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NUOVO TESTAMENTO - LETTERE DI PAOLO AD I CORINZI

VANGELO - LETTERE DI PAOLO AI CORINZI

Corinzi 1 - Capitolo 1
PREAMBOLO
Indirizzo e saluto. Ringraziamento
[1]Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e
il fratello Sòstene, [2]alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che
sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a
tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù
Cristo, Signore nostro e loro: [3]grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e
dal Signore Gesù Cristo.
[4]Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio
che vi è stata data in Cristo Gesù, [5]perché in lui siete stati arricchiti
di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza. [6]La
testimonianza di Cristo si è infatti stabilita tra voi così saldamente,
[7]che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la
manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. [8]Egli vi confermerà sino
alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo:
[9]fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio
suo Gesù Cristo, Signore nostro!

I. DIVISIONI E SCANDALI
1. I PARTITI NELLA CHIESA DI CORINTO
Le divisioni tra fedeli
[10]Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù
Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni
tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. [11]Mi è stato
segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi
sono discordie tra voi. [12]Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice:
«Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di
Cristo!».
[13]Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è
nel nome di Paolo che siete stati battezzati? [14]Ringrazio Dio di non aver
battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio, [15]perché nessuno possa
dire che siete stati battezzati nel mio nome. [16]Ho battezzato, è vero,
anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato
alcuno.

Sapienza del mondo e sapienza cristiana
[17]Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il
vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la
croce di Cristo. [18]La parola della croce infatti è stoltezza per quelli
cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di
Dio. [19]Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.

[20]Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di
questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo
mondo? [21]Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta
la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i
credenti con la stoltezza della predicazione. [22]E mentre i Giudei chiedono
i miracoli e i Greci cercano la sapienza, [23]noi predichiamo Cristo
crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; [24]ma per coloro
che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e
sapienza di Dio. [25]Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli
uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

[26]Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi
molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. [27]Ma
Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha
scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, [28]Dio ha scelto
ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a
nulla le cose che sono, [29]perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a
Dio. [30]Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di
Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione,
[31]perché, come sta scritto:

Chi si vanta si vanti nel Signore.

Corinzi 1 - Capitolo 2

[1]Anch'io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato
ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di
sapienza. [2]Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non
Gesù Cristo, e questi crocifisso. [3]Io venni in mezzo a voi in debolezza e
con molto timore e trepidazione; [4]e la mia parola e il mio messaggio non
si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione
dello Spirito e della sua potenza, [5]perché la vostra fede non fosse
fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

[6]Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di
questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al
nulla; [7]parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta
nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria.
[8]Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se
l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
[9]Sta scritto infatti:

Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.

[10]Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti
scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. [11]Chi conosce i segreti
dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di
Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. [12]Ora,
noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per
conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. [13]Di queste cose noi parliamo,
non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo
Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. [14]L'uomo
naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia
per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per
mezzo dello Spirito. [15]L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza
poter essere giudicato da nessuno.

[16]Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore
in modo da poterlo dirigere?

Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.

Corinzi 1 - Capitolo 3

[1]Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini
spirituali, ma come ad esseri carnali, come a neonati in Cristo. [2]Vi ho
dato da bere latte, non un nutrimento solido, perché non ne eravate capaci.
E neanche ora lo siete; [3]perché siete ancora carnali: dal momento che c'è
tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in
maniera tutta umana?

[4]Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non
vi dimostrate semplicemente uomini?

La vera funzione dei predicatori
[5]Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete
venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. [6]Io ho
piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. [7]Ora né chi
pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. [8]Non c'è
differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede
secondo il proprio lavoro. [9]Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi
siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.
[10]Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente
architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma
ciascuno stia attento come costruisce. [11]Infatti nessuno può porre un
fondamento diverso da quello che gia vi si trova, che è Gesù Cristo. [12]E
se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre
preziose, legno, fieno, paglia, [13]l'opera di ciascuno sarà ben visibile:
la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco
proverà la qualità dell'opera di ciascuno. [14]Se l'opera che uno costruì
sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; [15]ma se
l'opera finirà bruciata, sarà punito: tuttavia egli si salverà, però come
attraverso il fuoco. [16]Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito
di Dio abita in voi? [17]Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà
lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

[18]Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo
mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; [19]perché la sapienza di
questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti:

Egli prende i sapienti per mezzo della loro astuzia.

[20]E ancora:

Il Signore sa che i disegni dei sapienti sono vani.

[21]Quindi nessuno ponga la sua gloria negli uomini, perché tutto è vostro:
[22]Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il
futuro: tutto è vostro! [23]Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.

Corinzi 1 - Capitolo 4

[1]Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri
di Dio. [2]Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti
fedele. [3]A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un
consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso, [4]perché anche se non
sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio
giudice è il Signore! [5]Non vogliate perciò giudicare nulla prima del
tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre
e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da
Dio.

[6]Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo
per vostro profitto perché impariate nelle nostre persone a stare a ciò che
è scritto e non vi gonfiate d'orgoglio a favore di uno contro un altro.
[7]Chi dunque ti ha dato questo privilegio? Che cosa mai possiedi che tu non
abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi
ricevuto?

[8]Gia siete sazi, gia siete diventati ricchi; senza di noi gia siete
diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con
voi. [9]Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo
posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo,
agli angeli e agli uomini. [10]Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in
Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. [11]Fino a
questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo
schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, [12]ci affatichiamo
lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati,
sopportiamo; [13]calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura
del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.

Ammonizioni
[14]Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come
figli miei carissimi. [15]Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi
in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in
Cristo Gesù, mediante il vangelo. [16]Vi esorto dunque, fatevi miei
imitatori! [17]Per questo appunto vi ho mandato Timòteo, mio figlio diletto
e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria le vie che vi ho
indicato in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa.
[18]Come se io non dovessi più venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi
d'orgoglio. [19]Ma verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto
allora non gia delle parole di quelli, gonfi di orgoglio, ma di ciò che
veramente sanno fare, [20]perché il regno di Dio non consiste in parole, ma
in potenza. [21]Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e
con spirito di dolcezza?

Corinzi 1 - Capitolo 5

2. IL CASO DI INCESTO
[1]Si sente da per tutto parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità
tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con
la moglie di suo padre. [2]E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che
esserne afflitti, in modo che si tolga di mezzo a voi chi ha compiuto una
tale azione! [3]Orbene, io, assente col corpo ma presente con lo spirito, ho
gia giudicato come se fossi presente colui che ha compiuto tale azione:
[4]nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il mio
spirito, con il potere del Signore nostro Gesù, [5]questo individuo sia dato
in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinchè il suo spirito
possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore.
[6]Non è una bella cosa il vostro vanto. Non sapete che un pò di lievito fa
fermentare tutta la pasta? [7]Togliete via il lievito vecchio, per essere
pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato
immolato! [8]Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con
lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità.

[9]Vi ho scritto nella lettera precedente di non mescolarvi con gli
impudichi. [10]Non mi riferivo però agli impudichi di questo mondo o agli
avari, ai ladri o agli idolàtri: altrimenti dovreste uscire dal mondo!
[11]Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello, ed è impudico
o avaro o idolàtra o maldicente o ubriacone o ladro; con questi tali non
dovete neanche mangiare insieme. [12]Spetta forse a me giudicare quelli di
fuori? Non sono quelli di dentro che voi giudicate? [13]Quelli di fuori li
giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi!

