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LA BIBBIA - GEREMIA (CONTINUA DALLA PRECEDENTE)

GEREMIA (SECONDA PARTE)

Geremia - Capitolo 24
I due canestri di fichi
[1]Il Signore mi mostrò due canestri di fichi posti davanti al tempio, dopo
che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme Ieconia
figlio di Ioiakìm re di Giuda, i capi di Giuda, gli artigiani e i fabbri e
li aveva condotti a Babilonia. [2]Un canestro era pieno di fichi molto
buoni, come i fichi primaticci, mentre l'altro canestro era pieno di fichi
cattivi, così cattivi che non si potevano mangiare.
[3]Il Signore mi disse: «Che cosa vedi, Geremia?». Io risposi: «Fichi; i
fichi buoni sono molto buoni, i cattivi sono molto cattivi, tanto cattivi
che non si possono mangiare».
[4]Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: [5]«Dice il Signore Dio
di Israele: Come si ha riguardo di questi fichi buoni, così io avrò
riguardo, per il loro bene, dei deportati di Giuda che ho fatto andare da
questo luogo nel paese dei Caldei. [6]Io poserò lo sguardo sopra di loro per
il loro bene; li ricondurrò in questo paese, li ristabilirò fermamente e non
li demolirò; li pianterò e non li sradicherò mai più. [7]Darò loro un cuore
capace di conoscermi, perché io sono il Signore; essi saranno il mio popolo
e io sarò il loro Dio, se torneranno a me con tutto il cuore. [8]Come invece
si trattano i fichi cattivi, che non si possono mangiare tanto sono
cattivi - così parla il Signore - così io farò di Sedecìa re di Giuda, dei
suoi capi e del resto di Gerusalemme, ossia dei superstiti in questo paese,
e di coloro che abitano nel paese d'Egitto. [9]Li renderò oggetto di
spavento per tutti i regni della terra, l'obbrobrio, la favola, lo zimbello
e la maledizione in tutti i luoghi dove li scaccerò. [10]Manderò contro di
loro la spada, la fame e la peste finché non scompariranno dal paese che io
diedi a loro e ai loro padri».
Geremia - Capitolo 25
4. BABILONIA, FLAGELLO DEL SIGNORE
[1]Questa parola fu rivolta a Geremia per tutto il popolo di Giuda nel
quarto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda - cioè nel primo anno
di Nabucodònosor re di Babilonia -. [2]Il profeta Geremia l'annunciò a tutto
il popolo di Giuda e a tutti gli abitanti di Gerusalemme dicendo:
[3]«Dall'anno decimoterzo di Giosia figlio di Amòn, re di Giuda, fino ad
oggi sono ventitrè anni che mi è stata rivolta la parola del Signore e io ho
parlato a voi premurosamente e continuamente, ma voi non avete ascoltato.
[4]Il Signore vi ha inviato con assidua premura tutti i suoi servi, i
profeti, ma voi non avete ascoltato e non avete prestato orecchio per
ascoltare [5]quando vi diceva: Ognuno abbandoni la sua condotta perversa e
le sue opere malvage; allora potrete abitare nel paese che il Signore ha
dato a voi e ai vostri padri dai tempi antichi e per sempre. [6]Non seguite
altri dei per servirli e adorarli e non provocatemi con le opere delle
vostre mani e io non vi farò del male. [7]Ma voi non mi avete ascoltato -
dice il Signore - e mi avete provocato con l'opera delle vostre mani per
vostra disgrazia. [8]Per questo dice il Signore degli eserciti: Poiché non
avete ascoltato le mie parole, [9]ecco manderò a prendere tutte le tribù del
settentrione, le manderò contro questo paese, contro i suoi abitanti e
contro tutte le nazioni confinanti, voterò costoro allo sterminio e li
ridurrò a oggetto di orrore, a scherno e a obbrobrio perenne. [10]Farò
cessare in mezzo a loro le grida di gioia e le voci di allegria, la voce
dello sposo e quella della sposa, il rumore della mola e il lume della
lampada. [11]Tutta questa regione sarà abbandonata alla distruzione e alla
desolazione e queste genti resteranno schiave del re di Babilonia per
settanta anni. [12]Quando saranno compiuti i settanta anni, io punirò il re
di Babilonia e quel popolo - dice il Signore - per i loro delitti, punirò il
paese dei Caldei e lo ridurrò a una desolazione perenne. [13]Manderò dunque
a effetto su questo paese tutte le parole che ho pronunziate a suo riguardo,
quanto è scritto in questo libro, ciò che Geremia aveva predetto contro
tutte le nazioni.
II. INTRODUZIONE AGLI ORACOLI CONTRO LE NAZIONI
La visione della coppa
[14]Nazioni numerose e re potenti ridurranno in schiavitù anche costoro, e
così li ripagherò secondo le loro azioni, secondo le opere delle loro mani».
[15]Così mi disse il Signore, Dio di Israele: «Prendi dalla mia mano questa
coppa di vino della mia ira e falla bere a tutte le nazioni alle quali ti
invio, [16]perché ne bevano, ne restino inebriate ed escano di senno dinanzi
alla spada che manderò in mezzo a loro».
[17]Presi dunque la coppa dalle mani del Signore e la diedi a bere a tutte
le nazioni alle quali il Signore mi aveva inviato: [18]a Gerusalemme e alle
città di Giuda, ai suoi re e ai suoi capi, per abbandonarli alla
distruzione, alla desolazione, all'obbrobrio e alla maledizione, come
avviene ancor oggi; [19]anche al faraone re d'Egitto, ai suoi ministri, ai
suoi nobili e a tutto il suo popolo; [20]alla gente d'ogni razza e a tutti i
re del paese di Uz, a tutti i re del paese dei Filistei, ad Ascalòn, a Gaza,
a Ekròn e ai superstiti di Asdòd, [21]a Edom, a Moab e agli Ammoniti, [22]a
tutti i re di Tiro e a tutti i re di Sidòne e ai re dell'isola che è al di
là del mare, [23]a Dedan, a Tema, a Buz e a quanti si radono l'estremità
delle tempie, [24]a tutti i re degli Arabi che abitano nel deserto, [25]a
tutti i re di Zimrì, a tutti i re dell'Elam e a tutti i re della Media,
[26]a tutti i re del settentrione, vicini e lontani, agli uni e agli altri e
a tutti i regni che sono sulla terra; il re di Sesàch berrà dopo di essi.
[27]«Tu riferirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
Bevete e inebriatevi, vomitate e cadete senza rialzarvi davanti alla spada
che io mando in mezzo a voi. [28]Se poi rifiuteranno di prendere dalla tua
mano il calice da bere, tu dirai loro: Dice il Signore degli eserciti:
Certamente berrete! [29]Se io comincio a castigare proprio la città che
porta il mio nome, pretendete voi di rimanere impuniti? No, impuniti non
resterete, perché io chiamerò la spada su tutti gli abitanti della terra.
Oracolo del Signore degli eserciti. [30]Tu preannunzierai tutte queste cose
e dirai loro:
Il Signore ruggisce dall'alto,
dalla sua santa dimora fa udire il suo tuono;
alza il suo ruggito contro la prateria,
manda grida di giubilo come i pigiatori delle uve,
contro tutti gli abitanti del paese.
[31]Il rumore giunge fino all'estremità della terra,
perché il Signore viene a giudizio con le nazioni;
egli istruisce il giudizio riguardo a ogni uomo,
abbandona gli empi alla spada.
Parola del Signore.
[32]Dice il Signore degli eserciti:
Ecco, la sventura passa
di nazione in nazione,
un grande turbine si alza
dall'estremità della terra.
[33]In quel giorno i colpiti dal Signore si troveranno da un'estremità
all'altra della terra; non saranno pianti né raccolti né sepolti, ma saranno
come letame sul suolo.
[34]Urlate, pastori, gridate,
rotolatevi nella polvere, capi del gregge!
Perché sono compiuti i giorni per il vostro macello;
stramazzerete come scelti montoni.
[35]Non ci sarà rifugio per i pastori
né scampo per i capi del gregge.
[36]Sentite le grida dei pastori,
gli urli delle guide del gregge,
perché il Signore distrugge il loro pascolo;
[37]sono devastati i prati tranquilli
a causa dell'ardente ira del Signore.
[38]Il leone abbandona la sua tana,
poiché il loro paese è una desolazione
a causa della spada devastatrice
e a causa della sua ira ardente».
Geremia - Capitolo 26
III. PROFEZIE DI FELICITA'
1. INTRODUZIONE: GEREMIA E' IL VERO PROFETA
Arresto e giudizio di Geremia
[1]All'inizio del regno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta
a Geremia questa parola da parte del Signore. [2]Disse il Signore: «Và
nell'atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che
vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho
comandato di annunziare loro; non tralasciare neppure una parola. [3]Forse
ti ascolteranno e ognuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal
caso disdirò tutto il male che pensavo di fare loro a causa della malvagità
delle loro azioni.
[4]Tu dirai dunque loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non
camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi [5]e se non
ascolterete le parole dei profeti miei servi che ho inviato a voi con
costante premura, ma che voi non avete ascoltato, [6]io ridurrò questo
tempio come quello di Silo e farò di questa città un esempio di maledizione
per tutti i popoli della terra».
[7]I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che diceva
queste parole nel tempio del Signore. [8]Ora, quando Geremia finì di
riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i
sacerdoti e i profeti lo arrestarono dicendo: «Devi morire! [9]Perché hai
predetto nel nome del Signore: Questo tempio diventerà come Silo e questa
città sarà devastata, disabitata?».
Tutto il popolo si radunò contro Geremia nel tempio del Signore. [10]I capi
di Giuda vennero a sapere queste cose e salirono dalla reggia nel tempio del
Signore e sedettero all'ingresso della Porta Nuova del tempio del Signore.
[11]Allora i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: «Una
sentenza di morte merita quest'uomo, perché ha profetizzato contro questa
città come avete udito con i vostri orecchi!».
[12]Ma Geremia rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: «Il Signore mi ha
mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose
che avete ascoltate. [13]Or dunque migliorate la vostra condotta e le vostre
azioni e ascoltate la voce del Signore vostro Dio e il Signore ritratterà il
male che ha annunziato contro di voi. [14]Quanto a me, eccomi in mano
vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto; [15]ma sappiate bene che,
se voi mi ucciderete, attirerete sangue innocente su di voi, su questa città
e sui suoi abitanti, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per
esporre ai vostri orecchi tutte queste cose».
[16]I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non ci deve
essere sentenza di morte per quest'uomo, perché ci ha parlato nel nome del
Signore nostro Dio».
[17]Allora si alzarono alcuni anziani del paese e dissero a tutta
l'assemblea del popolo: [18]«Michea il Morastita, che profetizzava al tempo
di Ezechia, re di Giuda, affermò a tutto il popolo di Giuda: Dice il Signore
degli eserciti:
Sion sarà arata come un campo,
Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine,
il monte del tempio un'altura boscosa!
[19]Forse Ezechia re di Giuda e tutti quelli di Giuda lo uccisero? Non
temettero piuttosto il Signore e non placarono il volto del Signore e così
il Signore disdisse il male che aveva loro annunziato? Noi, invece, stiamo
per commettere una grave iniquità a nostro danno».
[20]C'era anche un altro uomo che profetizzava nel nome del Signore, Uria
figlio di Semaià da Kiriat-Iearìm; egli profetizzò contro questa città e
contro questo paese con parole simili a quelle di Geremia. [21]Il re
Ioiakìm, tutti i suoi prodi e tutti i magistrati udirono le sue parole e il
re cercò di ucciderlo, ma Uria lo venne a sapere e per timore fuggì
andandosene in Egitto. [22]Allora il re Ioiakìm inviò in Egitto uomini come
Elnatàn figlio di Acbòr, e altri con lui. [23]Costoro fecero uscire
dall'Egitto Uria e lo condussero al re Ioiakìm che lo fece uccidere di spada
e fece gettare il suo cadavere nelle fosse della gente del popolo.
[24]Ma la mano di Achikàm figlio di Safàn fu a favore di Geremia, perché non
lo consegnassero in potere del popolo per metterlo a morte.
Geremia - Capitolo 27
2. LIBRETTO PER GLI ESILIATI
L'azione simbolica del giogo e il messaggio ai re occidentali
[1]Al principio del regno di Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda, fu
rivolta questa parola a Geremia da parte del Signore.
[2]Mi dice il Signore: «Procùrati capestri e un giogo e mettili sul tuo
collo. [3]Quindi manda un messaggio al re di Edom, al re di Moab, al re
degli Ammoniti, al re di Tiro e al re di Sidòne per mezzo dei loro
messaggeri venuti a Gerusalemme da Sedecìa, re di Giuda, [4]e affida loro
questo mandato per i loro signori: Dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele, così parlerete ai vostri signori: [5]Io ho fatto la terra, l'uomo e
gli animali che sono sulla terra, con grande potenza e con braccio potente e
li do a chi mi piace. [6]Ora ho consegnato tutte quelle regioni in potere di
Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo; a lui ho consegnato perfino le
bestie selvatiche perché lo servano. [7]Tutte le nazioni saranno soggette a
lui, a suo figlio e al nipote, finché anche per il suo paese non verrà il
momento. Allora molte nazioni e re potenti lo assoggetteranno. [8]La nazione
o il regno che non si assoggetterà a lui, Nabucodònosor, re di Babilonia, e
che non sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia, io li punirò con
la spada, la fame e la peste - dice il Signore - finché non li avrò
consegnati in suo potere. [9]Voi non date retta ai vostri profeti né ai
vostri indovini né ai vostri sognatori né ai vostri maghi né ai vostri
stregoni, che vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia! [10]Costoro
vi predicono menzogne per allontanarvi dal vostro paese e perché io vi
disperda e così andiate in rovina. [11]Invece io lascerò stare tranquilla
sul proprio suolo - dice il Signore - la nazione che sottoporrà il collo al
giogo del re di Babilonia e gli sarà soggetta; essa lo coltiverà e lo
abiterà».
[12]A Sedecìa re di Giuda, io ho parlato proprio allo stesso modo: «Piegate
il collo al giogo del re di Babilonia, siate soggetti a lui e al suo popolo
e conserverete la vita. [13]Perché tu e il tuo popolo vorreste morire di
spada, di fame e di peste, come ha preannunziato il Signore per la nazione
che non si assoggetterà al re di Babilonia? [14]Non date retta alle parole
dei profeti che vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia! perché
essi vi predicono menzogne. [15]Io infatti non li ho mandati - dice il
Signore - ed essi predicono menzogne in mio nome; perciò io sarò costretto a
disperdervi e così perirete voi e i profeti che vi fanno tali profezie».
[16]Ai sacerdoti e a tutto questo popolo ho detto: «Dice il Signore: Non
ascoltate le parole dei vostri profeti che vi predicono che gli arredi del
tempio del Signore saranno subito riportati da Babilonia, perché essi vi
predicono menzogne. [17]Non ascoltateli! Siate piuttosto soggetti al re di
Babilonia e conserverete la vita. Perché questa città dovrebbe esser ridotta
in una desolazione? [18]Se quelli sono veri profeti e se la parola del
Signore è con essi, intercedano dunque presso il Signore degli eserciti
perché gli arredi rimasti nel tempio del Signore e nella casa del re di
Giuda e a Gerusalemme non vadano a Babilonia».
[19]Così dice il Signore degli eserciti riguardo alle colonne, al mare di
bronzo, alle basi e al resto degli arredi che sono ancora in questa città
[20]e che Nabucodònosor, re di Babilonia, non prese quando deportò Ieconia
figlio di Ioiakìm, re di Giuda, da Gerusalemme in Babilonia con tutti i
notabili di Giuda e di Gerusalemme. [21]Dice dunque così il Signore degli
eserciti, Dio di Israele, riguardo agli arredi rimasti nel tempio del
Signore, nella casa del re di Giuda e a Gerusalemme: [22]«Saranno portati a
Babilonia e là rimarranno finché non li ricercherò - parola del Signore - e
li porterò indietro e li riporrò in questo luogo».
Geremia - Capitolo 28
L'alterco con il profeta Anania
[1]In quell'anno, all'inizio del regno di Sedecìa re di Giuda, nell'anno
quarto, quinto mese, Anania figlio di Azzùr, il profeta di Gàbaon, mi riferì
nel tempio del Signore sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo
queste parole: [2]«Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Io
romperò il giogo del re di Babilonia! [3]Entro due anni farò ritornare in
questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore che Nabucodònosor, re
di Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia. [4]Farò ritornare
in questo luogo - dice il Signore - Ieconia figlio di Ioiakìm, re di Giuda,
con tutti i deportati di Giuda che andarono a Babilonia, poiché romperò il
giogo del re di Babilonia».
[5]Il profeta Geremia rispose al profeta Anania, sotto gli occhi dei
sacerdoti e di tutto il popolo che stavano nel tempio del Signore. [6]Il
profeta Geremia disse: «Così sia! Così faccia il Signore! Voglia il Signore
realizzare le cose che hai predette, facendo ritornare gli arredi nel tempio
e tutti i deportati da Babilonia in questo luogo!
