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LA BIBBIA - IL
PROFETA ISAIA
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ISAIA |
Isaia - Capitolo 1 I. PRIMA PARTE DI ISAIA 1. ORACOLI ANTERIORI ALLA
GUERRA SIRO-EFRAIMITA Titolo [1]Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su
Giuda e su Gerusalemme nei giorni di Ozia, di Iotam, di Acaz e di Ezechia, re
di Giuda. Contro un popolo ingrato [2]Udite, cieli; ascolta,
terra, perché il Signore dice: «Ho allevato e fatto crescere figli, ma
essi si sono ribellati contro di me. [3]Il bue conosce il proprietario e
l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non
comprende». [4]Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza
di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno
disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro; [5]perché
volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni? La testa è tutta
malata, tutto il cuore langue. [6]Dalla pianta dei piedi alla testa non
c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che
non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio. [7]Il vostro
paese è devastato, le vostre città arse dal fuoco. La vostra campagna,
sotto i vostri occhi, la divorano gli stranieri; è una desolazione come
Sòdoma distrutta. [8]E' rimasta sola la figlia di Sion come una capanna in
una vigna, come un casotto in un campo di cocomeri, come una città
assediata. [9]Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato un
resto, gia saremmo come Sòdoma, simili a Gomorra. Contro
l'ipocrisia [10]Udite la parola del Signore, voi capi di
Sòdoma; ascoltate la dottrina del nostro Dio, popolo di
Gomorra! [11]«Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?» dice il
Signore. «Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di
giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo
gradisco. [12]Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che
veniate a calpestare i miei atri? [13]Smettete di presentare offerte
inutili, l'incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee
sacre, non posso sopportare delitto e solennità. [14]I vostri noviluni e
le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di
sopportarli. [15]Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da
voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani
grondano sangue. [16]Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre
azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, [17]imparate a fare il
bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia
all'orfano, difendete la causa della vedova». [18]«Su, venite e
discutiamo» dice il Signore. «Anche se i vostri peccati fossero come
scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come
porpora, diventeranno come lana. [19]Se sarete docili e
ascolterete, mangerete i frutti della terra. [20]Ma se vi ostinate e vi
ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha
parlato». Lamento su Gerusalemme [21]Come mai è diventata una
prostituta la città fedele? Era piena di rettitudine, la giustizia vi
dimorava; ora invece è piena di assassini! [22]Il tuo argento è diventato
scoria, il tuo vino migliore è diluito con acqua. [23]I tuoi capi sono
ribelli e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali, ricercano
mance, non rendono giustizia all'orfano e la causa della vedova fino a
loro non giunge. [24]Perciò, oracolo del Signore, Dio degli
eserciti, il Potente di Israele: «Ah, esigerò soddisfazioni dai miei
avversari, mi vendicherò dei miei nemici. [25]Stenderò la mano su di
te, purificherò nel crogiuolo le tue scorie, eliminerò da te tutto il
piombo. [26]Renderò i tuoi giudici come una volta, i tuoi consiglieri come
al principio. Dopo, sarai chiamata città della giustizia, città
fedele». [27]Sion sarà riscattata con la giustizia, i suoi convertiti con
la rettitudine. [28]Tutti insieme finiranno in rovina ribelli e
peccatori e periranno quanti hanno abbandonato il Signore. Contro gli
alberi sacri [29]Vi vergognerete delle querce di cui vi siete
compiaciuti, arrossirete dei giardini che vi siete scelti, [30]poiché
sarete come quercia dalle foglie avvizzite e come giardino senza
acqua. [31]Il forte diverrà come stoppa, la sua opera come
scintilla; bruceranno tutte e due insieme e nessuno le spegnerà. Isaia
- Capitolo 2 La pace perpetua [1]Ciò che Isaia, figlio di Amoz, vide
riguardo a Giuda e a Gerusalemme. [2]Alla fine dei giorni, il monte del
tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei
colli; ad esso affluiranno tutte le genti. [3]Verranno molti popoli e
diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di
Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi
sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del
Signore. [4]Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti
popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un
popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si
eserciteranno più nell'arte della guerra. [5]Casa di Giacobbe,
vieni, camminiamo nella luce del Signore. Splendore e maestà del
Signore [6]Tu hai rigettato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perché
rigurgitano di maghi orientali e di indovini come i Filistei; agli
stranieri battono le mani. [7]Il suo paese è pieno di argento e di
oro, senza fine sono i suoi tesori; il suo paese è pieno di
cavalli, senza numero sono i suoi carri. [8]Il suo paese è pieno di
idoli; adorano l'opera delle proprie mani, ciò che hanno fatto le loro
dita. [9]Perciò l'uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato; tu non
perdonare loro. [10]Entra fra le rocce, nasconditi nella polvere, di
fronte al terrore che desta il Signore, allo splendore della sua
maestà, quando si alzerà a scuotere la terra. [11]L'uomo abbasserà gli
occhi orgogliosi, l'alterigia umana si piegherà; sarà esaltato il Signore,
lui solo in quel giorno. [12]Poiché ci sarà un giorno del Signore degli
eserciti contro ogni superbo e altero, contro chiunque si innalza ad
abbatterlo; [13]contro tutti i cedri del Libano alti ed elevati, contro
tutte le querce del Basan, [14]contro tutti gli alti monti, contro tutti i
colli elevati, [15]contro ogni torre eccelsa, contro ogni muro
inaccessibile, [16]contro tutte le navi di Tarsis e contro tutte le
imbarcazioni di lusso. [17]Sarà piegato l'orgoglio degli uomini, sarà
abbassata l'alterigia umana; sarà esaltato il Signore, lui solo in quel
giorno [18]e gli idoli spariranno del tutto. [19]Rifugiatevi nelle caverne
delle rocce e negli antri sotterranei, di fronte al terrore che desta il
Signore e allo splendore della sua maestà, quando si alzerà a scuotere la
terra. [20]In quel giorno ognuno getterà gli idoli d'argento e gli idoli
d'oro, che si era fatto per adorarli, ai topi e ai pipistrelli, [21]per
entrare nei crepacci delle rocce e nelle spaccature delle rupi, di fronte
al terrore che desta il Signore e allo splendore della sua maestà, quando
si alzerà a scuotere la terra. [22]Guardatevi dunque dall'uomo, nelle cui
narici non v'è che un soffio, perché in quale conto si può tenere? Isaia -
Capitolo 3 L'anarchia a Gerusalemme [1]Ecco infatti, il Signore, Dio degli
eserciti, toglie a Gerusalemme e a Giuda ogni genere di sostegno, ogni
riserva di pane e ogni sostentamento d'acqua, [2]il prode e il
guerriero, il giudice e il profeta, l'indovino e l'anziano, [3]il capo
di una cinquantina e il notabile, il consigliere e il mago sapiente e
l'esperto di incantesimi. [4]Io metterò come loro capi ragazzi, monelli li
domineranno. [5]Il popolo userà violenza: l'uno contro l'altro, individuo
contro individuo; il giovane tratterà con arroganza l'anziano, lo
spregevole, il nobile. [6]Poiché uno afferra l'altro nella casa del
padre: «Tu hai un mantello: sii nostro capo; prendi in mano questa
rovina!». [7]Ma quegli si alzerà in quel giorno per dire: «Non sono un
medico; nella mia casa non c'è pane né mantello; non mi ponete a capo
del popolo!». [8]Certo, Gerusalemme va in rovina e Giuda crolla, perché
la loro lingua e le loro opere sono contro il Signore, fino ad offendere la
vista della sua maestà divina. [9]La loro parzialità verso le persone li
condanna ed essi ostentano il peccato come Sòdoma: non lo nascondono
neppure; disgraziati! Si preparano il male da se stessi. [10]Beato il
giusto, perché egli avrà bene, mangerà il frutto delle sue opere. [11]Guai
all'empio! Lo colpirà la sventura, secondo i misfatti delle sue mani avrà la
mercede. [12]Il mio popolo! Un fanciullo lo tiranneggia e le donne lo
dominano. Popolo mio, le tue guide ti traviano, distruggono la strada che
tu percorri. [13]Il Signore appare per muovere causa, egli si presenta per
giudicare il suo popolo. [14]Il Signore inizia il giudizio con gli anziani
e i capi del suo popolo: «Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai
poveri sono nelle vostre case. [15]Qual diritto avete di opprimere il mio
popolo, di pestare la faccia ai poveri?». Oracolo del Signore, Signore
degli eserciti. Le donne di Gerusalemme [16]Dice il Signore: «Poiché si
sono insuperbite le figlie di Sion e procedono a collo teso, ammiccando
con gli occhi, e camminano a piccoli passi facendo tintinnare gli anelli
ai piedi, [17]perciò il Signore renderà tignoso il cranio delle figlie di
Sion, il Signore denuderà le loro tempie». [18]In quel giorno il Signore
toglierà l'ornamento di fibbie, fermagli e lunette, [19]orecchini,
braccialetti, veli, [20]bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di
profumi, amuleti, [21]anelli, pendenti al naso, [22]vesti preziose e
mantelline, scialli, borsette, [23]specchi, tuniche, cappelli e
vestaglie. [24]Invece di profumo ci sarà marciume, invece di cintura una
corda, invece di ricci calvizie, invece di vesti eleganti uno stretto
sacco, invece di bellezza bruciatura. Gerusalemme colpita dalla
sventura [25]«I tuoi prodi cadranno di spada, i tuoi guerrieri in
battaglia». [26]Si alzeranno lamenti e gemiti alle tue porte e tu,
disabitata, giacerai a terra. Isaia - Capitolo 4 [1]Sette donne
afferreranno un uomo solo, in quel giorno, e diranno: «Ci nutriremo del
nostro pane e indosseremo le nostre vesti; soltanto, lasciaci portare il
tuo nome. Toglici la nostra vergogna». Il germoglio del Signore [2]In
quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il
frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per gli scampati di
Israele. [3]Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme
sarà chiamato santo, cioè quanti saranno iscritti per restare in vita
in Gerusalemme. [4]Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie
di Sion e avrà pulito l'interno di Gerusalemme dal sangue che vi è
stato versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello
sterminio, [5]allora verrà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutte
le sue assemblee come una nube e come fumo di giorno, come bagliore di fuoco
e fiamma di notte, perché sopra ogni cosa la gloria del Signore sarà
come baldacchino. [6]Una tenda fornirà ombra contro il caldo di giorno e
rifugio e riparo contro i temporali e contro la pioggia. Isaia - Capitolo
5 Il canto della vigna [1]Canterò per il mio diletto il mio cantico
d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un
fertile colle. [2]Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva
piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato
anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva
selvatica. [3]Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di
Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna. [4]Che cosa dovevo fare
ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che
producesse uva, essa ha fatto uva selvatica? [5]Ora voglio farvi
conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e
si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà
calpestata. [6]La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi
cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la
pioggia. [7]Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di
Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita. Egli si
aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva
rettitudine ed ecco grida di oppressi. Maledizioni [8]Guai a voi, che
aggiungete casa a casa e unite campo a campo, finché non vi sia più
spazio, e così restate soli ad abitare nel paese. [9]Ho udito con gli
orecchi il Signore degli eserciti: «Certo, molti palazzi diventeranno una
desolazione, grandi e belli saranno senza abitanti». [10]Poiché dieci
iugeri di vigna produrranno solo un bat e un comer di seme produrrà
un'efa. [11]Guai a coloro che si alzano presto al mattino e vanno in cerca
di bevande inebrianti e si attardano alla sera accesi in volto dal
vino. [12]Ci sono cetre e arpe, timpani e flauti e vino per i loro
banchetti; ma non badano all'azione del Signore, non vedono l'opera delle
sue mani. [13]Perciò il mio popolo sarà deportato senza che neppure lo
sospetti. I suoi grandi periranno di fame, il suo popolo sarà arso dalla
sete. [14]Pertanto gli inferi dilatano le fauci, spalancano senza misura
la bocca. Vi precipitano dentro la nobiltà e il popolo, il frastuono e la
gioia della città. [15]L'uomo sarà umiliato, il mortale sarà
abbassato, gli occhi dei superbi si abbasseranno. [16]Sarà esaltato il
Signore degli eserciti nel giudizio e il Dio santo si mostrerà santo nella
giustizia. [17]Allora vi pascoleranno gli agnelli come nei loro
prati, sulle rovine brucheranno i capretti. [18]Guai a coloro che si
tirano addosso il castigo con corde da buoi e il peccato con funi da
carro, [19]che dicono: «Faccia presto, acceleri pure l'opera
sua, perché la vediamo; si facciano più vicini e si compiano i progetti
del Santo di Israele, perché li conosciamo». [20]Guai a coloro che
chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la
luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in
amaro. [21]Guai a coloro che si credono sapienti e si reputano
intelligenti. [22]Guai a coloro che sono gagliardi nel bere vino, valorosi
nel mescere bevande inebrianti, [23]a coloro che assolvono per regali un
colpevole e privano del suo diritto l'innocente. [24]Perciò, come una
lingua di fuoco divora la stoppia e una fiamma consuma la paglia, così le
loro radici diventeranno un marciume e la loro fioritura volerà via come
polvere, perché hanno rigettato la legge del Signore degli eserciti, hanno
disprezzato la parola del Santo di Israele. La collera del Signore [25]Per
questo è divampato lo sdegno del Signore contro il suo popolo, su di esso
ha steso la sua mano per colpire; hanno tremato i monti, i loro cadaveri
erano come lordura in mezzo alle strade. Con tutto ciò non si calma la sua
ira e la sua mano resta ancora tesa. La chiamata degli
invasori [26]Egli alzerà un segnale a un popolo lontano e gli farà un
fischio all'estremità della terra; ed ecco verrà veloce e
leggero. [27]Nessuno fra essi è stanco o inciampa, nessuno sonnecchia o
dorme, non si scioglie la cintura dei suoi fianchi e non si slaccia il
legaccio dei suoi sandali. [28]Le sue frecce sono acuminate, e ben tesi
tutti i suoi archi; gli zoccoli dei suoi cavalli sono come pietre e le
ruote dei suoi carri come un turbine. [29]Il suo ruggito è come quello di una
leonessa, ruggisce come un leoncello; freme e afferra la preda, la pone
al sicuro, nessuno gliela strappa. [30]Fremerà su di lui in quel
giorno come freme il mare; si guarderà la terra: ecco, saranno tenebre,
angoscia e la luce sarà oscurata dalla caligine. Isaia - Capitolo 6 2.
IL LIBRO DELL'EMMANUELE Vocazione di Isaia [1]Nell'anno in cui morì il re
Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo
manto riempivano il tempio. [2]Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno
aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con
due volava. [3]Proclamavano l'uno all'altro: «Santo, santo, santo è il
Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua
gloria». [4]Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava,
mentre il tempio si riempiva di fumo. [5]E dissi: «Ohimè! Io sono
perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un
popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il
re, il Signore degli eserciti». [6]Allora uno dei serafini volò verso di me;
teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare.
[7]Egli mi toccò la bocca e mi disse: «Ecco, questo ha toccato le tue
labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è
espiato». [8]Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi
andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». [9]Egli disse: «Và e
riferisci a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza
comprendere, osservate pure, ma senza conoscere. [10]Rendi insensibile il
cuore di questo popolo, fallo duro d'orecchio e acceca i suoi occhi e non
veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né
si converta in modo da esser guarito». [11]Io dissi: «Fino a quando,
Signore?». Egli rispose: «Finché non siano devastate le città, senza
abitanti, le case senza uomini e la campagna resti deserta e
desolata». [12]Il Signore scaccerà la gente e grande sarà l'abbandono nel
paese. [13]Ne rimarrà una decima parte, ma di nuovo sarà preda della
distruzione come una quercia e come un terebinto, di cui alla caduta resta
il ceppo. Progenie santa sarà il suo ceppo. Isaia - Capitolo 7 Primo
intervento di Isaia [1]Nei giorni di Acaz figlio di Iotam, figlio di Ozia, re
di Giuda, Rezìn re di Aram e Pekach figlio di Romelia, re di Israele,
marciarono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a
espugnarla. [2]Fu dunque annunziato alla casa di Davide: «Gli Aramei si sono
accampati in Efraim». Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si
agitarono, come si agitano i rami del bosco per il vento. [3]Il Signore
disse a Isaia: «Và incontro ad Acaz, tu e tuo figlio Seariasùb, fino al
termine del canale della piscina superiore sulla strada del campo del
lavandaio. [4]Tu gli dirai: Fà attenzione e stà tranquillo, non temere e il
tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi, per la
collera di Rezìn degli Aramei e del figlio di Romelia. [5]Poiché gli Aramei,
Efraim e il figlio di Romelia hanno tramato il male contro di te, dicendo:
[6]Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi metteremo come re
il figlio di Tabeèl. [7]Così dice il Signore Dio: Ciò non avverrà e non
sarà! [8a]Perché capitale di Aram è Damasco e capo di Damasco è
Rezìn. [9a]Capitale di Efraim è Samaria e capo di Samaria il figlio di
Romelia. [8b]Ancora sessantacinque anni ed Efraim cesserà di essere un
popolo. [9b]Ma se non crederete, non avrete stabilità». Secondo
intervento [10]Il Signore parlò ancora ad Acaz: [11]«Chiedi un segno dal
Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto». [12]Ma Acaz
rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». [13]Allora Isaia
disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza
degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio?
[14]Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e
partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. [15]Egli mangerà panna e miele
finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene. [16]Poiché
prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene,
sarà abbandonato il paese di cui temi i due re. [17]Il Signore manderà su di
te, sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da
quando Efraim si staccò da Giuda: manderà il re di Assiria». Predizione di
un'invasione [18]Avverrà in quel giorno: il Signore farà un fischio alle
mosche che sono all'estremità dei canali di Egitto e alle api che si
trovano in Assiria. [19]Esse verranno e si poseranno tutte nelle valli
ricche di burroni, nelle fessure delle rocce, su ogni cespuglio e su ogni
pascolo. [20]In quel giorno il Signore raderà con rasoio preso in affitto
oltre il fiume, cioè il re assiro, il capo e il pelo del corpo, anche
la barba toglierà via. [21]Avverrà in quel giorno: ognuno alleverà una
giovenca e due pecore. [22]Per l'abbondanza del latte che faranno, si
mangerà la panna; di panna e miele si ciberà ogni superstite in mezzo a
questo paese. [23]Avverrà in quel giorno: ogni luogo, dove erano mille
viti valutate mille sicli d'argento, sarà preda dei rovi e dei
pruni. [24]Vi si entrerà armati di frecce e di arco, perché tutta la terra
sarà rovi e pruni. [25]In tutti i monti, che erano vangati con la
vanga, non si passerà più per paura delle spine e dei rovi. Serviranno
da pascolo per armenti e da luogo battuto dal gregge. Isaia - Capitolo
8 Nascita di un figlio di Isaia [1]Il Signore mi disse: «Prenditi una
grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: A Mahèr-salàl-cash-baz».
[2]Io mi presi testimoni fidati, il sacerdote Uria e Zaccaria figlio di
Iebarachìa. [3]Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un
figlio. Il Signore mi disse: «Chiamalo Mahèr-salàl-cash-baz, [4]poiché, prima
che il bambino sappia dire babbo e mamma, le ricchezze di Damasco e le
spoglie di Samaria saranno portate davanti al re di Assiria». Siloe e
l'Eufrate [5]Il Signore mi disse di nuovo: [6]«Poiché questo popolo ha
rigettato le acque di Siloe, che scorrono piano, e trema per Rezìn e per
il figlio di Romelia, [7]per questo, ecco, il Signore gonfierà contro di
loro le acque del fiume, impetuose e abbondanti: cioè il re assiro con
tutto il suo splendore, irromperà in tutti i suoi canali e strariperà da
tutte le sue sponde. [8]Penetrerà in Giuda, lo inonderà e lo
attraverserà fino a giungere al collo. Le sue ali distese
copriranno tutta l'estensione del tuo paese, Emmanuele. [9]Sappiatelo,
popoli: sarete frantumati; ascoltate voi tutte, nazioni lontane, cingete
le armi e sarete frantumate. [10]Preparate un piano, sarà senza
effetti; fate un proclama, non si realizzerà, perché Dio è con noi». La
missione di Isaia [11]Poiché così il Signore mi disse, quando mi aveva preso
per mano e mi aveva proibito di incamminarmi nella via di questo
popolo: [12]«Non chiamate congiura ciò che questo popolo chiama
congiura, non temete ciò che esso teme e non abbiate paura». [13]Il
Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo. Egli sia l'oggetto del
vostro timore, della vostra paura. [14]Egli sarà laccio e pietra
d'inciampo e scoglio che fa cadere per le due case di Israele, laccio e
trabocchetto per chi abita in Gerusalemme. [15]Tra di loro molti
inciamperanno, cadranno e si sfracelleranno, saranno presi e
catturati. [16]Si chiuda questa testimonianza, si sigilli questa rivelazione
nel cuore dei miei discepoli. [17]Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto
il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui. [18]Ecco, io e i figli che il
Signore mi ha dato, siamo segni e presagi per Israele da parte del Signore
degli eserciti, che abita sul monte Sion. [19]Quando vi diranno:
«Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule.
Forse un popolo non deve consultare i suoi dei? Per i vivi consultare i
morti?», [20]attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno
questo discorso che non offre speranza d'aurora. Il cammino nella
notte [21]Egli si aggirerà nel paese oppresso e affamato, e, quando sarà
affamato e preso dall'ira, maledirà il suo re e il suo dio. Guarderà in
alto [22]e rivolgerà lo sguardo sulla terra ed ecco angustia e
tenebre e oscurità desolante. Ma la caligine sarà dissipata, [23]poiché
non ci sarà più oscurità dove ora è angoscia. La liberazione In passato
umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà
gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e la curva di Goim. Isaia -
Capitolo 9 [1]Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande
luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce
rifulse. [2]Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la
letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come
si gioisce quando si spartisce la preda. [3]Poiché il giogo che gli
pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai
spezzato come al tempo di Madian. [4]Poiché ogni calzatura di soldato nella
mischia e ogni mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca
del fuoco. [5]Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un
figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è
chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe
della pace; [6]grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul
trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con
il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore
degli eserciti. Le prove del regno del Nord [7]Una parola mandò il Signore
contro Giacobbe, essa cadde su Israele. [8]La conoscerà tutto il
popolo, gli Efraimiti e gli abitanti di Samaria, che dicevano nel loro
orgoglio e nell'arroganza del loro cuore: [9]«I mattoni sono
caduti, ricostruiremo in pietra; i sicomori sono stati abbattuti, li
sostituiremo con cedri». [10]Il Signore suscitò contro questo popolo i suoi
nemici, stimolò i suoi avversari: [11]gli Aramei dall'oriente, da
occidente i Filistei che divorano Israele a grandi morsi. Con tutto ciò
non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa. [12]Il popolo
non è tornato a chi lo percuoteva; non ha ricercato il Signore degli
eserciti. [13]Pertanto il Signore ha amputato a Israele capo e coda, palma
e giunco in un giorno. [14]L'anziano e i notabili sono il capo, il
profeta, maestro di menzogna, è la coda. [15]Le guide di questo popolo lo
hanno fuorviato e i guidati si sono perduti. [16]Perciò il Signore non
avrà pietà dei suoi giovani, non si impietosirà degli orfani e delle
vedove, perché tutti sono empi e perversi; ogni bocca proferisce parole
stolte. Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane
stesa. [17]Brucia l'iniquità come fuoco che divora rovi e
pruni, divampa nel folto della selva, da dove si sollevano colonne di
fumo. [18]Per l'ira del Signore brucia la terra e il popolo è come un'esca
per il fuoco; nessuno ha pietà del proprio fratello. [19]Dilania a destra,
ma è ancora affamato, mangia a sinistra, ma senza saziarsi; ognuno mangia
la carne del suo vicino. [20]Manàsse contro Efraim ed Efraim contro
Manàsse, tutti e due insieme contro Giuda. Con tutto ciò non si calma la
sua ira e ancora la sua mano rimane stesa. Isaia - Capitolo 10 [1]Guai
a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze
oppressive, [2]per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto
i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per
spogliare gli orfani. [3]Ma che farete nel giorno del castigo, quando da
lontano sopraggiungerà la rovina? A chi ricorrerete per protezione? Dove
lascerete la vostra ricchezza? [4]Non vi resterà che piegarvi tra i
prigionieri o cadere tra i morti. Con tutto ciò non si calma la sua
ira e ancora la sua mano rimane stesa. Contro il re di Assiria [5]Oh!
