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LA BIBBIA -
CANTICO DEI CANTICI - SAPIENZA - SIRACIDE
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IL CANTICO DEI CANTICI
DELLA BIBBIA - SAPIENZA - SIRACIDE |
Cantico dei Cantici - Capitolo 1 TITOLO E PROLOGO [1]Cantico dei cantici,
che è di Salomone. La sposa [2]Mi baci con i baci della sua bocca! Sì,
le tue tenerezze sono più dolci del vino. [3]Per la fragranza sono inebrianti
i tuoi profumi, profumo olezzante è il tuo nome, per questo le giovinette
ti amano. [4]Attirami dietro a te, corriamo! M'introduca il re nelle sue
stanze: gioiremo e ci rallegreremo per te, ricorderemo le tue tenerezze
più del vino. A ragione ti amano! PRIMO POEMA La sposa [5]Bruna sono
ma bella, o figlie di Gerusalemme, come le tende di Kedar, come i
padiglioni di Salma. [6]Non state a guardare che sono bruna, poiché mi ha
abbronzato il sole. I figli di mia madre si sono sdegnati con me: mi hanno
messo a guardia delle vigne; la mia vigna, la mia, non l'ho
custodita. [7]Dimmi, o amore dell'anima mia, dove vai a pascolare il
gregge, dove lo fai riposare al meriggio, perché io non sia come
vagabonda dietro i greggi dei tuoi compagni. Il coro [8]Se non lo sai,
o bellissima tra le donne, segui le orme del gregge e mena a pascolare le
tue caprette presso le dimore dei pastori. Lo sposo [9]Alla cavalla del
cocchio del faraone io ti assomiglio, amica mia. [10]Belle sono le tue
guance fra i pendenti, il tuo collo fra i vezzi di perle. [11]Faremo per
te pendenti d'oro, con grani d'argento. Duetto [12]Mentre il re è nel
suo recinto, il mio nardo spande il suo profumo. [13]Il mio diletto è per
me un sacchetto di mirra, riposa sul mio petto. [14]Il mio diletto è per
me un grappolo di cipro nelle vigne di Engàddi. [15]Come sei bella, amica
mia, come sei bella! I tuoi occhi sono colombe. [16]Come sei bello, mio
diletto, quanto grazioso! Anche il nostro letto è verdeggiante. [17]Le
travi della nostra casa sono i cedri, nostro soffitto sono i
cipressi. Cantico dei Cantici - Capitolo 2 [1]Io sono un narciso di
Saron, un giglio delle valli. [2]Come un giglio fra i cardi, così la
mia amata tra le fanciulle. [3]Come un melo tra gli alberi del bosco, il
mio diletto fra i giovani. Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo e dolce è
il suo frutto al mio palato. [4]Mi ha introdotto nella cella del vino e il
suo vessillo su di me è amore. [5]Sostenetemi con focacce d'uva
passa, rinfrancatemi con pomi, perché io sono malata d'amore. [6]La sua
sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia. [7]Io vi
scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le gazzelle o per le cerve dei
campi: non destate, non scuotete dal sonno l'amata, finché essa non lo
voglia. SECONDO POEMA La sposa [8]Una voce! Il mio diletto! Eccolo,
viene saltando per i monti, balzando per le colline. [9]Somiglia il mio
diletto a un capriolo o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il
nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le
inferriate. [10]Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica
mia, mia bella, e vieni! [11]Perché, ecco, l'inverno è passato, è
cessata la pioggia, se n'è andata; [12]i fiori sono apparsi nei campi, il
tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa
sentire nella nostra campagna. [13]Il fico ha messo fuori i primi
frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia
bella, e vieni! [14]O mia colomba, che stai nelle fenditure della
roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire
la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è
leggiadro». [15]Prendeteci le volpi, le volpi piccoline che guastano le
vigne, perché le nostre vigne sono in fiore. [16]Il mio diletto è per me e
io per lui. Egli pascola il gregge fra i figli. [17]Prima che spiri la
brezza del giorno e si allunghino le ombre, ritorna, o mio
diletto, somigliante alla gazzella o al cerbiatto, sopra i monti degli
aromi. Cantico dei Cantici - Capitolo 3 [1]Sul mio letto, lungo la notte,
ho cercato l'amato del mio cuore; l'ho cercato, ma non l'ho
trovato. [2]«Mi alzerò e farò il giro della città; per le strade e per le
piazze; voglio cercare l'amato del mio cuore». L'ho cercato, ma non l'ho
trovato. [3]Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda: «Avete
visto l'amato del mio cuore?». [4]Da poco le avevo oltrepassate, quando
trovai l'amato del mio cuore. Lo strinsi fortemente e non lo
lascerò finché non l'abbia condotto in casa di mia madre, nella stanza
della mia genitrice. Lo sposo [5]Io vi scongiuro, figlie di
Gerusalemme, per le gazzelle e per le cerve dei campi: non destate, non
scuotete dal sonno l'amata finché essa non lo voglia. TERZO POEMA Il
poeta [6]Che cos'è che sale dal deserto come una colonna di
fumo, esalando profumo di mirra e d'incenso e d'ogni polvere
aromatica? [7]Ecco, la lettiga di Salomone: sessanta prodi le stanno
intorno, tra i più valorosi d'Israele. [8]Tutti sanno maneggiare la
spada, sono esperti nella guerra; ognuno porta la spada al
fianco contro i pericoli della notte. [9]Un baldacchino s'è fatto il re
Salomone, con legno del Libano. [10]Le sue colonne le ha fatte
d'argento, d'oro la sua spalliera; il suo seggio di porpora, il centro
è un ricamo d'amore delle fanciulle di Gerusalemme. [11]Uscite figlie di
Sion, guardate il re Salomone con la corona che gli pose sua madre, nel
giorno delle sue nozze, nel giorno della gioia del suo cuore. Cantico dei
Cantici - Capitolo 4 Lo sposo [1]Come sei bella, amica mia, come sei
bella! Gli occhi tuoi sono colombe, dietro il tuo velo. Le tue chiome
sono un gregge di capre, che scendono dalle pendici del Gàlaad. [2]I tuoi
denti come un gregge di pecore tosate, che risalgono dal bagno; tutte
procedono appaiate, e nessuna è senza compagna. [3]Come un nastro di
porpora le tue labbra e la tua bocca è soffusa di grazia; come spicchio di
melagrana la tua gota attraverso il tuo velo. [4]Come la torre di Davide
il tuo collo, costruita a guisa di fortezza. Mille scudi vi sono
appesi, tutte armature di prodi. [5]I tuoi seni sono come due
cerbiatti, gemelli di una gazzella, che pascolano fra i gigli. [6]Prima
che spiri la brezza del giorno e si allunghino le ombre, me ne andrò al
monte della mirra e alla collina dell'incenso. [7]Tutta bella tu sei,
amica mia, in te nessuna macchia. [8]Vieni con me dal Libano, o
sposa, con me dal Libano, vieni! Osserva dalla cima dell'Amana, dalla
cima del Senìr e dell'Ermon, dalle tane dei leoni, dai monti dei
leopardi. [9]Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa, tu mi hai
rapito il cuore con un solo tuo sguardo, con una perla sola della tua
collana! [10]Quanto sono soavi le tue carezze, sorella mia,
sposa, quanto più deliziose del vino le tue carezze. L'odore dei tuoi
profumi sorpassa tutti gli aromi. [11]Le tue labbra stillano miele vergine, o
sposa, c'è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti
è come il profumo del Libano. [12]Giardino chiuso tu sei, sorella mia,
sposa, giardino chiuso, fontana sigillata. [13]I tuoi germogli sono un
giardino di melagrane, con i frutti più squisiti, alberi di cipro con
nardo, [14]nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo con ogni specie
d'alberi da incenso; mirra e aloe con tutti i migliori
aromi. [15]Fontana che irrora i giardini, pozzo d'acque vive e ruscelli
sgorganti dal Libano. La sposa [16]Lèvati, aquilone, e tu, austro,
vieni, soffia nel mio giardino si effondano i suoi aromi. Venga il mio
diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti. Cantico dei Cantici
- Capitolo 5 Lo sposo [1]Son venuto nel mio giardino, sorella mia,
sposa, e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo; mangio il mio favo e il
mio miele, bevo il mio vino e il mio latte. Mangiate, amici,
bevete; inebriatevi, o cari. QUARTO POEMA La sposa [2]Io dormo, ma
il mio cuore veglia. Un rumore! E' il mio diletto che bussa: «Aprimi,
sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia; perché il mio capo è
bagnato di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne». [3]«Mi sono tolta
la veste; come indossarla ancora? Mi sono lavata i piedi; come ancora
sporcarli?». [4]Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio e un
fremito mi ha sconvolta. [5]Mi sono alzata per aprire al mio diletto e le
mie mani stillavano mirra, fluiva mirra dalle mie dita sulla maniglia del
chiavistello. [6]Ho aperto allora al mio diletto, ma il mio diletto gia se
n'era andato, era scomparso. Io venni meno, per la sua scomparsa. L'ho
cercato, ma non l'ho trovato, l'ho chiamato, ma non m'ha risposto. [7]Mi
han trovato le guardie che perlustrano la città; mi han percosso, mi hanno
ferito, mi han tolto il mantello le guardie delle mura. [8]Io vi
scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate il mio diletto, che cosa gli
racconterete? Che sono malata d'amore! Il coro [9]Che ha il tuo diletto
di diverso da un altro, o tu, la più bella fra le donne? Che ha il tuo
diletto di diverso da un altro, perché così ci scongiuri? La
sposa [10]Il mio diletto è bianco e vermiglio, riconoscibile fra mille e
mille. [11]Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli grappoli di
palma, neri come il corvo. [12]I suoi occhi, come colombe su ruscelli
di acqua; i suoi denti bagnati nel latte, posti in un castone. [13]Le
sue guance, come aiuole di balsamo, aiuole di erbe profumate; le sue
labbra sono gigli, che stillano fluida mirra. [14]Le sue mani sono anelli
d'oro, incastonati di gemme di Tarsis. Il suo petto è tutto
d'avorio, tempestato di zaffiri. [15]Le sue gambe, colonne di
alabastro, posate su basi d'oro puro. Il suo aspetto è quello del
Libano, magnifico come i cedri. [16]Dolcezza è il suo palato; egli è
tutto delizie! Questo è il mio diletto, questo è il mio amico, o figlie di
Gerusalemme. Cantico dei Cantici - Capitolo 6 Il coro [1]Dov'è andato
il tuo diletto, o bella fra le donne? Dove si è recato il tuo
diletto, perché noi lo possiamo cercare con te? La sposa [2]Il mio
diletto era sceso nel suo giardino fra le aiuole del balsamo a pascolare
il gregge nei giardini e a cogliere gigli. [3]Io sono per il mio diletto e
il mio diletto è per me; egli pascola il gregge tra i gigli. QUINTO
POEMA Lo sposo [4]Tu sei bella, amica mia, come Tirza, leggiadra come
Gerusalemme, terribile come schiere a vessilli spiegati. [5]Distogli da me
i tuoi occhi: il loro sguardo mi turba. Le tue chiome sono come un gregge
di capre che scendono dal Gàlaad. [6]I tuoi denti come un gregge di
pecore che risalgono dal bagno. Tutte procedono appaiate e nessuna è
senza compagna. [7]Come spicchio di melagrana la tua gota, attraverso il
tuo velo. [8]Sessanta sono le regine, ottanta le altre spose, le
fanciulle senza numero. [9]Ma unica è la mia colomba la mia perfetta, ella
è l'unica di sua madre, la preferita della sua genitrice. L'hanno vista le
giovani e l'hanno detta beata, le regine e le altre spose ne hanno intessuto
le lodi. [10]«Chi è costei che sorge come l'aurora, bella come la luna,
fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli
spiegati?». [11]Nel giardino dei noci io sono sceso, per vedere il
verdeggiare della valle, per vedere se la vite metteva germogli, se
fiorivano i melograni. [12]Non lo so, ma il mio desiderio mi ha posto sui
carri di Ammi-nadìb. Cantico dei Cantici - Capitolo 7 Il
coro [1]«Volgiti, volgiti, Sulammita, volgiti, volgiti: vogliamo
ammirarti». «Che ammirate nella Sulammita durante la danza a due
schiere?». Lo sposo [2]«Come son belli i tuoi piedi nei sandali, figlia
di principe! Le curve dei tuoi fianchi sono come monili, opera di mani
d'artista. [3]Il tuo ombelico è una coppa rotonda che non manca mai di
vino drogato. Il tuo ventre è un mucchio di grano, circondato da
gigli. [4]I tuoi seni come due cerbiatti, gemelli di gazzella. [5]Il
tuo collo come una torre d'avorio; i tuoi occhi sono come i laghetti di
Chesbòn, presso la porta di Bat-Rabbìm; il tuo naso come la torre del
Libano che fa la guardia verso Damasco. [6]Il tuo capo si erge su di te
come il Carmelo e la chioma del tuo capo è come la porpora; un re è stato
preso dalle tue trecce». [7]Quanto sei bella e quanto sei graziosa, o
amore, figlia di delizie! [8]La tua statura rassomiglia a una palma e i
tuoi seni ai grappoli. [9]Ho detto: «Salirò sulla palma, coglierò i
grappoli di datteri; mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva e il profumo
del tuo respiro come di pomi». La sposa [10]«Il tuo palato è come vino
squisito, che scorre dritto verso il mio diletto e fluisce sulle labbra e
sui denti! [11]Io sono per il mio diletto e la sua brama è verso di
me. [12]Vieni, mio diletto, andiamo nei campi, passiamo la notte nei
villaggi. [13]Di buon mattino andremo alle vigne; vedremo se mette gemme
la vite, se sbocciano i fiori, se fioriscono i melograni: là ti darò le
mie carezze! [14]Le mandragore mandano profumo; alle nostre porte c'è ogni
specie di frutti squisiti, freschi e secchi; mio diletto, li ho serbati
per te». Cantico dei Cantici - Capitolo 8 [1]Oh se tu fossi un mio
fratello, allattato al seno di mia madre! Trovandoti fuori ti potrei
baciare e nessuno potrebbe disprezzarmi. [2]Ti condurrei, ti introdurrei
nella casa di mia madre; m'insegneresti l'arte dell'amore. Ti farei bere
vino aromatico, del succo del mio melograno. [3]La sua sinistra è sotto il
mio capo e la sua destra mi abbraccia. Lo sposo [4]Io vi scongiuro,
figlie di Gerusalemme, non destate, non scuotete dal sonno l'amata, finché
non lo voglia. EPILOGO [5]Chi è colei che sale dal deserto, appoggiata
al suo diletto? Sotto il melo ti ho svegliata; là, dove ti concepì tua
madre, là, dove la tua genitrice ti partorì. La sposa [6]Mettimi come
sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la
morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son
vampe di fuoco, una fiamma del Signore! [7]Le grandi acque non possono
spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze
della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che
dispregio. APPENDICI Due epigrammi [8]Una sorella piccola abbiamo, e
ancora non ha seni. Che faremo per la nostra sorella, nel giorno in cui se
ne parlerà? [9]Se fosse un muro, le costruiremmo sopra un recinto
d'argento; se fosse una porta, la rafforzeremmo con tavole di
cedro. [10]Io sono un muro e i miei seni sono come torri! Così sono ai
suoi occhi come colei che ha trovato pace! [11]Una vigna aveva Salomone in
Baal-Hamòn; egli affidò la vigna ai custodi; ciascuno gli doveva portare
come suo frutto mille sicli d'argento. [12]La vigna mia, proprio mia, mi
sta davanti: a te, Salomone, i mille sicli e duecento per i custodi del
suo frutto! Ultime aggiunte [13]Tu che abiti nei giardini - i compagni
stanno in ascolto - fammi sentire la tua voce. [14]«Fuggi, mio
diletto, simile a gazzella o ad un cerbiatto, sopra i monti degli
aromi!». Sapienza - Capitolo 1 I. LA SAPIENZA E IL DESTINO
UMANO Cercare Dio e fuggire il peccato [1]Amate la giustizia, voi che
governate sulla terra, rettamente pensate del Signore, cercatelo con cuore
semplice. [2]Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano, si
mostra a coloro che non ricusano di credere in lui. [3]I ragionamenti
tortuosi allontanano da Dio; l'onnipotenza, messa alla prova, caccia gli
stolti. [4]La sapienza non entra in un'anima che opera il male né abita in
un corpo schiavo del peccato. [5]Il santo spirito che ammaestra rifugge dalla
finzione, se ne sta lontano dai discorsi insensati, è cacciato al
sopraggiungere dell'ingiustizia. [6]La sapienza è uno spirito amico degli
uomini; ma non lascerà impunito chi insulta con le labbra, perché Dio è
testimone dei suoi sentimenti e osservatore verace del suo cuore e ascolta
le parole della sua bocca. [7]Difatti lo spirito del Signore riempie
l'universo e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce. [8]Per questo non
gli sfuggirà chi proferisce cose ingiuste, la giustizia vendicatrice non lo
risparmierà. [9]Si indagherà infatti sui propositi dell'empio, il suono
delle sue parole giungerà fino al Signore a condanna delle sue
iniquità; [10]poiché un orecchio geloso ascolta ogni cosa, perfino il
sussurro delle mormorazioni non gli resta segreto. [11]Guardatevi pertanto
da un vano mormorare, preservate la lingua dalla maldicenza, perché
neppure una parola segreta sarà senza effetto, una bocca menzognera uccide
l'anima. [12]Non provocate la morte con gli errori della vostra vita, non
attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani, [13]perché Dio non ha
creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. [14]Egli infatti ha
creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non
c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra, [15]perché la
giustizia è immortale. La vita secondo gli empi [16]Gli empi invocano su
di sé la morte con gesti e con parole, ritenendola amica si consumano per
essa e con essa concludono alleanza, perché son degni di
appartenerle. Sapienza - Capitolo 2 [1]Dicono fra loro sragionando: «La
nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio, quando l'uomo muore, e non
si conosce nessuno che liberi dagli inferi. [2]Siamo nati per caso e dopo
saremo come se non fossimo stati. E' un fumo il soffio delle nostre
narici, il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro
cuore. [3]Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere e lo
spirito si dissiperà come aria leggera. [4]Il nostro nome sarà dimenticato
con il tempo e nessuno si ricorderà delle nostre opere. La nostra vita
passerà come le tracce di una nube, si disperderà come nebbia scacciata
dai raggi del sole e disciolta dal calore. [5]La nostra esistenza è il
passare di un'ombra e non c'è ritorno alla nostra morte, poiché il sigillo
è posto e nessuno torna indietro. [6]Su, godiamoci i beni
presenti, facciamo uso delle creature con ardore giovanile! [7]Inebriamoci
di vino squisito e di profumi, non lasciamoci sfuggire il fiore della
primavera, [8]coroniamoci di boccioli di rose prima che
avvizziscano; [9]nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza. Lasciamo
dovunque i segni della nostra gioia perché questo ci spetta, questa è la
nostra parte. [10]Spadroneggiamo sul giusto povero, non risparmiamo le
vedove, nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio. [11]La
nostra forza sia regola della giustizia, perché la debolezza risulta
inutile. [12]Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo ed è
contrario alle nostre azioni; ci rimprovera le trasgressioni della legge e
ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi ricevuta. [13]Proclama
di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore. [14]E'
diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti; ci è insopportabile
solo al vederlo, [15]perché la sua vita è diversa da quella degli altri, e
del tutto diverse sono le sue strade. [16]Moneta falsa siam da lui
considerati, schiva le nostre abitudini come immondezze. Proclama beata la
fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre. [17]Vediamo se le sue
parole sono vere; proviamo ciò che gli accadrà alla fine. [18]Se il giusto
è figlio di Dio, egli l'assisterà, e lo libererà dalle mani dei suoi
avversari. [19]Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti, per conoscere
la mitezza del suo carattere e saggiare la sua
rassegnazione. [20]Condanniamolo a una morte infame, perché secondo le sue
parole il soccorso gli verrà». Errore degli empi [21]La pensano così, ma
si sbagliano; la loro malizia li ha accecati. [22]Non conoscono i segreti
di Dio; non sperano salario per la santità né credono alla ricompensa
delle anime pure. [23]Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece
a immagine della propria natura. [24]Ma la morte è entrata nel mondo per
invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli
appartengono. Sapienza - Capitolo 3 Confronto tra la sorte dei giusti e
quella degli empi [1]Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di
Dio, nessun tormento le toccherà. [2]Agli occhi degli stolti parve che
morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, [3]la loro partenza da
noi una rovina, ma essi sono nella pace. [4]Anche se agli occhi degli
uomini subiscono castighi, la loro speranza è piena di immortalità. [5]Per
una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li
ha trovati degni di sé: [6]li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha
graditi come un olocausto. [7]Nel giorno del loro giudizio
risplenderanno; come scintille nella stoppia, correranno qua e
là. [8]Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli e il Signore
regnerà per sempre su di loro. [9]Quanti confidano in lui comprenderanno la
verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui
nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi
eletti. [10]Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo, essi
che han disprezzato il giusto e si son ribellati al Signore. [11]Chi
disprezza la sapienza e la disciplina è infelice. Vana la loro speranza e le
loro fatiche senza frutto, inutili le opere loro. [12]Le loro mogli sono
insensate, cattivi i loro figli, maledetta la loro progenie. E' meglio
la sterilità che una posterità empia [13]Beata la sterile non
contaminata, la quale non ha conosciuto un letto peccaminoso; avrà il suo
frutto alla rassegna delle anime. [14]Anche l'eunuco, la cui mano non ha
commesso iniquità e che non ha pensato cose malvage contro il
Signore, riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà, una parte più
desiderabile nel tempio del Signore; [15]poiché il frutto delle opere buone è
glorioso e imperitura la radice della saggezza. [16]I figli di adulteri
non giungeranno a maturità; la discendenza di un'unione illegittima sarà
sterminata. [17]Anche se avranno lunga vita, non saran contati per
niente, e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore. [18]Se poi
moriranno presto, non avranno speranza né consolazione nel giorno del
giudizio, [19]poiché di una stirpe iniqua è terribile il destino. Sapienza
- Capitolo 4 [1]Meglio essere senza figli e avere la virtù, poiché nel
ricordo di questa c'è immortalità, per il fatto che è riconosciuta da Dio e
dagli uomini. [2]Presente è imitata; assente è desiderata; nell'eternità
trionfa, cinta di corona, per aver vinto nella gara di combattimenti senza
macchia. [3]La discendenza numerosa degli empi non servirà a nulla; e
dalle sue bastarde propaggini non metterà profonde radici né si
consoliderà su una base sicura. [4]Anche se per qualche tempo mette gemme sui
rami, i suoi germogli precari saranno scossi dal vento e sradicati dalla
violenza delle bufere. [5]Si spezzeranno i ramoscelli ancora teneri; il
loro frutto sarà inutile, non maturo da mangiare, e a nulla
servirà. [6]Infatti i figli nati da unioni illegali attestano la
perversità dei genitori nel giudizio di essi. La morte prematura del
giusto [7]Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà
riposo. [8]Vecchiaia veneranda non è la longevità, né si calcola dal
numero degli anni; [9]ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza; e
un'età senile è una vita senza macchia. [10]Divenuto caro a Dio, fu amato da
lui e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito. [11]Fu rapito, perché la
malizia non ne mutasse i sentimenti o l'inganno non ne traviasse
l'animo, [12]poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene e il
turbine della passione travolge una mente semplice. [13]Giunto in breve alla
perfezione, ha compiuto una lunga carriera. [14]La sua anima fu gradita al
Signore; perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio. I popoli
vedono senza comprendere; non riflettono nella mente a questo
fatto [15]che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti e la
protezione per i suoi santi. [16]Il giusto defunto condanna gli empi ancora
in vita; una giovinezza, giunta in breve alla perfezione, condanna la
lunga vecchiaia dell'ingiusto. [17]Le folle vedranno la fine del
saggio, ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo né in vista
di che cosa il Signore l'ha posto al sicuro. [18]Vedranno e
disprezzeranno, ma il Signore li deriderà. [19]Infine diventeranno un
cadavere spregevole, oggetto di scherno fra i morti per sempre. Dio
infatti li precipiterà muti, a capofitto, e li schianterà dalle
fondamenta; saranno del tutto rovinati, si troveranno tra dolori e il
loro ricordo perirà. Gli empi compaiono in giudizio [20]Si presenteranno
tremanti al rendiconto dei loro peccati; le loro iniquità si alzeranno contro
di essi per accusarli. Sapienza - Capitolo 5 [1]Allora il giusto starà
con grande fiducia di fronte a quanti lo hanno oppresso e a quanti han
disprezzato le sue sofferenze. [2]Costoro vedendolo saran presi da terribile
spavento, saran presi da stupore per la sua salvezza inattesa. [3]Pentiti,
diranno fra di loro, gemendo nello spirito tormentato: [4]«Ecco colui che
noi una volta abbiamo deriso e che stolti abbiam preso a bersaglio del nostro
scherno; giudicammo la sua vita una pazzia e la sua morte
disonorevole. [5]Perché ora è considerato tra i figli di Dio e condivide
la sorte dei santi? [6]Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità; la
luce della giustizia non è brillata per noi, né mai per noi si è alzato il
sole. [7]Ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione; abbiamo
percorso deserti impraticabili, ma non abbiamo conosciuto la via del
Signore. [8]Che cosa ci ha giovato la nostra superbia? Che cosa ci ha
portato la ricchezza con la spavalderia? [9]Tutto questo è passato come
ombra e come notizia fugace, [10]come una nave che solca l'onda
agitata, del cui passaggio non si può trovare traccia, né scia della sua
carena sui flutti; [11]oppure come un uccello che vola per l'aria e non si
trova alcun segno della sua corsa, poiché l'aria leggera, percossa dal tocco
delle penne e divisa dall'impeto vigoroso, è attraversata dalle ali in
movimento, ma dopo non si trova segno del suo passaggio; [12]o come
quando, scoccata una freccia al bersaglio, l'aria si divide e ritorna subito
su se stessa e così non si può distinguere il suo tragitto: [13]così anche
noi, appena nati, siamo gia scomparsi, non abbiamo avuto alcun segno di virtù