[7]Tuttavia ascolta ora la parola che sto per dire ai tuoi orecchi e agli
orecchi di tutto il popolo. [8]I profeti che furono prima di me e di te dai
tempi antichissimi predissero contro molti paesi, contro regni potenti,
guerra, fame e peste. [9]Quanto al profeta che predice la pace, egli sarà
riconosciuto come profeta mandato veramente dal Signore soltanto quando la
sua parola si realizzerà».
[10]Allora il profeta Anania strappò il giogo dal collo del profeta Geremia
e lo ruppe; [11]Anania riferì a tutto il popolo: «Dice il Signore: A questo
modo io romperò il giogo di Nabucodònosor re di Babilonia, entro due anni,
sul collo di tutte le nazioni».
Il profeta Geremia se ne andò per la sua strada.
[12]Ora, dopo che il profeta Anania ebbe rotto il giogo sul collo del
profeta Geremia, la parola del Signore fu rivolta a Geremia: [13]«Và e
riferisci ad Anania: Così dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno ma
io, al suo posto, ne farò uno di ferro. [14]Infatti, dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: Io porrò un giogo di ferro sul collo di tutte
queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di Babilonia».
[15]Allora il profeta Geremia disse al profeta Anania: «Ascolta, Anania! Il
Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo a confidare nella
menzogna; [16]perciò dice il Signore: Ecco, ti mando via dal paese;
quest'anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione contro il
Signore».
[17]Il profeta Anania morì in quello stesso anno, nel settimo mese.
Geremia - Capitolo 29
La lettera agli esiliati
[1]Queste sono le parole della lettera che il profeta Geremia mandò da
Gerusalemme al resto degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a
tutto il resto del popolo che Nabucodònosor aveva deportato da Gerusalemme a
Babilonia; la mandò [2]dopo che il re Ieconia, la regina madre, i dignitari
di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri erano
partiti da Gerusalemme. [3]Fu recata per mezzo di Elasà figlio di Safàn e di
Ghemarìa figlio di Chelkia, che Sedecìa re di Giuda aveva inviati a
Nabucodònosor re di Babilonia, in Babilonia.
Essa diceva:
[4]«Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, a tutti gli esuli
che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia: [5]Costruite case e
abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti; [6]prendete moglie e mettete
al mondo figli e figlie, scegliete mogli per i figli e maritate le figlie;
costoro abbiano figlie e figli. Moltiplicatevi lì e non diminuite.
[7]Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare. Pregate il
Signore per esso, perché dal suo benessere dipende il vostro benessere.
[8]Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Non vi traggano in
errore i profeti che sono in mezzo a voi e i vostri indovini; non date retta
ai sogni, che essi sognano. [9]Poiché con inganno parlano come profeti a voi
in mio nome; io non li ho inviati. Oracolo del Signore. [10]Pertanto dice il
Signore: Solamente quando saranno compiuti, riguardo a Babilonia, settanta
anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona promessa di ricondurvi
in questo luogo. [11]Io, infatti, conosco i progetti che ho fatto a vostro
riguardo - dice il Signore - progetti di pace e non di sventura, per
concedervi un futuro pieno di speranza. [12]Voi mi invocherete e ricorrerete
a me e io vi esaudirò; [13]mi cercherete e mi troverete, perché mi
cercherete con tutto il cuore; [14]mi lascerò trovare da voi - dice il
Signore - cambierò in meglio la vostra sorte e vi radunerò da tutte le
nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho disperso - dice il Signore - vi
ricondurrò nel luogo da dove vi ho fatto condurre in esilio.
[15]Certo voi dite: Il Signore ci ha suscitato profeti in Babilonia.
[16]Ebbene, queste le parole del Signore al re che siede sul trono di Davide
e a tutto il popolo che abita in questa città, ai vostri fratelli che non
sono partiti con voi nella deportazione; [17]dice il Signore degli eserciti:
Ecco, io manderò contro di essi la spada, la fame e la peste e li renderò
come i fichi guasti, che non si possono mangiare tanto sono cattivi. [18]Li
perseguiterò con la spada, la fame e la peste; li farò oggetto di orrore per
tutti i regni della terra, oggetto di maledizione, di stupore, di scherno e
di obbrobrio in tutte le nazioni nelle quali li ho dispersi, [19]perché non
hanno ascoltato le mie parole - dice il Signore - quando mandavo loro i miei
servi, i profeti, con continua premura, eppure essi non hanno ascoltato.
Oracolo del Signore. [20]Voi però ascoltate la parola del Signore, voi
deportati tutti, che io ho mandato da Gerusalemme a Babilonia.
[21]Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, riguardo ad Acab
figlio di Kolaià, e a Sedecìa figlio di Maasià, che vi predicono menzogne in
mio nome: Ecco, li darò in mano a Nabucodònosor re di Babilonia, il quale li
ucciderà sotto i vostri occhi. [22]Da essi si trarrà una formula di
maledizione in uso presso tutti i deportati di Giuda in Babilonia e si dirà:
Il Signore ti tratti come Sedecìa e Acab, che il re di Babilonia fece
arrostire sul fuoco! [23]Poiché essi hanno operato cose nefande in
Gerusalemme, hanno commesso adulterio con le mogli del prossimo, hanno
proferito in mio nome parole senza che io avessi dato loro alcun ordine. Io
stesso lo so bene e ne sono testimone. Oracolo del Signore».
Profezia contro Semaia
[24]A Semaià il Nechelamita tu riferirai queste parole: [25]«Così dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: Perché hai mandato in tuo nome
lettere a tutto il popolo di Gerusalemme e a Sofonia figlio di Maasià, il
sacerdote, e a tutti i sacerdoti, dicendo: [26]Il Signore ti ha costituito
sacerdote al posto del sacerdote Ioiadà, perché fossi sovrintendente nel
tempio del Signore, per reprimere qualunque forsennato che vuol fare il
profeta, ponendolo in ceppi e in catene. [27]Orbene, perché non reprimi
Geremia da Anatòt, che fa profezie fra di voi? [28]Infatti egli ci ha
mandato a dire in Babilonia: Sarà lunga la cosa! Edificate case e abitatele,
piantate orti e mangiatene i frutti!».
[29]Il sacerdote Sofonia lesse questa lettera in presenza del profeta
Geremia.
[30]Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia: [31]«Invia questo
messaggio a tutti i deportati: Così dice il Signore riguardo a Semaià il
Nechelamita: Poiché Semaià ha parlato a voi come profeta mentre io non
l'avevo mandato e vi ha fatto confidare nella menzogna, [32]per questo dice
il Signore: Ecco punirò Semaià il Nechelamita e la sua discendenza; nessuno
dei suoi dimorerà in mezzo a questo popolo, né vedrà il bene che farò al mio
popolo - dice il Signore - perché ha predicato la ribellione contro il
Signore».
Geremia - Capitolo 30
3. IL LIBRO DELLA CONSOLAZIONE
Restaurazione promessa a Israele
[1]Parola che fu rivolta a Geremia da parte del Signore: [2]Dice il Signore,
Dio di Israele: «Scriviti in un libro tutte le cose che ti dirò, [3]perché,
ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali cambierò la sorte del
mio popolo, di Israele e di Giuda - dice il Signore -; li ricondurrò nel
paese che ho concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso». [4]Queste
sono le parole che il Signore pronunziò per Israele e per Giuda:
[5]Così dice il Signore:
«Si ode un grido di spavento,
terrore, non pace.
[6]Informatevi e osservate se un maschio può partorire.
Perché mai vedo tutti gli uomini
con le mani sui fianchi come una partoriente?
Perché ogni faccia è stravolta,
impallidita? Ohimè!
[7]Perché grande è quel giorno,
non ce n'è uno simile!
Esso sarà un tempo di angoscia per Giacobbe,
tuttavia egli ne uscirà salvato.
[8]In quel giorno - parola del Signore degli eserciti - romperò il giogo
togliendolo dal suo collo, spezzerò le sue catene; non saranno più schiavi
di stranieri. [9]Essi serviranno il Signore loro Dio e Davide loro re, che
io susciterò loro.
[10]Tu, poi, non temere, Giacobbe, mio servo.
Oracolo del Signore.
Non abbatterti, Israele,
poichè io libererò te dal paese lontano,
la tua discendenza dal paese del suo esilio.
Giacobbe ritornerà e godrà la pace,
vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà.
[11]Poichè io sono con te
per salvarti, oracolo del Signore.
Sterminerò tutte le nazioni,
in mezzo alle quali ti ho disperso;
ma con te non voglio operare una strage;
cioè ti castigherò secondo giustizia,
non ti lascerò del tutto impunito».
[12]Così dice il Signore: «La tua ferita è incurabile.
la tua piaga è molto grave.
[13]Per la tua piaga non ci sono rimedi,
non si forma nessuna cicatrice.
[14]Tutti i tuoi amanti ti hanno dimenticato,
non ti cercano più;
poichè ti ho colpito come colpisce un nemico,
con un castigo severo,
per le tue grandi iniquità,
per i molti tuoi peccati.
[15]Perchè gridi per la tua ferita?
Incurabile è la tua piaga.
A causa della tua grande iniquità, dei molti tuoi peccati,
io ti ho fatto questi mali.
[16]Però quanti ti divorano saranno divorati,
i tuoi oppressori andranno tutti in schiavitù;
i tuoi saccheggiatori saranno abbandonati al saccheggio
e saranno oggetto di preda quanti ti avranno depredato.
[17]Farò infatti cicatrizzare la tua ferita
e ti guarirò dalle tue piaghe.
Parola del Signore.
Poichè ti chiamano la ripudiata, o Sion,
quella di cui nessuno si cura»,
[18]così dice il Signore:
«Ecco restaurerò la sorte delle tende di Giacobbe
e avrò compassione delle sue dimore.
La città sarà ricostruita sulle rovine
e il palazzo sorgerà di nuovo al suo posto.
[19]Ne usciranno inni di lode,
voci di gente festante.
Li moltiplicherò e non diminuiranno,
li onorerò e non saranno disprezzati,
[20]i loro figli saranno come una volta,
la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me;
mentre punirò tutti i loro avversari.
[21]Il loro capo sarà uno di essi
e da essi uscirà il loro comandante;
io lo farò avvicinare ed egli si accosterà a me.
Poichè chi è colui che arrischia la vita
per avvicinarsi a me? Oracolo del Signore.
[22]Voi sarete il mio popolo
e io il vostro Dio.
[23]Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena,
una tempesta travolgente;
si abbatte sul capo dei malvagi.
[24]Non cesserà l'ira ardente del Signore,
finché non abbia compiuto e attuato
i progetti del suo cuore.
Alla fine dei giorni lo comprenderete!
Geremia - Capitolo 31
[1]In quel tempo - oracolo del Signore -
io sarò Dio per tutte le tribù di Israele
ed esse saranno il mio popolo».
[2]Così dice il Signore:
«Ha trovato grazia nel deserto
un popolo di scampati alla spada;
Israele si avvia a una quieta dimora».
[3]Da lontano gli è apparso il Signore:
«Ti ho amato di amore eterno,
per questo ti conservo ancora pietà.
[4]Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata,
vergine di Israele.
Di nuovo ti ornerai dei tuoi tamburi
e uscirai fra la danza dei festanti.
[5]Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria;
i piantatori, dopo aver piantato, raccoglieranno.
[6]Verrà il giorno in cui grideranno le vedette
sulle montagne di Efraim:
Su, saliamo a Sion,
andiamo dal Signore nostro Dio».
[7]Poichè dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
Il Signore ha salvato il suo popolo,
un resto di Israele».
[8]Ecco li riconduco dal paese del settentrione
e li raduno all'estremità della terra;
fra di essi sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente;
ritorneranno qui in gran folla.
[9]Essi erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li condurrò a fiumi d'acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno;
perchè io sono un padre per Israele,
Efraim è il mio primogenito.
[10]Ascoltate la parola del Signore, popoli,
annunziatela alle isole lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come fa un pastore con il gregge»,
[11]perchè il Signore ha redento Giacobbe,
lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui.
[12]Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
affluiranno verso i beni del Signore,
verso il grano, il mosto e l'olio,
verso i nati dei greggi e degli armenti.
Essi saranno come un giardino irrigato,
non languiranno più.
[13]Allora si allieterà la vergine della danza;
i giovani e i vecchi gioiranno.
Io cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.
[14]Sazierò di delizie l'anima dei sacerdoti
e il mio popolo abbonderà dei miei beni.
Parola del Signore.
[15]Così dice il Signore: «Una voce si ode da Rama,
lamento e pianto amaro:
Rachele piange i suoi figli,
rifiuta d'essere consolata perché non sono più».
[16]Dice il Signore:
«Trattieni la voce dal pianto,
i tuoi occhi dal versare lacrime,
perché c'è un compenso per le tue pene;
essi torneranno dal paese nemico.
[17]C'è una speranza per la tua discendenza:
i tuoi figli ritorneranno entro i loro confini.
[18]Ho udito Efraim rammaricarsi:
Tu mi hai castigato e io ho subito il castigo
come un giovenco non domato.
Fammi ritornare e io ritornerò,
perché tu sei il Signore mio Dio.
[19]Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito;
dopo essermi ravveduto,
mi sono battuto l'anca.
Mi sono vergognato e ne provo confusione,
perché porto l'infamia della mia giovinezza.
[20]Non è forse Efraim un figlio caro per me,
un mio fanciullo prediletto?
Infatti dopo averlo minacciato,
me ne ricordo sempre più vivamente.
Per questo le mie viscere si commuovono per lui,
provo per lui profonda tenerezza».
Oracolo del Signore.
[21]Pianta dei cippi,
metti pali indicatori,
stà bene attenta alla strada,
alla via che hai percorso.
Ritorna, vergine di Israele,
ritorna alle tue città.
[22]Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle?
Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra:
la donna cingerà l'uomo!
Ristabilimento promesso a Giuda
[23]Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: «Si dirà ancora
questa parola nel paese di Giuda e nelle sue città, quando avrò cambiato la
loro sorte: Il Signore ti benedica, o dimora di giustizia, monte santo.
[24]Vi abiteranno insieme Giuda e tutte le sue città, agricoltori e
allevatori di greggi. [25]Poiché ristorerò copiosamente l'anima stanca e
sazierò ogni anima che languisce».
[26]A questo punto mi sono destato e ho guardato; il mio sonno mi parve
soave.
Israele e Giuda
[27]«Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali renderò feconda la
casa di Israele e la casa di Giuda per semenza di uomini e di bestiame.
[28]Allora, come ho vegliato su di essi per sradicare e per demolire, per
abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di
essi per edificare e per piantare». Parola del Signore.
La retribuzione personale
[29]«In quei giorni non si dirà più:
I padri han mangiato uva acerba
e i denti dei figli si sono allegati!
[30]Ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; a ogni persona che mangi
l'uva acerba si allegheranno i denti».
La nuova alleanza
[31]«Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali con la casa di
Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. [32]Non
come l'alleanza che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano
per farli uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato,
benché io fossi loro Signore. Parola del Signore. [33]Questa sarà l'alleanza
che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore:
Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io
sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. [34]Non dovranno più istruirsi gli
uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché tutti mi
conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io
perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».
Permanenza di Israele
[35]Così dice il Signore
che ha fissato il sole come luce del giorno,
la luna e le stelle come luce della notte,
che solleva il mare e ne fa mugghiare le onde
e il cui nome è Signore degli eserciti:
[36]«Quando verranno meno queste leggi
dinanzi a me - dice il Signore -
allora anche la progenie di Israele cesserà
di essere un popolo davanti a me per sempre».
[37]Così dice il Signore:
«Se si possono misurare i cieli in alto
ed esplorare in basso le fondamenta della terra,
anch'io rigetterò tutta la progenie di Israele
per ciò che ha commesso». Oracolo del Signore.
Ricostruzione e grandezza di Gerusalemme
[38]«Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali la città sarà
riedificata per il Signore dalla torre di Cananeèl fino alla porta
dell'Angolo. [39]La corda per misurare si stenderà in linea retta fino alla
collina di Gàreb, volgendo poi verso Goà. [40]Tutta la valle dei cadaveri e
delle ceneri e tutti i campi fino al torrente Cedron, fino all'angolo della
porta dei Cavalli a oriente, saranno consacrati al Signore; non sarà più
sconvolta né distrutta mai più».
Geremia - Capitolo 32
4. AGGIUNTE AL LIBRO DELLA CONSOLAZIONE
L'acquisto di un campo, pegno di avvenire felice
[1]Parola che fu rivolta a Geremia dal Signore nell'anno decimo di Sedecìa
re di Giuda, cioè nell'anno decimo ottavo di Nabucodònosor. [2]L'esercito
del re di Babilonia assediava allora Gerusalemme e il profeta Geremia era
rinchiuso nell'atrio della prigione, nella reggia del re di Giuda, [3]e ve
lo aveva rinchiuso Sedecìa re di Giuda, dicendo: «Perché profetizzi con
questa minaccia: Dice il Signore: Ecco metterò questa città in potere del re
di Babilonia ed egli la occuperà; [4]Sedecìa re di Giuda non scamperà dalle
mani dei Caldei, ma sarà dato in mano del re di Babilonia e parlerà con lui
faccia a faccia e si guarderanno negli occhi; [5]egli condurrà Sedecìa in
Babilonia dove egli resterà finché io non lo visiterò - oracolo del
Signore -; se combatterete contro i Caldei, non riuscirete a nulla»?