Assiria, verga del mio furore, bastone del mio sdegno. [6]Contro una
nazione empia io la mando e la comando contro un popolo con cui sono in
collera perché lo saccheggi, lo depredi e lo calpesti come fango di
strada. [7]Essa però non pensa così e così non giudica il suo cuore, ma
vuole distruggere e annientare non poche nazioni. [8]Anzi dice: «Forse i
miei capi non sono altrettanti re? [9]Forse come Càrchemis non è anche
Calne? Come Arpad non è forse Amat? Come Damasco non è forse
Samaria? [10]Come la mia mano ha raggiunto quei regni degli idoli, le cui
statue erano più numerose di quelle di Gerusalemme e di Samaria, [11]non
posso io forse, come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli, fare anche a
Gerusalemme e ai suoi simulacri?». [12]Quando il Signore avrà terminato tutta
l'opera sua sul monte Sion e a Gerusalemme, punirà l'operato orgoglioso della
mente del re di Assiria e ciò di cui si gloria l'alterigia dei suoi
occhi. [13]Poiché ha detto: «Con la forza della mia mano ho agito e con
la mia sapienza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei
popoli e ho saccheggiato i loro tesori, ho abbattuto come un
gigante coloro che sedevano sul trono. [14]La mia mano, come in un nido,
ha scovato la ricchezza dei popoli. Come si raccolgono le uova
abbandonate, così ho raccolto tutta la terra; non vi fu battito
d'ala, nessuno apriva il becco o pigolava». [15]Può forse vantarsi la
scure con chi taglia per suo mezzo o la sega insuperbirsi contro chi la
maneggia? Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna e una verga
sollevare ciò che non è di legno! [16]Perciò il Signore, Dio degli
eserciti, manderà una peste contro le sue più valide milizie; sotto ciò
che è sua gloria arderà un bruciore come bruciore di fuoco; [18b]esso
consumerà anima e corpo e sarà come un malato che sta spegnendosi. [17]La
luce di Israele diventerà un fuoco, il suo santuario una fiamma; essa
divorerà e consumerà rovi e pruni in un giorno, [18a]la magnificenza della
sua selva e del suo giardino; [19]il resto degli alberi nella selva si
conterà facilmente, persino un ragazzo potrebbe farne il conto. Il piccolo
resto [20]In quel giorno il resto di Israele e i superstiti della casa di
Giacobbe non si appoggeranno più su chi li ha percossi, ma si appoggeranno
sul Signore, sul Santo di Israele, con lealtà. [21]Tornerà il resto, il
resto di Giacobbe, al Dio forte. [22]Poiché anche se il tuo popolo, o
Israele, fosse come la sabbia del mare, solo un suo resto ritornerà; è
decretato uno sterminio che farà traboccare la giustizia, [23]poiché un
decreto di rovina eseguirà il Signore, Dio degli eserciti, su tutta la
regione. Fiducia in Dio [24]Pertanto così dice il Signore, Dio degli
eserciti: «Popolo mio, che abiti in Sion, non temere l'Assiria che ti
percuote con la verga e alza il bastone contro di te come gia l'Egitto.
[25]Perché ancora un poco, ben poco, e il mio sdegno avrà fine; la mia ira li
annienterà». [26]Contro di essa il Signore degli eserciti agiterà il
flagello, come quando colpì Madian sulla rupe dell'Oreb; alzerà la sua verga
sul mare come fece con l'Egitto. [27]In quel giorno sarà tolto il suo
fardello dalla tua spalla e il suo giogo cesserà di pesare sul tuo
collo. L'invasione Il distruttore viene da Rimmòn, [28]raggiunge Aiàt,
attraversa Migròn, in Micmàs depone il bagaglio. [29]Attraversano il
passo; in Gheba si accampano; Rama trema, fugge Gàbaa di
Saul. [30]Grida con tutta la tua voce, Bat-Gallìm, stà attenta,
Làisa, rispondile, Anatòt! [31]Madmenà è in fuga, e alla fuga si danno
gli abitanti di Ghebim. [32]Oggi stesso farà sosta a Nob, agiterà la mano
verso il monte della figlia di Sion, verso il colle di
Gerusalemme. [33]Ecco il Signore, Dio degli eserciti, che strappa i rami
con fracasso; le punte più alte sono troncate, le cime sono
abbattute. [34]E' reciso con il ferro il folto della selva e il Libano
cade con la sua magnificenza. Isaia - Capitolo 11 Il discendente di
Davide [1]Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto
germoglierà dalle sue radici. [2]Su di lui si poserà lo spirito del
Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di
fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. [3]Si compiacerà
del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà
decisioni per sentito dire; [4]ma giudicherà con giustizia i miseri e
prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una
verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà
l'empio. [5]Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi
fianchi la fedeltà. [6]Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera
si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno
insieme e un fanciullo li guiderà. [7]La vacca e l'orsa pascoleranno
insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di
paglia, come il bue. [8]Il lattante si trastullerà sulla buca
dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti
velenosi. [9]Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il
mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le
acque ricoprono il mare. Il ritorno degli esiliati [10]In quel
giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la
cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa. [11]In quel giorno il
Signore stenderà di nuovo la mano per riscattare il resto del suo
popolo superstite dall'Assiria e dall'Egitto, da Patròs, dall'Etiopia e
dall'Elam, da Sènnaar e da Amat e dalle isole del mare. [12]Egli alzerà un
vessillo per le nazioni e raccoglierà gli espulsi di Israele; radunerà i
dispersi di Giuda dai quattro angoli della terra. [13]Cesserà la gelosia
di Efraim e gli avversari di Giuda saranno sterminati; Efraim non
invidierà più Giuda e Giuda non osteggerà più Efraim. [14]Voleranno verso
occidente contro i Filistei, saccheggeranno insieme le tribù
dell'oriente, stenderanno le mani su Edom e su Moab e gli Ammoniti saranno
loro sudditi. [15]Il Signore prosciugherà il golfo del mare d'Egitto e
stenderà la mano contro il fiume con la potenza del suo soffio, e lo
dividerà in sette bracci così che si possa attraversare con i
sandali. [16]Si formerà una strada per il resto del suo popolo che sarà
superstite dall'Assiria, come ce ne fu una per Israele quando uscì dal
paese d'Egitto. Isaia - Capitolo 12 Salmo [1]Tu dirai in quel
giorno: «Ti ringrazio, Signore; tu eri in collera con me, ma la tua
collera si è calmata e tu mi hai consolato. [2]Ecco, Dio è la mia
salvezza; io confiderò, non temerò mai, perché mia forza e mio canto è il
Signore; egli è stato la mia salvezza. [3]Attingerete acqua con
gioia alle sorgenti della salvezza». [4]In quel giorno direte: «Lodate
il Signore, invocate il suo nome; manifestate tra i popoli le sue
meraviglie, proclamate che il suo nome è sublime. [5]Cantate inni al
Signore, perché ha fatto cose grandiose, ciò sia noto in tutta la
terra. [6]Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, perché grande in
mezzo a voi è il Santo di Israele». Isaia - Capitolo 13 3. ORACOLI SUI
POPOLI STRANIERI Contro Babilonia [1]Oracolo su Babilonia, ricevuto in
visione da Isaia figlio di Amoz. [2]Su un monte brullo issate un
segnale, alzate per essi un grido; fate cenni con la mano perché
varchino le porte dei principi. [3]Io ho dato un ordine ai miei
consacrati; ho chiamato i miei prodi a strumento del mio
sdegno, entusiasti della mia grandezza. [4]Rumore di folla sui
monti, simile a quello di un popolo immenso. Rumore fragoroso di
regni, di nazioni radunate. Il Signore degli eserciti passa in
rassegna un esercito di guerra. [5]Vengono da un paese
lontano, dall'estremo orizzonte, il Signore e gli strumenti della sua
collera, per devastare tutto il paese. [6]Urlate, perché è vicino il
giorno del Signore; esso viene come una devastazione da parte
dell'Onnipotente. [7]Perciò tutte le braccia sono fiacche, ogni cuore
d'uomo viene meno; [8]sono costernati, spasimi e dolori li prendono, si
contorcono come una partoriente; ognuno osserva sgomento il suo vicino; i
loro volti sono volti di fiamma. [9]Ecco, il giorno del Signore arriva
implacabile, con sdegno, ira e furore, per fare della terra un
deserto, per sterminare i peccatori. [10]Poiché le stelle del cielo e la
costellazione di Orione non daranno più la loro luce; il sole si oscurerà
al suo sorgere e la luna non diffonderà la sua luce. [11]Io punirò il
mondo per il male, gli empi per la loro iniquità; farò cessare la superbia
dei protervi e umilierò l'orgoglio dei tiranni. [12]Renderò l'uomo più
raro dell'oro e i mortali più rari dell'oro di Ofir. [13]Allora farò
tremare i cieli e la terra si scuoterà dalle fondamenta per lo sdegno del
Signore degli eserciti, nel giorno della sua ira ardente. [14]Allora, come
una gazzella impaurita e come un gregge che nessuno raduna, ognuno si
dirigerà verso il suo popolo, ognuno correrà verso la sua
terra. [15]Quanti saranno trovati, saranno trafitti, quanti saranno presi,
periranno di spada. [16]I loro piccoli saranno sfracellati davanti ai loro
occhi; saranno saccheggiate le loro case, disonorate le loro
mogli. [17]Ecco, io eccito contro di loro i Medi che non pensano
all'argento, né si curano dell'oro. [18]Con i loro archi abbatteranno i
giovani, non avranno pietà dei piccoli appena nati, i loro occhi non
avranno pietà dei bambini. [19]Babilonia, perla dei regni, splendore
orgoglioso dei Caldei, sarà come Sòdoma e Gomorra sconvolte da
Dio. [20]Non sarà abitata mai più né popolata di generazione in
generazione. L'Arabo non vi pianterà la sua tenda né i pastori vi faranno
sostare i greggi. [21]Ma vi si stabiliranno gli animali del deserto, i
gufi riempiranno le loro case, vi faranno dimora gli struzzi, vi
danzeranno i sàtiri. [22]Ululeranno le iene nei loro palazzi, gli
sciacalli nei loro edifici lussuosi. La sua ora si avvicina, i suoi giorni
non saranno prolungati. Isaia - Capitolo 14 Il ritorno
dall'esilio [1]Il Signore infatti avrà pietà di Giacobbe e si sceglierà
ancora Israele e li ristabilirà nel loro paese. A loro si uniranno gli
stranieri, che saranno incorporati nella casa di Giacobbe. [2]I popoli li
accoglieranno e li ricondurranno nel loro paese e se ne impossesserà la casa
di Israele nel paese del Signore come schiavi e schiave; così faranno
prigionieri coloro che li avevano resi schiavi e domineranno i loro
avversari. La morte del re di Babilonia [3]In quel giorno il Signore ti
libererà dalle tue pene e dal tuo affanno e dalla dura schiavitù con la quale
eri stato asservito. [4]Allora intonerai questa canzone sul re di Babilonia e
dirai: «Ah, come è finito l'aguzzino, è finita l'arroganza! [5]Il
Signore ha spezzato la verga degli iniqui, il bastone dei
dominatori, [6]di colui che percuoteva i popoli nel suo furore, con colpi
senza fine, che dominava con furia le genti con una tirannia senza
respiro. [7]Riposa ora tranquilla tutta la terra ed erompe in grida di
gioia. [8]Persino i cipressi gioiscono riguardo a te e anche i cedri del
Libano: Da quando tu sei prostrato, non salgono più i tagliaboschi contro
di noi. [9]Gli inferi di sotto si agitano per te, per venirti incontro al
tuo arrivo; per te essi svegliano le ombre, tutti i dominatori della
terra, e fanno sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni. [10]Tutti
prendono la parola per dirti: Anche tu sei stato abbattuto come noi, sei
diventato uguale a noi. [11]Negli inferi è precipitato il tuo fasto, la
musica delle tue arpe; sotto di te v'è uno strato di marciume, tua coltre
sono i vermi. [12]Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio
dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di
popoli? [13]Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di
Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti
più remote del settentrione. [14]Salirò sulle regioni superiori delle
nubi, mi farò uguale all'Altissimo. [15]E invece sei stato precipitato
negli inferi, nelle profondità dell'abisso! [16]Quanti ti vedono ti
guardano fisso, ti osservano attentamente. E' questo l'individuo che
sconvolgeva la terra, che faceva tremare i regni, [17]che riduceva il
mondo a un deserto, che ne distruggeva le città, che non apriva ai suoi
prigionieri la prigione? [18]Tutti i re dei popoli, tutti riposano con
onore, ognuno nella sua tomba. [19]Tu, invece, sei stato gettato fuori del
tuo sepolcro, come un virgulto spregevole; sei circondato da uccisi
trafitti da spada, come una carogna calpestata. A coloro che sono scesi in
una tomba di pietre [20]tu non sarai unito nella sepoltura, perché hai
rovinato il tuo paese, hai assassinato il tuo popolo; non sarà più
nominata la discendenza dell'iniquo. [21]Preparate il massacro dei suoi
figli a causa dell'iniquità del loro padre e non sorgano più a conquistare
la terra e a riempire il mondo di rovine». [22]Io insorgerò contro di loro
- parola del Signore degli eserciti -, sterminerò il nome di Babilonia e il
resto, la prole e la stirpe - oracolo del Signore -. [23]Io la ridurrò a
dominio dei ricci, a palude stagnante; la scoperò con la scopa della
distruzione - oracolo del Signore degli eserciti -. Contro
l'Assiro [24]Il Signore degli eserciti ha giurato: «In verità come ho
pensato, accadrà e succederà come ho deciso. [25]Io spezzerò l'Assiro
nella mia terra e sui miei monti lo calpesterò. Allora sparirà da loro il
suo giogo, il suo peso dalle loro spalle». [26]Questa è la decisione presa
per tutta la terra e questa è la mano stesa su tutte le genti. [27]Poiché
il Signore degli eserciti lo ha deciso; chi potrà renderlo vano? La sua
mano è stesa, chi gliela farà ritirare? Contro i Filistei [28]Nell'anno in
cui morì il re Acaz fu comunicato questo oracolo: [29]«Non gioire, Filistea
tutta, perché si è spezzata la verga di chi ti percuoteva. Poiché dalla
radice del serpe uscirà una vipera e il suo frutto sarà un drago
alato. [30]I poveri pascoleranno sui miei prati e i miseri vi riposeranno
tranquilli; ma farò morire di fame la tua stirpe e ucciderò il tuo
resto. [31]Urla, porta; grida, città; trema, Filistea tutta, perché dal
settentrione si alza il fumo e nessuno si sbanda dalle sue
schiere». [32]Che si risponderà ai messaggeri delle nazioni? «Il Signore
ha fondato Sion e in essa si rifugiano gli oppressi del suo popolo». Isaia
- Capitolo 15 Su Moab [1]Oracolo su Moab. E' stata devastata di
notte, Ar-Moab è stata distrutta; è stata devastata di notte, Kir-Moab
è stata distrutta. [2]E' salita la gente di Dibon sulle alture, per
piangere; su Nebo e su Màdaba Moab innalza un lamento; ogni testa è
stata rasata, ogni barba è stata tagliata. [3]Nelle sue strade si indossa
il sacco, sulle sue terrazze si fa il lamento. Nelle sue piazze ognuno si
lamenta, si scioglie in lacrime. [4]Emettono urla Chesbòn ed Elealè, le
loro grida giungono fino a Iàas. Per questo tremano le viscere di
Moab, freme la sua anima. [5]Il cuore di Moab geme; i suoi fuggiaschi
giungono fino a Zoar. Ah, la salita di Luchìt salgono piangendo. Sulla via
di Coronàim mandano grida strazianti. [6]Le acque di Nimrìm sono un
deserto, l'erba si è seccata, finita è la pastura; non c'è più nulla di
verde. [7]Per questo fanno provviste, le loro riserve trasportano al di
là del torrente dei Salici. [8]Risuonano grida per tutto il territorio di
Moab; fino a Eglaim giunge il suo urlo, fino a Bir-Elim il suo
urlo. [9]Le acque di Dimòn sono piene di sangue, eppure colpirò Dimòn con
altri mali; un leone per i fuggiaschi di Moab e per il resto del
paese. Isaia - Capitolo 16 La richiesta dei Moabiti [1]Mandate
l'agnello al signore del paese, dalla rupe verso il deserto al monte della
figlia di Sion. [2]Come un uccello fuggitivo, come una nidiata
dispersa saranno le figlie di Moab ai guadi dell'Arnon. [3]Dacci un
consiglio, prendi una decisione! Rendi come la notte la tua ombra in
pieno mezzogiorno; nascondi i dispersi, non tradire i
fuggiaschi. [4]Siano tuoi ospiti i dispersi di Moab; sii loro rifugio
di fronte al devastatore. Quando sarà estinto il tiranno e finita la
devastazione, scomparso il distruttore della regione, [5]allora sarà
stabilito un trono sulla mansuetudine, vi siederà con tutta fedeltà, nella
tenda di Davide, un giudice sollecito del diritto e pronto alla
giustizia. [6]Abbiamo udito l'orgoglio di Moab, l'orgogliosissimo, la
sua alterigia, la sua superbia, la sua tracotanza, la vanità delle sue
chiacchiere. Lamento di Moab [7]Per questo i Moabiti innalzano un lamento
per Moab, si lamentano tutti; per le focacce di uva di
Kir-Carèset gemono tutti costernati. [8]Sono squallidi i campi di
Chesbòn, languiscono le viti di Sibmà. Signori di popoli ne hanno
spezzato i tralci che raggiungevano Iazèr, penetravano fin nel
deserto; i loro rami si estendevano liberamente, giungevano al
mare. [9]Per questo io piangerò con il pianto di Iazèr sui vigneti di
Sibmà. Ti inonderò con le mie lacrime, Chesbòn, Elealè, perché sui tuoi
frutti e sulla tua vendemmia è piombato il grido dei vignaioli. [10]Sono
scomparse gioia e allegria dai frutteti; nelle vigne non si levano più lieti
clamori, né si grida più allegramente. Il vino nei tini nessuno lo
ammosta, l'evviva di gioia è cessato. [11]Perciò le mie viscere
fremono per Moab come una cetra, il mio intimo freme per
Kir-Carèset. [12]Moab si mostrerà e si stancherà sulle alture, verrà nel
suo santuario per pregare, ma senza successo. [13]Questo è il messaggio
che pronunziò un tempo il Signore su Moab. [14]Ma ora il Signore dice: «In
tre anni, come gli anni di un salariato, sarà deprezzata la gloria di Moab
con tutta la sua numerosa popolazione. Ne rimarrà solo un resto, piccolo e
impotente». Isaia - Capitolo 17 Contro Damasco e Israele [1]Oracolo su
Damasco. Ecco, Damasco sarà eliminata dal numero delle città, diverrà un
cumulo di rovine. [2]Le sue borgate saranno abbandonate per
sempre; saranno pascolo dei greggi che vi riposeranno senza esserne
scacciati. [3]A Efraim sarà tolta la cittadella, a Damasco la
sovranità. Al resto degli Aramei toccherà la stessa sorte della gloria
degli Israeliti, oracolo del Signore degli eserciti. [4]In quel giorno
verrà ridotta la gloria di Giacobbe e la pinguedine delle sue membra
dimagrirà. [5]Avverrà come quando il mietitore prende una manciata di
steli, e con l'altro braccio falcia le spighe, come quando si raccolgono
le spighe nella valle dei Rèfaim, [6]Vi resteranno solo racimoli, come
alla bacchiatura degli ulivi: due o tre bacche sulla cima
dell'albero, quattro o cinque sui rami da frutto. Oracolo del Signore, Dio
di Israele. [7]In quel giorno si volgerà l'uomo al suo creatore e i suoi
occhi guarderanno al Santo di Israele. [8]Non si volgerà agli altari, lavoro
delle sue mani; non guarderà ciò che fecero le sue dita, i pali sacri e
gli altari per l'incenso. [9]In quel giorno avverrà alle tue fortezze come
alle città abbandonate che l'Eveo e l'Amorreo evacuarono di fronte agli
Israeliti e sarà una desolazione. [10]Perché hai dimenticato Dio tuo
salvatore e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezza. Tu pianti
perciò piante amene e innesti tralci stranieri; [11]di giorno le pianti,
le vedi crescere e al mattino vedi fiorire i tuoi semi, ma svanirà il
raccolto in un giorno di malattia e di dolore insanabile. [12]Ah, il
rumore di popoli immensi, rumore come il mugghio dei mari, fragore di
nazioni come lo scroscio di acque che scorrono veementi. [13]Le nazioni
fanno fragore come il fragore di molte acque, ma il Signore le minaccia,
esse fuggono lontano; come pula sono disperse sui monti dal vento e come
mulinello di polvere dinanzi al turbine. [14]Alla sera, ecco era tutto uno
spavento, prima del mattino non è gia più. Questo è il destino dei nostri
predatori e la sorte dei nostri saccheggiatori. Isaia - Capitolo
18 Contro L'Etiopia [1]Ah! paese dagli insetti ronzanti, che ti trovi
oltre i fiumi di Etiopia, [2]che mandi ambasciatori per mare, in canotti
di papiro sulle acque: «Andate, messaggeri veloci, verso un popolo alto e
abbronzato, verso un popolo temuto ora e sempre, un popolo potente e
vittorioso, il cui paese è solcato da fiumi». [3]O voi tutti abitanti del
mondo, che dimorate sulla terra, appena si alzerà un segnale sui monti,
guardatelo! Appena squillerà la tromba, ascoltatela! [4]Poiché questo mi
ha detto il Signore: «Io osserverò tranquillo dalla mia dimora, come il
calore sereno alla luce del sole, come una nube di rugiada al calore della
mietitura». [5]Poiché prima della raccolta, quando la fioritura è finita e
il fiore è diventato un grappolo maturo, egli taglierà i tralci con
roncole, strapperà e getterà via i pampini. [6]Saranno abbandonati tutti
insieme agli avvoltoi dei monti e alle bestie selvatiche; su di essi gli
avvoltoi passeranno l'estate su di essi tutte le bestie selvatiche passeranno
l'inverno. [7]In quel tempo saranno portate offerte al Signore degli eserciti
da un popolo alto e abbronzato, da un popolo temuto ora e sempre, da un
popolo potente e vittorioso, il cui paese è solcato da fiumi, saranno portate
nel luogo dove è invocato il nome del Signore degli eserciti, sul monte
Sion. Isaia - Capitolo 19 Contro l'Egitto [1]Oracolo
sull'Egitto. Ecco, il Signore cavalca una nube leggera ed entra in
Egitto. Crollano gli idoli d'Egitto davanti a lui e agli Egiziani vien
meno il cuore nel petto. [2]Aizzerò gli Egiziani contro gli
Egiziani: combatterà fratello contro fratello, uomo contro uomo, città
contro città, regno contro regno. [3]Gli Egiziani perderanno il senno e io
distruggerò il loro consiglio; per questo ricorreranno agli idoli e ai
maghi, ai negromanti e agli indovini. [4]Ma io metterò gli Egiziani in
mano a un duro padrone, un re crudele li dominerà. Oracolo del Signore, Dio
degli eserciti. [5]Si prosciugheranno le acque del mare, il fiume si
inaridirà e seccherà. [6]I suoi canali diventeranno putridi, diminuiranno
e seccheranno i torrenti dell'Egitto, canne e giunchi ingialliranno. [7]I
giunchi sulle rive e alla foce del Nilo e tutti i seminati del
Nilo seccheranno, saranno dispersi dal vento, non saranno più. [8]I
pescatori si lamenteranno, gemeranno quanti gettano l'amo nel Nilo, quanti
stendono le reti sull'acqua saranno desolati. [9]Saranno delusi i lavoratori
del lino, le cardatrici e i tessitori impallidiranno; [10]i tessitori
saranno avviliti, tutti i salariati saranno costernati. [11]Quanto sono
stolti i principi di Tanis! I più saggi consiglieri del faraone sono uno
stupido consiglio. Come osate dire al faraone: «Sono figlio di saggi,
figlio di re antichi»? [12]Dove sono, dunque, i tuoi saggi? Ti rivelino e
manifestino quanto ha deciso il Signore degli eserciti a proposito
dell'Egitto. [13]Stolti sono i principi di Tanis; si ingannano i principi
di Menfi. Hanno fatto traviare l'Egitto i capi delle sue tribù. [14]Il
Signore ha mandato in mezzo a loro uno spirito di smarrimento; essi fanno
smarrire l'Egitto in ogni impresa, come barcolla un ubriaco nel
vomito. [15]Non riuscirà all'Egitto qualunque opera faccia: il capo o la
coda, la palma o il giunco. Conversione dell'Egitto [16]In quel giorno gli
Egiziani diventeranno come femmine, tremeranno e temeranno all'agitarsi della
mano che il Signore degli eserciti agiterà contro di loro. [17]Il paese di
Giuda sarà il terrore degli Egiziani; quando se ne parlerà, ne avranno
spavento, a causa del proposito che il Signore degli eserciti ha formulato
sopra di esso. [18]In quel giorno ci saranno cinque città nell'Egitto che
parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti;
una di esse si chiamerà Città del sole. [19]In quel giorno ci sarà un altare
dedicato al Signore in mezzo al paese d'Egitto e una stele in onore del
Signore presso la sua frontiera: [20]sarà un segno e una testimonianza per il
Signore degli eserciti nel paese d'Egitto. Quando, di fronte agli avversari,
invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li
difenderà e li libererà. [21]Il Signore si rivelerà agli Egiziani e gli
Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con
sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno. [22]Il Signore
percuoterà ancora gli Egiziani ma, una volta colpiti, li risanerà. Essi
faranno ritorno al Signore ed egli si placherà e li risanerà. [23]In quel
giorno ci sarà una strada dall'Egitto verso l'Assiria; l'Assiro andrà in
Egitto e l'Egiziano in Assiria; gli Egiziani serviranno il Signore insieme
con gli Assiri. [24]In quel giorno Israele sarà il terzo con l'Egitto e
l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. [25]Li benedirà il Signore
degli eserciti: «Benedetto sia l'Egiziano mio popolo, l'Assiro opera delle
mie mani e Israele mia eredità». Isaia - Capitolo 20 A proposito della
presa di Asdod [1]Nell'anno in cui il Tartàn, mandato ad Asdòd da Sargon re
di Assiria, giunse ad Asdòd, la assalì e la prese. [2]In quel tempo il
Signore disse per mezzo di Isaia figlio di Amoz: «Và, sciogliti il sacco dai
fianchi e togliti i sandali dai piedi!». Così egli fece, andando spoglio e
scalzo. [3]Il Signore poi disse: «Come il mio servo Isaia è andato spoglio e
scalzo per tre anni, come segno e simbolo per l'Egitto e per l'Etiopia,
[4]così il re di Assiria condurrà i prigionieri d'Egitto e i deportati
dell'Etiopia, giovani e vecchi, spogli e scalzi e con le natiche scoperte,
vergogna per l'Egitto. [5]Allora saranno abbattuti e confusi a causa
dell'Etiopia, loro speranza, e a causa dell'Egitto, di cui si vantavano.