da mostrare; siamo stati consumati nella nostra malvagità». [14]La
speranza dell'empio è come pula portata dal vento, come schiuma leggera
sospinta dalla tempesta, come fumo dal vento è dispersa, si dilegua come
il ricordo dell'ospite di un sol giorno. Destino glorioso dei giusti e
punizione degli empi [15]I giusti al contrario vivono per sempre, la loro
ricompensa è presso il Signore e l'Altissimo ha cura di loro. [16]Per
questo riceveranno una magnifica corona regale, un bel diadema dalla mano del
Signore, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da
scudo. [17]Egli prenderà per armatura il suo zelo e armerà il creato per
castigare i nemici; [18]indosserà la giustizia come corazza e si metterà
come elmo un giudizio infallibile; [19]prenderà come scudo una santità
inespugnabile; [20]affilerà la sua collera inesorabile come spada e il
mondo combatterà con lui contro gli insensati. [21]Scoccheranno gli
infallibili dardi dei fulmini, e come da un arco ben teso, dalle nubi,
colpiranno il bersaglio; [22]dalla fionda saranno scagliati chicchi di
grandine colmi di sdegno. Infurierà contro di loro l'acqua del mare e i
fiumi li sommergeranno senza pietà. [23]Si scatenerà contro di loro un vento
impetuoso, li disperderà come un uragano. L'iniquità renderà deserta tutta
la terra e la malvagità rovescerà i troni dei potenti. Sapienza - Capitolo
6 II. SALOMONE E LA RICERCA DELLA SAPIENZA I re devono ricercare la
sapienza [1]Ascoltate, o re, e cercate di comprendere; imparate,
governanti di tutta la terra. [2]Porgete l'orecchio, voi che dominate le
moltitudini e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli. [3]La
vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza
dall'Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri
propositi; [4]poiché, pur essendo ministri del suo regno, non avete
governato rettamente, né avete osservato la legge né vi siete comportati
secondo il volere di Dio. [5]Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro
di voi poiché un giudizio severo si compie contro coloro che stanno in
alto. [6]L'inferiore è meritevole di pietà, ma i potenti saranno esaminati
con rigore. [7]Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno, non ha
soggezione della grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e
si cura ugualmente di tutti. [8]Ma sui potenti sovrasta un'indagine
rigorosa. [9]Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole, perché
impariate la sapienza e non abbiate a cadere. [10]Chi custodisce santamente
le cose sante sarà santificato e chi si è istruito in esse vi troverà una
difesa. [11]Desiderate, pertanto, le mie parole; bramatele e ne riceverete
istruzione. La sapienza si lascia trovare [12]La sapienza è radiosa e
indefettibile, facilmente è contemplata da chi l'ama e trovata da chiunque
la ricerca. [13]Previene, per farsi conoscere, quanti la
desiderano. [14]Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, la
troverà seduta alla sua porta. [15]Riflettere su di essa è perfezione di
saggezza, chi veglia per lei sarà presto senza affanni. [16]Essa medesima
va in cerca di quanti sono degni di lei, appare loro ben disposta per le
strade, va loro incontro con ogni benevolenza. [17]Suo principio assai
sincero è il desiderio d'istruzione; la cura dell'istruzione è
amore; [18]l'amore è osservanza delle sue leggi; il rispetto delle leggi è
garanzia di immortalità [19]e l'immortalità fa stare vicino a
Dio. [20]Dunque il desiderio della sapienza conduce al regno. [21]Se
dunque, sovrani dei popoli, vi dilettate di troni e di scettri, onorate la
sapienza, perché possiate regnare sempre. Salomone si accinge a descrivere la
sapienza [22]Esporrò che cos'è la sapienza e come essa nacque; non vi
terrò nascosti i suoi segreti. Seguirò le sue tracce fin
dall'origine, metterò in luce la sua conoscenza, non mi allontanerò dalla
verità. [23]Non mi accompagnerò con l'invidia che consuma, poiché essa non
ha nulla in comune con la sapienza. [24]L'abbondanza dei saggi è la salvezza
del mondo; un re saggio è la salvezza di un popolo. [25]Lasciatevi dunque
ammaestrare dalle mie parole e ne trarrete profitto. Sapienza - Capitolo
7 Salomone non era che un uomo [1]Anch'io sono un uomo mortale come
tutti, discendente del primo essere plasmato di creta. Fui formato di
carne nel seno di una madre, [2]durante dieci mesi consolidato nel
sangue, frutto del seme d'un uomo e del piacere compagno del
sonno. [3]Anch'io appena nato ho respirato l'aria comune e sono caduto su
una terra uguale per tutti, levando nel pianto uguale a tutti il mio primo
grido. [4]E fui allevato in fasce e circondato di cure; [5]nessun re
iniziò in modo diverso l'esistenza. [6]Si entra nella vita e se ne esce alla
stessa maniera. Stima di Salomone per la sapienza [7]Per questo pregai e
mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito della
sapienza. [8]La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza
al suo confronto; [9]non la paragonai neppure a una gemma
inestimabile, perché tutto l'oro al suo confronto è un pò di sabbia e come
fango sarà valutato di fronte ad essa l'argento. [10]L'amai più della salute
e della bellezza, preferii il suo possesso alla stessa luce, perché non
tramonta lo splendore che ne promana. [11]Insieme con essa mi sono venuti
tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile. [12]Godetti di
tutti questi beni, perché la sapienza li guida, ma ignoravo che di tutti essa
è madre. [13]Senza frode imparai e senza invidia io dono, non nascondo le
sue ricchezze. [14]Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini; quanti se
lo procurano si attirano l'amicizia di Dio, sono a lui raccomandati per i
doni del suo insegnamento Invocazione all'ispirazione divina [15]Mi
conceda Dio di parlare secondo conoscenza e di pensare in modo degno dei doni
ricevuti, perché egli è guida della sapienza e i saggi ricevono da lui
orientamento. [16]In suo potere siamo noi e le nostre parole, ogni
intelligenza e ogni nostra abilità. [17]Egli mi ha concesso la conoscenza
infallibile delle cose, per comprender la struttura del mondo e la forza
degli elementi, [18]il principio, la fine e il mezzo dei
tempi, l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni, [19]il
ciclo degli anni e la posizione degli astri, [20]la natura degli animali e
l'istinto delle fiere, i poteri degli spiriti e i ragionamenti degli
uomini, la varietà delle piante e le proprietà delle radici. [21]Tutto ciò
che è nascosto e ciò che è palese io lo so, poiché mi ha istruito la
sapienza, artefice di tutte le cose. Elogio della sapienza [22]In essa
c'è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile,
penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene,
acuto, [23]libero, benefico, amico dell'uomo, stabile, sicuro,
senz'affanni, onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli
spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. [24]La sapienza è il più agile
di tutti i moti; per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni
cosa. [25]E' un'emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della
gloria dell'Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa
s'infiltra. [26]E' un riflesso della luce perenne, uno specchio senza
macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà. [27]Sebbene
unica, essa può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e
attraverso le età entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e
profeti. [28]Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la
sapienza. [29]Essa in realtà è più bella del sole e supera ogni
costellazione di astri; paragonata alla luce, risulta superiore; [30]a
questa, infatti, succede la notte, ma contro la sapienza la malvagità non può
prevalere. Sapienza - Capitolo 8 [1]Essa si estende da un confine
all'altro con forza, governa con bontà eccellente ogni cosa. La sapienza
sposa ideale per Salomone [2]Questa ho amato e ricercato fin dalla mia
giovinezza, ho cercato di prendermela come sposa, mi sono innamorato della
sua bellezza. [3]Essa manifesta la sua nobiltà, in comunione di vita con
Dio, perché il Signore dell'universo l'ha amata. [4]Essa infatti è
iniziata alla scienza di Dio e sceglie le opere sue. [5]Se la ricchezza è
un bene desiderabile in vita, quale ricchezza è più grande della
sapienza, la quale tutto produce? [6]Se l'intelligenza opera, chi, tra
gli esseri, è più artefice di essa? [7]Se uno ama la giustizia, le virtù
sono il frutto delle sue fatiche. Essa insegna infatti la temperanza e la
prudenza, la giustizia e la fortezza, delle quali nulla è più utile agli
uomini nella vita. [8]Se uno desidera anche un'esperienza molteplice, essa
conosce le cose passate e intravede le future, conosce le sottigliezze dei
discorsi e le soluzioni degli enigmi, pronostica segni e portenti, come
anche le vicende dei tempi e delle epoche. La sapienza indispensabile ai
sovrani [9]Ho dunque deciso di prenderla a compagna della mia
vita, sapendo che mi sarà consigliera di bene e conforto nelle
preoccupazioni e nel dolore. [10]Per essa avrò gloria fra le folle e,
anche se giovane, onore presso gli anziani. [11]Sarò trovato acuto in
giudizio, sarò ammirato di fronte ai potenti. [12]Se tacerò, resteranno in
attesa; se parlerò, mi presteranno attenzione; se prolungherò il
discorso, si porranno la mano sulla bocca. [13]Per essa otterrò
l'immortalità e lascerò un ricordo eterno ai miei
successori. [14]Governerò i popoli e le nazioni mi saranno
soggette; [15]sentendo il mio nome sovrani terribili mi temeranno, tra il
popolo apparirò buono e in guerra coraggioso. [16]Ritornato a casa, riposerò
vicino a lei, perché la sua compagnia non dà amarezza, né dolore la sua
convivenza, ma contentezza e gioia. Salomone domanda la
sapienza [17]Riflettendo su tali cose in me stesso e pensando in cuor
mio che nell'unione con la sapienza c'è l'immortalità [18]e nella sua
amicizia grande godimento e nel lavoro delle sue mani una ricchezza
inesauribile e nell'assiduità del rapporto con essa prudenza e nella
partecipazione ai suoi discorsi fama, andavo cercando come prenderla con
me. [19]Ero un fanciullo di nobile indole, avevo avuto in sorte un'anima
buona [20]o piuttosto, essendo buono, ero entrato in un corpo senza
macchia. [21]Sapendo che non l'avrei altrimenti ottenuta, se Dio non me
l'avesse concessa, - ed era proprio dell'intelligenza sapere da chi viene
tale dono - mi rivolsi al Signore e lo pregai, dicendo con tutto il
cuore: Sapienza - Capitolo 9 Preghiera per ottenere la sapienza [1]«Dio
dei padri e Signore di misericordia, che tutto hai creato con la tua
parola, [2]che con la tua sapienza hai formato l'uomo, perché domini sulle
creature fatte da te, [3]e governi il mondo con santità e giustizia e
pronunzi giudizi con animo retto, [4]dammi la sapienza, che siede in trono
accanto a te e non mi escludere dal numero dei tuoi figli, [5]perché io
sono tuo servo e figlio della tua ancella, uomo debole e di vita
breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. [6]Se anche uno
fosse il più perfetto tra gli uomini, mancandogli la tua sapienza, sarebbe
stimato un nulla. [7]Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo e giudice
dei tuoi figli e delle tue figlie; [8]mi hai detto di costruirti un tempio
sul tuo santo monte, un altare nella città della tua dimora, un'imitazione
della tenda santa che ti eri preparata fin da principio. [9]Con te è la
sapienza che conosce le tue opere, che era presente quando creavi il
mondo; essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi e ciò che è conforme
ai tuoi decreti. [10]Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono
glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia
ciò che ti è gradito. [11]Essa infatti tutto conosce e tutto comprende, e
mi guiderà prudentemente nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua
gloria. [12]Così le mie opere ti saranno gradite; io giudicherò con equità
il tuo popolo e sarò degno del trono di mio padre. [13]Quale uomo può
conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il
Signore? [14]I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre
riflessioni, [15]perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la
tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. [16]A stento ci
raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di
mano; ma chi può rintracciare le cose del cielo? [17]Chi ha conosciuto il
tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza e non gli hai inviato
il tuo santo spirito dall'alto? [18]Così furono raddrizzati i sentieri di chi
è sulla terra; gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito; essi
furono salvati per mezzo della sapienza». Sapienza - Capitolo 10 III. LA
SAPIENZA OPERA NELLA STORIA Da Adamo a Mosè [1]Essa protesse il padre del
mondo, formato per primo da Dio, quando fu creato solo; poi lo liberò
dalla sua caduta [2]e gli diede la forza per dominare su tutte le
cose. [3]Ma un ingiusto, allontanatosi da essa nella sua collera perì per
il suo furore fratricida. [4]A causa sua la terra fu sommersa, ma la
sapienza di nuovo la salvò pilotando il giusto e per mezzo di un semplice
legno. [5]Essa, quando le genti furono confuse, concordi soltanto nella
malvagità, riconobbe il giusto e lo conservò davanti a Dio senza
macchia e lo mantenne forte nonostante la sua tenerezza per il
figlio. [6]E mentre perivano gli empi, salvò un giusto, che fuggiva il
fuoco caduto sulle cinque città. [7]Quale testimonianza di quella gente
malvagia esiste ancora una terra desolata, fumante insieme con alberi che
producono frutti immaturi e a memoria di un'anima incredula, s'innalza una
colonna di sale. [8]Allontanandosi dalla sapienza, non solo ebbero il
danno di non conoscere il bene, ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di
insipienza, perché le loro colpe non rimanessero occulte. [9]Ma la
sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze: [10]essa condusse per diritti
sentieri il giusto in fuga dall'ira del fratello, gli mostrò il regno di
Dio e gli diede la conoscenza delle cose sante; gli diede successo nelle
sue fatiche e moltiplicò i frutti del suo lavoro. [11]Lo assistette contro
l'avarizia dei suoi avversari e lo fece ricco; [12]lo custodì dai
nemici, lo protesse da chi lo insidiava, gli assegnò la vittoria in una
lotta dura, perché sapesse che la pietà è più potente di tutto. [13]Essa
non abbandonò il giusto venduto, ma lo preservò dal peccato. [14]Scese con
lui nella prigione, non lo abbandonò mentre era in catene, finché gli
procurò uno scettro regale e potere sui propri avversari, smascherò come
mendaci i suoi accusatori e gli diede una gloria
eterna. L'Esodo [15]Essa liberò un popolo santo e una stirpe senza
macchia da una nazione di oppressori. [16]Entro nell'anima di un servo del
Signore e si oppose con prodigi e con segni a terribili re. [17]Diede ai
santi la ricompensa delle loro pene, li guidò per una strada
meravigliosa, divenne loro riparo di giorno e luce di stelle nella
notte. [18]Fece loro attraversare il Mar Rosso, guidandoli attraverso
molte acque; [19]sommerse invece i loro nemici e li rigettò dal fondo
dell'abisso. [20]Per questo i giusti spogliarono gli empi e celebrarono,
Signore, il tuo nome santo e lodarono concordi la tua mano
protettrice, [21]perché la sapienza aveva aperto la bocca dei muti e aveva
sciolto la lingua degli infanti. Sapienza - Capitolo 11 [1]Essa fece
riuscire le loro imprese per mezzo di un santo profeta: [2]attraversarono
un deserto inospitale, fissarono le tende in terreni
impraticabili, [3]resistettero agli avversari, respinsero i nemici. Il
miracolo dell'acqua. Primo contrappasso [4]Quando ebbero sete, ti
invocarono e fu data loro acqua da una rupe scoscesa, rimedio contro la
sete da una dura roccia. [5]Ciò che era servito a punire i loro
nemici, nel bisogno fu per loro un beneficio. [6]Invece della corrente di
un fiume perenne, sconvolto da putrido sangue [7]in punizione di un
decreto infanticida, tu desti loro inaspettatamente acqua
abbondante, [8]mostrando per la sete di allora, come avevi punito i loro
avversari. [9]Difatti, messi alla prova, sebbene puniti con
misericordia, compresero quali tormenti avevan sofferto gli
empi, giudicati nella collera, [10]perché tu provasti gli uni come un
padre che corregge, mentre vagliasti gli altri come un re severo che
condanna. [11]Lontani o vicini erano ugualmente tribolati, [12]perché un
duplice dolore li colse e un pianto per i ricordi del passato. [13]Quando
infatti seppero che dal loro castigo quegli altri ricevevano
benefici, sentirono la presenza del Signore; [14]poiché colui che avevano
una volta esposto e quindi respinto con scherni, lo ammiravano alla fine
degli eventi, dopo aver patito una sete ben diversa da quella dei
giusti. Moderazione divina verso l'Egitto [15]Per i ragionamenti insensati
della loro ingiustizia, da essi ingannati, venerarono rettili senza
ragione e vili bestiole. Tu inviasti loro in castigo una massa di animali
senza ragione, [16]perché capissero che con quelle stesse cose per cui uno
pecca, con esse è poi castigato. [17]Certo, non aveva difficoltà la tua mano
onnipotente, che aveva creato il mondo da una materia senza forma, a
mandare loro una moltitudine di orsi e leoni feroci [18]o belve ignote,
create apposta, piene di furore, o sbuffanti un alito infuocato o esalanti
vapori pestiferi o folgoranti con le terribili scintille degli
occhi, [19]bestie di cui non solo l'assalto poteva sterminarli, ma
annientarli anche l'aspetto terrificante. [20]Anche senza questo potevan
soccombere con un soffio, perseguitati dalla giustizia e dispersi dallo
spirito della tua potenza. Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e
peso. Ragioni di questa moderazione [21]Prevalere con la forza ti è sempre
possibile; chi potrà opporsi al potere del tuo braccio? [22]Tutto il mondo
davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada
mattutina caduta sulla terra. [23]Hai compassione di tutti, perché tutto tu
puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del
pentimento. [24]Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di
quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure
creata. [25]Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O
conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? [26]Tu risparmi tutte
le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita, Sapienza -
Capitolo 12 [1]poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le
cose. [2]Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci
ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in
te, Signore. Moderazione di Dio verso Canaan [3]Tu odiavi gli antichi
abitanti della tua terra santa, [4]perché compivano delitti
ripugnanti, pratiche di magia e riti sacrileghi. [5]Questi spietati
uccisori dei loro figli, divoratori di visceri in banchetti di carne
umana, iniziati in orgiastici riti, [6]genitori carnefici di vite
indifese, tu li hai voluti distruggere per mano dei nostri
antenati, [7]perché ricevesse una degna colonia di figli di Dio la regione
da te stimata più di ogni altra. [8]Ma anche con loro, perché uomini, fosti
indulgente mandando loro le vespe come avanguardie del tuo
esercito, perché li distruggessero a poco a poco. [9]Pur potendo in
battaglia dare gli empi in mano dei giusti, oppure distruggerli con bestie
feroci o all'istante con un ordine inesorabile, [10]colpendoli invece a
poco a poco, lasciavi posto al pentimento, sebbene tu non ignorassi che la
loro razza era perversa e la loro malvagità naturale e che la loro
mentalità non sarebbe mai cambiata, [11]perché era una stirpe maledetta fin
da principio. Ragioni di questa moderazione Non certo per timore di
alcuno lasciavi impunite le loro colpe. [12]E chi potrebbe domandarti:
«Che hai fatto?», o chi potrebbe opporsi a una tua sentenza? Chi oserebbe
accusarti per l'eliminazione di genti da te create? Chi si potrebbe
costituire contro di te come difensore di uomini ingiusti? [13]Non c'è Dio
fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba
difenderti dall'accusa di giudice ingiusto. [14]Né un re né un tiranno
potrebbe affrontarti in difesa di quelli che hai punito. [15]Essendo
giusto, governi tutto con giustizia. Condannare chi non merita il
castigo lo consideri incompatibile con la tua potenza. [16]La tua forza
infatti è principio di giustizia; il tuo dominio universale ti rende
indulgente con tutti. [17]Mostri la forza se non si crede nella tua
onnipotenza e reprimi l'insolenza in coloro che la conoscono. [18]Tu,
padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta
indulgenza, perché il potere lo eserciti quando vuoi. Lezioni divine per
Israele [19]Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il
giusto deve amare gli uomini; inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce
speranza perché tu concedi dopo i peccati la possibilità di
pentirsi. [20]Se gente nemica dei tuoi figli e degna di morte tu hai
punito con tanto riguardo e indulgenza, concedendole tempo e modo per
ravvedersi dalla sua malvagità, [21]con quanta attenzione hai castigato i
tuoi figli, con i cui padri concludesti, giurando, alleanze di così buone
promesse? [22]Mentre dunque ci correggi, tu colpisci i nostri nemici in
svariatissimi modi, perché nel giudicare riflettiamo sulla tua bontà e
speriamo nella misericordia, quando siamo giudicati. Ancora gli Egiziani. La
loro punizione è progressiva [23]Perciò quanti vissero ingiustamente con
stoltezza tu li hai tormentati con i loro stessi abomini. [24]Essi s'erano
allontanati troppo sulla via dell'errore, ritenendo dei i più abietti e i più
ripugnanti animali, ingannati come bambini senza ragione. [25]Per questo,
come a fanciulli irragionevoli, hai mandato loro un castigo per
derisione. [26]Ma chi non si lascia correggere da castighi di
derisione, sperimenterà un giudizio degno di Dio. [27]Infatti, soffrendo
per questi animali, si sdegnavano, perché puniti con gli stessi esseri che
stimavano dei, e capirono e riconobbero il vero Dio, che prima non avevano
voluto conoscere. Per questo si abbattè su di loro il supremo dei
castighi. Sapienza - Capitolo 13 Processo all'idolatria. Divinizzazione
della natura [1]Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano
nell'ignoranza di Dio. e dai beni visibili non riconobbero colui che
è, non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere. [2]Ma o il
fuoco o il vento o l'aria sottile o la volta stellata o l'acqua
impetuosa o i luminari del cielo considerarono come dei, reggitori del
mondo. [3]Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per
dei, pensino quanto è superiore il loro Signore, perché li ha creati lo
stesso autore della bellezza. [4]Se sono colpiti dalla loro potenza e
attività, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha
formati. [5]Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia
si conosce l' [6]Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi
forse s'ingannano nella loro ricerca di Dio e nel volere
trovarlo. [7]Occupandosi delle sue opere, compiono indagini, ma si
lasciano sedurre dall'apparenza, perché le cosa vedute sono tanto
belle. [8]Neppure costoro però sono scusabili, [9]perché se tanto poterono
sapere da scrutare l'universo, come mai non ne hanno trovato più presto il
padrone? Il culto degli idoli [10]Infelici sono coloro le cui speranze
sono in cose morte e che chiamarono dei i lavori di mani d'uomo, oro e
argento lavorati con arte, e immagini di animali, oppure una pietra
inutile, opera di mano antica. [11]Se insomma un abile legnaiuolo, segato
un albero maneggevole, ne raschia con diligenza tutta la scorza e,
lavorando con abilità conveniente, ne forma un utensile per gli usi della
vita; [12]raccolti poi gli avanzi del suo lavoro, li consuma per
prepararsi il cibo e si sazia. [13]Quanto avanza ancora, buono proprio a
nulla, legno distorto e pieno di nodi, lo prende e lo scolpisce per
occupare il tempo libero; senza impegno, per diletto, gli dà una forma, lo
fa simile a un'immagine umana [14]oppure a quella di un vile animale. Lo
vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie e ricopre con la vernice
ogni sua macchia; [15]quindi, preparatagli una degna dimora, lo pone sul
muro, fissandolo con un chiodo. [16]Provvede perché non cada, ben sapendo
che non è in grado di aiutarsi da sé; esso infatti è solo un'immagine e ha
bisogno di aiuto. [17]Eppure quando prega per i suoi beni, per le sue
nozze e per i figli, non si vergogna di parlare a quell'oggetto
inanimato; per la sua salute invoca un essere debole, [18]per la sua vita
prega un morto: per un aiuto supplica un essere inetto, per il suo viaggio
chi non può neppure camminare; [19]per acquisti, lavoro e successo negli
affari, chiede abilità ad uno che è il più inabile di mani. Sapienza -
Capitolo 14 [1]Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde
selvagge implora un legno più fragile della barca che lo porta. [2]Questa,
infatti, fu inventata dal desiderio di guadagni e fu costruita da una
saggezza artigiana; [3]ma la tua provvidenza, o Padre, la guida perché tu
hai predisposto una strada anche nel mare, un sentiero sicuro anche fra le
onde, [4]mostrando che puoi salvare da tutto, sì che uno possa imbarcarsi
anche senza esperienza. [5]Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano
inutili; per questo gli uomini affidano le loro vite anche a un minuscolo
legno e, attraversando i flutti con una zattera, scampano. [6]Anche in
principio, mentre perivano giganti superbi, la speranza del mondo,
rifugiatasi in una barca, lasciò al mondo la semenza di nuove
generazioni, grazie alla tua mano che la guidava. [7]E' benedetto il legno
con cui si compie un'opera giusta, [8]ma maledetto l'idolo opera di mani e
chi lo ha fatto; questi perché lo ha lavorato, quello perché,
corruttibile, è detto dio. [9]Perché sono ugualmente in odio a Dio l'empio
e la sua empietà; [10]l'opera e l'artefice saranno ugualmente
puniti. [11]Perciò ci sarà un castigo anche per gli idoli dei
pagani, perché fra le creature di Dio son divenuti un abominio, e scandalo
per le anime degli uomini, laccio per i piedi degli stolti. Origine del
culto idolatrico [12]L'invenzione degli idoli fu l'inizio della