[6]Geremia disse: Mi fu rivolta questa parola del Signore: [7]«Ecco Canamèl,
figlio di Sallùm tuo zio, viene da te per dirti: Co\'mprati il mio campo,
che si trova in Anatòt, perché a te spetta il diritto di riscatto per
acquistarlo». [8]Venne dunque da me Canamèl, figlio di mio zio, secondo la
parola del Signore, nell'atrio della prigione e mi disse: «Compra il mio
campo che si trova in Anatòt, perché a te spetta il diritto di acquisto e a
te tocca il riscatto. Co\'mpratelo!».
Allora riconobbi che questa era la volontà del Signore [9]e comprai il campo
da Canamèl, figlio di mio zio, e gli pagai il prezzo: diciassette sicli
d'argento. [10]Stesi il documento del contratto, lo sigillai, chiamai i
testimoni e pesai l'argento sulla stadera. [11]Quindi presi il documento di
compra, quello sigillato e quello aperto, secondo le prescrizioni della
legge. [12]Diedi il contratto di compra a Baruc figlio di Neria, figlio di
Macsia, sotto gli occhi di Canamèl figlio di mio zio e sotto gli occhi dei
testimoni che avevano sottoscritto il contratto di compra e sotto gli occhi
di tutti i Giudei che si trovavano nell'atrio della prigione. [13]Diedi poi
a Baruc quest'ordine: [14]«Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
Prendi i contratti di compra, quello sigillato e quello aperto, e mettili in
un vaso di terra, perché si conservino a lungo. [15]Poiché dice il Signore
degli eserciti, Dio di Israele: Ancora si compreranno case, campi e vigne in
questo paese».
[16]Pregai il Signore, dopo aver consegnato il contratto di compra a Baruc
figlio di Neria: [17]«Ah, Signore Dio, tu hai fatto il cielo e la terra con
grande potenza e con braccio forte; nulla ti è impossibile. [18]Tu usi
misericordia con mille e fai subire la pena dell'iniquità dei padri ai loro
figli dopo di essi, Dio grande e forte, che ti chiami Signore degli
eserciti. [19]Tu sei grande nei pensieri e potente nelle opere, tu, i cui
occhi sono aperti su tutte le vie degli uomini, per dare a ciascuno secondo
la sua condotta e il merito delle sue azioni. [20]Tu hai operato segni e
miracoli nel paese di Egitto e fino ad oggi in Israele e fra tutti gli
uomini e ti sei fatto un nome come appare oggi. [21]Tu hai fatto uscire
dall'Egitto il tuo popolo Israele con segni e con miracoli, con mano forte e
con braccio possente e incutendo grande spavento. [22]Hai dato loro questo
paese, che avevi giurato ai loro padri di dare loro, terra in cui scorre
latte e miele.
[23]Essi vennero e ne presero possesso, ma non ascoltarono la tua voce, non
camminarono secondo la tua legge, non fecero quanto avevi comandato loro di
fare; perciò tu hai mandato su di loro tutte queste sciagure.
[24]Ecco, le opere di assedio hanno raggiunto la città per occuparla; la
città sarà data in mano ai Caldei che l'assediano con la spada, la fame e la
peste. Ciò che tu avevi detto avviene; ecco, tu lo vedi. [25]E tu, Signore
Dio, mi dici: Comprati il campo con denaro e chiama i testimoni, mentre la
città sarà messa in mano ai Caldei».
[26]Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: [27]«Ecco, io sono il
Signore Dio di ogni essere vivente; qualcosa è forse impossibile per me?
[28]Pertanto dice il Signore: Ecco io darò questa città in mano ai Caldei e
a Nabucodònosor re di Babilonia, il quale la prenderà. [29]Vi entreranno i
Caldei che combattono contro questa città, bruceranno questa città con il
fuoco e daranno alle fiamme le case sulle cui terrazze si offriva incenso a
Baal e si facevano libazioni agli altri dei per provocarmi. [30]Gli
Israeliti e i figli di Giuda non hanno fatto che quanto è male ai miei occhi
fin dalla loro giovinezza; gli Israeliti hanno soltanto saputo offendermi
con il lavoro delle loro mani. Oracolo del Signore.
[31]Poiché causa della mia ira e del mio sdegno è stata questa città da
quando la edificarono fino ad oggi; così io la farò scomparire dalla mia
presenza, [32]a causa di tutto il male che gli Israeliti e i figli di Giuda
commisero per provocarmi, essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i
loro profeti, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme.
[33]Essi mi voltarono la schiena invece della faccia; io li istruivo con
continua premura, ma essi non ascoltarono e non impararono la correzione.
[34]Essi collocarono i loro idoli abominevoli perfino nel tempio che porta
il mio nome per contaminarlo [35]e costruirono le alture di Baal nella valle
di Ben-Hinnòn per far passare per il fuoco i loro figli e le loro figlie in
onore di Moloch - cosa che io non avevo comandato, anzi neppure avevo
pensato di istituire un abominio simile -, per indurre a peccare Giuda».
[36]Ora così dice il Signore Dio di Israele, riguardo a questa città che voi
dite sarà data in mano al re di Babilonia per mezzo della spada, della fame
e della peste: [37]«Ecco, li radunerò da tutti i paesi nei quali li ho
dispersi nella mia ira, nel mio furore e nel mio grande sdegno; li farò
tornare in questo luogo e li farò abitare tranquilli. [38]Essi saranno il
mio popolo e io sarò il loro Dio. [39]Darò loro un solo cuore e un solo modo
di comportarsi perché mi temano tutti i giorni per il loro bene e per quello
dei loro figli dopo di essi. [40]Concluderò con essi un'alleanza eterna e
non mi allontanerò più da loro per beneficarli; metterò nei loro cuori il
mio timore, perché non si distacchino da me. [41]Godrò nel beneficarli, li
fisserò stabilmente in questo paese, con tutto il cuore e con tutta
l'anima». [42]Poiché così dice il Signore: «Come ho mandato su questo popolo
tutto questo grande male, così io manderò su di loro tutto il bene che ho
loro promesso. [43]E compreranno campi in questo paese, di cui voi dite: E'
una desolazione, senza uomini e senza bestiame, lasciato in mano ai Caldei.
[44]Essi si compreranno campi con denaro, stenderanno contratti e li
sigilleranno e si chiameranno testimoni nella terra di Beniamino e nei
dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda e nelle città della montagna e
nelle città della Sefèla e nelle città del mezzogiorno, perché cambierò la
loro sorte». Oracolo del Signore.
Geremia - Capitolo 33
Altra promessa di restaurazione
[1]La parola del Signore fu rivolta una seconda volta a Geremia, mentre egli
era ancora chiuso nell'atrio della prigione: [2]«Così dice il Signore, che
ha fatto la terra e l'ha formata per renderla stabile e il cui nome è
Signore: [3]Invocami e io ti risponderò e ti annunzierò cose grandi e
impenetrabili, che tu non conosci. [4]Poiché dice il Signore degli eserciti,
Dio di Israele, riguardo alle case di questa città e alle case dei re di
Giuda, che saranno diroccate di fronte alle opere di assedio e alle armi
[5]dei Caldei venuti a far guerra e a riempirle dei cadaveri degli uomini
che io ho colpito nella mia ira e nel mio furore, poiché ho nascosto il
volto distornandolo da questa città a causa di tutta la loro malvagità:
[6]Ecco io farò rimarginare la loro piaga, li curerò e li risanerò;
procurerò loro abbondanza di pace e di sicurezza. [7]Cambierò la sorte di
Giuda e la sorte di Israele e li ristabilirò come al principio. [8]Li
purificherò da tutta l'iniquità con cui hanno peccato contro di me e
perdonerò tutte le iniquità che han commesso verso di me e per cui si sono
ribellati contro di me. [9]Ciò sarà per me titolo di gioia, di lode e di
gloria tra tutti i popoli della terra, quando sapranno tutto il bene che io
faccio loro e temeranno e tremeranno per tutto il bene e per tutta la pace
che concederò loro. [10]Dice il Signore: In questo luogo, di cui voi dite:
Esso è desolato, senza uomini e senza bestiame; nelle città di Giuda e nelle
strade di Gerusalemme, che sono desolate, senza uomini, senza abitanti e
senza bestiame, si udranno ancora [11]grida di gioia e grida di allegria, la
voce dello sposo e quella della sposa e il canto di coloro che dicono:
Lodate il Signore degli eserciti, perché è buono, perché la sua grazia dura
sempre, portando sacrifici di ringraziamento nel tempio del Signore, perché
ristabilirò la sorte di questo paese come era prima, dice il Signore.
[12]Così dice il Signore degli eserciti: In questo luogo desolato, senza
uomini e senza bestiame, e in tutte le sue città ci saranno ancora luoghi di
pastori che vi faranno riposare i greggi. [13]Nelle città dei monti, nelle
città della Sefèla, nelle città del mezzogiorno, nella terra di Beniamino,
nei dintorni di Gerusalemme e nelle città di Giuda passeranno ancora le
pecore sotto la mano di chi le conta, dice il Signore.
Le istituzioni dell'avvenire
[14]Ecco verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le
promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla casa di Giuda.
[15]In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio
di giustizia; egli eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. [16]In
quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla. Così sarà
chiamata: Signore-nostra-giustizia.
[17]Così dice il Signore: Davide non sarà mai privo di un discendente che
sieda sul trono della casa di Israele; [18]ai sacerdoti leviti non mancherà
mai chi stia davanti a me per offrire olocausti, per bruciare l'incenso in
offerta e compiere sacrifici tutti i giorni».
[19]Questa parola del Signore fu poi rivolta a Geremia: [20]«Dice il
Signore: Se voi potete spezzare la mia alleanza con il giorno e la mia
alleanza con la notte, in modo che non vi siano più giorno e notte al tempo
loro, [21]così sarà rotta anche la mia alleanza con Davide mio servo, in
modo che non abbia un figlio che regni sul suo trono, e quella con i leviti
sacerdoti che mi servono. [22]Come non si può contare la milizia del cielo
né numerare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la discendenza di
Davide, mio servo, e i leviti che mi servono».
[23]La parola del Signore fu ancora rivolta a Geremia: [24]«Non hai
osservato ciò che questo popolo va dicendo: Il Signore ha rigettato le due
famiglie che si era scelte! e così disprezzano il mio popolo quasi che non
sia più una nazione ai loro occhi?». [25]Dice il Signore: «Se non sussiste
più la mia alleanza con il giorno e con la notte, se io non ho stabilito le
leggi del cielo e della terra, [26]in tal caso potrò rigettare la
discendenza di Giacobbe e di Davide mio servo, così da non prendere più dai
loro posteri coloro che governeranno sulla discendenza di Abramo, di Isacco
e di Giacobbe. Poiché io cambierò la loro sorte e avrò pietà di loro».
Geremia - Capitolo 34
5. COSE DIVERSE
La sorte finale di Sedecia
[1]Parola che fu rivolta a Geremia dal Signore, quando Nabucodònosor re di
Babilonia con tutto il suo esercito e tutti i regni della terra sotto il suo
dominio e tutti i popoli combattevano contro Gerusalemme e tutte le città
dipendenti: [2]Così dice il Signore, Dio di Israele: «Và a parlare a Sedecìa
re di Giuda e digli: Così parla il Signore: Ecco io do questa città in mano
al re di Babilonia, che la darà alle fiamme. [3]Tu non scamperai dalla sua
mano, ma sarai preso e consegnato in suo potere. I tuoi occhi fisseranno gli
occhi del re di Babilonia, gli parlerai faccia a faccia e poi andrai a
Babilonia. [4]Tuttavia, ascolta la parola del Signore, o Sedecìa re di
Giuda! Così dice il Signore a tuo riguardo: Non morirai di spada! [5]Morirai
in pace e come si bruciarono aròmi per i funerali dei tuoi padri, gli
antichi re di Giuda che furono prima di te, così si bruceranno per te e per
te si farà il lamento dicendo: Ahimè, Signore! Questo ho detto». Oracolo del
Signore.
[6]Il profeta Geremia riferì a Sedecìa re di Giuda tutte queste parole in
Gerusalemme. [7]Frattanto l'esercito del re di Babilonia muoveva guerra a
Gerusalemme e a tutte le città di Giuda che ancora rimanevano, Lachis e
Azekà, poiché solo queste fortezze erano rimaste fra le città di Giuda.
Il problema della liberazione degli schiavi
[8]Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore, dopo che il re Sedecìa
ebbe concluso un'alleanza con tutto il popolo che si trovava a Gerusalemme,
di proclamare la libertà degli schiavi, [9]rimandando liberi ognuno il suo
schiavo ebreo e la sua schiava ebrea, così che nessuno costringesse più alla
schiavitù un Giudeo suo fratello.
[10]Tutti i capi e tutto il popolo, che avevano aderito all'alleanza,
acconsentirono a rimandare liberi ognuno il proprio schiavo e ognuno la
propria schiava, così da non costringerli più alla schiavitù: acconsentirono
dunque e li rimandarono effettivamente; [11]ma dopo si pentirono e ripresero
gli schiavi e le schiave che avevano rimandati liberi e li ridussero di
nuovo schiavi e schiave.
[12]Allora questa parola del Signore fu rivolta a Geremia: [13]«Così dice il
Signore, Dio di Israele: Io ho concluso un'alleanza con i vostri padri,
quando li ho fatti uscire dal paese d'Egitto, da una condizione servile,
dicendo: [14]Al compiersi di sette anni rimanderà ognuno il suo fratello
ebreo che si sarà venduto a te; egli ti servirà sei anni, quindi lo
rimanderai libero disimpegnato da te; ma i vostri padri non mi ascoltarono e
non prestarono orecchio. [15]Ora voi oggi vi eravate ravveduti e avevate
fatto ciò che è retto ai miei occhi, proclamando ciascuno la libertà del suo
fratello; voi avevate concluso un patto davanti a me, nel tempio in cui è
invocato il mio nome. [16]Ma poi, avete mutato di nuovo parere e profanando
il mio nome avete ripreso ognuno gli schiavi e le schiave, che avevate
rimandati liberi secondo il loro desiderio, e li avete costretti a essere
ancora vostri schiavi e vostre schiave. [17]Perciò dice il Signore: Voi non
avete dato ascolto al mio ordine che ognuno proclamasse la libertà del
proprio fratello e del proprio prossimo: ora, ecco, io affiderò la vostra
liberazione - parola del Signore - alla spada, alla peste e alla fame e vi
farò oggetto di terrore per tutti i regni della terra. [18]Gli uomini che
hanno trasgredito la mia alleanza, perché non hanno eseguito i termini
dell'alleanza che avevano conclusa in mia presenza, io li renderò come il
vitello che spaccarono in due passando fra le sue metà. [19]I capi di Giuda,
i capi di Gerusalemme, gli eunuchi, i sacerdoti e tutto il popolo del paese,
che passarono attraverso le due metà del vitello, [20]li darò in mano ai
loro nemici e a coloro che attentano alla loro vita; i loro cadaveri saranno
pasto agli uccelli dell'aria e alle bestie selvatiche. [21]Darò Sedecìa re
di Giuda e i suoi capi in mano ai loro nemici, in mano a coloro che
attentano alla loro vita e in mano all'esercito del re di Babilonia, che ora
si è allontanato da voi. [22]Ecco, io darò un ordine - dice il Signore - e
li farò tornare verso questa città, la assedieranno, la prenderanno e la
daranno alle fiamme e le città di Giuda le renderò desolate, senza
abitanti».
Geremia - Capitolo 35
L'esempio dei Recabiti
[1]Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore nei giorni di Ioiakìm
figlio di Giosia, re di Giuda: [2]«Và dai Recabiti e parla loro, conducili
in una delle stanze nel tempio del Signore e offri loro vino da bere». [3]Io
allora presi Iazanià figlio di Geremia, figlio di Cabassinià, i suoi
fratelli e tutti i suoi figli, cioè tutta la famiglia dei Recabiti. [4]Li
condussi nel tempio del Signore, nella stanza dei figli di Canàn figlio di
Iegdalià, uomo di Dio, la quale si trova vicino alla stanza dei capi, sopra
la stanza di Maasià figlio di Sallùm, custode di servizio alla soglia.
[5]Posi davanti ai membri della famiglia dei Recabiti boccali pieni di vino
e delle coppe e dissi loro: «Bevete il vino!». [6]Essi risposero: «Noi non
beviamo vino, perché Ionadàb figlio di Recàb, nostro antenato, ci diede
quest'ordine: Non berrete vino, né voi né i vostri figli, mai; [7]non
costruirete case, non seminerete sementi, non pianterete vigne e non ne
possederete alcuna, ma abiterete nelle tende tutti i vostri giorni, perché
possiate vivere a lungo sulla terra, dove vivete come forestieri. [8]Noi
abbiamo obbedito agli ordini di Ionadàb figlio di Recàb, nostro antenato,
riguardo a quanto ci ha comandato, così che noi, le nostre mogli, i nostri
figli e le nostre figlie, non beviamo vino per tutta la nostra vita; [9]non
costruiamo case da abitare né possediamo vigne o campi o sementi. [10]Noi
abitiamo nelle tende, obbediamo e facciamo quanto ci ha comandato Ionadàb
nostro antenato. [11]Quando Nabucodònosor re di Babilonia è venuto contro il
paese, ci siamo detti: Venite, entriamo in Gerusalemme per sfuggire
all'esercito dei Caldei e all'esercito degli Aramei. Così siam venuti ad
abitare in Gerusalemme».