[6]In quel giorno gli abitanti di questo lido diranno: Ecco che cosa è
successo al paese al quale ci eravano rivolti e nel quale cercavamo rifugio
per essere aiutati e liberati dal re di Assiria! Ora come ci
salveremo?». Isaia - Capitolo 21 La caduta di Babilonia [1]Oracolo sul
deserto del mare. Come i turbini che si scatenano nel Negheb, così egli
viene dal deserto, da una terra orribile. [2]Una visione angosciosa mi fu
mostrata: il saccheggiatore che saccheggia, il distruttore che
distrugge. Salite, o Elamiti, assediate, o Medi! Io faccio cessare ogni
gemito. [3]Per questo i miei reni tremano, mi hanno colto i dolori come di
una partoriente; sono troppo sconvolto per udire, troppo sbigottito per
vedere. [4]Smarrito è il mio cuore, la costernazione mi invade; il
crepuscolo tanto desiderato diventa il mio terrore. [5]Si prepara la
tavola, si stende la tovaglia, si mangia, si beve. «Alzatevi, o
capi, ungete gli scudi!». [6]Poiché così mi ha detto il Signore: «Và,
metti una sentinella che annunzi quanto vede. [7]Se vede
cavalleria, coppie di cavalieri, gente che cavalca asini, gente che
cavalca cammelli, osservi attentamente, con grande attenzione». [8]La
vedetta ha gridato: «Al posto di osservazione, Signore, io sto sempre,
tutto il giorno, e nel mio osservatorio sto in piedi, tutta la
notte. [9]Ecco, arriva una schiera di cavalieri, coppie di
cavalieri». Essi esclamano e dicono: «E' caduta, è caduta
Babilonia! Tutte le statue dei suoi dèi sono a terra, in
frantumi». [10]O popolo mio, calpestato, che ho trebbiato come su
un'aia, ciò che ho udito dal Signore degli eserciti, Dio di
Israele, a voi ho annunziato. Sull'Idumea [11]Oracolo
sull'Idumea. Mi gridano da Seir: «Sentinella, quanto resta della
notte? Sentinella, quanto resta della notte?». [12]La sentinella
risponde: «Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare,
domandate, convertitevi, venite!». Contro gli Arabi [13]Oracolo
sull'Arabia. Nel bosco, nell'Arabia, passate la notte, carovane di
Dedan; [14]andando incontro agli assetati, portate acqua. Abitanti del
paese di Tema, presentatevi ai fuggiaschi con pane per loro. [15]Perché
essi fuggono di fronte alle spade, di fronte alla spada affilata, di
fronte all'arco teso, di fronte al furore della battaglia. [16]Poiché mi
ha detto il Signore: «Ancora un anno, contato alla maniera degli anni di un
salariato, e scomparirà tutta la potenza gloriosa di Kedàr. [17]E il numero
degli archi dei prodi di Kedàr resterà molto esiguo, perché il Signore Dio di
Israele ha parlato». Isaia - Capitolo 22 Contro l'entusiasmo di
Gerusalemme [1]Oracolo sulla valle della Visione. Che hai tu dunque, che
sei salita tutta sulle terrazze, [2]città rumorosa e tumultuante, città
gaudente? I tuoi caduti non sono caduti di spada né sono morti in
battaglia. [3]Tutti i tuoi capi sono fuggiti insieme, fatti prigionieri
senza un tiro d'arco; tutti i tuoi prodi sono stati catturati insieme, o
fuggirono lontano. [4]Per questo dico: «Stornate lo sguardo da me, che io
pianga amaramente; non cercate di consolarmi per la desolazione della
figlia del mio popolo». [5]Poiché è un giorno di panico, di distruzione e
di smarrimento, voluto dal Signore, Dio degli eserciti. Nella valle della
Visione un diroccare di mura e un invocare aiuto verso i monti. [6]Gli
Elamiti hanno preso la faretra; gli Aramei montano i cavalli, Kir ha tolto
il fodero allo scudo. [7]Le migliori tra le tue valli sono piene di
carri; i cavalieri si sono disposti contro la porta. [8]Così egli toglie
la protezione di Giuda. Voi guardavate in quel giorno alle armi del
palazzo della Foresta; [9]le brecce della città di Davide avete visto
quante fossero; avete raccolto le acque della piscina inferiore, [10]avete
contato le case di Gerusalemme e demolito le case per fortificare le
mura; [11]avete costruito un serbatoio fra i due muri per le acque della
piscina vecchia; ma voi non avete guardato a chi ha fatto queste cose, né
avete visto chi ha preparato ciò da tempo. [12]Vi invitava il Signore, Dio
degli eserciti, in quel giorno al pianto e al lamento, a rasarvi il capo e
a vestire il sacco. [13]Ecco invece si gode e si sta allegri, si sgozzano
buoi e si scannano greggi, si mangia carne e si beve vino: «Si mangi e si
beva, perché domani moriremo!». [14]Ma il Signore degli eserciti si è
rivelato ai miei orecchi: «Certo non sarà espiato questo vostro
peccato, finché non sarete morti», dice il Signore, Dio degli
eserciti. Contro Sebna [15]Così dice il Signore, Dio degli
eserciti: «Rècati da questo ministro, presso Sebnà, il
maggiordomo, [16b]che si taglia in alto il sepolcro e si scava nella rupe
la tomba: [16a]Che cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui, che ti stai
scavando qui un sepolcro? [17]Ecco, il Signore ti scaglierà giù a precipizio,
o uomo, ti afferrerà saldamente, [18]ti rotolerà ben bene a rotoli come
palla, verso un esteso paese. Là morirai e là finiranno i tuoi carri
superbi, o ignominia del palazzo del tuo padrone! [19]Ti toglierò la
carica, ti rovescerò dal tuo posto. [20]In quel giorno chiamerò il mio
servo Eliakìm, figlio di Chelkia; [21]lo rivestirò con la tua
tunica, lo cingerò della tua sciarpa e metterò il tuo potere nelle sue
mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di
Giuda. [22]Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli
apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. [23]Lo
conficcherò come un paletto in luogo solido e sarà un trono di gloria per la
casa di suo padre. [24]A lui attaccheranno ogni gloria della casa di suo
padre: discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle
anfore». [25]In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti - cederà il
paletto conficcato in luogo solido, si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi
tutto ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato. Isaia -
Capitolo 23 Contro Tiro [1]Oracolo su Tiro. Fate il lamento, navi di
Tarsis, perché è stato distrutto il vostro rifugio! Mentre tornavano dal
paese dei Kittim, ne fu data loro notizia. [2]Ammutolite, abitanti della
costa, mercanti di Sidòne, i cui agenti attraversavano [3]grandi
acque. Il frumento del Nilo, il raccolto del fiume era la sua ricchezza;
era il mercato dei popoli. [4]Vergognati, Sidòne, perché ha parlato il
mare, la fortezza marinara, dicendo: «Io non ho avuto doglie, non ho
partorito, non ho allevato giovani, non ho fatto crescere
ragazze». [5]Appena si saprà in Egitto, saranno addolorati per la notizia
di Tiro. [6]Passate in Tarsis, fate il lamento, abitanti della
costa. [7]E' questa la vostra città gaudente, le cui origini risalgono a
un'antichità remota, i cui piedi la portavano lontano per fissarvi
dimore? [8]Chi ha deciso questo contro Tiro l'incoronata, i cui
mercanti erano principi, i cui trafficanti erano i più nobili della
terra? [9]Il Signore degli eserciti lo ha deciso per svergognare
l'orgoglio di tutto il suo fasto, per umiliare i più nobili sulla
terra. [10]Coltiva la tua terra come il Nilo, figlia di Tarsis; il porto
non esiste più. [11]Ha steso la mano verso il mare, ha sconvolto i
regni, il Signore ha decretato per Canaan di abbattere le sue
fortezze. [12]Egli ha detto: «Non continuerai a far baldoria, tu duramente
oppressa, vergine figlia di Sidòne. Alzati, và pure dai Kittim; neppure là
ci sarà pace per te». [13]Ecco il paese da lui fondato per marinai, che ne
avevano innalzato le torri; ne han demoliti i palazzi: egli l'ha ridotto a un
cumulo di rovine. [14]Fate il lamento, navi di Tarsis, perché è stato
distrutto il vostro rifugio. [15]In quel giorno Tiro sarà dimenticata per
settant'anni, quanti sono gli anni di un re. Alla fine dei settanta anni a
Tiro si applicherà la canzone della prostituta: [16]«Prendi la
cetra, gira per la città, prostituta dimenticata; suona con
abilità, moltiplica i canti, perché qualcuno si ricordi di te». [17]Ma
alla fine dei settant'anni il Signore visiterà Tiro, che ritornerà ai suoi
guadagni; essa trescherà con tutti i regni del mondo sulla terra. [18]Il suo
salario e il suo guadagno saranno sacri al Signore. Non sarà ammassato né
custodito il suo salario, ma andrà a coloro che abitano presso il Signore,
perché possano nutrirsi in abbondanza e vestirsi con decoro. Isaia - Capitolo
24 4. APOCALISSE Il giudizio del Signore [1]Ecco che il Signore spacca
la terra, la squarcia e ne sconvolge la superficie e ne disperde gli
abitanti. [2]Avverrà lo stesso al popolo come al sacerdote, allo schiavo
come al suo padrone, alla schiava come alla sua padrona, al compratore
come al venditore, al creditore come al debitore, a chi riceve come a chi
dà in prestito. [3]Sarà tutta spaccata la terra sarà tutta
saccheggiata, perché il Signore ha pronunziato questa parola. [4]E' in
lutto, languisce la terra; è squallido, languisce il mondo, il cielo con
la terra perisce. [5]La terra è stata profanata dai suoi abitanti, perché
hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto
l'alleanza eterna. [6]Per questo la maledizione divora la terra, i suoi
abitanti ne scontano la pena; per questo sono bruciati gli abitanti della
terra e sono rimasti solo pochi uomini. Canto sulla città
distrutta [7]Lugubre è il mosto, la vigna languisce, gemono
tutti. [8]E' cessata la gioia dei timpani, è finito il chiasso dei
gaudenti, è cessata la gioia della cetra. [9]Non si beve più il vino tra i
canti, la bevanda inebriante è amara per chi la beve. [10]E' distrutta la
città del caos, è chiuso l'ingresso di ogni casa. [11]Per le strade si
lamentano, perché non c'è vino; ogni gioia è scomparsa, se ne è andata la
letizia dal paese. [12]Nella città è rimasta la desolazione; la porta è
stata abbattuta, fatta a pezzi. [13]Perché così accadrà nel centro della
terra, in mezzo ai popoli, come quando si bacchiano le ulive, come
quando si racimola, finita la vendemmia. [14]Quelli alzeranno la voce,
acclameranno alla maestà del Signore. Gridano dal mare: «Acclamate,
pertanto, popoli! [15]Voi in oriente, glorificate il Signore, nelle isole
del mare, il nome del Signore, Dio d'Israele. [16]Dagli angoli estremi della
terra abbiamo udito il canto: Gloria al giusto». Le ultime sventure Ma
io dico: «Guai a me! Guai a me! Ohimè!». I perfidi agiscono
perfidamente, i perfidi operano con perfidia. [17]Terrore, fossa e
laccio ti sovrastano, o abitante della terra. [18]Chi fugge al grido di
terrore cadrà nella fossa, chi risale dalla fossa sarà preso nel
laccio. Le cateratte dall'alto si aprono e si scuotono le fondamenta della
terra. [19]A pezzi andrà la terra, in frantumi si ridurrà la
terra, crollando crollerà la terra. [20]Certo, barcollerà la terra come un
ubriaco, vacillerà come una tenda; peserà su di essa la sua
iniquità, cadrà e non si rialzerà. [21]In quel giorno il Signore
punirà in alto l'esercito di lassù e qui in terra i re della
terra. [22]Saranno radunati e imprigionati in una fossa, saranno rinchiusi
in un carcere e dopo lungo tempo saranno puniti. [23]Arrossirà la
luna, impallidirà il sole, perché il Signore degli eserciti regna sul
monte Sion e in Gerusalemme e davanti ai suoi anziani sarà
glorificato. Isaia - Capitolo 25 Inno di ringraziamento [1]Signore, tu
sei il mio Dio; voglio esaltarti e lodare il tuo nome, perché hai eseguito
progetti meravigliosi, concepiti da lungo tempo, fedeli e veri. [2]Poiché
hai ridotto la città ad un mucchio di sassi, la cittadella fortificata ad una
rovina, la fortezza dei superbi non è più città, non si ricostruirà mai
più. [3]Per questo ti glorifica un popolo forte, la città di genti
possenti ti venera. [4]Perché tu sei sostegno al misero, sostegno al
povero nella sua angoscia, riparo dalla tempesta, ombra contro il
caldo; poiché lo sbuffare dei tiranni è come pioggia d'inverno, [5]come
arsura in terra arida il clamore dei superbi. Tu mitighi l'arsura con l'ombra
d'una nube, l'inno dei tiranni si spegne. Il divino
banchetto [6]Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su
questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini
eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. [7]Egli strapperà su
questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre
che copriva tutte le genti. [8]Eliminerà la morte per sempre; il Signore
Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del
suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha
parlato. [9]E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo
sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo
sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza. [10]Poiché la mano
del Signore si poserà su questo monte». Moab invece sarà calpestato al
suolo, come si pesta la paglia nella concimaia. [11]Là esso stenderà le
mani, come le distende il nuotatore per nuotare; ma il Signore abbasserà
la sua superbia, nonostante l'annaspare delle sue mani. [12]L'eccelsa
fortezza delle tue mura egli abbatterà e demolirà, la raderà al
suolo. Isaia - Capitolo 26 Inno di ringraziamento [1]In quel giorno si
canterà questo canto nel paese di Giuda: Abbiamo una città forte; egli ha
eretto a nostra salvezza mura e baluardo. [2]Aprite le porte: entri il
popolo giusto che mantiene la fedeltà. [3]Il suo animo è saldo; tu gli
assicurerai la pace, pace perché in te ha fiducia. [4]Confidate nel
Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna; [5]perché egli ha
abbattuto coloro che abitavano in alto; la città eccelsa l'ha
rovesciata, rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. [6]I piedi la
calpestano, i piedi degli oppressi, i passi dei poveri. Salmo [7]Il
sentiero del giusto è diritto, il cammino del giusto tu rendi
piano. [8]Sì, nella via dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in
te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro
desiderio. [9]La mia anima anela a te di notte, al mattino il mio spirito
ti cerca, perché quando pronunzi i tuoi giudizi sulla terra, giustizia
imparano gli abitanti del mondo. [10]Si usi pure clemenza all'empio, non
imparerà la giustizia; sulla terra egli distorce le cose diritte e non
guarda alla maestà del Signore. [11]Signore, sta alzata la tua mano, ma
essi non la vedono. Vedano, arrossendo, il tuo amore geloso per il
popolo; anzi, il fuoco preparato per i tuoi nemici li divori. [12]Signore,
ci concederai la pace, poiché tu dài successo a tutte le nostre
imprese. [13]Signore nostro Dio, altri padroni, diversi da te, ci hanno
dominato, ma noi te soltanto, il tuo nome invocheremo. [14]I morti non
vivranno più, le ombre non risorgeranno; poiché tu li hai puniti e
distrutti, hai fatto svanire ogni loro ricordo. [15]Hai fatto crescere la
nazione, Signore, hai fatto crescere la nazione, ti sei glorificato, hai
dilatato tutti i confini del paese. [16]Signore, nella tribolazione ti
abbiamo cercato; a te abbiamo gridato nella prova, che è la tua
correzione. [17]Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e
grida nei dolori, così siamo stati noi di fronte a te,
Signore. [18]Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori quasi dovessimo
partorire: era solo vento; non abbiamo portato salvezza al paese e non
sono nati abitanti nel mondo. [19]Ma di nuovo vivranno i tuoi
morti, risorgeranno i loro cadaveri. Si sveglieranno ed
esulteranno quelli che giacciono nella polvere, perché la tua rugiada è
rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre. Il passaggio del
Signore [20]Và, popolo mio, entra nelle tue stanze e chiudi la porta
dietro di te. Nasconditi per un momento finché non sia passato lo
sdegno. [21]Perché ecco, il Signore esce dalla sua dimora per punire le
offese fatte a lui dagli abitanti della terra; la terra ributterà fuori il
sangue assorbito e più non coprirà i suoi cadaveri. Isaia - Capitolo
27 [1]In quel giorno il Signore punirà con la spada dura, grande e
forte, il Leviatàn serpente guizzante, il Leviatàn serpente tortuoso e
ucciderà il drago che sta nel mare. La vigna del Signore [2]In quel giorno
si dirà: «La vigna deliziosa: cantate di lei!». [3]Io, il Signore, ne sono
il guardiano, a ogni istante la irrigo; per timore che venga
danneggiata, io ne ho cura notte e giorno. [4]Io non sono in
collera. Vi fossero rovi e pruni, io muoverei loro guerra, li brucerei
tutti insieme. [5]O, meglio, si stringa alla mia protezione, faccia la
pace con me, con me faccia la pace! Grazia e castigo [6]Nei giorni
futuri Giacobbe metterà radici, Israele fiorirà e germoglierà, riempirà il
mondo di frutti. [7]Il Signore lo ha forse percosso come i suoi
percussori? O lo ha ucciso come uccise i suoi uccisori? [8]Lo ha punito
cacciandolo via, respingendolo, lo ha rimosso con soffio impetuoso come
quando tira il vento d'oriente! [9]Proprio così sarà espiata l'iniquità di
Giacobbe e questo sarà tutto il frutto per la rimozione del suo
peccato: mentre egli ridurrà tutte le pietre dell'altare come si fa delle
pietre che si polverizzano per la calce, non erigeranno più pali sacri né
altari per l'incenso. [10]La fortezza è divenuta desolata, un luogo
spopolato e abbandonato come un deserto; vi pascola il vitello, vi si sdraia
e ne bruca gli arbusti. [11]I suoi rami seccandosi si spezzeranno; le
donne verranno ad accendervi il fuoco. Certo, si tratta di un popolo privo di
intelligenza; per questo non ne avrà pietà chi lo ha creato, né chi lo ha
fatto ne avrà compassione. Ritorno degli Israeliti [12]In quel
giorno, dal corso dell'Eufrate al torrente d'Egitto, il Signore batterà le
spighe e voi sarete raccolti uno a uno, Israeliti. [13]In quel giorno
suonerà la grande tromba, verranno gli sperduti nel paese di Assiria e i
dispersi nel paese di Egitto. Essi si prostreranno al Signore sul monte
santo, in Gerusalemme. Isaia - Capitolo 28 5. POEMI SU ISRAELE E SU
GIUDA Contro Samaria [1]Guai alla corona superba degli ubriachi di
Efraim, al fiore caduco, suo splendido ornamento, che domina la fertile
valle, o storditi dal vino! [2]Ecco, inviato dal Signore, un uomo potente e
forte, come nembo di grandine, come turbine rovinoso, come nembo di acque
torrenziali e impetuose, getta tutto a terra con violenza. [3]Dai piedi
verrà calpestata la corona degli ubriachi di Efraim. [4]E avverrà al fiore
caduco del suo splendido ornamento, che domina la valle fertile, come a un
fico primaticcio prima dell'estate: uno lo vede, lo coglie e lo mangia appena
lo ha in mano. [5]In quel giorno sarà il Signore degli eserciti una corona
di gloria, uno splendido diadema per il resto del suo
popolo, [6]ispiratore di giustizia per chi siede in tribunale, forza per
chi respinge l'assalto alla porta. Contro i falsi profeti [7]Anche costoro
barcollano per il vino, vanno fuori strada per le bevande
inebrianti. Sacerdoti e profeti barcollano per la bevanda
inebriante, affogano nel vino; vanno fuori strada per le bevande
inebrianti, s'ingannano mentre hanno visioni, dondolano quando fanno da
giudici. [8]Tutte le tavole sono piene di fetido vomito; non c'è un posto
pulito. [9]«A chi vuole insegnare la scienza? A chi vuole spiegare il
discorso? Ai bambini divezzati, appena staccati dal seno? [10]Sì: precetto
su precetto, precetto su precetto, norma su norma, norma su norma, un pò
qui, un pò là». [11]Con labbra balbettanti e in lingua straniera parlerà a
questo popolo [12]colui che aveva detto loro: «Ecco il riposo! Fate
riposare lo stanco. Ecco il sollievo!». Ma non vollero udire. [13]E sarà
per loro la parola del Signore: «precetto su precetto, precetto su
precetto, norma su norma, norma su norma, un pò qui, un pò là», perché
camminando cadano all'indietro, si producano fratture, siano presi e fatti
prigionieri. Contro i cattivi consiglieri [14]Perciò ascoltate la parola
del Signore, uomini arroganti, signori di questo popolo che sta in
Gerusalemme: [15]«Voi dite: Abbiamo concluso un'alleanza con la
morte, e con gli inferi abbiamo fatto lega; il flagello del
distruttore, quando passerà, non ci raggiungerà; perché ci siamo fatti
della menzogna un rifugio e nella falsità ci siamo nascosti». [16]Dice il
Signore Dio: «Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra
scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non
vacillerà. [17]Io porrò il diritto come misura e la giustizia come una
livella. La grandine spazzerà via il vostro rifugio fallace, le acque
travolgeranno il vostro riparo. [18]Sarà cancellata la vostra alleanza con la
morte; la vostra lega con gli inferi non reggerà. Quando passerà il
flagello del distruttore, voi sarete la massa da lui calpestata. [19]Ogni
volta che passerà, vi prenderà, poiché passerà ogni mattino, giorno e
notte. E solo il terrore farà capire il discorso». [20]Troppo corto sarà
il letto per distendervisi, troppo stretta la coperta per
avvolgervisi. [21]Poiché come sul monte Perasìm si leverà il
Signore; come nella valle di Gàbaon si adirerà per compiere l'opera, la
sua opera singolare, e per eseguire il lavoro, il suo lavoro
inconsueto. [22]Ora cessate di agire con arroganza perché non si stringano
di più le vostre catene, perché un decreto di rovina io ho udito, da parte
del Signore, Dio degli eserciti, riguardo a tutta la
terra. Parabola [23]Porgete l'orecchio e ascoltate la mia voce, fate
attenzione e sentite le mie parole. [24]Ara forse tutti i giorni
l'aratore, rompe e sarchia la terra? [25]Forse non ne spiana la