Corinzi 1 - Capitolo 6

3. L'APPELLO AI TRIBUNALI PAGANI
[1]V'è tra voi chi, avendo una questione con un altro, osa farsi giudicare
dagli ingiusti anziché dai santi? [2]O non sapete che i santi giudicheranno
il mondo? E se è da voi che verrà giudicato il mondo, siete dunque indegni
di giudizi di minima importanza? [3]Non sapete che giudicheremo gli angeli?
Quanto più le cose di questa vita!
[4]Se dunque avete liti per cose di questo mondo, voi prendete a giudici
gente senza autorità nella Chiesa? [5]Lo dico per vostra vergogna! Cosicché
non vi sarebbe proprio nessuna persona saggia tra di voi che possa far da
arbitro tra fratello e fratello? [6]No, anzi, un fratello viene chiamato in
giudizio dal fratello e per di più davanti a infedeli! [7]E dire che è gia
per voi una sconfitta avere liti vicendevoli! Perché non subire piuttosto
l'ingiustizia? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi
appartiene? [8]Siete voi invece che commettete ingiustizia e rubate, e ciò
ai fratelli! [9]O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di
Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, [10]né
effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né
rapaci erediteranno il regno di Dio.

[11]E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati
santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e
nello Spirito del nostro Dio!

4. LA FORNICAZIONE
[12]«Tutto mi è lecito!». Ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Ma io
non mi lascerò dominare da nulla. [13]«I cibi sono per il ventre e il ventre
per i cibi!». Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per
l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. [14]Dio poi,
che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
[15]Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le
membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! [16]O non
sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I
due saranno, è detto, un corpo solo. [17]Ma chi si unisce al Signore forma
con lui un solo spirito. [18]Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato
l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione,
pecca contro il proprio corpo. [19]O non sapete che il vostro corpo è tempio
dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a
voi stessi? [20]Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate
dunque Dio nel vostro corpo!

Corinzi 1 - Capitolo 7

II. SOLUZIONE DI DIVERSI PROBLEMI
1. MATRIMONIO E VERGINITA'
[1]Quanto poi alle cose di cui mi avete scritto, è cosa buona per l'uomo non
toccare donna; [2]tuttavia, per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno
abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.
[3]Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la
moglie verso il marito. [4]La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo
è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio
corpo, ma lo è la moglie. [5]Non astenetevi tra voi se non di comune accordo
e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare
insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione. [6]Questo però
vi dico per concessione, non per comando. [7]Vorrei che tutti fossero come
me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.

[8]Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come
sono io; [9]ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio
sposarsi che ardere.

[10]Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi
dal marito - [11]e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili
con il marito - e il marito non ripudi la moglie.

[12]Agli altri dico io, non il Signore: se un nostro fratello ha la moglie
non credente e questa consente a rimanere con lui, non la ripudi; [13]e una
donna che abbia il marito non credente, se questi consente a rimanere con
lei, non lo ripudi: [14]perché il marito non credente viene reso santo dalla
moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito
credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre invece sono
santi. [15]Ma se il non credente vuol separarsi, si separi; in queste
circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a servitù; Dio vi ha
chiamati alla pace! [16]E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne
sai tu, uomo, se salverai la moglie?

[17]Fuori di questi casi, ciascuno continui a vivere secondo la condizione
che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo ha chiamato; così dispongo
in tutte le chiese. [18]Qualcuno è stato chiamato quando era circonciso? Non
lo nasconda! E' stato chiamato quando non era ancora circonciso? Non si
faccia circoncidere! [19]La circoncisione non conta nulla, e la non
circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di
Dio. [20]Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato.
[21]Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi
diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione! [22]Perché lo
schiavo che è stato chiamato nel Signore, è un liberto affrancato del
Signore! Similmente chi è stato chiamato da libero, è schiavo di Cristo.
[23]Siete stati comprati a caro prezzo: non fatevi schiavi degli uomini!
[24]Ciascuno, fratelli, rimanga davanti a Dio in quella condizione in cui
era quando è stato chiamato.

[25]Quanto alle vergini, non ho alcun comando dal Signore, ma do un
consiglio, come uno che ha ottenuto misericordia dal Signore e merita
fiducia. [26]Penso dunque che sia bene per l'uomo, a causa della presente
necessità, di rimanere così. [27]Ti trovi legato a una donna? Non cercare di
scioglierti. Sei sciolto da donna? Non andare a cercarla. [28]Però se ti
sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato.
Tuttavia costoro avranno tribolazioni nella carne, e io vorrei
risparmiarvele.

[29]Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora
innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; [30]coloro
che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non
godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; [31]quelli che
usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di
questo mondo! [32]Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato
si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; [33]chi
è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla
moglie, [34]e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine,
si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello
spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come
possa piacere al marito. [35]Questo poi lo dico per il vostro bene, non per
gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti
al Signore senza distrazioni.

[36]Se però qualcuno ritiene di non regolarsi convenientemente nei riguardi
della sua vergine, qualora essa sia oltre il fiore dell'età, e conviene che
accada così, faccia ciò che vuole: non pecca. Si sposino pure! [37]Chi
invece è fermamente deciso in cuor suo, non avendo nessuna necessità, ma è
arbitro della propria volontà, ed ha deliberato in cuor suo di conservare la
sua vergine, fa bene. [38]In conclusione, colui che sposa la sua vergine fa
bene e chi non la sposa fa meglio.

[39]La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il
marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore.
[40]Ma se rimane così, a mio parere è meglio; credo infatti di avere anch'io
lo Spirito di Dio.

Corinzi 1 - Capitolo 8

2. GLI IDOLOTITI
L'aspetto teorico
[1]Quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo di averne tutti
scienza. [2]Ma la scienza gonfia, mentre la carità edifica. Se alcuno crede
di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere. [3]Chi
invece ama Dio, è da lui conosciuto. [4]Quanto dunque al mangiare le carni
immolate agli idoli, noi sappiamo che non esiste alcun idolo al mondo e che
non c'è che un Dio solo. [5]E in realtà, anche se vi sono cosiddetti dei sia
nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dei e molti signori,
[6]per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo
per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le
cose e noi esistiamo per lui.
Il punto di vista della carità
[7]Ma non tutti hanno questa scienza; alcuni, per la consuetudine avuta fino
al presente con gli idoli, mangiano le carni come se fossero davvero
immolate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com'è, resta
contaminata. [8]Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non
ne mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone ne abbiamo un
vantaggio. [9]Badate però che questa vostra libertà non divenga occasione di
caduta per i deboli. [10]Se uno infatti vede te, che hai la scienza, stare a
convito in un tempio di idoli, la coscienza di quest'uomo debole non sarà
forse spinta a mangiare le carni immolate agli idoli? [11]Ed ecco, per la
tua scienza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è
morto! [12]Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza
debole, voi peccate contro Cristo. [13]Per questo, se un cibo scandalizza il
mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio
fratello.
Corinzi 1 - Capitolo 9

L'esempio di Paolo
[1]Non sono forse libero, io? Non sono un apostolo? Non ho veduto Gesù,
Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? [2]Anche se per
altri non sono apostolo, per voi almeno lo sono; voi siete il sigillo del
mio apostolato nel Signore. [3]Questa è la mia difesa contro quelli che mi
accusano. [4]Non abbiamo forse noi il diritto di mangiare e di bere? [5]Non
abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche
gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? [6]Ovvero solo io e
Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare?
[7]E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna
senza mangiarne il frutto? O chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del
latte del gregge? [8]Io non dico questo da un punto di vista umano; è la
Legge che dice così. [9]Sta scritto infatti nella legge di Mosè: Non
metterai la museruola al bue che trebbia. Forse Dio si dà pensiero dei buoi?
[10]Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché
colui che ara deve arare nella speranza di avere la sua parte, come il
trebbiatore trebbiare nella stessa speranza. [11]Se noi abbiamo seminato in
voi le cose spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali?
[12]Se gli altri hanno tale diritto su di voi, non l'avremmo noi di più? Noi
però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo per
non recare intralcio al vangelo di Cristo. [13]Non sapete che coloro che
celebrano il culto traggono il vitto dal culto, e coloro che attendono
all'altare hanno parte dell'altare? [14]Così anche il Signore ha disposto
che quelli che annunziano il vangelo vivano del vangelo.

