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LA BIBBIA -
LAMENTAZIONI - BARUC
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LAMENTAZIONI - BARUC |
Lamentazioni - Capitolo 1 PRIMA LAMENTAZIONE [1]Ah! come sta
solitaria la città un tempo ricca di popolo! E' divenuta come una
vedova, la grande fra le nazioni; un tempo signora tra le province è
sottoposta a tributo. [2]Essa piange amaramente nella notte, le sue
lacrime scendono sulle guance; nessuno le reca conforto, fra tutti i suoi
amanti; tutti i suoi amici l'hanno tradita, le sono divenuti
nemici. [3]Giuda è emigrato per la miseria e la dura schiavitù. Egli
abita in mezzo alle nazioni, senza trovare riposo; tutti i suoi
persecutori l'hanno raggiunto fra le angosce. [4]Le strade di Sion sono in
lutto, nessuno si reca più alle sue feste; tutte le sue porte sono
deserte, i suoi sacerdoti sospirano, le sue vergini sono afflitte ed
essa è nell'amarezza. [5]I suoi avversari sono i suoi padroni, i suoi
nemici sono felici, perché il Signore l'ha afflitta per i suoi misfatti
senza numero; i suoi bambini sono stati condotti in schiavitù, sospinti
dal nemico. [6]Dalla figlia di Sion è scomparso ogni splendore; i suoi
capi sono diventati come cervi che non trovano pascolo; camminano senza
forze davanti agli inseguitori. [7]Gerusalemme ricorda i giorni della
sua miseria e del suo vagare, tutti i suoi beni preziosi dal tempo
antico; ricorda quando il suo popolo cadeva per mano del nemico e
nessuno le porgeva aiuto. I suoi nemici la guardavano e ridevano della sua
rovina. [8]Gerusalemme ha peccato gravemente, per questo è divenuta un
panno immondo; quanti la onoravano la disprezzano, perché hanno visto la
sua nudità; anch'essa sospira e si volge indietro. [9]La sua sozzura è
nei lembi della sua veste, non pensava alla sua fine; essa è caduta in
modo sorprendente e ora nessuno la consola. «Guarda, Signore, la mia
miseria, perché il nemico ne trionfa». [10]L'avversario ha steso la
mano su tutte le sue cose più preziose; essa infatti ha visto i
pagani penetrare nel suo santuario, coloro ai quali avevi proibito di
entrare nella tua assemblea. [11]Tutto il suo popolo sospira in cerca di
pane; danno gli oggetti più preziosi in cambio di cibo, per sostenersi in
vita. «Osserva, Signore, e considera come sono disprezzata! [12]Voi
tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'è un dolore
simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta, e con cui il Signore
mi ha punito nel giorno della sua ira ardente. [13]Dall'alto egli ha
scagliato un fuoco e nelle mie ossa lo ha fatto penetrare; ha teso una
rete ai miei piedi, mi ha fatto cadere all'indietro; mi ha reso
desolata, affranta da languore per sempre. [14]S'è aggravato il giogo
delle mie colpe, nella sua mano esse sono annodate; il loro giogo è sul
mio collo ed ha fiaccato la mia forza; il Signore mi ha messo nelle loro
mani, non posso rialzarmi. [15]Ha ripudiato tutti i miei prodi il
Signore in mezzo a me. Egli ha chiamato a raccolta contro di me per
fiaccare i miei giovani; il Signore ha pigiato come uva nel tino la
vergine figlia di Giuda. [16]Per tali cose io piango, dal mio occhio
scorrono lacrime, perché lontano da me è chi consola, chi potrebbe ridarmi
la vita; i miei figli sono desolati, perché il nemico ha
prevalso». [17]Sion protende le mani, nessuno la consola. Il Signore ha
inviato contro Giacobbe i suoi nemici da tutte le parti. Gerusalemme è
divenuta come panno immondo in mezzo a loro. [18]«Giusto è il
Signore, poiché mi sono ribellata alla sua parola. Ascoltate, vi prego,
popoli tutti, e osservate il mio dolore! Le mie vergini e i miei
giovani sono andati in schiavitù. [19]Ho chiamato i miei amanti, ma
essi mi hanno tradita; i miei sacerdoti e i miei anziani nella città sono
spirati mentre cercavano cibo per sostenersi in vita. [20]Guarda,
Signore, quanto sono in angoscia; le mie viscere si agitano, il mio cuore
è sconvolto dentro di me, poiché sono stata veramente ribelle. Di fuori la
spada mi priva dei figli, dentro c'è la morte. [21]Senti come
sospiro, nessuno mi consola. Tutti i miei nemici han saputo della mia
sventura, ne hanno gioito, perché tu hai fatto ciò. Manda il giorno che
hai decretato ed essi siano simili a me! [22]Ti sia presente tutta la loro
malvagità e trattali duramente come hai trattato me, a causa di tutte le
mie prevaricazioni. Molti sono infatti i miei sospiri e il mio cuore si
consuma». Lamentazioni - Capitolo 2 SECONDA LAMENTAZIONE [1]Come il
Signore ha oscurato nella sua ira la figlia di Sion! Egli ha scagliato dal
cielo in terra la gloria di Israele. Non si è ricordato dello sgabello dei
suoi piedi nel giorno del suo furore. [2]Il Signore ha distrutto senza
pietà tutte le dimore di Giacobbe; ha abbattuto con ira le fortezze
della figlia di Giuda; ha prostrato a terra, ha profanato il suo regno e i
suoi capi. [3]Con ira ardente egli ha infranto tutta la potenza di
Israele. Ha tratto indietro la destra davanti al nemico; ha acceso
Giacobbe come una fiamma di fuoco, che divora tutto all'intorno. [4]Ha
teso il suo arco come un nemico, ha tenuto ferma la destra come un
avversario, ha ucciso quanto è delizia dell'occhio. Sulla tenda della
figlia di Sion ha rovesciato la sua ira come fuoco. [5]Il Signore è
divenuto come un nemico, ha distrutto Israele; ha distrutto tutti i suoi