superficie, non vi semina l'anèto e non vi sparge il cumino? E non vi pone
grano e orzo e spelta lungo i confini? [26]E la sua perizia rispetto alla
regola gliela insegna il suo Dio. [27]Certo, l'anèto non si batte con il
tribbio, né si fa girare sul cumino il rullo, ma con una bacchetta si
batte l'anèto e con la verga il cumino. [28]Il frumento vien forse
schiacciato? Certo, non lo si pesta senza fine, ma vi si spinge sopra il
rullo e gli zoccoli delle bestie senza schiacciarlo. [29]Anche questo
proviene dal Signore degli eserciti: egli si mostra mirabile nel
consiglio, grande nella sapienza. Isaia - Capitolo 29 Su
Gerusalemme [1]Guai ad Arièl, ad Arièl, città dove pose il campo
Davide! Aggiungete anno ad anno, si avvicendino i cicli festivi. [2]Io
metterò alle strette Arièl, ci saranno gemiti e lamenti. Tu sarai per me
come un vero Arièl, [3]io mi accamperò come Davide contro di te e ti
circonderò di trincee, innalzerò contro di te un vallo. [4]Allora
prostrata parlerai da terra e dalla polvere saliranno fioche le tue
parole; sembrerà di un fantasma la tua voce dalla terra, e dalla polvere
la tua parola risuonerà come bisbiglio. [5]Sarà come polvere fine la massa
dei tuoi oppressori e come pula dispersa la massa dei tuoi tiranni. Ma
d'improvviso, subito, [6]dal Signore degli eserciti sarai visitata con
tuoni, rimbombi e rumore assordante, con uragano e tempesta e fiamma di fuoco
divoratore. [7]E sarà come un sogno, come una visione notturna, la
massa di tutte le nazioni che marciano su Arièl, di quanti la
attaccano e delle macchine poste contro di essa. [8]Avverrà come quando un
affamato sogna di mangiare, ma si sveglia con lo stomaco vuoto; come
quando un assetato sogna di bere, ma si sveglia stanco e con la gola
riarsa: così succederà alla folla di tutte le nazioni che marciano contro
il monte Sion. [9]Stupite pure così da restare sbalorditi, chiudete gli
occhi in modo da rimanere ciechi; ubriacatevi ma non di vino, barcollate
ma non per effetto di bevande inebrianti. [10]Poiché il Signore ha versato su
di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i vostri occhi, ha velato i
vostri capi. [11]Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro
sigillato: si dà a uno che sappia leggere dicendogli: «Leggilo», ma quegli
risponde: «Non posso, perché è sigillato». [12]Oppure si dà il libro a chi
non sa leggere dicendogli: «Leggilo», ma quegli risponde: «Non so
leggere». Oracolo [13]Dice il Signore: «Poiché questo popolo si
avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore
è lontano da me e il culto che mi rendono è un imparaticcio di usi
umani, [14]perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con
questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà
l'intelligenza dei suoi intelligenti». Il trionfo del diritto [15]Guai a
quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro
piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: «Chi ci vede? Chi ci
conosce?». [16]Quanto siete perversi! Forse che il vasaio è stimato pari
alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: «Non mi ha fatto
lui»? E un vaso può dire del vasaio: «Non capisce»? [17]Certo, ancora un
pò e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato
una selva. [18]Udranno in quel giorno i sordi le parole di un
libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi
vedranno. [19]Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più
poveri gioiranno nel Santo di Israele. [20]Perché il tiranno non sarà più,
sparirà il beffardo, saranno eliminati quanti tramano iniquità, [21]quanti
con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli
al giudice e rovinano il giusto per un nulla. [22]Pertanto, dice alla casa
di Giacobbe il Signore che riscattò Abramo: «D'ora in poi Giacobbe non
dovrà più arrossire, il suo viso non impallidirà più, [23]poiché vedendo
il lavoro delle mie mani tra di loro, santificheranno il mio
nome, santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio di
Israele. [24]Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza e i brontoloni
impareranno la lezione». Isaia - Capitolo 30 Contro l'ambasciata in
Egitto [1]Guai a voi, figli ribelli -oracolo del Signore - che fate
progetti da me non suggeriti, vi legate con alleanze che io non ho
ispirate così da aggiungere peccato a peccato. [2]Siete partiti per
scendere in Egitto senza consultarmi, per mettervi sotto la protezione del
faraone e per ripararvi all'ombra dell'Egitto. [3]La protezione del
faraone sarà la vostra vergogna e il riparo all'ombra dell'Egitto la vostra
confusione. [4]Quando i suoi capi saranno giunti a Tanis e i messaggeri
avranno raggiunto Canès, [5]tutti saran delusi di un popolo che non gioverà
loro, che non porterà né aiuto né vantaggio ma solo confusione e
ignominia. Altro oracolo contro un'ambasciata [6]Oracolo sulle bestie del
Negheb. In una terra di angoscia e di miseria, adatta a leonesse e leoni
ruggenti, a vipere e draghi volanti, essi portano le loro ricchezze sul
dorso di asini, i tesori sulla gobba di cammelli a un popolo che non giova
a nulla. [7]Vano e inutile è l'aiuto dell'Egitto; per questo lo
chiamo: Raab l'ozioso. Testamento [8]Su, vieni, scrivi questo su una
tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il
futuro in testimonianza perenne. [9]Poiché questo è un popolo ribelle,
sono figli bugiardi, figli che non vogliono ascoltare la legge del
Signore. [10]Essi dicono ai veggenti: «Non abbiate visioni» e ai profeti:
«Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci
illusioni! [11]Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero, toglieteci
dalla vista il Santo di Israele». [12]Pertanto dice il Santo di
Israele: «Poiché voi rigettate questo avvertimento e confidate nella
perversità e nella perfidia, ponendole a vostro sostegno, [13]ebbene
questa colpa diventerà per voi come una breccia che minaccia di
crollare, che sporge su un alto muro, il cui crollo avviene in un attimo,
improvviso, [14]e si infrange come un vaso di creta, frantumato senza
misericordia, così che non si trova tra i suoi frantumi neppure un
coccio con cui si possa prendere fuoco dal braciere o attingere acqua
dalla cisterna». [15]Poiché dice il Signore Dio, il Santo di
Israele: «Nella conversione e nella calma sta la vostra
salvezza, nell'abbandono confidente sta la vostra forza». Ma voi non avete
voluto, [16]anzi avete detto: «No, noi fuggiremo su cavalli». - Ebbene,
fuggite! - «Cavalcheremo su destrieri veloci». Ebbene più veloci saranno i
vostri inseguitori. [17]Mille si spaventeranno per la minaccia di uno, per
la minaccia di cinque vi darete alla fuga, finché resti di voi
qualcosa come un palo sulla cima di un monte e come un'asta sopra una
collina. Dio perdonerà [18]Eppure il Signore aspetta per farvi
grazia, per questo sorge per aver pietà di voi, perché un Dio giusto è il
Signore; beati coloro che sperano in lui! [19]Popolo di Sion che abiti in
Gerusalemme, tu non dovrai più piangere; a un tuo grido di supplica ti farà
grazia; appena udrà, ti darà risposta. [20]Anche se il Signore ti darà il
pane dell'afflizione e l'acqua della tribolazione, tuttavia non si terrà più
nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, [21]i tuoi
orecchi sentiranno questa parola dietro di te: «Questa è la strada,
percorretela», caso mai andiate a destra o a sinistra. [22]Considererai cose
immonde le tue immagini ricoperte d'argento; i tuoi idoli rivestiti d'oro
getterai via come un oggetto immondo. «Fuori!» tu dirai loro. [23]Allora egli
concederà la pioggia per il seme che avrai seminato nel terreno; il pane,
prodotto della terra, sarà abbondante e sostanzioso; in quel giorno il tuo
bestiame pascolerà su un vasto prato. [24]I buoi e gli asini che lavorano la
terra mangeranno biada saporita, ventilata con la pala e con il vaglio.
[25]Su ogni monte e su ogni colle elevato, scorreranno canali e torrenti
d'acqua nel giorno della grande strage, quando cadranno le torri. [26]La luce
della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte di
più, quando il Signore curerà la piaga del suo popolo e guarirà le lividure
prodotte dalle sue percosse. Contro l'Assiria [27]Ecco il nome del
Signore venire da lontano; ardente è la sua ira e gravoso il suo
divampare; le sue labbra traboccano sdegno, la sua lingua è come un fuoco
divorante. [28]Il suo soffio è come un torrente che straripa, che giunge
fino al collo. Viene per vagliare i popoli con il vaglio distruttore e per
mettere alle mascelle dei popoli una briglia che porta a rovina. [29]Voi
innalzerete il vostro canto come nella notte in cui si celebra una
festa; avrete la gioia nel cuore come chi parte al suono del flauto, per
recarsi al monte del Signore, alla Roccia d'Israele. [30]Il Signore farà
udire la sua voce maestosa e mostrerà come colpisce il suo braccio con ira
ardente, in mezzo a un fuoco divorante, tra nembi, tempesta e grandine
furiosa. [31]Poiché alla voce del Signore tremerà l'Assiria, quando sarà
percossa con la verga. [32]Ogni colpo del bastone punitivo, che il Signore
le farà piombare addosso, sarà accompagnato con timpani e cetre. Egli
combatterà contro di essa con battaglie tumultuose; [33]poiché il Tofet è
preparato da tempo, esso è pronto anche per il re; profondo e largo è il
rogo, fuoco e legna abbondano, lo accenderà, come torrente di zolfo, il
soffio del Signore. Isaia - Capitolo 31 Contro l'alleanza
egiziana [1]Guai a quanti scendono in Egitto per cercar aiuto, e pongono
la speranza nei cavalli, confidano nei carri perché numerosi e sulla
cavalleria perché molto potente, senza guardare al Santo di Israele e
senza cercare il Signore. [2]Eppure anch'egli è capace di mandare
sciagure e non rinnega le sue parole. Egli si alzerà contro la razza dei
malvagi e contro l'aiuto dei malfattori. [3]L'Egiziano è un uomo e non un
dio, i suoi cavalli sono carne e non spirito. Il Signore stenderà la sua
mano: inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è aiutato, tutti insieme
periranno. Contro l'Assiria [4]Poiché così mi ha parlato il
Signore: «Come per la sua preda ruggisce il leone o il
leoncello, quando gli si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e
non teme le loro grida né si preoccupa del loro chiasso, così scenderà il
Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua
collina. [5]Come gli uccelli proteggono i loro pulcini, così il Signore
degli eserciti proteggerà Gerusalemme; egli la proteggerà, ed essa sarà
salvata, la risparmierà ed essa sarà liberata». [6]Ritornate, Israeliti, a
colui al quale vi siete profondamente ribellati. [7]In quel giorno ognuno
rigetterà i suoi idoli d'argento e i suoi idoli d'oro, lavoro delle vostre
mani peccatrici. [8]Cadrà l'Assiria sotto una spada che non è di uomo; una
spada non umana la divorerà; se essa sfugge alla spada, i suoi giovani
guerrieri saranno ridotti in schiavitù. [9]Essa abbandonerà per lo spavento
la sua rocca e i suoi capi tremeranno per un'insegna. Oracolo del Signore
che ha un fuoco in Sion e una fornace in Gerusalemme. Isaia - Capitolo
32 Il re giusto [1]Ecco, un re regnerà secondo giustizia e i principi
governeranno secondo il diritto. [2]Ognuno sarà come un riparo contro il
vento e uno schermo dall'acquazzone, come canali d'acqua in una
steppa, come l'ombra di una grande roccia su arida terra. [3]Non si
chiuderanno più gli occhi di chi vede e gli orecchi di chi sente staranno
attenti. [4]Gli animi volubili si applicheranno a comprendere e la lingua
dei balbuzienti parlerà spedita e con chiarezza. [5]L'abietto non sarà
chiamato più nobile né l'imbroglione sarà detto gentiluomo, Il grossolano
e il nobile [6]poiché l'abietto fa discorsi abietti e il suo cuore trama
iniquità, per commettere empietà e affermare errori intorno al
Signore, per lasciare vuoto lo stomaco dell'affamato e far mancare la
bevanda all'assetato. [7]L'imbroglione - iniqui sono i suoi imbrogli
- macchina scelleratezze per rovinare gli oppressi con parole
menzognere, anche quando il povero può provare il suo diritto. [8]Il
nobile invece si propone cose nobili e agisce sempre con nobiltà. Contro
le donne di Gerusalemme [9]Donne spensierate, suvvia ascoltate la mia voce;
figlie baldanzose, porgete l'orecchio alle mie parole. [10]Fra un anno e più
giorni voi tremerete, o baldanzose, perché finita la vendemmia non ci sarà
più raccolto. [11]Temete, o spensierate; tremate, o baldanzose, deponete
le vesti, spogliatevi, cingetevi i fianchi di sacco. [12]Battetevi il petto
per le campagne amene, per i fertili vigneti, [13]per la terra del mio
popolo, nella quale cresceranno spine e pruni, per tutte le case in gioia,
per la città gaudente; [14]poiché il palazzo sarà abbandonato, la città
rumorosa sarà deserta, l'Ofel e il torrione diventeranno caverne per sempre,
gioia degli asini selvatici, pascolo di mandrie. L'effusione dello
Spirito [15]Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall'alto; allora il
deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una
selva. [16]Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà
nel giardino. [17]Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto
una perenne sicurezza. [18]Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in
abitazioni tranquille, in luoghi sicuri, [19]anche se la selva cadrà e
la città sarà sprofondata. [20]Beati voi! Seminerete in riva a tutti i
ruscelli e lascerete in libertà buoi e asini. Isaia - Capitolo
33 L'attesa della salvezza [1]Guai a te, che devasti e non sei stato
devastato, che saccheggi e non sei stato saccheggiato: sarai devastato,
quando avrai finito di devastare, ti saccheggeranno, quando avrai finito di
saccheggiare. [2]Signore, pietà di noi, in te speriamo; sii il nostro
braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell'angoscia. [3]Al
rumore della tua minaccia fuggono i popoli, quando ti levi si disperdono le
nazioni. [4]Si ammucchia la preda come si ammucchiano le cavallette vi si
precipita sopra come vi si precipitano le locuste. [5]Eccelso è il Signore
poiché dimora lassù; egli riempie Sion di diritto e di giustizia. [6]C'è
sicurezza nelle sue leggi, ricchezze salutari sono sapienza e scienza; il
timore di Dio è il suo tesoro. [7]Ecco gli araldi gridano di fuori, i
messaggeri di pace piangono amaramente. [8]Sono deserte le strade, non c'è
chi passi per la via. Egli ha violato l'alleanza, ha respinto i
testimoni, non si è curato di alcuno. [9]La terra è in lutto e piena di
squallore, si scolora il Libano e intristisce; la pianura di Saron è
simile a una steppa, brulli sono il Basan e il Carmelo. [10]«Ora mi
alzerò», dice il Signore, «ora mi innalzerò, ora mi esalterò. [11]Avete
concepito fieno, partorirete paglia; il mio soffio vi divorerà come
fuoco. [12]I popoli saranno fornaci per calce, spini tagliati da bruciare
nel fuoco. [13]Sentiranno i lontani quanto ho fatto, sapranno i vicini
qual è la mia forza». [14]Hanno paura in Sion i peccatori, lo spavento si
è impadronito degli empi. «Chi di noi può abitare presso un fuoco
divorante? Chi di noi può abitare tra fiamme perenni?». [15]Chi cammina
nella giustizia e parla con lealtà, chi rigetta un guadagno frutto di
angherie, scuote le mani per non accettare regali, si tura gli orecchi per
non udire fatti di sangue e chiude gli occhi per non vedere il
male: [16]costui abiterà in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo
rifugio, gli sarà dato il pane, avrà l'acqua assicurata. Il ritorno a
Gerusalemme [17]I tuoi occhi vedranno un re nel suo
splendore, contempleranno un paese sconfinato. [18]Il tuo cuore si
chiederà nei suoi terrori: «Dov'è colui che registra? Dov'è colui che pesa
il denaro? Dov'è colui che ispeziona le torri?». [19]Non vedrai più quel
popolo straniero, popolo dal linguaggio oscuro, incomprensibile, dalla
lingua barbara che non si capisce. [20]Guarda Sion, la città delle nostre
feste! I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla, tenda che non
sarà più rimossa, i suoi paletti non saranno divelti, nessuna delle sue
cordicelle sarà strappata. [21]Poiché se là c'è un potente, noi abbiamo il
Signore, al posto di fiumi e larghi canali; non ci passerà nave a
remi né l'attraverserà naviglio più grosso. [23a]Sono allentate le sue
corde, [23b]non tengono più l'albero diritto, [23c]non spiegano più le
vele. [22]Poiché il Signore è nostro giudice, il Signore è nostro
legislatore, il Signore è nostro re; egli ci salverà. [23d]Allora anche
i ciechi divideranno una preda enorme [23e]gli zoppi faranno un ricco
bottino. [24]Nessuno degli abitanti dirà: «Io sono malato»; il popolo
che vi dimora è stato assolto dalle sue colpe. Isaia - Capitolo 34 La
condanna di Edom [1]Avvicinatevi, popoli, per udire, e voi, nazioni,
prestate ascolto; ascolti la terra e quanti vi abitano, il mondo e quanto
produce! [2]Poiché il Signore è adirato contro tutti i popoli ed è
sdegnato contro tutti i loro eserciti; li ha votati allo sterminio, li ha
destinati al massacro. [3]I loro uccisi sono gettati via, si diffonde il
fetore dei loro cadaveri; grondano i monti del loro sangue. [4]Tutta la
milizia celeste si dissolve, i cieli si arrotolano come un libro, tutti i
loro astri cadono come cade il pampino della vite, come le foglie
avvizzite del fico. [5]Poiché nel cielo si è inebriata la spada del
Signore, ecco essa si abbatte su Edom, su un popolo che egli ha votato
allo sterminio per fare giustizia. [6]La spada del Signore è piena di
sangue, è imbrattata di grasso, del sangue di agnelli e di capri, delle
viscere grasse dei montoni, perché si compie un sacrificio al Signore in
Bozra, una grande ecatombe nel paese di Edom. [7]Cadono bisonti insieme
con essi, giovenchi insieme con tori. La loro terra si imbeve di
sangue, la polvere si impingua di grasso. [8]Poiché è il giorno della
vendetta del Signore, l'anno della retribuzione per l'avversario di
Sion. [9]I torrenti di quel paese si cambieranno in pece, la sua polvere
in zolfo, la sua terra diventerà pece ardente. [10]Non si spegnerà né di
giorno né di notte, sempre salirà il suo fumo; per tutte le generazioni
resterà deserta, mai più alcuno vi passerà. [11]Ne prenderanno possesso il
pellicano e il riccio, il gufo e il corvo vi faranno dimora. Il Signore
stenderà su di essa la corda della solitudine e la livella del
vuoto. [12]Non ci saranno più i suoi nobili, non si proclameranno più
re, tutti i suoi capi saranno ridotti a nulla. [13]Nei suoi palazzi
saliranno le spine, ortiche e cardi sulle sue fortezze; diventerà una tana
di sciacalli, un recinto per gli struzzi. [14]Gatti selvatici si
incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno
sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora. [15]Vi si
anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova, le farà dischiudere e
raccoglierà i piccoli alla sua ombra; vi si raduneranno anche gli
sparvieri, l'uno in cerca dell'altro; [16c]nessuno si farà
attendere. [16a]Cercate nel libro del Signore e leggete: nessuno di essi
vi manca, poiché la bocca del Signore lo ha comandato e il suo spirito li
raduna. [17]Egli ha distribuito loro la parte in sorte, la sua mano ha
diviso loro il paese con tutta esattezza, lo possederanno per sempre, lo
abiteranno di generazione in generazione. Isaia - Capitolo 35 Il trionfo
di Gerusalemme [1]Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e
fiorisca la steppa. [2]Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia
e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e
di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro
Dio. [3]Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia
vacillanti. [4]Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il
vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a
salvarvi». [5]Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno
gli orecchi dei sordi. [6]Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà
di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel
deserto, scorreranno torrenti nella steppa. [7]La terra bruciata diventerà
una palude, il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua. I luoghi dove
si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. [8]Ci sarà
una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la
percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno. [9]Non ci sarà più il
leone, nessuna bestia feroce la percorrerà, vi cammineranno i
redenti. [10]Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno
in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e
felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto. Isaia - Capitolo
36 APPENDICI L'invasione di Sennacherib [1]Nell'anno decimoquarto del
re Ezechia, Sennàcherib re di Assiria assalì e si impadronì di tutte le
fortezze di Giuda. [2]Il re di Assiria mandò poi da Lachis a Gerusalemme
contro il re Ezechia il gran coppiere con un grande esercito. Egli fece sosta
presso il canale della piscina superiore, sulla strada del campo del
lavandaio. [3]Gli andarono incontro Eliakìm figlio di Chelkìa, il
maggiordomo, Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista. [4]Il
gran coppiere disse loro: «Riferite a Ezechia: Così dice il grande re, il re
di Assiria: Che significa questa sicurezza che dimostri? [5]Pensi forse che
la semplice parola possa sostituire il consiglio e la forza nella guerra?
