ANABATTISMO, ALA RADICALE DEL PROTESTANTESIMO:
A Münster, nella regione tedesca della Vestfalia, ci sono tre gabbie di
ferro appese al campanile della chiesa di S. Lamberto: sono lì da quasi 500
anni.
In origine contenevano i corpi di tre uomini che erano stati torturati e
giustiziati pubblicamente: il sarto Jan Bockelson, il mercante di panni
Bernhard Knipperdolling e Bernhard Krechting.
Questi uomini appartenevano a una corrente politico-religiosa chiamata
Anabattismo, che rappresentò una delle esperienze più significative di quel
vasto movimento di protesta che fu la Riforma.
ORIGINI E SVILUPPI DELL'ANABATTISMO
Secondo la ricerca storiografica operata da Bullinger, successore di
Zwingli a Zurigo, il movimento anabattista sarebbe nato in Sassonia, con
esplicite tendenze rivoluzionarie e sarebbe stato direttamente collegato
alla predicazione dei Profeti di Zwichau e di Thomas Müntzer.
Nel dicembre del 1521 giunsero a Wittemberg, provenienti da Zwichau, tre
esponenti di un gruppo protestante abbastanza attivo, i cui nomi erano
Nikolaus Storch, Thomas Drechsel e Markus Stübner; essi avevano chiesto di
incontrare Lutero sulla questione del battesimo dei bambini.
Quattro anni dopo sappiamo che si formò un gruppo separato di anabattisti a
Zurigo, evidentemente perché dall'incontro con Lutero non era emersa alcuna
possibilità d'intesa sulla questione del battesimo da impartire solo agli
adulti.
Contadino che arringa la folla, 1524
Il gruppo di Zurigo (Konrad Grebel, Simon Stumpf, Felix Manz, Wilhelm
Reublin, Hans Brötli) proveniva dalle fila di Zwingli e criticava
quest'ultimo di voler affidare allo Stato la riforma della chiesa.
Due discepoli di Zwingli, Grebel e Stumpf, pretendevano una coerenza più
radicale (più ateistica) sulle questioni delle immagini sacre, i sacramenti
in generale e l'eucarestia in particolare, il purgatorio ecc., ma Zwingli
preferiva una riforma graduale, moderata, appoggiata dal Gran Consiglio
della città.
Stumpf, nel 1524, venne privato della parrocchia e bandìto dalla città. Di
qui l'esigenza di cercare rapporti con altri teologi radicali, tra cui
Andrea Bodenstein (Carlostadio) e Müntzer.
Il gruppo iniziò a predicare una chiesa senza clero, costituita da pochi
eletti, votata al martirio, strettamente aderente alle Scritture e con una
forte concezione non-violenta. Grebel, in particolare, voleva riportare il
battesimo alla pratica originaria.
Nel gennaio 1525 il Consiglio cantonale di Zurigo emanò due decreti che
condannavano l'antipedobattismo (il rifiuto del battesimo ai neonati).
Gli anabattisti respinsero le delibere e iniziarono a evangelizzare nei
dintorni di Zurigo (Zollikon, Grüningen), poi anche in altri cantoni, nelle
città di Berna, Basilea, Appenzel, Hallau, Sciaffusa... Ma Zwingli restò
irremovibile e diede il via alle persecuzioni, che coinvolsero anche le
donne.
Nel maggio 1525 gli anabattisti parteciparono a una rivolta contadina
antinobiliare, a Frankenhausen, che venne però soffocata nel sangue
dall'esercito regolare dei principi.
Nel marzo 1526 Grebel, Manz, Blaurock e altri 15 anabattisti furono
condannati all'ergastolo, salvo abiura. Riuscirono a fuggire, ma Grebel morì
di lì a poco (forse di peste), mentre Manz venne nuovamente catturato e
questa volta affogato nel fiume Limmat. Quanto a Blaurock, fu arso sul rogo
nel Tirolo, nel 1529.