prostituzione, la loro scoperta portò la corruzione nella vita. [13]Essi
non esistevano al principio né mai esisteranno. [14]Entrarono nel mondo per
la vanità dell'uomo, per questo è stata decretata per loro una rapida
fine. [15]Un padre, consumato da un lutto prematuro, ordinò un'immagine di
quel suo figlio così presto rapito, e onorò come un dio chi poco prima era
solo un defunto ordinò ai suoi dipendenti riti misterici e di
iniziazione. [16]Poi l'empia usanza, rafforzatasi con il tempo, fu
osservata come una legge. [17]Le statue si adoravano anche per ordine dei
sovrani: i sudditi, non potendo onorarli di persona a distanza, riprodotte
con arte le sembianze lontane, fecero un'immagine visibile del re
venerato, per adulare con zelo l'assente, quasi fosse
presente. [18]All'estensione del culto anche presso quanti non lo
conoscevano, spinse l'ambizione dell'artista. [19]Questi infatti,
desideroso di piacere al potente, si sforzò con l'arte di renderne più bella
l'immagine; [20]il popolo, attratto dalla leggiadria dell'opera, considerò
oggetto di culto colui che poco prima onorava come uomo. [21]Ciò divenne
un'insidia ai viventi, perché gli uomini, vittime della disgrazia o della
tirannide, imposero a pietre o a legni un nome incomunicabile. Conseguenze
del culto idolatrico [22]Poi non bastò loro sbagliare circa la conoscenza di
Dio; essi, pur vivendo in una grande guerra d'ignoranza, danno a sì grandi
mali il nome di pace. [23]Celebrando iniziazioni infanticide o misteri
segreti, o banchetti orgiastici di strani riti [24]non conservano più pure
né vita né nozze e uno uccide l'altro a tradimento o l'affligge con
l'adulterio. [25]Tutto è una grande confusione: sangue e omicidio, furto e
inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro; [26]confusione dei
buoni, ingratitudine per i favori, corruzione di anime, perversione
sessuale, disordini matrimoniali, adulterio e
dissolutezza. [27]L'adorazione di idoli senza nome è principio, causa e
fine di ogni male. [28]Gli idolatri infatti o delirano nelle orge o
sentenziano oracoli falsi o vivono da iniqui o spergiurano con
facilità. [29]Ponendo fiducia in idoli inanimati non si aspettano un
castigo per avere giurato il falso. [30]Ma, per l'uno e per l'altro
motivo, li raggiungerà la giustizia, perché concepirono un'idea falsa di
Dio, rivolgendosi agli idoli, e perché spergiurarono con
frode, disprezzando la santità. [31]Infatti non la potenza di coloro per i
quali si giura, ma il castigo dovuto ai peccatori persegue sempre la
trasgressione degli ingiusti. Sapienza - Capitolo 15 Israele non è
idolatra [1]Ma tu, nostro Dio, sei buono e fedele, sei paziente e tutto
governi secondo misericordia. [2]Anche se pecchiamo, siamo
tuoi, conoscendo la tua potenza; ma non peccheremo più, sapendo che ti
apparteniamo. [3]Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta, conoscere la
tua potenza è radice di immortalità. [4]Non ci indusse in errore né
l'invenzione umana di un'arte perversa, né la sterile fatica dei
pittori, immagini deturpate di vari colori, [5]la cui vista provoca negli
stolti il desiderio, l'anelito per una forma inanimata di un'immagine
morta. [6]Amanti del male e degni di simili speranze sono coloro che
fanno, desiderano e venerano gli idoli. Follia dei fabbricanti di
idoli [7]Un vasaio, impastando con fatica la terra molle, plasma per il
nostro uso ogni sorta di vasi. Ma con il medesimo fango modella e i vasi
che servono per usi decenti e quelli per usi contrari, tutti allo stesso
modo; quale debba essere l'uso di ognuno di essi lo stabilisce il
vasaio. [8]Quindi con odiosa fatica plasma con il medesimo fango un dio
vano, egli che, nato da poco dalla terra, tra poco ritornerà là da dove fu
tratto, quando gli sarà richiesto l'uso fatto dell'anima sua. [9]Ma egli
non si preoccupa di morire né di avere una vita breve; anzi gareggia con
gli orafi e con gli argentieri, imita i lavoratori del bronzo e ritiene un
vanto plasmare cose false. [10]Cenere è il suo cuore, la sua speranza più
vile della terra, la sua vita più spregevole del fango, [11]perché
disconosce il suo creatore, colui che gli inspirò un'anima attiva e gli
infuse uno spirito vitale. [12]Ma egli considera un trastullo la nostra
vita, l'esistenza un mercato lucroso. Egli dice: «Da tutto, anche dal
male, si deve trarre profitto». [13]Costui infatti più di tutti sa di
peccare, fabbricando di materia terrestre fragili vasi e statue. Follia
degli Egiziani: la loro idolatria universale [14]Ma sono tutti
stoltissimi e più miserabili di un'anima infantile i nemici del tuo
popolo, che lo hanno oppresso. [15]Essi considerarono dei anche tutti gli
idoli dei pagani, i quali non hanno né l'uso degli occhi per vedere, né
narici per aspirare aria, né orecchie per sentire, né dita delle mani per
palpare; e i loro piedi sono incapaci di camminare. [16]Un uomo li ha
fatti, li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito. Ora nessun
uomo può plasmare un dio a lui simile; [17]essendo mortale, una cosa morta
produce con empie mani. Egli è sempre migliore degli oggetti che
adora, rispetto a essi possiede la vita, ma quelli giammai [18]Venerano
gli animali più ripugnanti, che per stupidità al paragone risultan
peggiori degli altri; [19]non sono tanto belli da invogliarsene, come
capita per l'aspetto di altri animali, e non hanno avuto la lode e la
benedizione di Dio. Sapienza - Capitolo 16 Secondo contrappasso: le
rane [1]Per questo furon giustamente puniti con esseri simili e tormentati
da numerose bestiole. [2]Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo
popolo; per appagarne il forte appetito gli preparasti un cibo di gusto
squisito, le quaglie. [3]Gli egiziani infatti, sebbene bramosi di
cibo, disgustati dagli animali inviati contro di loro perdettero anche il
naturale appetito; questi invece, dopo una breve privazione, gustarono un
cibo squisito. [4]Era necessario che a quegli avversari venisse addosso
una carestia inevitabile e che a questi si mostrasse soltanto come erano
tormentati i loro nemici. Terzo contrappasso: cavallette e serpente di
bronzo [5]Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie e
perirono per i morsi di tortuosi serpenti, la tua collera non durò sino alla
fine. [6]Per correzione furono spaventati per breve tempo, avendo gia
avuto un pegno di salvezza a ricordare loro i decreti della tua
legge. [7]Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato non da quel che
vedeva, ma solo da te, salvatore di tutti. [8]Anche con ciò convincesti i
nostri nemici che tu sei colui che libera da ogni male. [9]Gli egiziani
infatti furono uccisi dai morsi di cavallette e di mosche, né si trovò un
rimedio per la loro vita, meritando di essere puniti con tali
mezzi. [10]Invece contro i tuoi figli neppure i denti di serpenti velenosi
prevalsero, perché intervenne la tua misericordia a guarirli. [11]Perché
ricordassero le tue parole, feriti dai morsi, erano subito guariti, per
timore che, caduti in un profondo oblio, fossero esclusi dai tuoi
benefici. [12]Non li guarì né un'erba né un emolliente, ma la tua parola,
o Signore, la quale tutto risana. [13]Tu infatti hai potere sulla vita e
sulla morte; conduci giù alle porte degli inferi e fai
risalire. [14]L'uomo può uccidere nella sua malvagità, ma non far tornare
uno spirito gia esalato, né liberare un'anima gia accolta negli
inferi. Quarto contrappasso: la grandine e la manna [15]E' impossibile
sfuggire alla tua mano: [16]gli empi, che rifiutavano di
conoscerti, furono colpiti con la forza del tuo braccio, perseguitati da
strane pioggie e da grandine, da acquazzoni travolgenti, e divorati dal
fuoco. [17]E, cosa più strana, l'acqua che tutto spegne ravvivava sempre
più il fuoco: l'universo si fa alleato dei giusti. [18]Talvolta la fiamma
si attenuava per non bruciare gli animali inviati contro gli empi e per
far loro comprendere a tal vista che erano incalzati dal giudizio di
Dio. [19]Altre volte anche in mezzo all'acqua la fiamma bruciava oltre la
potenza del fuoco per distruggere i germogli di una terra
iniqua. [20]Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, dal
cielo offristi loro un pane gia pronto senza fatica, capace di procurare ogni
delizia e soddisfare ogni gusto. [21]Questo tuo alimento manifestava la
tua dolcezza verso i tuoi figli; esso si adattava al gusto di chi
l'inghiottiva e si trasformava in ciò che ognuno desiderava. [22]Neve e
ghiaccio resistevano al fuoco senza sciogliersi, perché riconoscessero che i
frutti dei nemici il fuoco distruggeva ardendo tra la grandine e
folgoreggiando tra le piogge. [23]Al contrario, perché si nutrissero i
giusti, dimenticava perfino la propria virtù. [24]La creazione infatti a
te suo creatore obbedendo, si irrigidisce per punire gli ingiusti, ma
s'addolcisce a favore di quanti confidano in te. [25]Per questo anche allora,
adattandosi a tutto, serviva alla tua liberalità che tutti
alimenta, secondo il desiderio di chi era nel bisogno, [26]perché i tuoi
figli, che ami, o Signore, capissero che non le diverse specie di frutti
nutrono l'uomo, ma la tua parola conserva coloro che credono in
te. [27]Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco si scioglieva
appena scaldato da un breve raggio di sole, [28]perché fosse noto che si deve
prevenire il sole per renderti grazie e pregarti allo spuntar della
luce, [29]poiché la speranza dell'ingrato si scioglierà come brina
invernale e si disperderà come un'acqua inutilizzabile. Sapienza -
Capitolo 17 Quinto contrappasso: tenebre e colonna di fuoco [1]I tuoi
giudizi sono grandi e difficili da spiegare, per questo le anime grossolane
furono tratte in errore. [2]Gli iniqui credendo di dominare il popolo
santo, incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte, chiusi
nelle case, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna. [3]Credendo di
restar nascosti con i loro peccati segreti, sotto il velo opaco
dell'oblio, furono dispersi, colpiti da spavento terribile e tutti agitati
da fantasmi. [4]Neppure il nascondiglio in cui si trovavano li preservò
dal timore, ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro, fantasmi
lugubri dai volti tristi apparivano. [5]Nessun fuoco, per quanto intenso
riusciva a far luce, neppure le luci splendenti degli astri riuscivano a
rischiarare quella cupa notte. [6]Appariva loro solo una massa di
fuoco, improvvisa, spaventosa; atterriti da quella fugace
visione, credevano ancora peggiori le cose viste. [7]Fallivano i ritrovati
della magia, e la loro baldanzosa pretesa di sapienza. [8]Promettevano di
cacciare timori e inquietudini dall'anima malata, e cadevano malati per
uno spavento ridicolo. [9]Anche se nulla di spaventoso li
atterriva, spaventati al passare delle bestiole e ai sibili dei
rettili, morivano di tremore, rifiutando persino di guardare l'aria, a
cui nessuno può sottrarsi. [10]La malvagità condannata dalla propria
testimonianza è qualcosa di vile e oppressa dalla coscienza presume sempre
il peggio. [11]Il timore infatti non è altro che rinunzia agli aiuti della
ragione; [12]quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi, tanto più
grave si stima l'ignoranza della causa che produce il tormento. [13]Ma
essi durante tale notte davvero impotente, uscita dai recessi impenetrabili
degli inferi senza potere, intorpiditi da un medesimo sonno, [14]ora erano
agitati da fantasmi mostruosi, ora paralizzati per l'abbattimento
dell'anima; poiché un terrore improvviso e inaspettato si era riversato su
di loro. [15]Così chiunque, cadendo là dove si trovava, era custodito
chiuso in un carcere senza serrami, [16]fosse un agricoltore o un
pastore o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari, sorpreso
cadeva sotto la necessità ineluttabile, perché tutti eran legati dalla stessa
catena di tenebre. [17]Il sibilare del vento, il canto melodioso di
uccelli tra folti rami, il mormorio di impetuosa acqua corrente, il cupo
fragore di rocce cadenti, [18]la corsa invisibile di animali
imbizzarriti, le urla di crudelissime belve ruggenti, l'eco ripercossa
delle cavità dei monti, tutto li paralizzava e li riempiva di
terrore. [19]Tutto il mondo era illuminato di luce splendente ed ognuno
era dedito ai suoi lavori senza impedimento. [20]Soltanto su di essi si
stendeva una notte profonda, immagine della tenebra che li avrebbe
avvolti; ma erano a se stessi più gravosi della tenebra. Sapienza -
Capitolo 18 [1]Per i tuoi santi risplendeva una luce vivissima; essi
invece, sentendone le voci, senza vederne l'aspetto. li proclamavan beati,
chè non avevan come loro sofferto [2]ed erano loro grati perché, offesi per
primi, non facevano loro del male e imploravano perdono d'essere stati
loro nemici. [3]Invece delle tenebre desti loro una colonna di fuoco, come
guida in un viaggio sconosciuto e come un sole innocuo per il glorioso
emigrare. [4]Eran degni di essere privati della luce e di essere
imprigionati nelle tenebre quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi
figli, per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge doveva esser
concessa al mondo. Sesto contrappasso: notte di tragedia e di
libertà [5]Poiché essi avevan deciso di uccidere i neonati dei santi - e
un solo bambino fu esposto e salvato - per castigo eliminasti una moltitudine
di loro figli e li facesti perire tutti insieme nell'acqua
impetuosa. [6]Quella notte fu preannunziata ai nostri padri, perché
sapendo a quali promesse avevano creduto, stessero di buon animo. [7]Il
tuo popolo si attendeva la salvezza dei giusti come lo sterminio dei
nemici. [8]Difatti come punisti gli avversari, così ci rendesti gloriosi,
chiamandoci a te. [9]I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in
segreto e si imposero, concordi, questa legge divina: i santi avrebbero
partecipato ugualmente ai beni e ai pericoli, intonando prima i canti di
lode dei padri. [10]Faceva eco il grido confuso dei nemici e si diffondeva
il lamento di quanti piangevano i figli. [11]Con la stessa pena lo
schiavo era punito insieme con il padrone, il popolano soffriva le stesse
pene del re. [12]Tutti insieme, nello stesso modo, ebbero innumerevoli
morti, e i vivi non bastavano a seppellirli perché in un istante perì la
loro più nobile prole. [13]Quelli rimasti increduli a tutto per via delle
loro magie, alla morte dei primogeniti confessarono che questo popolo è
figlio di Dio. [14]Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e
la notte era a metà del suo corso, [15]la tua parola onnipotente dal
cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a
quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo ordine
inesorabile. [16]Fermatasi, riempì tutto di morte; toccava il cielo e
camminava sulla terra. [17]Allora improvvisi fantasmi di sogni
terribili li atterrivano; timori impensabili piombarono su di
loro. [18]Cadendo mezzi morti qua e là, ognuno mostrava la causa della
morte. [19]I loro sogni terrificanti li avevano preavvisati, perché non
morissero ignorando il motivo delle loro sofferenze. Minaccia di sterminio
nel deserto [20]La prova della morte colpì anche i giusti e nel deserto ci
fu strage di molti; ma l'ira non durò a lungo, [21]perché un uomo
incensurabile si affrettò a difenderli: prese le armi del suo
ministero, la preghiera e il sacrificio espiatorio dell'incenso; si oppose
alla collera e mise fine alla sciagura, mostrando che era tuo
servitore. [22]Egli superò l'ira divina non con la forza del corpo, né con
l'efficacia delle armi; ma con la parola placò colui che
castigava, ricordandogli i giuramenti e le alleanze dei padri. [23]I morti
eran caduti a mucchi gli uni sugli altri, quando egli, ergendosi lì in mezzo,
arrestò l'ira e le tagliò la strada che conduceva verso i
viventi. [24]Sulla sua veste lunga fino ai piedi vi era tutto il mondo, i
nomi gloriosi dei padri intagliati sui quattro ordini di pietre preziose e
la tua maestà sulla corona della sua testa. [25]Di fronte a questo lo
sterminatore indietreggiò, ebbe paura, poiché un solo saggio della collera
bastava. Sapienza - Capitolo 19 Settimo contrappasso: il Mar
Rosso [1]Sugli empi si riversò sino alla fine uno sdegno
implacabile, perché Dio prevedeva anche il loro futuro, [2]che cioè, dopo
aver loro permesso di andarsene e averli fatti in fretta partire, cambiato
proposito, li avrebbero inseguiti. [3]Mentre infatti erano ancora occupati
nei lutti e piangevano sulle tombe dei morti, presero un'altra decisione
insensata, e inseguirono come fuggitivi coloro che gia avevan pregato di
partire. [4]Li spingeva a questo punto estremo un meritato destino, che li
gettò nell'oblio delle cose avvenute, perché colmassero la punizione, che
ancora mancava ai loro tormenti, [5]e mentre il tuo popolo intraprendeva un
viaggio straordinario, essi incorressero in una morte singolare. [6]Tutta
la creazione assumeva da capo, nel suo genere, nuova forma, obbedendo ai
tuoi comandi, perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi. [7]Si
vide la nube coprire d'ombra l'accampamento, terra asciutta apparire dove
prima c'era acqua, una strada libera aprirsi nel Mar Rosso e una
verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti; [8]per essa passò tutto il
tuo popolo, i protetti della tua mano, spettatori di prodigi
stupendi. [9]Come cavalli alla pastura, come agnelli
esultanti, cantavano inni a te, Signore, che li avevi
liberati. [10]Ricordavano ancora i fatti del loro esilio, come la terra,
invece di bestiame, produsse zanzare, come il fiume, invece di pesci, riversò
una massa di rane. [11]Più tardi videro anche una nuova produzione di
uccelli, quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati; [12]poiché,
per appagarli, salirono dal mare le quaglie. L'Egitto più colpevole di
Sodoma [13]Sui peccatori invece caddero i castighi non senza segni
premonitori di fulmini fragorosi; essi soffrirono giustamente per la loro
malvagità, avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo
straniero. [14]Altri non accolsero ospiti sconosciuti; ma costoro
ridussero schiavi ospiti benemeriti. [15]Non solo: ci sarà per i primi un
giudizio, perché accolsero ostilmente dei forestieri; [16]ma quelli, dopo
averli festosamente accolti, poi, quando gia partecipavano ai loro
diritti li oppressero con lavori durissimi. [17]Furono perciò colpiti da
cecità, come lo furono i primi alla porta del giusto, quando avvolti fra
tenebre fitte ognuno cercava l'ingresso della propria porta. Una nuova
armonia [18]Difatti gli elementi scambiavano ordine fra loro, come le note
di un'arpa variano la specie del ritmo, pur conservando sempre lo stesso
tono. E proprio questo si può dedurre dalla attenta considerazione degli
avvenimenti: [19]animali terrestri divennero acquatici, quelli che
nuotavano passarono sulla terra. [20]Il fuoco rafforzò nell'acqua la sua
potenza e l'acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere. [21]Le
fiamme non consumavano le carni di animali gracili, che vi camminavano
dentro, né scioglievano quella specie di cibo celeste, simile alla brina e
così facile a fondersi. Conclusione [22]In tutti i modi, o Signore, hai
magnificato e reso glorioso il tuo popolo e non l'hai
trascurato assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo. Siracide - Capitolo
1 I. RACCOLTA DI SENTENZE L'origine della sapienza [1]Ogni sapienza
viene dal Signore ed è sempre con lui. [2]La sabbia del mare, le gocce
della pioggia e i giorni del mondo chi potrà contarli? [3]L'altezza del
cielo, l'estensione della terra, la profondità dell'abisso chi potrà
esplorarle? [4]Prima di ogni cosa fu creata la sapienza e la saggia
prudenza è da sempre. [5]A chi fu rivelata la radice della sapienza? Chi
conosce i suoi disegni? [6]Uno solo è sapiente, molto terribile, seduto
sopra il trono. [7]Il Signore ha creato la sapienza; l'ha vista e l'ha
misurata, l'ha diffusa su tutte le sue opere, [8]su ogni mortale, secondo
la sua generosità, la elargì a quanti lo amano. Il timore di Dio [9]Il
timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona di esultanza. [10]Il
timore del Signore allieta il cuore e dà contentezza, gioia e lunga
vita. [11]Per chi teme il Signore andrà bene alla fine, sarà benedetto nel
giorno della sua morte. [12]Principio della sapienza è temere il
Signore; essa fu creata con i fedeli nel seno materno. [13]Tra gli uomini
essa ha posto il nido, fondamento perenne; resterà fedelmente con i loro
discendenti. [14]Pienezza della sapienza è temere il Signore; essa inebria
di frutti i propri devoti. [15]Tutta la loro casa riempirà di cose
desiderabili, i magazzini dei suoi frutti. [16]Corona della sapienza è il
timore del Signore; fa fiorire la pace e la salute. [17]Dio ha visto e
misurato la sapienza; ha fatto piovere la scienza e il lume
dell'intelligenza; ha esaltato la gloria di quanti la
possiedono. [18]Radice della sapienza è temere il Signore; i suoi rami
sono lunga vita. Pazienza e controllo di sé [19]La collera ingiusta non si
potrà giustificare, poiché il traboccare della sua passione sarà la sua
rovina. [20]Il paziente sopporterà per qualche tempo; alla fine sgorgherà
la sua gioia; [21]per qualche tempo terrà nascoste le parole e le labbra
di molti celebreranno la sua intelligenza. Sapienza e rettitudine [22]Fra
i tesori della sapienza sono le massime istruttive, ma per il peccatore la
pietà è un abominio. [23]Se desideri la sapienza, osserva i
comandamenti; allora il Signore te la concederà. [24]Il timore del Signore
è sapienza e istruzione, si compiace della fiducia e della
mansuetudine. [25]Non essere disobbediente al timore del Signore e non
avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore. [26]Non essere finto davanti agli
uomini e controlla le tue parole. [27]Non esaltarti per non cadere e
per non attirarti il disonore; [28]il Signore svelerà i tuoi segreti e ti
umilierà davanti all'assemblea, [29]perché non hai ricercato il timore del
Signore e il tuo cuore è pieno di inganno. Siracide - Capitolo 2 Il
timore di Dio nella prova [1]Figlio, se ti presenti per servire il
Signore, prepàrati alla tentazione. [2]Abbi un cuore retto e sii
costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione. [3]Stà unito a lui
senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi
giorni. [4]Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende
dolorose, [5]perché con il fuoco si prova l'oro, e gli uomini ben accetti
nel crogiuolo del dolore. [6]Affidati a lui ed egli ti aiuterà; segui la
via diritta e spera in lui. [7]Quanti temete il Signore, aspettate la sua
misericordia; non deviate per non cadere. [8]Voi che temete il Signore,
confidate in lui; il vostro salario non verrà meno. [9]Voi che temete il
Signore, sperate i suoi benefici, la felicità eterna e la
misericordia. [10]Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha
confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo
timore e fu abbandonato? O chi lo ha invocato ed è stato da lui
trascurato? [11]Perché il Signore è clemente e misericordioso, rimette i
peccati e salva al momento della tribolazione. [12]Guai ai cuori pavidi e
alle mani indolenti e al peccatore che cammina su due strade! [13]Guai al
cuore indolente perché non ha fede; per questo non sarà protetto. [14]Guai
a voi che avete perduto la pazienza; che farete quando il Signore verrà a
visitarvi? [15]Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue
parole; e coloro che lo amano seguono le sue vie. [16]Coloro che temono il
Signore cercano di piacergli; e coloro che lo amano si saziano della
legge. [17]Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro cuori e
umiliano l'anima loro davanti a lui. [18]Gettiamoci nelle braccia del
Signore e non nelle braccia degli uomini; poiché, quale è la sua
grandezza, tale è anche la sua misericordia. Siracide - Capitolo
3 Doveri verso i genitori [1]Figli, ascoltatemi, sono vostro
padre; agite in modo da essere salvati. [2]Il Signore vuole che il padre
sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla
prole. [3]Chi onora il padre espia i peccati; [4]chi riverisce la madre è
come chi accumula tesori. [5]Chi onora il padre avrà gioia dai propri
figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. [6]Chi riverisce il
padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla
madre. [7]Chi teme il Signore rispetta il padre e serve come padroni i
genitori. [8]Onora tuo padre a fatti e a parole, perché scenda su di te la
sua benedizione. [9]La benedizione del padre consolida le case dei
figli, la maledizione della madre ne scalza le fondamenta. [10]Non
vantarti del disonore di tuo padre, perché il disonore del padre non è gloria
per te; [11]la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre, vergogna
per i figli è una madre nel disonore. [12]Figlio, soccorri tuo padre nella
vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. [13]Anche se perdesse il
senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno
vigore. [14]Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà
computata a sconto dei peccati. [15]Nel giorno della tua tribolazione Dio si
ricorderà di te; come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi
peccati. [16]Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore, chi insulta
la madre è maledetto dal Signore. L'umiltà [17]Figlio, nella tua attività
sii modesto, sarai amato dall'uomo gradito a Dio. [18]Quanto più sei
grande, tanto più umìliati; così troverai grazia davanti al
Signore; [19]perché grande è la potenza del Signore [20]e dagli umili egli
è glorificato. [21]Non cercare le cose troppo difficili per te, non
indagare le cose per te troppo grandi. [22]Bada a quello che ti è stato
comandato, poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose. [23]Non
sforzarti in ciò che trascende le tue capacità, poiché ti è stato
mostrato più di quanto comprende un'intelligenza umana. [24]Molti ha fatto
smarrire la loro presunzione, una misera illusione ha fuorviato i loro
pensieri. L'orgoglio [25]Un cuore ostinato alla fine cadrà nel
male; chi ama il pericolo in esso si perderà. [26]Un cuore ostinato sarà
oppresso da affanni, il peccatore aggiungerà peccato a peccato. [27]La
sventura non guarisce il superbo, perché la pianta del male si è radicata in