Ora, in chi confidi tu, che ti ribelli contro di me? [6]Ecco, tu confidi
nell'Egitto, in questo sostegno di canna spezzata che penetra la mano e la
fora a chi vi si appoggia; tale è il faraone re d'Egitto per chiunque confida
in lui. [7]Se mi dite: Noi confidiamo nel Signore nostro Dio, non è forse lo
stesso a cui Ezechia distrusse le alture e gli altari, ordinando alla gente
di Giuda e di Gerusalemme: Vi prostrerete solo davanti a questo altare? [8]Or
bene, fà una scommessa con il mio signore, il re di Assiria; io ti darò
duemila cavalli, se puoi procurarti cavalieri per essi. [9]Come potresti far
indietreggiare uno solo dei più piccoli sudditi del mio signore? Eppure tu
confidi nell'Egitto per i carri e i cavalieri! [10]Ora, è forse contro il
volere del Signore che io mi sono mosso contro questo paese per distruggerlo?
Il Signore mi ha detto: Muovi contro questo paese e
distruggilo». [11]Eliakìm, Sebnà e Ioach risposero al gran coppiere: «Parla
ai tuoi servi in aramaico, poiché noi lo comprendiamo; non parlare in ebraico
alla portata degli orecchi del popolo che è sulle mura». [12]Il gran coppiere
replicò: «Forse sono stato mandato al tuo signore e a te dal mio signore per
dire tali parole o non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i
quali presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro
urina con voi?». [13]Il gran coppiere allora si alzò e gridò in ebraico:
«Udite le parole del gran re, del re di Assiria. [14]Dice il re: Non vi
inganni Ezechia, poiché egli non potrà salvarvi. [15]Ezechia non vi induca a
confidare nel Signore dicendo: Certo, il Signore ci libererà; questa città
non sarà messa nelle mani del re di Assiria. [16]Non date ascolto a Ezechia,
poiché così dice il re di Assiria: Fate la pace con me e arrendetevi; allora
ognuno potrà mangiare i frutti della propria vigna e del proprio fico e
ognuno potrà bere l'acqua della sua cisterna, [17]finché io non venga per
condurvi in un paese come il vostro, paese di frumento e di mosto, di pane e
di vigne. [18]Non vi illuda Ezechia dicendovi: Il Signore ci libererà. Gli
dei delle nazioni hanno forse liberato ognuno il proprio paese dalla mano del
re di Assiria? [19]Dove sono gli dei di Amat e di Arpad? Dove sono gli dei di
Sefarvàim? Hanno essi forse liberato Samaria dalla mia mano? [20]Quali mai,
fra tutti gli dei di quelle regioni, hanno liberato il loro paese dalla mia
mano? Potrà forse il Signore liberare Gerusalemme dalla mia
mano?». [21]Quelli tacquero e non gli risposero neppure una parola, perché
l'ordine del re era: «Non rispondetegli». [22]Eliakìm figlio di Chelkìa,
il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e Ioach figlio di Asaf, l'archivista, si
presentarono a Ezechia con le vesti stracciate e gli riferirono le parole del
gran coppiere. Isaia - Capitolo 37 [1]Quando udì, il re Ezechia si
stracciò le vesti, si ricoprì di sacco e andò nel tempio del Signore.
[2]Quindi mandò Eliakìm il maggiordomo, Sebnà lo scrivano e gli anziani dei
sacerdoti ricoperti di sacco dal profeta Isaia figlio di Amoz, [3]perché gli
dicessero: «Così dice Ezechia: Giorno di angoscia, di castigo e di vergogna è
questo, perché i figli sono arrivati fino al punto di nascere, ma manca la
forza per partorire. [4]Spero che il Signore tuo Dio, udite le parole del
gran coppiere che il re di Assiria suo signore ha mandato per insultare il
Dio vivente lo voglia castigare per le parole che il Signore tuo Dio ha
udito. Innalza ora una preghiera per quel resto che ancora rimane in
vita». [5]Così andarono i ministri del re Ezechia da Isaia. [6]Disse loro
Isaia: «Riferite al vostro padrone: Dice il Signore: Non temere per le parole
che hai udite e con le quali i ministri del re di Assiria mi hanno
ingiuriato. [7]Ecco io infonderò in lui uno spirito tale che egli, appena
udrà una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese io lo farò cadere
di spada». Ritorno del gran coppiere [8]Ritornato il gran coppiere,
trovò il re di Assiria che assaliva Libna. Egli, infatti, aveva udito che si
era allontanato da Lachis. Secondo racconto dell'intervento di
Sennàcherib [9]Appena Sennàcherib sentì dire riguardo a Tiràka, re di
Etiopia: «E' uscito per muoverti guerra»; inviò di nuovo messaggeri a Ezechia
per dirgli: [10]«Direte così a Ezechia, re di Giuda: Non ti illuda il tuo
Dio, in cui confidi, dicendoti: Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani
del re di Assiria; [11]ecco tu sai quanto hanno fatto i re di Assiria in
tutti i paesi che hanno votato alla distruzione; soltanto tu ti salveresti?
[12]Gli dei delle nazioni che i miei padri hanno devastate hanno forse
salvato quelli di Gozan, di Carran, di Rezef e la gente di Eden in Telassàr?
[13]Dove sono il re di Amat e il re di Arpad e il re della città di
Sefarvàim, di Enà e di Ivvà?». [14]Ezechia prese la lettera dalla mano dei
messaggeri, la lesse, quindi salì al tempio del Signore. Ezechia, spiegato lo
scritto davanti al Signore, [15]lo pregò: [16]«Signore degli eserciti, Dio di
Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della
terra; tu hai fatto i cieli e la terra. [17]Porgi, Signore, l'orecchio e
ascolta; apri, Signore, gli occhi e guarda; ascolta tutte le parole che
Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. [18]E' vero,
Signore, i re di Assiria hanno devastato tutte le nazioni e i loro territori;
[19]hanno gettato i loro dei nel fuoco; quelli però non erano dei, ma solo
lavoro delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti. [20]Ma
ora, Signore nostro Dio, liberaci dalla sua mano perché sappiano tutti i
regni della terra che tu sei il Signore, il solo Dio». Intervento di
Isaia [21]Allora Isaia, figlio di Amoz mandò a dire a Ezechia: «Così dice
il Signore, Dio di Israele: Ho udito quanto hai chiesto nella tua
preghiera riguardo a Sennàcherib re di Assiria. [22]Questa è la sentenza che
il Signore ha pronunciato contro di lui: Ti disprezza, ti deride la
vergine figlia di Sion. Dietro a te scuote il capo la figlia di
Gerusalemme. [23]Chi hai insultato e schernito? Contro chi hai alzato la
voce e hai elevato, superbo, gli occhi tuoi? Contro il Santo di
Israele! [24]Per mezzo dei tuoi ministri hai insultato il Signore e hai
detto: «Con la moltitudine dei miei carri sono salito in cima ai
monti, sugli estremi gioghi del Libano, ne ho reciso i cedri più
alti, i suoi cipressi migliori; sono penetrato nel suo angolo più
remoto, nella sua foresta lussureggiante. [25]Io ho scavato e
bevuto acque straniere, ho fatto inaridire con la pianta dei miei
piedi tutti i torrenti dell'Egitto». [26]Non l'hai forse sentito
dire? Da tempo ho preparato questo, dai giorni antichi io l'ho
progettato; ora lo pongo in atto. Era deciso che tu riducessi in mucchi di
rovine le fortezze; [27]i loro abitanti impotenti erano spaventati e
confusi, erano come l'erba dei campi, come tenera verzura, come l'erba
dei tetti, bruciata dal vento d'oriente. [28]Io so quando ti alzi o ti
metti a sedere, io ti conosco sia che tu esca sia che rientri. [29]Poiché
tu infuri contro di me e la tua insolenza è salita ai miei orecchi, ti
metterò il mio anello nelle narici e il mio morso alle labbra; ti farò
tornare per la strada per cui sei venuto. Il segno di Ezechia [30]Questo
ti serva da segno: si mangerà quest'anno ciò che nascerà dai semi
caduti, nell'anno prossimo quanto crescerà da sé, ma nel terzo anno
seminerete e mieterete, pianterete vigne e ne mangerete il frutto. [31]Ciò
che scamperà della casa di Giuda continuerà a mettere radici in basso e a
fruttificare in alto. [32]Poiché da Gerusalemme uscirà un resto, dei
superstiti dal monte Sion. Questo farà lo zelo del Signore degli
eserciti. Oracolo sull'Assiria [33]Pertanto dice il Signore contro il re
di Assiria: Non entrerà in questa città né vi lancerà una freccia, non
l'affronterà con gli scudi né innalzerà contro di essa un
terrapieno. [34]Ritornerà per la strada per cui è venuto; non entrerà in
questa città. Oracolo del Signore: [35]Io proteggerò questa città e la
salverò, per riguardo a me stesso e al mio servo Davide. Castigo di
Sennàcherib [36]Ora l'angelo del Signore scese e percosse nell'accampamento
degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i superstiti si alzarono al
mattino, ecco erano tutti cadaveri. [37]Sennàcherib re di Assiria levò le
tende e partì; tornato a Ninive, rimase colà. [38]Ora, mentre egli era
prostrato in venerazione nel tempio di Nisrok suo dio, i suoi figli
Adram-Mèlech e Zarèzer lo uccisero di spada, mettendosi quindi al sicuro nel
paese di Ararat. Assarhàddon suo figlio regnò al suo posto. Isaia -
Capitolo 38 Malattia e guarigione di Ezechia [1]In quei giorni Ezechia si
ammalò gravemente. Il profeta Isaia figlio di Amoz si recò da lui e gli
parlò: «Dice il Signore: Disponi riguardo alle cose della tua casa, perché
morirai e non guarirai». [2]Ezechia allora voltò la faccia verso la parete
e pregò il Signore. [3]Egli disse: «Signore, ricordati che ho passato la vita
dinanzi a te con fedeltà e con cuore sincero e ho compiuto ciò che era
gradito ai tuoi occhi». Ezechia pianse molto. [4]Allora la parola del
Signore fu rivolta a Isaia: [5]«Và e riferisci a Ezechia: Dice il Signore Dio
di Davide tuo padre: Ho ascoltato la tua preghiera e ho visto le tue lacrime;
ecco io aggiungerò alla tua vita quindici anni. [6]Libererò te e questa città
dalla mano del re di Assiria; proteggerò questa città. [7]Da parte del
Signore questo ti sia come segno che egli manterrà la promessa che ti ha
fatto. [8]Ecco, io faccio tornare indietro di dieci gradi l'ombra sulla
meridiana, che è gia scesa con il sole sull'orologio di Acaz». E il sole
retrocesse di dieci gradi sulla scala che aveva disceso. Cantico di
Ezechia [9]Cantico di Ezechia re di Giuda, quando cadde malato e guarì
dalla malattia. [10]Io dicevo: «A metà della mia vita me ne vado alle
porte degli inferi; sono privato del resto dei miei anni». [11]Dicevo:
«Non vedrò più il Signore sulla terra dei viventi, non vedrò più
nessuno fra gli abitanti di questo mondo. [12]La mia tenda è stata divelta
e gettata lontano da me, come una tenda di pastori. Come un tessitore hai
arrotolato la mia vita, mi recidi dall'ordito. In un giorno e una notte mi
conduci alla fine». [13]Io ho gridato fino al mattino. Come un leone, così
egli stritola tutte le mie ossa. [14]Come una rondine io pigolo, gemo
come una colomba. Sono stanchi i miei occhi di guardare in alto. Signore,
io sono oppresso; proteggimi. [15]Che dirò? Sto in pena poiché è lui che
mi ha fatto questo. Il sonno si è allontanato da me per l'amarezza
dell'anima mia. [16]Signore, in te spera il mio cuore; si ravvivi il mio
spirito. Guariscimi e rendimi la vita. [17]Ecco, la mia infermità si è
cambiata in salute! Tu hai preservato la mia vita dalla fossa della
distruzione, perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i miei
peccati. [18]Poiché non gli inferi ti lodano, né la morte ti canta
inni; quanti scendono nella fossa non sperano nella tua fedeltà. [19]Il
vivente, il vivente ti rende grazie come io oggi faccio. Il padre farà
conoscere ai figli la tua fedeltà. [20]Il Signore si è degnato di
aiutarmi; per questo canteremo sulle cetre tutti i giorni della nostra
vita, canteremo nel tempio del Signore. [21]Isaia disse: «Si prenda un
impiastro di fichi e si applichi sulla ferita, così guarirà». [22]Ezechia
disse: «Qual è il segno per cui io entrerò nel tempio?». Isaia - Capitolo
39 Ambasciata babilonese [1]In quel tempo Merodach-Bàladan figlio di
Bàladan, re di Babilonia, mandò lettere e doni a Ezechia, perché aveva udito
che era stato malato ed era guarito. [2]Ezechia se ne rallegrò e mostrò agli
inviati la stanza del tesoro, l'argento e l'oro, gli aromi e gli unguenti
preziosi, tutto il suo arsenale e quanto si trovava nei suoi magazzini; non
ci fu nulla che Ezechia non mostrasse loro nella reggia e in tutto il
regno. [3]Allora il profeta Isaia si presentò al re Ezechia e gli domandò:
«Che hanno detto quegli uomini e da dove sono venuti a te?». Ezechia
rispose: «Sono venuti a me da una regione lontana, da Babilonia». [4]Isaia
disse ancora: «Che hanno visto nella tua reggia?». Ezechia rispose: «Hanno
visto quanto si trova nella mia reggia, non c'è cosa alcuna nei miei
magazzini che io non abbia mostrata loro». [5]Allora Isaia disse a
Ezechia: «Ascolta la parola del Signore degli eserciti: [6]Ecco, verranno
giorni nei quali tutto ciò che si trova nella tua reggia e ciò che hanno
accumulato i tuoi antenati fino a oggi sarà portato a Babilonia; non vi
resterà nulla, dice il Signore. [7]Prenderanno i figli che da te saranno
usciti e che tu avrai generati, per farne eunuchi nella reggia di Babilonia».