[15]Ma io non mi sono avvalso di nessuno di questi diritti, né ve ne scrivo
perché ci si regoli in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno
mi toglierà questo vanto! [16]Non è infatti per me un vanto predicare il
vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! [17]Se
lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio
di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. [18]Quale è dunque
la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare
del diritto conferitomi dal vangelo.

[19]Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per
guadagnarne il maggior numero: [20]mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per
guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come
uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di
guadagnare coloro che sono sotto la legge. [21]Con coloro che non hanno
legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la
legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che
sono senza legge. [22]Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i
deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.
[23]Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.

[24]Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo
conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! [25]Però
ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona
corruttibile, noi invece una incorruttibile. [26]Io dunque corro, ma non
come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l'aria,
[27]anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non
succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.

Corinzi 1 - Capitolo 10

Il punto di vista della prudenza e le lezioni della storia di Israele
[1]Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono
tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, [2]tutti furono
battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, [3]tutti mangiarono
lo stesso cibo spirituale, [4]tutti bevvero la stessa bevanda spirituale:
bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella
roccia era il Cristo. [5]Ma della maggior parte di loro Dio non si
compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.
[6]Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose
cattive, come essi le desiderarono. [7]Non diventate idolàtri come alcuni di
loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e
poi si alzò per divertirsi. [8]Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi
si abbandonarono alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila.
[9]Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero
vittime dei serpenti. [10]Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e
caddero vittime dello sterminatore. [11]Tutte queste cose però accaddero a
loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i
quali è arrivata la fine dei tempi. [12]Quindi, chi crede di stare in piedi,
guardi di non cadere. [13]Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non
umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le
vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza
per sopportarla.

I pasti sacri. Non patteggiare con l'idolatria
[14]Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria. [15]Parlo come a persone
intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico: [16]il calice della
benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di
Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di
Cristo? [17]Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo
solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane. [18]Guardate Israele
secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse
in comunione con l'altare?
[19]Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche
cosa? O che un idolo è qualche cosa? [20]No, ma dico che i sacrifici dei
pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate
in comunione con i demòni; [21]non potete bere il calice del Signore e il
calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla
mensa dei demòni. [22]O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo
forse più forti di lui?

Gli idolotiti. Soluzioni pratiche
[23]«Tutto è lecito!». Ma non tutto è utile! «Tutto è lecito!». Ma non tutto
edifica. [24]Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui. [25]Tutto ciò
che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di
coscienza, [26]perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene.
[27]Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto
quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di
coscienza. [28]Ma se qualcuno vi dicesse: «E' carne immolata in sacrificio»,
astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per
motivo di coscienza; [29]della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro. Per
qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al
giudizio della coscienza altrui? [30]Se io con rendimento di grazie
partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo
grazie?

Conclusione
[31]Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra
cosa, fate tutto per la gloria di Dio. [32]Non date motivo di scandalo né ai
Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; [33]così come io mi sforzo di
piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti,
perché giungano alla salvezza.
Corinzi 1 - Capitolo 11

3. IL BUON ORDINE NELLE ASSEMBLEE
L'abbigliamento delle donne
[1]Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
[2]Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le
tradizioni così come ve le ho trasmesse. [3]Voglio però che sappiate che di
ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è
Dio. [4]Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di
riguardo al proprio capo. [5]Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo
sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse
rasata. [6]Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i
capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi,
allora si copra.

[7]L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio;
la donna invece è gloria dell'uomo. [8]E infatti non l'uomo deriva dalla
donna, ma la donna dall'uomo; [9]né l'uomo fu creato per la donna, ma la
donna per l'uomo. [10]Per questo la donna deve portare sul capo un segno
della sua dipendenza a motivo degli angeli. [11]Tuttavia, nel Signore, né la
donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; [12]come infatti la donna
deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da
Dio. [13]Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera
a Dio col capo scoperto? [14]Non è forse la natura stessa a insegnarci che è
indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, [15]mentre è una gloria
per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di
velo. [16]Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo
questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.

Il "pasto del Signore"
[17]E mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il fatto che le
vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio. [18]Innanzi
tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra
voi, e in parte lo credo. [19]E' necessario infatti che avvengano divisioni
tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a
voi. [20]Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare
la cena del Signore. [21]Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena,
prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco. [22]Non
avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il
disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che devo
dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
[23]Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho
trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del
pane [24]e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio
corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». [25]Allo stesso modo,
dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria
di me». [26]Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di
questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
[27]Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del
Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. [28]Ciascuno,
pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo
calice; [29]perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore,
mangia e beve la propria condanna. [30]E' per questo che tra voi ci sono
molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. [31]Se però ci
esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; [32]quando
poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non esser condannati
insieme con questo mondo.

[33]Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli
uni gli altri. [34]E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi
raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia
venuta.

Corinzi 1 - Capitolo 12

I doni spirituali o "carismi"
[1]Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate
nell'ignoranza. [2]Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi
lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l'impulso del momento.
[3]Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello
Spirito di Dio può dire «Gesù è anàtema», così nessuno può dire «Gesù è
Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo.
Diversità e unità dei carismi
[4]Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; [5]vi sono
diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; [6]vi sono diversità di
operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. [7]E a ciascuno è
data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: [8]a
uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro
invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; [9]a uno
la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni
per mezzo dell'unico Spirito; [10]a uno il potere dei miracoli; a un altro
il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un
altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle
lingue. [11]Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le
opera, distribuendole a ciascuno come vuole.
Paragone del corpo
[12]Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le
membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. [13]E in
realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un
solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a
un solo Spirito. [14]Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte
membra. [15]Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al
corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. [16]E se l'orecchio
dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per
questo non farebbe più parte del corpo. [17]Se il corpo fosse tutto occhio,
dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? [18]Ora, invece,
Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto.
[19]Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? [20]Invece
molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. [21]Non può l'occhio dire alla
mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi».
[22]Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più
necessarie; [23]e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le
circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con
maggior decenza, [24]mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha
composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, [25]perché
non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le
une delle altre. [26]Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono
insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
[27]Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.
La gerarchia dei carismi. Inno alla carità
[28]Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli,
in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i
miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare,
delle lingue. [29]Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri?
Tutti operatori di miracoli? [30]Tutti possiedono doni di far guarigioni?
Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?
[31]Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di
tutte.

