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LA BIBBIA - LAMENTAZIONI - BARUC

LAMENTAZIONI - BARUC

Lamentazioni - Capitolo 1
PRIMA LAMENTAZIONE
[1]Ah! come sta solitaria
la città un tempo ricca di popolo!
E' divenuta come una vedova,
la grande fra le nazioni;
un tempo signora tra le province
è sottoposta a tributo.
[2]Essa piange amaramente nella notte,
le sue lacrime scendono sulle guance;
nessuno le reca conforto,
fra tutti i suoi amanti;
tutti i suoi amici l'hanno tradita,
le sono divenuti nemici.
[3]Giuda è emigrato
per la miseria e la dura schiavitù.
Egli abita in mezzo alle nazioni,
senza trovare riposo;
tutti i suoi persecutori l'hanno raggiunto
fra le angosce.
[4]Le strade di Sion sono in lutto,
nessuno si reca più alle sue feste;
tutte le sue porte sono deserte,
i suoi sacerdoti sospirano,
le sue vergini sono afflitte
ed essa è nell'amarezza.
[5]I suoi avversari sono i suoi padroni,
i suoi nemici sono felici,
perché il Signore l'ha afflitta
per i suoi misfatti senza numero;
i suoi bambini sono stati condotti in schiavitù,
sospinti dal nemico.
[6]Dalla figlia di Sion
è scomparso ogni splendore;
i suoi capi sono diventati come cervi
che non trovano pascolo;
camminano senza forze
davanti agli inseguitori.
[7]Gerusalemme ricorda
i giorni della sua miseria e del suo vagare,
tutti i suoi beni preziosi dal tempo antico;
ricorda quando il suo popolo cadeva
per mano del nemico
e nessuno le porgeva aiuto.
I suoi nemici la guardavano
e ridevano della sua rovina.
[8]Gerusalemme ha peccato gravemente,
per questo è divenuta un panno immondo;
quanti la onoravano la disprezzano,
perché hanno visto la sua nudità;
anch'essa sospira
e si volge indietro.
[9]La sua sozzura è nei lembi della sua veste,
non pensava alla sua fine;
essa è caduta in modo sorprendente
e ora nessuno la consola.
«Guarda, Signore, la mia miseria,
perché il nemico ne trionfa».
[10]L'avversario ha steso la mano
su tutte le sue cose più preziose;
essa infatti ha visto i pagani
penetrare nel suo santuario,
coloro ai quali avevi proibito
di entrare nella tua assemblea.
[11]Tutto il suo popolo sospira in cerca di pane;
danno gli oggetti più preziosi in cambio di cibo,
per sostenersi in vita.
«Osserva, Signore, e considera
come sono disprezzata!
[12]Voi tutti che passate per la via,
considerate e osservate
se c'è un dolore simile al mio dolore,
al dolore che ora mi tormenta,
e con cui il Signore mi ha punito
nel giorno della sua ira ardente.
[13]Dall'alto egli ha scagliato un fuoco
e nelle mie ossa lo ha fatto penetrare;
ha teso una rete ai miei piedi,
mi ha fatto cadere all'indietro;
mi ha reso desolata,
affranta da languore per sempre.
[14]S'è aggravato il giogo delle mie colpe,
nella sua mano esse sono annodate;
il loro giogo è sul mio collo
ed ha fiaccato la mia forza;
il Signore mi ha messo nelle loro mani,
non posso rialzarmi.
[15]Ha ripudiato tutti i miei prodi
il Signore in mezzo a me.
Egli ha chiamato a raccolta contro di me
per fiaccare i miei giovani;
il Signore ha pigiato come uva nel tino
la vergine figlia di Giuda.
[16]Per tali cose io piango,
dal mio occhio scorrono lacrime,
perché lontano da me è chi consola,
chi potrebbe ridarmi la vita;
i miei figli sono desolati,
perché il nemico ha prevalso».
[17]Sion protende le mani,
nessuno la consola.
Il Signore ha inviato contro Giacobbe
i suoi nemici da tutte le parti.
Gerusalemme è divenuta
come panno immondo in mezzo a loro.
[18]«Giusto è il Signore,
poiché mi sono ribellata alla sua parola.
Ascoltate, vi prego, popoli tutti,
e osservate il mio dolore!
Le mie vergini e i miei giovani
sono andati in schiavitù.
[19]Ho chiamato i miei amanti,
ma essi mi hanno tradita;
i miei sacerdoti e i miei anziani
nella città sono spirati
mentre cercavano cibo
per sostenersi in vita.
[20]Guarda, Signore, quanto sono in angoscia;
le mie viscere si agitano,
il mio cuore è sconvolto dentro di me,
poiché sono stata veramente ribelle.
Di fuori la spada mi priva dei figli,
dentro c'è la morte.
[21]Senti come sospiro,
nessuno mi consola.
Tutti i miei nemici han saputo della mia sventura,
ne hanno gioito, perché tu hai fatto ciò.
Manda il giorno che hai decretato
ed essi siano simili a me!
[22]Ti sia presente tutta la loro malvagità
e trattali duramente come hai trattato me,
a causa di tutte le mie prevaricazioni.
Molti sono infatti i miei sospiri
e il mio cuore si consuma».
Lamentazioni - Capitolo 2
SECONDA LAMENTAZIONE
[1]Come il Signore ha oscurato nella sua ira
la figlia di Sion!
Egli ha scagliato dal cielo in terra
la gloria di Israele.
Non si è ricordato dello sgabello dei suoi piedi
nel giorno del suo furore.
[2]Il Signore ha distrutto senza pietà
tutte le dimore di Giacobbe;
ha abbattuto con ira
le fortezze della figlia di Giuda;
ha prostrato a terra, ha profanato
il suo regno e i suoi capi.
[3]Con ira ardente egli ha infranto
tutta la potenza di Israele.
Ha tratto indietro la destra davanti al nemico;
ha acceso Giacobbe come una fiamma di fuoco,
che divora tutto all'intorno.
[4]Ha teso il suo arco come un nemico,
ha tenuto ferma la destra come un avversario,
ha ucciso quanto è delizia dell'occhio.
Sulla tenda della figlia di Sion
ha rovesciato la sua ira come fuoco.