palazzi, ha abbattuto le sue fortezze, ha moltiplicato alla figlia di
Giuda lamento e cordoglio. [6]Ha devastato come un giardino la sua
dimora, ha demolito il luogo della riunione. Il Signore ha fatto
dimenticare in Sion la festa e il sabato e ha rigettato nel furore della
sua ira re e sacerdoti. [7]Il Signore ha abbandonato il suo altare, ha
rigettato il suo santuario; ha consegnato in balìa del nemico le mura
delle sue fortezze. Essi alzarono grida nel tempio del Signore quasi fosse
un giorno di festa. [8]Il Signore ha deciso di demolire le mura della
figlia di Sion; egli ha steso la corda per le misure, non ritrarrà la mano
dalla distruzione; ha reso desolati bastione e baluardo; ambedue sono in
rovina. [9]Sono affondate nella terra le sue porte; egli ne ha rovinato e
spezzato le sbarre; il suo re e i suoi capi sono tra le genti; non c'è più
legge e neppure i suoi profeti han ricevuto visioni dal
Signore. [10]Siedono a terra in silenzio gli anziani della figlia di
Sion, han cosparso di cenere il capo, si sono cinti di sacco; curvano a
terra il capo le vergini di Gerusalemme. [11]Si son consunti per le
lacrime i miei occhi, le mie viscere sono sconvolte; si riversa per terra
la mia bile per la rovina della figlia del mio popolo; mentre vien meno il
bambino e il lattante nelle piazze della città. [12]Alle loro madri
dicevano: «Dov'è il grano e il vino?». Intanto venivan meno come
feriti nelle piazze della città; esalavano il loro respiro in grembo
alle loro madri. [13]Con che cosa ti metterò a confronto? A che cosa ti
paragonerò, figlia di Gerusalemme? Che cosa eguaglierò a te per
consolarti, vergine figlia di Sion? Poiché è grande come il mare la tua
rovina; chi potrà guarirti? [14]I tuoi profeti hanno avuto per te
visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità per
cambiare la tua sorte; ma ti han vaticinato lusinghe, vanità e
illusioni. [15]Contro di te battono le mani quanti passano per la
via; fischiano, scrollano il capo sulla figlia di Gerusalemme: «E'
questa la città che dicevano bellezza perfetta, gioia di tutta la
terra?». [16]Spalancano contro di te la bocca tutti i tuoi
nemici, fischiano e digrignano i denti, dicono: «L'abbiamo
divorata! Questo è il giorno che aspettavamo, siamo arrivati a
vederlo». [17]Il Signore ha compiuto quanto aveva decretato, ha adempiuto
la sua parola decretata dai giorni antichi, ha distrutto senza
pietà, ha dato modo al nemico di gioire di te, ha esaltato la potenza dei
tuoi avversari. [18]Grida dal tuo cuore al Signore, vergine figlia di
Sion; fà scorrere come torrente le tue lacrime, giorno e notte! Non
darti pace, non abbia tregua la pupilla del tuo occhio. [19]Alzati, grida
nella notte quando cominciano i turni di sentinella; effondi come acqua il
tuo cuore, davanti al Signore; alza verso di lui le mani per la vita dei
tuoi bambini, che muoiono di fame all'angolo di ogni strada. [20]«Guarda,
Signore, e considera; chi mai hai trattato così? Le donne divorano i loro
piccoli, i bimbi che si portano in braccio! Sono trucidati nel santuario
del Signore sacerdoti e profeti! [21]Giacciono a terra per le strade
ragazzi e vecchi; le mie vergini e i miei giovani sono caduti di
spada; hai ucciso nel giorno della tua ira, hai trucidato senza
pietà. [22]Come ad un giorno di festa hai convocato i miei terrori
dall'intorno. Nel giorno dell'ira del Signore non vi fu né superstite né
fuggiasco. Quelli che io avevo portati in braccio e allevati li ha
sterminati il mio nemico». Lamentazioni - Capitolo 3 TERZA
LAMENTAZIONE [1]Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza
della sua ira. [2]Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre
e non nella luce. [3]Solo contro di me egli ha volto e rivolto la sua mano
tutto il giorno. [4]Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha
rotto le mie ossa. [5]Ha costruito sopra di me, mi ha circondato di veleno
e di affanno. [6]Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi come i morti da
lungo tempo. [7]Mi ha costruito un muro tutt'intorno, perché non potessi
più uscire; ha reso pesanti le mie catene. [8]Anche se grido e invoco
aiuto, egli soffoca la mia preghiera. [9]Ha sbarrato le mie vie con
blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri. [10]Egli era per me un
orso in agguato, un leone in luoghi nascosti. [11]Seminando di spine la
mia via, mi ha lacerato, mi ha reso desolato. [12]Ha teso l'arco, mi ha
posto come bersaglio alle sue saette. [13]Ha conficcato nei miei
fianchi le frecce della sua faretra. [14]Son diventato lo scherno di tutti
i popoli, la loro canzone d'ogni giorno. [15]Mi ha saziato con erbe
amare, mi ha dissetato con assenzio. [16]Mi ha spezzato con la sabbia i
denti, mi ha steso nella polvere. [17]Son rimasto lontano dalla
pace, ho dimenticato il benessere. [18]E dico: «E' sparita la mia
gloria, la speranza che mi veniva dal Signore». [19]Il ricordo della mia
miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno. [20]Ben se ne ricorda e
si accascia dentro di me la mia anima. [21]Questo intendo richiamare alla
mia mente, e per questo voglio riprendere speranza. [22]Le misericordie
del Signore non sono finite, non è esaurita la sua compassione; [23]esse
son rinnovate ogni mattina, grande è la sua fedeltà. [24]«Mia parte è il
Signore - io esclamo - per questo in lui voglio sperare». [25]Buono è il