[12]Allora questa parola del Signore fu rivolta a Geremia: [13]«Così dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: Và e riferisci agli uomini di Giuda
e agli abitanti di Gerusalemme: Non accetterete la lezione, ascoltando le
mie parole? Oracolo del Signore. [14]Sono state messe in pratica le parole
di Ionadàb figlio di Recàb, il quale aveva comandato ai suoi figli di non
bere vino. Essi infatti non lo hanno bevuto fino a oggi, perché hanno
obbedito al comando del loro padre. Io vi ho parlato con continua premura,
ma voi non mi avete ascoltato! [15]Vi ho inviato tutti i miei servi, i
profeti, con viva sollecitudine per dirvi: Abbandonate ciascuno la vostra
condotta perversa, emendate le vostre azioni e non seguite altri dei per
servirli, per poter abitare nel paese che ho concesso a voi e ai vostri
padri, ma voi non avete prestato orecchio e non mi avete dato retta.
[16]Così i figli di Ionadàb figlio di Recàb hanno eseguito il comando che il
loro padre aveva dato loro; questo popolo, invece, non mi ha ascoltato.
[17]Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti e Dio di Israele: Ecco, io
manderò su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho
annunziato contro di essi, perché ho parlato loro e non mi hanno ascoltato,
li ho chiamati e non hanno risposto».
[18]Geremia riferì alla famiglia dei Recabiti: «Dice il Signore degli
eserciti, Dio di Israele: Poiché avete ascoltato il comando di Ionadàb
vostro padre e avete osservato tutti i suoi decreti e avete fatto quanto vi
aveva ordinato, [19]per questo dice il Signore degli eserciti, Dio di
Israele: a Ionadàb figlio di Recàb non verrà mai a mancare qualcuno che stia
sempre alla mia presenza».
Geremia - Capitolo 36
IV. LE SOFFERENZE DI GEREMIA
Il rotolo del 605-604
[1]Nel quarto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, questa parola
fu rivolta a Geremia da parte del Signore: [2]«Prendi un rotolo da scrivere
e scrivici tutte le cose che ti ho detto riguardo a Gerusalemme, a Giuda e a
tutte le nazioni, da quando cominciai a parlarti dal tempo di Giosia fino ad
oggi. [3]Forse quelli della casa di Giuda, sentendo tutto il male che mi
propongo di fare loro, abbandoneranno ciascuno la sua condotta perversa e
allora perdonerò le loro iniquità e i loro peccati».
[4]Geremia chiamò Baruc figlio di Neria e Baruc scrisse, sotto la dettatura
di Geremia, tutte le cose che il Signore gli aveva detto su un rotolo per
scrivere. [5]Quindi Geremia ordinò a Baruc: «Io ne sono impedito e non posso
andare nel tempio del Signore. [6]Andrai dunque tu a leggere, nel rotolo che
hai scritto sotto la mia dettatura, le parole del Signore, facendole udire
al popolo nel tempio del Signore in un giorno di digiuno; le leggerai anche
ad alta voce a tutti quelli di Giuda che vengono dalle loro città. [7]Forse
si umilieranno con suppliche dinanzi al Signore e abbandoneranno ciascuno la
sua condotta perversa, perché grande è l'ira e il furore che il Signore ha
espresso verso questo popolo».
[8]Baruc figlio di Neria fece quanto gli aveva comandato il profeta Geremia,
leggendo sul rotolo le parole del Signore nel tempio.
[9]Nel quinto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, nel nono mese,
fu indetto un digiuno davanti al Signore per tutto il popolo di Gerusalemme
e per tutto il popolo che era venuto dalle città di Giuda a Gerusalemme.
[10]Baruc dunque lesse nel libro facendo udire a tutto il popolo le parole
di Geremia, nel tempio del Signore, nella stanza di Ghemarià, figlio di
Safàn lo scriba, nel cortile superiore presso l'ingresso della Porta Nuova
del tempio del Signore. [11]Michea figlio di Ghemarià, figlio di Safàn,
udite tutte le parole del Signore lette dal libro, [12]scese alla reggia
nella stanza dello scriba; ed ecco là si trovavano in seduta tutti i capi
dignitari: Elisamà lo scriba e Delaià figlio di Semaià, Elnatàn figlio di
Acbòr, Ghemarià figlio di Safàn, e Sedecìa figlio di Anania, insieme con
tutti i capi. [13]Michea riferì loro tutte le parole che aveva udite quando
Baruc leggeva nel libro al popolo in ascolto.
[14]Allora tutti i capi inviarono da Baruc Iudi figlio di Natania, figlio di
Selemia, figlio dell'Etiope, per dirgli: «Prendi nelle mani il rotolo che
leggevi ad alta voce al popolo e vieni».
Baruc figlio di Neria prese il rotolo in mano e si recò da loro. [15]Ed essi
gli dissero: «Siedi e leggi davanti a noi». Baruc lesse davanti a loro.
[16]Allora, quando udirono tutte quelle parole, ebbero paura e si dissero
l'un l'altro: «Dobbiamo senz'altro riferire al re tutte queste parole».
[17]Poi interrogarono Baruc: «Dicci come hai fatto a scrivere tutte queste
parole». [18]Baruc rispose: «Di sua bocca Geremia mi dettava tutte queste
parole e io le scrivevo nel libro con l'inchiostro».
[19]I capi dissero a Baruc: «Và e nasconditi insieme con Geremia; nessuno
sappia dove siete». [20]Essi poi si recarono dal re nell'appartamento
interno, dopo aver riposto il rotolo nella stanza di Elisamà lo scriba, e
riferirono al re tutte queste cose.
[21]Allora il re mandò Iudi a prendere il rotolo. Iudi lo prese dalla stanza
di Elisamà lo scriba e lo lesse davanti al re e a tutti i capi che stavano
presso il re. [22]Il re sedeva nel palazzo d'inverno - si era al nono mese -
con un braciere acceso davanti.
[23]Ora, quando Iudi aveva letto tre o quattro colonne, il re le lacerava
con il temperino da scriba e le gettava nel fuoco sul braciere, finché non
fu distrutto l'intero rotolo nel fuoco che era sul braciere. [24]Il re e
tutti i suoi ministri non tremarono né si strapparono le vesti all'udire
tutte quelle cose. [25]Eppure Elnatàn, Delaià e Ghemarià avevano supplicato
il re di non bruciare il rotolo, ma egli non diede loro ascolto. [26]Anzi
ordinò a Ieracmeèl, un principe regale, a Seraià figlio di Azrièl e a
Selemia figlio di Abdeèl, di arrestare Baruc lo scriba e il profeta Geremia,
ma il Signore li aveva nascosti.
[27]Questa parola del Signore fu rivolta a Geremia dopo che il re ebbe
bruciato il rotolo con le parole che Baruc aveva scritte sotto la dettatura
di Geremia: [28]Prendi di nuovo un rotolo e scrivici tutte le parole di
prima, che erano nel primo rotolo bruciato da Ioiakìm re di Giuda.
[29]Contro Ioiakìm re di Giuda dichiarerai: «Dice il Signore: Hai bruciato
quel rotolo, dicendo: Perché vi hai scritto queste parole: Certo verrà il re
di Babilonia e devasterà questo paese e farà scomparire da esso uomini e
bestie? [30]Per questo dice il Signore contro Ioiakìm re di Giuda: Egli non
avrà un erede sul trono di Davide; il suo cadavere sarà esposto al calore
del giorno e al freddo della notte. [31]Io punirò lui, la sua discendenza e
i suoi ministri per le loro iniquità e manderò su di loro, sugli abitanti di
Gerusalemme e sugli uomini di Giuda, tutto il male che ho minacciato, senza
che mi abbiano dato ascolto».
[32]Geremia prese un altro rotolo e lo consegnò a Baruc figlio di Neria, lo
scriba, il quale vi scrisse, sotto la dettatura di Geremia, tutte le parole
del libro che Ioiakìm re di Giuda aveva bruciato nel fuoco; inoltre vi
furono aggiunte molte parole simili a quelle.
Geremia - Capitolo 37
Giudizio riassuntivo su Sedecia
[1]Sedecìa figlio di Giosia divenne re al posto di Conìa figlio di Ioiakìm;
Nabucodònosor re di Babilonia lo nominò re nel paese di Giuda. [2]Ma né lui
né i suoi ministri né il popolo del paese ascoltarono le parole che il
Signore aveva pronunziate per mezzo del profeta Geremia.
[3]Il re Sedecìa inviò allora Iucàl figlio di Selemia e il sacerdote Sofonia
figlio di Maasià dal profeta Geremia per dirgli: «Prega per noi il Signore
nostro Dio».
[4]Geremia intanto andava e veniva in mezzo al popolo e non era stato ancora
messo in prigione.
[5]Però l'esercito del faraone era uscito dall'Egitto e i Caldei, che
assediavano Gerusalemme, appena ne avevano avuto notizia, si erano
allontanati da Gerusalemme.
[6]Allora la parola del Signore fu rivolta al profeta Geremia: [7]«Dice il
Signore Dio di Israele: Riferite al re di Giuda, che vi ha mandati da me per
consultarmi: Ecco l'esercito del faraone, uscito in vostro aiuto, ritornerà
nel suo paese d'Egitto; [8]i Caldei ritorneranno, combatteranno contro
questa città, la prenderanno e la daranno alle fiamme».
[9]Dice il Signore: «Non illudetevi pensando: Certo i Caldei si
allontaneranno da noi, perché non se ne andranno. [10]Anche se riusciste a
battere tutto l'esercito dei Caldei che combattono contro di voi, e ne
rimanessero solo alcuni feriti, costoro sorgerebbero ciascuno dalla sua
tenda e darebbero alle fiamme questa città».
[11]Quando l'esercito dei Caldei si allontanò da Gerusalemme a causa
dell'esercito del faraone, [12]Geremia uscì da Gerusalemme per andare nella
terra di Beniamino a prendervi una parte di eredità tra i suoi parenti.
[13]Ma, quando fu alla porta di Beniamino, dove era un incaricato del
servizio di guardia chiamato Ieria figlio di Selemia, figlio di Anania,
costui arrestò il profeta Geremia dicendo: «Tu passi ai Caldei!».
[14]Geremia rispose: «E' falso! Io non passo ai Caldei»; ma egli non gli
diede retta. E così Ieria prese Geremia e lo condusse dai capi. [15]I capi
erano sdegnati contro Geremia, lo percossero e lo gettarono in prigione
nella casa di Giònata lo scriba, che avevano trasformato in un carcere.
[16]Geremia entrò in una cisterna sotterranea a volta e rimase là molti
giorni.
[17]Il re Sedecìa mandò a prenderlo e lo interrogò in casa sua, di nascosto:
«C'è qualche parola da parte del Signore?». Geremia rispose: «Sì» e precisò:
«Tu sarai dato in mano al re di Babilonia».
[18]Geremia poi disse al re Sedecìa: «Quale colpa ho commesso contro di te,
i tuoi ministri e contro questo popolo, perché mi abbiate messo in prigione?
[19]E dove sono i vostri profeti, che vi predicevano: Il re di Babilonia non
verrà contro di voi e contro questo paese? [20]Ora, ascolta, re mio signore;
la mia supplica ti giunga gradita. Non rimandarmi nella casa di Giònata lo
scriba, perché io non vi muoia».
[21]Il re Sedecìa comandò di custodire Geremia nell'atrio della prigione e
gli fu data ogni giorno una focaccia di pane proveniente dalla via dei
Fornai, finché non fu esaurito tutto il pane in città.
Così Geremia rimase nell'atrio della prigione.
Geremia - Capitolo 38
Geremia nella cisterna. Intervento di Ebed-Melech
[1]Sefatià figlio di Mattàn, Godolia figlio di Pascùr, Iucàl figlio di
Selemia e Pascùr figlio di Malchia udirono queste parole che Geremia
rivolgeva a tutto il popolo: [2]«Dice il Signore: Chi rimane in questa città
morirà di spada, di fame e di peste, mentre chi passerà ai Caldei vivrà: per
lui la sua vita sarà come bottino e vivrà. [3]Dice il Signore: Certo questa
città sarà data in mano all'esercito del re di Babilonia che la prenderà».
[4]I capi allora dissero al re: «Si metta a morte questo uomo, appunto
perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e
scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché questo uomo non
cerca il benessere del popolo, ma il male». [5]Il re Sedecìa rispose: «Ecco,
egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi».
[6]Essi allora presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia,
principe regale, la quale si trovava nell'atrio della prigione. Calarono
Geremia con corde. Nella cisterna non c'era acqua ma fango, e così Geremia
affondò nel fango.
[7]Ebed-Mèlech l'Etiope, un eunuco che era nella reggia, sentì che Geremia
era stato messo nella cisterna. Ora, mentre il re stava alla porta di
Beniamino, [8]Ebed-Mèlech uscì dalla reggia e disse al re: [9]«Re mio
signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al
profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame sul posto,
perché non c'è più pane nella città». [10]Allora il re diede quest'ordine a
Ebed-Mèlech l'Etiope: «Prendi con te da qui tre uomini e fà risalire il
profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia».[11]Ebed-Mèlech prese con sé
gli uomini, andò nella reggia, nel guardaroba del tesoro e, presi di là
pezzi di cenci e di stracci, li gettò a Geremia nella cisterna con corde.
[12]Ebed-Mèlech disse a Geremia: «Su, mettiti i pezzi dei cenci e degli
stracci alle ascelle sotto le corde». Geremia fece così. [13]Allora tirarono
su Geremia con le corde, facendolo uscire dalla cisterna, e Geremia rimase
nell'atrio della prigione.
Ultimo incontro di Geremia con Sedecia
[14]Il re Sedecìa mandò a prendere il profeta Geremia e, fattolo venire
presso di sé al terzo ingresso del tempio del Signore, il re gli disse: «Ti
domando una cosa, non nascondermi nulla!». [15]Geremia rispose a Sedecìa:
«Se te la dico, non mi farai forse morire? E se ti do un consiglio, non mi
darai ascolto». [16]Allora il re Sedecìa giurò in segreto a Geremia: «Com'è
vero che vive il Signore che ci ha dato questa vita, non ti farò morire né
ti consegnerò in balìa di quegli uomini che attentano alla tua vita!».
[17]Geremia allora disse a Sedecìa: «Dice il Signore, Dio degli eserciti,
Dio di Israele: Se uscirai incontro ai generali del re di Babilonia, allora
avrai salva la vita e questa città non sarà data in fiamme; tu e la tua
famiglia vivrete; [18]se invece non uscirai incontro ai generali del re di
Babilonia, allora questa città sarà messa in mano ai Caldei, i quali la
daranno alle fiamme e tu non scamperai dalle loro mani».
[19]Il re Sedecìa rispose a Geremia: «Ho paura dei Giudei che sono passati
ai Caldei; temo di essere consegnato in loro potere e che essi mi
maltrattino». [20]Ma Geremia disse: «Non ti consegneranno a loro. Ascolta la
voce del Signore riguardo a ciò che ti dico; ti andrà bene e tu vivrai;
[21]se, invece, rifiuti di uscire, questo il Signore mi ha rivelato:
[22]Ecco, tutte le donne rimaste nella reggia di Giuda saranno condotte ai
generali del re di Babilonia e diranno:
Ti hanno abbindolato e ingannato
gli uomini di tua fiducia.
I tuoi piedi si sono affondati nella melma,
mentre essi sono spariti.
[23]Tutte le donne e tutti i tuoi figli saranno condotti ai Caldei e tu non
sfuggirai alle loro mani, ma sarai tenuto prigioniero in mano del re di
Babilonia e questa città sarà data alle fiamme».
[24]Sedecìa disse a Geremia: «Nessuno sappia di questi discorsi perché tu
non muoia. [25]Se i dignitari sentiranno che ho parlato con te e verranno da
te e ti domanderanno: Riferiscici quanto hai detto al re, non nasconderci
nulla, altrimenti ti uccideremo; raccontaci che cosa ti ha detto il re,
[26]tu risponderai loro: Ho presentato la supplica al re perché non mi
mandasse di nuovo nella casa di Giònata a morirvi».
[27]Ora tutti i dignitari vennero da Geremia e lo interrogarono; egli
rispose proprio come il re gli aveva ordinato, così che lo lasciarono
tranquillo, poiché la conversazione non era stata ascoltata.
[28]Geremia rimase nell'atrio della prigione fino al giorno in cui fu presa
Gerusalemme.
Geremia - Capitolo 39
Sorte di Geremia alla caduta di Gerusalemme
[1]Nel decimo mese del nono anno di Sedecìa re di Giuda, Nabucodònosor re di
Babilonia mosse con tutto l'esercito contro Gerusalemme e l'assediò. [2]Nel
quarto mese dell'anno undecimo di Sedecìa, il nove del mese, fu aperta una
breccia nella città, [3]entrarono tutti i generali del re di Babilonia e si
stabilirono alla Porta di mezzo; Nergal-Sarèzer di Sin-Magir,
Nebosar-Sechim, capo dei funzionari, Nergal-Sarèzer, comandante delle truppe
di fontiera e tutti gli altri capi del re di Babilonia.