lui. [28]Una mente saggia medita le parabole, un orecchio attento è quanto
desidera il saggio. Carità verso i poveri [29]L'acqua spegne un fuoco
acceso, l'elemosina espia i peccati. [30]Chi ricambia il bene provvede
all'avvenire, al momento della sua caduta troverà un sostegno. Siracide -
Capitolo 4 [1]Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero, non essere
insensibile allo sguardo dei bisognosi. [2]Non rattristare un
affamato, non esasperare un uomo gia in difficoltà. [3]Non turbare un
cuore esasperato, non negare un dono al bisognoso. [4]Non respingere la
supplica di un povero, non distogliere lo sguardo dall'indigente. [5]Da
chi ti chiede non distogliere lo sguardo, non offrire a nessuno l'occasione
di maledirti, [6]perché se uno ti maledice con amarezza, il suo creatore
esaudirà la sua preghiera. [7]Fatti amare dalla comunità, davanti a un grande
abbassa il capo. Porgi l'orecchio al povero e rispondigli al saluto con
affabilità. [9]Strappa l'oppresso dal potere dell'oppressore, non esser
pusillanime quando giudichi. [10]Sii come un padre per gli orfani e come
un marito per la loro madre e sarai come un figlio dell'Altissimo, ed egli
ti amerà più di tua madre. La sapienza educatrice [11]La sapienza esalta i
suoi figli e si prende cura di quanti la cercano. [12]Chi la ama ama la
vita, quanti la cercano solleciti saranno ricolmi di gioia. [13]Chi la
possiede erediterà la gloria, qualunque cosa intraprenda, il Signore lo
benedice. [14]Coloro che la venerano rendono culto al Santo, e il Signore
ama coloro che la amano. [15]Chi l'ascolta giudica con equità; chi le
presta attenzione vivrà tranquillo. [16]Chi confida in lei la otterrà in
eredità; i suoi discendenti ne conserveranno il possesso. [17]Dapprima lo
condurrà per luoghi tortuosi, gli incuterà timore e paura, lo tormenterà
con la sua disciplina, finché possa fidarsi di lui, e lo abbia provato con
i suoi decreti; [18]ma poi lo ricondurrà sulla retta via e gli manifesterà
i propri segreti. [19]Se egli batte una falsa strada, lo lascerà andare e
l'abbandonerà in balìa del suo destino. Pudore e rispetto
umano [20]Figlio, bada alle circostanze e guàrdati dal male così non ti
vergognerai di te stesso. [21]C'è una vergogna che porta al peccato e c'è
una vergogna che è onore e grazia. [22]Non usare riguardi a tuo danno e
non vergognarti a tua rovina. [23]Non astenerti dal parlare nel momento
opportuno, non nascondere la tua sapienza. [24]Difatti dalla parola si
riconosce la sapienza e l'istruzione dai detti della lingua. [25]Non
contraddire alla verità, ma vergògnati della tua ignoranza. [26]Non
arrossire di confessare i tuoi peccati, non opporti alla corrente di un
fiume. [27]Non sottometterti a un uomo stolto, e non essere parziale a
favore di un potente. [28]Lotta sino alla morte per la verità e il Signore
Dio combatterà per te. [29]Non essere arrogante nel tuo linguaggio, fiacco
e indolente invece nelle opere. [30]Non essere come un leone in casa
tua, sospettoso con i tuoi dipendenti. [31]La tua mano non sia tesa per
prendere e chiusa invece nel restituire. Siracide - Capitolo
5 Ricchezza e presunzione [1]Non confidare nelle tue ricchezze e non
dire: «Questo mi basta». [2]Non seguire il tuo istinto e la tua
forza, assecondando le passioni del tuo cuore. [3]Non dire: «Chi mi
dominerà?», perché il Signore senza dubbio farà giustizia. [4]Non dire:
«Ho peccato, e che cosa mi è successo?», perché il Signore è
paziente. [5]Non esser troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere
peccato a peccato. [6]Non dire: «La sua misericordia è grande; mi
perdonerà i molti peccati», perché presso di lui ci sono misericordia e
ira, il suo sdegno si riverserà sui peccatori. [7]Non aspettare a
convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, poiché
improvvisa scoppierà l'ira del Signore e al tempo del castigo sarai
annientato. [8]Non confidare in ricchezze ingiuste, perché non ti
gioveranno nel giorno della sventura. Fermezza e dominio di sé [9]Non
ventilare il grano a qualsiasi vento e non camminare su qualsiasi
sentiero. [10]Sii costante nel tuo sentimento, e unica sia la tua
parola. [11]Sii pronto nell'ascoltare, lento nel proferire una
risposta. [12]Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; altrimenti
mettiti la mano sulla bocca. [13]Nel parlare ci può essere onore o
disonore; la lingua dell'uomo è la sua rovina. [14]Non meritare il titolo
di calunniatore e non tendere insidie con la lingua, poiché la vergogna è
per il ladro e una condanna severa per l'uomo falso. [15]Non far male né
molto né poco, e da amico non divenire nemico, Siracide - Capitolo
6 [1]perché un cattivo nome si attira vergogna e disprezzo; così accade al
peccatore, falso nelle sue parole. [2]Non ti abbandonare alla tua
passione, perché non ti strazi come un toro furioso; [3]divorerà le tue
foglie e tu perderai i tuoi frutti, sì da renderti come un legno
secco. [4]Una passione malvagia rovina chi la possiede e lo fa oggetto di
scherno per i nemici. L'amicizia [5]Una bocca amabile moltiplica gli
amici, un linguaggio gentile attira i saluti. [6]Siano in molti coloro che
vivono in pace con te, ma i tuoi consiglieri uno su mille. [7]Se intendi
farti un amico, mettilo alla prova; e non fidarti subito di lui. [8]C'è
infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua
sventura. [9]C'è anche l'amico che si cambia in nemico e scoprirà a tuo
disonore i vostri litigi. [10]C'è l'amico compagno a tavola, ma non
resiste nel giorno della tua sventura. [11]Nella tua fortuna sarà come un
altro te stesso, e parlerà liberamente con i tuoi familiari. [12]Ma se
sarai umiliato, si ergerà contro di te e dalla tua presenza si
nasconderà. [13]Tieniti lontano dai tuoi nemici, e dai tuoi amici
guàrdati. [14]Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova,
trova un tesoro. [15]Per un amico fedele, non c'è prezzo, non c'è peso per
il suo valore. [16]Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno
quanti temono il Signore. [17]Chi teme il Signore è costante nella sua
amicizia, perché come uno è, così sarà il suo amico. La scuola della
sapienza [18]Figlio, sin dalla giovinezza medita la
disciplina, conseguirai la sapienza fino alla canizie. [19]Accòstati ad
essa come chi ara e chi semina e attendi i suoi ottimi frutti; poiché
faticherai un pò per coltivarla, ma presto mangerai dei suoi
prodotti. [20]Essa è davvero aspra per gli stolti, l'uomo senza coraggio
non ci resiste; [21]per lui peserà come una pietra di prova, non tarderà a
gettarla via. [22]La sapienza infatti è come dice il suo nome, ma non a
molti essa è chiara. [23]Ascolta, figlio, e accetta il mio parere; non
rigettare il mio consiglio. [24]Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi, il
collo nella sua catena. [25]Piega la tua spalla e portala, non disdegnare
i suoi legami. [26]Avvicìnati ad essa con tutta l'anima e con tutta la tua
forza resta nelle sue vie. [27]Seguine le orme e cercala, ti si
manifesterà; e una volta raggiunta, non lasciarla. [28]Alla fine troverai
in lei il riposo, ed essa ti si cambierà in gioia. [29]I suoi ceppi
saranno per te una protezione potente, le sue catene una veste di
gloria. [30]Un ornamento d'oro ha su di sé, i suoi legami sono fili di
porpora violetta. [31]Te ne rivestirai come di una veste di gloria, te ne
cingerai come di una corona magnifica. [32]Se lo vuoi, figlio, diventerai
saggio; applicandoti totalmente, diventerai abile. [33]Se ti è caro
ascoltare, imparerai; se porgerai l'orecchio, sarai saggio. [34]Frequenta
le riunioni degli anziani; qualcuno è saggio? Unisciti a lui. [35]Ascolta
volentieri ogni parola divina e le massime sagge non ti sfuggano. [36]Se
vedi una persona saggia, và presto da lei; il tuo piede logori i gradini
della sua porta. [37]Rifletti sui precetti del Signore, medita sempre sui
suoi comandamenti; egli renderà saldo il tuo cuore, e il tuo desiderio di
sapienza sarà soddisfatto. Siracide - Capitolo 7 Consigli
diversi [1]Non fare il male, perché il male non ti prenda. [2]Allontànati
dall'iniquità ed essa si allontanerà da te. [3]Figlio, non seminare nei
solchi dell'ingiustizia per non raccoglierne sette volte tanto. [4]Non
domandare al Signore il potere né al re un posto di onore. [5]Non farti
giusto davanti al Signore né saggio davanti al re. [6]Non cercare di
divenire giudice, che poi ti manchi la forza di estirpare
l'ingiustizia; altrimenti temeresti alla presenza del potente e getteresti
una macchia sulla tua dirittura. [7]Non offendere l'assemblea della
città e non degradarti in mezzo al popolo. [8]Non ti impigliare due volte
nel peccato, perché neppure di uno resterai impunito. [9]Non dire: «Egli
guarderà all'abbondanza dei miei doni, e quando farò l'offerta al Dio
altissimo egli l'accetterà». [10]Non mancar di fiducia nella tua
preghiera e non trascurare di fare elemosina. [11]Non deridere un uomo
dall'animo amareggiato, poiché c'è chi umilia e innalza. [12]Non
fabbricare menzogne contro tuo fratello e neppure qualcosa di simile contro
l'amico. [13]Non volere in nessun modo ricorrere alla menzogna, perché le
sue conseguenze non sono buone. [14]Non parlar troppo nell'assemblea degli
anziani e non ripetere le parole della tua preghiera. [15]Non disprezzare
il lavoro faticoso, neppure l'agricoltura creata dall'Altissimo. [16]Non
unirti alla moltitudine dei peccatori, ricòrdati che la collera divina non
tarderà. [17]Umilia profondamente la tua anima, perché castigo dell'empio
sono fuoco e vermi. [18]Non cambiare un amico per interesse, né un
fratello fedele per l'oro di Ofir. [19]Non disdegnare una sposa saggia e
buona, poiché la sua bontà val più dell'oro. [20]Non maltrattare uno
schiavo che lavora fedelmente né un mercenario che dà tutto se
stesso. [21]Ami l'anima tua un servo saggio e non ricusargli la
libertà. I figli [22]Hai bestiame? Abbine cura; se ti è utile, resti in
tuo possesso. [23]Hai figli? Educali e sottomettili fin dalla
giovinezza. [24]Hai figlie? Vigila sui loro corpi e non mostrare loro un
volto troppo indulgente. [25]Accasa una figlia e avrai compiuto un grande
affare; ma sposala a un uomo assennato. [26]Hai una moglie secondo il tuo
cuore? Non ripudiarla; ma di quella odiata non fidarti. I
genitori [27]Onora tuo padre con tutto il cuore e non dimenticare i dolori
di tua madre. [28]Ricorda che essi ti hanno generato; che darai loro in
cambio di quanto ti hanno dato? I sacerdoti [29]Temi con tutta l'anima il
Signore e riverisci i suoi sacerdoti. [30]Ama con tutta la forza chi ti ha
creato e non trascurare i suoi ministri. [31]Temi il Signore e onora il
sacerdote, consegna la sua parte, come ti è stato comandato: primizie,
sacrifici espiatori, offerta delle spalle, vittima di santificazione e
primizie delle cose sante. I poveri e gli afflitti [32]Al povero stendi la
tua mano, perché sia perfetta la tua benedizione. [33]La tua generosità si
estenda a ogni vivente e al morto non negare la tua grazia. [34]Non
evitare coloro che piangono e con gli afflitti mòstrati afflitto. [35]Non
indugiare a visitare un malato, perché per questo sarai amato. [36]In
tutte le tue opere ricordati della tua fine e non cadrai mai nel
peccato. Siracide - Capitolo 8 Prudenza e riflessione [1]Non litigare
con un uomo potente per non cadere poi nelle sue mani. [2]Non litigare con
un uomo ricco, perché egli non t'opponga il peso del suo danaro, poiché
l'oro ha corrotto molti e ha fatto deviare il cuore dei re. [3]Non
litigare con un uomo linguacciuto e non aggiungere legna sul suo
fuoco. [4]Non scherzare con l'ignorante, perché non siano disprezzati i
tuoi antenati. [5]Non insultare un uomo convertito dal peccato, ricòrdati
che siamo tutti degni di pena. [6]Non disprezzare un uomo quando è
vecchio, perché anche di noi alcuni invecchieranno. [7]Non gioire per la
morte di qualcuno; ricòrdati che tutti moriremo. La tradizione [8]Non
disdegnare i discorsi dei saggi, medita piuttosto le loro massime, perché
da essi imparerai la dottrina e potrai essere a servizio dei
grandi. [9]Non trascurare i discorsi dei vecchi, perché anch'essi hanno
imparato dai loro padri; da essi imparerai l'accorgimento e come
rispondere a tempo opportuno. La prudenza [10]Non attizzare le braci del
peccatore, per non bruciare nel fuoco della sua fiamma. [11]Non ritirarti
dalla presenza del violento, perché egli non ponga un agguato contro di
te. [12]Non imprestare a un uomo più forte di te; quello che gli hai
prestato, consideralo come perduto. [13]Non garantire oltre la tua
possibilità; se hai garantito, preòccupati di soddisfare. [14]Non muovere
causa a un giudice, perché giudicheranno in suo favore secondo il suo
parere. [15]Con un avventuriero non metterti in viaggio, per paura che ti
diventi insopportabile; egli agirà secondo il suo capriccio e andrai con
lui in rovina per la sua insipienza. [16]Non litigare con un irascibile e
non traversare con lui un luogo solitario, perché ai suoi occhi il sangue è
come nulla, dove non c'è possibilità di aiuto ti assalirà. [17]Non
consigliarti con lo stolto, perché non saprà mantenere un
segreto. [18]Davanti a uno straniero non fare nulla di riservato, perché
non sai che cosa ne seguirà. [19]Con un uomo qualsiasi non aprire il tuo
cuore ed egli non abbia a portar via il tuo bene. Siracide - Capitolo
9 Le donne [1]Non essere geloso della sposa amata, per non inculcarle
malizia a tuo danno. [2]Non dare l'anima tua alla tua donna, sì che essa
s'imponga sulla tua forza. [3]Non incontrarti con una donna
cortigiana, che non abbia a cadere nei suoi lacci. [4]Non frequentare una
cantante, per non esser preso dalle sue moine. [5]Non fissare il tuo
sguardo su una vergine, per non essere coinvolto nei suoi castighi. [6]Non
dare l'anima tua alle prostitute, per non perderci il patrimonio. [7]Non
curiosare nelle vie della città, non aggirarti nei suoi luoghi
solitari. [8]Distogli l'occhio da una donna bella, non fissare una
bellezza che non ti appartiene. Per la bellezza di una donna molti sono
periti; per essa l'amore brucia come fuoco. [9]Non sederti mai accanto a
una donna sposata, non frequentarla per bere insieme con lei perché il tuo
cuore non si innamori di lei e per la tua passione tu non scivoli nella
rovina. Rapporti con gli uomini [10]Non abbandonare un vecchio
amico, perché quello recente non è uguale a lui. Vino nuovo, amico
nuovo; quando sarà invecchiato, lo berrai con piacere. [11]Non invidiare
la gloria del peccatore, perché non sai quale sarà la sua fine. [12]Non
compiacerti del benessere degli empi, ricòrdati che non giungeranno agli
inferi impuniti. [13]Tieniti lontano dall'uomo che ha il potere di
uccidere e non sperimenterai il timore della morte. Se l'avvicini, stà
attento a non sbagliare perché egli non ti tolga la vita; sappi che
cammini in mezzo ai lacci e ti muovi sull'orlo delle mura
cittadine. [14]Rispondi come puoi al prossimo e consìgliati con i
saggi. [15]Conversa con uomini assennati e ogni tuo colloquio sia sulle
leggi dell'Altissimo. [16]Tuoi commensali siano gli uomini giusti, il tuo
vanto sia nel timore del Signore. [17]Un lavoro per mano di esperti viene
lodato, ma il capo del popolo è saggio per il parlare. [18]Un uomo
linguacciuto è il terrore della sua città, chi non sa controllar le parole
sarà detestato. Siracide - Capitolo 10 Il governo [1]Un governatore
saggio educa il suo popolo, l'autorità di un uomo assennato sarà ben
ordinata. [2]Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri; quale
il capo di una città, tali tutti gli abitanti. [3]Un re senza formazione
rovinerà il suo popolo; una città prospererà per il senno dei capi. [4]Il
governo del mondo è nelle mani del Signore; egli vi susciterà al momento
giusto l'uomo adatto. [5]Il successo dell'uomo è nelle mani del
Signore, che investirà il magistrato della sua autorità. Contro
l'orgoglio [6]Non crucciarti con il tuo prossimo per un torto
qualsiasi; non far nulla in preda all'ira. [7]Odiosa al Signore e agli
uomini è la superbia, all'uno e agli altri è in abominio
l'ingiustizia. [8]L'impero passa da un popolo a un altro a causa delle
ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze. [9]Perché mai si insuperbisce
chi è terra e cenere? Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti. [10]La
malattia è lunga, il medico se la ride; chi oggi è re, domani
morirà. [11]Quando l'uomo muore eredita insetti, belve e
vermi. [12]Principio della superbia umana è allontanarsi dal
Signore, tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato. [13]Principio
della superbia infatti è il peccato; chi vi si abbandona diffonde intorno a
sé l'abominio. Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi e
lo flagella sino a finirlo. [14]Il Signore ha abbattuto il trono dei
potenti, al loro posto ha fatto sedere gli umili. [15]Il Signore ha
estirpato le radici delle nazioni, al loro posto ha piantato gli
umili. [16]Il Signore ha sconvolto le regioni delle nazioni, e le ha
distrutte fin dalle fondamenta della terra. [17]Le ha estirpate e
annientate, ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo. [18]Non è
fatta per gli uomini la superbia, né per i nati di donna l'arroganza. Gli
uomini degni di onore [19]Quale stirpe è onorata? La stirpe
dell'uomo. Quale stirpe è onorata? Coloro che temono il
Signore. [20]Quale stirpe è ignobile? La stirpe dell'uomo. Quale stirpe è
ignobile? Coloro che trasgrediscono i comandamenti. [21]Tra i fratelli è
onorato il loro capo, ma coloro che temono il Signore lo sono ai suoi
occhi. [22]Uno ricco, onorato o povero, ponga il proprio vanto nel timore
del Signore. [23]Non è giusto disprezzare un povero assennato e non
conviene esaltare un uomo peccatore. [24]Il nobile, il giudice e il potente
sono onorati; ma nessuno di loro è più grande di chi teme il
Signore. [25]Uomini liberi serviranno un servo sapiente; un uomo
intelligente non mormora per questo. Umiltà e verità [26]Non fare il
saccente nel compiere il tuo lavoro e non gloriarti al momento del
bisogno. [27]Meglio uno che lavora e abbonda di tutto che chi va in giro
vantandosi e manca di cibo. [28]Figlio, con modestia glorifica l'anima
tua e rendile onore secondo che merita. [29]Chi darà ragione a uno che si
dà torto da sé? Chi stimerà uno che si disprezza? [30]Un povero è onorato
per la sua scienza, un ricco è onorato per la sua ricchezza. [31]Chi è
onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza? Chi è
disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà? Siracide -
Capitolo 11 Non fidarsi delle apparenze [1]La sapienza dell'umile gli farà
tenere alta la testa, gli permetterà di sedere tra i grandi. [2]Non lodare
un uomo per la sua bellezza e non detestare un uomo per il suo
aspetto. [3]L'ape è piccola tra gli esseri alati, ma il suo prodotto ha il
primato fra i dolci sapori. [4]Non ti vantare per le vesti che indossi e
non insuperbirti nel giorno della gloria, poiché stupende sono le opere del
Signore, eppure sono nascoste agli uomini le opere sue. [5]Molti sovrani
sedettero sulla polvere e uno sconosciuto cinse il loro diadema. [6]Molti
potenti furono umiliati profondamente; uomini illustri furono consegnati in
potere altrui. Riflessione e lentezza [7]Non biasimare prima di avere
indagato, prima rifletti e quindi condanna. [8]Non rispondere prima di
avere ascoltato, in mezzo ai discorsi non intrometterti. [9]Per una cosa
di cui non hai bisogno non litigare, non immischiarti nelle liti dei
peccatori. [10]Figlio, la tua attività non abbracci troppe cose; se
esageri, non sarai esente da colpa; anche se corri, non arriverai e non
riuscirai a scampare con la fuga. [11]C'è chi lavora, fatica e si
affanna: eppure resta tanto più indietro. Fiducia in Dio solo [12]C'è
chi è debole e ha bisogno di soccorso, chi è privo di beni e ricco di
miseria: eppure il Signore lo guarda con benevolenza, lo solleva dalla sua
bassezza [13]e lo fa stare a testa alta, sì che molti ne sono
stupiti. [14]Bene e male, vita e morte, povertà e ricchezza, tutto
proviene dal Signore. [15]Sapienza, senno e conoscenza della legge vengono
dal Signore; carità e rettitudine sono dono del Signore. [16]Errore e
tenebre sono per gli empi e il male resta per i malvagi. [17]Il dono del
Signore è assicurato ai pii e il suo favore li rende felici per
sempre. [18]C'è chi è ricco a forza di attenzione e di risparmio; ed ecco
la parte della sua ricompensa: [19]mentre dice: «Ho trovato riposo; ora mi
godrò i miei beni», non sa quanto tempo ancora trascorrerà; lascerà tutto
ad altri e morirà. [20]Stà fermo al tuo impegno e fanne la tua
vita, invecchia compiendo il tuo lavoro. [21]Non ammirare le opere del
peccatore, confida nel Signore e persevera nella fatica, perché è facile
per il Signore arricchire un povero all'improvviso. [22]La benedizione del
Signore è la ricompensa del pio; in un istante Dio farà sbocciare la sua
benedizione. [23]Non dire: «Di che cosa ho bisogno e di quali beni
disporrò d'ora innanzi?». [24]Non dire: «Ho quanto mi occorre; che cosa
potrà ormai capitarmi di male?». [25]Nel tempo della prosperità si dimentica
la sventura; nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità. [26]E'
facile per il Signore nel giorno della morte rendere all'uomo secondo la sua
condotta. [27]L'infelicità di un'ora fa dimenticare il benessere; alla
morte di un uomo si rivelano le sue opere. [28]Prima della fine non chiamare
nessuno beato; un uomo si conosce veramente alla fine. Diffidare del
cattivo [29]Non portare in casa qualsiasi persona, perché sono molte le
insidie del fraudolento. [30]Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore
del superbo; come una spia egli attende la tua caduta. [31]Cambiando il
bene in male tende insidie, troverà difetti anche nelle cose
migliori. [32]Con una scintilla di fuoco si riempie il braciere, il
peccatore sta in agguato per spargere sangue. [33]Guàrdati dal malvagio,
poiché egli il male prepara, che non contamini per sempre anche
te. [34]Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa e ti renderà
estraneo ai tuoi. Siracide - Capitolo 12 I benefici [1]Se fai il bene,
sappi a chi lo fai; così avrai una ricompensa per i tuoi benefici. [2]Fà
il bene al pio e ne avrai il contraccambio, se non da lui, certo
dall'Altissimo. [3]Nessun beneficio a chi si ostina nel male né a chi
rifiuta di fare l'elemosina. [4]Dà al pio e non aiutare il
peccatore. [5]Benefica il misero e non dare all'empio, impedisci che gli
diano il pane e tu non dargliene, perché egli non ne usi per
dominarti; difatti tu riceverai il male in doppia misura per tutti i
benefici che gli avrai fatto. [6]Poiché anche l'Altissimo odia i
peccatori e farà giustizia degli empi. [7]Dà al buono e non aiutare il
peccatore. Veri e falsi amici [8]L'amico non si può riconoscere nella
prosperità, ma nell'avversità il nemico non si nasconderà. [9]Quando uno
prospera, i suoi nemici sono nel dolore; ma quando uno è infelice, anche
l'amico se ne separa. [10]Non fidarti mai del tuo nemico, poiché, come il
metallo s'arrugginisce, così la sua malvagità. [11]Anche se si abbassa e
cammina curvo, stà attento e guardati da lui; compòrtati con lui come chi
pulisce uno specchio e ti accorgerai che la sua ruggine non resiste a
lungo. [12]Non metterlo al tuo fianco, perché non ti rovesci e si ponga al
tuo posto, non farlo sedere alla tua destra, perché non ricerchi la tua
sedia, e alla fine tu conosca la verità delle mie parole e senta rimorso per
i miei detti. [13]Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente e di
quanti si avvicinano alle belve? [14]Così capita a chi si associa a un
peccatore e s'imbratta dei suoi misfatti. [15]Per un momento rimarrà con
te, ma se cadi, egli non reggerà più. [16]Il nemico ha il dolce sulle
labbra, ma in cuore medita di gettarti in una fossa. Il nemico avrà
lacrime agli occhi, ma se troverà l'occasione, non si sazierà del tuo
sangue. [17]Se ti capiterà il male, egli sarà là per il primo e, con il
pretesto di aiutarti, ti prenderà per il tallone. [18]Scuoterà il capo e
batterà le mani, poi bisbigliando a lungo cambierà faccia. Siracide -
Capitolo 13 Frequentare i propri uguali [1]Chi maneggia la pece si
sporca, chi frequenta il superbo diviene simile a lui. [2]Non portare un
peso troppo grave, non associarti ad uno più forte e più ricco di te. Come
una pentola di coccio farà società con una caldaia? Questa l'urterà e quella
andrà in frantumi. [3]Il ricco commette ingiustizia e per di più grida
forte, il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi. [4]Se puoi
essergli utile, approfitterà di te; se hai bisogno, ti abbandonerà. [5]Se
possiedi, vivrà con te; ti spoglierà e non ne avrà alcuna pena. [6]Ha
bisogno di te? Ti imbroglierà, ti sorriderà e ti darà una speranza, ti
rivolgerà belle parole e domanderà: «Di che cosa hai bisogno?». [7]Ti farà
arrossire con i suoi banchetti, finché non ti avrà spremuto due o tre
volte. Alla fine ti deriderà; poi vedendoti ti eviterà e scuoterà il capo
davanti a te. [8]Stà attento a non lasciarti imbrogliare né umiliare per
la tua stoltezza. [9]Quando un potente ti chiama, allontànati; egli ti
chiamerà sempre di più. [10]Non essere invadente per non essere
respinto, ma non allontanarti troppo per non essere dimenticato. [11]Non
credere di trattare alla pari con lui e non fidarti delle sue molte
parole; [12]con la sua molta loquacità ti metterà alla prova e quasi
sorridendo ti esaminerà. [13]Spietato chi non mantiene le parole, non ti
risparmierà maltrattamenti e catene. [14]Guardati e stà attento, perché
cammini insieme alla tua rovina. [15]Ogni creatura vivente ama il suo
simile, ogni uomo il suo vicino. [16]Ogni essere si accoppia secondo la
sua specie; l'uomo si associa a chi gli è simile. [17]Che cosa vi può
essere in comune tra il lupo e l'agnello? Lo stesso accade fra il peccatore e
il pio. [18]Quale pace può esservi fra la iena e il cane? Quale intesa tra
il ricco e il povero? [19]Sono preda dei leoni gli ònagri nel
deserto; così pascolo dei ricchi sono i poveri. [20]La condizione umile è
in abominio al superbo, così il povero è in abominio al ricco. [21]Se il
ricco vacilla, è sostenuto dagli amici; se il povero cade, anche dagli amici
è respinto. [22]Se cade il ricco, molti lo aiutano; dice cose insulse?