Signore con chi spera in lui, con l'anima che lo cerca. [26]E' bene
aspettare in silenzio la salvezza del Signore. [27]E' bene per l'uomo
portare il giogo fin dalla giovinezza. [28]Sieda costui solitario e resti
in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; [29]cacci nella polvere la
bocca, forse c'è ancora speranza; [30]porga a chi lo percuote la sua
guancia, si sazi di umiliazioni. [31]Poiché il Signore non rigetta
mai... [32]Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande
misericordia. [33]Poiché contro il suo desiderio egli umilia e affligge i
figli dell'uomo. [34]Quando schiacciano sotto i loro piedi tutti i
prigionieri del paese, [35]quando falsano i diritti di un uomo in presenza
dell'Altissimo, [36]quando fan torto a un altro in una causa, forse non
vede il Signore tutto ciò? [37]Chi mai ha parlato e la sua parola si è
avverata, senza che il Signore lo avesse comandato? [38]Dalla bocca
dell'Altissimo non procedono forse le sventure e il bene? [39]Perché si
rammarica un essere vivente, un uomo, per i castighi dei suoi
peccati? [40]«Esaminiamo la nostra condotta e scrutiamola, ritorniamo al
Signore. [41]Innalziamo i nostri cuori al di sopra delle mani, verso Dio
nei cieli. [42]Abbiamo peccato e siamo stati ribelli; tu non ci hai
perdonato. [43]Ti sei avvolto nell'ira e ci hai perseguitati, hai ucciso
senza pietà. [44]Ti sei avvolto in una nube, così che la supplica non
giungesse fino a te. [45]Ci hai ridotti a spazzatura e rifiuto in mezzo ai
popoli. [46]Han spalancato la bocca contro di noi tutti i nostri
nemici. [47]Terrore e trabocchetto sono la nostra sorte, desolazione e
rovina». [48]Rivoli di lacrime scorrono dai miei occhi, per la rovina
della figlia del mio popolo. [49]Il mio occhio piange senza sosta perché
non ha pace [50]finché non guardi e non veda il Signore dal cielo. [51]Il
mio occhio mi tormenta per tutte le figlie della mia città. [52]Mi han
dato la caccia come a un passero coloro che mi son nemici senza
ragione. [53]Mi han chiuso vivo nella fossa e han gettato pietre su di
me. [54]Son salite le acque fin sopra il mio capo; io dissi: «E' finita
per me». [55]Ho invocato il tuo nome, o Signore, dalla fossa
profonda. [56]Tu hai udito la mia voce: «Non chiudere l'orecchio al mio
sfogo». [57]Tu eri vicino quando ti invocavo, hai detto: «Non
temere!». [58]Tu hai difeso, Signore, la mia causa, hai riscattato la mia
vita. [59]Hai visto, o Signore, il torto che ho patito, difendi il mio
diritto! [60]Hai visto tutte le loro vendette, tutte le loro trame contro
di me. [61]Hai udito, Signore, i loro insulti, tutte le loro trame contro
di me, [62]i discorsi dei miei oppositori e le loro ostilità contro di me
tutto il giorno. [63]Osserva quando siedono e quando si alzano; io sono la
loro beffarda canzone. [64]Rendi loro il contraccambio, o Signore, secondo
l'opera delle loro mani. [65]Rendili duri di cuore, la tua maledizione su
di loro! [66]Perseguitali nell'ira e distruggili sotto il cielo,
Signore. Lamentazioni - Capitolo 4 QUARTA LAMENTAZIONE [1]Ah! come si è
annerito l'oro, si è alterato l'oro migliore. Sono disperse le pietre
sante all'angolo di ogni strada. [2]I preziosi figli di Sion, valutati come
oro fino, ah! come sono stimati quali vasi di creta, lavoro delle mani di
vasaio! [3]Perfino gli sciacalli porgono le mammelle e allattano i loro
cuccioli, ma la figlia del mio popolo è divenuta crudele come gli struzzi
nel deserto. [4]La lingua del lattante si è attaccata al palato per la
sete; i bambini chiedevano il pane e non c'era chi lo spezzasse
loro. [5]Coloro che si cibavano di leccornìe languono lungo le
strade; coloro che erano allevati sulla porpora abbracciano
letame. [6]Grande è stata l'iniquità della figlia del mio popolo, maggiore
del peccato di Sòdoma, la quale fu distrutta in un attimo, senza fatica di
mani. [7]I suoi giovani erano più splendenti della neve, più candidi del
latte; avevano il corpo più roseo dei coralli, era zaffìro la loro
figura. [8]Ora il loro aspetto s'è fatto più scuro della fuliggine, non si
riconoscono più per le strade; si è raggrinzita la loro pelle sulle
ossa, è divenuta secca come legno. [9]Sono più fortunati gli uccisi di
spada che i morti per fame, che son caduti estenuati per mancanza dei
prodotti del campo. [10]Mani di donne, gia inclini a pietà, hanno cotto i
loro bambini, che sono serviti loro di cibo nel disastro della figlia del
mio popolo. [11]Il Signore ha esaurito la sua collera, ha rovesciato l'ira
ardente; ha acceso in Sion un fuoco, che ha divorato le sue
fondamenta. [12]Non credevano i re della terra e tutti gli abitanti del
mondo che l'avversario e il nemico sarebbero penetrati entro le porte di
Gerusalemme. [13]Fu per i peccati dei suoi profeti, per le iniquità dei
suoi sacerdoti, che versarono in mezzo ad essa il sangue dei
giusti. [14]Costoro vagavano come ciechi per le strade, insozzati di
sangue, così che non si potevan toccare le loro vesti. [15]«Scostatevi! Un
impuro!», si gridava per loro, «Scostatevi! Non toccate!». Fuggivano e
andavano randagi tra le genti, non potevano trovare dimora. [16]La faccia
del Signore li ha dispersi, egli non gli volgerà più lo sguardo; non si è
avuto riguardo dei sacerdoti, non si è usata pietà agli
anziani. [17]Ancora si consumavano i nostri occhi, in cerca di un vano
soccorso. Dal nostro osservatorio scrutavamo verso una nazione che non