Corinzi 1 - Capitolo 13

[1]Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la
carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

[2]E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta
la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le
montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

[3]E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per
esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

[4]La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non
si vanta, non si gonfia, [5]non manca di rispetto, non cerca il suo
interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, [6]non gode
dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. [7]Tutto copre, tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta. [8]La carità non avrà mai fine. Le profezie
scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. [9]La
nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. [10]Ma
quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
[11]Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da
bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. [12]Ora
vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia
a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente,
come anch'io sono conosciuto.

[13]Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la
carità; ma di tutte più grande è la carità!

Corinzi 1 - Capitolo 14

Gerarchia dei carismi in vista dell'utilità comune
[1]Ricercate la carità. Aspirate pure anche ai doni dello Spirito,
soprattutto alla profezia. [2]Chi infatti parla con il dono delle lingue non
parla agli uomini, ma a Dio, giacchè nessuno comprende, mentre egli dice per
ispirazione cose misteriose. [3]Chi profetizza, invece, parla agli uomini
per loro edificazione, esortazione e conforto. [4]Chi parla con il dono
delle lingue edifica se stesso, chi profetizza edifica l'assemblea.
[5]Vorrei vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, ma preferisco che
abbiate il dono della profezia; in realtà è più grande colui che profetizza
di colui che parla con il dono delle lingue, a meno che egli anche non
interpreti, perché l'assemblea ne riceva edificazione.
[6]E ora, fratelli, supponiamo che io venga da voi parlando con il dono
delle lingue; in che cosa potrei esservi utile, se non vi parlassi in
rivelazione o in scienza o in profezia o in dottrina? [7]E' quanto accade
per gli oggetti inanimati che emettono un suono, come il flauto o la cetra;
se non si distinguono con chiarezza i suoni, come si potrà distinguere ciò
che si suona col flauto da ciò che si suona con la cetra? [8]E se la tromba
emette un suono confuso, chi si preparerà al combattimento? [9]Così anche
voi, se non pronunziate parole chiare con la lingua, come si potrà
comprendere ciò che andate dicendo? Parlerete al vento! [10]Nel mondo vi
sono chissà quante varietà di lingue e nulla è senza un proprio linguaggio;
[11]ma se io non conosco il valore del suono, sono come uno straniero per
colui che mi parla, e chi mi parla sarà uno straniero per me.

[12]Quindi anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate di
averne in abbondanza, per l'edificazione della comunità. [13]Perciò chi
parla con il dono delle lingue, preghi di poterle interpretare. [14]Quando
infatti prego con il dono delle lingue, il mio spirito prega, ma la mia
intelligenza rimane senza frutto. [15]Che fare dunque? Pregherò con lo
spirito, ma pregherò anche con l'intelligenza; canterò con lo spirito, ma
canterò anche con l'intelligenza. [16]Altrimenti se tu benedici soltanto con
lo spirito, colui che assiste come non iniziato come potrebbe dire l'Amen al
tuo ringraziamento, dal momento che non capisce quello che dici? [17]Tu puoi
fare un bel ringraziamento, ma l'altro non viene edificato. [18]Grazie a
Dio, io parlo con il dono delle lingue molto più di tutti voi; [19]ma in
assemblea preferisco dire cinque parole con la mia intelligenza per istruire
anche gli altri, piuttosto che diecimila parole con il dono delle lingue.

[20]Fratelli, non comportatevi da bambini nei giudizi; siate come bambini
quanto a malizia, ma uomini maturi quanto ai giudizi. [21]Sta scritto nella
Legge:

Parlerò a questo popolo in altre lingue
e con labbra di stranieri,
ma neanche così mi ascolteranno, dice il Signore. [22]Quindi le lingue non
sono un segno per i credenti ma per i non credenti, mentre la profezia non è
per i non credenti ma per i credenti. [23]Se, per esempio, quando si raduna
tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e
sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che
siete pazzi? [24]Se invece tutti profetassero e sopraggiungesse qualche non
credente o un non iniziato, verrebbe convinto del suo errore da tutti,
giudicato da tutti; [25]sarebbero manifestati i segreti del suo cuore, e
così prostrandosi a terra adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è
fra voi.

I carismi. Regole pratiche
[26]Che fare dunque, fratelli? Quando vi radunate ognuno può avere un salmo,
un insegnamento, una rivelazione, un discorso in lingue, il dono di
interpretarle. Ma tutto si faccia per l'edificazione.[27]Quando si parla con
il dono delle lingue, siano in due o al massimo in tre a parlare, e per
ordine; uno poi faccia da interprete. [28]Se non vi è chi interpreta,
ciascuno di essi taccia nell'assemblea e parli solo a se stesso e a Dio.
[29]I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino. [30]Se uno di
quelli che sono seduti riceve una rivelazione, il primo taccia: [31]tutti
infatti potete profetare, uno alla volta, perché tutti possano imparare ed
essere esortati. [32]Ma le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse
ai profeti, [33]perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace.
[34]Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano
perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice
anche la legge. [35]Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i
loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea.

[36]Forse la parola di Dio è partita da voi? O è giunta soltanto a voi?
[37]Chi ritiene di essere profeta o dotato di doni dello Spirito, deve
riconoscere che quanto scrivo è comando del Signore; [38]se qualcuno non lo
riconosce, neppure lui è riconosciuto. [39]Dunque, fratelli miei, aspirate
alla profezia e, quanto al parlare con il dono delle lingue, non impeditelo.
[40]Ma tutto avvenga decorosamente e con ordine.

Corinzi 1 - Capitolo 15

III. LA RISURREZIONE DEI MORTI
Il fatto della risurrezione
[1]Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete
ricevuto, nel quale restate saldi, [2]e dal quale anche ricevete la
salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato.
Altrimenti, avreste creduto invano!
[3]Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che
cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, [4]fu sepolto ed
è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, [5]e che apparve a Cefa
e quindi ai Dodici. [6]In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in
una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono
morti. [7]Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.
[8]Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. [9]Io infatti sono
l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato
apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. [10]Per grazia di Dio
però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho
faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
[11]Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

[12]Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire
alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? [13]Se non esiste
risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! [14]Ma se Cristo non è
risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra
fede. [15]Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio
abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha
risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. [16]Se infatti i morti non
risorgono, neanche Cristo è risorto; [17]ma se Cristo non è risorto, è vana
la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. [18]E anche quelli che
sono morti in Cristo sono perduti. [19]Se poi noi abbiamo avuto speranza in
Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli
uomini.

[20]Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono
morti. [21]Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo
verrà anche la risurrezione dei morti; [22]e come tutti muoiono in Adamo,
così tutti riceveranno la vita in Cristo. [23]Ciascuno però nel suo ordine:
prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di
Cristo; [24]poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre,
dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza.
[25]Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici
sotto i suoi piedi. [26]L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte,
[27]perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice che ogni
cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha
sottomesso ogni cosa. [28]E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche
lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa,
perché Dio sia tutto in tutti.

[29]Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i
morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per
loro? [30]E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente? [31]Ogni
giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto,
fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore! [32]Se soltanto per ragioni umane
io avessi combattuto a Efeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i
morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo. [33]Non
lasciatevi ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi».
[34]Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti
dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.