[4]Appena videro ciò, Sedecìa re di Giuda e tutti i suoi guerrieri fuggirono
uscendo di notte per la via del giardino del re, attraverso la porta fra le
due mura, e presero la via dell'Araba. [5]Ma i soldati caldei li inseguirono
e raggiunsero Sedecìa nelle steppe di Gerico, lo presero e lo condussero da
Nabucodònosor re di Babilonia a Ribla nel paese di Amat, dove il re
pronunziò la sentenza su di lui. [6]Il re di Babilonia fece sgozzare i figli
di Sedecìa, a Ribla, sotto gli occhi di lui; il re di Babilonia fece anche
sgozzare tutti i notabili di Giuda. [7]Cavò poi gli occhi a Sedecìa e lo
legò con catene per condurlo a Babilonia. [8]I Caldei diedero alle fiamme la
reggia e le case del popolo e demolirono le mura di Gerusalemme. [9]Tutto il
resto del popolo rimasto in città e i disertori che erano passati a lui e
tutto il resto del popolo, Nabuzaradàn, capo delle guardie, li deportò a
Babilonia. [10]Nabuzaradàn, capo delle guardie, lasciò nel paese di Giuda i
poveri del popolo, che non avevano nulla, assegnando loro vigne e campi in
tale occasione.
[11]Quanto a Geremia, Nabucodònosor re di Babilonia aveva dato queste
disposizioni a Nabuzaradàn, capo delle guardie: [12]«Prendilo e tieni gli
occhi su di lui, non fargli alcun male, ma fà per lui ciò che egli ti dirà».
[13]Essi allora - cioè Nabuzaradàn, capo delle guardie, Nabusazbàn capo dei
funzionari, Nergal-Sarèzer, comandante delle truppe di frontiera e tutti gli
alti ufficiali del re di Babilonia - [14]mandarono a prendere Geremia
dall'atrio della prigione e lo consegnarono a Godolia figlio di Achikàm,
figlio di Safàn, perché lo conducesse a casa. Così egli rimase in mezzo al
popolo.
Oracolo di salvezza per Ebed-Melech
[15]A Geremia era stata rivolta questa parola del Signore, quando era ancora
rinchiuso nell'atrio della prigione: [16]«Và a dire a Ebed-Mèlech l'Etiope:
Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco io pongo in atto
le mie parole contro questa città, a sua rovina e non a suo bene; in quel
giorno esse si avvereranno sotto i tuoi occhi. [17]Ma io ti libererò in quel
giorno - oracolo del Signore - e non sarai consegnato in mano agli uomini
che tu temi. [18]Poiché, certo, io ti salverò; non cadrai di spada, ma ti
sarà conservata la vita come tuo bottino, perché hai avuto fiducia in me.
Oracolo del Signore».
Geremia - Capitolo 40
Ancora la sorte di Geremia
[1]Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore, dopo che Nabuzaradàn,
capo delle guardie, lo aveva rimandato libero da Rama, avendolo preso mentre
era legato con catene in mezzo a tutti i deportati di Gerusalemme e di
Giuda, i quali venivano condotti in esilio a Babilonia. [2]Il capo delle
guardie prese Geremia e gli disse: «Il Signore tuo Dio ha predetto questa
sventura per questo luogo; [3]il Signore l'ha mandata, compiendo quanto
aveva minacciato, perché voi avete peccato contro il Signore e non avete
ascoltato la sua voce; perciò vi è capitata una cosa simile. [4]Ora ecco, ti
sciolgo queste catene dalle mani. Se preferisci venire con me a Babilonia,
vieni; io veglierò su di te. Se invece preferisci non venire con me a
Babilonia, rimani. Vedi, tutta la regione sta davanti a te; và pure dove ti
piace e ti è comodo andare. [5]Torna pure presso Godolia figlio di Achikàm,
figlio di Safàn, che il re di Babilonia ha messo a capo delle città di
Giuda. Rimani con lui in mezzo al popolo oppure và dove ti piace andare».
Il capo delle guardie gli diede provviste di cibo e un regalo e lo licenziò.
[6]Allora Geremia andò in Mizpà da Godolia figlio di Achikàm, e si stabilì
con lui in mezzo al popolo che era rimasto nel paese.
Godolia governatore: suo assassinio
[7]Tutti i capi dell'esercito, che si erano dispersi per la regione con i
loro uomini, vennero a sapere che il re di Babilonia aveva messo a capo del
paese Godolia figlio di Achikàm, e gli aveva affidato gli uomini, le donne,
i bambini e i poveri del paese che non erano stati deportati a Babilonia.
[8]Si recarono allora da Godolia in Mizpà Ismaele figlio di Natania,
Giovanni figlio di Kàreca, Seraià figlio di Tancùmet, i figli di Ofi di
Netofa e Iezanià figlio del Maacatita con i loro uomini. [9]Godolia figlio
di Achikàm, figlio di Safàn, giurò a loro e ai loro uomini: «Non temete i
funzionari caldei; rimanete nel paese e state soggetti al re di Babilonia e
vi troverete bene. [10]Quanto a me, ecco, io mi stabilisco in Mizpà come
vostro rappresentante di fronte ai Caldei che verranno da noi; ma voi fate
pure la raccolta del vino, delle frutta e dell'olio, riponete tutto nei
vostri magazzini e dimorate nelle città da voi occupate».
[11]Anche tutti i Giudei che si trovavano in Moab, tra gli Ammoniti, in Edom
e in tutte le altre regioni, seppero che il re di Babilonia aveva lasciato
una parte della popolazione in Giuda e aveva messo a capo di essa Godolia
figlio di Achikàm, figlio di Safàn. [12]Tutti questi Giudei ritornarono da
tutti i luoghi nei quali si erano dispersi e vennero nel paese di Giuda
presso Godolia a Mizpà. Raccolsero vino e frutta in grande abbondanza.
[13]Ora Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate che si
erano dispersi per la regione, si recarono da Godolia in Mizpà [14]e gli
dissero: «Non sai che Baalìs re degli Ammoniti ha mandato Ismaele figlio di
Natania per toglierti la vita?». Ma Godolia figlio di Achikàm non credette
loro.
[15]Allora Giovanni figlio di Kàreca parlò segretamente con Godolia in
Mizpà: «Io andrò a colpire Ismaele figlio di Natania senza che alcuno lo
sappia. Perché egli dovrebbe toglierti la vita, così che vadano dispersi
tutti i Giudei che si sono raccolti intorno a te e perisca tutto il resto di
Giuda?». [16]Ma Godolia figlio di Achikàm rispose a Giovanni figlio di
Kàreca: «Non commettere una cosa simile, perché è una menzogna quanto tu
dici di Ismaele».
Geremia - Capitolo 41
[1]Ora, nel settimo mese, Ismaele figlio di Natania, figlio di Elisamà, di
stirpe reale, si recò con dieci uomini da Godolia figlio di Achikàm in Mizpà
e mentre là in Mizpà prendevano cibo insieme, [2]Ismaele figlio di Natania
si alzò con i suoi dieci uomini e colpirono di spada Godolia figlio di
Achikàm, figlio di Safàn. Così uccisero colui che il re di Babilonia aveva
messo a capo del paese. [3]Ismaele uccise anche tutti i Giudei che erano con
Godolia a Mizpà e i Caldei, tutti uomini d'arme, che si trovavano colà.
[4]Il secondo giorno dopo l'uccisione di Godolia, quando nessuno sapeva la
cosa, [5]vennero uomini da Sichem, da Silo e da Samaria: ottanta uomini con
la barba rasa, le vesti stracciate e con incisioni sul corpo. Essi avevano
nelle mani offerte e incenso da portare nel tempio del Signore. [6]Ismaele
figlio di Natania uscì loro incontro da Mizpà, mentre essi venivano avanti
piangendo. Quando li ebbe raggiunti, disse loro: «Venite da Godolia, figlio
di Achikàm».
[7]Ma quando giunsero nel centro della città, Ismaele figlio di Natania con
i suoi uomini li sgozzò e li gettò in una cisterna.
[8]Fra quelli si trovarono dieci uomini, che dissero a Ismaele: «Non
ucciderci, perché abbiamo nascosto provviste nei campi, grano, orzo, olio e
miele». Allora egli si trattenne e non li uccise insieme con i loro
fratelli. [9]La cisterna in cui Ismaele gettò tutti i cadaveri degli uomini
che aveva uccisi era la cisterna grande, quella che il re Asa aveva
costruita quando era in guerra contro Baasa re di Israele; Ismaele figlio di
Natania la riempì dei cadaveri.
[10]Poi Ismaele fece prigioniero il resto del popolo che si trovava in
Mizpà, le figlie del re e tutto il popolo rimasto in Mizpà, su cui
Nabuzaradàn, capo delle guardie, aveva messo a capo Godolia figlio di
Achikàm. Ismaele figlio di Natania li condusse via e partì per rifugiarsi
presso gli Ammoniti.
[11]Intanto Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate che
erano con lui ebbero notizia di tutto il male compiuto da Ismaele figlio di
Natania. [12]Raccolsero i loro uomini e si mossero per andare ad assalire
Ismaele figlio di Natania. Essi lo trovarono presso la grande piscina di
Gàbaon.
[13]Appena tutto il popolo che era con Ismaele vide Giovanni figlio di
Kàreca e tutti i capi delle bande armate che erano con lui, se ne rallegrò.
[14]Tutto il popolo che Ismaele aveva condotto via da Mizpà si voltò e,
ritornato indietro, raggiunse Giovanni figlio di Kàreca. [15]Ma Ismaele
figlio di Natania sfuggì con otto uomini a Giovanni e andò presso gli
Ammoniti.
[16]Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate che erano
con lui presero tutto il resto del popolo che Ismaele figlio di Natania
aveva condotto via da Mizpà dopo aver ucciso Godolia figlio di Achikàm,
uomini d'arme, donne, fanciulli ed eunuchi, e li condussero via da Gàbaon.
[17]Essi partirono e sostarono in Gherut-Chimàm, che si trova a fianco di
Betlemme, per proseguire ed entrare in Egitto, [18]lontano dai Caldei.
Infatti essi temevano costoro, poiché Ismaele figlio di Natania aveva ucciso
Godolia figlio di Achikàm, che il re di Babilonia aveva messo a capo del
paese.
Geremia - Capitolo 42
La fuga in Egitto
[1]Tutti i capi delle bande armate e Giovanni figlio di Kàreca, e Azaria
figlio di Osaia e tutto il popolo, dai piccoli ai grandi, si presentarono
[2]al profeta Geremia e gli dissero: «Ti sia gradita la nostra supplica!
Prega per noi il Signore tuo Dio, in favore di tutto questo residuo di
popolazione, perché noi siamo rimasti in pochi dopo essere stati molti, come
vedi con i tuoi occhi. [3]Il Signore tuo Dio ci indichi la via per la quale
dobbiamo andare e che cosa dobbiamo fare». [4]Il profeta Geremia rispose
loro: «Comprendo! Ecco, pregherò il Signore vostro Dio secondo le vostre
parole e vi riferirò quanto il Signore risponde per voi; non vi nasconderò
nulla».
[5]Essi allora dissero a Geremia: «Il Signore sia contro di noi testimone
verace e fedele, se non faremo quanto il Signore tuo Dio ti rivelerà per
noi. [6]Che ci sia gradita o no, noi ascolteremo la voce del Signore nostro
Dio al quale ti mandiamo, perché ce ne venga bene obbedendo alla voce del
Signore nostro Dio».
[7]Al termine di dieci giorni, la parola del Signore fu rivolta a Geremia.
[8]Questi chiamò Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate
che erano con lui e tutto il popolo, dai piccoli ai grandi, [9]e riferì
loro: «Dice il Signore, Dio di Israele, al quale mi avete inviato perché gli
presentassi la vostra supplica: [10]Se continuate ad abitare in questa
regione, vi renderò stabili e non vi distruggerò, vi pianterò e non vi
sradicherò, perché ho pietà del male che vi ho arrecato. [11]Non temete il
re di Babilonia, che vi incute timore; non temetelo - dice il Signore -
perché io sarò con voi per salvarvi e per liberarvi dalla sua mano. [12]Io
gli ispirerò sentimenti di pietà per voi, così egli avrà compassione di voi
e vi lascerà dimorare nel vostro paese. [13]Se invece, non dando retta alla
voce del Signore vostro Dio, voi direte: Non vogliamo abitare in questo
paese, [14]e direte: No, vogliamo andare nel paese d'Egitto, perché là non
vedremo guerre e non udremo squilli di tromba né soffriremo carestia di
pane: là abiteremo; [15]in questo caso ascolta la parola del Signore, o
resto di Giuda: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Se voi
intendete veramente andare in Egitto e vi andate per stabilirvi colà,
[16]ebbene, la spada che temete vi raggiungerà laggiù nel paese d'Egitto, e
la fame che temete vi sarà addosso laggiù in Egitto e là morirete.
[17]Allora tutti gli uomini che avranno deciso di recarsi in Egitto per
dimorarvi moriranno di spada, di fame e di peste. Nessuno di loro scamperà o
sfuggirà alla sventura che io manderò su di loro. [18]Poiché, dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: Come si è rovesciato il mio furore e
la mia ira contro gli abitanti di Gerusalemme, così la mia ira si rovescerà
contro di voi quando sarete andati in Egitto. Voi sarete oggetto di
maledizione, di orrore, di esecrazione e di scherno e non vedrete mai più
questo luogo».
[19]Questo vi dice il Signore, o superstiti di Giuda: «Non andate in Egitto.
Sappiate bene che oggi io vi ho solennemente avvertiti. [20]Poiché avete
messo a rischio le vostre vite, quando mi avete mandato dal Signore vostro
Dio, dicendomi: Intercedi per noi presso il Signore nostro Dio, dicci ciò
che il Signore nostro Dio dirà e noi lo eseguiremo. [21]Oggi ve l'ho
riferito, ma voi non ascoltate la voce del Signore vostro Dio riguardo a
tutto ciò per cui egli mi ha inviato a voi. [22]Perciò sappiate bene che
morirete di spada, di fame e di peste nel luogo in cui desiderate andare a
dimorare».
Geremia - Capitolo 43
[1]Quando Geremia finì di riferire a tutto il popolo tutte le parole del
Signore loro Dio - tutte quelle parole per cui il Signore lo aveva inviato a
loro - [2]Azaria figlio di Osaia e Giovanni figlio di Kàreca e tutti quegli
uomini superbi e ribelli dissero a Geremia: «Una menzogna stai dicendo! Non
ti ha inviato il Signore nostro Dio a dirci: Non andate in Egitto per
dimorare là; [3]ma Baruch figlio di Neria ti istiga contro di noi per
consegnarci nelle mani dei Caldei, perché ci uccidano e ci deportino in
Babilonia».
[4]Pertanto Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate e
tutto il popolo non obbedirono all'invito del Signore di rimanere nel paese
di Giuda.
[5]Così Giovanni figlio di Kàreca e tutti i capi delle bande armate
raccolsero tutti i superstiti di Giuda, che erano ritornati per abitare
nella terra di Giuda da tutte le regioni in mezzo alle quali erano stati
dispersi, [6]uomini, donne, bambini, le principesse reali e tutte le persone
che Nabuzaradàn, capo delle guardie, aveva lasciate con Godolia figlio di
Achikàm, figlio di Safàn, insieme con il profeta Geremia e con Baruch figlio
di Neria, [7]e andarono nel paese d'Egitto, non avendo dato ascolto alla
voce del Signore, e giunsero fino a Tafni.
Geremia predice l'invasione dell'Egitto da parte di Nabucodonosor
[8]Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia in Tafni: [9]«Prendi in
mano grandi pietre e sotterrale nella mota nel quadrato dei mattoni
all'ingresso della casa del faraone in Tafni, sotto agli occhi dei Giudei.
[10]Quindi dirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco,
io manderò a prendere Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo; egli porrà
il trono su queste pietre che hai sotterrate e stenderà il baldacchino sopra
di esse. [11]Verrà infatti e colpirà il paese d'Egitto, mandando a morte chi
è destinato alla morte, alla schiavitù chi è destinato alla schiavitù e
uccidendo di spada chi è destinato alla spada. [12]Darà alle fiamme i templi
degli dei d'Egitto, li brucerà e porterà gli dei in esilio; ripulirà il
paese di Egitto come un pastore pulisce dai pidocchi il mantello; poi se ne
andrà tranquillo. [13]Frantumerà gli obelischi del tempio del sole nel paese
d'Egitto e darà alle fiamme i templi degli dei d'Egitto».
Geremia - Capitolo 44
Ultimo ministero di Geremia: i Giudei in Egitto e la Regina del Cielo
[1]Questa parola fu rivolta a Geremia per tutti i Giudei che abitavano nel
paese d'Egitto, a Migdòl, a Tafni, a Menfi e nella regione di Patròs.