[8]Ezechia disse a Isaia: «Buona è la parola del Signore, che mi hai
riferita». Egli pensava: «Per lo meno vi saranno pace e sicurezza nei miei
giorni». Isaia - Capitolo 40 II. LIBRO DELLA CONSOLAZIONE DI
ISRAELE Annuncio della liberazione [1]«Consolate, consolate il mio
popolo, dice il vostro Dio. [2]Parlate al cuore di Gerusalemme e
gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua
iniquità, perché ha ricevuto dalla mano del Signore doppio castigo per
tutti i suoi peccati». [3]Una voce grida: «Nel deserto preparate la via
al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. [4]Ogni
valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno
accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. [5]Allora
si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà, poiché la bocca
del Signore ha parlato». [6]Una voce dice: «Grida» e io rispondo: «Che
dovrò gridare?». Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria è come un
fiore del campo. [7]Secca l'erba, il fiore appassisce quando il soffio del
Signore spira su di essi. [8]Secca l'erba, appassisce il fiore, ma la
parola del nostro Dio dura sempre. Veramente il popolo è come
l'erba. [9]Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in
Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in
Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda: «Ecco
il vostro Dio! [10]Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio
egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e i suoi trofei lo
precedono. [11]Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo
braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le
pecore madri». La grandezza divina [12]Chi ha misurato con il cavo della
mano le acque del mare e ha calcolato l'estensione dei cieli con il
palmo? Chi ha misurato con il moggio la polvere della terra, ha pesato con
la stadera le montagne e i colli con la bilancia? [13]Chi ha diretto lo
spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti? [14]A
chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse e gli insegnasse il sentiero
della giustizia e lo ammaestrasse nella scienza e gli rivelasse la via
della prudenza? [15]Ecco, le nazioni son come una goccia da un
secchio, contano come il pulviscolo sulla bilancia; ecco, le isole pesano
quanto un granello di polvere. [16]Il Libano non basterebbe per accendere il
rogo, né le sue bestie per l'olocausto. [17]Tutte le nazioni sono come un
nulla davanti a lui, come niente e vanità sono da lui ritenute. [18]A chi
potreste paragonare Dio e quale immagine mettergli a confronto? [19]Il
fabbro fonde l'idolo, l'orafo lo riveste di oro e fonde catenelle
d'argento. (41,6)Si aiutano l'un l'altro; uno dice al compagno:
«Coraggio!». Il fabbro incoraggia l'orafo; (41,7)chi leviga con il
martello incoraggia chi batte l'incudine, dicendo della saldatura: «Va
bene» e fissa l'idolo con chiodi perché non si muova. [20]Chi ha poco da
offrire sceglie un legno che non marcisce; si cerca un artista
abile, perché gli faccia una statua che non si muova. [21]Non lo sapete
forse? Non lo avete udito? Non vi fu forse annunziato dal principio? Non
avete capito le fondamenta della terra? [22]Egli siede sopra la volta del
mondo, da dove gli abitanti sembrano cavallette. Egli stende il cielo come
un velo, lo spiega come una tenda dove abitare; [23]egli riduce a nulla i
potenti e annienta i signori della terra. [24]Sono appena piantati, appena
seminati, appena i loro steli hanno messo radici nella terra, egli soffia
su di loro ed essi seccano e l'uragano li strappa via come paglia. [25]«A
chi potreste paragonarmi quasi che io gli sia pari?» dice il
Santo. [26]Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato quegli
astri? Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e li chiama tutti
per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca
alcuno. [27]Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti: «La mia sorte
è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio?». [28]Non
lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di
tutta la terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è
inscrutabile. [29]Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo
spossato. [30]Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti
inciampano e cadono; [31]ma quanti sperano nel Signore riacquistano
forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano
senza stancarsi. Isaia - Capitolo 41 Ciro strumento del
Signore [1]Ascoltatemi in silenzio, isole, e voi, nazioni, badate alla mia
sfida! Si accostino e parlino; raduniamoci insieme in giudizio. [2]Chi
ha suscitato dall'oriente colui che chiama la vittoria sui suoi passi? Chi
gli ha consegnato i popoli e assoggettato i re? La sua spada li riduce in
polvere e il suo arco come paglia dispersa dal vento. [3]Li insegue e
passa oltre, sicuro; sfiora appena la strada con i piedi. [4]Chi ha
operato e realizzato questo, chiamando le generazioni fin dal
principio? Io, il Signore, sono il primo e io stesso sono con gli
ultimi. [5]Le isole vedono e ne hanno timore; tremano le estremità della
terra, insieme si avvicinano e vengono. Israele scelto e protetto dal
Signore [8]Ma tu, Israele mio servo, tu Giacobbe, che ho
scelto, discendente di Abramo mio amico, [9]sei tu che io ho preso
dall'estremità della terra e ho chiamato dalle regioni più lontane e ti ho
detto: «Mio servo tu sei ti ho scelto, non ti ho rigettato». [10]Non
temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo
Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra
vittoriosa. [11]Ecco, saranno svergognati e confusi quanti s'infuriavano
contro di te; saranno ridotti a nulla e periranno gli uomini che si
opponevano a te. [12]Cercherai, ma non troverai, coloro che litigavano con
te; saranno ridotti a nulla, a zero, coloro che ti muovevano
guerra. [13]Poiché io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la
destra e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto». [14]Non temere,
vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele; io vengo in tuo aiuto -
oracolo del Signore- tuo redentore è il Santo di Israele. [15]Ecco, ti
rendo come una trebbia acuminata, nuova, munita di molte punte; tu
trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula. [16]Li
vaglierai e il vento li porterà via, il turbine li disperderà. Tu, invece,
gioirai nel Signore, ti vanterai del Santo di Israele. [17]I miseri e i
poveri cercano acqua ma non ce n'è, la loro lingua è riarsa per la
sete; io, il Signore, li ascolterò; io, Dio di Israele, non li
abbandonerò. [18]Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo
alle valli; cambierò il deserto in un lago d'acqua, la terra arida in
sorgenti. [19]Pianterò cedri nel deserto, acacie, mirti e ulivi; porrò
nella steppa cipressi, olmi insieme con abeti; [20]perché vedano e
sappiano, considerino e comprendano a un tempo che questo ha fatto la mano
del Signore, lo ha creato il Santo di Israele. Nullità degli
idoli [21]Presentate la vostra causa, dice il Signore, portate le vostre
prove, dice il re di Giacobbe. [22]Vengano avanti e ci annunzino ciò che
dovrà accadere. Narrate quali furono le cose passate, sicché noi possiamo
riflettervi. Oppure fateci udire le cose future, così che possiamo sapere
quello che verrà dopo. [23]Annunziate quanto avverrà nel futuro e noi
riconosceremo che siete dei. Sì, fate il bene oppure il male e lo
sentiremo e lo vedremo insieme. [24]Ecco, voi siete un nulla, il vostro
lavoro non vale niente, è abominevole chi vi sceglie. [25]Io ho suscitato
uno dal settentrione ed è venuto, dal luogo dove sorge il sole l'ho chiamato
per nome; egli calpesterà i potenti come creta, come un vasaio schiaccia
l'argilla. [26]Chi lo ha predetto dal principio, perché noi lo
sapessimo, chi dall'antichità, così che dicessimo: «E' vero»? Nessuno lo
ha predetto, nessuno lo ha fatto sentire, nessuno ha udito le vostre
parole. [27]Per primo io l'ho annunziato a Sion e a Gerusalemme ho inviato
un messaggero di cose liete. [28]Guardai ma non c'era nessuno, tra costoro
nessuno era capace di consigliare; nessuno da interrogare per averne una
risposta. [29]Ecco, tutti costoro sono niente; nulla sono le opere loro,
vento e vuoto i loro idoli. Isaia - Capitolo 42 Primo canto del servo del
Signore [1]Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi
compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto
alle nazioni. [2]Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza
la sua voce, [3]non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno
stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; [4]non
verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla
terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. [5]Così dice il
Signore Dio che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che
vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l'alito a quanti
camminano su di essa: [6]«Io, il Signore, ti ho chiamato per la
giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza
del popolo e luce delle nazioni, [7]perché tu apra gli occhi ai
ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro
che abitano nelle tenebre. [8]Io sono il Signore: questo è il mio
nome; non cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli
idoli. [9]I primi fatti, ecco, sono avvenuti e i nuovi io
preannunzio; prima che spuntino, ve li faccio sentire». Inno di
vittoria [10]Cantate al Signore un canto nuovo, lode a lui fino
all'estremità della terra; lo celebri il mare con quanto esso contiene, le
isole con i loro abitanti. [11]Esulti il deserto con le sue
città, esultino i villaggi dove abitano quelli di Kedàr; acclamino gli
abitanti di Sela, dalla cima dei monti alzino grida. [12]Diano gloria al
Signore e il suo onore divulghino nelle isole. [13]Il Signore avanza come
un prode, come un guerriero eccita il suo ardore; grida, lancia urla di
guerra, si mostra forte contro i suoi nemici. [14]Per molto tempo, ho
taciuto, ho fatto silenzio, mi sono contenuto; ora griderò come una
partoriente, mi affannerò e sbufferò insieme. [15]Renderò aridi monti e
colli, farò seccare tutta la loro erba; trasformerò i fiumi in stagni e
gli stagni farò inaridire. [16]Farò camminare i ciechi per vie che non
conoscono, li guiderò per sentieri sconosciuti; trasformerò davanti a loro
le tenebre in luce, i luoghi aspri in pianura. Tali cose io ho fatto e non
cesserò di farle. [17]Retrocedono pieni di vergogna quanti sperano in un
idolo, quanti dicono alle statue: «Voi siete i nostri dei». L'accecamento
di Israele [18]Sordi, ascoltate, ciechi, volgete lo sguardo per
vedere. [19]Chi è cieco, se non il mio servo? Chi è sordo come colui al
quale io mandavo araldi? Chi è cieco come il mio privilegiato? Chi è sordo
come il servo del Signore? [20]Hai visto molte cose, ma senza farvi
attenzione, hai aperto gli orecchi, ma senza sentire. [21]Il Signore si
compiacque, per amore della sua giustizia, di dare una legge grande e
gloriosa. [22]Eppure questo è un popolo saccheggiato e spogliato; sono
tutti presi con il laccio nelle caverne, sono rinchiusi in
prigioni. Furono saccheggiati e nessuno li liberava; furono spogliati, e
nessuno diceva: «Restituisci». [23]Chi fra di voi porge l'orecchio a
ciò, vi fa attenzione e ascolta per il futuro? [24]Chi abbandonò Giacobbe
al saccheggio, Israele ai predoni? Non è stato forse il Signore contro cui
peccarono, per le cui vie non vollero camminare, la cui legge non
osservarono? [25]Egli, perciò, ha riversato su di esso la sua ira ardente
e la violenza della guerra. L'ira divina lo ha avvolto nelle sue
fiamme senza che egli se ne accorgesse, lo ha bruciato, senza che vi
facesse attenzione. Isaia - Capitolo 43 Dio protettore e liberatore di
Israele [1]Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti
ha plasmato, o Israele: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho
chiamato per nome: tu mi appartieni. [2]Se dovrai attraversare le acque, sarò
con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco,
non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare; [3]poiché io sono il
Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore. Io do l'Egitto
come prezzo per il tuo riscatto, l'Etiopia e Seba al tuo posto. [4]Perché
tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo, do
uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita. [5]Non temere,
perché io sono con te; dall'oriente farò venire la tua
stirpe, dall'occidente io ti radunerò. [6]Dirò al settentrione:
Restituisci, e al mezzogiorno: Non trattenere; fà tornare i miei figli da
lontano e le mie figlie dall'estremità della terra, [7]quelli che portano
il mio nome e che per la mia gloria ho creato e formato e anche
compiuto». Il Signore è l'unico Dio [8]«Fà uscire il popolo cieco, che
pure ha occhi, i sordi, che pure hanno orecchi. [9]Si radunino insieme
tutti i popoli e si raccolgano le nazioni. Chi può annunziare questo tra
di loro e farci udire le cose passate? Presentino i loro testimoni e
avranno ragione, ce li facciano udire e avranno detto la verità. [10]Voi
siete i miei testimoni - oracolo del Signore - miei servi, che io mi sono
scelto perché mi conosciate e crediate in me e comprendiate che sono
io. Prima di me non fu formato alcun dio né dopo ce ne sarà. [11]Io, io
sono il Signore, fuori di me non v'è salvatore. [12]Io ho predetto e ho
salvato, mi son fatto sentire e non c'era tra voi alcun dio
straniero. Voi siete miei testimoni - oracolo del Signore - e io sono
Dio, [13]sempre il medesimo dall'eternità. Nessuno può sottrarre nulla al
mio potere; chi può cambiare quanto io faccio?». Contro
Babilonia [14]Così dice il Signore vostro redentore, il Santo di
Israele: «Per amor vostro l'ho mandato contro Babilonia e farò scendere
tutte le loro spranghe, e quanto ai Caldei muterò i loro clamori in
lutto. [15]Io sono il Signore, il vostro Santo, il creatore di Israele, il
vostro re». I prodigi del nuovo esodo [16]Così dice il Signore che offrì
una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti [17]che fece
uscire carri e cavalli, esercito ed eroi insieme; essi giacciono morti:
mai più si rialzeranno; si spensero come un lucignolo, sono
estinti. [18]Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose
antiche! [19]Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne
accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella
steppa. [20]Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e
struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per
dissetare il mio popolo, il mio eletto. [21]Il popolo che io ho plasmato per
me celebrerà le mie lodi. L'ingratitudine di Israele [22]Invece tu non
mi hai invocato, o Giacobbe; anzi ti sei stancato di me, o
Israele. [23]Non mi hai portato neppure un agnello per l'olocausto, non mi
hai onorato con i tuoi sacrifici. Io non ti ho molestato con richieste di
offerte, né ti ho stancato esigendo incenso. [24]Non mi hai acquistato con
denaro la cannella, né mi hai saziato con il grasso dei tuoi sacrifici. Ma
tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue
iniquità. [25]Io, io cancello i tuoi misfatti, per riguardo a me non
ricordo più i tuoi peccati. [26]Fammi ricordare, discutiamo insieme; parla
tu per giustificarti. [27]Il tuo primo padre peccò, i tuoi intermediari mi
furono ribelli. [28]I tuoi principi hanno profanato il mio santuario; per
questo ho votato Giacobbe alla esecrazione, Israele alle ingiurie. Isaia -
Capitolo 44 Benedizione di Israele [1]Ora ascolta, Giacobbe mio
servo, Israele da me eletto. [2]Così dice il Signore che ti ha
fatto, che ti ha formato dal seno materno e ti aiuta: «Non temere,
Giacobbe mio servo, Iesurùn da me eletto, [3]poiché io farò scorrere acqua
sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Spanderò il mio spirito
sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri; [4]cresceranno
come erba in mezzo all'acqua, come salici lungo acque correnti. [5]Questi
dirà: Io appartengo al Signore, quegli si chiamerà Giacobbe; altri
scriverà sulla mano: Del Signore, e verrà designato con il nome di
Israele». Non c'è altro Dio [6]Così dice il re di Israele, il suo
redentore, il Signore degli eserciti: «Io sono il primo e io
l'ultimo; fuori di me non vi sono dei. [7]Chi è come me? Si faccia avanti
e lo proclami, lo riveli di presenza e me lo esponga. Chi ha reso noto il
futuro dal tempo antico? Ci annunzi ciò che succederà. [8]Non siate
ansiosi e non temete: non forse gia da molto tempo te l'ho fatto intendere
e rivelato? Voi siete miei testimoni: C'è forse un dio fuori di me o una
roccia che io non conosca?». Nullità degli idoli [9]I fabbricatori di
idoli sono tutti vanità e le loro opere preziose non giovano a nulla; ma i
loro devoti non vedono né capiscono affatto e perciò saranno coperti di
vergogna. [10]Chi fabbrica un dio e fonde un idolo senza cercarne un
vantaggio? [11]Ecco, tutti i suoi seguaci saranno svergognati; gli stessi
artefici non sono che uomini. Si radunino pure e si presentino tutti; saranno
spaventati e confusi insieme. [12]Il fabbro lavora il ferro di una scure, lo
elabora sulle braci e gli dà forma con martelli, lo rifinisce con braccio
vigoroso; soffre persino la fame, la forza gli viene meno; non beve acqua ed
è spossato. [13]Il falegname stende il regolo, disegna l'immagine con il
gesso; la lavora con scalpelli, misura con il compasso, riproducendo una
forma umana, una bella figura d'uomo da mettere in un tempio. [14]Egli si
taglia cedri, prende un cipresso o una quercia che lascia cre-scere robusta
nella selva; pianta un frassino che la pioggia farà crescere. [15]Tutto
ciò diventa per l'uomo legna da bruciare; ne prende una parte e si riscalda o
anche accende il forno per cuocervi il pane o ne fa persino un idolo e lo
adora, ne forma una statua e la venera. [16]Una metà la brucia al fuoco,
sulla brace arrostisce la carne, poi mangia l'arrosto e si sazia. Ugualmente
si scalda e dice: «Mi riscaldo; mi godo il fuoco». [17]Con il resto fa un
dio, il suo idolo; lo venera, lo adora e lo prega: «Salvami, perché sei il
mio dio!». [18]Non sanno né comprendono; una patina impedisce agli occhi loro
di vedere e al loro cuore di capire. [19]Essi non riflettono, non hanno
scienza e intelligenza per dire: «Ho bruciato nel fuoco una parte, sulle sue
braci ho cotto perfino il pane e arrostito la carne che ho mangiato; col
residuo farò un idolo abominevole? Mi prostrerò dinanzi ad un pezzo di
legno?». [20]Si pasce di cenere, ha un cuore illuso che lo travia; egli non
sa liberarsene e dire: «Ciò che tengo in mano non è forse falso?». Fedeltà
al Signore [21]Ricorda tali cose, o Giacobbe, o Israele, poiché sei mio
servo. Io ti ho formato, mio servo sei tu; Israele, non sarai dimenticato
da me. [22]Ho dissipato come nube le tue iniquità e i tuoi peccati come
una nuvola. Ritorna a me, poiché io ti ho redento. [23]Esultate, cieli,
poiché il Signore ha agito; giubilate, profondità della terra! Gridate di
gioia, o monti, o selve con tutti i vostri alberi, perché il Signore ha
riscattato Giacobbe, in Israele ha manifestato la sua gloria. Dio creatore
del mondo e Signore della storia [24]Dice il Signore, che ti ha
riscattato e ti ha formato fino dal seno materno: «Sono io, il Signore,
che ho fatto tutto, che ho spiegato i cieli da solo, ho disteso la terra;
chi era con me? [25]Io svento i presagi degli indovini, dimostro folli i
maghi, costringo i sapienti a ritrattarsi e trasformo in follia la loro
scienza; [26]confermo la parola dei suoi servi, compio i disegni dei suoi
messaggeri. Io dico a Gerusalemme: Sarai abitata, e alle città di Giuda:
Sarete riedificate e ne restaurerò le rovine. [27]Io dico all'oceano:
Prosciugati! Faccio inaridire i tuoi fiumi. [28]Io dico a Ciro: Mio
pastore; ed egli soddisferà tutti i miei desideri, dicendo a Gerusalemme:
Sarai riedificata; e al tempio: Sarai riedificato dalle fondamenta». Isaia
- Capitolo 45 Ciro strumento di Dio [1]Dice il Signore del suo eletto, di
Ciro: «Io l'ho preso per la destra, per abbattere davanti a lui le
nazioni, per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, per aprire davanti a
lui i battenti delle porte e nessun portone rimarrà chiuso. [2]Io marcerò
davanti a te; spianerò le asperità del terreno, spezzerò le porte di
bronzo, romperò le spranghe di ferro. [3]Ti consegnerò tesori
nascosti e le ricchezze ben celate, perché tu sappia che io sono il
Signore, Dio di Israele, che ti chiamo per nome. [4]Per amore di Giacobbe
mio servo e di Israele mio eletto io ti ho chiamato per nome, ti ho
dato un titolo sebbene tu non mi conosca. [5]Io sono il Signore e non v'è
alcun altro; fuori di me non c'è dio; ti renderò spedito nell'agire, anche
se tu non mi conosci, [6]perché sappiano dall'oriente fino
all'occidente che non esiste dio fuori di me. Io sono il Signore e non v'è
alcun altro. [7]Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e
provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto
questo. Preghiera [8]Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano
piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli
insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo». Potere
sovrano del Signore [9]Potrà forse discutere con chi lo ha plasmato un
vaso fra altri vasi di argilla? Dirà forse la creta al vasaio: «Che
fai?» oppure: «La tua opera non ha manichi»? [10]Chi oserà dire a un
padre: «Che cosa generi?» o a una donna: «Che cosa partorisci?». [11]Dice
il Signore, il Santo di Israele, che lo ha plasmato: «Volete interrogarmi
sul futuro dei miei figli e darmi ordini sul lavoro delle mie mani? [12]Io
ho fatto la terra e su di essa ho creato l'uomo; io con le mani ho disteso i
cieli e do ordini a tutte le loro schiere. [13]Io l'ho stimolato per la
giustizia; spianerò tutte le sue vie. Egli ricostruirà la mia città e
rimanderà i miei deportati, senza denaro e senza regali», dice il Signore
degli eserciti. Conversione dei popoli pagani [14]Così dice il
Signore: «Le ricchezze d'Egitto e le merci dell'Etiopia e i Sabei
dall'alta statura passeranno a te, saranno tuoi; ti seguiranno in
catene, si prostreranno davanti a te, ti diranno supplicanti: Solo in
te è Dio; non ce n'è altri; non esistono altri dei. [15]Veramente tu sei
un Dio nascosto, Dio di Israele, salvatore. [16]Saranno confusi e
svergognati quanti s'infuriano contro di lui; se ne andranno con
ignominia i fabbricanti di idoli. [17]Israele sarà salvato dal
Signore con salvezza perenne. Non patirete confusione o vergogna per i
secoli eterni». [18]Poiché così dice il Signore, che ha creato i
cieli; egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l'ha resa
stabile e l'ha creata non come orrida regione, ma l'ha plasmata perché
fosse abitata: «Io sono il Signore; non ce n'è altri. [19]Io non ho
parlato in segreto, in un luogo d'una terra tenebrosa. Non ho detto alla
discendenza di Giacobbe: Cercatemi in un'orrida regione! Io sono il
Signore, che parlo con giustizia, che annunzio cose rette. Dio, Signore di
tutto l'universo [20]Radunatevi e venite, avvicinatevi tutti
insieme, superstiti delle nazioni! Non hanno intelligenza coloro che
portano un loro legno scolpito e pregano un dio che non può
salvare. [21]Manifestate e portate le prove, consigliatevi pure
insieme! Chi ha fatto sentire quelle cose da molto tempo e predetto ciò
fin da allora? Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c'è altro
Dio; Dio giusto e salvatore non c'è fuori di me. [22]Volgetevi a me e
sarete salvi, paesi tutti della terra, perché io sono Dio; non ce n'è
altri. [23]Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la verità, una
parola irrevocabile: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me
giurerà ogni lingua». [24]Si dirà: «Solo nel Signore si trovano vittoria e
potenza!». Verso di lui verranno, coperti di vergogna, quanti fremevano
d'ira contro di lui. [25]Nel Signore saranno vittoriosi e si
glorieranno tutti i discendenti di Israele. Isaia - Capitolo 46 Caduta
di Babilonia [1]A terra è Bel, rovesciato è Nebo; i loro idoli sono per
gli animali e le bestie, caricati come loro fardelli, come peso
sfibrante. [2]Sono rovesciati, sono a terra insieme, non hanno potuto
salvare chi li portava ed essi stessi se ne vanno in
schiavitù. [3]Ascoltatemi, casa di Giacobbe e voi tutti, superstiti della
casa di Israele; voi, portati da me fin dal seno materno, sorretti fin
dalla nascita. [4]Fino alla vostra vecchiaia io sarò sempre lo stesso, io
vi porterò fino alla canizie. Come ho gia fatto, così io vi sosterrò, vi
porterò e vi salverò. [5]A chi mi paragonate e mi assomigliate? A chi mi
confrontate, quasi fossimo simili? [6]Traggono l'oro dal sacchetto e
pesano l'argento con la bilancia; pagano un orefice perché faccia un
dio, che poi venerano e adorano. [7]Lo sollevano sulle spalle e lo
portano, poi lo ripongono sulla sua base e sta fermo: non si muove più dal
suo posto. Ognuno lo invoca, ma non risponde; non libera nessuno dalla sua
angoscia. [8]Ricordatevelo e agite da uomini; rifletteteci, o
prevaricatori. [9]Ricordatevi i fatti del tempo antico, perché io sono Dio
e non ce n'è altri. Sono Dio, nulla è uguale a me. [10]Io dal principio
annunzio la fine e, molto prima, quanto non è stato ancora compiuto; io
che dico: «Il mio progetto resta valido, io compirò ogni mia
volontà!». [11]Io chiamo dall'oriente l'uccello da preda, da una terra
lontana l'uomo dei miei progetti. Così ho parlato e così avverrà; l'ho
progettato, così farò. [12]Ascoltatemi, voi che vi perdete di
coraggio, che siete lontani dalla giustizia. [13]Faccio avvicinare la mia
giustizia: non è lontana; la mia salvezza non tarderà. Io dispenserò in
Sion la salvezza a Israele, oggetto della mia gloria. Isaia - Capitolo
47 Lamento su Babilonia [1]Scendi e siedi sulla polvere, vergine figlia
di Babilonia. Siedi a terra, senza trono, figlia dei Caldei, poiché non
sarai più chiamata tenera e voluttuosa. [2]Prendi la mola e macina la
farina, togliti il velo, solleva i lembi della veste, scopriti le
gambe, attraversa i fiumi. [3]Si scopra la tua nudità, si mostri la tua
vergogna. «Prenderò vendetta e nessuno interverrà», [4]dice il nostro
redentore che si chiama Signore degli eserciti, il Santo di
Israele. [5]Siedi in silenzio e scivola nell'ombra, figlia dei
Caldei, perché non sarai più chiamata Signora di regni. [6]Ero adirato
contro il mio popolo, avevo lasciato profanare la mia eredità; perciò lo
misi in tuo potere, ma tu non mostrasti loro pietà; perfino sui vecchi
facesti gravare il tuo giogo pesante. [7]Tu pensavi: «Sempre io sarò
signora, sempre». Non ti sei mai curata di questi avvenimenti, non hai mai
pensato quale sarebbe stata la fine. [8]Ora ascolta questo, o voluttuosa