Eppure lo si felicita. Se cade il povero, lo si rimprovera; se dice cose
assennate, non ci si bada. [23]Parla il ricco, tutti tacciono ed esaltano
fino alle nuvole il suo discorso. Parla il povero e dicono: «Chi è
costui?». Se inciampa, l'aiutano a cadere. [24]La ricchezza è buona, se è
senza peccato; la povertà è cattiva a detta dell'empio. [25]Il cuore
dell'uomo cambia il suo volto o in bene o in male. [26]Indice di un cuore
buono è una faccia gioiosa, ma la scoperta di proverbi è un lavoro ben
faticoso. Siracide - Capitolo 14 La vera felicità [1]Beato l'uomo che
non ha peccato con le parole e non è tormentato dal rimorso dei
peccati. [2]Beato chi non ha nulla da rimproverarsi e chi non ha perduto
la sua speranza. Invidia e avarizia [3]A un uomo gretto non conviene la
ricchezza, a che servono gli averi a un uomo avaro? [4]Chi accumula a
forza di privazioni accumula per altri, con i suoi beni faran festa gli
estranei. [5]Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono? Non sa
godere delle sue ricchezze. [6]Nessuno è peggiore di chi tormenta se
stesso; questa è la ricompensa della sua malizia. [7]Se fa il bene, lo fa
per distrazione; ma alla fine mostrerà la sua malizia. [8]E' malvagio
l'uomo dall'occhio invidioso; volge altrove lo sguardo e disprezza la vita
altrui. [9]L'occhio dell'avaro non si accontenta di una parte, l'insana
cupidigia inaridisce l'anima sua. [10]Un occhio cattivo è invidioso anche del
pane e sulla sua tavola esso manca. [11]Figlio, per quanto ti è possibile,
tràttati bene e presenta al Signore le offerte dovute. [12]Ricòrdati che
la morte non tarderà e il decreto degli inferi non t'è stato
rivelato. [13]Prima di morire fà del bene all'amico, secondo le tue
possibilità sii con lui generoso. [14]Non privarti di un giorno
felice; non ti sfugga alcuna parte di un buon desiderio. [15]Forse non
lascerai a un altro le tue sostanze e le tue fatiche per esser divise fra gli
eredi? [16]Regala e accetta regali, distrai l'anima tua, perché negli
inferi non c'è gioia da ricercare. [17]Ogni corpo invecchia come un
abito, è una legge da sempre: «Certo si muore!». [18]Come foglie verdi su
un albero frondoso: le une lascia cadere, altre ne fa spuntare, lo stesso
avviene per le generazioni di carne e di sangue: le une muoiono, altre ne
nascono. [19]Ogni opera corruttibile scompare; chi la compie se ne andrà
con essa. Felicità del saggio [20]Beato l'uomo che medita sulla sapienza e
ragiona con l'intelligenza, [21]che considera nel cuore le sue vie: ne
penetrerà con la mente i segreti. [22]La insegue come uno che segue una
pista, si apposta sui suoi sentieri. [23]Egli spia alle sue finestre e
starà ad ascoltare alla sua porta. [24]Fa sosta vicino alla sua casa e
fisserà un chiodo nelle sue pareti; [25]alzerà la propria tenda presso di
essa e si riparerà in un rifugio di benessere; [26]metterà i propri figli
sotto la sua protezione e sotto i suoi rami soggiornerà; [27]da essa sarà
protetto contro il caldo, egli abiterà all'ombra della sua
gloria. Siracide - Capitolo 15 [1]Così agirà chi teme il Signore; chi è
fedele alla legge otterrà anche la sapienza. [2]Essa gli andrà incontro come
una madre, l'accoglierà come una vergine sposa; [3]lo nutrirà con il pane
dell'intelligenza, e l'acqua della sapienza gli darà da bere. [4]Egli si
appoggerà su di lei e non vacillerà, si affiderà a lei e non resterà
confuso. [5]Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni e gli farà aprir bocca
in mezzo all'assemblea; [6]egli troverà contentezza e una corona di
gioia e otterrà fama perenne. [7]Gli insensati non conseguiranno mai la
sapienza, i peccatori non la contempleranno mai. [8]Essa sta lontana dalla
superbia, i bugiardi non pensano ad essa. [9]La sua lode non s'addice alla
bocca del peccatore, perché non gli è stata concessa dal Signore. [10]La
lode infatti va celebrata con sapienza; è il Signore che la dirigerà. La
libertà umana [11]Non dire: «Mi son ribellato per colpa del
Signore», perché ciò che egli detesta, non devi farlo. [12]Non dire: «Egli
mi ha sviato», perché egli non ha bisogno di un peccatore. [13]Il Signore
odia ogni abominio, esso non è voluto da chi teme Dio. [14]Egli da
principio creò l'uomo e lo lasciò in balìa del suo proprio volere. [15]Se
vuoi, osserverai i comandamenti; l'essere fedele dipenderà dal tuo
buonvolere. [16]Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi
stenderai la tua mano. [17]Davanti agli uomini stanno la vita e la
morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. [18]Grande infatti è la
sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto. [19]I suoi occhi su
coloro che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini. [20]Egli non
ha comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso di
peccare. Siracide - Capitolo 16 Maledizione degli empi [1]Non
desiderare una moltitudine di figli buoni a nulla, non gioire per figli
empi. [2]Se aumentano di numero non gioire, se sono privi del timore del
Signore. [3]Non confidare su una loro vita lunga e non fondarti sul loro
numero, poiché è preferibile uno a mille e morir senza figli che averne
degli empi. [4]La città potrà ripopolarsi per opera di un solo
assennato, mentre la stirpe degli iniqui sarà distrutta. [5]Il mio occhio
ha visto molte simili cose; il mio orecchio ne ha sentite ancora più
gravi. [6]Nell'assemblea dei peccatori un fuoco si accende, contro un
popolo ribelle è divampata l'ira. [7]Dio non perdonò agli antichi
giganti, che si erano ribellati per la loro forza. [8]Non risparmiò i
concittadini di Lot, che egli aveva in orrore per la loro superbia. [9]Non
ebbe pietà di nazioni di perdizione, che si erano esaltate per i loro
peccati. [10]Così trattò i seicentomila uomini che sono periti per
l'ostinazione del loro cuore. [11]Ci fosse un solo uomo di dura
cervice, sarebbe strano se restasse impunito, [12]poiché misericordia e
ira sono in Dio, potente quando perdona e quando riversa l'ira. [13]Tanto
grande la sua misericordia, quanto grande la sua severità; egli giudicherà
l'uomo secondo le sue opere. [14]Non sfuggirà il peccatore con la sua
rapina, ma neppure la pazienza del pio sarà delusa. [15]Egli farà posto a
tutta la sua generosità; ciascuno sarà trattato secondo le sue opere. La
ricompensa è certa [16]Non dire: «Mi terrò celato al Signore! Chi penserà
a me lassù? [17]Non sarò riconosciuto fra un popolo numeroso, chi sarò io
in mezzo a una creazione senza numero?». [18]Ecco il cielo e il cielo dei
cieli, l'abisso e la terra sussultano quando egli appare. [19]Anche i
monti e le fondamenta della terra si scuotono di spavento quando egli li
guarda. [20]Ma nessuno riflette su queste cose; al suo modo di agire chi
ci bada? [21]Anche la bufera che nessuno contempla, e la maggior parte
delle sue opere, sono nel mistero. [22]«Chi a Dio annunzierà le opere di
giustizia? Ovvero chi le attende? L'alleanza infatti è lontana». [23]Tali
cose pensa chi ha il cuore perverso; lo stolto, appunto errando, pensa
sciocchezze. L'uomo nella creazione [24]Ascoltami, figlio, e impara la
scienza; e sii attento nel tuo cuore alle mie parole. [25]Manifesterò con
esattezza la mia dottrina; con cura annunzierò la scienza. [26]Nella
creazione del Signore le sue opere sono fin dal principio, e dalla loro
origine ne separò le parti. [27]Egli ordinò per l'eternità le sue
opere, ne stabilì l'attività per le generazioni future. Non hanno fame né
si stancano, eppure non interrompono il loro lavoro. [28]Nessuna di loro
urta la sua vicina, mai disubbidiranno ad un suo comando. [29]Dopo ciò il
Signore riguardò sulla terra e la riempì dei suoi doni. [30]Ne ricoprì la
superficie con ogni genere di viventi e ad essa faranno ritorno. Siracide
- Capitolo 17 [1]Il Signore creò l'uomo dalla terra e ad essa lo fa
tornare di nuovo. [2]Egli assegnò agli uomini giorni contati e un tempo
fissato, diede loro il dominio di quanto è sulla terra. [3]Secondo la sua
natura li rivestì di forza, e a sua immagine li formò. [4]Egli infuse in
ogni essere vivente il timore dell'uomo, perché l'uomo dominasse sulle bestie
e sugli uccelli. [5]Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede
loro perché ragionassero. [6]Li riempì di dottrina e d'intelligenza, e
indicò loro anche il bene e il male. [7]Pose lo sguardo nei loro cuori per
mostrar loro la grandezza delle sue opere. [8]Loderanno il suo santo
nome per narrare la grandezza delle sue opere. [9]Inoltre pose davanti a
loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita. [10]Stabilì
con loro un'alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. [11]I
loro occhi contemplarono la grandezza della sua gloria, i loro orecchi
sentirono la magnificenza della sua voce. [12]Disse loro: «Guardatevi da ogni
ingiustizia!» e diede a ciascuno precetti verso il prossimo. Il giudice
divino [13]Le loro vie sono sempre davanti a lui, non restano nascoste ai
suoi occhi. [14]Su ogni popolo mise un capo, ma Israele è la porzione del
Signore. [15]Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole, i suoi
occhi osservano sempre la loro condotta. [16]A lui non sono nascoste le loro
ingiustizie, tutti i loro peccati sono davanti al Signore. [17]La
beneficenza dell'uomo è per lui come un sigillo, egli serberà la generosità
come la propria pupilla. [18]Alla fine si leverà e renderà loro la
ricompensa, riverserà su di loro il contraccambio. [19]Ma a chi si pente
egli offre il ritorno, consola quanti vengono meno nella pazienza. Invito
alla penitenza [20]Ritorna al Signore e cessa di peccare, prega davanti a
lui e cessa di offendere. [21]Fà ritorno all'Altissimo e volta le spalle
all'ingiustizia; detesta interamente l'iniquità. [22]Negli inferi infatti
chi loderà l'Altissimo, al posto dei viventi e di quanti gli rendono
lode? [23]Da un morto, che non è più, la riconoscenza si perde, chi è vivo
e sano loda il Signore. [24]Quanto è grande la misericordia del
Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui! [25]L'uomo non può
avere tutto, poiché un figlio dell'uomo non è immortale. [26]Che c'è di
più luminoso del sole? Anch'esso scompare. Così carne e sangue pensano al
male. [27]Esso sorveglia le schiere dell'alto cielo, ma gli uomini sono
tutti terra e cenere. Siracide - Capitolo 18 Grandezza di Dio [1]Colui
che vive per sempre ha creato l'intero universo. [2]Il Signore soltanto è
riconosciuto giusto. [3]A nessuno è possibile svelare le sue opere e chi
può indagare le sue grandezze? [4]La potenza della sua maestà chi potrà
misurarla? Chi riuscirà a narrare le sue misericordie? [5]Non c'è nulla da
togliere e nulla da aggiungere; non è possibile indagare le meraviglie del
Signore. [6]Quando uno ha finito, allora comincia; quando si ferma, allora
rimane perplesso. L'uomo è un nulla [7]Che è l'uomo? E a che può
servire? Qual è il suo bene e qual è il suo male? [8]Quanto al numero dei
giorni dell'uomo, cento anni sono gia molti. [9]Come una goccia d'acqua
nel mare e un grano di sabbia così questi pochi anni in un giorno
dell'eternità. [10]Per questo il Signore è paziente con gli uomini e
riversa su di essi la sua misericordia. [11]Vede e conosce che la loro sorte
è misera, per questo moltiplica il perdono. [12]La misericordia dell'uomo
riguarda il prossimo, la misericordia del Signore ogni essere
vivente. [13]Egli rimprovera, corregge, ammaestra e guida come un pastore
il suo gregge. [14]Ha pietà di quanti accettano la dottrina e di quanti
sono zelanti per le sue decisioni. Il modo di dare [15]Figlio, ai benefici
non aggiungere il rimprovero, e a ogni dono parole amare. [16]La rugiada
non mitiga forse il calore? Così una parola è più pregiata del
dono. [17]Ecco, non vale una parola più di un ricco dono? L'uomo
caritatevole offre l'una e l'altro. [18]Lo stolto rimprovera senza
riguardo, il dono dell'invidioso fa languire gli occhi. Riflessione e
previsione [19]Prima di parlare, impara; curati ancor prima di
ammalarti. [20]Prima del giudizio esamina te stesso, così al momento del
verdetto troverai perdono. [21]Umìliati, prima di cadere malato, e quando
hai peccato, mostra il pentimento. [22]Nulla ti impedisca di soddisfare a
tempo un voto, non aspettare fino alla morte per sdebitarti. [23]Prima di
fare un voto prepara te stesso, non fare come un uomo che tenta il
Signore. [24]Pensa all'ira del giorno della morte, al tempo della
vendetta, quando egli distoglierà lo sguardo da te. [25]Pensa alla
carestia nel tempo dell'abbondanza; alla povertà e all'indigenza nei giorni
di ricchezza. [26]Dal mattino alla sera il tempo cambia; e tutto è
effimero davanti al Signore. [27]Un uomo saggio è circospetto in ogni
cosa; nei giorni del peccato si astiene dalla colpa. [28]Ogni uomo
assennato conosce la sapienza e a colui che l'ha trovata rende
omaggio. [29]Quelli istruiti nel parlare anch'essi diventano saggi, fanno
piovere massime eccellenti. Dominio di sè [30]Non seguire le
passioni; poni un freno ai tuoi desideri. [31]Se ti concedi la
soddisfazione della passione, essa ti renderà oggetto di scherno ai tuoi
nemici. [32]Non godere una vita di piaceri, sua conseguenza è una doppia
povertà. [33]Non impoverire scialacquando con denaro preso a
prestito, quando non hai nulla nella borsa. Siracide - Capitolo
19 [1]Un operaio ubriacone non arricchirà; chi disprezza il poco cadrà
presto. [2]Vino e donne traviano anche i saggi, ancor più temerario è chi
frequenta prostitute. [3]Tarli e vermi lo erediteranno, il temerario sarà
eliminato. Contro le chiacchiere [4]Chi si fida con troppa facilità è di
animo leggero, chi pecca danneggia se stesso. [5]Chi si compiace del male
sarà condannato; [6]chi odia la loquacità sfugge al male. [7]Non riferire
mai una diceria e non ne avrai alcun danno; [8]non parlarne né all'amico
né al nemico, e se puoi farlo senza colpa, non svelar nulla. [9]Altrimenti
chi ti ascolta diffiderà di te e all'occasione ti avrà in odio. [10]Hai
udito una parola? Muoia con te! Stà sicuro, non ti farà scoppiare. [11]Per
una parola lo stolto ha i dolori, come la partoriente per un
bambino. [12]Una freccia confitta nella carne della coscia: tale una
parola in seno allo stolto. Verificare le dicerie [13]Interroga l'amico:
forse non ha fatto nulla, e se qualcosa ha fatto, perché non continui
più. [14]Interroga il prossimo: forse non ha detto nulla, e se qualcosa ha
detto, perché non lo ripeta. [15]Interroga l'amico, perché spesso si tratta
di calunnia; non credere a ogni parola. [16]C'è chi sdrucciola, ma non di
proposito; e chi non ha peccato con la sua lingua? [17]Interroga il tuo
prossimo, prima di minacciarlo; fà intervenire la legge
dell'Altissimo. Vera e falsa sapienza [18]Tutta la sapienza è timore di
Dio e in ogni sapienza è la pratica della legge. [19]Non c'è sapienza
nella conoscenza del male; non è mai prudenza il consiglio dei
peccatori. [20]V'è un'abilità che è abominevole, c'è uno stolto cui manca
solo la saggezza. [21]Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato, che
uno molto intelligente ma trasgressore della legge. [22]Esiste un'abilità
scaltra, ma ingiusta; c'è chi intriga per prevalere in giudizio. [23]C'è
il malvagio curvo nella sua tristezza, ma il suo intimo è pieno di
inganno; [24]abbassa il volto e finge di essere sordo, ma, quando non è
osservato, avrà il sopravvento. [25]E se per mancanza di forza gli è impedito
di peccare, all'occasione propizia farà del male. [26]Dall'aspetto si
conosce l'uomo; dal volto si conosce l'uomo di senno. [27]Il vestito di un
uomo, la bocca sorridente e la sua andatura rivelano quello che
è. Siracide - Capitolo 20 Silenzio e parola [1]C'è un rimprovero che è
fuori tempo, c'è chi tace ed è prudente. [2]Quanto è meglio rimproverare
che covare l'ira! [3]Chi si confessa colpevole evita l'umiliazione. [4]Un
eunuco che vuol deflorare una ragazza, così chi vuol rendere giustizia con la
violenza. [5]C'è chi tace ed è ritenuto saggio, e c'è chi è odiato per la
sua loquacità. [6]C'è chi tace, perché non sa che cosa rispondere, e c'è
chi tace, perché conosce il momento propizio. [7]L'uomo saggio sta zitto fino
al momento opportuno, il millantatore e lo stolto lo trascurano. [8]Chi
abbonda nel parlare si renderà abominevole; chi vuole assolutamente imporsi
sarà odiato. Paradossi [9]Nelle disgrazie può trovarsi la fortuna per un
uomo, mentre un profitto può essere una perdita. [10]C'è una generosità,
che non ti arreca vantaggi e c'è chi dall'umiliazione alza la
testa. [12]C'è chi compra molte cose con poco, e chi le paga sette volte
il loro valore. [13]Il saggio si rende amabile con le sue parole, le
cortesie degli stolti sono sciupate. [14]Il dono di uno stolto non ti
gioverà, perché i suoi occhi bramano ricevere più di quanto ha
dato. [15]Egli darà poco, ma rinfaccerà molto; aprirà la sua bocca come un
banditore. Oggi darà un prestito e domani richiederà; uomo odioso è
costui. [16]Lo stolto dice: «Non ho un amico, non c'è gratitudine per i
miei benefici. [17]Quelli che mangiano il mio pane sono lingue
cattive». Quanto spesso e quanti si burleranno di lui! Parole
maldestre [18]Meglio scivolare sul pavimento che con la lingua; per questo
la caduta dei cattivi giunge rapida. [19]Un uomo senza grazia è un discorso
inopportuno: è sempre sulla bocca dei maleducati. [20]Non si accetta una
massima dalla bocca dello stolto, perché non è mai detta a
proposito. [21]C'è chi è impedito di peccare dalla miseria e durante il
riposo non avrà rimorsi. [22]C'è chi si rovina per rispetto umano e si
rovina per la faccia di uno stolto. [23]C'è chi per rispetto umano fa
promesse a un amico; in tal modo se lo rende gratuitamente nemico. La
menzogna [24]Brutta macchia nell'uomo la menzogna, si trova sempre sulla
bocca degli ignoranti. [25]Meglio un ladro che un mentitore abituale, ma
tutti e due condivideranno la rovina. [26]L'abitudine del bugiardo è un
disonore, la vergogna lo accompagnerà sempre. Sulla sapienza [27]Il
saggio si fa onore con i discorsi, l'uomo prudente piace ai
grandi. [28]Chi lavora la terra accrescerà il raccolto; chi piace ai
grandi si fa perdonare l'ingiustizia. [29]Regali e doni accecano gli occhi
dei saggi, come bavaglio sulla bocca, soffocano i rimproveri. [30]Sapienza
nascosta e tesoro invisibile: a che servono l'una e l'altro? [31]Fa meglio
chi nasconde la stoltezza che colui che nasconde la sapienza. Siracide -
Capitolo 21 Peccati diversi [1]Figlio, hai peccato? Non farlo più e
prega per le colpe passate. [2]Come alla vista del serpente fuggi il
peccato: se ti avvicini, ti morderà. Denti di leone sono i suoi
denti, capaci di distruggere vite umane. [3]Ogni trasgressione è come
spada a doppio taglio: non c'è rimedio per la sua ferita. [4]Spavento e
violenza fanno svanire la ricchezza; così la casa del superbo sarà
devastata. [5]La preghiera del povero va dalla sua bocca agli orecchi di
Dio, il giudizio di lui verrà a suo favore. [6]Chi odia il rimprovero
segue le orme del peccatore, ma chi teme il Signore si convertirà di
cuore. [7]Da lontano si riconosce il linguacciuto, ma l'assennato conosce
il suo scivolare. [8]Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui è
come chi ammucchia pietre per l'inverno. [9]Mucchio di stoppa è una riunione
di iniqui; la loro fine è una fiammata di fuoco. [10]La via dei peccatori
è appianata e senza pietre; ma al suo termine c'è il baratro degli
inferi. Il saggio e lo stolto [11]Chi osserva la legge domina il suo
istinto, il risultato del timore del Signore è la sapienza. [12]Non
diventerà educato chi manca di capacità, ma c'è anche una capacità che
aumenta l'amarezza. [13]La scienza del saggio cresce come una piena; il
suo consiglio è come una sorgente di vita. [14]L'interno dello stolto è come
un vaso rotto, non potrà contenere alcuna scienza. [15]Se un assennato
ascolta un discorso intelligente, l'approverà e lo completerà; se
l'ascolta un dissoluto, se ne dispiace e lo getta via dietro la
schiena. [16]Il parlare dello stolto è come un fardello nel cammino, ma
sulle labbra dell'intelligente si trova la grazia. [17]La parola del prudente
è ricercata nell'assemblea; si rifletterà seriamente sui suoi
discorsi. [18]Come casa in rovina, così la sapienza per lo stolto; scienza
dell'insensato i discorsi incomprensibili. [19]Ceppi ai piedi è la disciplina
per l'insensato e come manette nella sua destra. [20]Lo stolto alza la
voce mentre ride; ma l'uomo saggio sorride appena in
silenzio. [21]Ornamento d'oro è la disciplina per l'assennato; è come un
monile al braccio destro. [22]Il piede dello stolto si precipita verso una
casa; l'uomo sperimentato si mostrerà rispettoso. [23]Lo stolto spia dalla
porta l'interno della casa; l'uomo educato se ne starà fuori. [24]E'
cattiva educazione d'un uomo origliare alla porta; l'uomo prudente ne
resterebbe confuso. [25]Le labbra degli stolti ripetono sciocchezze, le
parole dei prudenti sono pesate sulla bilancia. [26]Sulla bocca degli stolti
è il loro cuore, i saggi invece hanno la bocca nel cuore. [27]Quando un
empio maledice l'avversario, maledice se stesso. [28]Il maldicente danneggia
se stesso e sarà detestato dal suo ambiente. Siracide - Capitolo 22 Il
pigro [1]Il pigro è simile a una pietra imbrattata, ognuno fischia in suo
disprezzo. [2]Il pigro è simile a una palla di sterco, chi la raccoglie
scuote la mano. I figli degeneri [3]Vergogna per un padre avere un figlio
maleducato, se si tratta di una figlia, è la sua rovina. [4]Una figlia
prudente sarà un tesoro per il marito, quella disonorevole un dolore per chi
l'ha generata. [5]La sfacciata disonora il padre e il marito, e dall'uno e
dall'altro sarà disprezzata. [6]Come musica durante il lutto i discorsi fuori
tempo, ma frusta e correzione in ogni tempo sono saggezza. Saggezza e
follia [7]Incolla cocci chi ammaestra uno stolto, sveglia un dormiglione
dal sonno profondo. [8]Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo
stolto; alla fine egli dirà: «Che cosa c'è?». [9]Piangi per un morto,
poiché ha perduto la luce; piangi per uno stolto, poiché ha perduto il
senno. [10]Piangi meno tristemente per un morto, chè ora riposa, ma la
vita dello stolto è peggiore della morte. [11]Il lutto per un morto, sette
giorni; per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita. [12]Con un
insensato non prolungare il discorso, non frequentare
l'insipiente; [13]guàrdati da lui, per non avere noie e per non
contaminarti al suo contatto. Allontànati da lui e troverai pace, non
sarai seccato dalla sua insipienza. [14]Che c'è di più pesante del
piombo? E qual è il suo nome, se non «lo stolto»? [15]Sabbia, sale, palla
di ferro sono più facili a portare che un insensato. [16]Una travatura di
legno ben connessa in una casa non si scompagina in un terremoto, così un
cuore deciso dopo matura riflessione non verrà meno al momento del
pericolo. [17]Un cuore basato su sagge riflessioni è come un intonaco su
un muro rifinito. [18]Una palizzata posta su un'altura di fronte al vento
non resiste, così un cuore meschino, basato sulle sue fantasie, di fronte
a qualsiasi timore non resiste. L'amicizia [19]Chi punge un occhio lo farà
lacrimare; chi punge un cuore ne scopre il sentimento. [20]Chi scaglia
pietre contro uccelli li mette in fuga, chi offende un amico rompe
l'amicizia. [21]Se hai sguainato la spada contro un amico, non disperare,
può esserci un ritorno. [22]Se hai aperto la bocca contro un amico, non
temere, può esserci riconciliazione, tranne il caso di insulto e di
arroganza, di segreti svelati e di un colpo a tradimento; in questi casi
ogni amico scomparirà. [23]Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua
povertà per godere con lui nella sua prosperità. Nel tempo della
tribolazione restagli vicino, per aver parte alla sua eredità. [24]Prima
del fuoco vapore e fumo nel camino, così prima dello spargimento del sangue
le ingiurie. [25]Non mi vergognerò di proteggere un amico, non mi
nasconderò davanti a lui. [26]Se mi succederà il male a causa
sua, chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui. Vigilanza [27]Chi
porrà una guardia sulla mia bocca, sulle mie labbra un sigillo
prudente, perché io non cada per colpa loro e la mia lingua non sia la mia
rovina? Siracide - Capitolo 23 [1]Signore, padre e padrone della mia
vita, non abbandonarmi al loro volere, non lasciarmi cadere a causa
loro. [2]Chi applicherà la frusta ai miei pensieri, al mio cuore la
disciplina della sapienza? Perché non siano risparmiati i miei errori e i
miei peccati non restino impuniti, [3]perché non si moltiplichino i miei
errori e non aumentino di numero i miei peccati, io non cada davanti ai
miei avversari e il nemico non gioisca sul mio conto. [4]Signore, padre e
Dio della mia vita, non mettermi in balìa di sguardi sfrontati [5]e
allontana da me la concupiscenza. [6]Sensualità e libidine non
s'impadroniscano di me; a desideri vergognosi non mi abbandonare. I
giuramenti [7]Figli, ascoltate l'educazione della bocca, chi l'osserva non
si perderà. [8]Il peccatore è vittima delle proprie labbra, il maldicente
e il superbo vi trovano inciampo. [9]Non abituare la bocca al
giuramento, non abituarti a nominare il nome del Santo. [10]Come uno
schiavo interrogato di continuo non sarà senza lividure, così chi giura e
ha sempre in bocca Dio non sarà esente da peccato. [11]Un uomo dai molti
giuramenti si riempie di iniquità; il flagello non si allontanerà dalla sua
casa. Se cade in fallo, il suo peccato è su di lui; se non ne tiene conto,
pecca due volte. Se giura il falso non sarà giustificato, la sua casa si
riempirà di sventure. Le parole impure [12]C'è un modo di parlare che si
può paragonare alla morte; non si trovi nella discendenza di
Giacobbe. Dagli uomini pii tutto ciò sia respinto, così non si rotoleranno
nei peccati. [13]La tua bocca non si abitui a volgarità grossolane, in
esse infatti c'è motivo di peccato. [14]Ricorda tuo padre e tua madre, quando
siedi tra i grandi, non dimenticarli mai davanti a costoro, e per
abitudine non dire sciocchezze; potresti desiderare di non essere nato e
maledire il giorno della tua nascita. [15]Un uomo abituato a discorsi
ingiuriosi non si correggerà in tutta la sua vita. [16]Due specie di colpe
moltiplicano i peccati, la terza provoca l'ira: [17]una passione ardente come
fuoco acceso non si calmerà finché non sarà consumata; un uomo impudico
nel suo corpo non smetterà finché non lo divori il fuoco; per l'uomo
impuro ogni pane è appetitoso, non si stancherà finché non
muoia. [18]L'uomo infedele al proprio letto dice fra sé: «Chi mi
vede? Tenebra intorno a me e le mura mi nascondono; nessuno mi vede, che
devo temere? Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo». [19]Il suo
timore riguarda solo gli occhi degli uomini; non sa che gli occhi del
Signore sono miriadi di volte più luminosi del sole; essi vedono tutte le
azioni degli uomini e penetrano fin nei luoghi più segreti. [20]Tutte le
cose, prima che fossero create, gli erano note; allo stesso modo anche dopo
la creazione. [21]Quest'uomo sarà punito nelle piazze della città, sarà
preso dove meno se l'aspetta. La donna adultera [22]Così della donna che
abbandona suo marito, e gli presenta eredi avuti da un estraneo. [23]Prima
di tutto ha disobbedito alle leggi dell'Altissimo, in secondo luogo ha
commesso un torto verso il marito, in terzo luogo si è macchiata di
adulterio e ha introdotto in casa figli di un estraneo. [24]Costei sarà
trascinata davanti all'assemblea e si procederà a un'inchiesta sui suoi
figli. [25]I suoi figli non avranno radici, i suoi rami non porteranno
frutto. [26]Lascerà il suo ricordo in maledizione, la sua infamia non sarà
cancellata. [27]I superstiti sapranno che nulla è meglio del timore del
Signore, nulla più dolce dell'osservare i suoi comandamenti. Siracide -
