questo sarà più forte. [13]Il re del settentrione di nuovo
metterà insieme un grande esercito, più grande di quello di prima, e dopo
qualche anno avanzerà con un grande esercito e con grande apparato. [14]In
quel tempo molti si alzeranno contro il re del mezzogiorno e uomini violenti
del tuo popolo insorgeranno per adempiere la visione, ma cadranno. [15]Il re
del settentrione verrà, costruirà terrapieni e occuperà una città ben
fortificata. Le forze del mezzogiorno, con truppe scelte, non potranno
resistere, mancherà loro la forza per opporre resistenza. [16]L'invasore
farà ciò che vuole e nessuno gli si potrà opporre; si stabilirà in quella
magnifica terra e la distruzione sarà nelle sue mani. [17]Quindi si proporrà
di occupare tutto il regno del re del mezzogiorno, stipulerà un'alleanza con
lui e gli darà sua figlia per rovinarlo, ma ciò non riuscirà e non
raggiungerà il suo scopo.
[18]Poi volgerà le mire alle isole e ne prenderà molte, ma un comandante
straniero farà cessare la sua arroganza, facendola ricadere sopra di lui.
[19]Si volgerà poi verso le fortezze del proprio paese, ma inciamperà,
cadrà, scomparirà. [20]Sorgerà quindi al suo posto uno che manderà esattori
nella terra perla del suo regno, ma in pochi giorni sarà stroncato, non nel
furore di una rivolta né in battaglia.
Antioco Epifane
[21]Gli succederà poi un uomo abbietto, privo di dignità regale: verrà di
nascosto e occuperà il regno con la frode. [22]Le forze armate saranno
annientate davanti a lui e sarà stroncato anche il capo dell'alleanza.
[23]Non appena sarà stata stipulata un'alleanza con lui, egli agirà con la
frode, crescerà e si consoliderà con poca gente. [24]Entrerà di nascosto nei
luoghi più fertili della provincia e farà cose che né i suoi padri né i
padri dei suoi padri osarono fare; distribuirà alla sua gente preda, spoglie
e ricchezze e ordirà progetti contro le fortezze, ma ciò fino ad un certo
tempo.
[25]La sua potenza e il suo ardire lo spingeranno contro il re del
mezzogiorno con un grande esercito e il re del mezzogiorno verrà a battaglia
con un grande e potente esercito, ma non potrà resistere, perché si
ordiranno congiure contro di lui: [26]i suoi stessi commensali saranno causa
della sua rovina; il suo esercito sarà travolto e molti cadranno uccisi.
[27]I due re non penseranno che a farsi del male a vicenda e seduti alla
stessa tavola parleranno con finzione, ma senza riuscire nei reciproci
intenti, perché li attenderà la fine, al tempo stabilito. [28]Egli ritornerà
nel suo paese con grandi ricchezze e con in cuore l'avversione alla santa
alleanza: agirà secondo i suoi piani e poi ritornerà nel suo paese. [29]Al
tempo determinato verrà di nuovo contro il paese del mezzogiorno, ma
quest'ultima impresa non riuscirà come la prima. [30]Verranno contro lui
navi dei Kittìm ed egli si sentirà scoraggiato e tornerà indietro. Si
volgerà infuriato e agirà contro la santa alleanza, e nel suo ritorno se la
intenderà con coloro che avranno abbandonato la santa alleanza. [31]Forze da
lui armate si muoveranno a profanare il santuario della cittadella,
aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno l'abominio della
desolazione.
[32]Con lusinghe egli sedurrà coloro che avranno apostatato dall'alleanza,
ma quanti riconoscono il proprio Dio si fortificheranno e agiranno. [33]I
più saggi tra il popolo ammaestreranno molti, ma cadranno di spada, saranno
dati alle fiamme, condotti in schiavitù e saccheggiati per molti giorni.
[34]Mentre così cadranno, riceveranno un pò di aiuto: molti però si uniranno
a loro ma senza sincerità. [35]Alcuni saggi cadranno perché fra di loro ve
ne siano di quelli purificati, lavati, resi candidi fino al tempo della
fine, che dovrà venire al tempo stabilito.
[36]Il re dunque farà ciò che vuole, s'innalzerà, si magnificherà sopra ogni
dio e proferirà cose inaudite contro il Dio degli dei e avrà successo finché
non sarà colma l'ira; poiché ciò che è stato determinato si compirà.
[37]Egli non si curerà neppure delle divinità dei suoi padri né del dio
amato dalle donne, né di altro dio, poiché egli si esalterà sopra tutti.