[5]Il Signore è divenuto come un nemico,
ha distrutto Israele;
ha distrutto tutti i suoi palazzi,
ha abbattuto le sue fortezze,
ha moltiplicato alla figlia di Giuda
lamento e cordoglio.
[6]Ha devastato come un giardino la sua dimora,
ha demolito il luogo della riunione.
Il Signore ha fatto dimenticare in Sion
la festa e il sabato
e ha rigettato nel furore della sua ira
re e sacerdoti.
[7]Il Signore ha abbandonato il suo altare,
ha rigettato il suo santuario;
ha consegnato in balìa del nemico
le mura delle sue fortezze.
Essi alzarono grida nel tempio del Signore
quasi fosse un giorno di festa.
[8]Il Signore ha deciso di demolire
le mura della figlia di Sion;
egli ha steso la corda per le misure,
non ritrarrà la mano dalla distruzione;
ha reso desolati bastione e baluardo;
ambedue sono in rovina.
[9]Sono affondate nella terra le sue porte;
egli ne ha rovinato e spezzato le sbarre;
il suo re e i suoi capi sono tra le genti;
non c'è più legge
e neppure i suoi profeti han ricevuto
visioni dal Signore.
[10]Siedono a terra in silenzio
gli anziani della figlia di Sion,
han cosparso di cenere il capo,
si sono cinti di sacco;
curvano a terra il capo
le vergini di Gerusalemme.
[11]Si son consunti per le lacrime i miei occhi,
le mie viscere sono sconvolte;
si riversa per terra la mia bile
per la rovina della figlia del mio popolo;
mentre vien meno il bambino e il lattante
nelle piazze della città.
[12]Alle loro madri dicevano:
«Dov'è il grano e il vino?».
Intanto venivan meno come feriti
nelle piazze della città;
esalavano il loro respiro
in grembo alle loro madri.
[13]Con che cosa ti metterò a confronto?
A che cosa ti paragonerò, figlia di Gerusalemme?
Che cosa eguaglierò a te per consolarti,
vergine figlia di Sion?
Poiché è grande come il mare la tua rovina;
chi potrà guarirti?
[14]I tuoi profeti hanno avuto per te visioni
di cose vane e insulse,
non hanno svelato le tue iniquità
per cambiare la tua sorte;
ma ti han vaticinato lusinghe,
vanità e illusioni.
[15]Contro di te battono le mani
quanti passano per la via;
fischiano, scrollano il capo
sulla figlia di Gerusalemme:
«E' questa la città che dicevano bellezza perfetta,
gioia di tutta la terra?».
[16]Spalancano contro di te la bocca
tutti i tuoi nemici,
fischiano e digrignano i denti,
dicono: «L'abbiamo divorata!
Questo è il giorno che aspettavamo,
siamo arrivati a vederlo».
[17]Il Signore ha compiuto quanto aveva decretato,
ha adempiuto la sua parola
decretata dai giorni antichi,
ha distrutto senza pietà,
ha dato modo al nemico di gioire di te,
ha esaltato la potenza dei tuoi avversari.
[18]Grida dal tuo cuore al Signore,
vergine figlia di Sion;
fà scorrere come torrente le tue lacrime,
giorno e notte!
Non darti pace,
non abbia tregua la pupilla del tuo occhio.
[19]Alzati, grida nella notte
quando cominciano i turni di sentinella;
effondi come acqua il tuo cuore, davanti al Signore;
alza verso di lui le mani
per la vita dei tuoi bambini,
che muoiono di fame all'angolo di ogni strada.
[20]«Guarda, Signore, e considera;
chi mai hai trattato così?
Le donne divorano i loro piccoli,
i bimbi che si portano in braccio!
Sono trucidati nel santuario del Signore
sacerdoti e profeti!
[21]Giacciono a terra per le strade ragazzi e vecchi;
le mie vergini e i miei giovani
sono caduti di spada;
hai ucciso nel giorno della tua ira,
hai trucidato senza pietà.
[22]Come ad un giorno di festa hai convocato
i miei terrori dall'intorno.
Nel giorno dell'ira del Signore
non vi fu né superstite né fuggiasco.
Quelli che io avevo portati in braccio e allevati
li ha sterminati il mio nemico».
Lamentazioni - Capitolo 3
TERZA LAMENTAZIONE
[1]Io sono l'uomo che ha provato la miseria
sotto la sferza della sua ira.
[2]Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare
nelle tenebre e non nella luce.
[3]Solo contro di me egli ha volto e rivolto
la sua mano tutto il giorno.
[4]Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle,
ha rotto le mie ossa.
[5]Ha costruito sopra di me, mi ha circondato
di veleno e di affanno.
[6]Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi
come i morti da lungo tempo.
[7]Mi ha costruito un muro tutt'intorno,
perché non potessi più uscire;
ha reso pesanti le mie catene.
[8]Anche se grido e invoco aiuto,
egli soffoca la mia preghiera.
[9]Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra,
ha ostruito i miei sentieri.
[10]Egli era per me un orso in agguato,
un leone in luoghi nascosti.
[11]Seminando di spine la mia via, mi ha lacerato,
mi ha reso desolato.
[12]Ha teso l'arco, mi ha posto
come bersaglio alle sue saette.
[13]Ha conficcato nei miei fianchi
le frecce della sua faretra.
[14]Son diventato lo scherno di tutti i popoli,
la loro canzone d'ogni giorno.
[15]Mi ha saziato con erbe amare,
mi ha dissetato con assenzio.
[16]Mi ha spezzato con la sabbia i denti,
mi ha steso nella polvere.
[17]Son rimasto lontano dalla pace,
ho dimenticato il benessere.
[18]E dico: «E' sparita la mia gloria,
la speranza che mi veniva dal Signore».
[19]Il ricordo della mia miseria e del mio vagare
è come assenzio e veleno.
[20]Ben se ne ricorda e si accascia
dentro di me la mia anima.
[21]Questo intendo richiamare alla mia mente,
e per questo voglio riprendere speranza.
[22]Le misericordie del Signore non sono finite,
non è esaurita la sua compassione;
[23]esse son rinnovate ogni mattina,
grande è la sua fedeltà.
[24]«Mia parte è il Signore - io esclamo -
per questo in lui voglio sperare».
[25]Buono è il Signore con chi spera in lui,
con l'anima che lo cerca.
[26]E' bene aspettare in silenzio
la salvezza del Signore.