Capitolo 24 Discorso della sapienza [1]La sapienza loda se stessa, si
vanta in mezzo al suo popolo. [2]Nell'assemblea dell'Altissimo apre la
bocca, si glorifica davanti alla sua potenza: [3]«Io sono uscita dalla
bocca dell'Altissimo e ho ricoperto come nube la terra. [4]Ho posto la mia
dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. [5]Il giro del
cielo da sola ho percorso, ho passeggiato nelle profondità degli
abissi. [6]Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e
nazione ho preso dominio. [7]Fra tutti questi cercai un luogo di
riposo, in quale possedimento stabilirmi. [8]Allora il creatore
dell'universo mi diede un ordine, il mio creatore mi fece posare la
tenda e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe e prendi in eredità
Israele. [9]Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò; per tutta
l'eternità non verrò meno. [10]Ho officiato nella tenda santa davanti a
lui, e così mi sono stabilita in Sion. [11]Nella città amata mi ha fatto
abitare; in Gerusalemme è il mio potere. [12]Ho posto le radici in mezzo a
un popolo glorioso, nella porzione del Signore, sua eredità. [13]Sono
cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti
dell'Ermon. [14]Sono cresciuta come una palma in Engaddi, come le piante
di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura; sono cresciuta
come un platano. [15]Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo; come
mirra scelta ho sparso buon odore; come gàlbano, ònice e storàce, come
nuvola di incenso nella tenda. [16]Come un terebinto ho esteso i rami e i
miei rami son rami di maestà e di bellezza. [17]Io come una vite ho prodotto
germogli graziosi e i miei fiori, frutti di gloria e
ricchezza. [18]Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei
miei prodotti. [19]Poiché il ricordo di me è più dolce del miele, il
possedermi è più dolce del favo di miele. [20]Quanti si nutrono di me avranno
ancora fame e quanti bevono di me, avranno ancora sete. [21]Chi mi
obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà». La
sapienza e la legge [22]Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio
altissimo, la legge che ci ha imposto Mosè, l'eredità delle assemblee di
Giacobbe. [23]Essa trabocca di sapienza come il Pison e come il Tigri
nella stagione dei frutti nuovi; [24]fa traboccare l'intelligenza come
l'Eufrate e come il Giordano nei giorni della mietitura; [25]espande la
dottrina come il Nilo, come il Ghicon nei giorni della vendemmia. [26]Il
primo non ne esaurisce la conoscenza né l'ultimo la può pienamente
indagare. [27]Il suo pensiero infatti è più vasto del mare e il suo
consiglio più del grande abisso. [28]Io sono come un canale derivante da un
fiume e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino. [29]Ho detto:
«Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola». Ed ecco il mio
canale è diventato un fiume, il mio fiume è diventato un mare. [30]Farò
ancora splendere la mia dottrina come l'aurora; la farò brillare molto
lontano. [31]Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia, lo lascerò
per le generazioni future. [32]Vedete, non ho lavorato solo per me, ma per
quanti cercano la dottrina. Siracide - Capitolo 25 Proverbi [1]Di tre
cose mi compiaccio e mi faccio bella, di fronte al Signore e agli
uomini: concordia di fratelli, amicizia tra vicini, moglie e marito che
vivono in piena armonia. [2]Tre tipi di persone io detesto, la loro vita è
per me un grande orrore: un povero superbo, un ricco bugiardo, un vecchio
adultero privo di senno. I vecchi [3]Nella giovinezza non hai
raccolto; come potresti procurarti qualcosa nella vecchiaia? [4]Come
s'addice il giudicare ai capelli bianchi, e agli anziani intendersi di
consigli! [5]Come s'addice la sapienza ai vecchi, il discernimento e il
consiglio alle persone eminenti! [6]Corona dei vecchi è un'esperienza
molteplice, loro vanto il timore del Signore. Proverbio
numerico [7]Nove situazioni io ritengo felici nel mio cuore, la decima la
dirò con le parole: un uomo allietato dai figli, chi vede da vivo la
caduta dei suoi nemici; [8]felice chi vive con una moglie assennata, colui
che non pecca con la sua lingua, chi non deve servire a uno indegno di
lui; [9]fortunato chi ha trovato la prudenza, chi si rivolge a orecchi
attenti; [10]quanto è grande chi ha trovato la sapienza, ma nessuno supera
chi teme il Signore. [11]Il timore del Signore è più di ogni cosa; chi lo
possiede a chi potrà esser paragonato? Le donne [12]Qualunque ferita, ma
non la ferita del cuore; qualunque malvagità, ma non la malvagità di una
donna; [13]qualunque sventura, ma non la sventura causata dagli
avversari; qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici. [14]Non c'è
veleno peggiore del veleno di un serpente, non c'è ira peggiore dell'ira di
un nemico. [15]Preferirei abitare con un leone e con un drago piuttosto
che abitare con una donna malvagia. [16]La malvagità di una donna ne àltera
l'aspetto, ne rende il volto tetro come quello di un orso. [17]Suo marito
siede in mezzo ai suoi vicini e ascoltandoli geme amaramente. [18]Ogni
malizia è nulla, di fronte alla malizia di una donna, possa piombarle addosso
la sorte del peccatore! [19]Come una salita sabbiosa per i piedi di un
vecchio, tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico. [20]Non
soccombere al fascino di una donna, per una donna non ardere di
passione. [21]Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo è una
donna che mantiene il proprio marito. [22]Animo abbattuto e volto triste e
ferita al cuore è una donna malvagia; [23]mani inerti e ginocchia
infiacchite, tale colei che non rende felice il proprio marito. [24]Dalla
donna ha avuto inizio il peccato, per causa sua tutti moriamo. [25]Non
dare all'acqua un'uscita né libertà di parlare a una donna
malvagia. [26]Se non cammina al cenno della tua mano, toglila dalla tua
presenza. Siracide - Capitolo 26 [1]Beato il marito di una donna
virtuosa; il numero dei suoi giorni sarà doppio. [2]Una brava moglie è la
gioia del marito, questi trascorrerà gli anni in pace. [3]Una donna
virtuosa è una buona sorte, viene assegnata a chi teme il
Signore. [4]Ricco o povero il cuore di lui ne gioisce, in ogni tempo il
suo volto appare sereno. [5]Tre cose teme il mio cuore, per la quarta sono
spaventato: una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo e una
falsa accusa: tutto questo è peggiore della morte; [6]ma crepacuore e lutto è
una donna gelosa di un'altra e il flagello della sua lingua si lega con
tutti. [7]Giogo di buoi sconnesso è una donna malvagia, colui che la
domina è come chi acchiappa uno scorpione. [8]Gran motivo di sdegno una donna
ubriaca, non riuscirà a nascondere la vergogna. [9]La scostumatezza di una
donna è nell'eccitazione degli sguardi, si riconosce dalle sue
occhiate. [10]Fà buona guardia a una figlia libertina, perché non ne
approfitti, se trova indulgenza. [11]Guàrdati dal seguire un occhio
impudente, non meravigliarti se ti spinge verso il male. [12]Come un
viandante assetato apre la bocca e beve qualsiasi acqua a lui vicina, così
essa siede davanti a ogni palo e apre a qualsiasi freccia la
faretra. [13]La grazia di una donna allieta il marito, la sua scienza gli
rinvigorisce le ossa. [14]E' un dono del Signore una donna silenziosa, non
c'è compenso per una donna educata. [15]Grazia su grazia è una donna
pudica, non si può valutare il peso di un'anima modesta. [16]Il sole
risplende sulle montagne del Signore, la bellezza di una donna virtuosa
adorna la sua casa. [17]Lampada che arde sul candelabro santo, così la
bellezza del volto su giusta statura. [18]Colonne d'oro su base
d'argento, tali sono gambe graziose su solidi piedi. Cose
tristi [19]Due cose mi serrano il cuore, la terza mi provoca all'ira: un
guerriero che languisca nella miseria, uomini saggi trattati con
disprezzo, chi passa dalla giustizia al peccato; il Signore lo tiene
pronto per la spada. Il commercio [20]A stento un commerciante sarà esente
da colpe, un rivenditore non sarà immune dal peccato. Siracide - Capitolo
27 [1]Per amor del denaro molti peccano, chi cerca di arricchire procede
senza scrupoli. [2]Fra le giunture delle pietre si conficca un piuolo, tra
la compra e la vendita si insinua il peccato. [3]Se uno non si aggrappa in
fretta al timor del Signore, la sua casa andrà presto in rovina. La
parola [4]Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti; così quando un
uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti. [5]La fornace prova gli oggetti
del vasaio, la prova dell'uomo si ha nella sua conversazione. [6]Il frutto
dimostra come è coltivato l'albero, così la parola rivela il sentimento
dell'uomo. [7]Non lodare un uomo prima che abbia parlato, poiché questa è
la prova degli uomini. La giustizia [8]Se cerchi la giustizia, la
raggiungerai e te ne rivestirai come di un manto di gloria. [9]Gli uccelli
sostano presso i loro simili, la lealtà ritorna a quelli che la
praticano. [10]Il leone sta in agguato della preda, così il peccato di
coloro che praticano l'ingiustizia. [11]Nel discorso del pio c'è sempre
saggezza, lo stolto muta come la luna. [12]Tra gli insensati bada al
tempo, tra i saggi fèrmati a lungo. [13]Il discorso degli stolti è un
orrore, il loro riso fra i bagordi del peccato. [14]Il linguaggio di chi
giura spesso fa rizzare i capelli, e le loro questioni fan turare gli
orecchi. [15]Uno spargimento di sangue è la rissa dei superbi, le loro
invettive sono un ascolto penoso. I segreti [16]Chi svela i segreti perde
la fiducia e non trova più un amico per il suo cuore. [17]Ama l'amico e
sii a lui fedele, ma se hai svelato i suoi segreti, non seguirlo
più, [18]perché come chi ha perduto un defunto, così tu hai perduto
l'amicizia del tuo prossimo. [19]Come un uccello, che ti sei fatto scappare
di mano, così hai lasciato andare il tuo amico e non lo
riprenderai. [20]Non seguirlo, perché ormai è lontano; è fuggito come una
gazzella dal laccio. [21]Poiché una ferita si può fasciarla e un'ingiuria
si può riparare, ma chi ha svelato segreti non ha più
speranza. Ipocrisia [22]Chi ammicca con l'occhio trama il male, e
nessuno potrà distoglierlo. [23]Davanti a te il suo parlare è tutto
dolce, ammira i tuoi discorsi, ma alle tue spalle cambierà il suo
parlare e porrà inciampo alle tue parole. [24]Io odio molte cose, ma
nessuna quanto lui, anche il Signore lo ha in odio. [25]Chi scaglia un
sasso in alto, se lo scaglia sulla testa, e un colpo a tradimento ferisce chi
lo vibra. [26]Chi scava una fossa vi cadrà dentro, chi tende un laccio vi
resterà preso. [27]Il male si riverserà su chi lo fa, egli non saprà
neppure da dove gli venga. [28]Derisione e insulto per il superbo, la
vendetta, come un leone, lo attende al varco. [29]Saran presi al laccio
quanti gioiscono per la caduta dei pii, il dolore li consumerà prima della
loro morte. Il rancore [30]Anche il rancore e l'ira sono un
abominio, il peccatore li possiede. Siracide - Capitolo 28 [1]Chi si
vendica avrà la vendetta dal Signore ed egli terrà sempre presenti i suoi
peccati. [2]Perdona l'offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera
ti saranno rimessi i peccati. [3]Se qualcuno conserva la collera verso un
altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore? [4]Egli non ha
misericordia per l'uomo suo simile, e osa pregare per i suoi
peccati? [5]Egli, che è soltanto carne, conserva rancore; chi perdonerà i
suoi peccati? [6]Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare, ricòrdati
della corruzione e della morte e resta fedele ai
comandamenti. [7]Ricòrdati dei comandamenti e non aver rancore verso il
prossimo, dell'alleanza con l'Altissimo e non far conto dell'offesa
subìta. Le liti [8]Astieniti dalle risse e sarai lontano dal
peccato, perché un uomo passionale attizza una rissa. [9]Un uomo peccatore
semina discordia tra gli amici e tra persone pacifiche diffonde
calunnie. [10]Secondo la materia del fuoco, esso s'infiamma, una rissa
divampa secondo la sua violenza; il furore di un uomo è proporzionato alla
sua forza, la sua ira cresce in base alla sua ricchezza. [11]Una lite
concitata accende il fuoco, una rissa violenta fa versare sangue. [12]Se
soffi su una scintilla, si accende; se vi sputi sopra, si spegne; eppure
ambedue le cose escono dalla tua bocca. La lingua [13]Maledici il delatore
e l'uomo di doppia lingua, perché fa perire molti che vivono in
pace. [14]Una lingua malèdica ha sconvolto molti, li ha scacciati di
nazione in nazione; ha demolito forti città e ha rovinato casati
potenti. [15]Una lingua malèdica ha fatto ripudiare donne
eccellenti, privandole del frutto delle loro fatiche. [16]Chi le presta
attenzione non trova pace, dalla sua dimora scompare la serenità. [17]Un
colpo di frusta produce lividure, ma un colpo di lingua rompe le
ossa. [18]Molti sono caduti a fil di spada, ma non quanti sono periti per
colpa della lingua. [19]Beato chi se ne guarda, chi non è esposto al suo
furore, chi non ha trascinato il suo giogo e non è stato legato con le sue
catene. [20]Il suo giogo è un giogo di ferro; le sue catene catene di
bronzo. [21]Spaventosa è la morte che procura, in confronto è preferibile
la tomba. [22]Essa non ha potere sugli uomini pii, questi non bruceranno
alla sua fiamma. [23]Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno, fra
costoro divamperà senza spegnersi. Si avventerà contro di loro come un
leone e come una pantera ne farà scempio. [24]Ecco, recingi pure la tua
proprietà con siepe spinosa, lega in un sacchetto l'argento e
l'oro, [25]ma controlla anche le tue parole pesandole e chiudi con porte e
catenaccio la bocca. [26]Stà attento a non sbagliare a causa della
lingua, perché tu non cada davanti a chi ti insidia. Siracide - Capitolo
29 Il prestito [1]Chi pratica la misericordia concede prestiti al
prossimo, chi lo soccorre di propria mano osserva i comandamenti. [2]Dà in
prestito al prossimo nel tempo del bisogno, e a tua volta restituisci al
prossimo nel momento fissato. [3]Mantieni la parola e sii leale con
lui, così troverai in ogni momento quanto ti occorre. [4]Molti considerano
il prestito come cosa trovata e causano fastidi a coloro che li hanno
aiutati. [5]Prima di ricevere, ognuno bacia le mani del creditore, parla
con tono umile per ottenere gli averi dell'amico; ma alla scadenza cerca di
guadagnare tempo, restituisce piagnistei e incolpa le circostanze. [6]Se
riesce a pagare il creditore riceverà appena la metà, e dovrà considerarla
come una cosa trovata. In caso contrario, il creditore sarà frodato dei suoi
averi e avrà senza motivo un nuovo nemico; maledizioni e ingiurie gli
restituirà, renderà insulti invece dell'onore dovuto. [7]Molti perciò, per
tale cattiveria, rifiutan di prestare: hanno paura di perdere i beni senza
ragione. L'elemosina [8]Tuttavia sii longanime con il misero, e non
fargli attender troppo l'elemosina. [9]Per il comandamento soccorri il
povero, secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote. [10]Perdi
pure denaro per un fratello e amico, non si arrugginisca inutilmente sotto
una pietra. [11]Sfrutta le ricchezze secondo i comandi dell'Altissimo; ti
saranno più utili dell'oro. [12]Rinserra l'elemosina nei tuoi scrigni ed
essa ti libererà da ogni disgrazia. [13]Meglio di uno scudo resistente e di
una lancia pesante, combatterà per te di fronte al nemico. Le
cauzioni [14]L'uomo buono garantisce per il prossimo, chi ha perduto il
pudore lo abbandona. [15]Non dimenticare il favore di chi si è fatto
garante, poiché egli si è impegnato per te. [16]Il peccatore dilapida i
beni del suo garante, l'ingrato di proposito abbandonerà chi l'ha
salvato. [17]La cauzione ha rovinato molta gente onesta, li ha sballottati
come onda del mare. [18]Ha mandato in esilio uomini potenti, costretti a
errare fra genti straniere. [19]Un peccatore che offre premurosamente
garanzia e ricerca guadagni, sarà coinvolto in processi. [20]Aiuta il tuo
prossimo secondo la tua possibilità e bada a te stesso per non
cadere. L'ospitalità [21]Indispensabili alla vita sono l'acqua, il pane,
il vestito e una casa che serva da riparo. [22]E' meglio vivere da povero
sotto un tetto di tavole, che godere di cibi sontuosi in case
altrui. [23]Del poco come del molto sii contento, così non udirai il
disprezzo come straniero. [24]Triste vita andare di casa in casa, non
potrai aprir bocca, dove sarai come straniero. [25]Avrai ospiti, mescerai
vino senza un grazie, inoltre ascolterai cose amare: [26]«Su, forestiero,
apparecchia la tavola, se hai qualche cosa sotto mano, dammi da
mangiare». [27]«Vattene, forestiero, cedi il posto a persona onorata; mio
fratello sarà mio ospite, ho bisogno della casa». [28]Tali cose sono dure per
un uomo che abbia intelligenza: i rimproveri per l'ospitalità e gli insulti
di un creditore. Siracide - Capitolo 30 L'educazione [1]Chi ama il
proprio figlio usa spesso la frusta, per gioire di lui alla fine. [2]Chi
corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio e se ne potrà vantare con i
suoi conoscenti. [3]Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il
nemico, mentre davanti agli amici potrà gioire. [4]Muore il padre? E' come
se non morisse, perché lascia un suo simile dopo di sé. [5]Durante la vita
egli gioiva nel contemplarlo, in punto di morte non prova dolore. [6]Di
fronte ai nemici lascia un vendicatore, per gli amici uno che sa
ricompensarli. [7]Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite, a ogni
grido il suo cuore sarà sconvolto. [8]Un cavallo non domato diventa
restio, un figlio lasciato a se stesso diventa sventato. [9]Coccola il
figlio ed egli ti incuterà spavento, scherza con lui, ti procurerà
dispiaceri. [10]Non ridere con lui per non doverti con lui
rattristare, che non debba digrignare i denti alla fine. [11]Non
concedergli libertà in gioventù, non prendere alla leggera i suoi
difetti. [12]Piegagli il collo in gioventù e battigli le costole finché è
fanciullo, perché poi intestardito non ti disobbedisca e tu ne abbia un
profondo dolore. [13]Educa tuo figlio e prenditi cura di lui, così non
dovrai affrontare la sua insolenza. La salute [14]Meglio un povero di
aspetto sano e forte che un ricco malato nel suo corpo. [15]Salute e
vigore valgono più di tutto l'oro, un corpo robusto più di un'immensa
fortuna. [16]Non c'è ricchezza migliore della salute del corpo e non c'è
contentezza al di sopra della gioia del cuore. [17]Meglio la morte che una
vita amara, il riposo eterno che una malattia cronica. [18]Leccornie
versate su una bocca chiusa tali le offerte cibarie poste su una
tomba. [19]A che serve all'idolo l'offerta di frutti? Esso non mangia né
sente il profumo; così è il perseguitato dal Signore. [20]Osserva con gli
occhi e sospira, come un eunuco che abbraccia una vergine e sospira. La
gioia [21]Non abbandonarti alla tristezza, non tormentarti con i tuoi
pensieri. [22]La gioia del cuore è vita per l'uomo, l'allegria di un uomo
è lunga vita. [23]Distrai la tua anima, consola il tuo cuore, tieni
lontana la malinconia. La malinconia ha rovinato molti, da essa non si
ricava nulla di buono. [24]Gelosia e ira accorciano i giorni, la
preoccupazione anticipa la vecchiaia. [25]Un cuore sereno è anche felice
davanti ai cibi, quello che mangia egli gusta. Siracide - Capitolo
31 Le ricchezze [1]L'insonnia per la ricchezza logora il
corpo, l'affanno per essa distoglie il sonno. [2]L'affanno della veglia
tien lontano l'assopirsi, come una grave malattia bandisce il sonno. [3]Un
ricco fatica nell'accumulare ricchezze e se smette, si ingolfa nei
piaceri. [4]Un povero fatica nelle privazioni della vita e se smette, cade
nell'indigenza. [5]Chi ama l'oro non sarà esente da colpa, chi insegue il
denaro per esso peccherà. [6]Molti sono andati in rovina a causa
dell'oro, il loro disastro era davanti a loro. [7]E' una trappola per
quanti ne sono entusiasti, ogni insensato vi resta preso. [8]Beato il
ricco, che si trova senza macchia e che non corre dietro all'oro. [9]Chi è
costui? noi lo proclameremo beato: difatti egli ha compiuto meraviglie in
mezzo al suo popolo. [10]Chi ha subìto la prova, risultando perfetto? Sarà
un titolo di gloria per lui. Chi, potendo trasgredire, non ha
trasgredito, e potendo compiere il male, non lo ha fatto? [11]Si
consolideranno i suoi beni e l'assemblea celebrerà le sue beneficenze. I
banchetti [12]Hai davanti una tavola sontuosa? Non spalancare verso di
essa la tua bocca e non dire: «Che abbondanza qua sopra». [13]Ricòrdati
che l'occhio cattivo è un male. Che cosa è stato creato peggiore
dell'occhio? Per questo esso lacrima in ogni circostanza. [14]Dove guarda
l'ospite, non stendere la mano; non intingere nel piatto insieme con
lui. [15]Giudica le esigenze del prossimo dalle tue; e su ogni cosa
rifletti. [16]Mangia da uomo ciò che ti è posto innanzi; non masticare con
voracità per non renderti odioso. [17]Sii il primo a smettere per
educazione, non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo. [18]Se
siedi tra molti invitati, non essere il primo a stendere la
mano. [19]Quanto poco è sufficiente per un uomo educato, una volta a letto
non si sente soffocato. [20]Sonno salubre con uno stomaco ben regolato, al
mattino si alza e il suo spirito è libero. Travaglio di insonnia, coliche e
vomiti accompagnano l'uomo ingordo. [21]Se sei stato forzato a eccedere
nei cibi, àlzati, và a vomitare e sarai sollevato. [22]Ascoltami, figlio,
e non disprezzarmi, alla fine troverai vere le mie parole. In tutte le
azioni sii moderato e nessuna malattia ti coglierà. [23]Molte labbra
loderanno chi è splendido nei banchetti, e vera è la testimonianza della sua
munificenza. [24]La città mormora di chi è tirchio nei banchetti; ed
esatta è la testimonianza della sua avarizia. Il vino [25]Non fare il
forte con il vino, perché ha mandato molti in rovina. [26]La fornace prova
il metallo nella tempera, così il vino i cuori in una sfida di
arroganti. [27]Il vino è come la vita per gli uomini, purché tu lo beva
con misura. Che vita è quella di chi non ha vino? Questo fu creato per la
gioia degli uomini. [28]Allegria del cuore e gioia dell'anima è il vino
bevuto a tempo e a misura. [29]Amarezza dell'anima è il vino bevuto in
quantità, con eccitazione e per sfida. [30]L'ubriachezza accresce l'ira
dello stolto a sua rovina, ne diminuisce le forze e gli procura
ferite. [31]Durante un banchetto non rimproverare il vicino, non deriderlo
nella sua letizia. Non dirgli parola di rimprovero e non tormentarlo col
chiedergli ciò che ti deve. Siracide - Capitolo 32 I banchetti [1]Ti
hanno fatto capotavola? Non esaltarti; comportati con gli altri come uno di
loro. Pensa a loro e poi mettiti a tavola; [2]quando avrai assolto il tuo
compito, accòmodati per ricrearti con loro e ricevere la corona per la tua
cortesia. [3]Parla, o anziano, ciò ti s'addice, ma con discrezione e non
disturbare la musica. [4]Quando ascolti non effonderti in chiacchiere, non
fare fuori luogo il sapiente. [5]Sigillo di rubino in un anello d'oro è un
concerto musicale in un banchetto. [6]Sigillo di smeraldo in una guarnizione
d'oro è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino. [7]Parla,
giovinetto, se è necessario, ma appena un paio di volte, se
interrogato. [8]Compendia il tuo discorso, molte cose in poche
parole; compòrtati come uno che sa ma che tace. [9]Fra i grandi non
crederti loro uguale, se un altro parla, non ciarlare troppo. [10]Prima
del tuono viene la folgore, la grazia precede l'uomo modesto. [11]All'ora
stabilita àlzati e non restare per ultimo, corri a casa e non
indugiare. [12]Là divèrtiti e fà quello che desideri, ma non peccare con
un discorso arrogante. [13]Per tutto ciò benedici chi ti ha creato, chi ti
colma dei suoi benefici. Il timore di Dio [14]Chi teme il Signore
accetterà la correzione, coloro che lo ricercano troveranno il suo
favore. [15]Chi indaga la legge ne sarà appagato, ma l'ipocrita vi troverà
motivo di scandalo. [16]Quanti temono il Signore troveranno la
giustizia, le loro virtù brilleranno come luci. [17]Un uomo peccatore
schiva il rimprovero, trova scuse secondo i suoi capricci. [18]Un uomo
assennato non trascura l'avvertimento, quello empio e superbo non prova alcun
timore. [19]Non far nulla senza riflessione, alla fine dell'azione non te
ne pentirai. [20]Non camminare in una via piena d'ostacoli, per non
inciampare contro i sassi. [21]Non fidarti di una via senza
inciampi, [22]e guàrdati anche dai tuoi figli. [23]In ogni azione abbi
fiducia in te stesso, poiché anche questo è osservare i
comandamenti. [24]Chi crede alla legge è attento ai comandamenti, chi
confida nel Signore non resterà deluso. Siracide - Capitolo 33 [1]Chi teme
il Signore non incorre in alcun male, se subisce tentazioni, ne sarà liberato
di nuovo. [2]Un uomo saggio non detesta la legge, ma l'ipocrita a suo
riguardo è come una nave nella tempesta. [3]L'uomo assennato ha fiducia nella
legge, la legge per lui è degna di fede come un oracolo. [4]Prepàrati il
discorso, così sarai ascoltato; concatena il tuo sapere e poi
rispondi. [5]Ruota di carro il sentimento dello stolto, il suo
ragionamento è come l'asse che gira. [6]Come uno stallone è un amico
beffardo, nitrisce sotto chiunque lo cavalca. Condizioni
disuguali [7]Perché un giorno è più importante d'un altro? Eppure la luce
di ogni giorno dell'anno viene dal sole. [8]Essi sono distinti secondo il
pensiero del Signore che ha variato le stagioni e le feste. [9]Alcuni
giorni li ha nobilitati e santificati, altri li ha lasciati nel numero dei
giorni ordinari. [10]Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere e
dalla terra fu creato Adamo. [11]Ma il Signore li ha distinti nella sua
grande sapienza, ha assegnato loro diversi destini. [12]Alcuni li ha
benedetti ed esaltati, altri li ha santificati e avvicinati a sé, altri li
ha maledetti e umiliati e li ha scacciati dalle loro posizioni. [13]Come
l'argilla nelle mani del vasaio che la forma a suo piacimento, così gli
uomini nelle mani di colui che li ha creati, per retribuirli secondo la sua
giustizia. [14]Di fronte al male c'è il bene, di fronte alla morte, la
vita; così di fronte al pio il peccatore. [15]Considera perciò tutte le
opere dell'Altissimo; due a due, una di fronte all'altra. [16]Io mi sono
dedicato per ultimo allo studio, come un racimolatore dietro i
vendemmiatori. [17]Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo
scopo, come un vendemmiatore ho riempito il tino. [18]Badate che non ho
faticato solo per me, ma per quanti ricercano
l'istruzione. [19]Ascoltatemi, capi del popolo, e voi che dirigete le
assemblee, fate attenzione. Indipendenza [20]Al figlio e alla moglie, al
fratello e all'amico non dare un potere su di te finché sei in vita. Non
dare ad altri le tue ricchezze, perché poi non ti penta e debba
richiederle. [21]Finché vivi e c'è respiro in te, non abbandonarti in
potere di nessuno. [22]E' meglio che i figli ti preghino che non
rivolgerti tu alle loro mani. [23]In tutte le azioni sii sempre
superiore, non permettere che si offuschi la tua fama. [24]Quando
finiranno i giorni della tua vita, al momento della morte, assegna la tua
eredità. Gli schiavi [25]Foraggio, bastone e pesi per l'asino; pane,
castigo e lavoro per lo schiavo. [26]Fà lavorare il tuo servo, e potrai
trovare riposo, lasciagli libere le mani e cercherà la libertà. [27]Giogo
e redini piegano il collo; per lo schiavo cattivo torture e
castighi. [28]Fallo lavorare perché non stia in ozio, poiché l'ozio
insegna molte cattiverie. [29]Obbligalo al lavoro come gli conviene, e se
non obbedisce, stringi i suoi ceppi. [30]Non esagerare con nessuno; non
fare nulla senza giustizia. [31]Se hai uno schiavo, sia come te
stesso, poiché l'hai acquistato con il sangue. [32]Se hai uno schiavo,