[2]«Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi avete visto
tutte le sventure che ho mandate su Gerusalemme e su tutte le città di
Giuda; eccole oggi una desolazione, senza abitanti, [3]a causa delle
iniquità che commisero per provocarmi, andando a offrire incenso e a
venerare altri dei, che né loro conoscevano né voi né i vostri padri
conoscevate. [4]Eppure, io vi avevo premurosamente inviato tutti i miei
servi, i profeti, con l'incarico di dirvi: Non fate questa cosa abominevole
che io ho in odio! [5]Ma essi non mi ascoltarono e non prestarono orecchio
in modo da abbandonare la loro iniquità cessando dall'offrire incenso ad
altri dei. [6]Perciò la mia ira e il mio furore divamparono come fuoco nelle
città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme ed esse divennero un deserto e
una desolazione, come sono ancor oggi.
[7]Dice dunque il Signore, Dio degli eserciti, Dio di Israele: Perché voi
fate un male così grave contro voi stessi tanto da farvi sterminare di mezzo
a Giuda uomini e donne, bambini e lattanti, in modo che non rimanga di voi
neppure un resto? [8]Perché mi provocate con l'opera delle vostre mani,
offrendo incenso a divinità straniere nel paese d'Egitto dove siete venuti a
dimorare, in modo da farvi sterminare e da divenire oggetto di esecrazione e
di obbrobrio tra tutte le nazioni della terra? [9]Avete forse dimenticato le
iniquità dei vostri padri, le iniquità dei re di Giuda, le iniquità dei
vostri capi, le vostre iniquità e quelle delle vostre mogli, compiute nel
paese di Giuda e per le strade di Gerusalemme? [10]Fino ad oggi essi non ne
hanno sentito rimorso, non hanno provato timore e non hanno agito secondo la
legge e i decreti che io ho posto davanti a voi e ai vostri padri».
[11]Perciò dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: «Ecco, io rivolgo
la faccia verso di voi a vostra sventura e per distruggere tutto Giuda.
[12]Abbatterò il resto di Giuda, che ha deciso di andare a dimorare nel
paese d'Egitto; essi periranno tutti nel paese d'Egitto; cadranno di spada e
periranno di fame, dal più piccolo al più grande; moriranno di spada e di
fame e saranno oggetto di maledizione e di orrore, di esecrazione e di
obbrobrio. [13]Punirò coloro che dimorano nel paese d'Egitto come ho punito
Gerusalemme con la spada, la fame e la peste. [14]Nessuno scamperà né
sfuggirà fra il resto di Giuda che è venuto a dimorare qui nel paese
d'Egitto con la speranza di tornare nella terra di Giuda, dove essi
desiderano ritornare ad abitare; essi non vi ritorneranno mai, eccettuati
pochi fuggiaschi».
[15]Allora tutti gli uomini che sapevano che le loro donne avevano bruciato
incenso a divinità straniere, e tutte le donne che erano presenti, una
grande folla, e tutto il popolo che dimorava nel paese d'Egitto e in Patros,
risposero a Geremia: [16]«Quanto all'ordine che ci hai comunicato in nome
del Signore, noi non ti vogliamo dare ascolto; [17]anzi decisamente
eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso, cioè bruceremo incenso alla
Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo gia fatto noi, i
nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le
strade di Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e
non vedemmo alcuna sventura; [18]ma da quando abbiamo cessato di bruciare
incenso alla Regina del cielo e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto
carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame». [19]E
le donne aggiunsero: «Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del
cielo e le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti
prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?».
[20]Allora così parlò Geremia a tutto il popolo, agli uomini e alle donne e
a tutta la gente che gli avevano risposto in quel modo: [21]«Forse che il
Signore non si ricorda e non ha più in mente l'incenso che voi bruciavate
nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme, voi e i vostri padri, i
vostri re e i vostri capi e il popolo del paese? [22]Il Signore non ha più
potuto sopportare la malvagità delle vostre azioni né le cose abominevoli
che avete commesse. Per questo il vostro paese è divenuto un deserto,
oggetto di orrore e di esecrazione, senza abitanti, come oggi si vede.
[23]Per il fatto che voi avete bruciato incenso e avete peccato contro il
Signore, non avete ascoltato la voce del Signore e non avete camminato
secondo la sua legge, i suoi decreti e i suoi statuti, per questo vi è
capitata questa sventura, come oggi si vede».
[24]Geremia disse a tutto il popolo e a tutte le donne: «Ascoltate la parola
del Signore, voi tutti di Giuda che siete nel paese d'Egitto. [25]Dice il
Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi donne lo avete affermato con la
bocca e messo in atto con le vostre mani, affermando: Noi adempiremo tutti i
voti che abbiamo fatto di offrire incenso alla Regina del cielo e di
offrirle libazioni! Adempite pure i vostri voti e fate pure le vostre
libazioni.
[26]Tuttavia ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che abitate
nel paese di Egitto. Ecco, io giuro per il mio grande nome - dice il
Signore - che mai più il mio nome sarà pronunciato in tutto il paese
d'Egitto dalla bocca di un uomo di Giuda che possa dire: Per la vita del
Signore Dio! [27]Ecco, veglierò su di essi per loro disgrazia e non per loro
bene. Tutti gli uomini di Giuda che si trovano nel paese d'Egitto periranno
di spada e di fame fino al loro sterminio. [28]Gli scampati dalla spada
torneranno dal paese d'Egitto nella terra di Giuda molto scarsi di numero.
Tutto il resto di Giuda, coloro che sono andati a dimorare nel paese
d'Egitto, sapranno quale parola si avvererà, se la mia o la loro. [29]Questo
sarà per voi il segno - dice il Signore - che io vi punirò in questo luogo,
perché sappiate che le mie parole si avverano sul serio contro di voi, per
vostra disgrazia.
[30]Così dice il Signore: Ecco io metterò il faraone Cofrà re di Egitto in
mano ai suoi nemici e a coloro che attentano alla sua vita, come ho messo
Sedecìa re di Giuda in mano a Nabucodònosor re di Babilonia, suo nemico, che
attentava alla sua vita».
Geremia - Capitolo 45
La parola di consolazione per Baruc
[1]Questa è la parola che il profeta Geremia comunicò a Baruc figlio di
Neria, quando egli scriveva queste parole in un libro sotto la dettatura di
Geremia nel quarto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda: [2]«Dice
il Signore, Dio di Israele, su di te, Baruc: [3]Tu hai detto: Guai a me
poiché il Signore aggiunge tristezza al mio dolore. Io sono stanco dei miei
gemiti e non trovo pace. [4]Dice il Signore: Ecco io demolisco ciò che ho
edificato e sradico ciò che ho piantato; così per tutta la terra. [5]E tu
vai cercando grandi cose per te? Non cercarle, poiché io manderò la sventura
su ogni uomo. Oracolo del Signore. A te farò dono della vita come bottino,
in tutti i luoghi dove tu andrai».
Geremia - Capitolo 46
[1]Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia sulle nazioni.
V. ORACOLI CONTRO LE NAZIONI
Oracoli contro l'Egitto. La disfatta di Carchemis
[2]Per l'Egitto. Sull'esercito del faraone Necao re d'Egitto, a Càrchemis
presso il fiume Eufrate, esercito che Nabucodònosor re di Babilonia vinse
nel quarto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda.
[3]Preparate scudo grande e piccolo
e avanzate per la battaglia.
[4]Attaccate i cavalli,
montate, o cavalieri.
Schieratevi con gli elmi,
lucidate le lance,
indossate le corazze!
[5]Che vedo?
Sono sbigottito,
retrocedono!
I loro prodi
sono sconfitti,
fuggono a precipizio
senza voltarsi;
il terrore è tutt'intorno.
Parola del Signore.
[6]Il più agile non scamperà
né il più prode si salverà.
A settentrione, sulla riva dell'Eufrate,
inciampano e cadono.
[7]Chi è che trabocca come il Nilo,
come un torrente dalle acque turbolente?
[8]E' l'Egitto che trabocca come il Nilo,
come un torrente dalle acque turbolente.
Esso dice: «Salirò, ricoprirò la terra,
distruggerò la città e i suoi abitanti».
[9]Caricate, cavalli,
avanzate, carri!
Avanti o prodi!
uomini di Etiopia e di Put,
voi che impugnate lo scudo,
e voi di Lud che tendete l'arco.
[10]Ma quel giorno per il Signore Dio degli eserciti,
è un giorno di vendetta, per vendicarsi dei suoi nemici.
La sua spada divorerà,
si sazierà e si inebrierà del loro sangue;
poiché sarà un sacrificio per il Signore, Dio degli
eserciti,
nella terra del settentrione, presso il fiume Eufrate.
[11]Sali in Gàlaad e prendi il balsamo,
vergine, figlia d'Egitto.
Invano moltiplichi i rimedi,
non c'è guarigione per te.
[12]Le nazioni hanno saputo del tuo disonore;
del tuo grido di dolore è piena la terra,
poiché il prode inciampa nel prode,
tutti e due cadono insieme.
L'invasione dell'Egitto
[13]Parola che il Signore comunicò al profeta Geremia quando Nabucodònosor
re di Babilonia giunse per colpire il paese d'Egitto.
[14]Annunziatelo in Egitto,
fatelo sapere a Migdòl,
fatelo udire a Menfi e a Tafni;
dite: «Alzati e preparati,
perché la spada divora tutto intorno a te».
[15]Perché mai Api è fuggito?
Il tuo toro sacro non resiste?
Il Signore lo ha rovesciato.
[16]Una gran folla vacilla e stramazza,
ognuno dice al vicino:
«Su, torniamo al nostro popolo,
al paese dove siamo nati,
lontano dalla spada micidiale!».
[17]Chiamate pure il faraone re d'Egitto:
Frastuono, che lascia passare il momento buono.
[18]Per la mia vita - dice il re
il cui nome è Signore degli eserciti -
uno verrà, simile al Tabor fra le montagne,
come il Carmelo presso il mare.
[19]Prepàrati il bagaglio per l'esilio,
o gente che abiti l'Egitto,
perché Menfi sarà ridotta a un deserto,
sarà devastata, senza abitanti.
[20]Giovenca bellissima è l'Egitto,
ma un tafano viene su di lei dal settentrione.
[21]Anche i suoi mercenari nel paese
sono come vitelli da ingrasso.
Anch'essi infatti han voltate le spalle,
fuggono insieme, non resistono,
poiché il giorno della sventura è giunto su di loro,
il tempo del loro castigo.
[22]La sua voce è come di serpente che sibila,
poiché essi avanzano con un esercito
e armati di scure vengono contro di lei,
come tagliaboschi.
[23]Abbattono la sua selva - dice il Signore -
e non si possono contare,
essi sono più delle locuste, sono senza numero.
[24]Prova vergogna la figlia d'Egitto,
è data in mano a un popolo del settentrione.
[25]Il Signore degli eserciti, Dio di Israele, dice: «Ecco, punirò Amòn di
Tebe, l'Egitto, i suoi dei e i suoi re, il faraone e coloro che confidano in
lui. [26]Li consegnerò in potere di coloro che attentano alla loro vita, in
potere di Nabucodònosor re di Babilonia e in potere dei suoi ministri. Ma
dopo esso sarà abitato come in passato». Parola del Signore.
[27]«Ma tu non temere, Giacobbe mio servo,
non abbatterti, Israele;
poiché ecco, io ti libererò da un paese lontano
e la tua discendenza dal paese del suo esilio.
Giacobbe ritornerà e godrà in pace,
tranquillo e nessuno lo molesterà.
[28]Tu non temere, Giacobbe mio servo,
- dice il Signore - perché io sono con te.
Annienterò tutte le nazioni
tra le quali ti ho disperso,
ma di te non farò sterminio;
ti castigherò secondo equità,
ma non ti lascerò del tutto impunito».
Geremia - Capitolo 47
Oracolo contro i Filistei
[1]Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia
sui Filistei, prima che il faraone occupasse Gaza.
[2]Così dice il Signore:
«Ecco s'avanzano ondate dal settentrione
diventano un torrente che straripa.
Allagano la terra e ciò che è in essa,
la città e i suoi abitanti.
Gli uomini gridano, urlano
tutti gli abitanti della terra.
[3]Allo scalpitar dei suoi possenti cavalli,
al fragor dei suoi carri, al cigolio delle ruote,
i padri non si voltano verso i figli,
le loro mani sono senza forza
[4]perché è arrivato il giorno
in cui saran distrutti tutti i Filistei
e saranno abbattute Tiro e Sidòne,
con tutti i loro ausiliari;
il Signore infatti distrugge i Filistei,
il resto dell'isola di Caftor.
[5]Fino a Gaza si son rasati per lutto,
è distrutta Ascalòna.
Asdòd, povero resto degli Anakiti,
fino a quando ti farai incisioni?
[6]Ah! spada del Signore,
quando dunque ti concederai riposo?
Rientra nel fodero, riposati e stà calma.
[7]Come potrà riposare,
poichè il Signore le ha ordinato di agire
contro Ascalòna e il lido del mare?
Là egli l'ha destinata».
Geremia - Capitolo 48
Oracoli contro Moab
[1]Su Moab.
Così dice il Signore degli eserciti,
Dio di Israele:
«Guai a Nebo poiché è devastata,
piena di vergogna e catturata è Kiriatàim;
sente vergogna, è abbattuta la roccaforte.
[2]Non esiste più la fama di Moab;
in Chesbòn tramano contro di essa:
Venite ed eliminiamola dalle nazioni.
Anche tu, Madmèn, sarai demolita,
la spada ti inseguirà.
[3]Una voce, un grido da Coronàim:
Devastazione e rovina grande!
[4]Abbattuto è Moab,
le grida si fanno sentire fino in Zoar.
[5]Su per la salita di Luchìt vanno piangendo,
giù per la discesa di Coronàim
si ode un grido di disfatta.
[6]Fuggite, salvate la vostra vita!
Siate come l'asino selvatico nel deserto.
[7]Poiché hai posto la fiducia
nelle tue fortezze e nei tuoi tesori,
anche tu sarai preso e Camos andrà in esilio
insieme con i suoi sacerdoti e con i suoi capi.
[8]Il devastatore verrà contro ogni città;
nessuna città potrà scampare.
Sarà devastata la valle e la pianura desolata,
come dice il Signore.
[9]Date ali a Moab,
perché dovrà prendere il volo.
Le sue città diventeranno un deserto,
perché non vi sarà alcun abitante.
[10]Maledetto chi compie fiaccamente l'opera del Signore,
maledetto chi trattiene la spada dal sangue!
[11]Moab era tranquillo fin dalla giovinezza,
riposava come vino sulla sua feccia,
non è stato travasato di botte in botte,
né è mai andato in esilio;
per questo gli è rimasto il suo sapore,
il suo profumo non si è alterato.
[12]Per questo, ecco, giorni verranno
- dice il Signore -
nei quali gli manderò travasatori a travasarlo,
vuoteranno le sue botti
e frantumeranno i suoi otri.
[13]Moab si vergognerà di Camos come la casa di Israele si è vergognata di
Betel, oggetto della sua fiducia.
[14]Come potete dire:
Noi siamo uomini prodi
e uomini valorosi per la battaglia?
[15]Il devastatore di Moab sale contro di lui,
i suoi giovani migliori scendono al macello -
dice il re il cui nome è Signore degli eserciti.
[16]E' vicina la rovina di Moab,
la sua sventura avanza in gran fretta.
[17]Compiangetelo, voi tutti suoi vicini
e tutti voi che conoscete il suo nome;
dite: Come si è spezzata la verga robusta,
quello scettro magnifico?
[18]Scendi dalla tua gloria, siedi sull'arido suolo,
o popolo che abiti a Dibon;
poiché il devastatore di Moab è salito contro di te,
egli ha distrutto le tue fortezze.
[19]Stà sulla strada e osserva,
tu che abiti in Aroer.
Interroga il fuggiasco e lo scampato,
domanda: Che cosa è successo?
[20]Moab prova vergogna, è in rovina;
urlate, gridate,
annunziate sull'Arnon
che Moab è devastato.
[21]E' arrivato il giudizio per la regione dell'altipiano, per Colòn, per
Iaaz e per Mefàat, [22]per Dibon, per Nebo e per Bet-Diblatàim, [23]per
Kiriatàim, per Bet-Gamùl e per Bet-Meòn, [24]per Kiriòt e per Bozra, per
tutte le città della regione di Moab, lontane e vicine.
[25]E' infranta la potenza di Moab
ed è rotto il suo braccio.
[26]Inebriatelo, perché si è levato contro il Signore, e Moab si rotolerà
nel vomito e anch'esso diventerà oggetto di scherno. [27]Non è stato forse
Israele per te oggetto di scherno? Fu questi forse sorpreso fra i ladri,
dato che quando parli di lui scuoti sempre la testa?
[28]Abbandonate le città e abitate nelle rupi,
abitanti di Moab,
siate come la colomba che fa il nido
nelle pareti d'una gola profonda.
[29]Abbiamo udito l'orgoglio di Moab,
il grande orgoglioso,
la sua superbia, il suo orgoglio, la sua alterigia,
l'altezzosità del suo cuore.
[30]Conosco bene la sua tracotanza - dice il Signore - l'inconsistenza delle
sue chiacchiere, le sue opere vane. [31]Per questo alzo un lamento su Moab,
grido per tutto Moab, gemo per gli uomini di Kir-Cheres.
[32]Io piango per te come per Iazèr,
o vigna di Sibma!
I tuoi tralci arrivavano al mare,
giungevano fino a Iazèr.
Sulle tue frutta e sulla tua vendemmia
è piombato il devastatore.