[27]E' bene per l'uomo portare
il giogo fin dalla giovinezza.
[28]Sieda costui solitario e resti in silenzio,
poiché egli glielo ha imposto;
[29]cacci nella polvere la bocca,
forse c'è ancora speranza;
[30]porga a chi lo percuote la sua guancia,
si sazi di umiliazioni.
[31]Poiché il Signore non rigetta mai...
[32]Ma, se affligge, avrà anche pietà
secondo la sua grande misericordia.
[33]Poiché contro il suo desiderio egli umilia
e affligge i figli dell'uomo.
[34]Quando schiacciano sotto i loro piedi
tutti i prigionieri del paese,
[35]quando falsano i diritti di un uomo
in presenza dell'Altissimo,
[36]quando fan torto a un altro in una causa,
forse non vede il Signore tutto ciò?
[37]Chi mai ha parlato e la sua parola si è avverata,
senza che il Signore lo avesse comandato?
[38]Dalla bocca dell'Altissimo non procedono forse
le sventure e il bene?
[39]Perché si rammarica un essere vivente,
un uomo, per i castighi dei suoi peccati?
[40]«Esaminiamo la nostra condotta e scrutiamola,
ritorniamo al Signore.
[41]Innalziamo i nostri cuori al di sopra delle mani,
verso Dio nei cieli.
[42]Abbiamo peccato e siamo stati ribelli;
tu non ci hai perdonato.
[43]Ti sei avvolto nell'ira e ci hai perseguitati,
hai ucciso senza pietà.
[44]Ti sei avvolto in una nube,
così che la supplica non giungesse fino a te.
[45]Ci hai ridotti a spazzatura e rifiuto
in mezzo ai popoli.
[46]Han spalancato la bocca contro di noi
tutti i nostri nemici.
[47]Terrore e trabocchetto sono la nostra sorte,
desolazione e rovina».
[48]Rivoli di lacrime scorrono dai miei occhi,
per la rovina della figlia del mio popolo.
[49]Il mio occhio piange senza sosta
perché non ha pace
[50]finché non guardi e non veda il Signore dal cielo.
[51]Il mio occhio mi tormenta
per tutte le figlie della mia città.
[52]Mi han dato la caccia come a un passero
coloro che mi son nemici senza ragione.
[53]Mi han chiuso vivo nella fossa
e han gettato pietre su di me.
[54]Son salite le acque fin sopra il mio capo;
io dissi: «E' finita per me».
[55]Ho invocato il tuo nome, o Signore,
dalla fossa profonda.
[56]Tu hai udito la mia voce: «Non chiudere
l'orecchio al mio sfogo».
[57]Tu eri vicino quando ti invocavo,
hai detto: «Non temere!».
[58]Tu hai difeso, Signore, la mia causa,
hai riscattato la mia vita.
[59]Hai visto, o Signore, il torto che ho patito,
difendi il mio diritto!
[60]Hai visto tutte le loro vendette,
tutte le loro trame contro di me.
[61]Hai udito, Signore, i loro insulti,
tutte le loro trame contro di me,
[62]i discorsi dei miei oppositori e le loro ostilità
contro di me tutto il giorno.
[63]Osserva quando siedono e quando si alzano;
io sono la loro beffarda canzone.
[64]Rendi loro il contraccambio, o Signore,
secondo l'opera delle loro mani.
[65]Rendili duri di cuore,
la tua maledizione su di loro!
[66]Perseguitali nell'ira e distruggili
sotto il cielo, Signore.
Lamentazioni - Capitolo 4
QUARTA LAMENTAZIONE
[1]Ah! come si è annerito l'oro,
si è alterato l'oro migliore.
Sono disperse le pietre sante all'angolo di ogni strada.
[2]I preziosi figli di Sion, valutati come oro fino,
ah! come sono stimati quali vasi di creta,
lavoro delle mani di vasaio!
[3]Perfino gli sciacalli porgono le mammelle
e allattano i loro cuccioli,
ma la figlia del mio popolo è divenuta crudele
come gli struzzi nel deserto.
[4]La lingua del lattante si è attaccata
al palato per la sete;
i bambini chiedevano il pane
e non c'era chi lo spezzasse loro.
[5]Coloro che si cibavano di leccornìe
languono lungo le strade;
coloro che erano allevati sulla porpora
abbracciano letame.
[6]Grande è stata l'iniquità della figlia del mio popolo,
maggiore del peccato di Sòdoma,
la quale fu distrutta in un attimo, senza fatica di mani.
[7]I suoi giovani erano più splendenti della neve,
più candidi del latte;
avevano il corpo più roseo dei coralli,
era zaffìro la loro figura.
[8]Ora il loro aspetto s'è fatto più scuro della fuliggine,
non si riconoscono più per le strade;
si è raggrinzita la loro pelle sulle ossa,
è divenuta secca come legno.
[9]Sono più fortunati gli uccisi di spada
che i morti per fame, che son caduti estenuati
per mancanza dei prodotti del campo.
[10]Mani di donne, gia inclini a pietà,
hanno cotto i loro bambini,
che sono serviti loro di cibo
nel disastro della figlia del mio popolo.
[11]Il Signore ha esaurito la sua collera,
ha rovesciato l'ira ardente;
ha acceso in Sion un fuoco,
che ha divorato le sue fondamenta.
[12]Non credevano i re della terra
e tutti gli abitanti del mondo
che l'avversario e il nemico sarebbero penetrati
entro le porte di Gerusalemme.
[13]Fu per i peccati dei suoi profeti,
per le iniquità dei suoi sacerdoti,
che versarono in mezzo ad essa il sangue dei giusti.
[14]Costoro vagavano come ciechi per le strade,
insozzati di sangue,
così che non si potevan toccare le loro vesti.
[15]«Scostatevi! Un impuro!», si gridava per loro,
«Scostatevi! Non toccate!».
Fuggivano e andavano randagi tra le genti,
non potevano trovare dimora.
[16]La faccia del Signore li ha dispersi,
egli non gli volgerà più lo sguardo;
non si è avuto riguardo dei sacerdoti,
non si è usata pietà agli anziani.
[17]Ancora si consumavano i nostri occhi,
in cerca di un vano soccorso.
Dal nostro osservatorio scrutavamo
verso una nazione che non poteva salvarci.