poteva salvarci. [18]Han dato la caccia ai nostri passi, impedendoci di
andare per le nostre piazze. «Prossima è la nostra fine; son compiuti i
nostri giorni! Certo, è arrivata la nostra fine». [19]I nostri inseguitori
erano più veloci delle aquile del cielo; sui monti ci hanno inseguiti, nel
deserto ci hanno teso agguati. [20]Il nostro respiro, l'unto del
Signore, è stato preso nei loro trabocchetti, lui, di cui dicevamo: «Alla
sua ombra vivremo fra le nazioni». [21]Esulta pure, gioisci, figlia di
Edom, che abiti nella terra di Uz; anche a te arriverà il calice, ti
inebrierai ed esporrai la tua nudità. [22]E' completa la tua punizione,
figlia di Sion, egli non ti manderà più in esilio; ma punirà la tua
iniquità, figlia di Edom, scoprirà i tuoi peccati. Lamentazioni - Capitolo
5 QUINTA LAMENTAZIONE [1]Ricordati, Signore, di quanto ci è
accaduto, guarda e considera il nostro obbrobrio. [2]La nostra eredità è
passata a stranieri, le nostre case a estranei. [3]Orfani siam diventati,
senza padre; le nostre madri come vedove. [4]L'acqua nostra beviamo per
denaro, la nostra legna si acquista a pagamento. [5]Con un giogo sul collo
siamo perseguitati siamo sfiniti, non c'è per noi riposo. [6]All'Egitto
abbiamo teso la mano, all'Assiria per saziarci di pane. [7]I nostri padri
peccarono e non sono più, noi portiamo la pena delle loro
iniquità. [8]Schiavi comandano su di noi, non c'è chi ci liberi dalle loro
mani. [9]A rischio della nostra vita ci procuriamo il pane davanti alla
spada nel deserto. [10]La nostra pelle si è fatta bruciante come un
forno a causa degli ardori della fame. [11]Han disonorato le donne in
Sion, le vergini nelle città di Giuda. [12]I capi sono stati impiccati
dalle loro mani, i volti degli anziani non sono stati rispettati. [13]I
giovani han girato la mola; i ragazzi son caduti sotto il peso della
legna. [14]Gli anziani hanno disertato la porta, i giovani i loro
strumenti a corda. [15]La gioia si è spenta nei nostri cuori, si è mutata
in lutto la nostra danza. [16]E' caduta la corona dalla nostra testa; guai
a noi, perché abbiamo peccato! [17]Per questo è diventato mesto il nostro
cuore, per tali cose si sono annebbiati i nostri occhi: [18]perché il
monte di Sion è desolato; le volpi vi scorrazzano. [19]Ma tu, Signore,
rimani per sempre, il tuo trono di generazione in generazione. [20]Perché
ci vuoi dimenticare per sempre? Ci vuoi abbandonare per lunghi
giorni? [21]Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo; rinnova i
nostri giorni come in antico, [22]poiché non ci hai rigettati per
sempre, nè senza limite sei sdegnato contro di noi. Baruc - Capitolo
1 INTRODUZIONE Baruc e l'assemblea dei Giudei a Babilonia [1]Queste
sono le parole del libro che Baruc figlio di Neria, figlio di Maasià, figlio
di Sedecìa, figlio di Asadia, figlio di Chelkìa, scrisse in Babilonia
[2]nell'anno quinto, il sette del mese, nella ricorrenza di quando i Caldei
presero Gerusalemme e la diedero alle fiamme. [3]Baruc lesse le parole di
questo libro alla presenza di Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda e di
tutto il popolo, accorso per ascoltare la lettura: [4]erano presenti i
nobili, i figli del re, gli anziani, tutto il popolo dal più piccolo al più
grande, quanti insomma abitavano in Babilonia presso il fiume Sud.
[5]Ascoltata la lettura, piansero, digiunarono, pregarono il Signore, [6]poi,
raccolto un pò di denaro, secondo quel che ognuno poteva dare,
[7]lo mandarono a Gerusalemme al sacerdote Ioakim figlio di Chelkìa, figlio
di Salòm e agli altri sacerdoti e al popolo che erano con lui in
Gerusalemme. [8]Era il dieci del mese di Sivan, quando Baruc ricevette, per
portarli in Giuda, i vasi della casa del Signore, che erano stati portati via
dal tempio. Erano quei vasi d'argento che Sedecìa figlio di Giosia, re di
Giuda, aveva fatto rifare, [9]dopo che Nabucodònosor re di Babilonia
aveva deportato da Gerusalemme in Babilonia Ieconia, i principi, gli schiavi,
i nobili e il popolo del paese. [10]Mandarono a dire loro: Ecco, vi
mandiamo il denaro per comprare olocausti, sacrifici espiatori e incenso e
offrire oblazioni sull'altare del Signore nostro Dio. [11]Pregate per la vita
di Nabucodònosor re di Babilonia e per la vita di suo figlio Baldassàr,
perché i loro giorni sulla terra siano lunghi come i giorni del cielo sulla
terra. [12]Pregate perché il Signore ci dia forza e illumini i nostri occhi e
si possa vivere all'ombra di Nabucodònosor, re di Babilonia, e all'ombra
del figlio Baldassàr e servirli per molti anni e trovar grazia ai loro
occhi. [13]Pregate il Signore nostro Dio anche per noi che lo abbiamo offeso
e fino ad oggi il suo sdegno e la sua ira non si sono allontanati da
noi. [14]Leggete perciò questo libro che vi abbiamo mandato per fare
pubblica confessione nel tempio del Signore, in giorno di festa e nei
giorni opportuni. [15]Direte dunque: I. PREGHIERA DEGLI ESILIATI La
confessione dei peccati Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il disonore
sul volto, come oggi avviene per i Giudei e gli abitanti di Gerusalemme,
[16]per i nostri re e per i nostri principi, per i nostri sacerdoti e i
nostri profeti e per i nostri padri, [17]perché abbiamo offeso il Signore,
[18]gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro
Dio per camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messi dinanzi.