[38]Onorerà invece il dio delle fortezze: onorerà, con oro e argento, con
gemme e con cose preziose, un dio che i suoi padri non hanno mai conosciuto.
[39]Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e colmerà di onori
coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e distribuirà
loro terre in ricompensa.
IL TEMPO DELLA FINE
Fine del persecutore
[40]Al tempo della fine il re del mezzogiorno si scontrerà con lui e il re
del settentrione gli piomberà addosso, come turbine, con carri, con
cavalieri e molte navi; entrerà nel suo territorio invadendolo. [41]Entrerà
anche in quella magnifica terra e molti paesi soccomberanno. Questi però
scamperanno dalla sua mano: Edom, Moab e gran parte degli Ammoniti.
[42]Metterà così la mano su molti paesi; neppure l'Egitto scamperà.
[43]S'impadronirà di tesori d'oro e d'argento e di tutte le cose preziose
d'Egitto: i Libi e gli Etiopi saranno al suo seguito. [44]Ma notizie
dall'oriente e dal settentrione lo turberanno: egli partirà con grande ira
per distruggere e disperdere molti. [45]Pianterà le tende del suo palazzo
fra il mare e il bel monte santo: poi giungerà alla fine e nessuno verrà in
suo aiuto.
Daniele - Capitolo 12
[1]Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli
del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal
sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo
popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
La risurrezione e la retribuzione
[2]Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno:
gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna.
[3]I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che
avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per
sempre.
[4]Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al
tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà
accresciuta».
La profezia sigillata
[5]Io, Daniele, stavo guardando ed ecco altri due che stavano in piedi, uno
di qua sulla sponda del fiume, l'altro di là sull'altra sponda. [6]Uno disse
all'uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume: «Quando si
compiranno queste cose meravigliose?». [7]Udii l'uomo vestito di lino, che
era sulle acque del fiume, il quale, alzate la destra e la sinistra al
cielo, giurò per colui che vive in eterno che tutte queste cose si sarebbero
compiute fra un tempo, tempi e la metà di un tempo, quando sarebbe finito
colui che dissipa le forze del popolo santo.
[8]Io udii bene, ma non compresi, e dissi: «Mio Signore, quale sarà la fine
di queste cose?». [9]Egli mi rispose: «Và, Daniele, queste parole sono
nascoste e sigillate fino al tempo della fine. [10]Molti saranno purificati,
resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente: nessuno degli empi
intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. [11]Ora, dal tempo in cui
sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio della
desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. [12]Beato chi aspetterà
con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni. [13]Tu, và pure
alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei giorni».
Daniele - Capitolo 13
SUSANNA E IL GIUDIZIO DI DANIELE
[1]Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, [2]il quale aveva sposato
una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata
di Dio. [3]I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia
secondo la legge di Mosè. [4]Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino
vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui.
[5]In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di
quelli di cui il Signore ha detto: «L'iniquità è uscita da Babilonia per
opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo».
[6]Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano qualche
lite da risolvere si recavano da loro. [7]Quando il popolo, verso il
mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel
giardino del marito. [8]I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a
passeggiare, furono presi da un'ardente passione per lei: [9]persero il lume
della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare
i giusti giudizi. [10]Eran colpiti tutt'e due dalla passione per lei, [11]ma
l'uno nascondeva all'altro la sua pena, perché si vergognavano di rivelare
la brama che avevano di unirsi a lei. [12]Ogni giorno con maggior desiderio
cercavano di vederla. Un giorno uno disse all'altro: [13]«Andiamo pure a
casa: è l'ora di desinare» e usciti se ne andarono. [14]Ma ritornati
indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda il
motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento
opportuno di poterla sorprendere sola.
[15]Mentre aspettavano l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al
solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva
caldo. [16]Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a
spiarla. [17]Susanna disse alle ancelle: «Portatemi l'unguento e i profumi,
poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno». [18]Esse fecero come
aveva ordinato: chiusero le porte del giardino ed entrarono in casa dalla
porta laterale per portare ciò che Susanna chiedeva, senza accorgersi degli
anziani poiché si erano nascosti. [19]Appena partite le ancelle, i due
anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero: [20]«Ecco,
le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di
passione per te; acconsenti e datti a noi. [21]In caso contrario ti
accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le
ancelle». [22]Susanna, piangendo, esclamò: «Sono alle strette da ogni parte.
Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre
mani. [23]Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare
davanti al Signore!». [24]Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani
gridarono contro di lei [25]e uno di loro corse alle porte del giardino e le
aprì.