[18]Han dato la caccia ai nostri passi,
impedendoci di andare per le nostre piazze.
«Prossima è la nostra fine; son compiuti i nostri giorni!
Certo, è arrivata la nostra fine».
[19]I nostri inseguitori erano più veloci
delle aquile del cielo; sui monti ci hanno inseguiti,
nel deserto ci hanno teso agguati.
[20]Il nostro respiro, l'unto del Signore,
è stato preso nei loro trabocchetti,
lui, di cui dicevamo: «Alla sua ombra
vivremo fra le nazioni».
[21]Esulta pure, gioisci, figlia di Edom,
che abiti nella terra di Uz;
anche a te arriverà il calice,
ti inebrierai ed esporrai la tua nudità.
[22]E' completa la tua punizione, figlia di Sion,
egli non ti manderà più in esilio;
ma punirà la tua iniquità, figlia di Edom,
scoprirà i tuoi peccati.
Lamentazioni - Capitolo 5
QUINTA LAMENTAZIONE
[1]Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto,
guarda e considera il nostro obbrobrio.
[2]La nostra eredità è passata a stranieri,
le nostre case a estranei.
[3]Orfani siam diventati, senza padre;
le nostre madri come vedove.
[4]L'acqua nostra beviamo per denaro,
la nostra legna si acquista a pagamento.
[5]Con un giogo sul collo siamo perseguitati
siamo sfiniti, non c'è per noi riposo.
[6]All'Egitto abbiamo teso la mano,
all'Assiria per saziarci di pane.
[7]I nostri padri peccarono e non sono più,
noi portiamo la pena delle loro iniquità.
[8]Schiavi comandano su di noi,
non c'è chi ci liberi dalle loro mani.
[9]A rischio della nostra vita ci procuriamo il pane
davanti alla spada nel deserto.
[10]La nostra pelle si è fatta bruciante come un forno
a causa degli ardori della fame.
[11]Han disonorato le donne in Sion,
le vergini nelle città di Giuda.
[12]I capi sono stati impiccati dalle loro mani,
i volti degli anziani non sono stati rispettati.
[13]I giovani han girato la mola;
i ragazzi son caduti sotto il peso della legna.
[14]Gli anziani hanno disertato la porta,
i giovani i loro strumenti a corda.
[15]La gioia si è spenta nei nostri cuori,
si è mutata in lutto la nostra danza.
[16]E' caduta la corona dalla nostra testa;
guai a noi, perché abbiamo peccato!
[17]Per questo è diventato mesto il nostro cuore,
per tali cose si sono annebbiati i nostri occhi:
[18]perché il monte di Sion è desolato;
le volpi vi scorrazzano.
[19]Ma tu, Signore, rimani per sempre,
il tuo trono di generazione in generazione.
[20]Perché ci vuoi dimenticare per sempre?
Ci vuoi abbandonare per lunghi giorni?
[21]Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo;
rinnova i nostri giorni come in antico,
[22]poiché non ci hai rigettati per sempre,
nè senza limite sei sdegnato contro di noi.
Baruc - Capitolo 1
INTRODUZIONE
Baruc e l'assemblea dei Giudei a Babilonia
[1]Queste sono le parole del libro che Baruc figlio di Neria, figlio di
Maasià, figlio di Sedecìa, figlio di Asadia, figlio di Chelkìa, scrisse in
Babilonia [2]nell'anno quinto, il sette del mese, nella ricorrenza di quando
i Caldei presero Gerusalemme e la diedero alle fiamme. [3]Baruc lesse le
parole di questo libro alla presenza di Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di
Giuda e di tutto il popolo, accorso per ascoltare la lettura: [4]erano
presenti i nobili, i figli del re, gli anziani, tutto il popolo dal più
piccolo al più grande, quanti insomma abitavano in Babilonia presso il fiume
Sud. [5]Ascoltata la lettura, piansero, digiunarono, pregarono il Signore,
[6]poi, raccolto un pò di denaro, secondo quel che ognuno poteva dare, [7]lo
mandarono a Gerusalemme al sacerdote Ioakim figlio di Chelkìa, figlio di
Salòm e agli altri sacerdoti e al popolo che erano con lui in Gerusalemme.
[8]Era il dieci del mese di Sivan, quando Baruc ricevette, per portarli in
Giuda, i vasi della casa del Signore, che erano stati portati via dal
tempio. Erano quei vasi d'argento che Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda,
aveva fatto rifare, [9]dopo che Nabucodònosor re di Babilonia aveva
deportato da Gerusalemme in Babilonia Ieconia, i principi, gli schiavi, i
nobili e il popolo del paese. [10]Mandarono a dire loro: Ecco, vi mandiamo
il denaro per comprare olocausti, sacrifici espiatori e incenso e offrire
oblazioni sull'altare del Signore nostro Dio. [11]Pregate per la vita di
Nabucodònosor re di Babilonia e per la vita di suo figlio Baldassàr, perché
i loro giorni sulla terra siano lunghi come i giorni del cielo sulla terra.
[12]Pregate perché il Signore ci dia forza e illumini i nostri occhi e si
possa vivere all'ombra di Nabucodònosor, re di Babilonia, e all'ombra del
figlio Baldassàr e servirli per molti anni e trovar grazia ai loro occhi.
[13]Pregate il Signore nostro Dio anche per noi che lo abbiamo offeso e fino
ad oggi il suo sdegno e la sua ira non si sono allontanati da noi.
[14]Leggete perciò questo libro che vi abbiamo mandato per fare pubblica
confessione nel tempio del Signore, in giorno di festa e nei giorni
opportuni. [15]Direte dunque:
I. PREGHIERA DEGLI ESILIATI
La confessione dei peccati
Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi
avviene per i Giudei e gli abitanti di Gerusalemme, [16]per i nostri re e
per i nostri principi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i
nostri padri, [17]perché abbiamo offeso il Signore, [18]gli abbiamo
disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio per
camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messi dinanzi. [19]Da
quando il Signore fece uscire i nostri padri dall'Egitto fino ad oggi noi ci
siamo ribellati al Signore nostro Dio e ci siamo ostinati a non ascoltare la
sua voce. [20]Così, come oggi costatiamo, ci son venuti addosso tanti mali
insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciata per mezzo di Mosè
suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall'Egitto per concederci un
paese in cui scorre latte e miele. [21]Non abbiamo ascoltato la voce del
Signore nostro Dio, secondo le parole dei profeti che egli ci ha mandato:
[22]ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha
servito dei stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore
nostro Dio.