trattalo come fratello, perché ne avrai bisogno come di te stesso, [33]Se
tu lo maltratti ed egli fuggirà, per quale strada andrai a
ricercarlo? Siracide - Capitolo 34 I sogni [1]Speranze vane e fallaci
sono proprie dell'uomo insensato, i sogni danno le ali agli
stolti. [2]Come uno che afferra le ombre e insegue il vento, così chi si
appoggia ai sogni. [3]Questo dopo quello: tale la visione di sogni, di
fronte a un volto l'immagine di un volto. [4]Dall'impuro che cosa potrà
uscire di puro? E dal falso che cosa potrà uscire di vero? [5]Oracoli,
auspici e sogni sono cose vane, come vaneggia la mente di una donna in
doglie. [6]Se non sono inviati dall'Altissimo in una sua visita, non
permettere che se ne occupi la tua mente. [7]I sogni hanno indotto molti in
errore, hanno deviato quanti avevano in essi sperato. [8]Senza menzogna si
deve adempiere la legge, la sapienza in bocca verace è perfezione. I
viaggi [9]Chi ha viaggiato conosce molte cose, chi ha molta esperienza
parlerà con intelligenza. [10]Chi non ha avuto delle prove, poco
conosce; chi ha viaggiato ha accresciuto l'accortezza. [11]Ho visto molte
cose nei miei viaggi; il mio sapere è più che le mie parole. [12]Spesso ho
corso pericoli mortali; ma sono stato salvato grazie alla mia
esperienza. [13]Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà, perché
la loro speranza è posta in colui che li salva. [14]Chi teme il Signore non
ha paura di nulla, e non teme perché egli è la sua speranza. [15]Beata
l'anima di chi teme il Signore; a chi si appoggia? Chi è il suo
sostegno? [16]Gli occhi del Signore sono su coloro che lo
amano, protezione potente e sostegno di forza, riparo dal vento infuocato
e riparo dal sole meridiano, difesa contro gli ostacoli, soccorso nella
caduta; [17]solleva l'anima e illumina gli occhi, concede sanità, vita e
benedizione. Sacrifici [18]Sacrificare il frutto dell'ingiustizia è
un'offerta da burla; i doni dei malvagi non sono graditi. [19]L'Altissimo
non gradisce le offerte degli empi, e per la moltitudine delle vittime non
perdona i peccati. [20]Sacrifica un figlio davanti al proprio padre chi
offre un sacrificio con i beni dei poveri. [21]Il pane dei bisognosi è la
vita dei poveri, toglierlo a loro è commettere un assassinio. [22]Uccide
il prossimo chi gli toglie il nutrimento, versa sangue chi rifiuta il salario
all'operaio. [23]Uno edifica, l'altro abbatte: che vantaggio se ne ricava
oltre la fatica? Uno prega, l'altro maledice: quale delle due voci
ascolterà il Signore? [25]Lavarsi dopo aver toccato un morto, poi toccarlo di
nuovo: quale utilità c'è in simile abluzione? [26]Così l'uomo che digiuna
per i suoi peccati e poi va e li commette di nuovo. Chi ascolterà la sua
supplica? Quale utilità c'è nella sua umiliazione? Siracide - Capitolo
35 Legge e sacrifici [1]Chi osserva la legge moltiplica le offerte; chi
adempie i comandamenti offre un sacrificio di comunione. [2]Chi serba
riconoscenza offre fior di farina, chi pratica l'elemosina fa sacrifici di
lode. [3]Cosa gradita al Signore è astenersi dalla malvagità, sacrificio
espiatorio è astenersi dall'ingiustizia. [4]Non presentarti a mani vuote
davanti al Signore, tutto questo è richiesto dai
comandamenti. [5]L'offerta del giusto arricchisce l'altare, il suo profumo
sale davanti all'Altissimo. [6]Il sacrificio dell'uomo giusto è
gradito, il suo memoriale non sarà dimenticato. [7]Glorifica il Signore
con animo generoso, non essere avaro nelle primizie che offri. [8]In ogni
offerta mostra lieto il tuo volto, consacra con gioia la decima. [9]Dà
all'Altissimo in base al dono da lui ricevuto, dà di buon animo secondo la
tua possibilità, [10]perché il Signore è uno che ripaga, e sette volte ti
restituirà. La giustizia divina [11]Non cercare di corromperlo con doni,
non accetterà, non confidare su una vittima ingiusta, [12]perché il
Signore è giudice e non v'è presso di lui preferenza di persone. [13]Non è
parziale con nessuno contro il povero, anzi ascolta proprio la preghiera
dell'oppresso. [14]Non trascura la supplica dell'orfano né la vedova,
quando si sfoga nel lamento. [15]Le lacrime della vedova non scendono forse
sulle sue guance e il suo grido non si alza contro chi gliele fa
versare? [16]Chi venera Dio sarà accolto con benevolenza, la sua preghiera
giungerà fino alle nubi. [17]La preghiera dell'umile penetra le
nubi, finché non sia arrivata, non si contenta; [18]non desiste finché
l'Altissimo non sia intervenuto, rendendo soddisfazione ai giusti e
ristabilendo l'equità. [19]Il Signore non tarderà e non si mostrerà
indulgente sul loro conto, [20]finché non abbia spezzato le reni agli
spietati e si sia vendicato delle nazioni; [21]finché non abbia estirpato
la moltitudine dei violenti e frantumato lo scettro degli
ingiusti; [22]finché non abbia reso a ognuno secondo le sue azioni e
vagliato le opere degli uomini secondo le loro intenzioni; [23]finché non
abbia fatto giustizia al suo popolo e non lo abbia allietato con la sua
misericordia. [24]Bella è la misericordia al tempo dell'afflizione, come
le nubi apportatrici di pioggia in tempo di siccità. Siracide - Capitolo
36 Preghiera per la liberazione e la rinascita di Israele [1]Abbi pietà di
noi, Signore Dio di tutto, e guarda, infondi il tuo timore su tutte le
nazioni. [2]Alza la tua mano sulle nazioni straniere, perché vedano la tua
potenza. [3]Come ai loro occhi ti sei mostrato santo in mezzo a noi, così
ai nostri occhi mòstrati grande fra di loro. [4]Ti riconoscano, come noi
abbiamo riconosciuto che non c'è un Dio fuori di te, Signore. [5]Rinnova i
segni e compi altri prodigi, glorifica la tua mano e il tuo braccio
destro. [6]Risveglia lo sdegno e riversa l'ira, distruggi l'avversario e
abbatti il nemico. [7]Affretta il tempo e ricòrdati del giuramento; si
narrino le tue meraviglie. [8]Sia consumato dall'ira del fuoco chi cerca
scampo; gli avversari del tuo popolo vadano in perdizione. [9]Schiaccia le
teste dei capi nemici che dicono: «Non c'è nessuno fuori di
noi». [10]Raduna tutte le tribù di Giacobbe, rendi loro il possesso come
era al principio. [11]Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo
nome, di Israele che hai trattato come un primogenito. [12]Abbi pietà
della tua città santa, di Gerusalemme tua stabile dimora. [13Riempi Sion
della tua maestà il tuo popolo della tua gloria. [14]Rendi testimonianza
alle creature che sono tue fin dal principio, adempi le profezie fatte nel
tuo nome. [15]Ricompensa coloro che sperano in te, i tuoi profeti siano
degni di fede. [16]Ascolta, Signore, la preghiera dei tuoi servi, secondo
la benedizione di Aronne sul tuo popolo. [17]Sappiano quanti abitano sulla
terra che tu sei il Signore, il Dio dei secoli. Discernimento [18]Il
ventre consuma ogni cibo, eppure un cibo è preferibile a un altro. [19]Il
palato distingue al gusto la selvaggina, così una mente assennata distingue i
discorsi bugiardi. [20]Un cuore perverso causerà dolore, un uomo dalla
molta esperienza saprà ripagarlo. Scelta di una donna [21]Una donna
accetterà qualsiasi marito, ma una giovane è migliore di un'altra. [22]La
bellezza di una donna allieta il volto; e sorpassa ogni desiderio
dell'uomo; [23]se vi è poi sulla sua lingua bontà e dolcezza, suo marito
non è più uno dei comuni mortali. [24]Chi si procura una sposa, possiede il
primo dei beni, un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio. [25]Dove
non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata, ove non c'è moglie, l'uomo
geme randagio. [26]Chi si fida di un ladro armato che corre di città in
città? [27]Così dell'uomo che non ha un nido e che si corica là dove lo
coglie la notte. Siracide - Capitolo 37 Falsi amici [1]Ogni amico dice:
«Anch'io ti sono amico», ma esiste l'amico che lo è solo di nome. [2]Non è
forse un dolore mortale un compagno e un amico trasformatosi in
nemico? [3]O inclinazione malvagia, da dove sei balzata, per ricoprire la
terra con la tua malizia? [4]Il compagno si rallegra con l'amico nella
felicità, ma al momento della disgrazia gli sarà ostile. [5]Il compagno
soffre con l'amico per ragioni di stomaco, ma di fronte al conflitto prenderà
lo scudo. [6]Non ti dimenticare dell'amico dell'anima tua, non scordarti
di lui nella tua prosperità. I consiglieri [7]Ogni consigliere suggerisce
consigli, ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio. [8]Guàrdati da un
consigliere, infòrmati quali siano le sue necessità - egli nel consigliare
penserà al suo interesse - perché non getti la sorte su di te [9]e dica:
«La tua via è buona», poi si terrà in disparte per vedere quanto ti
accadrà. [10]Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco, nascondi la tua
intenzione a quanti ti invidiano. [11]Non consigliarti con una donna sulla
sua rivale, con un pauroso sulla guerra, con un mercante sul
commercio, con un compratore sulla vendita, con un invidioso sulla
riconoscenza, con uno spietato sulla bontà di cuore, con un pigro su
un'iniziativa qualsiasi, con un mercenario annuale sul raccolto, con uno
schiavo pigro su un gran lavoro; non dipendere da costoro per nessun
consiglio. [12]Invece frequenta spesso un uomo pio, che tu conosci come
osservante dei comandamenti e la cui anima è come la tua anima; se tu
inciampi, saprà compatirti. [13]Segui il consiglio del tuo cuore, perché
nessuno ti sarà più fedele di lui. [14]La coscienza di un uomo talvolta suole
avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. [15]Al
di sopra di tutto questo prega l'Altissimo perché guidi la tua condotta
secondo verità. Vera e falsa sapienza [16]Principio di ogni opera è la
ragione, prima di ogni azione è bene riflettere. [17]Radice dei pensieri è
il cuore, queste quattro parti ne derivano: [18]bene e male, vita e
morte, ma su tutto domina sempre la lingua. [19]C'è l'uomo esperto maestro
di molti, ma inutile per se stesso. [20]C'è chi posa a saggio nei discorsi
ed è odioso, a costui mancherà ogni nutrimento; [21]non gli è stato
concesso il favore del Signore, poiché è privo di ogni sapienza. [22]C'è
chi è saggio solo per se stesso, i frutti della sua scienza sono
sicuri. [23]Un uomo saggio istruisce il suo popolo, dei frutti della sua
intelligenza ci si può fidare. [24]Un uomo saggio è colmato di
benedizioni, quanti lo vedono lo proclamano beato. [25]La vita dell'uomo
ha i giorni contati; ma i giorni di Israele sono senza numero. [26]Il
saggio otterrà fiducia tra il suo popolo, il suo nome vivrà per sempre. La
temperanza [27]Figlio, nella tua vita prova te stesso, vedi quanto ti
nuoce e non concedertelo. [28]Difatti non tutto conviene a tutti e non
tutti approvano ogni cosa. [29]Non essere ingordo per qualsiasi
ghiottoneria, non ti gettare sulle vivande, [30]perchè l'abuso dei cibi
causa malattie, l'ingordigia provoca coliche. [31]Molti sono morti per
ingordigia, chi si controlla vivrà a lungo. Siracide - Capitolo
38 Medicina e malattia [1]Onora il medico come si deve secondo il
bisogno, anch'egli è stato creato dal Signore. [2]Dall'Altissimo viene la
guarigione, anche dal re egli riceve doni. [3]La scienza del medico lo fa
procedere a testa alta, egli è ammirato anche tra i grandi. [4]Il Signore
ha creato medicamenti dalla terra, l'uomo assennato non li
disprezza. [5]L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno, per
rendere evidente la potenza di lui? [6]Dio ha dato agli uomini la
scienza perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie. [7]Con esse il
medico cura ed elimina il dolore e il farmacista prepara le
miscele. [8]Non verranno meno le sue opere! Da lui proviene il benessere
sulla terra. [9]Figlio, non avvilirti nella malattia, ma prega il Signore
ed egli ti guarirà. [10]Purìficati, lavati le mani; monda il cuore da ogni
peccato. [11]Offri incenso e un memoriale di fior di farina e sacrifici
pingui secondo le tue possibilità. [12]Fà poi passare il medico - il
Signore ha creato anche lui - non stia lontano da te, poiché ne hai
bisogno. [13]Ci sono casi in cui il successo è nelle loro
mani. [14]Anch'essi pregano il Signore perché li guidi felicemente ad
alleviare la malattia e a risanarla, perché il malato ritorni alla
vita. [15]Chi pecca contro il proprio creatore cada nelle mani del
medico. Il lutto [16]Figlio, versa lacrime sul morto, e come uno che
soffre crudelmente inizia il lamento; poi seppelliscine il corpo secondo il
suo rito e non trascurare la sua tomba. [17]Piangi amaramente e alza il
tuo lamento, il lutto sia proporzionato alla sua dignità, un giorno o due,
per prevenire le dicerie, quindi consòlati del tuo dolore. [18]Difatti il
dolore precede la morte, il dolore del cuore logora la forza. [19]In una
disgrazia resta a lungo il dolore, una vita di miseria è dura al
cuore. [20]Non abbandonare il tuo cuore al dolore; scaccialo pensando alla
tua fine. [21]Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno; al morto non
gioverai e farai del male a te stesso. [22]Ricòrdati della mia sorte che sarà
anche la tua: «Ieri a me e oggi a te». [23]Nel riposo del morto lascia
riposare anche il suo ricordo; consòlati di lui, ora che il suo spirito è
partito. Lavori manuali [24]La sapienza dello scriba si deve alle sue ore
di quiete; chi ha poca attività diventerà saggio. [25]Come potrà
divenir saggio chi maneggia l'aratro e si vanta di brandire un
pungolo? Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro e parla solo di
vitelli? [26]Pone la sua mente a tracciare solchi, non dorme per dare il
foraggio alle giovenche. [27]Così ogni artigiano e ogni artista che passa
la notte come il giorno: quelli che incidono incisioni per sigilli e con
pazienza cercano di variare l'intaglio; pongono mente a ritrarre bene il
disegno e stanno svegli per terminare il lavoro. [28]Così il fabbro siede
davanti all'incudine ed è intento ai lavori del ferro: la vampa del fuoco
gli strugge le carni, e col calore del fornello deve lottare; il rumore
del martello gli assorda gli orecchi, i suoi occhi sono fissi al modello
dell'oggetto, è tutto preoccupato per finire il suo lavoro, sta sveglio
per rifinirlo alla perfezione. [29]Così il vasaio seduto al suo
lavoro gira con i piedi la ruota, è sempre in ansia per il suo
lavoro; tutti i suoi gesti sono calcolati. [30]Con il braccio imprime una
forma all'argilla, mentre con i piedi ne piega la resistenza; è
preoccupato per una verniciatura perfetta, sta sveglio per pulire il
fornello. [31]Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani; ognuno è
esperto nel proprio mestiere. [32]Senza di loro sarebbe impossibile costruire
una città; gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare. [33]Ma essi
non sono ricercati nel consiglio del popolo, nell'assemblea non hanno un
posto speciale, non siedono sul seggio del giudice, non conoscono le
disposizioni del giudizio. [34]Non fanno brillare né l'istruzione né il
diritto, non compaiono tra gli autori di proverbi; ma sostengono le cose
materiali, e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere. Siracide -
Capitolo 39 Lo scriba [1]Differente è il caso di chi si applica e
medita la legge dell'Altissimo. Egli indaga la sapienza di tutti gli
antichi, si dedica allo studio delle profezie. [2]Conserva i detti degli
uomini famosi, penetra le sottigliezze delle parabole, [3]indaga il senso
recondito dei proverbi e s'occupa degli enigmi delle parabole. [4]Svolge
il suo compito fra i grandi, è presente alle riunioni dei capi, viaggia
fra genti straniere, investigando il bene e il male in mezzo agli
uomini. [5]Di buon mattino rivolge il cuore al Signore, che lo ha creato,
prega davanti all'Altissimo, apre la bocca alla preghiera, implora per i suoi
peccati. [6]Se questa è la volontà del Signore grande, egli sarà ricolmato
di spirito di intelligenza, come pioggia effonderà parole di
sapienza, nella preghiera renderà lode al Signore. [7]Egli dirigerà il suo
consiglio e la sua scienza, mediterà sui misteri di Dio. [8]Farà brillare
la dottrina del suo insegnamento, si vanterà della legge dell'alleanza del
Signore. [9]Molti loderanno la sua intelligenza, egli non sarà mai
dimenticato, non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di
generazione in generazione. [10]I popoli parleranno della sua
sapienza, l'assemblea proclamerà le sue lodi. [11]Finché vive, lascerà un
nome più noto di mille, quando muore, avrà gia fatto abbastanza per
sé. Invito a lodare Dio [12]Esporrò ancora le mie riflessioni, ne sono
pieno come la luna a metà mese. [13]Ascoltatemi, figli santi, e
crescete come una pianta di rose su un torrente. [14]Come incenso spandete
un buon profumo, fate fiorire fiori come il giglio, spargete profumo e
intonate un canto di lode; benedite il Signore per tutte le opere
sue. [15]Magnificate il suo nome; proclamate le sue lodi con i vostri
canti e le vostre cetre; così direte nella vostra lode: [16]«Quanto sono
magnifiche tutte le opere del Signore! Ogni sua disposizione avrà luogo a suo
tempo!». Non c'è da dire: «Che è questo? Perché quello?». Tutte le cose
saranno indagate a suo tempo. [17]Alla sua parola l'acqua si ferma come un
cumulo, a un suo detto si aprono i serbatoi delle acque. [18]A un suo
comando si realizza quanto egli vuole; nessuno può ostacolare il suo
aiuto. [19]Ogni azione umana è davanti a lui, non è possibile nascondersi
ai suoi occhi. [20]Il suo sguardo passa da un'eternità all'altra, nulla è
straordinario davanti a lui. [21]Non c'è da dire: «Che è questo? Perché
quello?» poiché tutte le cose sono state create per un fine. [22]La sua
benedizione si diffonde come un fiume e irriga come un'inondazione la
terra. [23]Così le genti sperimenteranno la sua ira, come trasformò le
acque in deserto salato. [24]Le sue vie sono diritte per i santi, ma per
gli empi piene di inciampi. [25]I beni per i buoni furon creati sin da
principio, ma anche i mali per i peccatori. [26]Le cose di prima necessità
per la vita dell'uomo sono: acqua, fuoco, ferro, sale, farina di frumento,
latte, miele, succo di uva, olio e vestito. [27]Tutte queste cose per i
pii sono beni, ma per i peccatori diventano mali. [28]Ci sono venti creati
per castigo, e nella loro furia rafforzano i loro flagelli; quando verrà
la fine, scateneranno violenza, e placheranno lo sdegno del loro
creatore. [29]Fuoco, grandine, fame e morte son tutte cose create per il
castigo. [30]Denti delle fiere, scorpioni e vipere, e spade vendicatrici
sono per la rovina degli empi. [31]Esulteranno al comando divino; sono
pronte sulla terra per tutti i bisogni. A tempo opportuno non trasgrediranno
la parola. [32]Per questo ero convinto fin dal principio, vi ho riflettuto
e l'ho messo per iscritto: [33]«Tutte le opere del Signore sono
buone; egli provvederà tutto a suo tempo». [34]Non c'è da dire: «Questo è
peggiore di quello», a suo tempo ogni cosa sarà riconosciuta
buona. [35]Ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca e benedite
il nome del Signore. Siracide - Capitolo 40 Miseria dell'uomo [1]Una
sorte penosa è disposta per ogni uomo, un giogo pesante grava sui figli di
Adamo, dal giorno della loro nascita dal grembo materno al giorno del loro
ritorno alla madre comune. [2]Materia alle loro riflessioni e ansietà per il
loro cuore offrono il pensiero di ciò che li attende e il giorno della
fine. [3]Da chi siede su un trono glorioso fino al misero che giace sulla
terra e sulla cenere; [4]da chi indossa porpora e corona fino a chi è
ricoperto di panno grossolano, non c'è che sdegno, invidia, spavento,
agitazione, paura della morte, contese e liti. [5]Durante il riposo nel
letto il sogno notturno turba le sue cognizioni. [6]Per un poco, un istante,
riposa; quindi nel sonno, come in un giorno di guardia, è sconvolto dai
fantasmi del suo cuore, come chi è scampato da una battaglia. [7]Mentre
sta per mettersi in salvo si sveglia, meravigliandosi dell'irreale
timore. [8]E' sorte di ogni essere vivente, dall'uomo alla bestia, ma per
i peccatori sette volte tanto: [9]morte, sangue, contese,
spada, disgrazie, fame, calamità, flagelli. [10]Questi mali sono stati
creati per i malvagi, per loro causa si ebbe anche il diluvio. [11]Quanto
è dalla terra alla terra ritorna; quanto è dalle acque rifluisce nel
mare. Massime diverse [12]Ogni regalo per corrompere e l'ingiustizia
spariranno, mentre la lealtà resterà sempre. [13]Le ricchezze degli
ingiusti si seccheranno come un torrente, come un grande tuono rimbomba via
durante la pioggia. [14]Come l'ingiusto aprendo le mani si
rallegrerà, così i trasgressori cadranno in rovina. [15]La stirpe degli
empi non aumenterà i suoi rami, le radici impure saranno sopra una pietra
dura. [16]Il giunco su ogni corso d'acqua e sugli argini di un fiume sarà
tagliato prima di ogni altra erba. [17]La bontà è come un giardino di
benedizioni, la misericordia dura sempre. [18]La vita di chi basta a se
stesso e del lavoratore sarà dolce, ma più ancora lo sarà per chi trova un
tesoro. [19]I figli e la fondazione di una città assicurano un nome, ma
più ancora sarà stimata una donna senza macchia. [20]Vino e musica rallegrano
il cuore, ma più ancora lo rallegra l'amore della sapienza. [21]Il flauto
e l'arpa rendono piacevole il canto, ma più ancora di essi una voce
soave. [22]L'occhio desidera grazia e bellezza, ma più ancora di esse il
verde dei campi. [23]Il compagno e l'amico si incontrano a tempo
opportuno, ma più ancora di essi moglie e marito. [24]I fratelli e un
aiuto servono nell'afflizione, ma più ancora salverà la carità. [25]Oro e
argento rendono sicuro il piede, ma ancora di più si apprezza un
consiglio. [26]Ricchezze e potenza sollevano il cuore, ma più ancora di
esse il timore del Signore. Con il timore del Signore non manca nulla; con
esso non c'è bisogno di cercare aiuto. [27]Il timore del Signore è come un
giardino di benedizioni; la sua protezione vale più di qualsiasi altra
gloria. Mendicità [28]Figlio, non vivere da mendicante. E' meglio
morire che mendicare. [29]Un uomo che guarda alla tavola altrui ha una
vita che non si può chiamar tale. Si contaminerà con cibi
stranieri; l'uomo sapiente ed educato se ne guarderà. [30]Nella bocca sarà
dolce il mendicare per un impudente, ma nel suo ventre brucerà come
fuoco. Siracide - Capitolo 41 La morte [1]O morte, come è amaro il tuo
pensiero per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza, per l'uomo senza
assilli e fortunato in tutto, ancora in grado di gustare il cibo! [2]O
morte, è gradita la tua sentenza all'uomo indigente e privo di
forze, vecchio decrepito e preoccupato di tutto, al ribelle che ha perduto
la pazienza! [3]Non temere la sentenza della morte, ricòrdati dei tuoi
predecessori e successori. [4]Questo è il decreto del Signore per ogni
uomo; perché ribellarsi al volere dell'Altissimo? Siano dieci, cento,
mille anni; negli inferi non ci sono recriminazioni sulla vita. Destino
degli empi [5]Figli abominevoli sono i figli dei peccatori, una stirpe
empia è nella dimora dei malvagi. [6]L'eredità dei figli dei peccatori andrà
in rovina, con la loro discendenza continuerà il disonore. [7]Contro un
padre empio imprecano i figli, perché sono disprezzati a causa
sua. [8]Guai a voi, uomini empi, che avete abbandonato la legge di Dio
altissimo! [9]Quando nascete, nascete per la maledizione; quando morite,
erediterete la maledizione. [10]Quanto è dalla terra ritornerà alla
terra, così gli empi dalla maledizione alla distruzione. [11]Il lutto
degli uomini riguarda i loro cadaveri, il nome non buono dei peccatori sarà
cancellato. [12]Abbi cura del nome, perché esso ti resterà più di mille
grandi tesori d'oro. [13]I giorni di una vita felice sono contati, ma un
buon nome dura sempre. La vergogna [14]Figli, custodite l'istruzione in
pace; ma sapienza nascosta e tesoro invisibile, l'una e l'altro a che
servono? [15]Meglio chi nasconde la sua stoltezza di chi nasconde la sua
sapienza. [16]Pertanto provate vergogna in vista della mia parola, perché
non è bene arrossire per qualsiasi vergogna; non tutti stimano secondo verità
tutte le cose. [17]Vergognatevi della prostituzione davanti al padre e alla
madre della menzogna davanti a un capo e a un potente, [18]del delitto
davanti a un giudice e a un magistrato, dell'empietà davanti all'assemblea
del popolo, [19]della slealtà davanti al compagno e all'amico, del furto
nell'ambiente in cui ti trovi, [20]di venir meno al giuramento e
all'alleanza, di piegare i gomiti sul pane, [21]del disprezzo di ciò che
prendi o che ti è dato, di non rispondere a quanti salutano, [22]dello
sguardo su una donna scostumata, del rifiuto fatto a un
parente, [23]dell'appropriazione di eredità o donazione, del desiderio per
una donna sposata, [24]della relazione con la sua schiava, - non
accostarti al suo letto - [25]delle parole ingiuriose davanti agli amici -
dopo aver donato, non offendere - [26]della ripetizione di quanto hai
udito e della rivelazione di notizie segrete. [27]Allora sarai veramente
pudico e troverai grazia presso chiunque. Siracide - Capitolo 42 [1]Non
ti vergognare delle cose seguenti e non peccare per rispetto
umano: [2]della legge dell'Altissimo né dell'alleanza, della sentenza per
assolvere l'empio, [3]dei conti con il socio e con i compagni di
viaggio, del dono di un'eredità agli amici, [4]dell'esattezza della
bilancia e dei pesi, dell'acquisto di molte o poche cose, [5]della
contrattazione sul prezzo con i commercianti, della frequente correzione dei
figli e del far sanguinare i fianchi di uno schiavo pigro. [6]Con una
moglie malvagia è opportuno il sigillo, dove ci sono troppe mani usa la
chiave. [7]Qualunque cosa depositi, contala e pesala; il dare e l'avere
sia tutto per iscritto. [8]Non vergognarti di correggere l'insensato e lo
stolto e il vecchio decrepito che disputa con i giovani; sarai così
veramente assennato e approvato da ogni vivente. Affanni di un padre per
sua figlia [9]Una figlia è per il padre un'inquietudine segreta, la
preoccupazione per lei allontana il sonno: nella sua giovinezza, perché non
sfiorisca, una volta accasata, perché non sia ripudiata. [10]Finché è
ragazza, si teme che sia sedotta e che resti incinta nella casa
paterna; quando è con un marito, che cada in colpa, quando è accasata, che
sia sterile. [11]Su una figlia indocile rafforza la vigilanza, perché non
ti renda scherno dei nemici, oggetto di chiacchiere in città e favola della
gente, sì da farti vergognare davanti a tutti. Le donne [12]Non mostri
la sua bellezza a qualsiasi uomo, non segga a ciarlare insieme con le altre
donne, [13]perché dagli abiti esce fuori la tignola e dalla donna malizia
di donna. [14]Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una
donna, una donna che porta vergogna fino allo scherno. II. LA GLORIA DI
DIO 1. NELLA NATURA [15]Ricorderò ora le opere del Signore e descriverò
quanto ho visto. Con le parole del Signore sono state create le sue
opere. [16]Il sole con il suo splendore illumina tutto, della gloria del
Signore è piena la sua opera. [17]Neppure i santi del Signore sono in
grado di narrare tutte le sue meraviglie, ciò che il Signore onnipotente
ha stabilito perché l'universo stesse saldo a sua gloria. [18]Egli scruta
l'abisso e il cuore e penetra tutti i loro segreti. L'Altissimo conosce
tutta la scienza e osserva i segni dei tempi, [19]annunziando le cose
passate e future e svelando le tracce di quelle nascoste. [20]Nessun
pensiero gli sfugge, neppure una parola gli è nascosta. [21]Ha ordinato le
meraviglie della sua sapienza, poiché egli è da sempre e per sempre. Nulla
può essergli aggiunto e nulla tolto, non ha bisogno di alcun
consigliere. [22]Quanto sono amabili tutte le sue opere! E appena una
scintilla se ne può osservare. [23]Tutte queste cose vivono e resteranno per
sempre in tutte le circostanze e tutte gli obbediscono. [24]Tutte sono a