che te ne stavi sicura, che pensavi: «Io e nessuno fuori di me! Non
resterò vedova, non conoscerò la perdita dei figli». [9]Ma ti accadranno
queste due cose, d'improvviso, in un sol giorno; perdita dei figli e
vedovanza piomberanno su di te, nonostante la moltitudine delle tue
magie, la forza dei tuoi molti scongiuri. [10]Confidavi nella tua malizia,
dicevi: «Nessuno mi vede». La tua saggezza e il tuo sapere ti hanno
sviato. Eppure dicevi in cuor tuo: «Io e nessuno fuori di me». [11]Ti
verrà addosso una sciagura che non saprai scongiurare; ti cadrà sopra una
calamità che non potrai evitare. Su di te piomberà improvvisa una
catastrofe che non prevederai. [12]Stà pure ferma nei tuoi
incantesimi e nella moltitudine delle magie, per cui ti sei affaticata
dalla giovinezza: forse potrai giovartene, forse potrai far
paura! [13]Ti sei stancata dei tuoi molti consiglieri: si presentino e ti
salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti
pronosticano che cosa ti capiterà. [14]Ecco, essi sono come stoppia: il
fuoco li consuma; non salveranno se stessi dal potere delle fiamme. Non ci
sarà bracia per scaldarsi, né fuoco dinanzi al quale sedersi. [15]Così
sono diventati per te i tuoi maghi, con i quali ti sei affaticata fin dalla
giovinezza; ognuno se ne va per suo conto, nessuno ti viene in
aiuto. Isaia - Capitolo 48 Il Signore aveva predetto tutto [1]Ascoltate
ciò, casa di Giacobbe, voi che siete chiamati Israele e che traete origine
dalla stirpe di Giuda, voi che giurate nel nome del Signore e invocate il
Dio di Israele, ma senza sincerità e senza rettitudine, [2]poiché prendete
il nome dalla città santa e vi appoggiate sul Dio di Israele che si chiama
Signore degli eserciti. [3]Io avevo annunziato da tempo le cose
passate, erano uscite dalla mia bocca, le avevo fatte udire. D'improvviso
io ho agito e sono accadute. [4]Poiché sapevo che tu sei ostinato e che la
tua nuca è una sbarra di ferro e la tua fronte è di bronzo, [5]io te le
annunziai da tempo, prima che avvenissero te le feci udire, per timore che
dicessi: «Il mio idolo le ha fatte, la mia statua e il dio da me fuso le
hanno ordinate». [6]Tutto questo hai udito e visto; non vorresti
testimoniarlo? Ora ti faccio udire cose nuove e segrete che tu nemmeno
sospetti. [7]Ora sono create e non da tempo; prima di oggi tu non le avevi
udite, perché tu non dicessi: «Gia lo sapevo». [8]No, tu non le avevi mai
udite né sapute né il tuo orecchio era gia aperto da allora poiché io
sapevo che sei davvero perfido e che ti si chiama sleale fin dal seno
materno. [9]Per il mio nome rinvierò il mio sdegno, per il mio onore lo
frenerò a tuo riguardo, per non annientarti. [10]Ecco, ti ho purificato
per me come argento, ti ho provato nel crogiuolo dell'afflizione. [11]Per
riguardo a me, per riguardo a me lo faccio; come potrei lasciar profanare il
mio nome? Non cederò ad altri la mia gloria. Il Signore ha scelto
Ciro [12]Ascoltami, Giacobbe, Israele che ho chiamato: Sono io, io
solo, il primo e anche l'ultimo. [13]Sì, la mia mano ha posto le
fondamenta della terra, la mia destra ha disteso i cieli. Quando io li
chiamo, tutti insieme si presentano. [14]Radunatevi, tutti voi, e
ascoltatemi. Chi di essi ha predetto tali cose? Uno che io amo compirà il
mio volere su Babilonia e, con il suo braccio, sui Caldei. [15]Io, io ho
parlato; io l'ho chiamato, l'ho fatto venire e ho dato successo alle sue
imprese. Il destino di Israele [16]Avvicinatevi a me per udire
questo. Fin dal principio non ho parlato in segreto; dal momento in cui
questo è avvenuto io sono là. Ora il Signore Dio ha mandato me insieme con
il suo spirito. [17]Dice il Signore tuo redentore, il Santo di
Israele: «Io sono il Signore tuo Dio che ti insegno per il tuo
bene, che ti guido per la strada su cui devi andare. [18]Se avessi
prestato attenzione ai miei comandi, il tuo benessere sarebbe come un
fiume, la tua giustizia come le onde del mare. [19]La tua discendenza
sarebbe come la sabbia e i nati dalle tue viscere come i granelli
d'arena; non sarebbe mai radiato né cancellato il tuo nome davanti a
me». La fine dell'esilio [20]Uscite da Babilonia, fuggite dai
Caldei; annunziatelo con voce di gioia, diffondetelo, fatelo giungere
fino all'estremità della terra. Dite: «Il Signore ha riscattato il suo
servo Giacobbe». [21]Non soffrono la sete mentre li conduce per
deserti; acqua dalla roccia egli fa scaturire per essi; spacca la
roccia, sgorgano le acque. [22]Non c'è pace per i malvagi, dice il
Signore. Isaia - Capitolo 49 Secondo canto del servo del
Signore [1]Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni
lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di
mia madre ha pronunziato il mio nome. [2]Ha reso la mia bocca come spada
affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia
appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. [3]Mi ha detto: «Mio servo tu
sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». [4]Io ho risposto:
«Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma,
certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio
Dio». [5]Ora disse il Signore che mi ha plasmato suo servo dal seno
materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele, - poiché
ero stato stimato dal Signore e Dio era stato la mia forza - [6]mi disse:
«E' troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e
ricondurre i superstiti di Israele. Ma io ti renderò luce delle
nazioni perché porti la mia salvezza fino all'estremità della
terra». [7]Dice il Signore, il redentore di Israele, il suo Santo, a
colui la cui vita è disprezzata, al reietto delle nazioni, al servo dei
potenti: «I re vedranno e si alzeranno in piedi, i principi vedranno e si
prostreranno, a causa del Signore che è fedele, a causa del Santo di
Israele che ti ha scelto». La gioia del ritorno [8]Dice il Signore: «Al
tempo della misericordia ti ho ascoltato, nel giorno della salvezza ti ho
aiutato. Ti ho formato e posto come alleanza per il popolo, per far
risorgere il paese, per farti rioccupare l'eredità devastata, [9]per dire
ai prigionieri: Uscite, e a quanti sono nelle tenebre: Venite fuori. Essi
pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno
pascoli. [10]Non soffriranno né fame né sete e non li colpirà né l'arsura
né il sole, perché colui che ha pietà di loro li guiderà, li condurrà alle
sorgenti di acqua. [11]Io trasformerò i monti in strade e le mie vie
saranno elevate. [12]Ecco, questi vengono da lontano, ed ecco, quelli
vengono da mezzogiorno e da occidente e quelli dalla regione di
Assuan». [13]Giubilate, o cieli; rallegrati, o terra, gridate di gioia, o
monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha pietà dei suoi
miseri. [14]Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha
dimenticato». [15]Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da
non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si
dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. [16]Ecco, ti ho
disegnato sulle palme delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti a
me. [17]I tuoi costruttori accorrono, i tuoi distruttori e i tuoi
devastatori si allontanano da te. [18]Alza gli occhi intorno e
guarda: tutti costoro si radunano, vengono da te. «Com'è vero ch'io vivo -
oracolo del Signore- ti vestirai di tutti loro come di ornamento, te ne
ornerai come una sposa». [19]Poiché le tue rovine e le tue devastazioni e
il tuo paese desolato saranno ora troppo stretti per i tuoi
abitanti, benché siano lontani i tuoi divoratori. [20]Di nuovo ti diranno
agli orecchi i figli di cui fosti privata: «Troppo stretto è per me questo
posto; scostati, e mi accomoderò». [21]Tu penserai: «Chi mi ha generato
costoro? Io ero priva di figli e sterile; questi chi li ha
allevati? Ecco, ero rimasta sola e costoro dove erano?». [22]Così dice
il Signore Dio: «Ecco, io farò cenno con la mano ai popoli, per le nazioni
isserò il mio vessillo. Riporteranno i tuoi figli in braccio, le tue
figlie saran portate sulle spalle. [23]I re saranno i tuoi tutori, le loro
principesse tue nutrici. Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a
te, baceranno la polvere dei tuoi piedi; allora tu saprai che io sono il
Signore e che non saranno delusi quanti sperano in me». [24]Si può forse
strappare la preda al forte? Oppure può un prigioniero sfuggire al
tiranno? [25]Eppure dice il Signore: «Anche il prigioniero sarà strappato
al forte, la preda sfuggirà al tiranno. Io avverserò i tuoi
avversari; io salverò i tuoi figli. [26]Farò mangiare le loro stesse carni
ai tuoi oppressori, si ubriacheranno del proprio sangue come di
mosto. Allora ogni uomo saprà che io sono il Signore, tuo salvatore, io
il tuo redentore e il Forte di Giacobbe». Isaia - Capitolo 50 La punizione
di Israele [1]Dice il Signore: «Dov'è il documento di ripudio di vostra
madre, con cui l'ho scacciata? Oppure a quale dei miei creditori io vi ho
venduti? Ecco, per le vostre iniquità siete stati venduti, per le vostre
scelleratezze è stata scacciata vostra madre. [2]Per qual motivo non c'è
nessuno, ora che io sono venuto? Perché, ora che chiamo, nessuno
risponde? E' forse la mia mano troppo corta per riscattare oppure io non
ho la forza per liberare? Ecco, con una minaccia prosciugo il mare, faccio
dei fiumi un deserto. I loro pesci, per mancanza d'acqua, restano
all'asciutto, muoiono di sete. [3]Rivesto i cieli di oscurità, do loro
un sacco per mantello». Terzo canto del servo del Signore [4]Il Signore
Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo
sfiduciato una parola. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché
io ascolti come gli iniziati. [5]Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e
io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. [6]Ho
presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano
la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. [7]Il
Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la
mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso. [8]E' vicino
chi mi rende giustizia; chi oserà venire a contesa con me?
Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. [9]Ecco, il Signore Dio
mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? Ecco, come una veste si logorano
tutti, la tignola li divora. [10]Chi tra di voi teme il
Signore, ascolti la voce del suo servo! Colui che cammina nelle
tenebre, senza avere luce, speri nel nome del Signore, si appoggi al
suo Dio. [11]Ecco, voi tutti che accendete il fuoco, e tenete tizzoni
accesi, andate alle fiamme del vostro fuoco, tra i tizzoni che avete
acceso. Dalla mia mano vi è giunto questo; voi giacerete fra le
torture. Isaia - Capitolo 51 Elezione e benedizione di
Israele [1]Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che
cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla
cava da cui siete stati estratti. [2]Guardate ad Abramo vostro padre, a
Sara che vi ha partorito; poiché io chiamai lui solo, lo benedissi e lo
moltiplicai. [3]Davvero il Signore ha pietà di Sion, ha pietà di tutte le
sue rovine, rende il suo deserto come l'Eden, la sua steppa come il
giardino del Signore. Giubilo e gioia saranno in essa, ringraziamenti e
inni di lode! Il regno della giustizia di Dio [4]Ascoltatemi attenti, o
popoli; nazioni, porgetemi l'orecchio. Poiché da me uscirà la legge, il
mio diritto sarà luce dei popoli. [5]La mia vittoria è vicina, si
manifesterà come luce la mia salvezza; le mie braccia governeranno i
popoli. In me spereranno le isole, avranno fiducia nel mio
braccio. [6]Alzate al cielo i vostri occhi e guardate la terra di
sotto, poiché i cieli si dissolveranno come fumo, la terra si logorerà
come una veste e i suoi abitanti moriranno come larve. Ma la mia salvezza
durerà sempre, la mia giustizia non sarà annientata. [7]Ascoltatemi,
esperti della giustizia, popolo che porti nel cuore la mia legge. Non
temete l'insulto degli uomini, non vi spaventate per i loro
scherni; [8]poiché le tarme li roderanno come una veste e la tignola li
roderà come lana, ma la mia giustizia durerà per sempre, la mia salvezza
di generazione in generazione. Il risveglio del Signore [9]Svegliati,
svegliati, rivestiti di forza, o braccio del Signore. Svegliati come nei
giorni antichi, come tra le generazioni passate. Non hai tu forse fatto a
pezzi Raab, non hai trafitto il drago? [10]Forse non hai prosciugato il
mare, le acque del grande abisso e non hai fatto delle profondità del mare
una strada, perché vi passassero i redenti? [11]I riscattati dal Signore
ritorneranno e verranno in Sion con esultanza; felicità perenne sarà sul
loro capo; giubilo e felicità li seguiranno; svaniranno afflizioni e
sospiri. Il Signore è il consolatore [12]Io, io sono il tuo
consolatore. Chi sei tu perché tema uomini che muoiono e un figlio
dell'uomo che avrà la sorte dell'erba? [13]Hai dimenticato il Signore tuo
creatore, che ha disteso i cieli e gettato le fondamenta della
terra. Avevi sempre paura, tutto il giorno, davanti al furore
dell'avversario, perché egli tentava di distruggerti. Ma dove è ora il
furore dell'avversario? [14]Il prigioniero sarà presto liberato; egli non
morirà nella fossa né mancherà di pane. [15]Io sono il Signore tuo Dio, che
sconvolge il mare così che ne fremano i flutti, e si chiama Signore degli
eserciti. [16]Io ho posto le mie parole sulla tua bocca, ti ho nascosto sotto
l'ombra della mia mano, quando ho disteso i cieli e fondato la terra, e ho
detto a Sion: «Tu sei mio popolo». Il risveglio di
Gerusalemme [17]Svegliati, svegliati, alzati, Gerusalemme, che hai
bevuto dalla mano del Signore il calice della sua ira; la coppa della
vertigine hai bevuto, l'hai vuotata. [18]Nessuno la guida tra tutti i
figli che essa ha partorito; nessuno la prende per mano tra tutti i figli
che essa ha allevato. [19]Due mali ti hanno colpito, chi avrà pietà di
te? Desolazione e distruzione, fame e spada, chi ti consolerà? [20]I
tuoi figli giacciono privi di forze agli angoli di tutte le strade, come
antilope in una rete, pieni dell'ira del Signore, della minaccia del tuo
Dio. [21]Perciò ascolta anche questo, o misera, o ebbra, ma non di
vino. [22]Così dice il tuo Signore Dio, il tuo Dio che difende la causa
del suo popolo: «Ecco io ti tolgo di mano il calice della vertigine, la
coppa della mia ira; tu non lo berrai più. [23]Lo metterò in mano ai tuoi
torturatori che ti dicevano: Cùrvati che noi ti passiamo sopra. Tu facevi
del tuo dorso un suolo e come una strada per i passanti». Isaia - Capitolo
52 Liberazione di Gerusalemme [1]Svegliati, svegliati, rivestiti della
tua magnificenza, Sion; indossa le vesti più belle, Gerusalemme, città
santa; perché mai più entrerà in te il non circonciso né
l'impuro. [2]Scuotiti la polvere, alzati, Gerusalemme schiava! Sciogliti
dal collo i legami, schiava figlia di Sion! [3]Poiché dice il Signore: «Senza
prezzo foste venduti e sarete riscattati senza denaro». [4]Poiché dice il
Signore Dio: «In Egitto è sceso il mio popolo un tempo per abitarvi come
straniero; poi l'Assiro senza motivo lo ha oppresso. [5]Ora, che faccio io
qui? - oracolo del Signore - Sì, il mio popolo è stato deportato per nulla! I
suoi dominatori trionfavano - oracolo del Signore - e sempre, tutti i giorni
il mio nome è stato disprezzato. [6]Pertanto il mio popolo conoscerà il mio
nome, comprenderà in quel giorno che io dicevo: Eccomi qua». Annuncio
della salvezza [7]Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di
lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la
salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio». [8]Senti? Le tue sentinelle
alzano la voce, insieme gridano di gioia, poiché vedono con gli
occhi il ritorno del Signore in Sion. [9]Prorompete insieme in canti di
gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo
popolo, ha riscattato Gerusalemme. [10]Il Signore ha snudato il suo santo
braccio davanti a tutti i popoli; tutti i confini della terra
vedranno la salvezza del nostro Dio. [11]Fuori, fuori, uscite di
là! Non toccate niente d'impuro. Uscite da essa, purificatevi, voi che
portate gli arredi del Signore! [12]Voi non dovrete uscire in fretta né
andarvene come uno che fugge, perché davanti a voi cammina il Signore, il
Dio di Israele chiude la vostra carovana. Quarto canto del servo del
Signore [13]Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e
molto innalzato. [14]Come molti si stupirono di lui - tanto era sfigurato
per essere d'uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli
dell'uomo - [15]così si meraviglieranno di lui molte genti; i re davanti a
lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai ad essi
raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito. Isaia - Capitolo
53 [1]Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe stato
manifestato il braccio del Signore? [2]E' cresciuto come un virgulto davanti
a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né
bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui
diletto. [3]Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben
conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era
disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. [4]Eppure egli si è caricato delle
nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo
castigato, percosso da Dio e umiliato. [5]Egli è stato trafitto per i
nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà
salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati
guariti. [6]Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi
seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di
noi tutti. [7]Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua
bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai
suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. [8]Con oppressione e ingiusta
sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu
eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso
a morte. [9]Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo
tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua
bocca. [10]Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà
se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà
per mezzo suo la volontà del Signore. [11]Dopo il suo intimo tormento vedrà
la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo
giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. [12]Perciò io gli
darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha
consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre
egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. Isaia -
Capitolo 54 La rivincita di Gerusalemme [1]Esulta, o sterile che non hai
partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato
i dolori, perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata che i figli
della maritata, dice il Signore. [2]Allarga lo spazio della tua
tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le
cordicelle, rinforza i tuoi paletti, [3]poiché ti allargherai a destra e a
sinistra e la tua discendenza entrerà in possesso delle nazioni, popolerà
le città un tempo deserte. [4]Non temere, perché non dovrai più
arrossire; non vergognarti, perché non sarai più disonorata; anzi,
dimenticherai la vergogna della tua giovinezza e non ricorderai più il
disonore della tua vedovanza. [5]Poiché tuo sposo è il tuo
creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo
di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. [6]Come una donna
abbandonata e con l'animo afflitto, ti ha il Signore richiamata. Viene
forse ripudiata la donna sposata in gioventù? Dice il tuo Dio. [7]Per un
breve istante ti ho abbandonata, ma ti riprenderò con immenso amore. [8]In
un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con
affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il
Signore. [9]Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non
avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più
adirarmi con te e di non farti più minacce. [10]Anche se i monti si
spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio
affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace; dice il Signore che ti
usa misericordia. La nuova Gerusalemme [11]Afflitta, percossa dal turbine,
sconsolata, ecco io pongo sulla malachite le tue pietre e sugli zaffiri le
tue fondamenta. [12]Farò di rubini la tua merlatura, le tue porte saranno
di carbonchi, tutta la tua cinta sarà di pietre preziose. [13]Tutti i tuoi
figli saranno discepoli del Signore, grande sarà la prosperità dei tuoi
figli; [14]sarai fondata sulla giustizia. Stà lontana dall'oppressione,
perché non dovrai temere, dallo spavento, perché non ti si
accosterà. [15]Ecco, se ci sarà un attacco, non sarà da parte mia. Chi ti
attacca cadrà contro di te. [16]Ecco, io ho creato il fabbro che soffia
sul fuoco delle braci e ne trae gli strumenti per il suo lavoro, e io ho
creato anche il distruttore per devastare. [17]Nessun'arma affilata contro di
te avrà successo, farai condannare ogni lingua che si alzerà contro di te
in giudizio. Questa è la sorte dei servi del Signore, quanto spetta a loro
da parte mia. Oracolo del Signore. Isaia - Capitolo 55 Invito
finale [1]O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga
ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e
latte. [2]Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro
patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e
gusterete cibi succulenti. [3]Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate
e voi vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza eterna, i favori
assicurati a Davide. [4]Ecco l'ho costituito testimonio fra i
popoli, principe e sovrano sulle nazioni. [5]Ecco tu chiamerai gente che
non conoscevi; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano a causa del
Signore, tuo Dio, del Santo di Israele, perché egli ti ha
onorato. [6]Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è
vicino. [7]L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi
pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio
che largamente perdona. [8]Perché i miei pensieri non sono i vostri
pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del
Signore. [9]Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano
le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. [10]Come
infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza
avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta
germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da
mangiare, [11]così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non
ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza
aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. Conclusione [12]Voi dunque
partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a
voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno
le mani. [13]Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche
cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non
scomparirà. Isaia - Capitolo 56 III. TERZA PARTE DEL LIBRO DI
ISAIA Promessa agli stranieri [1]Così dice il Signore: «Osservate il
diritto e praticate la giustizia, perché prossima a venire è la mia
salvezza; la mia giustizia sta per rivelarsi». [2]Beato l'uomo che così
agisce e il figlio dell'uomo che a questo si attiene, che osserva il
sabato senza profanarlo, che preserva la sua mano da ogni male. [3]Non
dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo mi escluderà il
Signore dal suo popolo!». Non dica l'eunuco: «Ecco, io sono un albero
secco!». [4]Poiché così dice il Signore: «Agli eunuchi, che osservano i
miei sabati, preferiscono le cose di mio gradimento e restan fermi nella
mia alleanza, [5]io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un posto
e un nome migliore che ai figli e alle figlie; darò loro un nome
eterno che non sarà mai cancellato. [6]Gli stranieri, che hanno
aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per
essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano
fermi nella mia alleanza, [7]li condurrò sul mio monte santo e li colmerò
di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro
sacrifici saliranno graditi sul mio altare, perché il mio tempio si
chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli». [8]Oracolo del Signore
Dio che raduna i dispersi di Israele: «Io ancora radunerò i suoi
prigionieri, oltre quelli gia radunati». [9]Voi tutte, bestie dei
campi, venite a mangiare; voi tutte, bestie della foresta,
venite. Indegnità dei capi [10]I suoi guardiani sono tutti ciechi, non
si accorgono di nulla. Sono tutti cani muti, incapaci di
abbaiare; sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi. [11]Ma tali
cani avidi, che non sanno saziarsi, sono i pastori incapaci di
comprendere. Ognuno segue la sua via, ognuno bada al proprio interesse,
senza eccezione. [12]«Venite, io prenderò vino e ci ubriacheremo di
bevande inebrianti. Domani sarà come oggi; ce n'è una riserva molto
grande». Isaia - Capitolo 57 [1]Perisce il giusto, nessuno ci bada. I
pii sono tolti di mezzo, nessuno ci fa caso. Il giusto è tolto di mezzo a
causa del male. [2]Egli entra nella pace, riposa sul suo giaciglio chi
cammina per la via diritta. Contro l'idolatria [3]Ora, venite qui,
voi, figli della maliarda, progenie di un adultero e di una
prostituta. [4]Su chi intendete divertirvi? Contro chi allargate la
bocca e tirate fuori la lingua? Forse voi non siete figli del
peccato, prole bastarda? [5]Voi, che spasimate fra i terebinti, sotto
ogni albero verde, che sacrificate bambini nelle valli, tra i crepacci
delle rocce. [6]Tra le pietre levigate del torrente è la parte che ti
spetta: esse sono la porzione che ti è toccata. Anche ad esse hai offerto
libazioni, hai portato offerte sacrificali. E di questo dovrei forse
consolarmi? [7]Su un monte imponente ed elevato hai posto il tuo
giaciglio; anche là sei salita per fare sacrifici. [8]Dietro la porta e
gli stipiti hai posto il tuo emblema. Lontano da me hai scoperto il tuo
giaciglio, vi sei salita, lo hai allargato; hai patteggiato con
coloro con i quali amavi trescare; guardavi la mano. [9]Ti sei
presentata al re con olio, hai moltiplicato i tuoi profumi; hai inviato
lontano i tuoi messaggeri, ti sei abbassata fino agli inferi. [10]Ti sei
stancata in tante tue vie, ma non hai detto: «E' inutile». Hai trovato
come ravvivare la mano; per questo non ti senti esausta. [11]Chi hai
temuto? Di chi hai avuto paura per farti infedele? E di me non ti
ricordi, non ti curi? Non sono io che uso pazienza e chiudo un
occhio? Ma tu non hai timore di me. [12]Io divulgherò la tua
giustizia e le tue opere, che non ti saranno di vantaggio. [13]Alle tue
grida ti salvino i tuoi guadagni. Tutti se li porterà via il vento, un soffio