[33]Sono scomparse la gioia e l'allegria
dai frutteti e dalla regione di Moab.
E' sparito il vino nei tini,
non pigia più il pigiatore,
il canto di gioia non è più canto di gioia.
[34]Delle grida di Chesbòn e di Elealè si diffonde l'eco fino a Iacaz; da
Zoar si odono grida fino a Coronàim e a Eglat-Selisià, poiché le acque di
Nimrìm son diventate una zona desolata. [35]Io farò scomparire in Moab -
dice il Signore - chi sale sulle alture e chi brucia incenso ai suoi dei.
[36]Perciò il mio cuore per Moab geme come i flauti, il mio cuore geme come
i flauti per gli uomini di Kir-Cheres, essendo venute meno le loro scorte.
[37]Poiché ogni testa è rasata, ogni barba è tagliata; ci sono incisioni su
tutte le mani e tutti hanno i fianchi cinti di sacco. [38]Sopra tutte le
terrazze di Moab e nelle sue piazze è tutto un lamento, perché io ho
spezzato Moab come un vaso senza valore. Parola del Signore. [39]Come è
rovinato! Gridate! Come Moab ha voltato vergognosamente le spalle! Moab è
diventato oggetto di scherno e di orrore per tutti i suoi vicini.
[40]Poiché così dice il Signore:
Ecco, come l'aquila egli spicca il volo
e spande le ali su Moab.
[41]Le città son prese, le fortezze sono occupate.
In quel giorno il cuore dei prodi di Moab
sarà come il cuore di donna nei dolori del parto.
[42]Moab è distrutto, ha cessato d'essere popolo,
perché si è insuperbito contro il Signore.
[43]Terrore, trabocchetto, tranello
cadranno su di te, abitante di Moab.
Oracolo del Signore.
[44]Chi sfugge al terrore cadrà nel trabocchetto;
chi risale dal trabocchetto
sarà preso nel tranello,
perché io manderò sui Moabiti tutto questo
nell'anno del loro castigo.
Oracolo del Signore.
[45]All'ombra di Chesbòn si fermano
spossati i fuggiaschi,
ma un fuoco esce da Chesbòn,
una fiamma dal palazzo di Sicòn
e divora le tempie di Moab
e il cranio di uomini turbolenti.
[46]Guai a te, Moab,
sei perduto, popolo di Camos,
poiché i tuoi figli sono condotti schiavi,
le tue figlie portate in esilio.
[47]Ma io cambierò la sorte di Moab
negli ultimi giorni.
Oracolo del Signore».
Qui finisce il giudizio su Moab.
Geremia - Capitolo 49
Oracolo contro Ammon
[1]Sugli Ammoniti.
Dice il Signore:
«Israele non ha forse figli,
non ha egli alcun erede?
Perché Milcom ha ereditato la terra di Gad
e il suo popolo ne ha occupate le città?
[2]Perciò ecco, verranno giorni
- dice il Signore -
nei quali io farò udire a Rabbà degli Ammoniti
fragore di guerra;
essa diventerà un cumulo di rovine,
le sue borgate saranno consumate dal fuoco,
Israele spoglierà i suoi spogliatori,
dice il Signore.
[3]Urla, Chesbòn, arriva il devastatore;
gridate, borgate di Rabbà,
cingetevi di sacco, innalzate lamenti
e andate raminghe con tagli sulla pelle,
perché Milcom andrà in esilio,
insieme con i suoi sacerdoti e i suoi capi.
[4]Perché ti vanti delle tue valli,
figlia ribelle?
Confidi nelle tue scorte ed esclami:
Chi verrà contro di me?
[5]Ecco io manderò su di te il terrore
- parola del Signore Dio degli eserciti -
da tutti i dintorni.
Voi sarete scacciati, ognuno per la sua via,
e non vi sarà nessuno che raduni i fuggiaschi.
[6]Ma dopo cambierò la sorte
degli Ammoniti».
Parola del Signore.
Oracolo contro Edom
[7]Su Edom.
Così dice il Signore degli eserciti:
«Non c'è più sapienza in Teman?
E' scomparso il consiglio dei saggi?
E' svanita la loro sapienza?
[8]Fuggite, partite, nascondetevi in un luogo segreto,
abitanti di Dedan,
poiché io mando su Esaù la sua rovina,
il tempo del suo castigo.
[9]Se vendemmiatori verranno da te,
non lasceranno nulla da racimolare.
Se ladri notturni verranno da te,
saccheggeranno quanto loro piace.
[10]Poiché io intendo spogliare Esaù,
rivelo i suoi nascondigli
ed egli non ha dove nascondersi.
La sua stirpe, i suoi fratelli, i suoi vicini
sono distrutti ed egli non è più.
[11]Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere,
le tue vedove confidino in me!
[12]Poiché così dice il Signore: Ecco, coloro che non erano obbligati a bere
il calice lo devono bere e tu pretendi di rimanere impunito? Non resterai
impunito, ma dovrai berlo [13]poiché io ho giurato per me stesso - dice il
Signore - che Bozra diventerà un orrore, un obbrobrio, un deserto, una
maledizione e tutte le sue città saranno ridotte a rovine perenni.
[14]Ho udito un messaggio da parte del Signore,
un messaggero è stato inviato fra le nazioni:
Adunatevi e marciate contro di lui!
Alzatevi per la battaglia.
[15]Poiché ecco, ti renderò piccolo fra i popoli
e disprezzato fra gli uomini.
[16]La tua arroganza ti ha indotto in errore,
la superbia del tuo cuore;
tu che abiti nelle caverne delle rocce,
che ti aggrappi alle cime dei colli,
anche se ponessi, come l'aquila, in alto il tuo nido,
di lassù ti farò precipitare. Oracolo del Signore.
[17]Edom sarà oggetto di orrore; chiunque passerà lì vicino ne resterà
attonito e fischierà davanti a tutte le sue piaghe. [18]Come nello sconvolgi
mento di Sòdoma e Gomorra e delle città vicine - dice il Signore - non vi
abiterà più uomo né vi fisserà la propria dimora un figlio d'uomo. [19]Ecco,
come un leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi,
così in un baleno io lo scaccerò di là e il mio eletto porrò su di esso;
poiché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore
che può resistere davanti a me? [20]Per questo ascoltate il progetto che il
Signore ha fatto contro Edom e le decisioni che egli ha prese contro gli
abitanti di Teman.
Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge,
e per loro sarà desolato il loro prato.
[21]Al fragore della loro caduta tremerà la terra.
Un grido! Fino al Mare Rosso se ne ode l'eco.
[22]Ecco, come l'aquila, egli sale e si libra,
espande le ali su Bozra.
In quel giorno il cuore dei prodi di Edom
sarà come il cuore di una donna nei dolori del parto».
Oracolo contro città sire
[23]Su Damasco.
«Amat e Arpad sono piene di confusione,
perché hanno sentito una cattiva notizia;
esse sono agitate come il mare, sono in angoscia,
non possono calmarsi.
[24]Spossata è Damasco, si volge per fuggire;
un tremito l'ha colta,
angoscia e dolori l'assalgono
come una partoriente.
[25]Come fu abbandonata la città gloriosa,
la città del tripudio?
[26]Cadranno i suoi giovani nelle sue piazze
e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno.
Oracolo del Signore degli eserciti.
[27]Appiccherò il fuoco alle mura di Damasco
e divorerà i palazzi di Ben-Hadàd».
Oracolo contro le tribù arabe
[28]Su Kedàr e sui regni di Cazòr, che Nabucodònosor re di Babilonia
sconfisse.
Così dice il Signore:
«Su, marciate contro Kedàr,
saccheggiate i figli dell'oriente.
[29]Prendete le loro tende e le loro pecore,
i loro teli da tenda, tutti i loro attrezzi;
portate via i loro cammelli;
un grido si leverà su di loro: Terrore all'intorno!
[30]Fuggite, andate lontano, nascondetevi in luoghi segreti
o abitanti di Cazòr - dice il Signore -
perché ha ideato un disegno contro di voi.
Nabucodònosor re di Babilonia
ha preparato un piano contro di voi.
[31]Su, marciate contro la nazione tranquilla,
che vive in sicurezza. Oracolo del Signore.
Essa non ha né porte né sbarre
e vive isolata.
[32]I suoi cammelli saranno portati via come preda
e la massa dei suoi greggi come bottino.
Disperderò a tutti i venti
coloro che si tagliano i capelli alle tempie,
da ogni parte farò venire la loro rovina.
Parola del Signore.
[33]Cazòr diventerà rifugio di sciacalli,
una desolazione per sempre;
nessuno vi dimorerà più,
non vi abiterà più un figlio d'uomo».
Oracolo contro Elam
[34]Parola che il Signore rivolse al profeta Geremia riguardo all'Elam
all'inizio del regno di Sedecìa re di Giuda.
[35]«Dice il Signore degli eserciti:
Ecco io spezzerò l'arco dell'Elam,
il nerbo della sua potenza.
[36]Manderò contro l'Elam i quattro venti
dalle quattro estremità del cielo
e li sparpaglierò davanti a questi venti;
non ci sarà nazione
in cui non giungeranno
i profughi dell'Elam.
[37]Incuterò terrore negli Elamiti davanti ai loro nemici
e davanti a coloro che vogliono la loro vita;
manderò su di essi la sventura,
la mia ira ardente. Parola del Signore.
Manderò la spada a inseguirli
finché non li avrò sterminati.
[38]Porrò il mio trono sull'Elam
e farò morire il re e i capi.
Oracolo del Signore.
[39]Ma negli ultimi giorni
cambierò la sorte dell'Elam». Parola del Signore.
Geremia - Capitolo 50
Oracolo contro Babilonia
[1]Parola che il Signore pronunziò contro Babilonia, contro il paese dei
Caldei, per mezzo del profeta Geremia.
Caduta di Babilonia, liberazione di Israele
[2]«Proclamatelo fra i popoli e fatelo sapere,
non nascondetelo, dite:
Babilonia è presa,
Bel è coperto di confusione,
è infranto Marduch;
sono confusi i suoi idoli,
sono sgomenti i suoi feticci.
[3]Poiché dal settentrione sale contro di essa un popolo che ridurrà la sua
terra a un deserto, non vi abiterà più nessuno; uomini e animali fuggono, se
ne vanno. [4]In quei giorni e in quel tempo - dice il Signore - verranno gli
Israeliti insieme con i figli di Giuda; cammineranno piangendo e cercheranno
il Signore loro Dio. [5]Domanderanno di Sion, verso cui sono fissi i loro
volti: Venite, uniamoci al Signore con un'alleanza eterna, che non sia mai
dimenticata. [6]Gregge di pecore sperdute era il mio popolo, i loro pastori
le avevano sviate, le avevano fatte smarrire per i monti; esse andavano di
monte in colle, avevano dimenticato il loro ovile. [7]Quanti le trovavano,
le divoravano e i loro nemici dicevano: Non commettiamo nessun delitto,
perché essi hanno peccato contro il Signore, pascolo di giustizia e speranza
dei loro padri.
[8]Fuggite da Babilonia,
dalla regione dei Caldei,
uscite e siate come capri
in testa al gregge.
[9]Poiché, ecco io suscito e mando contro Babilonia
una massa di grandi nazioni
dal paese del settentrione;
queste le si schiereranno contro,
di là essa sarà presa.
Le loro frecce sono come quelle di un abile arciere,
nessuna ritorna a vuoto.
[10]La Caldea sarà saccheggiata,
tutti i suoi saccheggiatori saranno saziati.
Parola del Signore.
[11]Gioite pure e tripudiate,
saccheggiatori della mia eredità!
Saltate pure come giovenchi su un prato
e nitrite come destrieri!
[12]La vostra madre è piena di confusione,
e coperta di vergogna colei che vi ha partorito.
Ecco è l'ultima delle nazioni,
un deserto, un luogo riarso e una steppa.
[13]A causa dell'ira del Signore non sarà più abitata,
sarà tutta una desolazione.
Chiunque passerà vicino a Babilonia rimarrà stupito
e fischierà davanti a tutte le sue piaghe.
[14]Disponetevi intorno a Babilonia,
voi tutti che tendete l'arco;
tirate contro di essa, non risparmiate le frecce,
poiché essa ha peccato contro il Signore.
[15]Alzate il grido di guerra contro di essa, da ogni
parte.
Essa tende la mano,
crollano le sue torri,
rovinano le sue mura,
poiché questa è la vendetta del Signore.
Vendicatevi di lei,
trattatela come essa ha trattato gli altri!
[16]Sterminate in Babilonia chi semina
e chi impugna la falce al momento della messe.
Di fronte alla spada micidiale
ciascuno ritorni al suo popolo
e ciascuno fugga verso il suo paese.
[17]Una pecora smarrita è Israele,
i leoni le hanno dato la caccia;
per primo l'ha divorata il re di Assiria,
poi il re di Babilonia ne ha stritolato le ossa.
[18]Perciò, dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Ecco, io punirò
il re di Babilonia e il suo paese, come gia ho punito il re di Assiria,
[19]e ricondurrò Israele nel suo pascolo, pascolerà sul Carmelo e sul Basàn;
sulle montagne di Efraim e di Gàlaad si sazierà. [20]In quei giorni e in
quel tempo - dice il Signore - si cercherà l'iniquità di Israele, ma essa
non sarà più, si cercheranno i peccati di Giuda, ma non si troveranno,
perché io perdonerò a quanti lascerò superstiti.
Caduta di Babilonia annunziata a Gerusalemme
[21]Avanza nella terra di Meratàim,
avanza contro di essa
e contro gli abitanti di Pekòd.
Devasta, annientali - dice il Signore -
eseguisci quanto ti ho comandato!
[22]Rumore di guerra nella regione,
e grande disastro.
[23]Perché è stato rotto e fatto in pezzi
il martello di tutta la terra?
Perché è diventata un orrore
Babilonia fra le nazioni?
[24]Ti ho teso un laccio e ti ci sei impigliata,
Babilonia, senza avvedertene.
Sei stata sorpresa e afferrata,
perché hai fatto guerra al Signore.
[25]Il Signore ha aperto il suo arsenale
e ne ha tratto le armi del suo sdegno,
perché il Signore Dio degli eserciti
ha un'opera da compiere nel paese dei Caldei.
[26]Venite ad essa dall'estremo limite,
aprite i suoi granai;
fatene dei mucchi come covoni, sterminatela,
non ne rimanga neppure un resto.
[27]Uccidete tutti i suoi tori, scendano al macello.
Guai a loro, perché è giunto il loro giorno,
il tempo del loro castigo!
[28]Voce di profughi e di scampati dal paese di Babilonia
per annunziare in Sion
la vendetta del Signore nostro Dio,
la vendetta per il suo tempio.
Il peccato di insolenza
[29]Convocate contro Babilonia gli arcieri,
quanti tendono l'arco.
Accampatevi intorno ad essa
in modo che nessuno scampi.
Ripagatela secondo le sue opere,
fate a lei quanto ha fatto agli altri,
perché è stata arrogante con il Signore,
con il Santo di Israele.
[30]Perciò cadranno i suoi giovani nelle sue piazze
e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno».
Parola del Signore.
[31]«Eccomi a te, o arrogante,
- oracolo del Signore degli eserciti -
poiché è giunto il tuo giorno,
il tempo del tuo castigo.
[32]Vacillerà l'arrogante e cadrà,
nessuno la rialzerà.
Io darò alle fiamme le sue città,
esse divoreranno tutti i suoi dintorni.
Il Signore redentore di Israele
[33]Dice il Signore degli eserciti: Oppressi sono i figli di Israele e i
figli di Giuda tutti insieme; tutti i loro deportatori li trattengono e
rifiutano di lasciarli andare. [34]Ma il loro vendicatore è forte, Signore
degli eserciti è il suo nome. Egli sosterrà efficacemente la loro causa, per
rendere tranquilla la terra e sconvolgere gli abitanti di Babilonia.
[35]Spada, sui Caldei
e sugli abitanti di Babilonia,
sui suoi capi
e sui suoi sapienti!
[36]Spada, sui suoi indovini
ed essi impazziscano!
Spada, sui suoi prodi,
ed essi s'impauriscano!
[37]Spada, sui suoi cavalli e sui suoi carri,
su tutta la gentaglia che è in essa,
diventino come donne!
Spada, sui suoi tesori
ed essi siano saccheggiati!
[38]Spada, sulle sue acque
ed esse si prosciughino!
Poiché essa è una terra di idoli;
vanno pazzi per questi spauracchi.
[39]Perciò l'abiteranno animali del deserto e sciacalli, vi si stabiliranno
gli struzzi; non sarà mai più abitata, né popolata di generazione in
generazione. [40]Come quando Dio sconvolse Sòdoma, Gomorra e le città
vicine - oracolo del Signore - così non vi abiterà alcuna persona né vi
dimorerà essere umano.
Il popolo del nord e il leone del Giordano
[41]Ecco, un popolo viene dal settentrione, un popolo grande, e molti re
sorgono dalle estremità della terra. [42]Impugnano arco e dardo, sono
crudeli, non hanno pietà; il loro tumulto è come il mugghio del mare.