Nel frattempo si costituivano varie comunità in Germania, grazie alla
predicazione di Wilhelm Reublin, Michael Sattler e Bathasar Hubmaier,
provenienti dal gruppo di Zurigo. Nel febbraio del 1527 Sattler compilò la
Confessione di Schleitheim, che sintetizzava il credo anabattista.
Nell'estate del 1527 si tenne ad Augusta il sinodo dei martiri, così
chiamato perché i leader anabattisti qui convenuti furono quasi tutti
giustiziati.
Viceversa, a Strasburgo, governata da Capitone e Bucero, gli anabattisti
furono in un primo tempo abbastanza tollerati. Poi proprio Bucero diventerà
un loro feroce persecutore.
Successivamente sarà Münster la città in cui gli anabattisti riuscirono a
costituirsi come la maggior forza politico-religiosa e in cui cercarono di
mettere in pratica la loro ideologia.
Dopo la distruzione di Münster da parte delle forze luterane, cui s'erano
alleate quelle cattoliche, il movimento divenne noto col nome di mennonita,
da Menno Simons (1496-1561), ex-sacerdote cattolico divenuto capo
anabattista.
Caratteristiche dei mennoniti furono l'anti-dogmatismo, il pacifismo e la
non-violenza. Venne maggiormente accentuato il senso di distacco dal mondo;
l'aspetto più appariscente fu il rifiuto di giurare.
Le comunità anabattiste si diffusero in Moravia (Repubblica Ceca) e nei
Paesi Bassi. In Italia vi furono delle comunità a Bolzano e nelle valli
adiacenti (Bressanone, Chiusa, Neumarkt), ma anche in Friuli, Venezia
Giulia, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Dura fu la repressione ordinata
da Ferdinando d'Asburgo.
Gli anabattisti contribuirono enormemente alla nascita della chiesa battista
e nel XVII secolo contribuirono a preparare in Inghilterra e Olanda
l'avvento dell'Illuminismo.
Altri gruppi, alla ricerca di terre disabitate, si trasferirono nella
Prussia orientale, in Transilvania e in Russia, ma furono travolti dalle
vicende della rivoluzione d'ottobre: molti emigrarono in Canada.
Alla fine della II guerra mondiale si calcola che nell'ex-impero sovietico
esistessero circa 100.000 mennoniti.
Nelle due Americhe emigrarono dal 1683 al 1945. Qui hanno sempre condannato
il commercio degli schiavi.
IDEOLOGIA DELL'ANABATTISMO::
Le dottrine fondamentali degli Anabattisti (Ribattezzatori) furono definite
nel 1527 nella cosiddetta "Confessione di Schleitheim":
il battesimo va amministrato a coloro che si sono pentiti dei peccati e
hanno emendato la loro vita;
vanno scomunicati quanti cadono più volte nell'errore e nel peccato;
la Cena del Signore ha significato di commemorazione;
i credenti devono separarsi dal mondo, dalla vita pubblica e dagli impegni
assunti prima della conversione, devono rifiutare ogni forma di violenza e
l'uso delle armi;
i ministri della chiesa di Dio devono essere uomini integri e avere il
compito di leggere le Sacre Scritture, esortare, insegnare, iniziare alle
preghiere;
la spada, destinata ai magistrati terreni per la punizione dei malvagi, non
deve essere usata dai cristiani nemmeno per difendersi, anzi questi non
devono valersi neanche della legge per la loro vita né rivestire cariche
pubbliche;
è vietato giurare in base ai passi biblici.
Impiccagione di contadiniRifiutando inoltre le istituzioni di potere, gli
anabattisti si ritenevano direttamente ispirati dallo Spirito santo.