[19]Da quando il Signore fece uscire i nostri padri dall'Egitto fino ad oggi
noi ci siamo ribellati al Signore nostro Dio e ci siamo ostinati a non
ascoltare la sua voce. [20]Così, come oggi costatiamo, ci son venuti addosso
tanti mali insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciata per
mezzo di Mosè suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall'Egitto per
concederci un paese in cui scorre latte e miele. [21]Non abbiamo ascoltato la
voce del Signore nostro Dio, secondo le parole dei profeti che egli ci ha
mandato: [22]ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo
cuore, ha servito dei stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del
Signore nostro Dio. Baruc - Capitolo 2 [1]Per questo il Signore ha
adempiuto le sue parole pronunziate contro di noi, contro i nostri giudici
che governano Israele, contro i nostri re e contro i nostri principi, contro
ogni uomo d'Israele e di Giuda. [2]Non era mai avvenuto sotto la volta del
cielo quello che egli ha compiuto in Gerusalemme, come sta scritto nella
legge di Mosè, [3]fino al punto di mangiarsi uno le carni del figlio e un
altro quelle della figlia. [4]Il Signore li mise in potere di tutti i regni
vicini e li rese oggetto di vituperio e di disprezzo per tutti quei popoli in
mezzo ai quali li aveva dispersi. [5]Così ci ha reso schiavi invece di
padroni, perché abbiamo offeso il Signore nostro Dio e non abbiamo ascoltato
la sua voce. [6]Al Signore nostro Dio la giustizia, a noi e ai padri nostri
il disonore sul volto, come avviene ancor oggi. [7]Tutte le calamità che il
Signore ci aveva minacciate, ci sono venute addosso. [8]Ma noi non abbiamo
placato lo sdegno del Signore, rinunziando ai perversi affetti del nostro
cuore. [9]Così il Signore, che è pronto al castigo, lo ha mandato sopra di
noi, poiché egli è giusto in tutte le opere che ci ha comandate, [10]mentre
noi non abbiamo dato ascolto alla sua voce, eseguendo i decreti che ci aveva
posti davanti. La supplica [11]Ora, Signore Dio d'Israele, che hai fatto
uscire il tuo popolo dall'Egitto con mano forte, con segni e prodigi, con
grande potenza e braccio possente e ti sei fatto un nome glorioso come oggi
lo possiedi, [12]noi abbiamo peccato, siamo stati empi, abbiamo trasgredito,
Signore Dio nostro, i tuoi comandamenti. [13]Allontana da noi lo sdegno,
poiché siamo rimasti molto pochi in mezzo alle genti fra le quali tu ci hai
dispersi. [14]Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica,
liberaci per il tuo amore e facci trovar grazia davanti a coloro che ci hanno
deportati, [15]perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore nostro Dio
e che il tuo nome è stato invocato su Israele e su tutta la sua stirpe.
[16]Guarda, Signore, dalla tua santa dimora e pensa a noi; inclina il tuo
orecchio, Signore, e ascolta; [17]apri, Signore, gli occhi e osserva: non i
morti che sono negli inferi, il cui spirito se n'è andato dalle loro viscere,
danno gloria e giustizia al Signore, [18]ma chi geme sotto il peso, chi se ne
va curvo e spossato, chi ha gli occhi languenti, chi è affamato, questi
sono coloro che ti rendono gloria e giustizia, Signore. [19]Non per i meriti
dei nostri padri e dei nostri re ti presentiamo le nostre suppliche, Signore
Dio nostro, [20]ma perché tu hai mandato sopra di noi la tua collera e il
tuo sdegno, come avevi dichiarato per mezzo dei tuoi servi i profeti:
[21]«Ecco, dice il Signore: Curvate le spalle, servite il re di Babilonia e
dimorerete nella terra da me data ai vostri padri. [22]Ma se non darete
ascolto alla voce del Signore che comanda di servire il re di Babilonia,
[23]farò cessare nelle città di Giuda e per le vie di Gerusalemme il grido di
gioia e di letizia, il canto dello sposo e della sposa e tutto il territorio
diventerà un deserto senza abitanti». [24]Noi non abbiamo dato ascolto alla
tua voce di servire il re di Babilonia, perciò tu hai eseguito la minaccia,
fatta per mezzo dei tuoi servi i profeti, che le ossa dei nostri re e dei
nostri padri sarebbero rimosse dalla loro tomba. [25]Ed eccole abbandonate al
calore del giorno e al gelo della notte. Essi son morti fra atroci dolori, di
fame, di spada e di peste; [26]il tempio che porta il tuo nome tu lo hai
ridotto nello stato in cui oggi si trova, per la malvagità della casa
d'Israele e di Giuda. [27]Tuttavia tu hai agito verso di noi, Signore Dio
nostro, secondo tutta la tua bontà e secondo tutta la tua grande
misericordia, [28]come avevi detto per mezzo del tuo servo Mosè, quando gli
ordinasti di scrivere la tua legge davanti agli Israeliti, dicendo: [29]«Se
voi non darete ascolto alla mia voce, questa moltitudine che ora è così
grande sarà ridotta a un piccolo resto in mezzo alle nazioni fra le quali io
la disperderò; [30]poiché io so che non mi ascolterà, perché è un popolo di
dura cervice. Però nella terra del loro esilio ritorneranno in sé [31]e
riconosceranno che io sono il Signore loro Dio. Darò loro un cuore e orecchi
che ascoltano; [32]nella terra del loro esilio mi loderanno e si ricorderanno
del mio nome [33]e ripensando alla sorte subìta dai loro padri che peccarono
contro di me, abbandoneranno la loro caparbietà e la loro malizia. [34]Io
li ricondurrò nella terra promessa con giuramento ai loro padri, ad Abramo,
a Isacco, a Giacobbe; essi ne avranno di nuovo il dominio e io
li moltiplicherò e non diminuiranno più; [35]farò con loro un'alleanza
perenne: io sarò Dio per loro ed essi saranno popolo per me, né scaccerò mai
più il mio popolo Israele dal paese che gli ho dato». Baruc - Capitolo
3 [1]Signore onnipotente, Dio d'Israele, un'anima angosciata, uno
spirito tormentato grida verso di te. [2]Ascolta, Signore, abbi pietà,
perché abbiamo peccato contro di te. [3]Tu domini sempre, noi
continuamente periamo. [4]Signore onnipotente, Dio d'Israele, ascolta dunque
la supplica dei morti d'Israele, dei figli di coloro che hanno peccato contro