[26]I servi di casa, all'udire tale rumore in giardino, si precipitarono
dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo. [27]Quando gli
anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi,
perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
[28]Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, suo
marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per
condannare a morte Susanna. [29]Rivolti al popolo dissero: «Si faccia venire
Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm». Mandarono a chiamarla [30]ed
essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. [31]Susanna era
assai delicata d'aspetto e molto bella di forme; [32]aveva il velo e quei
perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della sua
bellezza. [33]Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
[34]I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua
testa. [35]Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di
fiducia nel Signore. [36]Gli anziani dissero: «Mentre noi stavamo
passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte
del giardino e poi ha licenziato le ancelle. [37]Quindi è entrato da lei un
giovane che era nascosto, e si è unito a lei. [38]Noi che eravamo in un
angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di
loro e li abbiamo sorpresi insieme. [39]Non abbiamo potuto prendere il
giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito.
[40]Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei
non ce l'ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni». [41]La moltitudine
prestò loro fede poiché erano anziani e giudici del popolo e la condannò a
morte. [42]Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i
segreti, che conosci le cose prima che accadano, [43]tu lo sai che hanno
deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente
hanno tramato contro di me». [44]E il Signore ascoltò la sua voce.
[45]Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito
di un giovanetto, chiamato Daniele, [46]il quale si mise a gridare: «Io sono
innocente del sangue di lei!».
[47]Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che vuoi dire con le tue
parole?». [48]Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così
stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza
indagare la verità! [49]Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto
il falso contro di lei».
[50]Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni,
siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono
dell'anzianità». [51]Daniele esclamò: «Separateli bene l'uno dall'altro e io
li giudicherò». [52]Separati che furono, Daniele disse al primo: «O
invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla
luce, [53]quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e
assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e
l'innocente. [54]Ora dunque, se tu hai visto costei, dì: sotto quale albero
tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco». [55]Disse
Daniele: «In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Gia l'angelo
di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due».
[56]Allontanato questo, fece venire l'altro e gli disse: «Razza di Canaan e
non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il
cuore! [57]Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano
a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità.
[58]Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?». Rispose:
«Sotto un leccio». [59]Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti
ricadrà sulla testa. Ecco l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano
per spaccarti in due e così farti morire».
[60]Allora tutta l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che
salva coloro che sperano in lui. [61]Poi insorgendo contro i due anziani, ai
quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il
falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il
prossimo [62]e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu
salvato il sangue innocente. [63]Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio
per la figlia Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti,
per non aver trovato in lei nulla di men che onesto. [64]Da quel giorno in
poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.
Daniele - Capitolo 14
BEL E IL DRAGO
Daniele e i sacerdoti di Bel
[1]Il re Astiage si riunì ai suoi padri e gli succedette nel regno Ciro il
Persiano. [2]Ora Daniele viveva accanto al re, ed era il più onorato di
tutti gli amici del re. [3]I Babilonesi avevano un idolo chiamato Bel, al
quale offrivano ogni giorno dodici sacchi di fior di farina, quaranta pecore
e sei barili di vino. [4]Anche il re venerava questo idolo e andava ogni
giorno ad adorarlo. Daniele però adorava il suo Dio e perciò il re gli
disse: «Perché non adori Bel?». [5]Daniele rispose: «Io non adoro idoli
fatti da mani d'uomo, ma soltanto il Dio vivo che ha fatto il cielo e la
terra e che è signore di ogni essere vivente». [6]«Non credi tu - aggiunse
il re - che Bel sia un dio vivo? Non vedi quanto beve e mangia ogni
giorno?». [7]Rispose Daniele ridendo: «Non t'ingannare, o re: quell'idolo di
dentro è d'argilla e di fuori è di bronzo e non ha mai mangiato né bevuto».
[8]Il re s'indignò e convocati i sacerdoti di Bel, disse loro: «Se voi non
mi dite chi è che mangia tutto questo cibo, morirete; se invece mi proverete
che è Bel che lo mangia, morirà Daniele, perché ha insultato Bel».
[9]Daniele disse al re: «Sia fatto come tu hai detto». Isacerdoti di Bel
erano settanta, senza contare le mogli e i figli. [10]Il re si recò insieme
con Daniele al tempio di Bel [11]e i sacerdoti di Bel gli dissero: «Ecco,
noi usciamo di qui e tu, re, disponi le vivande e mesci il vino temperato;
poi chiudi la porta e sigillala con il tuo anello. Se domani mattina,
venendo, tu riscontrerai che tutto non è stato mangiato da Bel, moriremo
noi, altrimenti morirà Daniele che ci ha calunniati». [12]Essi però non se
ne preoccuparono perché avevano praticato un passaggio segreto sotto la
tavola per il quale passavano abitualmente e consumavano tutto.