Baruc - Capitolo 2
[1]Per questo il Signore ha adempiuto le sue parole pronunziate contro di
noi, contro i nostri giudici che governano Israele, contro i nostri re e
contro i nostri principi, contro ogni uomo d'Israele e di Giuda. [2]Non era
mai avvenuto sotto la volta del cielo quello che egli ha compiuto in
Gerusalemme, come sta scritto nella legge di Mosè, [3]fino al punto di
mangiarsi uno le carni del figlio e un altro quelle della figlia. [4]Il
Signore li mise in potere di tutti i regni vicini e li rese oggetto di
vituperio e di disprezzo per tutti quei popoli in mezzo ai quali li aveva
dispersi. [5]Così ci ha reso schiavi invece di padroni, perché abbiamo
offeso il Signore nostro Dio e non abbiamo ascoltato la sua voce. [6]Al
Signore nostro Dio la giustizia, a noi e ai padri nostri il disonore sul
volto, come avviene ancor oggi. [7]Tutte le calamità che il Signore ci aveva
minacciate, ci sono venute addosso. [8]Ma noi non abbiamo placato lo sdegno
del Signore, rinunziando ai perversi affetti del nostro cuore. [9]Così il
Signore, che è pronto al castigo, lo ha mandato sopra di noi, poiché egli è
giusto in tutte le opere che ci ha comandate, [10]mentre noi non abbiamo
dato ascolto alla sua voce, eseguendo i decreti che ci aveva posti davanti.
La supplica
[11]Ora, Signore Dio d'Israele, che hai fatto uscire il tuo popolo
dall'Egitto con mano forte, con segni e prodigi, con grande potenza e
braccio possente e ti sei fatto un nome glorioso come oggi lo possiedi,
[12]noi abbiamo peccato, siamo stati empi, abbiamo trasgredito, Signore Dio
nostro, i tuoi comandamenti. [13]Allontana da noi lo sdegno, poiché siamo
rimasti molto pochi in mezzo alle genti fra le quali tu ci hai dispersi.
[14]Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica, liberaci per
il tuo amore e facci trovar grazia davanti a coloro che ci hanno deportati,
[15]perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore nostro Dio e che il
tuo nome è stato invocato su Israele e su tutta la sua stirpe. [16]Guarda,
Signore, dalla tua santa dimora e pensa a noi; inclina il tuo orecchio,
Signore, e ascolta; [17]apri, Signore, gli occhi e osserva: non i morti che
sono negli inferi, il cui spirito se n'è andato dalle loro viscere, danno
gloria e giustizia al Signore, [18]ma chi geme sotto il peso, chi se ne va
curvo e spossato, chi ha gli occhi languenti, chi è affamato, questi sono
coloro che ti rendono gloria e giustizia, Signore. [19]Non per i meriti dei
nostri padri e dei nostri re ti presentiamo le nostre suppliche, Signore Dio
nostro, [20]ma perché tu hai mandato sopra di noi la tua collera e il tuo
sdegno, come avevi dichiarato per mezzo dei tuoi servi i profeti: [21]«Ecco,
dice il Signore: Curvate le spalle, servite il re di Babilonia e dimorerete
nella terra da me data ai vostri padri. [22]Ma se non darete ascolto alla
voce del Signore che comanda di servire il re di Babilonia, [23]farò cessare
nelle città di Giuda e per le vie di Gerusalemme il grido di gioia e di
letizia, il canto dello sposo e della sposa e tutto il territorio diventerà
un deserto senza abitanti». [24]Noi non abbiamo dato ascolto alla tua voce
di servire il re di Babilonia, perciò tu hai eseguito la minaccia, fatta per
mezzo dei tuoi servi i profeti, che le ossa dei nostri re e dei nostri padri
sarebbero rimosse dalla loro tomba. [25]Ed eccole abbandonate al calore del
giorno e al gelo della notte. Essi son morti fra atroci dolori, di fame, di
spada e di peste; [26]il tempio che porta il tuo nome tu lo hai ridotto
nello stato in cui oggi si trova, per la malvagità della casa d'Israele e di
Giuda. [27]Tuttavia tu hai agito verso di noi, Signore Dio nostro, secondo
tutta la tua bontà e secondo tutta la tua grande misericordia, [28]come
avevi detto per mezzo del tuo servo Mosè, quando gli ordinasti di scrivere
la tua legge davanti agli Israeliti, dicendo: [29]«Se voi non darete ascolto
alla mia voce, questa moltitudine che ora è così grande sarà ridotta a un
piccolo resto in mezzo alle nazioni fra le quali io la disperderò;
[30]poiché io so che non mi ascolterà, perché è un popolo di dura cervice.
Però nella terra del loro esilio ritorneranno in sé [31]e riconosceranno che
io sono il Signore loro Dio. Darò loro un cuore e orecchi che ascoltano;
[32]nella terra del loro esilio mi loderanno e si ricorderanno del mio nome
[33]e ripensando alla sorte subìta dai loro padri che peccarono contro di
me, abbandoneranno la loro caparbietà e la loro malizia. [34]Io li
ricondurrò nella terra promessa con giuramento ai loro padri, ad Abramo, a
Isacco, a Giacobbe; essi ne avranno di nuovo il dominio e io li
moltiplicherò e non diminuiranno più; [35]farò con loro un'alleanza perenne:
io sarò Dio per loro ed essi saranno popolo per me, né scaccerò mai più il
mio popolo Israele dal paese che gli ho dato».