se li prenderà. Chi invece confida in me possederà la terra, erediterà il
mio santo monte. La salvezza per i deboli [14]Si dirà: «Spianate,
spianate, preparate la via, rimuovete gli ostacoli sulla via del mio
popolo». [15]Poiché così parla l'Alto e l'Eccelso, che ha una sede eterna
e il cui nome è santo: In un luogo eccelso e santo io dimoro, ma sono
anche con gli oppressi e gli umiliati, per ravvivare lo spirito degli
umili e rianimare il cuore degli oppressi. [16]Poiché io non voglio
discutere sempre né per sempre essere adirato; altrimenti davanti a me
verrebbe meno lo spirito e l'alito vitale che ho creato. [17]Per
l'iniquità dei suoi guadagni mi sono adirato, l'ho percosso, mi sono nascosto
e sdegnato; eppure egli, voltandosi, se n'è andato per le strade del suo
cuore. [18]Ho visto le sue vie, ma voglio sanarlo, guidarlo e offrirgli
consolazioni. E ai suoi afflitti [19]io pongo sulle labbra: «Pace, pace
ai lontani e ai vicini», dice il Signore, «io li guarirò». [20]Gli empi
sono come un mare agitato che non può calmarsi e le cui acque portan su
melma e fango. [21]Non v'è pace per gli empi, dice il mio Dio. Isaia -
Capitolo 58 Il digiuno accetto a Dio [1]Grida a squarciagola, non aver
riguardo; come una tromba alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi
delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. [2]Mi ricercano ogni
giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la
giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono
giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: [3]«Perché digiunare, se tu
non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?». Ecco, nel giorno del vostro
digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. [4]Ecco,
voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non
digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro
chiasso. [5]E' forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui
l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e
cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito
al Signore? [6]Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le
catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo? [7]Non consiste forse nel dividere il pane con
l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno
che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua
carne? [8]Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si
rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del
Signore ti seguirà. [9]Allora lo invocherai e il Signore ti
risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!». Se toglierai di
mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, [10]se
offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà
fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. [11]Ti
guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue
ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque
non inaridiscono. [12]La tua gente riedificherà le antiche
rovine, ricostruirai le fondamenta di epoche lontane. Ti chiameranno
riparatore di brecce, restauratore di case in rovina per abitarvi. Il
sabato [13]Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare
affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerando
il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in
cammino, di sbrigare affari e di contrattare, [14]allora troverai la
delizia nel Signore. Io ti farò calcare le alture della terra, ti farò
gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca del Signore ha
parlato. Isaia - Capitolo 59 Salmo penitenziale [1]Ecco non è troppo
corta la mano del Signore da non poter salvare; né tanto duro è il suo
orecchio, da non poter udire. [2]Ma le vostre iniquità hanno scavato un
abisso fra voi e il vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto
nascondere il suo volto così che non vi ascolta. [3]Le vostre palme sono
macchiate di sangue e le vostre dita di iniquità; le vostre labbra
proferiscono menzogne, la vostra lingua sussurra perversità. [4]Nessuno
muove causa con giustizia, nessuno la discute con lealtà. Si confida nel
nulla e si dice il falso, si concepisce la malizia e si genera
l'iniquità. [5]Dischiudono uova di serpenti velenosi, tessono tele di
ragno; chi mangia quelle uova morirà, e dall'uovo schiacciato esce una
vipera. [6]Le loro tele non servono per vesti, essi non si possono coprire
con i loro manufatti; le loro opere sono opere inique, il frutto di
oppressioni è nelle loro mani. [7]I loro piedi corrono al male, si
affrettano a spargere sangue innocente; i loro pensieri sono pensieri
iniqui, desolazione e distruzione sono sulle loro strade. [8]Non conoscono
la via della pace, non c'è giustizia nel loro procedere; rendono tortuosi
i loro sentieri, chiunque vi cammina non conosce la pace. [9]Per questo il
diritto si è allontanato da noi e non ci raggiunge la giustizia. Speravamo
la luce ed ecco le tenebre, lo splendore, ma dobbiamo camminare nel
buio. [10]Tastiamo come ciechi la parete, come privi di occhi camminiamo a
tastoni; inciampiamo a mezzogiorno come al crepuscolo; tra i vivi e vegeti
siamo come i morti. [11]Noi tutti urliamo come orsi, andiamo gemendo come
colombe; speravamo nel diritto ma non c'è, nella salvezza ma essa è
lontana da noi. [12]Poiché sono molti davanti a te i nostri delitti, i
nostri peccati testimoniano contro di noi; poiché i nostri delitti ci stanno
davanti e noi conosciamo le nostre iniquità: [13]prevaricare e rinnegare
il Signore, cessare di seguire il nostro Dio, parlare di oppressione e di
ribellione, concepire con il cuore e pronunciare parole false. [14]Così è
trascurato il diritto e la giustizia se ne sta lontana, la verità
incespica in piazza, la rettitudine non può entrarvi. [15]Così la verità è
abbandonata, chi disapprova il male viene spogliato. Ha visto questo il
Signore ed è male ai suoi occhi che non ci sia più diritto. [16]Egli ha
visto che non c'era alcuno, si è meravigliato perché nessuno
intercedeva. Ma lo ha soccorso il suo braccio, la sua giustizia lo ha
sostenuto. [17]Egli si è rivestito di giustizia come di una corazza, e sul
suo capo ha posto l'elmo della salvezza. Ha indossato le vesti della
vendetta, si è avvolto di zelo come di un manto. [18]Il retributore
ripagherà le azioni come si deve: con sdegno ai suoi avversari, con
vergogna ai suoi nemici. [19]In occidente vedranno il nome del Signore e
in oriente la sua gloria, perché egli verrà come un fiume
irruente, sospinto dal vento del Signore. [20]Come redentore verrà per
Sion, per quelli di Giacobbe convertiti dall'apostasia. Oracolo del
Signore. Oracolo [21]Quanto a me, ecco la mia alleanza con essi, dice il
Signore: Il mio spirito che è sopra di te e le parole che ti ho messo in
bocca non si allontaneranno dalla tua bocca né dalla bocca della tua
discendenza né dalla bocca dei discendenti dei discendenti, dice il Signore,
ora e sempre. Isaia - Capitolo 60 Splendore di Gerusalemme [1]Alzati,
rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla
sopra di te. [2]Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta
avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare
su di te. [3]Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del
tuo sorgere. [4]Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono
radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie
sono portate in braccio. [5]A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si
dilaterà il tuo cuore, perché le ricchezze del mare si riverseranno su di
te, verranno a te i beni dei popoli. [6]Uno stuolo di cammelli ti
invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando
oro e incenso e proclamando le glorie del Signore. [7]Tutti i greggi di
Kedàr si raduneranno da te, i montoni dei Nabatei saranno a tuo
servizio, saliranno come offerta gradita sul mio altare; renderò splendido
il tempio della mia gloria. [8]Chi sono quelle che volano come nubi e come
colombe verso le loro colombaie? [9]Sono navi che si radunano per me, le
navi di Tarsis in prima fila, per portare i tuoi figli da lontano, con
argento e oro, per il nome del Signore tuo Dio, per il Santo di Israele
che ti onora. [10]Stranieri ricostruiranno le tue mura, i loro re saranno
al tuo servizio, perché nella mia ira ti ho colpito, ma nella mia
benevolenza ho avuto pietà di te. [11]Le tue porte saranno sempre
aperte, non si chiuderanno né di giorno né di notte, per lasciar
introdurre da te le ricchezze dei popoli e i loro re che faranno da
guida. [12]Perché il popolo e il regno che non vorranno servirti
periranno e le nazioni saranno tutte sterminate. [13]La gloria del Libano
verrà a te, cipressi, olmi e abeti insieme, per abbellire il luogo del mio
santuario, per glorificare il luogo dove poggio i miei piedi. [14]Verranno
a te in atteggiamento umile i figli dei tuoi oppressori; ti si getteranno
proni alle piante dei piedi quanti ti disprezzavano. Ti chiameranno Città
del Signore, Sion del Santo di Israele. [15]Dopo essere stata
derelitta, odiata, senza che alcuno passasse da te, io farò di te
l'orgoglio dei secoli, la gioia di tutte le generazioni. [16]Tu succhierai
il latte dei popoli, succhierai le ricchezze dei re. Saprai che io sono il
Signore tuo salvatore e tuo redentore, io il Forte di Giacobbe. [17]Farò
venire oro anziché bronzo, farò venire argento anziché ferro, bronzo
anziché legno, ferro anziché pietre. Costituirò tuo sovrano la
pace, tuo governatore la giustizia. [18]Non si sentirà più parlare di
prepotenza nel tuo paese, di devastazione e di distruzione entro i tuoi
confini. Tu chiamerai salvezza le tue mura e gloria le tue
porte. [19]Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà
più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il
tuo Dio sarà il tuo splendore. [20]Il tuo sole non tramonterà più né la
tua luna si dileguerà, perché il Signore sarà per te luce eterna; saranno
finiti i giorni del tuo lutto. [21]Il tuo popolo sarà tutto di giusti, per
sempre avranno in possesso la terra, germogli delle piantagioni del
Signore, lavoro delle sue mani per mostrare la sua gloria. [22]Il piccolo
diventerà un migliaio, il minimo un immenso popolo; io sono il
Signore: a suo tempo, farò ciò speditamente. Isaia - Capitolo
61 Vocazione di un profeta [1]Lo spirito del Signore Dio è su di
me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a
portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori
spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei
prigionieri, [2]a promulgare l'anno di misericordia del Signore, un giorno
di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, [3]per
allietare gli afflitti di Sion, per dare loro una corona invece della
cenere, olio di letizia invece dell'abito da lutto, canto di lode invece
di un cuore mesto. Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione
del Signore per manifestare la sua gloria. [4]Ricostruiranno le vecchie
rovine, rialzeranno gli antichi ruderi, restaureranno le città
desolate, devastate da più generazioni. [5]Ci saranno stranieri a pascere
i vostri greggi e figli di stranieri saranno vostri contadini e
vignaioli. [6]Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del
nostro Dio sarete detti. Vi godrete i beni delle nazioni, trarrete vanto
dalle loro ricchezze. [7]Perché il loro obbrobrio fu di doppia
misura, vergogna e insulto furono la loro porzione; per questo
possiederanno il doppio nel loro paese, avranno una letizia
perenne. [8]Poiché io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina
e l'ingiustizia: io darò loro fedelmente il salario, concluderò con loro
un'alleanza perenne. [9]Sarà famosa tra i popoli la loro stirpe, i loro
discendenti tra le nazioni. Coloro che li vedranno ne avranno
stima, perché essi sono la stirpe che il Signore ha
benedetto. Ringraziamento [10]Io gioisco pienamente nel Signore, la mia
anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di
salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che
si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. [11]Poiché
come la terra produce la vegetazione e come un giardino fa germogliare i
semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti
a tutti i popoli. Isaia - Capitolo 62 Splendore di Gerusalemme [1]Per
amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò
pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non
risplenda come lampada. [2]Allora i popoli vedranno la tua
giustizia, tutti i re la tua gloria; ti si chiamerà con un nome
nuovo che la bocca del Signore indicherà. [3]Sarai una magnifica corona
nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo
Dio. [4]Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più
detta Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra,
Sposata, perché il Signore si compiacerà di te e la tua terra avrà uno
sposo. [5]Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo
architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per
te. [6]Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto sentinelle; per tutto il
giorno e tutta la notte non taceranno mai. Voi, che rammentate le promesse
al Signore, non prendetevi mai riposo [7]e neppure a lui date
riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e finché non l'abbia resa
il vanto della terra. [8]Il Signore ha giurato con la sua destra e con il
suo braccio potente: «Mai più darò il tuo grano in cibo ai tuoi
nemici, mai più gli stranieri berranno il vino per il quale tu hai
faticato. [9]No! Coloro che avranno raccolto il grano lo mangeranno e
canteranno inni al Signore, coloro che avranno vendemmiato berranno il
vino nei cortili del mio santuario». [10]Passate, passate per le
porte, sgombrate la via al popolo, spianate, spianate la
strada, liberatela dalle pietre, innalzate un vessillo per i
popoli. [11]Ecco ciò che il Signore fa sentire all'estremità della
terra: «Dite alla figlia di Sion: Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco,
ha con sé la sua mercede, la sua ricompensa è davanti a lui. [12]Li
chiameranno popolo santo, redenti del Signore. E tu sarai chiamata
Ricercata, Città non abbandonata». Isaia - Capitolo 63 Il giudizio dei
popoli [1]Chi è costui che viene da Edom, da Bozra con le vesti tinte di
rosso? Costui, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della
sua forza? - «Io, che parlo con giustizia, sono grande nel
soccorrere». [2]- Perché rossa è la tua veste e i tuoi abiti come quelli
di chi pigia nel tino? [3]- «Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo
nessuno era con me. Li ho pigiati con sdegno, li ho calpestati con
ira. Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti e mi sono macchiato tutti
gli abiti, [4]poiché il giorno della vendetta era nel mio cuore e l'anno
del mio riscatto è giunto. [5]Guardai: nessuno aiutava; osservai stupito:
nessuno mi sosteneva. Allora mi prestò soccorso il mio braccio, mi
sostenne la mia ira. [6]Calpestai i popoli con sdegno, li stritolai con
ira, feci scorrere per terra il loro sangue». Meditazione sulla storia di
Israele [7]Voglio ricordare i benefici del Signore, le glorie del
Signore, quanto egli ha fatto per noi. Egli è grande in bontà per la casa
di Israele. Egli ci trattò secondo il suo amore, secondo la grandezza
della sua misericordia. [8]Disse: «Certo, essi sono il mio popolo, figli
che non deluderanno» e fu per loro un salvatore [9]in tutte le
angosce. Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati; con
amore e compassione egli li ha riscattati; li ha sollevati e portati su di
sé, in tutti i giorni del passato. [10]Ma essi si ribellarono e
contristarono il suo santo spirito. Egli perciò divenne loro nemico e
mosse loro guerra. [11]Allora si ricordarono dei giorni antichi, di Mosè
suo servo. Dov'è colui che fece uscire dall'acqua del Nilo il pastore del
suo gregge? Dov'è colui che gli pose nell'intimo il suo santo
spirito; [12]colui che fece camminare alla destra di Mosè il suo braccio
glorioso, che divise le acque davanti a loro facendosi un nome
eterno; [13]colui che li fece avanzare tra i flutti come un cavallo sulla
steppa? Non inciamparono, [14]come armento che scende per la valle: lo
spirito del Signore li guidava al riposo. Così tu conducesti il tuo
popolo, per farti un nome glorioso. [15]Guarda dal cielo e
osserva dalla tua dimora santa e gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua
potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia? Non
forzarti all'insensibilità [16]perché tu sei nostro padre, poiché Abramo
non ci riconosce e Israele non si ricorda di noi. Tu, Signore, tu sei
nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. [17]Perché,
Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro
cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore
delle tribù, tua eredità. [18]Perché gli empi hanno calpestato il tuo
santuario, i nostri avversari hanno profanato il tuo luogo
santo? [19]Siamo diventati come coloro su cui tu non hai mai
dominato, sui quali il tuo nome non è stato mai invocato. Se tu
squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i
monti. Isaia - Capitolo 64 [1]Come il fuoco incendia le stoppie e fa
bollire l'acqua, così il fuoco distrugga i tuoi avversari, perché si
conosca il tuo nome fra i tuoi nemici. Davanti a te tremavano i
popoli, [2]quando tu compivi cose terribili che non attendevamo, [3]di cui
non si udì parlare da tempi lontani. Orecchio non ha sentito, occhio non
ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in
lui. [4]Tu vai incontro a quanti praticano la giustizia e si ricordano
delle tue vie. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da
lungo tempo e siamo stati ribelli. [5]Siamo divenuti tutti come una cosa
impura e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia tutti
siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il
vento. [6]Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si riscuoteva per
stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci hai
messo in balìa della nostra iniquità. [7]Ma, Signore, tu sei nostro
padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dà forma, tutti noi siamo opera
delle tue mani. [8]Signore, non adirarti troppo, non ricordarti per sempre
dell'iniquità. Ecco, guarda: tutti siamo tuo popolo. [9]Le tue città sante
sono un deserto, un deserto è diventata Sion, Gerusalemme una
desolazione. [10]Il nostro tempio, santo e magnifico, dove i nostri padri
ti hanno lodato, è divenuto preda del fuoco; tutte le nostre cose preziose
sono distrutte. [11]Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o
Signore, tacerai e ci umilierai sino in fondo? Isaia - Capitolo 65 Il
giudizio futuro [1]Mi feci ricercare da chi non mi interrogava, mi feci
trovare da chi non mi cercava. Dissi: «Eccomi, eccomi» a gente che non
invocava il mio nome. [2]Ho teso la mano ogni giorno a un popolo
ribelle; essi andavano per una strada non buona, seguendo i loro
capricci, [3]un popolo che mi provocava sempre, con
sfacciataggine. Essi sacrificavano nei giardini, offrivano incenso sui
mattoni, [4]abitavano nei sepolcri, passavano la notte in
nascondigli, mangiavano carne suina e cibi immondi nei loro
piatti. [5]Essi dicono: «Stà lontano! Non accostarti a me, che per te sono
sacro». Tali cose sono un fumo al mio naso, un fuoco acceso tutto il
giorno. [6]Ecco, tutto questo sta scritto davanti a me; io non tacerò
finché non avrò ripagato [7]le vostre iniquità e le iniquità dei vostri
padri, tutte insieme, dice il Signore. Costoro hanno bruciato incenso sui
monti e sui colli mi hanno insultato; così io calcolerò la loro paga e
la riverserò nel loro grembo. [8]Dice il Signore: «Come quando si trova
succo in un grappolo, si dice: Non distruggetelo, perché v'è qui una
benedizione, così io farò per amore dei miei servi, per non distruggere
ogni cosa. [9]Io farò uscire una discendenza da Giacobbe, da Giuda un
erede dei miei monti. I miei eletti ne saranno i padroni e i miei servi vi
abiteranno. [10]Saròn diventerà un pascolo di greggi, la valle di Acòr un
recinto per armenti, per il mio popolo che mi ricercherà. [11]Ma voi, che
avete abbandonato il Signore, dimentichi del mio santo monte, che
preparate una tavola per Gad e riempite per Menì la coppa di vino, [12]io
vi destino alla spada; tutti vi curverete alla strage, perché ho chiamato
e non avete risposto; ho parlato e non avete udito. Avete fatto ciò che è
male ai miei occhi, ciò che mi dispiace avete scelto». [13]Pertanto, così
dice il Signore Dio: «Ecco, i miei servi mangeranno e voi avrete
fame; ecco, i miei servi berranno e voi avrete sete; ecco, i miei servi
gioiranno e voi resterete delusi; [14]ecco, i miei servi
giubileranno per la gioia del cuore, voi griderete per il dolore del
cuore, urlerete per la tortura dello spirito. [15]Lascerete il vostro
nome come imprecazione fra i miei eletti: Così ti faccia morire il Signore
Dio. Ma i miei servi saranno chiamati con un altro nome. [16]Chi vorrà
essere benedetto nel paese, vorrà esserlo per il Dio fedele; chi vorrà
giurare nel paese, giurerà per il Dio fedele; perché saranno dimenticate
le tribolazioni antiche, saranno occultate ai miei occhi. [17]Ecco infatti
io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non
verrà più in mente, [18]poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che
sto per creare, e farò di Gerusalemme una gioia, del suo popolo un
gaudio. [19]Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo. Non si
udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia. [20]Non ci sarà
più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi
giorni non giunga alla pienezza; poiché il più giovane morirà a cento
anni e chi non raggiunge i cento anni sarà considerato
maledetto. [21]Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne
mangeranno il frutto. [22]Non fabbricheranno perché un altro vi abiti, né
pianteranno perché un altro mangi, poiché quali i giorni dell'albero, tali
i giorni del mio popolo. I miei eletti useranno a lungo quanto è prodotto
dalle loro mani. [23]Non faticheranno invano, né genereranno per una morte
precoce, perché prole di benedetti dal Signore essi saranno e insieme con
essi anche i loro germogli. [24]Prima che mi invochino, io
risponderò; mentre ancora stanno parlando, io gia li avrò
ascoltati. [25]Il lupo e l'agnello pascoleranno insieme, il leone mangerà
la paglia come un bue, ma il serpente mangerà la polvere, non faranno né
male né danno in tutto il mio santo monte». Dice il Signore. Isaia -
Capitolo 66 Oracolo sul tempio [1]Così dice il Signore: «Il cielo è il
mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi potreste
costruire? In quale luogo potrei fissare la dimora? [2]Tutte queste cose
ha fatto la mia mano ed esse sono mie - oracolo del Signore -. Su chi
volgerò lo sguardo? Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi
teme la mia parola. [3]Uno sacrifica un bue e poi uccide un uomo, uno
immola una pecora e poi strozza un cane, uno presenta un'offerta e poi sangue
di porco, uno brucia incenso e poi venera l'iniquità. Costoro hanno scelto
le loro vie, essi si dilettano dei loro abomini; [4]anch'io sceglierò la
loro sventura e farò piombare su di essi ciò che temono, perché io avevo
chiamato e nessuno ha risposto, avevo parlato e nessuno ha
ascoltato. Hanno fatto ciò che è male ai miei occhi, hanno preferito
quello che a me dispiace». Giudizio su Gerusalemme [5]Ascoltate la parola
del Signore, voi che venerate la sua parola. Hanno detto i vostri fratelli
che vi odiano, che vi respingono a causa del mio nome: «Mostri il Signore
la sua gloria, e voi fateci vedere la vostra gioia!». Ma essi saranno
confusi. [6]Giunge un rumore, un frastuono dalla città, un rumore dal
tempio: è la voce del Signore che paga il contraccambio ai suoi
nemici. [7]Prima di provare i dolori, ha partorito; prima che le venissero
i dolori, ha dato alla luce un maschio. [8]Chi ha mai udito una cosa
simile, chi ha visto cose come queste? Nasce forse un paese in un
giorno; un popolo è generato forse in un istante? Eppure Sion, appena
sentiti i dolori, ha partorito i figli. [9]«Io che apro il grembo
materno, non farò partorire?» dice il Signore. «Io che faccio generare,
chiuderei il seno?» dice il tuo Dio. [10]Rallegratevi con
Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con
essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. [11]Così succhierete al
suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni; succhierete,
deliziandovi, all'abbondanza del suo seno. [12]Poiché così dice il
Signore: «Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la
prosperità; come un torrente in piena la ricchezza dei popoli; i suoi
bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno
accarezzati. [13]Come una madre consola un figlio così io vi
consolerò; in Gerusalemme sarete consolati. [14]Voi lo vedrete e gioirà il
vostro cuore, le vostre ossa saran rigogliose come erba fresca. La mano
del Signore si farà manifesta ai suoi servi, ma si sdegnerà contro i suoi
nemici. [15]Poiché, ecco, il Signore viene con il fuoco, i suoi carri sono
come un turbine, per riversare con ardore l'ira, la sua minaccia con
fiamme di fuoco. [16]Con il fuoco infatti il Signore farà giustizia su
tutta la terra e con la spada su ogni uomo; molti saranno i colpiti dal
Signore. [17]Coloro che si consacrano e purificano nei giardini, seguendo
uno che sta in mezzo, che mangiano carne suina, cose abominevoli e
topi, insieme finiranno - oracolo del Signore - [18]con le loro opere e i
loro propositi. Discorso escatologico Io verrò a radunare tutti i popoli e
tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. [19]Io porrò in essi
un segno e manderò i loro superstiti alle genti di Tarsis, Put, Lud, Mesech,
Ros, Tubal e di Grecia, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e
non hanno visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni.
[20]Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutti i popoli come offerta al
Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari al mio
santo monte di Gerusalemme, dice il Signore, come i figli di Israele portano
l'offerta su vasi puri nel tempio del Signore. [21]Anche tra essi mi
prenderò sacerdoti e leviti, dice il Signore. [22]Sì, come i nuovi
cieli e la nuova terra, che io farò, dureranno per sempre davanti a
me - oracolo del Signore - così dureranno la vostra discendenza e il
vostro nome. [23]In ogni mese al novilunio, e al sabato di ogni
settimana, verrà ognuno a prostrarsi davanti a me, dice il
Signore. [24]Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono
ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non
si spegnerà e saranno un abominio per tutti».
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