di te: essi non hanno ascoltato la voce del Signore loro Dio e a noi si
sono attaccati questi mali. [5]Non ricordare l'iniquità dei nostri padri,
ma ricordati ora della tua potenza e del tuo nome, [6]poiché tu sei il
Signore nostro Dio e noi ti loderemo, Signore. [7]Per questo tu hai riempito
i nostri cuori del tuo timore perché invocassimo il tuo nome. Noi ti
lodiamo ora nell'esilio, poiché abbiamo allontanato dal cuore tutta
l'iniquità dei nostri padri, i quali hanno peccato contro di te. [8]Ecco,
siamo ancor oggi esiliati e dispersi, oggetto di obbrobrio, di maledizione e
di condanna per tutte le iniquità dei nostri padri, che si sono ribellati al
Signore nostro Dio. II. LA SAGGEZZA, PREROGATIVA DI ISRAELE [9]Ascolta,
Israele, i comandamenti della vita, porgi l'orecchio per intender la
prudenza. [10]Perché, Israele, perché ti trovi in terra nemica e invecchi
in terra straniera? [11]Perché ti contamini con i cadaveri e sei
annoverato fra coloro che scendono negli inferi? [12]Tu hai abbandonato la
fonte della sapienza! [13]Se tu avessi camminato nei sentieri di
Dio, saresti vissuto sempre in pace. [14]Impara dov'è la
prudenza, dov'è la forza, dov'è l'intelligenza, per comprendere anche
dov'è la longevità e la vita, dov'è la luce degli occhi e la pace. [15]Ma
chi ha scoperto la sua dimora, chi è penetrato nei suoi forzieri? [16]Dove
sono i capi delle nazioni, quelli che dominano le belve che sono sulla
terra? [17]Coloro che si divertono con gli uccelli del cielo, quelli che
ammassano argento e oro, in cui confidano gli uomini, e non pongono fine
ai loro possessi? [18]Coloro che lavorano l'argento e lo cesellano senza
rivelare il segreto dei loro lavori? [19]Sono scomparsi, sono scesi negli
inferi e altri hanno preso il loro posto. [20]Nuove generazioni hanno
visto la luce e sono venute ad abitare il paese, ma non hanno conosciuto
la via della sapienza, [21]non hanno appreso i suoi sentieri; neppure i
loro figli l'hanno raggiunta, anzi, si sono allontanati dalla sua
via. [22]Non se n'è sentito parlare in Canaan, non si è vista in
Teman. [23]I figli di Agar, che cercano sapienza terrena, i mercanti di
Merra e di Teman, i narratori di favole, i ricercatori
dell'intelligenza non hanno conosciuto la via della sapienza, non si son
ricordati dei suoi sentieri. [24]Israele, quanto è grande la casa di
Dio, quanto è vasto il luogo del suo dominio! [25]E' grande e non ha
fine, è alto e non ha misura! [26]Là nacquero i famosi giganti dei tempi
antichi, alti di statura, esperti nella guerra; [27]ma Dio non scelse
costoro e non diede loro la via della sapienza: [28]perirono perché non
ebbero saggezza, perirono per la loro insipienza. [29]Chi è salito al
cielo per prenderla e farla scendere dalle nubi? [30]Chi ha attraversato
il mare e l'ha trovata e l'ha comprata a prezzo d'oro puro? [31]Nessuno
conosce la sua via, nessuno pensa al suo sentiero. [32]Ma colui che sa
tutto, la conosce e l'ha scrutata con l'intelligenza. E' lui che nel
volger dei tempi ha stabilito la terra e l'ha riempita d'animali; [33]lui
che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con
tremore. [34]Le stelle brillano dalle loro vedette e
gioiscono; [35]egli le chiama e rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia
per colui che le ha create. [36]Egli è il nostro Dio e nessun altro può
essergli paragonato. [37]Egli ha scrutato tutta la via della sapienza e ne
ha fatto dono a Giacobbe suo servo, a Israele suo diletto. [38]Per questo
è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini. Baruc - Capitolo
4 [1]Essa è il libro dei decreti di Dio, è la legge che sussiste nei
secoli; quanti si attengono ad essa avranno la vita, quanti l'abbandonano
moriranno. [2]Ritorna, Giacobbe, e accoglila, cammina allo splendore della
sua luce. [3]Non dare ad altri la tua gloria, né i tuoi privilegi a gente
straniera. [4]Beati noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio ci è stato
rivelato. III. LAMENTI E SPERANZE DI GERUSALEMME [5]Coraggio, popolo mio,
tu, resto d'Israele! [6]Siete stati venduti alle genti non per essere
annientati, ma perché avete provocato lo sdegno di Dio siete stati
consegnati ai nemici. [7]Avete irritato il vostro creatore, sacrificando
ai dèmoni e non a Dio. [8]Avete dimenticato chi vi ha allevati, il Dio
eterno, avete afflitto colei che vi ha nutriti, Gerusalemme. [9]Essa ha
visto piombare su di voi l'ira divina e ha esclamato: Ascoltate, città vicine
di Sion, Dio mi ha mandato un grande dolore. [10]Ho visto, infatti, la
schiavitù in cui l'Eterno ha condotto i miei figli e le mie figlie. [11]Io
li avevo nutriti con gioia e li ho dovuti lasciare con lacrime e
gemiti. [12]Nessuno goda di me nel vedermi vedova e desolata; sono
abbandonata per i peccati dei miei figli che deviarono dalla legge di
Dio, [13]non si curarono dei suoi decreti, non seguirono i suoi
comandamenti, non procedettero per i sentieri della dottrina, secondo la
sua giustizia. [14]Venite, o città vicine di Sion, considerate la
schiavitù in cui l'Eterno ha condotto i miei figli e le mie figlie. [15]Ha
mandato contro di loro un popolo lontano, una gente perversa di lingua
straniera, che non ha avuto rispetto dei vecchi, né pietà dei
bambini, [16]che ha strappato i cari figli alla vedova e l'ha lasciata
sola senza figlie. [17]E io come posso aiutarvi? [18]Chi vi ha afflitto
con tanti mali saprà liberarvi dal potere dei vostri nemici. [19]Andate,
figli miei, andate, io resto sola. [20]Ho deposto l'abito di pace, ho
indossato il cilicio della supplica, griderò all'Eterno per tutti i miei
giorni. [21]Coraggio, figli miei, gridate a Dio ed egli vi libererà
dall'oppressione e dal potere dei vostri nemici. [22]Io, infatti, spero
dall'Eterno la vostra salvezza. Una grande gioia mi viene dal Santo, per
la misericordia che presto vi giungerà dall'Eterno vostro
salvatore. [23]Vi ho visti partire fra gemiti e pianti, ma Dio vi