Baruc - Capitolo 3
[1]Signore onnipotente, Dio d'Israele, un'anima angosciata, uno spirito
tormentato grida verso di te. [2]Ascolta, Signore, abbi pietà, perché
abbiamo peccato contro di te. [3]Tu domini sempre, noi continuamente
periamo. [4]Signore onnipotente, Dio d'Israele, ascolta dunque la supplica
dei morti d'Israele, dei figli di coloro che hanno peccato contro di te:
essi non hanno ascoltato la voce del Signore loro Dio e a noi si sono
attaccati questi mali. [5]Non ricordare l'iniquità dei nostri padri, ma
ricordati ora della tua potenza e del tuo nome, [6]poiché tu sei il Signore
nostro Dio e noi ti loderemo, Signore. [7]Per questo tu hai riempito i
nostri cuori del tuo timore perché invocassimo il tuo nome. Noi ti lodiamo
ora nell'esilio, poiché abbiamo allontanato dal cuore tutta l'iniquità dei
nostri padri, i quali hanno peccato contro di te. [8]Ecco, siamo ancor oggi
esiliati e dispersi, oggetto di obbrobrio, di maledizione e di condanna per
tutte le iniquità dei nostri padri, che si sono ribellati al Signore nostro
Dio.
II. LA SAGGEZZA, PREROGATIVA DI ISRAELE
[9]Ascolta, Israele, i comandamenti della vita,
porgi l'orecchio per intender la prudenza.
[10]Perché, Israele, perché ti trovi in terra nemica
e invecchi in terra straniera?
[11]Perché ti contamini con i cadaveri
e sei annoverato fra coloro che scendono negli inferi?
[12]Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!
[13]Se tu avessi camminato nei sentieri di Dio,
saresti vissuto sempre in pace.
[14]Impara dov'è la prudenza,
dov'è la forza, dov'è l'intelligenza,
per comprendere anche dov'è la longevità e la vita,
dov'è la luce degli occhi e la pace.
[15]Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è penetrato nei suoi forzieri?
[16]Dove sono i capi delle nazioni,
quelli che dominano le belve che sono sulla terra?
[17]Coloro che si divertono con gli uccelli del cielo,
quelli che ammassano argento e oro,
in cui confidano gli uomini,
e non pongono fine ai loro possessi?
[18]Coloro che lavorano l'argento e lo cesellano
senza rivelare il segreto dei loro lavori?
[19]Sono scomparsi, sono scesi negli inferi
e altri hanno preso il loro posto.
[20]Nuove generazioni hanno visto la luce
e sono venute ad abitare il paese,
ma non hanno conosciuto la via della sapienza,
[21]non hanno appreso i suoi sentieri;
neppure i loro figli l'hanno raggiunta,
anzi, si sono allontanati dalla sua via.
[22]Non se n'è sentito parlare in Canaan,
non si è vista in Teman.
[23]I figli di Agar, che cercano sapienza terrena,
i mercanti di Merra e di Teman,
i narratori di favole, i ricercatori dell'intelligenza
non hanno conosciuto la via della sapienza,
non si son ricordati dei suoi sentieri.
[24]Israele, quanto è grande la casa di Dio,
quanto è vasto il luogo del suo dominio!
[25]E' grande e non ha fine,
è alto e non ha misura!
[26]Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi,
alti di statura, esperti nella guerra;
[27]ma Dio non scelse costoro
e non diede loro la via della sapienza:
[28]perirono perché non ebbero saggezza,
perirono per la loro insipienza.
[29]Chi è salito al cielo per prenderla
e farla scendere dalle nubi?
[30]Chi ha attraversato il mare e l'ha trovata
e l'ha comprata a prezzo d'oro puro?
[31]Nessuno conosce la sua via,
nessuno pensa al suo sentiero.
[32]Ma colui che sa tutto, la conosce
e l'ha scrutata con l'intelligenza.
E' lui che nel volger dei tempi ha stabilito la terra
e l'ha riempita d'animali;
[33]lui che invia la luce ed essa va,
che la richiama ed essa obbedisce con tremore.
[34]Le stelle brillano dalle loro vedette
e gioiscono;
[35]egli le chiama e rispondono: «Eccoci!»
e brillano di gioia per colui che le ha create.
[36]Egli è il nostro Dio
e nessun altro può essergli paragonato.
[37]Egli ha scrutato tutta la via della sapienza
e ne ha fatto dono a Giacobbe suo servo,
a Israele suo diletto.
[38]Per questo è apparsa sulla terra
e ha vissuto fra gli uomini.
Baruc - Capitolo 4
[1]Essa è il libro dei decreti di Dio,
è la legge che sussiste nei secoli;
quanti si attengono ad essa avranno la vita,
quanti l'abbandonano moriranno.
[2]Ritorna, Giacobbe, e accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
[3]Non dare ad altri la tua gloria,
né i tuoi privilegi a gente straniera.
[4]Beati noi, o Israele,
perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato.
III. LAMENTI E SPERANZE DI GERUSALEMME
[5]Coraggio, popolo mio, tu, resto d'Israele!
[6]Siete stati venduti alle genti
non per essere annientati,
ma perché avete provocato lo sdegno di Dio
siete stati consegnati ai nemici.
[7]Avete irritato il vostro creatore,
sacrificando ai dèmoni e non a Dio.
[8]Avete dimenticato chi vi ha allevati, il Dio eterno,
avete afflitto colei che vi ha nutriti, Gerusalemme.
[9]Essa ha visto piombare su di voi l'ira divina
e ha esclamato: Ascoltate, città vicine di Sion,
Dio mi ha mandato un grande dolore.
[10]Ho visto, infatti, la schiavitù in cui l'Eterno
ha condotto i miei figli e le mie figlie.
[11]Io li avevo nutriti con gioia
e li ho dovuti lasciare con lacrime e gemiti.
[12]Nessuno goda di me nel vedermi vedova e desolata;
sono abbandonata per i peccati dei miei figli
che deviarono dalla legge di Dio,
[13]non si curarono dei suoi decreti,
non seguirono i suoi comandamenti,
non procedettero per i sentieri della dottrina,
secondo la sua giustizia.
[14]Venite, o città vicine di Sion,
considerate la schiavitù in cui l'Eterno
ha condotto i miei figli e le mie figlie.
[15]Ha mandato contro di loro un popolo lontano,
una gente perversa di lingua straniera,
che non ha avuto rispetto dei vecchi, né pietà dei bambini,
[16]che ha strappato i cari figli alla vedova
e l'ha lasciata sola senza figlie.
[17]E io come posso aiutarvi?
[18]Chi vi ha afflitto con tanti mali
saprà liberarvi dal potere dei vostri nemici.
[19]Andate, figli miei, andate, io resto sola.
[20]Ho deposto l'abito di pace,
ho indossato il cilicio della supplica,
griderò all'Eterno per tutti i miei giorni.