Il modo della risurrezione
[35]Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?».
[36]Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; [37]e
quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di
grano per esempio o di altro genere. [38]E Dio gli dà un corpo come ha
stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. [39]Non ogni carne è la
medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra
quella di uccelli e altra quella di pesci. [40]Vi sono corpi celesti e corpi
terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei
corpi terrestri. [41]Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della
luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da
un'altra nello splendore. [42]Così anche la risurrezione dei morti: si
semina corruttibile e risorge incorruttibile; [43]si semina ignobile e
risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; [44]si semina
un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto
che [45]il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo
divenne spirito datore di vita. [46]Non vi fu prima il corpo spirituale, ma
quello animale, e poi lo spirituale. [47]Il primo uomo tratto dalla terra è
di terra, il secondo uomo viene dal cielo. [48]Quale è l'uomo fatto di
terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti.
[49]E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo
l'immagine dell'uomo celeste. [50]Questo vi dico, o fratelli: la carne e il
sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può
ereditare l'incorruttibilità.

[51]Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti
saremo trasformati, [52]in un istante, in un batter d'occhio, al suono
dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno
incorrotti e noi saremo trasformati. [53]E' necessario infatti che questo
corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si
vesta di immortalità.

Inno trionfale
[54]Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità
e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
[55]Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? [56]Il pungiglione della morte è il
peccato e la forza del peccato è la legge. [57]Siano rese grazie a Dio che
ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! [58]Perciò,
fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre
nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

Corinzi 1 - Capitolo 16

CONCLUSIONE
Raccomandazioni. Saluti. Augurio finale
[1]Quanto poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi come ho
ordinato alle Chiese della Galazia. [2]Ogni primo giorno della settimana
ciascuno metta da parte ciò che gli è riuscito di risparmiare, perché non si
facciano le collette proprio quando verrò io. [3]Quando poi giungerò,
manderò con una mia lettera quelli che voi avrete scelto per portare il dono
della vostra liberalità a Gerusalemme. [4]E se converrà che vada anch'io,
essi partiranno con me.
[5]Verrò da voi dopo aver attraversato la Macedonia, poiché la Macedonia
intendo solo attraversarla; [6]ma forse mi fermerò da voi o anche passerò
l'inverno, perché siate voi a predisporre il necessario per dove andrò.
[7]Non voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di trascorrere un pò di
tempo con voi, se il Signore lo permetterà. [8]Mi fermerò tuttavia a Efeso
fino a Pentecoste, [9]perché mi si è aperta una porta grande e propizia,
anche se gli avversari sono molti. [10]Quando verrà Timòteo, fate che non si
trovi in soggezione presso di voi, giacchè anche lui lavora come me per
l'opera del Signore. [11]Nessuno dunque gli manchi di riguardo; al
contrario, accomiatatelo in pace, perché ritorni presso di me: io lo aspetto
con i fratelli. [12]Quanto poi al fratello Apollo, l'ho pregato vivamente di
venire da voi con i fratelli, ma non ha voluto assolutamente saperne di
partire ora; verrà tuttavia quando gli si presenterà l'occasione.

[13]Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti.
[14]Tutto si faccia tra voi nella carità. [15]Una raccomandazione ancora, o
fratelli: conoscete la famiglia di Stefana, che è primizia dell'Acaia; hanno
dedicato se stessi a servizio dei fedeli; [16]siate anche voi deferenti
verso di loro e verso quanti collaborano e si affaticano con loro. [17]Io mi
rallegro della visita di Stefana, di Fortunato e di Acàico, i quali hanno
supplito alla vostra assenza; [18]essi hanno allietato il mio spirito e
allieteranno anche il vostro. Sappiate apprezzare siffatte persone.

[19]Le comunità dell'Asia vi salutano. Vi salutano molto nel Signore Aquila
e Prisca, con la comunità che si raduna nella loro casa. [20]Vi salutano i
fratelli tutti. Salutatevi a vicenda con il bacio santo.

[21]Il saluto è di mia mano, di Paolo. [22]Se qualcuno non ama il Signore
sia anàtema. Marana tha: vieni, o Signore! [23]La grazia del Signore Gesù
sia con voi. [24]Il mio amore con tutti voi in Cristo Gesù!
Corinzi 2 - Capitolo 1
PREAMBOLO
Indirizzo e saluto. Ringraziamento
[1]Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo,
alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell'intera Acaia:
[2]grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
[3]Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre
misericordioso e Dio di ogni consolazione, [4]il quale ci consola in ogni
nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si
trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo
consolati noi stessi da Dio. [5]Infatti, come abbondano le sofferenze di
Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra
consolazione. [6]Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e
salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si
dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi
sopportiamo. [7]La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti
che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della
consolazione. [8]Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la
tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là
delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita. [9]Abbiamo addirittura
ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia
in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. [10]Da quella morte però
egli ci ha liberato e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in
lui, che ci libererà ancora, [11]grazie alla vostra cooperazione nella
preghiera per noi, affinchè per il favore divino ottenutoci da molte
persone, siano rese grazie per noi da parte di molti.

I. RITORNO SUGLI INCIDENTI PASSATI
Perché Paolo ha modificato il suo progetto di viaggio
[12]Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di
esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità
e sincerità che vengono da Dio. [13]Non vi scriviamo in maniera diversa da
quello che potete leggere o comprendere; spero che comprenderete sino alla
fine, [14]come ci avete già compresi in parte, che noi siamo il vostro
vanto, come voi sarete il nostro, nel giorno del Signore nostro Gesù.
[15]Con questa convinzione avevo deciso in un primo tempo di venire da voi,
perchè riceveste una seconda grazia, [16]e da voi passare in Macedonia, per
ritornare nuovamente dalla Macedonia in mezzo a voi ed avere da voi il
commiato per la Giudea. [17]Forse in questo progetto mi sono comportato con
leggerezza? O quello che decido lo decido secondo la carne, in maniera da
dire allo stesso tempo «sì,sì» e «no,no,»? [18]Dio è testimone che la nostra
parola verso di voi non è "sì" e "no". [19]Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che
abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu "sì" e "no", ma in
lui c'è stato il "sì". [20]E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono
divenute "sì". Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro Amen
per la sua gloria. [21]E' Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in
Cristo, e ci ha conferito l'unzione, [22]ci ha impresso il sigillo e ci ha
dato la caparra dello Spirito Santo nei nostri cuori. [23]Io chiamo Dio a
testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi non sono più venuto a
Corinto. [24]Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo
invece i collaboratori della vostra gioia, perchè nella fede voi siete già
saldi.
Corinzi 2 - Capitolo 2

[1]Ritenni pertanto opportuno non venire di nuovo fra voi con tristezza.
[2]Perché se io rattristo voi, chi mi rallegrerà se non colui che è stato da
me rattristato? [3]Perciò vi ho scritto in quei termini che voi sapete, per
non dovere poi essere rattristato alla mia venuta da quelli che dovrebbero
rendermi lieto, persuaso come sono riguardo a voi tutti che la mia gioia è
quella di tutti voi. [4]Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e
col cuore angosciato, tra molte lacrime, però non per rattristarvi, ma per
farvi conoscere l'affetto immenso che ho per voi.