ricondurrà a me con letizia e gioia, per sempre. [24]Come ora le città
vicine di Sion hanno visto la vostra schiavitù, così vedranno ben presto
la vostra salvezza da parte del vostro Dio; essa verrà a voi con grande
gloria e splendore dell'Eterno. [25]Figli, sopportate con pazienza la
collera che da Dio è venuta su di voi. Il nemico vi ha perseguitati, ma
vedrete ben presto la sua rovina e calcherete il piede sul suo
collo. [26]I miei figli tanto delicati hanno dovuto battere aspri
sentieri, incalzati come gregge rapito dal nemico. [27]Coraggio, figli,
gridate a Dio, poiché si ricorderà di voi colui che vi ha
provati. [28]Però, come pensaste di allontanarvi da Dio, così ritornando
decuplicate lo zelo per ricercarlo, [29]poiché chi vi ha afflitti con tante
calamità vi darà anche, con la salvezza, una gioia perenne. [30]Coraggio,
Gerusalemme! Colui che ti ha dato un nome ti consolerà. [31]Maledetti i
tuoi oppressori, che hanno goduto della tua caduta; [32]maledette le città
in cui sono stati schiavi i tuoi figli, maledetta colei che li ha
trattenuti. [33]Come ha gioito per la tua caduta e si è allietata per la
tua rovina, così patirà per la sua desolazione. [34]Le toglierò la gioia
di essere così popolata, il suo tripudio sarà cambiato in lutto. [35]Un
fuoco cadrà su di lei per lunghi giorni per volere dell'Eterno e per molto
tempo sarà abitata da demoni. [36]Guarda ad oriente, Gerusalemme, osserva
la gioia che ti viene da Dio. [37]Ecco, ritornano i figli che hai visti
partire, ritornano insieme riuniti dall'oriente all'occidente, alla parola
del Santo, esultanti per la gloria di Dio. Baruc - Capitolo 5 [1]Deponi, o
Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione, rivèstiti dello splendore
della gloria che ti viene da Dio per sempre. [2]Avvolgiti nel manto della
giustizia di Dio, metti sul capo il diadema di gloria
dell'Eterno, [3]perché Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura
sotto il cielo. [4]Sarai chiamata da Dio per sempre: Pace della giustizia
e gloria della pietà. [5]Sorgi, o Gerusalemme, e stà in piedi
sull'altura e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti da occidente
ad oriente, alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio. [6]Si
sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li
riconduce in trionfo come sopra un trono regale. [7]Poiché Dio ha
stabilito di spianare ogni alta montagna e le rupi secolari, di colmare le
valli e spianare la terra perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di
Dio. [8]Anche le selve e ogni albero odoroso faranno ombra ad Israele per
comando di Dio. [9]Perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della
sua gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da
lui. Baruc - Capitolo 6 IV. LETTERA DI GEREMIA [1]Per i peccati da voi
commessi di fronte a Dio sarete condotti prigionieri in Babilonia da
Nabucodònosor re dei Babilonesi. [2]Giunti dunque in Babilonia, vi resterete
molti anni e per lungo tempo fino a sette generazioni; dopo vi ricondurrò di
là in pace. [3]Ora, vedrete in Babilonia idoli d'argento, d'oro e di legno,
portati a spalla, i quali infondono timore ai pagani. [4]State attenti dunque
a non imitare gli stranieri; il timore dei loro dei non si impadronisca di
voi. [5]Alla vista di una moltitudine che prostrandosi davanti e dietro a
loro li adora, pensate: «Te dobbiamo adorare, Signore». [6]Poiché il mio
angelo è con voi, egli si prenderà cura di voi. [7]Essi hanno una lingua
limata da un artefice, sono indorati e inargentati, ma sono simulacri falsi e
non possono parlare. [8]Come si fa con una ragazza vanitosa, prendono oro e
acconciano corone sulla testa dei loro dei. [9]Talvolta anche i sacerdoti,
togliendo ai loro dei oro e argento, lo spendono per sé, dandone anche alle
prostitute nei postriboli. [10]Adornano poi con vesti, come si fa con gli
uomini, questi idoli d'argento, d'oro e di legno; ma essi non sono in grado
di salvarsi dalla ruggine e dai tarli. [11]Sono avvolti in una veste
purpurea, ma bisogna pulire il loro volto per la polvere del tempio che si
posa abbondante su di essi. [12]Come un governatore di una regione, il dio ha
lo scettro, ma non stermina colui che lo offende. [13]Ha il pugnale e la
scure nella destra, ma non si libera dalla guerra e dai ladri. [14]Per questo
è evidente che non sono dei; non temeteli, dunque! [15]Come un vaso di
terra una volta rotto diventa inutile, così sono i loro dei, posti nei
templi. [16]I loro occhi sono pieni della polvere sollevata dai piedi di
coloro che entrano. [17]Come ad uno che abbia offeso un re si tiene bene
sbarrato il luogo dove è detenuto perché deve essere condotto a morte, così i
sacerdoti assicurano i templi con portoni, con serrature e con spranghe,
perché non vengano saccheggiati dai ladri. [18]Accendono loro lumi, persino
più numerosi che per se stessi, ma gli dei non ne vedono alcuno. [19]Sono
come una delle travi del tempio; il loro interno, come si dice, viene
divorato e anch'essi senza accorgersene sono divorati dagli insetti che
strisciano dalla terra, insieme con le loro vesti. [20]Il loro volto si
annerisce per il fumo del tempio. [21]Sul loro corpo e sulla testa si posano
pipistrelli, rondini e altri uccelli e anche i gatti. [22]Di qui potete
conoscere che non sono dei; non temeteli, dunque! [23]L'oro di cui sono
adorni per bellezza non risplende se qualcuno non ne toglie la patina;
perfino quando venivano fusi, essi non se ne accorgevano. [24]Furono comprati
a qualsiasi prezzo, essi che non hanno alito vitale. [25]Senza piedi, vengono
portati a spalla, mostrando agli uomini la loro condizione vergognosa;
arrossiscono anche i loro fedeli perché, se cadono a terra, non si rialzano
più. [26]Neanche se uno li colloca diritti si muoveranno da sé, né se si sono
inclinati si raddrizzeranno; si pongono offerte innanzi a loro come ai morti.