[21]Coraggio, figli miei, gridate a Dio
ed egli vi libererà dall'oppressione
e dal potere dei vostri nemici.
[22]Io, infatti, spero dall'Eterno la vostra salvezza.
Una grande gioia mi viene dal Santo,
per la misericordia che presto vi giungerà
dall'Eterno vostro salvatore.
[23]Vi ho visti partire fra gemiti e pianti,
ma Dio vi ricondurrà a me
con letizia e gioia, per sempre.
[24]Come ora le città vicine di Sion
hanno visto la vostra schiavitù,
così vedranno ben presto la vostra salvezza
da parte del vostro Dio;
essa verrà a voi
con grande gloria e splendore dell'Eterno.
[25]Figli, sopportate con pazienza la collera
che da Dio è venuta su di voi.
Il nemico vi ha perseguitati,
ma vedrete ben presto la sua rovina
e calcherete il piede sul suo collo.
[26]I miei figli tanto delicati
hanno dovuto battere aspri sentieri,
incalzati come gregge rapito dal nemico.
[27]Coraggio, figli, gridate a Dio,
poiché si ricorderà di voi colui che vi ha provati.
[28]Però, come pensaste di allontanarvi da Dio,
così ritornando decuplicate lo zelo per ricercarlo,
[29]poiché chi vi ha afflitti con tante calamità
vi darà anche, con la salvezza, una gioia perenne.
[30]Coraggio, Gerusalemme!
Colui che ti ha dato un nome ti consolerà.
[31]Maledetti i tuoi oppressori,
che hanno goduto della tua caduta;
[32]maledette le città in cui sono stati schiavi i tuoi figli,
maledetta colei che li ha trattenuti.
[33]Come ha gioito per la tua caduta
e si è allietata per la tua rovina,
così patirà per la sua desolazione.
[34]Le toglierò la gioia di essere così popolata,
il suo tripudio sarà cambiato in lutto.
[35]Un fuoco cadrà su di lei per lunghi giorni
per volere dell'Eterno
e per molto tempo sarà abitata da demoni.
[36]Guarda ad oriente, Gerusalemme,
osserva la gioia che ti viene da Dio.
[37]Ecco, ritornano i figli che hai visti partire,
ritornano insieme riuniti dall'oriente all'occidente,
alla parola del Santo, esultanti per la gloria di Dio.
Baruc - Capitolo 5
[1]Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre.
[2]Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno,
[3]perché Dio mostrerà il tuo splendore
ad ogni creatura sotto il cielo.
[4]Sarai chiamata da Dio per sempre:
Pace della giustizia e gloria della pietà.
[5]Sorgi, o Gerusalemme, e stà in piedi sull'altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti
da occidente ad oriente,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
[6]Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce
in trionfo come sopra un trono regale.
[7]Poiché Dio ha stabilito di spianare
ogni alta montagna e le rupi secolari,
di colmare le valli e spianare la terra
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
[8]Anche le selve e ogni albero odoroso
faranno ombra ad Israele per comando di Dio.
[9]Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia
che vengono da lui.
Baruc - Capitolo 6
IV. LETTERA DI GEREMIA
[1]Per i peccati da voi commessi di fronte a Dio sarete condotti prigionieri
in Babilonia da Nabucodònosor re dei Babilonesi. [2]Giunti dunque in
Babilonia, vi resterete molti anni e per lungo tempo fino a sette
generazioni; dopo vi ricondurrò di là in pace. [3]Ora, vedrete in Babilonia
idoli d'argento, d'oro e di legno, portati a spalla, i quali infondono
timore ai pagani. [4]State attenti dunque a non imitare gli stranieri; il
timore dei loro dei non si impadronisca di voi. [5]Alla vista di una
moltitudine che prostrandosi davanti e dietro a loro li adora, pensate: «Te
dobbiamo adorare, Signore». [6]Poiché il mio angelo è con voi, egli si
prenderà cura di voi.
[7]Essi hanno una lingua limata da un artefice, sono indorati e inargentati,
ma sono simulacri falsi e non possono parlare. [8]Come si fa con una ragazza
vanitosa, prendono oro e acconciano corone sulla testa dei loro dei.
[9]Talvolta anche i sacerdoti, togliendo ai loro dei oro e argento, lo
spendono per sé, dandone anche alle prostitute nei postriboli.
[10]Adornano poi con vesti, come si fa con gli uomini, questi idoli
d'argento, d'oro e di legno; ma essi non sono in grado di salvarsi dalla
ruggine e dai tarli. [11]Sono avvolti in una veste purpurea, ma bisogna
pulire il loro volto per la polvere del tempio che si posa abbondante su di
essi. [12]Come un governatore di una regione, il dio ha lo scettro, ma non
stermina colui che lo offende. [13]Ha il pugnale e la scure nella destra, ma
non si libera dalla guerra e dai ladri. [14]Per questo è evidente che non
sono dei; non temeteli, dunque!
[15]Come un vaso di terra una volta rotto diventa inutile, così sono i loro
dei, posti nei templi. [16]I loro occhi sono pieni della polvere sollevata
dai piedi di coloro che entrano. [17]Come ad uno che abbia offeso un re si
tiene bene sbarrato il luogo dove è detenuto perché deve essere condotto a
morte, così i sacerdoti assicurano i templi con portoni, con serrature e con
spranghe, perché non vengano saccheggiati dai ladri. [18]Accendono loro
lumi, persino più numerosi che per se stessi, ma gli dei non ne vedono
alcuno. [19]Sono come una delle travi del tempio; il loro interno, come si
dice, viene divorato e anch'essi senza accorgersene sono divorati dagli
insetti che strisciano dalla terra, insieme con le loro vesti. [20]Il loro
volto si annerisce per il fumo del tempio. [21]Sul loro corpo e sulla testa
si posano pipistrelli, rondini e altri uccelli e anche i gatti. [22]Di qui
potete conoscere che non sono dei; non temeteli, dunque!
[23]L'oro di cui sono adorni per bellezza non risplende se qualcuno non ne
toglie la patina; perfino quando venivano fusi, essi non se ne accorgevano.
[24]Furono comprati a qualsiasi prezzo, essi che non hanno alito vitale.