[5]Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in
parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. [6]Per quel tale però è gia
sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, [7]cosicché voi dovreste
piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto
un dolore troppo forte. [8]Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi
riguardi la carità; [9]e anche per questo vi ho scritto, per vedere alla
prova se siete effettivamente obbedienti in tutto. [10]A chi voi perdonate,
perdono anch'io; perché quello che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da
perdonare, l'ho fatto per voi, davanti a Cristo, [11]per non cadere in balìa
di satana, di cui non ignoriamo le macchinazioni.

Da Troade in Macedonia. Disgressione: il ministero apostolico
[12]Giunto pertanto a Troade per annunziare il vangelo di Cristo, sebbene la
porta mi fosse aperta nel Signore, [13]non ebbi pace nello spirito perché
non vi trovai Tito, mio fratello; perciò, congedatomi da loro, partii per la
Macedonia.
[14]Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in
Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo
intero! [15]Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli
che si salvano e fra quelli che si perdono; [16]per gli uni odore di morte
per la morte e per gli altri odore di vita per la vita.

E chi è mai all'altezza di questi compiti? [17]Noi non siamo infatti come
quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come
mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo.

Corinzi 2 - Capitolo 3

[1]Cominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O forse abbiamo
bisogno, come altri, di lettere di raccomandazione per voi o da parte
vostra? [2]La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori,
conosciuta e letta da tutti gli uomini. [3]E' noto infatti che voi siete una
lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo
Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne
dei vostri cuori.

[4]Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio.
[5]Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come
proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, [6]che ci ha resi
ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito;
perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita.

[7]Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu circonfuso
di gloria, al punto che i figli d'Israele non potevano fissare il volto di
Mosè a causa dello splendore pure effimero del suo volto, [8]quanto più sarà
glorioso il ministero dello Spirito? [9]Se gia il ministero della condanna
fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero della giustizia.
[10]Anzi sotto quest'aspetto, quello che era glorioso non lo è più a
confronto della sovraeminente gloria della Nuova Alleanza. [11]Se dunque ciò
che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo.
[12]Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza [13]e non
facciamo come Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché i figli di
Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero. [14]Ma le loro
menti furono accecate; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non
rimosso, alla lettura dell'Antico Testamento, perché è in Cristo che esso
viene eliminato. [15]Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul
loro cuore; [16]ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà
tolto. [17]Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo Spirito del Signore c'è
libertà. [18]E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio
la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di
gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.

Corinzi 2 - Capitolo 4

[1]Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è stata
usata, non ci perdiamo d'animo; [2]al contrario, rifiutando le
dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la
parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti
a ogni coscienza, al cospetto di Dio.

[3]E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si perdono,
[4]ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula, perché
non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è immagine di
Dio. [5]Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore;
quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. [6]E Dio che
disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far
risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di
Cristo.

Tribolazioni e speranze del ministero
[7]Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa
potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. [8]Siamo infatti tribolati
da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;
[9]perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, [10]portando
sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di
Gesù si manifesti nel nostro corpo. [11]Sempre infatti, noi che siamo vivi,
veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia
manifesta nella nostra carne mortale. [12]Di modo che in noi opera la morte,
ma in voi la vita.
[13]Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho
creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo,
[14]convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche
noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. [15]Tutto infatti è
per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior
numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio. [16]Per questo non ci
scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello
interiore si rinnova di giorno in giorno. [17]Infatti il momentaneo, leggero
peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna
di gloria, [18]perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su
quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili
sono eterne.

Corinzi 2 - Capitolo 5

[1]Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra
abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna,
non costruita da mani di uomo, nei cieli. [2]Perciò sospiriamo in questo
nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste: [3]a
condizione però di esser trovati gia vestiti, non nudi. [4]In realtà quanti
siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire
spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla
vita. [5]E' Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello
Spirito.

[6]Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo
nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, [7]camminiamo nella fede e
non ancora in visione. [8]Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in
esilio dal corpo ed abitare presso il Signore. [9]Perciò ci sforziamo, sia
dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi. [10]Tutti
infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per
ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in
bene che in male.

L'esercizio del ministero apostolico
[11]Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere
gli uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben noti. E spero di
esserlo anche davanti alle vostre coscienze. [12]Non ricominciamo a
raccomandarci a voi, ma è solo per darvi occasione di vanto a nostro
riguardo, perché abbiate di che rispondere a coloro il cui vanto è esteriore
e non nel cuore. [13]Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se
siamo assennati, è per voi.
[14]Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per
tutti e quindi tutti sono morti. [15]Ed egli è morto per tutti, perché
quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e
risuscitato per loro. [16]Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno
secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora
non lo conosciamo più così. [17]Quindi se uno è in Cristo, è una creatura
nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.

[18]Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante
Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. [19]E' stato
Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli
uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
[20]Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse
per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare
con Dio. [21]Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da
peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui
giustizia di Dio.

Corinzi 2 - Capitolo 6

[1]E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano
la grazia di Dio. [2]Egli dice infatti:

Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.

Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

[3]Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga
biasimato il nostro ministero; [4]ma in ogni cosa ci presentiamo come
ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità,
nelle angosce, [5]nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle
fatiche, nelle veglie, nei digiuni; [6]con purezza, sapienza, pazienza,
benevolenza, spirito di santità, amore sincero; [7]con parole di verità, con
la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra;
[8]nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo
ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; [9]sconosciuti, eppure siamo
notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte;
[10]afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che
non ha nulla e invece possediamo tutto!

Sfoghi e avvertimenti
[11]La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi, e il nostro cuore si
è tutto aperto per voi. [12]Non siete davvero allo stretto in noi; è nei
vostri cuori invece che siete allo stretto. [13]Io parlo come a figli:
rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore!
[14]Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto
infatti ci può essere tra la giustizia e l'iniquità, o quale unione tra la
luce e le tenebre? [15]Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale
collaborazione tra un fedele e un infedele? [16]Quale accordo tra il tempio
di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio
stesso ha detto:

Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.
[17]Perciò uscite di mezzo a loro
e riparatevi, dice il Signore,
non toccate nulla d'impuro.
E io vi accoglierò,
[18]e sarò per voi come un padre,
e voi mi sarete come figli e figlie,
dice il Signore onnipotente.

Corinzi 2 - Capitolo 7

[1]In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni
macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra
santificazione, nel timore di Dio.

[2]Fateci posto nei vostri cuori! A nessuno abbiamo fatto ingiustizia,
nessuno abbiamo danneggiato, nessuno abbiamo sfruttato. [3]Non dico questo
per condannare qualcuno; infatti vi ho gia detto sopra che siete nel nostro
cuore, per morire insieme e insieme vivere. [4]Sono molto franco con voi e
ho molto da vantarmi di voi. Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in
ogni nostra tribolazione.

Paolo in Macedonia, dove Tito lo ha raggiunto
[5]Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, la nostra carne non ha
avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie
all'esterno, timori al di dentro.
[6]Ma Dio che consola gli afflitti ci ha consolati con la venuta di Tito,
[7]e non solo con la sua venuta, ma con la consolazione che ha ricevuto da
voi. Egli ci ha annunziato infatti il vostro desiderio, il vostro dolore, il
vostro affetto per me; cosicché la mia gioia si è ancora accresciuta.