[27]Iloro sacerdoti vendono le loro vittime e ne traggono profitto; anche le
mogli di costoro ne pongono sotto sale una parte e non ne danno né ai poveri
né ai bisognosi; anche una donna in stato di impurità e la puerpera toccano
le loro vittime. [28]Conoscendo dunque da questo che non sono dei, non
temeteli! [29]Come infatti si potrebbero chiamare dei? Perfino le donne
presentano offerte a questi idoli d'argento, d'oro e di legno. [30]Nei templi
i sacerdoti siedono con le vesti stracciate, la testa e le guance rasate,
a capo scoperto. [31]Urlano alzando grida davanti ai loro dei, come
fanno alcuni durante un banchetto funebre. [32]I sacerdoti si portan via le
vesti degli dei e ne rivestono le loro mogli e i loro bambini. [33]Gli idoli
non possono contraccambiare né il male né il bene ricevuto da qualcuno;
non possono né costituire né spodestare un re; [34]nemmeno possono
dare ricchezze né soldi. Se qualcuno, fatto un voto, non lo mantiene, non se
ne curano. [35]Non liberano un uomo dalla morte né sottraggono il debole da
un forte. [36]Non rendono la vista a un cieco né liberano un uomo
dalle angosce. [37]Non hanno pietà della vedova né beneficano l'orfano.
[38]Sono simili alle pietre estratte dalla montagna quegli idoli di legno,
indorati e argentati. Iloro fedeli saranno confusi. [39]Come dunque si può
ritenere e dichiarare che costoro sono dei? [40]Inoltre, perfino gli
stessi Caldei li disonorano; questi infatti quando trovano un muto incapace
di parlare lo presentano a Bel pregandolo di farlo parlare, quasi che costui
potesse sentire. [41]Costoro, pur rendendosene conto, non sono capaci di
abbandonare gli idoli, perché non hanno senno. [42]Le donne siedono per la
strada cinte di cordicelle e bruciano della crusca. [43]Quando qualcuna di
esse, tratta in disparte da qualche passante, si è data a costui, schernisce
la sua vicina perché non fu stimata come lei e perché la sua cordicella non
fu spezzata. [44]Quanto avviene attorno agli idoli è menzogna; dunque, come
si può credere e dichiarare che costoro sono dei? [45]Gli idoli sono
lavoro di artigiani e di orefici; essi non diventano niente altro che ciò che
gli artigiani vogliono che siano. [46]Coloro che li fabbricano non hanno vita
lunga; come potrebbero le cose da essi fabbricate essere dei? [47]Essi
lasciano ai loro posteri menzogna e ignominia. [48]Difatti, quando
sopraggiungono la guerra e le calamità, i sacerdoti si consigliano fra di
loro sul come potranno nascondersi insieme con i loro dei. [49]Come dunque è
possibile non comprendere che non sono dei coloro che non possono salvare se
stessi né dalla guerra né dai mali? [50]Dopo tali fatti si riconoscerà che
gli idoli di legno, indorati e argentati, sono una menzogna; a tutte le genti
e ai re sarà evidente che essi non sono dei, ma lavoro delle mani d'uomo e
che sono privi di ogni qualità divina. [51]A chi dunque non sarà evidente che
non sono dei? [52]Essi infatti non possono costituire un re sul panè
concedere la pioggia agli uomini; [53]non risolvono le contese, né liberano
l'oppresso, poiché non hanno alcun potere; sono come cornacchie fra il cielo
e la terra. [54]Infatti, se il fuoco si attacca al tempio di questi dei di
legno o indorati o argentati, mentre i loro sacerdoti fuggiranno e si
metteranno in salvo, essi invece come travi bruceranno là in mezzo. [55]A un
re e ai nemici non possono resistere. [56]Come dunque si può ammettere e
pensare che essi siano dei? [57]Né dai ladri né dai briganti si salveranno
questi idoli di legno, argentati e indorati, ai quali i ladri con la violenza
tolgono l'oro, l'argento e la veste che li avvolge e poi fuggono tenendo la
roba; essi non sono in grado di aiutare neppure se stessi. [58]Per questo
vale meglio di questi dei bugiardi un re che mostri coraggio oppure un arnese
utile in casa, di cui si serve chi l'ha acquistato; anche meglio di questi
dei bugiardi è una porta, che tenga al sicuro quanto è dentro la casa o
perfino una colonna di legno in un palazzo. [59]Il sole, la luna, le stelle,
essendo lucenti e destinati a servire a uno scopo obbediscono volentieri.
[60]Così anche il lampo, quando appare, è ben visibile; anche il vento spira
su tutta la regione. [61]Quando alle nubi è ordinato da Dio di percorrere
tutta la terra, eseguiscono l'ordine; il fuoco, inviato dall'alto per
consumare monti e boschi, eseguisce il comando. [62]Gli idoli invece non
assomigliano né per l'aspetto né per la potenza a queste cose. [63]Perciò non
si deve ritenere né dichiarare che siano dei, poiché non possono né rendere
giustizia né beneficare gli uomini. [64]Conoscendo dunque che non sono dei,
non temeteli! [65]Essi non maledicono né benedicono i re; [66]non mostrano
alle genti segni nel cielo, né risplendono come il sole, né illuminano come
la luna. [67]Le belve sono migliori di loro, perché possono fuggire in un
riparo e provvedere a se stesse. [68]Dunque, in nessuna maniera è chiaro per
noi che essi sono dei; per questo non temeteli! [69]Come infatti uno
spauracchio che in un cocomeraio nulla protegge, tali sono i loro idoli di
legno indorati e argentati; [70]ancora, i loro idoli di legno indorati e
argentati si possono paragonare a un ramo nell'orto, su cui si posa ogni
sorta di uccelli, o anche a un cadavere gettato nelle tenebre. [71]Dalla
porpora e dal bisso che si logorano su di loro saprete che non sono dei;
infine saranno divorati e nel paese saranno una vergogna. [72]E' migliore un
uomo giusto che non abbia idoli, poiché sarà lontano dal disonore.
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