Essendo assente ogni forma di clero e di liturgia tradizionali (tutti i
sacramenti sono soltanto simboli di una realtà spirituale e non hanno un
potere salvifico in sé), essi erano convinti che ogni fedele potesse essere
un "carismatico" in grado di guidare gli altri verso la realizzazione di un
regno di giustizia-uguaglianza, ritenuto imminente in virtù della parusia
del Cristo.
In tal senso la chiesa non poteva essere di massa o istituzionalizzata, ma
solo di militanti o credenti convinti, quindi necessariamente di minoranza,
di piccole formazioni religiose autonome.
Ciò che distingueva nettamente la loro fede da altre confessioni era la
convinzione che il battesimo fosse per gli adulti e non per i bambini.
Il battesimo per gli adulti non riguardava semplicemente un dogma religioso,
ma anche le questioni politiche, poiché la chiesa - sia cattolica che
luterana - si serviva di questo sacramento come di una forma di censimento
dei credenti, per dimostrare, sul piano numerico, la propria grandezza e
quindi per assicurarsi un'adesione, almeno formale o istituzionale, alla
fede dominante.
Essere contrari al battesimo dei bambini, i cui registri parrocchiali
avevano un valore pari a quelli anagrafici, significava mettere in
discussione che una determinata chiesa potesse pretendere d'essere più
istituzionale di altre, cioè significava rifiutare il concetto di religione
di stato.
Ancora oggi l'anabattismo viene considerato dagli storici tedeschi come
un'anticipazione storica di vari contenuti dei movimenti di sinistra
extra-parlamentare, specie gli anarchici.
PERSECUZIONI:
Gli anabattisti erano aspramente perseguitati in tutto il sacro romano
impero germanico. L'autore della "Confessione di Schleitheim", Michael
Sattler, fu arrestato con sua moglie nel febbraio 1527, a Tottenburg, vicino
Norimberga: dopo avergli tagliato la lingua, lo arsero sul rogo nel maggio
dello stesso anno. Chi battezzava gli adulti o chi si battezzava da adulto
rischiava facilmente la pena capitale.
Le numerose sentenze di morte contro gli anabattisti (che si facevano
chiamare "Fratelli in Cristo") si riferivano a un'antica norma del codice di
Giustiniano contro i donatisti, che professavano un secondo battesimo. In
realtà "anabattisti" ("ribattezzatori") fu un nome usato dagli avversari.
Gli anabattisti negavano che il battesimo dovesse essere ripetuto, poiché
quello dei bambini per loro non aveva alcun significato.
Sotto Ferdinando d'Asburgo le repressioni furono sistematiche e feroci. Si
temeva soprattutto la diffusione del movimento nella Germania. Ai condannati
(con processi del tutto sommari) venivano strappati pezzi di carne con
tenaglie roventi e poi venivano bruciati sul rogo; solo a chi ritrattava
veniva tagliata la testa. Il duca di Sassonia condannava all'affogamento
coloro che esprimevano semplicemente delle idee vicine a quelle anabattiste.
Unica voce di tolleranza religiosa fu quella di Filippo d'Assia, che quando
fu costretto a perseguitarli per le insistenze dei potenti e dei teologi, si
limitò a espellerli dal suo territorio.
Le persecuzioni raggiunsero l'apice a Münster, una cittadina molto agiata
della Westfalia, non distante dai Paesi Bassi, con circa 10-15.000 abitanti,
la maggior parte dei quali nel 1533 da cattolici divennero luterani.
Uno dei più importanti predicatori riformisti era Bernhard Rothmann (ex
pastore luterano), che difendeva le corporazioni artigiane (gilde), la
borghesia e la maggior parte della popolazione contro il giogo del
principe-vescovo, Franz von Waldeck, di fede cattolica, contro il più
generale parassitismo ecclesiastico (p.es. le decime), contro i pesanti
balzelli imperiali (p. es. la tassa antiturca). Dopo aver ottenuto ampi
consensi popolari (contadini), molti lasciarono la città, ma nello stesso
tempo vi arrivarono da ogni luogo altri anabattisti, nella speranza di veder
realizzati i loro ideali.