[8]Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E se
me ne è dispiaciuto - vedo infatti che quella lettera, anche se per breve
tempo soltanto, vi ha rattristati - [9]ora ne godo; non per la vostra
tristezza, ma perché questa tristezza vi ha portato a pentirvi. Infatti vi
siete rattristati secondo Dio e così non avete ricevuto alcun danno da parte
nostra; [10]perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento
irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce
la morte. [11]Ecco, infatti, quanta sollecitudine ha prodotto in voi proprio
questo rattristarvi secondo Dio; anzi quante scuse, quanta indignazione,
quale timore, quale desiderio, quale affetto, quale punizione! Vi siete
dimostrati innocenti sotto ogni riguardo in questa faccenda. [12]Così se
anche vi ho scritto, non fu tanto a motivo dell'offensore o a motivo
dell'offeso, ma perché apparisse chiara la vostra sollecitudine per noi
davanti a Dio. [13]Ecco quello che ci ha consolati.

A questa nostra consolazione si è aggiunta una gioia ben più grande per la
letizia di Tito, poiché il suo spirito è stato rinfrancato da tutti voi.
[14]Cosicché se in qualche cosa mi ero vantato di voi con lui, non ho dovuto
vergognarmene, ma come abbiamo detto a voi ogni cosa secondo verità, così
anche il nostro vanto con Tito si è dimostrato vero. [15]E il suo affetto
per voi è cresciuto, ricordando come tutti gli avete obbedito e come lo
avete accolto con timore e trepidazione. [16]Mi rallegro perché posso
contare totalmente su di voi.

Corinzi 2 - Capitolo 8

II. ORGANIZZAZIONE DELLA COLLETTA
Motivi di generosità
[1]Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese
della Macedonia: [2]nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro
grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza
della loro generosità. [3]Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo
i loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente,
[4]domandandoci con insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio
a favore dei santi. [5]Superando anzi le nostre stesse speranze, si sono
offerti prima di tutto al Signore e poi a noi, secondo la volontà di Dio;
[6]cosicché abbiamo pregato Tito di portare a compimento fra voi quest'opera
generosa, dato che lui stesso l'aveva incominciata.
[7]E come vi segnalate in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella
scienza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così
distinguetevi anche in quest'opera generosa. [8]Non dico questo per farvene
un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con
la premura verso gli altri. [9]Conoscete infatti la grazia del Signore
nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi
diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. [10]E a questo riguardo vi do
un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dall'anno
passato siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma a desiderarla.
[11]Ora dunque realizzatela, perché come vi fu la prontezza del volere, così
anche vi sia il compimento, secondo i vostri mezzi. [12]Se infatti c'è la
buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non
secondo quello che non possiede. [13]Qui non si tratta infatti di mettere in
ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza. [14]Per il
momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la
loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come
sta scritto:

[15]Colui che raccolse molto non abbondò,
e colui che raccolse poco non ebbe di meno.

Raccomandazioni dei delegati
[16]Siano pertanto rese grazie a Dio che infonde la medesima sollecitudine
per voi nel cuore di Tito! [17]Egli infatti ha accolto il mio invito e ancor
più pieno di zelo è partito spontaneamente per venire da voi. [18]Con lui
abbiamo inviato pure il fratello che ha lode in tutte le Chiese a motivo del
vangelo; [19]egli è stato designato dalle Chiese come nostro compagno in
quest'opera di carità, alla quale ci dedichiamo per la gloria del Signore, e
per dimostrare anche l'impulso del nostro cuore. [20]Con ciò intendiamo
evitare che qualcuno possa biasimarci per questa abbondanza che viene da noi
amministrata. [21]Ci preoccupiamo infatti di comportarci bene non soltanto
davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini. [22]Con loro abbiamo
inviato anche il nostro fratello, di cui abbiamo più volte sperimentato lo
zelo in molte circostanze; egli è ora più zelante che mai per la grande
fiducia che ha in voi.
[23]Quanto a Tito, egli è mio compagno e collaboratore presso di voi; quanto
ai nostri fratelli, essi sono delegati delle Chiese e gloria di Cristo.
[24]Date dunque a loro la prova del vostro affetto e della legittimità del
nostro vanto per voi davanti a tutte le Chiese.

Corinzi 2 - Capitolo 9

[1]Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che ve ne
scriva. [2]Conosco infatti bene la vostra buona volontà, e ne faccio vanto
con i Macèdoni dicendo che l'Acaia è pronta fin dallo scorso anno e gia
molti sono stati stimolati dal vostro zelo. [3]I fratelli poi li ho mandati
perché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano,
ma siate realmente pronti, come vi dicevo, perché [4]non avvenga che,
venendo con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi dobbiamo
arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia. [5]Ho quindi
ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per
organizzare la vostra offerta gia promessa, perché essa sia pronta come una
vera offerta e non come una spilorceria.

Benefici che risulteranno dalla colletta
[6]Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi
semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. [7]Ciascuno dia secondo
quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio
ama chi dona con gioia. [8]Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi
ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere
generosamente tutte le opere di bene, [9]come sta scritto:
ha largheggiato, ha dato ai poveri;
la sua giustizia dura in eterno.

[10]Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento,
somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i
frutti della vostra giustizia. [11]Così sarete ricchi per ogni generosità,
la quale poi farà salire a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro.
[12]Perché l'adempimento di questo servizio sacro non provvede soltanto alle
necessità dei santi, ma ha anche maggior valore per i molti ringraziamenti a
Dio. [13]A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno
Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la
generosità della vostra comunione con loro e con tutti; [14]e pregando per
voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio
effusa sopra di voi. [15]Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono!

Corinzi 2 - Capitolo 10

III. APOLOGIA DI PAOLO
Risposta all'accausa di debolezza
[1]Ora io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di
Cristo, io davanti a voi così meschino, ma di lontano così animoso con voi;
[2]vi supplico di far in modo che non avvenga che io debba mostrare, quando
sarò tra voi, quell'energia che ritengo di dover adoperare contro alcuni che
pensano che noi camminiamo secondo la carne. [3]In realtà, noi viviamo nella
carne ma non militiamo secondo la carne. Infatti le armi della nostra
battaglia non sono carnali, [4]ma hanno da Dio la potenza di abbattere le
fortezze, [5]distruggendo i ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro
la conoscenza di Dio, e rendendo ogni intelligenza soggetta all'obbedienza
al Cristo. [6]Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non
appena la vostra obbedienza sarà perfetta.
[7]Guardate le cose bene in faccia: se qualcuno ha in se stesso la
persuasione di appartenere a Cristo, si ricordi che se lui è di Cristo lo
siamo anche noi. [8]In realtà, anche se mi vantassi di più a causa della
nostra autorità, che il Signore ci ha dato per vostra edificazione e non per
vostra rovina, non avrò proprio da vergognarmene. [9]Non sembri che io vi
voglia spaventare con le lettere! [10]Perché «le lettere - si dice - sono
dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa».
[11]Questo tale rifletta però che quali noi siamo a parole per lettera,
assenti, tali saremo anche con i fatti, di presenza.