[13]Dopo che essi se ne furono andati, il re fece porre i cibi davanti a
Bel: [14]Daniele ordinò ai servi del re di portare un pò di cenere e la
sparsero su tutto il pavimento del tempio alla presenza soltanto del re; poi
uscirono, chiusero la porta, la sigillarono con l'anello del re e se ne
andarono. [15]I sacerdoti vennero di notte, secondo il loro consueto, con le
mogli, i figli, e mangiarono e bevvero tutto. [16]Di buon mattino il re si
alzò, come anche Daniele. [17]Il re domandò: «Sono intatti i sigilli,
Daniele?». «Intatti, re» rispose. [18]Aperta la porta, il re guardò la
tavola ed esclamò: «Tu sei grande, Bel, e nessun inganno è in te!».
[19]Daniele sorrise e, trattenendo il re perché non entrasse, disse: «Guarda
il pavimento ed esamina di chi sono quelle orme». [20]Il re disse: «Vedo
orme d'uomini, di donne e di ragazzi!». [21]Acceso d'ira, fece arrestare i
sacerdoti con le mogli e i figli; gli furono mostrate le porte segrete per
le quali entravano a consumare quanto si trovava sulla tavola. [22]Quindi il
re li fece mettere a morte, consegnò Bel in potere di Daniele che lo
distrusse insieme con il tempio.
Daniele uccide il drago
[23]Vi era un gran drago e i Babilonesi lo veneravano. [24]Il re disse a
Daniele: «Non potrai dire che questo non è un dio vivente; adoralo, dunque».
[25]Daniele rispose: «Io adoro il Signore mio Dio, perché egli è il Dio
vivente; se tu me lo permetti, o re, io, senza spada e senza bastone,
ucciderò il drago». [26]Soggiunse il re: «Te lo permetto». [27]Daniele prese
allora pece, grasso e peli e li fece cuocere insieme, poi ne preparò focacce
e le gettò in bocca al drago che le inghiottì e scoppiò; quindi soggiunse:
«Ecco che cosa adoravate!».
[28]Quando i Babilonesi lo seppero, ne furono molto indignati e insorsero
contro il re, dicendo: «Il re è diventato Giudeo: ha distrutto Bel, ha
ucciso il drago, ha messo a morte i sacerdoti». [29]Andarono da lui dicendo:
«Consegnaci Daniele, altrimenti uccidiamo te e la tua famiglia!». [30]Quando
il re vide che lo assalivano con violenza, costretto dalla necessità
consegnò loro Daniele.
Daniele nella fossa dei leoni
[31]Ed essi lo gettarono nella fossa dei leoni, dove rimase sei giorni.
[32]Nella fossa vi erano sette leoni, ai quali venivano dati ogni giorno due
cadaveri e due pecore: ma quella volta non fu dato loro niente perché
divorassero Daniele.
[33]Si trovava allora in Giudea il profeta Abacuc il quale aveva fatto una
minestra e spezzettato il pane in un recipiente e andava a portarlo nel
campo ai mietitori. [34]L'angelo del Signore gli disse: «Porta questo cibo a
Daniele in Babilonia nella fossa dei leoni». [35]Ma Abacuc rispose:
«Signore, Babilonia non l'ho mai vista e la fossa non la conosco».
[36]Allora l'angelo del Signore lo prese per i capelli e con la velocità del
vento lo trasportò in Babilonia e lo posò sull'orlo della fossa dei leoni.
[37]Gridò Abacuc: «Daniele, Daniele, prendi il cibo che Dio ti ha mandato».
[38]Daniele esclamò: «Dio, ti sei ricordato di me e non hai abbandonato
coloro che ti amano». [39]Alzatosi, Daniele si mise a mangiare, mentre
l'angelo di Dio riportava subito Abacuc nel luogo di prima.
[40]Il settimo giorno il re andò per piangere Daniele e giunto alla fossa
guardò e vide Daniele seduto. [41]Allora esclamò ad alta voce: «Grande tu
sei, Signore Dio di Daniele, e non c'è altro dio all'infuori di te!».
[42]Poi fece uscire Daniele dalla fossa e vi fece gettare coloro che
volevano la sua rovina ed essi furono subito divorati sotto i suoi occhi.

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