Nel 1532 il popolo, appoggiato dalla borghesia, cacciò i parroci cattolici
da tutte le chiese, eccettuata la cattedrale. Il principe-vescovo rispose
col sequestro dei beni appartenenti ai luterani, minacciando un intervento
armato.
Bernhard Rothmann e altri leader del movimento disposero, senza mezzi
termini, la comunanza di tutte le proprietà, specie quelle agricole. Gli
artigiani potevano conservare i loro mezzi produttivi ma dovevano sottostare
alle regole della comunità. I cittadini adulti dovevano scegliere: o
battezzarsi o andarsene senza portarsi via i propri beni.
Trovò contrari a questa decisione anche molti luterani. Il principe-vescovo
ne approfittò per radunare un esercito, composto sia da luterani che da
cattolici (circa 2.500 uomini), per porre Münster sotto assedio.Nel gennaio
1534 gli anabattisti di Münster erano ancora una piccola minoranza, quando
giunsero due olandesi: Jan Matthys, un panettiere di Haarlem, e il sarto Jan
Bockelson, conosciuto come Giovanni di Leida, che cominciarono a considerare
Münster come una sorta di "Nuova Gerusalemme", dando così vita a un certo
fanatismo millenaristico, ideologicamente intollerante e politicamente
autoritario.
L'8 febbraio Bockelson cominciò a correre nudo per la città, invitando a
fare penitenza, perché - diceva - il giorno del giudizio era ormai vicino.
Jan Bockelson
Jan MatthysNell'aprile del 1534 Matthys, che aveva sostituito Rothmann alla
guida della città, impose a tutti di lasciare sempre aperte le porte di
casa, in modo che la condivisione dei beni fosse totale: ognuno dava tutto
quello che poteva e ognuno prendeva ciò di cui aveva bisogno. L'uso del
denaro fu abolito. Oro, argento e pietre preziose furono confiscate per la
causa comune. Si distrussero anche tutti i libri, ad esclusione della
Bibbia. Chi contestava queste decisioni, come p.es. il fabbro Hubert
Ruecher, veniva eliminato.
Matthys continuava a predicare che entro il giorno di Pasqua si sarebbe
instaurato sulla terra il regno dei santi e Münster sarebbe stata la nuova
Sion. Ma il principe teneva sempre l'esercito intorno alla città.
Matthys allora tentò una sortita con una ventina di uomini e raggiunto il
campo avversario invitò i lanzichenecchi a rivoltarsi contro il principe. Vi
era quasi riuscito, quando un soldato lo raggiunse alle spalle e con una
spada lo uccise. Poi lo fecero a pezzi, infilando la sua testa su un palo.
Aveva comunque dimostrato che la popolazione avrebbe combattuto senza
arrendersi. Per la prima volta gli anabattisti erano disposti a impugnare le
armi.
Matthys venne sostituito da Bockelson, che cominciò a punire duramente
l'adulterio, istituendo nello stesso tempo la poligamia, sull'esempio dei
patriarchi dell'Antico Testamento (le donne erano troppo poche rispetto al
numero degli uomini della città - questa la motivazione). Le donne che si
rifiutavano venivano uccise. Con lui aumentò anche lo sfarzo dei leader
politico-religiosi, nonostante che nella città regnasse la fame.L'assedio
durò ben 14 mesi, fino al giugno 1535, allorché un cittadino aprì, senza
farsi notare, le porte della città. Circa 500 persone si arresero prima
dell'assalto finale, ma vennero trucidate dai lanzichenecchi.
Di Rothmann non si seppe mai più niente e il solo dei capi a sfuggire alla
cattura fu Hinrich Krechting, che finì i suoi giorni come ministro
calvinista in Olanda. Bockelson e altri due anabattisti a capo del
movimento, Knipperdolling e Bernhard Krechting, furono presi, torturati per
farli abiurare e, quando si vide l'inutilità delle torture, giustiziati. I
loro corpi, posti in gabbie, furono appesi al campanile della chiesa di S.