coppia, una di fronte all'altra, egli non ha fatto nulla di
incompleto. [25]L'una conferma i meriti dell'altra, chi si sazierà nel
contemplare la sua gloria? Siracide - Capitolo 43 Il sole [1]Orgoglio
dei cieli è il limpido firmamento, spettacolo celeste in una visione di
gloria! [2]Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama: «Che meraviglia
è l'opera dell'Altissimo!». [3]A mezzogiorno dissecca la terra, e di
fronte al suo calore chi può resistere? [4]Si soffia nella fornace per
ottenere calore, il sole brucia i monti tre volte tanto; emettendo vampe
di fuoco, facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi. [5]Grande è
il Signore che l'ha creato e con la parola ne affretta il rapido corso. La
luna [6]Anche la luna sempre puntuale nelle sue fasi regola i mesi e
determina il tempo. [7]Dalla luna dipende l'indicazione delle
feste, luminare che decresce fino alla sua scomparsa. [8]Da essa il mese
prende nome, mirabilmente crescendo secondo le fasi. E' un'insegna per le
milizie nell'alto splendendo nel firmamento del cielo. Le
stelle [9]Bellezza del cielo la gloria degli astri, ornamento splendente
nelle altezze del Signore. [10]Si comportano secondo gli ordini del
Santo, non si stancano al loro posto di
sentinelle. L'arcobaleno [11]Osserva l'arcobaleno e benedici colui che
l'ha fatto, è bellissimo nel suo splendore. [12]Avvolge il cielo con un
cerchio di gloria, l'hanno teso le mani dell'Altissimo. Le meraviglie
della natura [13]Con un comando invia la neve, fa guizzare i fulmini del
suo giudizio. [14]Così si aprono i depositi e le nubi volano via come
uccelli. [15]Con potenza condensa le nubi, che si polverizzano in chicchi
di grandine. [16a]Al suo apparire sussultano i monti; [17a]il rumore del
suo tuono fa tremare la terra. [16b]Secondo il suo volere soffia lo
scirocco, [17b]così anche l'uragano del nord e il turbine di vento. [18]Fa
scendere la neve come uccelli che si posano, come cavallette che si posano è
la sua discesa; l'occhio ammira la bellezza del suo candore e il cuore
stupisce nel vederla fioccare. [19]Riversa sulla terra la brina come il
sale, che gelandosi forma come tante punte di spine. [20]Soffia la gelida
tramontana, sull'acqua si condensa il ghiaccio; esso si posa sull'intera
massa d'acqua, che si riveste come di corazza. [21]Inaridisce i monti e
brucia il deserto; divora l'erba come un fuoco. [22]Il rimedio di tutto,
un annuvolamento improvviso, l'arrivo della rugiada ristora dal
caldo. [23]Dio con la sua parola ha domato l'abisso e vi ha piantato
isole. [24]I naviganti parlano dei pericoli del mare, a sentirli con i
nostri orecchi restiamo stupiti; [25]là ci sono anche cose singolari e
stupende, esseri viventi di ogni specie e mostri marini. [26]Per lui il
messaggero cammina facilmente, tutto procede secondo la sua
parola. [27]Potremmo dir molte cose e mai finiremmo; ma per concludere:
«Egli è tutto!». [28]Come potremmo avere la forza per lodarlo? Egli, il
Grande, al di sopra di tutte le sue opere. [29]Il Signore è terribile e molto
grande, e meravigliosa è la sua potenza. [30]Nel glorificare il Signore
esaltatelo quanto potete, perché ancora più alto sarà. Nell'innalzarlo
moltiplicate la vostra forza, non stancatevi, perché mai finirete. [31]Chi
lo ha contemplato e lo descriverà? Chi può magnificarlo come egli
è? [32]Ci sono molte cose nascoste più grandi di queste; noi contempliamo
solo poche delle sue opere. [33]Il Signore infatti ha creato ogni cosa, ha
dato la sapienza ai pii. Siracide - Capitolo 44 2. NELLA
STORIA L'elogio degli antenati [1]Facciamo dunque l'elogio degli uomini
illustri, dei nostri antenati per generazione. [2]Il Signore ha profuso in
essi la gloria, la sua grandezza è apparsa sin dall'inizio dei
secoli. [3]Signori nei loro regni, uomini rinomati per la loro
potenza; consiglieri per la loro intelligenza e annunziatori nelle
profezie. [4]Capi del popolo con le loro decisioni e con l'intelligenza
della sapienza popolare; saggi discorsi erano nel loro
insegnamento. [5]Inventori di melodie musicali e compositori di canti
poetici. [6]Uomini ricchi dotati di forza, vissuti in pace nelle loro
dimore. [7]Tutti costoro furono onorati dai contemporanei, furono un vanto
ai loro tempi. [8]Di loro alcuni lasciarono un nome, che ancora è
ricordato con lode. [9]Di altri non sussiste memoria; svanirono come se
non fossero esistiti; furono come se non fossero mai stati, loro e i loro
figli dopo di essi. [10]Invece questi furono uomini virtuosi, i cui meriti
non furono dimenticati. [11]Nella loro discendenza dimora una preziosa
eredità, i loro nipoti. [12]La loro discendenza resta fedele alle
promesse e i loro figli in grazia dei padri. [13]Per sempre ne rimarrà la
discendenza e la loro gloria non sarà offuscata. [14]I loro corpi furono
sepolti in pace, ma il loro nome vive per sempre. [15]I popoli parlano
della loro sapienza, l'assemblea ne proclama le lodi. Enoch [16]Enoch
piacque al Signore e fu rapito, esempio istruttivo per tutte le
generazioni. Noè [17]Noè fu trovato perfetto e giusto, al tempo
dell'ira fu riconciliazione; per suo mezzo un resto sopravvisse sulla
terra, quando avvenne il diluvio. [18]Alleanze eterne furono stabilite con
lui, perché non fosse distrutto ogni vivente con il
diluvio. Abramo [19]Abramo fu grande antenato di molti popoli, nessuno
ci fu simile a lui nella gloria. [20]Egli custodì la legge
dell'Altissimo, con lui entrò in alleanza. Stabilì questa alleanza nella
propria carne e nella prova fu trovato fedele. [21]Per questo Dio gli
promise con giuramento di benedire i popoli nella sua discendenza, di
moltiplicarlo come la polvere della terra, di innalzare la sua discendenza
come gli astri e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare, dal fiume
fino all'estremità della terra. Isacco e Giacobbe [22]Anche a Isacco fu
fatta la stessa promessa a causa di Abramo suo padre. [23]Dio fece posare
sulla testa di Giacobbe la benedizione di tutti gli uomini e
l'alleanza; lo confermò nelle sue benedizioni, a lui diede il paese in
eredità e lo divise in varie parti, assegnandole alle dodici
tribù. Siracide - Capitolo 45 Mosè [1]Da lui fece sorgere un uomo di
pietà, che riscosse una stima universale e fu amato da Dio e dagli
uomini: Mosè, il cui ricordo è benedizione. [2]Lo rese glorioso come i
santi e lo rese grande a timore dei nemici. [3]Per la sua parola fece
cessare i prodigi e lo glorificò davanti ai re; gli diede autorità sul suo
popolo e gli mostrò una parte della sua gloria. [4]Lo santificò nella
fedeltà e nella mansuetudine; lo scelse fra tutti i viventi. [5]Gli fece
udire la sua voce; lo introdusse nella nube oscura e gli diede a faccia a
faccia i comandamenti, legge di vita e di intelligenza, perché spiegasse a
Giacobbe la sua alleanza, i suoi decreti a Israele. Aronne [6]Egli
innalzò Aronne, santo come lui, suo fratello, della tribù di
Levi. [7]Stabilì con lui un'alleanza perenne e gli diede il sacerdozio tra
il popolo. Lo onorò con splendidi ornamenti e gli fece indossare una veste
di gloria. [8]Lo rivestì con tutta la magnificenza, lo adornò con
paramenti maestosi: calzoni, tunica e manto. [9]All'orlo della sua veste
pose melagrane, e numerosi campanelli d'oro all'intorno, che suonassero al
muovere dei suoi passi, diffondendo il tintinnio nel tempio, come richiamo
per i figli del suo popolo. [10]L'ornò con una veste sacra,
d'oro, violetto e porpora, capolavoro di ricamo; con il pettorale del
giudizio, con i segni della verità, e con tessuto di lino scarlatto,
capolavoro di artista; [11]con pietre preziose, incise come sigilli, su
castoni d'oro, capolavoro di intagliatore, quale memoriale con le parole
incise secondo il numero delle tribù di Israele. [12]Sopra il turbante gli
pose una corona d'oro con incisa l'iscrizione sacra, insegna d'onore,
lavoro stupendo, ornamento delizioso per gli occhi. [13]Prima di lui non
si erano viste cose simili, mai un estraneo le ha indossate; esse sono
riservate solo ai suoi figli e ai suoi discendenti per sempre. [14]I suoi
sacrifici vengono tutti bruciati, due volte al giorno, senza
interruzione. [15]Mosè lo consacrò e l'unse con l'olio santo. Costituì
un'alleanza perenne per lui e per i suoi discendenti, finché dura il
cielo: quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio e
benedire il popolo nel nome del Signore. [16]Il Signore lo scelse tra tutti i
viventi perché gli offrisse sacrifici, incenso e profumo come
memoriale e perché compisse l'espiazione per il suo popolo. [17]Gli affidò
i suoi comandamenti, il potere sulle prescrizioni del diritto, perché
insegnasse a Giacobbe i decreti e illuminasse Israele nella sua
legge. [18]Contro di lui insorsero uomini estranei e furono gelosi di lui
nel deserto; erano gli uomini di Datan e di Abiron e quelli della banda di
Core, furiosi e violenti. [19]Il Signore vide e se ne indignò; essi
finirono annientati nella furia della sua ira. Egli compì prodigi a loro
danno per distruggerli con il fuoco della sua fiamma. [20]E aumentò la
gloria di Aronne, gli assegnò un patrimonio, gli riservò le primizie dei
frutti, dandogli innanzi tutto pane in abbondanza. [21]Si nutrono infatti
delle vittime offerte al Signore che egli ha assegnato ad Aronne e ai suoi
discendenti. [22]Tuttavia non ha un patrimonio nel paese del popolo, non
c'è porzione per lui in mezzo al popolo, perché il Signore è la sua parte e
la sua eredità. Pincas [23]Pincas, figlio di Eleazaro, fu il terzo nella
gloria per il suo zelo nel timore del Signore per la sua fermezza quando
il popolo si ribellò, egli infatti intervenne con generoso coraggio e
placò Dio in favore di Israele. [24]Per questo fu stabilita con lui
un'alleanza di pace, perché presiedesse al santuario e al popolo; così a
lui e alla sua discendenza fu riservata la dignità del sacerdozio per
sempre. [25]Ci fu anche un'alleanza con Davide, figlio di Iesse, della
tribù di Giuda; la successione reale dal padre a uno solo dei figli, la
successione di Aronne, a tutta la sua discendenza. [26]Vi infonda Dio
sapienza nel cuore per governare il popolo con giustizia, perché non
scompaiano le virtù dei padri e la loro gloria nelle varie
generazioni. Siracide - Capitolo 46 Giosuè [1]Valoroso in guerra Giosuè
figlio di Nun, successore di Mosè nell'ufficio profetico; egli, secondo il
significato del suo nome, fu grande per la salvezza degli eletti di
Dio, compiendo la vendetta contro i nemici insorti, per assegnare il
possesso a Israele. [2]Come era glorioso quando alzava le braccia e
brandiva la spada contro le città! [3]Chi prima di lui era stato così
saldo? Egli guidava le guerre del Signore. [4]Al suo comando non si
arrestò forse il sole e un giorno divenne lungo come due? [5]Egli invocò
l'Altissimo sovrano, mentre i nemici lo premevano da ogni parte; lo esaudì
il Signore onnipotente scagliando chicchi di grandine di grande
potenza. [6]Egli piombò sul popolo nemico e nella discesa distrusse gli
avversari, perché le genti conoscessero la sua forza e che il loro
avversario era il Signore. Caleb [7]Rimase infatti fedele
all'Onnipotente e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa con Caleb,
figlio di Iefunne, opponendosi all'assemblea, impedendo che il popolo
peccasse e dominando le maligne mormorazioni. [8]Questi due soli si
salvarono fra i seicentomila fanti, per introdurre Israele nella sua
eredità, nella terra in cui scorrono latte e miele. [9]Il Signore concesse
a Caleb una forza che l'assistette sino alla vecchiaia, perché
raggiungesse le alture del paese, che la sua discendenza potè conservare in
eredità, [10]sì che tutti gli Israeliti sapessero che è bene seguire il
Signore. I Giudici [11]Quanto ai Giudici, ciascuno con il suo
nome, coloro il cui cuore non commise infedeltà né si allontanarono dal
Signore, sia il loro ricordo in benedizione! [12]Le loro ossa rifioriscano
dalle tombe e il loro nome si perpetui sui figli, poiché essi sono gia
glorificati. Samuele [13]Samuele, amato dal suo Signore, di cui fu
profeta, istituì la monarchia e consacrò i principi del suo
popolo. [14]Secondo la legge del Signore governò la comunità e il Signore
volse lo sguardo benevolo su Giacobbe. [15]Per la sua fedeltà si dimostrò
profeta, con le parole fu riconosciuto veggente verace. [16]Egli invocò il
Signore onnipotente, quando i nemici lo premevano all'intorno, con
l'offerta di un agnello da latte. [17]Il Signore tuonò dal cielo; con
grande fragore fece udire la voce, [18]sterminò i capi dei nemici e tutti
i principi dei Filistei. [19]Prima dell'ora del suo eterno sonno, così
attestò davanti al Signore e al suo Messia: «Denari e neanche dei
sandali, da alcun vivente ho accettato» e nessuno potè
contraddirlo. [20]Perfino dopo la sua morte profetizzò, predicendo al re
la sua fine; anche dal sepolcro levò ancora la voce per allontanare in una
profezia l'iniquità dal popolo. Siracide - Capitolo 47 Natan [1]Dopo di
questi sorse Natan, per profetizzare al tempo di Davide. Davide [2]Come
il grasso si preleva nel sacrificio pacifico, così Davide dagli
Israeliti. [3]Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti, con gli orsi
quasi fossero agnelli. [4]Nella giovinezza non ha forse ucciso il
gigante e cancellata l'ignominia dal popolo, scagliando con la fionda la
pietra, che abbattè la tracotanza di Golia? [5]Poiché aveva invocato il
Signore altissimo, egli concesse alla sua destra la forza di eliminare un
potente guerriero e riaffermare la potenza del suo popolo. [6]Così
l'esaltarono per i suoi diecimila, lo lodarono nei canti del Signore e gli
offrirono un diadema di gloria. [7]Egli infatti sterminò i nemici
all'intorno e annientò i Filistei, suoi avversari; distrusse la loro
potenza fino ad oggi. [8]In ogni sua opera glorificò il Santo altissimo
con parole di lode; cantò inni a lui con tutto il cuore e amò colui che
l'aveva creato. [9]Introdusse musicanti davanti all'altare; raddolcendo i
canti con i loro suoni; [10]conferì splendore alle feste, abbellì le
solennità fino alla perfezione, facendo lodare il nome santo di Dio ed
echeggiare fin dal mattino il santuario. [11]Il Signore gli perdonò i suoi
peccati, innalzò la sua potenza per sempre, gli concesse un'alleanza
regale e un trono di gloria in Israele. Salomone [12]Dopo di lui sorse
un figlio saggio, che, in grazia sua, ebbe un vasto regno. [13]Salomone
regnò in tempo di pace, Dio dispose che tutto fosse tranquillo
all'intorno perché costruisse una casa al suo nome e preparasse un
santuario perenne. [14]Come fosti saggio nella giovinezza, versando
copiosa intelligenza come acqua d'un fiume! [15]La tua scienza ricoprì la
terra, riempiendola di sentenze difficili. [16]Il tuo nome giunse fino
alle isole lontane; fosti amato nella tua pace. [17]Per i tuoi canti, i
tuoi proverbi, le tue massime e per le tue risposte ti ammirarono i
popoli. [18]Nel nome del Signore Dio, che è chiamato Dio di
Israele, accumulasti l'oro quasi fosse stagno, come il piombo rendesti
abbondante l'argento. [19]Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne, e ne
fosti dominato nel corpo. [20]Così deturpasti la tua gloria e profanasti la
tua discendenza, sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli e sofferenze
con la tua follia. [21]Il regno fu diviso in due e in Efraim si instaurò
un potere ribelle. [22]Ma il Signore non rinnegherà la sua misericordia e
non permetterà che venga meno alcuna delle sue parole. Non farà perire la
posterità del suo eletto né distruggerà la stirpe di colui che lo
amò. Concesse un resto a Giacobbe e a Davide un germoglio nato dalla sua
stirpe. Roboamo [23]Salomone andò a riposare con i suoi
padri, lasciando dopo di sé un discendente, stoltezza del popolo e privo
di senno, Roboàmo, che si alienò il popolo con i suoi
consigli. Geroboamo [24]Geroboàmo figlio di Nabàt fece peccare
Israele e aprì a Efraim la via del peccato; le loro colpe si
moltiplicarono assai, sì da farli esiliare dal proprio paese. [25]Essi
commisero ogni genere di malvagità finché non giunse su di loro la
vendetta. Siracide - Capitolo 48 Elia [1]Allora sorse Elia profeta,
simile al fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola. [2]Egli fece venire
su di loro la carestia e con zelo li ridusse a pochi. [3]Per comando del
Signore chiuse il cielo, fece scendere così tre volte il fuoco. [4]Come ti
rendesti famoso, Elia, con i prodigi! E chi può vantarsi di esserti
uguale? [5]Risvegliasti un defunto dalla morte e dagli inferi, per comando
dell'Altissimo; [6]tu che spingesti re alla rovina, uomini gloriosi dal
loro letto. [7]Sentisti sul Sinai rimproveri, sull'Oreb sentenze di
vendetta. [8]Ungesti re come vindici e profeti come tuoi
successori. [9]Fosti assunto in un turbine di fuoco su un carro di cavalli
di fuoco, [10]designato a rimproverare i tempi futuri per placare l'ira
prima che divampi, per ricondurre il cuore dei padri verso i figli e
ristabilire le tribù di Giacobbe. [11]Beati coloro che ti videro e che si
sono addormentati nell'amore! Perché anche noi vivremo
certamente. Eliseo [12]Appena Elia fu avvolto dal turbine, Eliseo fu
pieno del suo spirito; durante la sua vita non tremò davanti ai potenti e
nessuno riuscì a dominarlo. [13]Nulla fu troppo grande per lui; nel sepolcro
il suo corpo profetizzò. [14]Nella sua vita compì prodigi e dopo la morte
meravigliose furono le sue opere. Infedeltà e castigo [15]Con tutto ciò il
popolo non si convertì e non rinnegò i suoi peccati, finché non fu
deportato dal proprio paese e disperso su tutta la terra. [16]Rimase
soltanto un popolo poco numeroso con un principe della casa di
Davide. Alcuni di costoro fecero ciò che è gradito a Dio, ma altri
moltiplicarono i peccati. Ezechia [17]Ezechia fortificò la sua città e
condusse l'acqua nel suo interno; scavò con il ferro un canale nella
roccia e costruì cisterne per l'acqua. [18]Nei suoi giorni Sennàcherib
fece una spedizione e mandò il gran coppiere; egli alzò la mano contro
Sion e si vantò spavaldamente con superbia. [19]Allora si agitarono loro
il cuore e le mani, soffrirono come le partorienti. [20]Invocarono il
Signore misericordioso, stendendo le mani verso di lui. Il Santo li
ascoltò subito dal cielo e li liberò per mezzo di Isaia. [21]Egli colpì
l'accampamento degli Assiri, e il suo angelo li
sterminò, Isaia [22]perché Ezechia aveva fatto quanto è gradito al
Signore, e seguito con fermezza le vie di Davide suo antenato, come gli
additava il profeta Isaia, grande e verace nella visione. [23]Nei suoi
giorni retrocedette il sole, egli prolungò la vita del re. [24]Con grande
ispirazione vide gli ultimi tempi, e consolò gli afflitti di
Sion. [25]Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi, le cose
nascoste prima che avvenissero. Siracide - Capitolo 49 Giosia [1]Il
ricordo di Giosia è una mistura di incenso, preparata dall'arte del
profumiere. In ognibocca è dolce come il miele, come musica in un
banchetto. [2]Egli si dedicò alla riforma del popolo e sradicò i segni
abominevoli dell'empietà. [3]Diresse il suo cuore verso il Signore, in
un'epoca di iniqui riaffermò la pietà. Ultimi re e ultimi profeti [4]Se si
eccettuano Davide, Ezechia e Giosia, tutti commisero peccati; poiché
avevano abbandonato la legge dell'Altissimo, i re di Giuda
scomparvero. [5]Lasciarono infatti la loro potenza ad altri, la loro
gloria a una nazione straniera. [6]I nemici incendiarono l'eletta città del
santuario, resero deserte le sue strade, [7]secondo la parola di Geremia,
che essi maltrattarono benché fosse stato consacrato profeta nel seno
materno, per estirpare, distruggere e mandare in rovina, ma anche per
costruire e piantare. [8]Ezechiele contemplò una visione di gloria, che
Dio gli mostrò sul carro dei cherubini. [9]Si ricordò dei nemici nel
vaticinio dell'uragano, beneficò quanti camminavano nella retta
via. [10]Le ossa dei dodici profeti rifioriscano dalle loro tombe, poiché
essi consolarono Giacobbe, lo riscattarono con una speranza
fiduciosa. Zorobabele e Giosuè [11]Come elogiare Zorobabele? Egli è
come un sigillo nella mano destra. [12]Così anche Giosuè figlio di
Iozedèk; essi nei loro giorni riedificarono il tempio ed elevarono al
Signore un tempio santo, destinato a una gloria
eterna. Neemia [13]Anche la memoria di Neemia durerà a lungo; egli
rialzò le nostre mura demolite e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le
nostre case. Ricapitolazione [14]Nessuno fu creato sulla terra eguale a
Enoch; difatti egli fu rapito dalla terra. [15]Non nacque un altro uomo
come Giuseppe, capo dei fratelli, sostegno del popolo; perfino le sue ossa
furono onorate. [16]Sem e Set furono glorificati fra gli uomini, ma
superiore a ogni creatura vivente è Adamo. Siracide - Capitolo 50 Il
sacerdote Simone [1]Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote, nella sua
vita riparò il tempio, e nei suoi giorni fortificò il santuario. [2]Da lui
furon poste le fondamenta del doppio rialzo, l'alto contrafforte della cinta
del tempio. [3]Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque, un
serbatoio ampio come il mare. [4]Premuroso di impedire la caduta del suo
popolo, fortificò la città contro un assedio. [5]Come era stupendo quando
si aggirava fra il popolo, quando usciva dal santuario dietro il
velo. [6]Come un astro mattutino fra le nubi, come la luna nei giorni in
cui è piena, [7]come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, come
l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria, [8]come il fiore delle rose nella
stagione di primavera, come un giglio lungo un corso d'acqua, come un
germoglio d'albero d'incenso nella stagione estiva [9]come fuoco e incenso su
un braciere, come un vaso d'oro massiccio, ornato con ogni specie di
pietre preziose, [10]come un ulivo verdeggiante pieno di frutti, e come un
cipresso svettante tra le nuvole. [11]Quando indossava i paramenti
solenni, quando si rivestiva con gli ornamenti più belli, salendo i
gradini del santo altare dei sacrifici, riempiva di gloria l'intero
santuario. [12]Quando riceveva le parti delle vittime dalle mani dei
sacerdoti, mentre stava presso il braciere dell'altare, circondato dalla
corona dei fratelli come fronde di cedri nel Libano, e lo circondavano
come fusti di palme, [13]mentre tutti i figli di Aronne nella loro
gloria, con le offerte del Signore nelle mani, stavano davanti a tutta
l'assemblea di Israele, [14]egli compiva il rito liturgico sugli
altari, preparando l'offerta all'Altissimo onnipotente. [15]Egli stendeva
la mano sulla coppa e versava succo di uva, lo spargeva alle basi
dell'altare come profumo soave all'Altissimo, re di tutte le
cose. [16]Allora i figli di Aronne alzavano la voce, suonavano le trombe
di metallo lavorato e facevano udire un suono potente come richiamo
davanti all'Altissimo. [17]E subito tutto il popolo insieme si prostrava
con la faccia a terra, per adorare il Signore, Dio onnipotente e
altissimo. [18]I cantori intonavano canti di lodi, il loro canto era
addolcito da una musica melodiosa. [19]Il popolo supplicava il Signore
altissimo in preghiera davanti al Misericordioso, finché fosse compiuto il
servizio del Signore e terminasse la funzione liturgica. [20]Allora,
scendendo, egli alzava le mani su tutta l'assemblea dei figli di
Israele per dare con le sue labbra la benedizione del Signore, gloriandosi
del nome di lui. [21]Tutti si prostravano di nuovo per ricevere la
benedizione dell'Altissimo. Esortazione [22]Ora benedite il Dio
dell'universo, che compie in ogni luogo grandi cose, che ha esaltato i
nostri giorni fino dalla nascita, che ha agito con noi secondo la sua
misericordia. [23]Ci conceda la gioia del cuore e ci sia pace nei nostri
giorni in Israele, per tutti i giorni futuri. [24]La sua misericordia
resti fedelmente con noi e ci riscatti nei nostri giorni. Proverbio
numerico [25]Contro due popoli sono irritato, il terzo non è neppure un
popolo: [26]quanti abitano sul monte Seir e i Filistei e lo stolto popolo
che abita in Sichem. Conclusione [27]Una dottrina di sapienza e di
scienza ha condensato in questo libro Gesù figlio di Sirach, figlio di
Eleàzaro, di Gerusalemme, che ha riversato come pioggia la sapienza dal
cuore. [28]Beato chi mediterà queste cose; le fissi bene nel cuore e
diventerà saggio; [29]se le metterà in pratica, sarà forte in
tutto, perché la luce del Signore è la sua strada. Siracide - Capitolo
51 Inno di ringraziamento [1]Ti glorificherò, Signore mio re, ti
loderò, Dio mio salvatore; glorificherò il tuo nome, [2]perché fosti mio
protettore e mio aiuto e hai liberato il mio corpo dalla perdizione, dal
laccio di una lingua calunniatrice, dalle labbra che proferiscono
menzogne; di fronte a quanti mi circondavano sei stato il mio aiuto e mi
hai liberato, [3]secondo la tua grande misericordia e per il tuo nome, dai
morsi di chi stava per divorarmi, dalla mano di quanti insidiavano alla mia
vita, dalle molte tribolazioni di cui soffrivo, [4]dal soffocamento di una
fiamma avvolgente, e dal fuoco che non avevo acceso, [5]dal profondo seno
degli inferi, dalla lingua impura e dalla parola falsa. [6]Una calunnia di
lingua ingiusta era giunta al re. La mia anima era vicina alla morte, la
mia vita era alle porte degli inferi. [7]Mi assalivano dovunque e nessuno mi
aiutava; mi rivolsi per soccorso agli uomini, ma invano. [8]Allora mi
ricordai delle tue misericordie, Signore, e delle tue opere che sono da
sempre, perché tu liberi quanti sperano in te, li salvi dalla mano dei
nemici. [9]Ed innalzi dalla terra la mia supplica; pregai per la
liberazione dalla morte. [10]Esclamai: «Signore, mio padre tu sei e
campione della mia salvezza, non mi abbandonare nei giorni
dell'angoscia, nel tempo dello sconforto e della desolazione. Io loderò
sempre il tuo nome; canterò inni a te con riconoscenza». [11]La mia
supplica fu esaudita; tu mi salvasti infatti dalla rovina e mi strappasti
da una cattiva situazione. [12]Per questo ti ringrazierò e ti
loderò, benedirò il nome del Signore. Poema sulla ricerca della
sapienza [13]Quando ero ancora giovane, prima di viaggiare, ricercai
assiduamente la sapienza nella preghiera. [14]Davanti al santuario pregando
la domandavo, e sino alla fine la ricercherò. [15]Del suo fiorire, come
uva vicina a maturare, il mio cuore si rallegrò. Il mio piede si incamminò
per la via retta; dalla giovinezza ho seguito le sue orme. [16]Chinai un
poco l'orecchio per riceverla; vi trovai un insegnamento
abbondante. [17]Con essa feci progresso; renderò gloria a chi mi ha
concesso la sapienza. [18]Sì, ho deciso di metterla in pratica; sono stato
zelante nel bene, non resterò confuso. [19]La mia anima si è allenata in
essa; fui diligente nel praticare la legge. Ho steso le mani verso
l'alto; ho deplorato che la si ignori. [20]A lei rivolsi il mio
desiderio, e la trovai nella purezza. In essa acquistai senno fin da
principio; per questo non la abbandonerò. [21]Le mie viscere si commossero
nel ricercarla; per questo ottenni il suo prezioso acquisto. [22]Il
Signore mi ha dato in ricompensa una lingua, con cui lo
loderò. [23]Avvicinatevi, voi che siete senza istruzione, prendete dimora
nella mia scuola. [24]Fino a quando volete rimanerne privi, mentre la
vostra anima ne è tanto assetata? [25]Ho aperto la bocca e ho
parlato: «Acquistatela senza denaro. [26]Sottoponete il collo al suo
giogo, accogliete l'istruzione. Essa è vicina e si può
trovare. [27]Vedete con gli occhi che poco mi faticai, e vi trovai per me
una grande pace. [28]Acquistate anche l'istruzione con molto denaro; con
essa otterrete molto oro. [29]Si diletti l'anima vostra della misericordia
del Signore; non vogliate vergognarvi di lodarlo. [30]Compite la vostra
opera prima del tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà».
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