Risposta all'accusa di ambizione
[12]Certo noi non abbiamo l'audacia di uguagliarci o paragonarci ad alcuni
di quelli che si raccomandano da sé; ma mentre si misurano su di sé e si
paragonano con se stessi, mancano di intelligenza. [13]Noi invece non ci
vanteremo oltre misura, ma secondo la norma della misura che Dio ci ha
assegnato, sì da poter arrivare fino a voi; [14]né ci innalziamo in maniera
indebita, come se non fossimo arrivati fino a voi, perché fino a voi siamo
giunti col vangelo di Cristo. [15]Né ci vantiamo indebitamente di fatiche
altrui, ma abbiamo la speranza, col crescere della vostra fede, di crescere
ancora nella vostra considerazione, secondo la nostra misura, [16]per
evangelizzare le regioni più lontane della vostra, senza vantarci alla
maniera degli altri delle cose gia fatte da altri.
[17]Pertanto chi si vanta, si vanti nel Signore; [18]perché non colui che si
raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.

Corinzi 2 - Capitolo 11

Paolo si vede costretto a fare il proprio elogio
[1]Oh se poteste sopportare un pò di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi
sopportate. [2]Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina,
avendovi promessi a un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a
Cristo. [3]Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse Eva,
così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro
semplicità e purezza nei riguardi di Cristo. [4]Se infatti il primo venuto
vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi o se si
tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto o un
altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad
accettarlo. [5]Ora io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi
«superapostoli»! [6]E se anche sono un profano nell'arte del parlare, non lo
sono però nella dottrina, come vi abbiamo dimostrato in tutto e per tutto
davanti a tutti.
[7]O forse ho commesso una colpa abbassando me stesso per esaltare voi,
quando vi ho annunziato gratuitamente il vangelo di Dio? [8]Ho spogliato
altre Chiese accettando da loro il necessario per vivere, allo scopo di
servire voi. [9]E trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non
sono stato d'aggravio a nessuno, perché alle mie necessità hanno provveduto
i fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza ho fatto il possibile
per non esservi di aggravio e così farò in avvenire. [10]Com'è vero che c'è
la verità di Cristo in me, nessuno mi toglierà questo vanto in terra di
Acaia!

[11]Questo perché? Forse perché non vi amo? Lo sa Dio! [12]Lo faccio invece,
e lo farò ancora, per troncare ogni pretesto a quelli che cercano un
pretesto per apparire come noi in quello di cui si vantano. [13]Questi tali
sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di
Cristo. [14]Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo
di luce. [15]Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano
da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere.

[16]Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri come un pazzo, o se no ritenetemi
pure come un pazzo, perché possa anch'io vantarmi un poco. [17]Quello che
dico, però, non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, nella fiducia
che ho di potermi vantare. [18]Dal momento che molti si vantano da un punto
di vista umano, mi vanterò anch'io. [19]Infatti voi, che pur siete saggi,
sopportate facilmente gli stolti. [20]In realtà sopportate chi vi riduce in
servitù, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in
faccia. [21]Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli!

Però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi
anch'io. [22]Sono Ebrei? Anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono stirpe di
Abramo? Anch'io! [23]Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo
sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie,
infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. [24]Cinque
volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; [25]tre volte sono stato
battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto
naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde.
[26]Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli
dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli
nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli;
[27]fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni,
freddo e nudità. [28]E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la
preoccupazione per tutte le Chiese. [29]Chi è debole, che anch'io non lo
sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?

[30]Se è necessario vantarsi, mi vanterò di quanto si riferisce alla mia
debolezza. [31]Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli,
sa che non mentisco. [32]A Damasco, il governatore del re Areta montava la
guardia alla città dei Damasceni per catturarmi, [33]ma da una finestra fui
calato per il muro in una cesta e così sfuggii dalle sue mani.

Corinzi 2 - Capitolo 12

[1]Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e
alle rivelazioni del Signore. [2]Conosco un uomo in Cristo che, quattordici
anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito
fino al terzo cielo. [3]E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo
non lo so, lo sa Dio - [4]fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che
non è lecito ad alcuno pronunziare. [5]Di lui io mi vanterò! Di me stesso
invece non mi vanterò fuorchè delle mie debolezze. [6]Certo, se volessi
vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di
farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me.

[7]Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è
stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di
schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. [8]A causa di questo per
ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. [9]Ed egli mi
ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta
pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie
debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. [10]Perciò mi
compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle
persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è
allora che sono forte.

[11]Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi ci avete costretto. Infatti
avrei dovuto essere raccomandato io da voi, perché non sono per nulla
inferiore a quei «superapostoli», anche se sono un nulla. [12]Certo, in
mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a
tutta prova, con segni, prodigi e miracoli. [13]In che cosa infatti siete
stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo, che io non vi sono
stato d'aggravio? Perdonatemi questa ingiustizia!

[14]Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso,
perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai figli mettere
da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli. [15]Per conto mio mi
prodigherò volentieri, anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se io
vi amo più intensamente, dovrei essere riamato di meno?

[16]Ma sia pure che io non vi sono stato di peso; però, scaltro come sono,
vi ho preso con inganno. [17]Vi ho forse sfruttato per mezzo di qualcuno di
quelli che ho inviato tra voi? [18]Ho vivamente pregato Tito di venire da
voi e ho mandato insieme con lui quell'altro fratello. Forse Tito vi ha
sfruttato in qualche cosa? Non abbiamo forse noi due camminato con lo stesso
spirito, sulle medesime tracce?

Apprensioni e inquietudini di Paolo
[19]Certo, da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa
davanti a voi. Ma noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi,
è per la vostra edificazione. [20]Temo infatti che, venendo, non vi trovi
come desidero e che a mia volta venga trovato da voi quale non mi
desiderate; che per caso non vi siano contese, invidie, animosità, dissensi,
maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini, [21]e che, alla mia venuta,
il mio Dio mi umilii davanti a voi e io abbia a piangere su molti che hanno
peccato in passato e non si sono convertiti dalle impurità, dalla
fornicazione e dalle dissolutezze che hanno commesso.
Corinzi 2 - Capitolo 13

[1]Questa è la terza volta che vengo da voi. Ogni questione si deciderà
sulla dichiarazione di due o tre testimoni. [2]L'ho detto prima e lo ripeto
ora, allora presente per la seconda volta e ora assente, a tutti quelli che
hanno peccato e a tutti gli altri: quando verrò di nuovo non perdonerò più,
[3]dal momento che cercate una prova che Cristo parla in me, lui che non è
debole, ma potente in mezzo a voi. [4]Infatti egli fu crocifisso per la sua
debolezza, ma vive per la potenza di Dio. E anche noi che siamo deboli in
lui, saremo vivi con lui per la potenza di Dio nei vostri riguardi.

[5]Esaminate voi stessi se siete nella fede, mettetevi alla prova. Non
riconoscete forse che Gesù Cristo abita in voi? A meno che la prova non sia
contro di voi! [6]Spero tuttavia che riconoscerete che essa non è contro di
noi. [7]Noi preghiamo Dio che non facciate alcun male, e non per apparire
noi superiori nella prova, ma perché voi facciate il bene e noi restiamo
come senza prova. [8]Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma
per la verità; [9]perciò ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete
forti. Noi preghiamo anche per la vostra perfezione. [10]Per questo vi
scrivo queste cose da lontano: per non dover poi, di presenza, agire
severamente con il potere che il Signore mi ha dato per edificare e non per
distruggere.

CONCLUSIONE
Raccomandazioni. Saluti. Augurio finale
[11]Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi
coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio
dell'amore e della pace sarà con voi. [12]Salutatevi a vicenda con il bacio
santo. Tutti i santi vi salutano.
[13]La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello
Spirito Santo siano con tutti voi.

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