Lamberto. Quasi tutta la popolazione venne massacrata.
HUTTERITI:
Mentre a Münster si consumava la tragedia del massacro, in Moravia gli
anabattisti presero il nome di hutteriti, da Jacob Hutter, predicatore
itinerante tirolese, bruciato pubblicamente a Innsbruck nel gennaio del
1536.
Politicamente la Moravia era sotto la giurisdizione di Ferdinando d'Asburgo,
ma i nobili locali ricercavano l'autonomia, per cui non avevano motivo di
perseguitare gli anabattisti.
Le comunità agricole hutterite erano basate sulla comunanza dei beni,
secondo il principio che il cristiano è amministratore e non proprietario
dei beni.
Contadini insorti
Vi era maggiore tolleranza che a Münster: il comunismo di produzione e di
consumo era stato posto su basi volontarie; le comunità erano aperte:
chiunque poteva entrarvi o uscirne.
La fratellanza hutterita era organizzata in comunità-fattorie di circa 300
membri, che in taluni casi arrivavano a mille, del tutto autosufficienti,
dotate di campi, boschi, stagni, presi in affitto dai nobili del luogo;
avevano anche laboratori artigianali che provvedevano ai bisogni della
comunità.
Si producevano lana, filati, mobili, pelletterie, vino, birra; si potevano
macellare gli animali. Parte di questi beni veniva venduta per procurarsi il
denaro con cui finanziare le missioni. Le comunità infatti, utilizzando una
tecnologia abbastanza avanzata, fruivano di una certa eccedenza di
produzione rispetto ai consumi.
La vita era austera, le case ben costruite, il cibo sano e sufficiente, gli
indumenti decorosi, l'igiene assicurato.
In un primo momento i signori feudali locali li rispettarono, anche perché
gli hutteriti fornivano personale amministrativo molto capace e fidato.
Poi però non fecero nulla per difendere queste comunità dall'esosità fiscale
del governo di Vienna, finché nel 1622 (durante la guerra dei Trent'anni)
esse furono spogliate di tutte le loro proprietà e gli hutteriti vennero
cacciati dalla Moravia.
GLI ANABATTISTI SECONDO MARTIN LUTERO:
Lutero catalogò genericamente gli anabattisti come oppositori non cattolici
della riforma protestante, al pari degli zwingliani.
Sul piano politico li condannò perché li considerava troppo estremisti (il
che in sostanza voleva dire troppo democratici); sul piano ideologico perché
predicavano il battesimo per gli adulti.
Le motivazioni per cui Lutero era a favore del pedobattesimo erano le stesse
del mondo cattolico: anche se il bambino non può avere alcuna fede, è la
chiesa a garantire per lui.
Martin Lutero
Già dal 1528 egli propugnava la pena di morte contro gli anabattisti. Ciò
che di loro non sopportava era la "pubblica ribellione". Scrisse contro di
loro la Lettera a due parroci sul ribattesimo (1528) e Contro gli ipocriti e
i predicatori di soppiatto (1532).
Era noto, d'altra parte, che Lutero, soprattutto dopo la propria svolta
reazionaria del 1521-23, era soprattutto contrario al reato di sedizione
(p.es. il rifiuto di partecipare alla guerra per motivi di coscienza o di
servire come magistrato).
Tuttavia, nonostante approvasse i metodi violenti usati dai principi per
sterminare gli anabattisti, a volte, sul piano delle considerazioni umane,
si chiedeva se fosse davvero giusto sterminare tutta quella gente.
Si può dire, in un certo senso, che la originaria predicazione di Lutero
(quella appoggiata dalle masse popolari), fu portata avanti, oltre che da
Thomas Müntzer, dagli stessi anabattisti.
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