Montano cavalli, sono pronti come un sol uomo a combattere contro di te,
figlia di Babilonia. [43]Il re di Babilonia ha sentito parlare di loro e le
sue braccia sono senza forza; lo ha colto l'angoscia, un dolore come di
donna nel parto. [44]Ecco, come un leone sale dalla boscaglia del Giordano
verso i prati sempre verdi, così in un batter d'occhio io li farò fuggire al
di là e vi metterò sopra colui che mi piacerà. Poiché chi è come me? Chi può
citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore che può resistere davanti a me?
[45]Per questo ascoltate il progetto che il Signore ha fatto contro
Babilonia e le decisioni che ha prese contro il paese dei Caldei. Certo,
trascineranno via anche i più piccoli del gregge e per loro sarà desolato il
loro prato. [46]Al fragore della presa di Babilonia trema la terra, ne
risuonerà il clamore fra le nazioni».
Geremia - Capitolo 51
Il Signore contro Babilonia
[1]Così dice il Signore:
«Ecco susciterò contro Babilonia
e contro gli abitanti della Caldea
un vento distruttore;
[2]io invierò in Babilonia spulatori che la spuleranno
e devasteranno la sua regione,
poiché le piomberanno addosso da tutte le parti
nel giorno della tribolazione».
[3]Non deponga l'arciere l'arco
e non si spogli della corazza.
Non risparmiate i suoi giovani,
sterminate tutto il suo esercito.
[4]Cadano trafitti nel paese dei Caldei
e feriti nelle sue piazze,
[5b]perché la loro terra è piena di delitti
davanti al Santo di Israele.
[5a]Ma Israele e Giuda non sono vedove
del loro Dio, il Signore degli eserciti.
[6]Fuggite da Babilonia,
ognuno ponga in salvo la sua vita;
non vogliate perire per la sua iniquità,
poiché questo è il tempo della vendetta del Signore;
egli la ripaga per quanto ha meritato.
[7]Babilonia era una coppa d'oro in mano del Signore,
con la quale egli inebriava tutta la terra;
del suo vino hanno bevuto i popoli,
perciò sono divenuti pazzi.
[8]All'improvviso Babilonia è caduta, è stata infranta;
alzate lamenti su di essa;
prendete balsamo per il suo dolore,
forse potrà essere guarita.
[9]«Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita.
Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese;
poiché la sua punizione giunge fino al cielo
e si alza fino alle nubi.
[10]Il Signore ha fatto trionfare la nostra giusta causa, venite,
raccontiamo in Sion l'opera del Signore nostro Dio».
[11]Aguzzate le frecce,
riempite le faretre!
Il Signore suscita lo spirito del re di Media,
perché il suo piano riguardo a Babilonia
è di distruggerla;
perché questa è la vendetta del Signore,
la vendetta per il suo tempio.
[12]Alzate un vessillo contro il muro di Babilonia,
rafforzate le guardie,
collocate sentinelle,
preparate gli agguati,
poiché il Signore si era proposto un piano
e ormai compie quanto aveva detto
contro gli abitanti di Babilonia.
[13]Tu che abiti lungo acque abbondanti,
ricca di tesori,
è giunta la tua fine,
il momento del taglio.
[14]Il Signore degli eserciti lo ha giurato per se stesso:
«Ti ho gremito di uomini come cavallette,
che intoneranno su di te il canto di vittoria».
[15]Egli ha formato la terra con la sua potenza,
ha fissato il mondo con la sua sapienza,
con la sua intelligenza ha disteso i cieli.
[16]Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel
cielo.
Egli fa salire le nubi dall'estremità della terra,
produce lampi per la pioggia
e manda fuori il vento dalle sue riserve.
[17]Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere;
resta confuso ogni orefice per i suoi idoli,
poiché è menzogna ciò che ha fuso
e non ha soffio vitale.
[18]Esse sono vanità, opere ridicole;
al tempo del loro castigo periranno.
[19]Non è tale l'eredità di Giacobbe,
perché egli ha formato ogni cosa.
Israele è la tribù della sua eredità,
Signore degli eserciti è il suo nome.
Il martello del Signore e il monte colossale
[20]«Un martello sei stata per me,
uno strumento di guerra;
con te martellavo i popoli,
con te annientavo i regni,
[21]con te martellavo cavallo e cavaliere,
con te martellavo carro e cocchiere,
[22]con te martellavo uomo e donna,
con te martellavo vecchio e ragazzo,
con te martellavo giovane e fanciulla,
[23]con te martellavo pastore e gregge,
con te martellavo l'aratore e il suo paio di buoi,
con te martellavo governatori e prefetti.
[24]Ma ora ripagherò Babilonia e tutti gli abitanti della Caldea di tutto il
male che hanno fatto a Sion, sotto i vostri occhi. Oracolo del Signore.
[25]Eccomi a te, monte della distruzione,
che distruggi tutta la terra.
Io stenderò la mano contro di te,
ti rotolerò giù dalle rocce
e farò di te una montagna bruciata;
[26]da te non si prenderà più né pietra d'angolo,
né pietra da fondamenta,
perché diventerai un luogo desolato per sempre».
Oracolo del Signore.
Verso la fine
[27]Alzate un vessillo nel paese,
suonate la tromba fra le nazioni;
preparate le nazioni alla guerra contro di essa,
convocatele contro i regni
di Araràt, di Minnì e di Aschenàz.
Nominate contro di essa un comandante,
fate avanzare i cavalli come cavallette spinose.
[28]Preparate alla guerra contro di essa le nazioni, il re della Media, i
suoi governatori, tutti i suoi prefetti e tutta la terra in suo dominio.
[29]Trema la terra e freme,
perché si avverano contro Babilonia
i progetti del Signore
di ridurre il paese di Babilonia
in luogo desolato, senza abitanti.
[30]Hanno cessato di combattere i prodi di Babilonia,
si sono ritirati nelle fortezze;
il loro valore è venuto meno,
sono diventati come donne.
Sono stati incendiati i suoi edifici,
sono spezzate le sue sbarre.
[31]Corriere corre incontro a corriere,
messaggero incontro a messaggero
per annunziare al re di Babilonia
che la sua città è presa da ogni lato;
[32]i guadi sono occupati, le fortezze bruciano,
i guerrieri sono sconvolti dal terrore.
[33]Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele:
«La figlia di Babilonia è come un'aia
al tempo in cui viene spianata;
ancora un poco e verrà per essa
il tempo della mietitura».
La vendetta del Signore
[34]«Mi ha divorata, mi ha consumata
Nabucodònosor, re di Babilonia,
mi ha ridotta come un vaso vuoto,
mi ha inghiottita come fa il coccodrillo,
ha riempito il suo ventre,
dai miei luoghi deliziosi, mi ha scacciata.
[35]Il mio strazio e la mia sventura ricadano su
Babilonia!»
dice la popolazione di Sion,
«il mio sangue sugli abitanti della Caldea!»
dice Gerusalemme.
[36]Perciò così parla il Signore:
«Ecco io difendo la tua causa,
compio la tua vendetta;
prosciugherò il suo mare,
disseccherò le sue sorgenti.
[37]Babilonia diventerà un cumulo di rovine,
un rifugio di sciacalli,
un oggetto di stupore e di scherno,
senza abitanti.
[38]Essi ruggiscono insieme come leoncelli,
rugghiano come cuccioli di una leonessa.
[39]Con veleno preparerò loro una bevanda,
li inebrierò perché si stordiscano
e si addormentino in un sonno perenne,nne,
per non svegliarsi mai più.
Parola del Signore.
[40]Li farò scendere al macello come agnelli,
come montoni insieme con i capri».
Elegia su Babilonia
[41]Sesac è stata presa e occupata,
l'orgoglio di tutta la terra.
Babilonia è diventata un oggetto di orrore
fra le nazioni!
[42]Il mare dilaga su Babilonia
essa è stata sommersa dalla massa delle onde.
[43]Sono diventate una desolazione le sue città,
un terreno riarso, una steppa.
Nessuno abita più in esse
non vi passa più nessun figlio d'uomo.
La visita del Signore agli idoli
[44]«Io punirò Bel in Babilonia,
gli estrarrò dalla gola quanto ha inghiottito.
Non andranno più a lui le nazioni».
Perfino le mura di Babilonia sono crollate,
[45]esci da essa, popolo mio,
ognuno salvi la vita dall'ira ardente del Signore.
[46]Non si avvilisca il vostro cuore e non temete per la notizia diffusa nel
paese; un anno giunge una notizia e l'anno dopo un'altra. La violenza è nel
paese, un tiranno contro un tiranno. [47]Per questo ecco, verranno giorni
nei quali punirò gli idoli di Babilonia. Allora tutto il suo paese sentirà
vergogna e tutti i suoi cadaveri le giaceranno in mezzo. [48]Esulteranno su
Babilonia cielo e terra e quanto contengono, perché da settentrione verranno
i suoi devastatori. Parola del Signore. [49]Anche Babilonia deve cadere per
gli uccisi di Israele, come per Babilonia caddero gli uccisi di tutta la
terra. [50]Voi scampati dalla spada partite, non fermatevi; da questa
regione lontana ricordatevi del Signore e vi torni in mente Gerusalemme.
[51]«Sentiamo vergogna nell'udire l'insulto; la confusione ha coperto i
nostri volti, perché stranieri sono entrati nel santuario del tempio del
Signore».
[52]«Perciò ecco, verranno giorni - dice il Signore - nei quali punirò i
suoi idoli e in tutta la sua regione gemeranno i feriti.[53]Anche se
Babilonia si innalzasse fino al cielo, anche se rendesse inaccessibile la
sua cittadella potente, da parte mia verranno i suoi devastatori». Oracolo
del Signore.
[54]Udite! Un grido da Babilonia, una rovina immensa dal paese dei Caldei.
[55]E' il Signore che devasta Babilonia e fa tacere il suo grande rumore.
Mugghiano le sue onde come acque possenti, risuona il frastuono della sua
voce, [56]perché piomba su Babilonia il devastatore, sono catturati i suoi
prodi, si sono infranti i loro archi. Dio è il Signore delle giuste
ricompense, egli ricompensa con precisione. [57]«Io ubriacherò i suoi capi e
i suoi saggi, i suoi governatori, i suoi magistrati e i suoi guerrieri; essi
dormiranno un sonno eterno e non potranno più svegliarsi» dice il re, il cui
nome è Signore degli eserciti.
L'abbattimento di Babilonia
[58]Così dice il Signore degli eserciti:
«Il largo muro di Babilonia sarà raso al suolo,
le sue alte porte saranno date alle fiamme.
Si affannano dunque invano i popoli,
le nazioni si affaticano per nulla».
L'oracolo gettato nell'Eufrate
[59]Ordine che il profeta Geremia diede a Seraià figlio di Neria, figlio di
Maasia, quando egli andò con Sedecìa re di Giuda in Babilonia nell'anno
quarto del suo regno. Seraià era capo degli alloggiamenti.
[60]Geremia scrisse su un rotolo tutte le sventure che dovevano piombare su
Babilonia. Tutte queste cose sono state scritte contro Babilonia.
[61]Geremia quindi disse a Seraià: «Quando giungerai a Babilonia, abbi cura
di leggere in pubblico tutte queste parole [62]e dirai: Signore, tu hai
dichiarato di distruggere questo luogo così che non ci sia più chi lo abiti,
né uomo né animale, ma sia piuttosto una desolazione per sempre. [63]Ora,
quando avrai finito di leggere questo rotolo, vi legherai una pietra e lo
getterai in mezzo all'Eufrate [64]dicendo: Così affonderà Babilonia e non
risorgerà più dalla sventura che io le farò piombare addosso».
Fin qui le parole di Geremia.
Geremia - Capitolo 52
VI. APPENDICI
La catastrofe di Gerusalemme e il favore reso a Ioiachin
[1]Sedecìa aveva ventun'anni quando divenne re e regnò undici anni a
Gerusalemme; sua madre si chiamava Camitàl figlia di Geremia ed era di
Libna. [2]Egli fece ciò che dispiace al Signore, proprio come aveva fatto
Ioiakìm.
[3]Ma, a causa dell'ira del Signore, in Gerusalemme e in Giuda le cose
arrivarono a tal punto che il Signore li scacciò dalla sua presenza. Sedecìa
si era ribellato al re di Babilonia.
[4]Allora nel decimo mese dell'anno nono del suo regno, il dieci del mese,
venne Nabucodònosor re di Babilonia con tutto l'esercito contro Gerusalemme.
Costoro si accamparono intorno ad essa e costruirono attorno opere
d'assedio. [5]La città rimase assediata fino all'undecimo anno del re
Sedecìa.
[6]Nel quarto mese, il nove del mese, mentre la fame dominava nella città e
non c'era più pane per la popolazione, [7]fu aperta una breccia nella città.
Allora tutti i soldati fuggirono, uscendo dalla città di notte per la via
della porta fra le due mura, che era presso il giardino del re e, mentre i
Caldei erano intorno alla città, presero la via dell'Araba.
[8]Le truppe dei Caldei però inseguirono il re e raggiunsero Sedecìa nelle
steppe di Gerico; allora tutto il suo esercito lo abbandonò e si disperse.
[9]Il re fu catturato e condotto a Ribla nel paese di Amat presso il re di
Babilonia che pronunziò la sentenza contro di lui. [10]Il re di Babilonia
fece sgozzare i figli di Sedecìa sotto i suoi occhi e fece sgozzare anche
tutti i capi di Giuda in Ribla; [11]cavò gli occhi a Sedecìa e lo fece
legare con catene e condurre a Babilonia, dove lo tenne in carcere fino alla
sua morte.
[12]Nel quinto mese, il dieci del mese, essendo l'anno decimonono del regno
di Nabucodònosor re di Babilonia, Nabuzaradàn, capo delle guardie, che
prestava servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a Gerusalemme.
[13]Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di
Gerusalemme, diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili. [14]Tutto
l'esercito dei Caldei, che era con il capo delle guardie, demolì tutte le
mura intorno a Gerusalemme.
[15]Il resto del popolo che era stato lasciato in città, i disertori che
erano passati al re di Babilonia e quanti eran rimasti degli artigiani,
Nabuzaradàn, capo delle guardie, li deportò: [16]dei più poveri del paese
Nabuzaradàn, capo delle guardie ne lasciò una parte come vignaioli e come
campagnoli. [17]I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nel
tempio, le basi a ruote e il mare di bronzo che era nel tempio e ne
portarono tutto il bronzo in Babilonia. [18]Essi presero ancora le caldaie,
le palette, i coltelli, i bacini per l'aspersione, le coppe e tutti gli
arredi di bronzo che servivano al culto. [19]Il capo delle guardie prese
ancora i bicchieri, i bracieri, i bacini, le caldaie, i candelabri, le coppe
e i calici, quanto era d'oro e d'argento. [20]Quanto alle due colonne,
all'unico mare, ai dodici buoi di bronzo che erano sotto di esso e alle basi
a ruote, cose che aveva fatto il re Salomone per il tempio del Signore, non
si poteva calcolare quale fosse il peso del bronzo di tutti questi arredi.
[21]Delle colonne poi una sola era alta diciotto cubiti e ci voleva un filo
di dodici cùbiti per misurarne la circonferenza; il suo spessore era di
quattro dita, essendo vuota nell'interno. [22]Su di essa c'era un capitello
di bronzo e l'altezza di un capitello era di cinque cùbiti; tutto intorno al
capitello c'erano un reticolato per lato e melagrane, il tutto di bronzo;
così era anche l'altra colonna. [23]Le melagrane erano novantasei; tutte le
melagrane intorno al reticolato ammontavano a cento.
[24]Il capo delle guardie fece prigioniero Seraià, sacerdote capo, e il
secondo sacerdote Sofonia insieme con tre custodi della soglia. [25]Dalla
città egli fece prigionieri un funzionario, che era a capo dei soldati, e
sette uomini fra i più familiari del re, i quali furono trovati in città, e
l'aiutante del capo dell'esercito che arruolava la gente del paese, e
sessanta uomini della gente del paese, che furono trovati nella città.
[26]Nabuzaradàn, capo delle guardie, li prese e li condusse presso il re di
Babilonia, a Ribla. [27]Il re di Babilonia li fece percuotere e uccidere a
Ribla, nel paese di Amat. Così fu deportato Giuda dal suo paese.
[28]Questa è la gente che Nabucodònosor deportò: nell'anno settimo
tremilaventitrè Giudei; [29]nell'anno decimo ottavo di Nabucodònosor furono
deportati da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; [30]nell'anno
ventitreesimo di Nabucodònosor, Nabuzaradàn capo delle guardie deportò
settecentoquarantacinque Giudei: in tutto quattromilaseicento persone.
[31]Ora, nell'anno trentasettesimo della deportazione di Ioiachìn re di
Giuda, nel decimosecondo mese, il venticinque del mese, Evil-Merodàch re di
Babilonia, nell'anno della sua ascesa al regno, fece grazia a Ioiachìn re di
Giuda e lo fece uscire dalla prigione. [32]Gli parlò con benevolenza e pose
il seggio di lui al di sopra dei seggi dei re che si trovavano con lui a
Babilonia. [33]Gli cambiò le vesti da prigioniero e Ioiachìn mangiò sempre
il cibo alla presenza di lui per tutti i giorni della sua vita. [34]Il suo
sostentamento, come sostentamento abituale, gli era fornito dal re di
Babilonia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, per tutto il tempo
della sua vita.

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