[25]Senza piedi, vengono portati a spalla, mostrando agli uomini la loro
condizione vergognosa; arrossiscono anche i loro fedeli perché, se cadono a
terra, non si rialzano più. [26]Neanche se uno li colloca diritti si
muoveranno da sé, né se si sono inclinati si raddrizzeranno; si pongono
offerte innanzi a loro come ai morti. [27]Iloro sacerdoti vendono le loro
vittime e ne traggono profitto; anche le mogli di costoro ne pongono sotto
sale una parte e non ne danno né ai poveri né ai bisognosi; anche una donna
in stato di impurità e la puerpera toccano le loro vittime. [28]Conoscendo
dunque da questo che non sono dei, non temeteli!
[29]Come infatti si potrebbero chiamare dei? Perfino le donne presentano
offerte a questi idoli d'argento, d'oro e di legno. [30]Nei templi i
sacerdoti siedono con le vesti stracciate, la testa e le guance rasate, a
capo scoperto. [31]Urlano alzando grida davanti ai loro dei, come fanno
alcuni durante un banchetto funebre. [32]I sacerdoti si portan via le vesti
degli dei e ne rivestono le loro mogli e i loro bambini. [33]Gli idoli non
possono contraccambiare né il male né il bene ricevuto da qualcuno; non
possono né costituire né spodestare un re; [34]nemmeno possono dare
ricchezze né soldi. Se qualcuno, fatto un voto, non lo mantiene, non se ne
curano. [35]Non liberano un uomo dalla morte né sottraggono il debole da un
forte. [36]Non rendono la vista a un cieco né liberano un uomo dalle
angosce. [37]Non hanno pietà della vedova né beneficano l'orfano. [38]Sono
simili alle pietre estratte dalla montagna quegli idoli di legno, indorati e
argentati. Iloro fedeli saranno confusi. [39]Come dunque si può ritenere e
dichiarare che costoro sono dei?
[40]Inoltre, perfino gli stessi Caldei li disonorano; questi infatti quando
trovano un muto incapace di parlare lo presentano a Bel pregandolo di farlo
parlare, quasi che costui potesse sentire. [41]Costoro, pur rendendosene
conto, non sono capaci di abbandonare gli idoli, perché non hanno senno.
[42]Le donne siedono per la strada cinte di cordicelle e bruciano della
crusca. [43]Quando qualcuna di esse, tratta in disparte da qualche passante,
si è data a costui, schernisce la sua vicina perché non fu stimata come lei
e perché la sua cordicella non fu spezzata. [44]Quanto avviene attorno agli
idoli è menzogna; dunque, come si può credere e dichiarare che costoro sono
dei?
[45]Gli idoli sono lavoro di artigiani e di orefici; essi non diventano
niente altro che ciò che gli artigiani vogliono che siano. [46]Coloro che li
fabbricano non hanno vita lunga; come potrebbero le cose da essi fabbricate
essere dei? [47]Essi lasciano ai loro posteri menzogna e ignominia.
[48]Difatti, quando sopraggiungono la guerra e le calamità, i sacerdoti si
consigliano fra di loro sul come potranno nascondersi insieme con i loro
dei. [49]Come dunque è possibile non comprendere che non sono dei coloro che
non possono salvare se stessi né dalla guerra né dai mali? [50]Dopo tali
fatti si riconoscerà che gli idoli di legno, indorati e argentati, sono una
menzogna; a tutte le genti e ai re sarà evidente che essi non sono dei, ma
lavoro delle mani d'uomo e che sono privi di ogni qualità divina. [51]A chi
dunque non sarà evidente che non sono dei?
[52]Essi infatti non possono costituire un re sul panè concedere la pioggia
agli uomini; [53]non risolvono le contese, né liberano l'oppresso, poiché
non hanno alcun potere; sono come cornacchie fra il cielo e la terra.
[54]Infatti, se il fuoco si attacca al tempio di questi dei di legno o
indorati o argentati, mentre i loro sacerdoti fuggiranno e si metteranno in
salvo, essi invece come travi bruceranno là in mezzo. [55]A un re e ai
nemici non possono resistere. [56]Come dunque si può ammettere e pensare che
essi siano dei?
[57]Né dai ladri né dai briganti si salveranno questi idoli di legno,
argentati e indorati, ai quali i ladri con la violenza tolgono l'oro,
l'argento e la veste che li avvolge e poi fuggono tenendo la roba; essi non
sono in grado di aiutare neppure se stessi. [58]Per questo vale meglio di
questi dei bugiardi un re che mostri coraggio oppure un arnese utile in
casa, di cui si serve chi l'ha acquistato; anche meglio di questi dei
bugiardi è una porta, che tenga al sicuro quanto è dentro la casa o perfino
una colonna di legno in un palazzo. [59]Il sole, la luna, le stelle, essendo
lucenti e destinati a servire a uno scopo obbediscono volentieri. [60]Così
anche il lampo, quando appare, è ben visibile; anche il vento spira su tutta
la regione. [61]Quando alle nubi è ordinato da Dio di percorrere tutta la
terra, eseguiscono l'ordine; il fuoco, inviato dall'alto per consumare monti
e boschi, eseguisce il comando. [62]Gli idoli invece non assomigliano né per
l'aspetto né per la potenza a queste cose. [63]Perciò non si deve ritenere
né dichiarare che siano dei, poiché non possono né rendere giustizia né
beneficare gli uomini. [64]Conoscendo dunque che non sono dei, non temeteli!
[65]Essi non maledicono né benedicono i re; [66]non mostrano alle genti
segni nel cielo, né risplendono come il sole, né illuminano come la luna.
[67]Le belve sono migliori di loro, perché possono fuggire in un riparo e
provvedere a se stesse. [68]Dunque, in nessuna maniera è chiaro per noi che
essi sono dei; per questo non temeteli!
[69]Come infatti uno spauracchio che in un cocomeraio nulla protegge, tali
sono i loro idoli di legno indorati e argentati; [70]ancora, i loro idoli di
legno indorati e argentati si possono paragonare a un ramo nell'orto, su cui
si posa ogni sorta di uccelli, o anche a un cadavere gettato nelle tenebre.
[71]Dalla porpora e dal bisso che si logorano su di loro saprete che non
sono dei; infine saranno divorati e nel paese saranno una vergogna. [72]E'
migliore un uomo giusto che non abbia idoli, poiché sarà lontano dal
disonore.

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